news - Confesercenti Parma
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Chiudono le<br />
piccole e medie<br />
imprese?<br />
Chiude l’Italia<br />
Focus<br />
DALLA CONFESERCENTI<br />
considerazioni Anche a <strong>Parma</strong>, <strong>Confesercenti</strong> sfoglia<br />
il proprio “cahier de doleance”<br />
A<br />
nche a <strong>Parma</strong>, così come contemporaneamente<br />
in tutte le sedi provinciali<br />
e regionali di <strong>Confesercenti</strong>,<br />
giovedì 22 marzo è stata convocata una<br />
conferenza stampa in cui, attraverso una<br />
serie di dati, frutto di rilevazioni, indagini,<br />
statistiche e studi, perlopiù condotti<br />
da <strong>Confesercenti</strong> Nazionale, si è voluto<br />
comunicare lo stato del commercio e del<br />
turismo alla luce dei trend economici degli<br />
ultimi anni, oltre che una proiezione per<br />
l’immediato futuro, ipotizzata attraverso i<br />
più recenti provvedimenti del Governo. Un<br />
“cahier de doleance” aperto dal presidente<br />
provinciale di <strong>Confesercenti</strong> corrado Testa,<br />
dopo le considerazioni sugli effetti più<br />
che negativi della crisi sul reddito e quindi<br />
sulla capacità di spesa delle famiglie italiane,<br />
su due dati che devono far pensare: negli<br />
ultimi quattro anni il saldo tra imprese<br />
iscritte e cessate nei settori commercio e<br />
turismo ha fatto registrare oltre 150mila<br />
imprese in meno, saldo negativo rimarcato<br />
anche per i posti di lavoro perduti che è di<br />
circa 450mila.<br />
“Un dato, quello del calo dei consumi –<br />
sottolineato Testa –, registrato anche su<br />
quelli primari come il pane, la pasta, il latte,<br />
la verdura e la frutta che deve far pensare,<br />
assimilato ad un vero e proprio crollo delle<br />
vendite di quei beni considerati superflui,<br />
che orami le nostre imprese non possono<br />
più permettersi. Perché anche chi aveva<br />
un negozio strutturato in modo decente<br />
APRIILE / 12 8<br />
dove vi lavorava la propria famiglia, non<br />
dimentichiamo che noi siamo dei bottegai,<br />
col quale era possibile vivere ed avere<br />
un piccolo risparmio oggi si trova a dover<br />
spendere anche quel che aveva messo da<br />
parte per continuare ad andare avanti con<br />
la propria azienda”.<br />
E le prospettive non sono di certo rosee in<br />
quanto le famiglie italiane si trovano ancora<br />
una volta esposte alle turbolenze in atto,<br />
visto che le misure introdotte dalle varie<br />
manovre presentate nel corso dell’anno<br />
hanno di fatto interessato in buona parte,<br />
direttamente o indirettamente, anche i<br />
consumatori senza contare quelle che ancora<br />
devono entrare in vigore (addizionali,<br />
IMU, aumento dell’IVA, incremento delle<br />
accise) che andranno a toccare il commerciante<br />
sia come persona fisica che come<br />
azienda: si può stimare che per un piccolo<br />
esercizio commerciale l’aggravio contributivo<br />
oscillerà, a regime, fra i 1200 e i 2000<br />
euro l’anno.<br />
Tra aumento della tassazione e dei costi,<br />
la <strong>Confesercenti</strong> ha stimato un aumento<br />
complessivo dell’inflazione di altri 2,5<br />
punti. Situazione che andrà ulteriormente<br />
a farsi sentire sul reddito delle famiglie, per<br />
ciascuna delle quali è stato calcolato un ulteriore<br />
aggravio medio/annuo di 680 euro,