Con le nostre radici verso il futuro - Associazione Giuliani nel Mondo
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38<br />
<strong>il</strong> disTacco<br />
tUttO IL CUOrE<br />
DELLA CIttà<br />
ErA Là<br />
Dall’articolo di Giani Stuparich<br />
“Da Trieste si emigra”<br />
“Il Tempo”, 15 luglio 1955.<br />
[…]<br />
quel giorno che passavo per San Giacomo, mi fermai, per ascoltare, presso un crocchio di<br />
donne: parlavano d’argomento che, si vedeva, <strong>le</strong> agitava molto. […] Quel<strong>le</strong> donne parlavano di<br />
contratti di lavoro con paesi lontani, di partenze, di lunghe traversate. Molte famiglie d’operai<br />
triestini sono infatti ora costrette ad emigrare. I figli, i nipoti di quegli operai che avevo visto,<br />
da piccolo, affluire sicuri all’Arsena<strong>le</strong> e ai Cantieri, devono cercarsi lavoro oltre gli oceani.<br />
Avvenimento nuovo, mai prima avveratosi, <strong>nel</strong><strong>le</strong> vicende di questo nostro porto invidiato.<br />
Avvenimento in sordina, senza clamori, che occupa poco posto <strong>nel</strong><strong>le</strong> cronache dei giornali<br />
locali. Ma chi non abbia assistito ad una del<strong>le</strong> ormai tante partenze d’emigranti triestini per<br />
l’Australia, non sa con qua<strong>le</strong> stato d’animo, con qua<strong>le</strong> emozione la città si stacca dai suoi figli.<br />
[…]<br />
tutto <strong>il</strong> cuore della città era là, in quei saluti, in quel<strong>le</strong> raccomandazioni, in quegli<br />
addii: tutto <strong>il</strong> temperamento del popolo triestino si esprimeva in quel<strong>le</strong> manifestazioni, del<br />
popolo che sa essere spiritoso anche fra <strong>le</strong> lacrime, vivace pur <strong>nel</strong>la disgrazia.<br />
“I va, i va, e noi restemo; anca se imbarcaremo tuta la zità... sempre a<strong>le</strong>gri e mai passion”,<br />
diceva un giovane operaio con l’occhio lucido e la bocca amara.<br />
“Andè, andè, fioi, feghe onor a Trieste!”, raccomandava un altro operaio anziano.<br />
E una vecchia nonna! Era là, sorretta dai parenti, e continuamente chiedeva se Rico fosse a<br />
bordo, e dove fosse, se avesse la sua sciarpa rossa intorno al collo, se salutava, se sorrideva, e se<br />
la traversata fin laggiù sarebbe stata buona; non vol<strong>le</strong> muoversi di là, neanche quando la nave si<br />
staccò e girò al largo; la gente cominciava a sfollare tra commenti e rimpianti: “nonina, su, la<br />
se movi”, ma la vecchia non si decideva e, col volto rigato di lacrime, andava ripetendo: “Cossa<br />
che me toca veder!”