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Con le nostre radici verso il futuro - Associazione Giuliani nel Mondo

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42<br />

<strong>il</strong> disTacco<br />

UN SECOLO<br />

DI trAvErSAtE<br />

1<br />

La strada dell’emigrazione giuliana è quasi sempre oceanica: <strong>le</strong> prime traversate di <strong>Giuliani</strong><br />

e Istriani diretti in America Latina, <strong>verso</strong> la fine dell’Ottocento, durano oltre quaranta<br />

giorni, in terze classi costipate, a bordo d’imbarcazioni spesso inadeguate.<br />

Le rotte atlantiche s’intensificano <strong>nel</strong> corso del XX secolo, con la massima frequenza <strong>nel</strong> secondo<br />

dopoguerra: tra <strong>le</strong> destinazioni anche <strong>il</strong> Canada e gli Stati Uniti. Si comincia a viaggiare con<br />

i moderni transatlantici, come <strong>le</strong> motonavi “Vulcania” e “Saturnia”, mitiche gemel<strong>le</strong> del mare<br />

varate negli Anni Venti dal Cantiere Nava<strong>le</strong> Triestino di Monfalcone, protagoniste di lunghe<br />

e gloriose “carriere”. Il comfort è decisamente migliorato e la durata del viaggio scesa sotto i<br />

quindici giorni. A partire dagli Anni Cinquanta si registrano <strong>le</strong> massicce partenze per l’Australia:<br />

oltre un mese di traversata, alloggiati anche in cento persone <strong>nel</strong>la stessa camerata. Quasi un<br />

secolo di testimonianze ci restituiscono un senso irripetibi<strong>le</strong> del viaggio: parentesi di attese e di<br />

speranze condivise, spesso segnate da momenti drammatici. Non mancano infatti <strong>le</strong> epidemie,<br />

<strong>le</strong> febbri tropicali, gli allarmi e i naufragi: emb<strong>le</strong>matico quello della “Principessa Mafalda”, che<br />

aveva trasportato anche emigranti giuliani in Argentina e che affonda <strong>il</strong> 25 ottobre 1927 <strong>nel</strong><br />

suo ultimo viaggio da Genova a Buenos Aires, al largo di Porto Seguro, in Brasi<strong>le</strong>. Trecento i<br />

morti accertati, in gran parte italiani.

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