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Angeli - Hod benessere

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Kazno Aoki,“Record Jacket” da “Illustrator in Japan 1980”, Kodansha Ed.<br />

Da sempre ragione e sentimento<br />

sono una dicotomia i cui elementi<br />

entrano fortemente in conflitto, ed è<br />

nel proprio cuore che gli angeli<br />

vanno ricercati. Mi piace immaginarli<br />

come il tocco di Dio, la sua costante<br />

presenza alla luce della Provvidenza.<br />

4 ngelo<br />

è un amico che<br />

riesce a farti sorridere in<br />

una giornata di nebbia, è<br />

la carezza di una madre al suo bambino -<br />

l’unica medicina in grado di curare le paure della notte -, è quella musica<br />

che riascoltata nella vecchiaia ti riportai tuoi vent’anni. Gli angeli sono<br />

ovunque ed in ogni momento. Che importa se hanno sesso o meno? Gli angeli<br />

vivono nelle circostanze, nei pensieri, nei momenti, persino fra le righe di un libro<br />

che riesce a trasmetterci un’emozione o a illuminarci nel trovare una soluzione. Non siamo<br />

mai soli. Non lo siamo mai stati. E di questo ne sono convinto. Qualcuno li ha visti. Qualcuno<br />

dice di parlarci. Tutto è possibile. Natura non facit saltum, amava ripetere Darwin, e tra l’uomo<br />

ed il suo Creatore è più che plausibile che ci sia qualcosa o qualcuno che su di lui veglia,<br />

amorevole, ironico, qualche volta severo, ma sempre presente. Questo è quello che conta.<br />

L’Angelo di Luchino Visconti<br />

Angelo, dal suo angolo, vede il cielo trasmutar di colore<br />

e la stanchezza fisica lo fa soffrire dolcemente di quel trapasso<br />

che gli duole in cuore con l'intensità di sensazione del malato (…)<br />

8 ra<br />

da L. Visconti, “Angelo”, Editori Riuniti, 1993.<br />

lì, quasi dimenticato. Giaceva addormentato tra le carte dell'Archivio Visconti,<br />

presso la Fondazione Gramsci: un inedito, oltre cento cartelle dattiloscritte, i<br />

primi quattro capitoli di un romanzo incompleto. Lo hanno definito carducciano,<br />

dannunziano… non sappiamo come lo avrebbe definito il Maestro, perché mai pubblicò<br />

quelle pagine scritte nei suoi trent’anni. Avrebbe voluto parlare di se stesso, ma mai lo fece<br />

direttamente, per quell’educazione lombarda che sempre lo contraddistinse. I Mudrùn avevano<br />

un nome da difendere, a costo di sacrificare un membro della loro stessa famiglia. E l’Angelo<br />

di Visconti non ha mai preso il volo, si è fermato a sessanta pagine scarse, un grido strozzato<br />

che avrebbe potuto trasformarsi in canto. La critica come scrittore lo stroncò. Feroce. Visconti<br />

fece della sua vita Arte ma non si chiede mai ad un artista chi è. Sono le sue opere a parlare,<br />

a raccontare in una trama a prima vista lineare risvolti personali che nemmeno il più attento dei<br />

biografi saprebbe descrivere. Gli angeli non parlano, e se lo fanno si servono a volte di personaggi<br />

creati ad uopo a plasmare un discorso ampio e difficile da cogliere alla fine dell’ultima<br />

scena: il capitolo finale di un’esistenza, dove la parola fine è solo l’inizio del nuovo viaggio, quello<br />

che nessuno potrà mai raccontare.<br />

: li<br />

L’Angelo del Giudizio<br />

Sator • Arepo • Tenet • Opera • Rotas<br />

hanno affibbiato un numero, il venti, quasi fosse il giocatore di un team sportivo.<br />

Ed in fondo lo è. La sua squadra è composta da ventidue elementi, gli Arcani<br />

Maggiori del Tarocco e, nella tradizione, occupa un ruolo di fondamentale importanza,<br />

quello del risveglio. Possiamo quasi immaginarlo, le gote gonfie nell’atto di soffiare la<br />

tromba del giudizio. Sotto di lui, dalla terra, si risvegliano i morti in un trionfare di braccia alzate. 11<br />

HOD 55555

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