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news - Confesercenti Parma

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di agevolare l’imprenditoria giovanile che<br />

proprio nel turismo e nel commercio vede<br />

la massima aspirazione di occupazione o di<br />

fare impresa”.<br />

Testa ha quindi concluso ricordando la netta<br />

contrarietà al provvedimento governativo<br />

contenuto nel pacchetto “liberalizzazioni”<br />

che prevede la possibilità di apertura 24 ore<br />

al giorno, domenica compresa; all’iniziativa<br />

di Equitalia di penalizzare gli operatori, ma<br />

anche i semplici cittadini, in modo oltremodo<br />

rigido, per certi versi punitivo; al fatto<br />

di applicare un bollino blu sulla vetrina dei<br />

negozi “virtuosi”, in regola col fisco e con<br />

tutte le altre tasse comunali.<br />

“Un atto discriminatorio che andrebbe a<br />

penalizzare solo la categoria dei commercianti,<br />

dal momento che altre categorie, sicuramente<br />

con i loro scheletri nell’armadio,<br />

non sono nemmeno sfiorate da iniziative<br />

analoghe”.<br />

Ad integrare le informazioni è quindi<br />

intervenuto il direttore di <strong>Confesercenti</strong><br />

<strong>Parma</strong> luca Vedrini che ha posto l’accento<br />

su ulteriori aspetti che testimoniano come<br />

anche per l’immediato futuro le aspettative<br />

per il commercio siano tutt’altro che rosee.<br />

Il primo esempio ha riguardato il tema che<br />

oggi più di altri tiene aperto il dibattito<br />

politico e sociale: la riforma del lavoro<br />

così come è stata prospettata dal Governo,<br />

dove sono evidenti elementi di difficoltà<br />

non solo per i lavoratori, ma anche per le<br />

stesse imprese.<br />

“Prendiamo in esame un punto della prospettata<br />

riforma che certamente non ha riscosso<br />

più di tanto l’attenzione dell’opinione<br />

pubblica: come andranno ad aggravarsi<br />

per le imprese del commercio e del turismo<br />

i costi del lavoro stagionale.<br />

La riforma infatti prevede che ogni chiamata<br />

equivalga ad un’assunzione, con tutto<br />

Focus<br />

DALLA CONFESERCENTI<br />

l’iter burocratico, e soprattutto i costi, che<br />

ciò comporta, quando oggi con un unico<br />

atto «cumulativo» a fine anno si espletano<br />

tutte le procedure. Tutti conosciamo l’importanza<br />

del lavoro stagionale per turismo<br />

e commercio, settori in cui la stagionalità<br />

è una prassi consolidata da sempre, e come<br />

il lavoro «a chiamata» sia un’opportunità<br />

lavorativa per un numero notevolissimo di<br />

giovani che a causa di questo provvedimento<br />

vedranno diminuire le possibilità di un<br />

lavoro, anche se per qualche mese all’anno,<br />

il che è sempre meglio di niente”.<br />

Sempre sul tema lavoro la puntualizzazione<br />

di Vedrini ha voluto toccare il dibattito che<br />

si è aperto in tutto il Paese sull’art. 18. “Un<br />

tema che sembra vitale per il futuro del Paese,<br />

mentre è risaputo che oltre il 70% delle<br />

imprese italiane non sanno neanche cosa sia,<br />

perché aziende con meno di 15 dipendenti<br />

aveva una diversa normativa di tutela dei<br />

lavoratori. Il problema vero è che l’articolo<br />

18 sarà abolito per tutti, ma contemporaneamente<br />

introdotta la<br />

regola che anche per le piccole o<br />

micro aziende, nel caso il giudice<br />

sentenzi che il licenziato ne ha diritto,<br />

c’è l’obbligo di versare dalle<br />

15 alle 27 mensilità lorde. Questo<br />

significa che per le piccole aziende<br />

si raggiungono cifre inarrivabili,<br />

tali da dover davvero pensare di<br />

chiudere l’attività o di non licenziare<br />

e tirare avanti nelle stesse<br />

precarie condizioni che avevano<br />

indotto al licenziamento”.<br />

Il discorso di Vedrini si è poi<br />

concentrato su alcuni aspetti che<br />

interessano in modo particolare<br />

<strong>Parma</strong> alla luce del tema conduttore<br />

dell’incontro. Innanzi tutto<br />

un dato che da solo forse chiarisce<br />

APRIILE / 12 8<br />

una situazione più di mille parole: nel 2011<br />

a <strong>Parma</strong> il saldo negativo (tra aperture e<br />

chiusure) delle attività commerciali è stato<br />

di 450 unità.<br />

“Un dato - aggiunge Vedrini - che evidenzia<br />

come il commercio non sia quel settore<br />

economico che brilli per grandi guadagni;<br />

poi che ci sia come in altri settori un certo<br />

grado di evasione è assolutamente vero,<br />

ma anche qui siamo di fronte alle famose<br />

medie di Trilussa, perché a <strong>Parma</strong> poco<br />

meno del 90% delle imprese commerciali<br />

sono congrue agli studi di settore, vale a dire<br />

sono all’interno dei parametri previsti per il<br />

nostro territorio, per cui prevedere bollini<br />

blu o bollini neri da applicare sulle vetrine<br />

dei negozi è in ogni casi discriminante. E<br />

ancora discriminante per le piccole realtà<br />

commerciali è la liberalizzazione esasperata<br />

che si è deciso di applicare. Il commercio<br />

è davvero l’unico settore veramente liberalizzato<br />

in Italia. Ci avevano detto che era<br />

necessario adeguarsi alle norme in vigore in<br />

Europa, ma la verità è che in nessun Paese<br />

europeo, se non in qualche area di grandi<br />

metropoli e solo in alcune aree, è consentita<br />

l’apertura 24 ore su 24, domeniche comprese,<br />

mentre tutto il territorio italiano è<br />

libero... isole comprese”.<br />

Un accenno poi Vedrini lo ha riservato alle<br />

modalità di ispezioni contemporanee che,<br />

seppur assolutamente legittime, potrebbero<br />

e dovrebbero essere compiute con minor<br />

impatto visivo e senza, in pratica, bloccare<br />

l’attività dell’esercizio. In conclusione<br />

Vedrini ha voluto sottolineare come “Con<br />

l’incontro di oggi vorremmo far capire, al<br />

di là di titoli o slogan, che anche coi nuovi<br />

provvedimenti le imprese commerciali saranno<br />

subissate di vecchie e nuove imposte<br />

e tasse che andranno ad aumentare il rischio<br />

di chiusura per tanti esercizi”.

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