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Preso atto di queste situazioni, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico ha
provocato da parte dell’Ufficio Legislativo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali la proposta
di un disegno di legge, che permetta di contrastare più efficacemente il fenomeno.
Un disegno di legge di pochi articoli – sei – che risale al 1995. Malgrado vari pareri
favorevoli da parte della Commissione Cultura, non si riesce ad ottenerne l’esame del
Parlamento.
Fra le fattispecie pianificate, a parte determinanti oneri per gli Istituti di Credito ed i
monti di pegno, si chiede la possibilità di mutuare alle inchieste contro il traffico dei beni culturali
la stessa normativa contro il traffico di stupefacenti ed una eventuale sanatoria per la
detenzione dei reperti archeologici provenienti da scavi clandestini, ma di proprietà dello Stato.
Si richiama ancora l’attenzione sul fatto che molti antiquari, malgrado quanto prescritto – ma
non ancora sanzionato – dall’art. 2 della Legge 1062 del 1971, raramente consegnano all'acquirente
una riproduzione fotografica del bene, con attestazione di autenticità. E tanto perché,
pur consigliandolo costantemente, non sempre le denunce di furti sono corredate dalle fotografie
degli oggetti asportati.
In merito il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico ha realizzato una scheda
“Documento dell’opera d’arte”, che vuole costituire una guida perché ciascuno realizzi in proprio
l’auspicato archivio fotografico. Ogni cittadino, ogni prete, può ritirare – anonimamente e
gratuitamente – il documento presso qualsiasi stazione carabinieri.
Un’opera fotografata, se rubata, per l’80% dei casi viene recuperata. Il volontariato in
merito ci può essere di aiuto propagandandone l’iniziativa.
Concludo, ringraziandovi per l’attenzione ed invitandovi ancora una volta a sentirvi
coinvolti in questa “guerra”, che possiamo vincere tutti insieme, oppure perdere tutti insieme.
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