Il Tempo della Rinascita - Hod benessere
Il Tempo della Rinascita - Hod benessere
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<strong>Hod</strong> Benessere n° 41 - Gennaio 2007 - Anno X - Periodico - Diffusione gratuita<br />
<strong>Il</strong> <strong>Tempo</strong> <strong>Tempo</strong><br />
<strong>della</strong><br />
<strong>Rinascita</strong><br />
IL FRANCHISING DEL BENESSERE<br />
IL BENESSERE PARTE.....DAI PIEDI
IL BENESSERE PARTE . . . . . . . . . . . . . . DAI PIEDI<br />
PLANTARI DINAMICI<br />
SU MISURA<br />
Sistemi di valutazione<br />
per una buona prevenzione posturale<br />
Le problematiche del mal di schiena e <strong>della</strong> postura in genere influenzano<br />
la vita quotidiana di moltissime persone: almeno un italiano su due ne<br />
soffre. I problemi di masticazione, vestibolari, <strong>della</strong> colonna vertebrale,<br />
dell’anca e del ginocchio influiscono in modo determinante e negativo sul<br />
nostro atteggiamento posturale sia in posizione statica che durante il<br />
movimento. Questi scompensi causano fastidi e disagi spesso dolorosi,<br />
che possono sfociare in vere e proprie<br />
patologie. Tutto ciò comporta<br />
una cattiva qualità <strong>della</strong> vita,<br />
degenze ospedaliere, assenze sul<br />
posto di lavoro, ed ingenti spese<br />
nell’acquisto di farmaci antinfiammatori<br />
ed antidolorifici. Ecco<br />
perché è fondamentale intervenire<br />
in maniera preventiva.<br />
Quali sono i vantaggi nell’utilizzare dei plantari?<br />
Dei plantari idonei sono indispensabili per<br />
riportare in armonia la postura e per ridistribuire<br />
in maniera uniforme il peso corporeo.<br />
<strong>Il</strong> plantare Dr. FOOT è unico nel suo<br />
genere in quanto entra in qualsiasi tipo di<br />
calzatura, anche in quelle con il tacco alto,<br />
per cui permette un facile utilizzo da parte<br />
del paziente e rende possibile un’efficace<br />
azione di prevenzione delle problematiche<br />
posturali. Inoltre, cosa fondamentale, è l’unico<br />
plantare che migliora in maniera decisiva<br />
l’assetto posturale attraverso stimolazioni<br />
attive delle catene muscolari.<br />
I plantari Dr. FOOT sono realizzati con<br />
materiali di altissima qualità, anallergici,<br />
antibatterici e lavabili.<br />
Quali sono le peculiarità delle analisi posturali<br />
effettuate presso un centro Dr. FOOT?<br />
Le analisi effettuate nei centri Dr. FOOT<br />
sono computerizzate ed assicurano un vero<br />
e proprio controllo posturale globale. Grazie<br />
all’aiuto di un particolare software collegato<br />
a dei sensori posizionati su un’apposita<br />
pedana, si studia l’appoggio del piede da<br />
fermi e durante il movimento. Tale analisi<br />
computerizzata permette di visualizzare il<br />
baricentro corporeo, la proiezione del bacino,<br />
il punto di massimo carico pressorio dei<br />
piedi, i tempi di contatto al suolo durante la<br />
deambulazione e di individuare tutte le<br />
patologie connesse. Un’ulteriore sofisticato<br />
software individua gli squilibri posturali sull’intera<br />
immagine del paziente.<br />
Per ogni informazione<br />
sui servizi che offre Dr. FOOT<br />
www.doctorfoot.it
Tisana <strong>della</strong> rinascita & Difese indebolite<br />
<strong>della</strong> Dottoressa Cagnola 6<br />
Viaggio al termine <strong>della</strong> vita<br />
intervista a Cesare Romanò<br />
a cura di Giusi Valent 8<br />
I colori del lutto<br />
di Giusi Valent 11<br />
Una piccola riflessione<br />
grazie a un piccolo grande Frate 12<br />
Homo viator:<br />
per una rinascita dell’Arte del ben morire<br />
di Paolo Giovanni Vintani 13<br />
Quando la morte significa cambiamento<br />
intervista ad Andrea De Zanetti<br />
a cura di Marina Robbiani 14<br />
<strong>Il</strong> Piacere dell’Intimo<br />
di Flavio Lissoni 16<br />
San Valentino a tavola<br />
di Sergio Barzetti 18<br />
<strong>Il</strong> tempo <strong>della</strong> rinascita<br />
a cura di Noi 2 21<br />
Depressione e metabolismo:<br />
una nuova chiave di lettura<br />
di Attilio Speciani 22<br />
In copertina e a pagg. 14, 23:<br />
foto di Clive Nichols<br />
(da “Florilège”,<br />
Èditions Hors Collection)<br />
<strong>Il</strong> tempo <strong>della</strong><br />
rinascita<br />
I migliori ingredienti anti-aging<br />
di Des Fernandes 24<br />
<strong>Il</strong> fascino di una pelle rinata<br />
di Sara Termini 26<br />
Belli si diventa<br />
di Davide Catena 28<br />
Per una carnagione luminosa e rigenerata,<br />
una pulizia profonda 28<br />
Fiere e Mercati Bio di Ecoè 36<br />
Alzheimer: non ha età<br />
a cura dell’Istituto di Medicina Biologica 42<br />
41<br />
Direttore Responsabile: Marina Robbiani<br />
Consulente Scientifico: Dott.ssa Cagnola<br />
Consulente Editoriale: Raffaella Ferrari<br />
Grafica: Marco Nava<br />
Pubblicità: info@hod.it<br />
anna_monza@fastwebnet.it<br />
Edizioni Alice<br />
Via Col di Lana, 4 - 20136 Milano<br />
Tel 02.83.61.347<br />
info@hod.it - www.hod.it<br />
Stampa: Sinergie & Soluzioni Grafiche<br />
Via Brianza, 3/5 - Z.I. Sesto Ulteriano<br />
S.Giuliano Milanese<br />
Reg.Trib. Milano n° 305 del 22.4.1998<br />
A questo numero hanno collaborato:<br />
Sergio Barzetti, Clementina Cagnola,<br />
Davide Catena, <strong>Il</strong>aria Comolo, Cristina<br />
Corvaglia, Sergio Dal Barco, Andrea De<br />
Zanetti, Des Fernandes, Istituto di Medicina<br />
Biologica, Flavio Lissoni, Noi Due,Cesare<br />
Romanò, Attilio Speciani, Sara Termini,<br />
Giusi Valent, Paolo Vintani.<br />
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a casa?<br />
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Abbonarsi costa 25 euro<br />
per 5 numeri da versare<br />
su un semplice<br />
Vaglia nazionale<br />
intestato a:<br />
Marina Robbiani<br />
Via Col di Lana, 4<br />
20136 Milano<br />
www.hod.it<br />
info@hod.it<br />
HOD 33222<br />
2
6<br />
Dott.ssa Cagnola<br />
A SCUOLA DALL’ERBORISTA<br />
TISANA DEL MESE<br />
CONSIGLIATA<br />
DALLA DOTTORESSA CAGNOLA<br />
LA TISANA DELLA RINASCITA<br />
Ottima da bere anche come “disintossicante” del dopo Feste<br />
Crisantemo americano sommità g 30<br />
Combretto foglie g 30<br />
Centaurea minore (sommità) g 20<br />
Menta piperita g 10<br />
Melissa d'oro g 10<br />
Si consiglia un infuso dopo i pasti principali<br />
(mezzogiorno e sera) per almeno una decina di giorni.<br />
Ma è talmente buona che si fa bere anche dopo!<br />
La Melissa d’oro (“Monarda”) <strong>della</strong> famiglia delle Labiate, è una pianta di grande interesse.<br />
Per la sua azione simile ma molto più marcata <strong>della</strong> melissa che si usa normalmente,<br />
potremmo considerarla una “supermelissa” dalle proprietà rilassanti e blandamente<br />
calmanti, digestive. Dal sapore gradevolissimo e dalle foglie rosse, è molto usata<br />
in Svizzera dove viene coltivata a Toggenbourg, nella zona dell’Oberland bernese.<br />
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;<br />
DIFESE INDEBOLITE<br />
<strong>Il</strong> nostro sistema immunitario, che ha il compito di difenderci dalle aggressioni esterne, risente<br />
di tantissimi fattori: dalla presenza di malattie alla mancanza di sonno, dalle variazioni del clima<br />
al nostro stato dell'umore, dagli squilibri alimentari allo stress, dagli strapazzi di qualunque natura<br />
al progredire dell'età. Di fatto, le sue oscillazioni di efficienza sono spesso imprevedibili. Ecco<br />
allora qualche aiuto naturale per mantenerlo in forma.<br />
Infuso<br />
Berne una tazza al mattino<br />
e una al pasto di mezzogiorno<br />
Echinacea radice g 30<br />
Eleuterococco radice g 30<br />
Fieno greco semi g 20<br />
Santoreggia sommità g 20<br />
Bagno stimolante del mattino<br />
È sufficiente immergersi per venti minuti<br />
Pino gemme g 150<br />
Eucalipto foglie g 100<br />
Rosmarino foglie g 50<br />
Santoreggia sommità g 50<br />
La temperatura dell’acqua <strong>della</strong> vasca<br />
non deve superare i 37°
Eleuterococco radice g 30<br />
China calisaia corteccia g 5<br />
Arancio dolce scorze g 5<br />
Cardamomo semi 2/3 semi<br />
Vino medicinale • A bicchierini prima dei pasti<br />
A questo punto mettete le vostre piante in un vaso a bocca larga,<br />
prendete un litro di vino Passito e aggiungetelo nel vaso,<br />
chiudete e lasciate in infusione per una decina di giorni<br />
in un posto lontano dalla luce.<br />
Quindi filtrate.<br />
Att.! Le piante devono essere sempre tagliate.<br />
Incisione di Louis Icart, anni ‘40 circa.<br />
I disegni di questa pagina sono di Cristina Corvaglia<br />
<strong>Il</strong> disegno in pag. 6 è di <strong>Il</strong>aria Comolo.<br />
Per saperne di più:<br />
www.dottoressacagnola.it<br />
ALIMENTAZIONE<br />
SI<br />
È indispensabile mangiare in modo sufficiente<br />
e equilibrato tutti i giorni. Pesce almeno<br />
tre volte alla settimana, abbondanza di<br />
verdura (cruda e cotta) e frutta (comprese<br />
noci, nocciole e mandorle), cereali (almeno<br />
in parte integrali) associati ai legumi, per<br />
condire soprattutto olio extravergine di oliva,<br />
mais e girasole (questi ultimi solo a crudo).<br />
NO<br />
Evitate il sovrappeso, che può aumentare la<br />
secrezione di ormoni che disorientano le<br />
nostre difese, ma anche le diete dimagranti<br />
squilibrate o l'alimentazione monotona. In<br />
particolare, evitate le carenze di proteine,<br />
che diminuiscono l'efficienza e la produzione<br />
di anticorpi. Attenzione, in particolare, ai<br />
regimi vegetariani che aboliscono tutti i cibi<br />
animali: se è il vostro caso, fatevi consigliare<br />
da un esperto.<br />
HODD 444111<br />
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8<br />
HOOOD 41<br />
“BISOGNA PENSARE IN MODO AFFETTUOSO ALLA PROPRIA MORTE”<br />
Viaggio<br />
al termine<br />
<strong>della</strong> vita<br />
di Giusi Valent<br />
“Uno solo è l’esercizio<br />
a ben vivere e ben morire.”<br />
(Epicuro)<br />
Secondo Epicuro il problema non è il fatto di morire, ma la<br />
paura <strong>della</strong> morte.<br />
Nei secoli l’uomo ha trovato diversi modi per affrontare<br />
questo momento di passaggio. Ne parliamo con Cesare<br />
Romanò, studioso <strong>della</strong> vita nelle comunità religiose.<br />
Che cos’è la morte?<br />
<strong>Il</strong> grande spartiacque su che cos’è la morte è tra chi crede sia una fine e chi<br />
la vede come un passaggio. Nel primo caso le massime aspirazioni per una<br />
morte “laica” sono quelle di arrivarci avendo chiuso i conti con la propria vita<br />
e senza grandi sofferenze, in maniera serena. Invece per chi crede in un<br />
aldilà si aprono due possibilità: c’è chi, come professato nelle religioni<br />
monoteistiche, ritiene che esista una sola altra vita cui avvicinarsi per avere<br />
un giudizio finale positivo ed essere destinato alla parte “buona”; e chi,<br />
come nelle religioni orientali, questo paradiso lo considera raggiungibile in più stadi attraverso<br />
una purificazione progressiva dello spirito. Anche qui ci sono delle differenze: per esempio<br />
rispetto agli altri buddhisti, i tibetani dedicano una particolare attenzione alla preparazione dello<br />
spirito al momento <strong>della</strong> morte. Morire è comunque sentito come un momento di ripartenza.<br />
Penso che chiunque arrivi alla morte, e creda in “una vita oltre la vita”, abbia come ambizione<br />
uno stato di perfe- Foto di Margherita Lazzati<br />
zione, di serenità o di<br />
purezza, che per cristiani,<br />
ebrei e musulmani è<br />
identificabile con il<br />
paradiso, ovvero l’unione<br />
totale con Dio, mentre<br />
per i buddhisti si<br />
tratta di un ritorno dello<br />
spirito nello spirito, cioè<br />
la liberazione dalla catena<br />
delle rinascite. Non<br />
vedo in questo grandi<br />
differenze sostanziali,<br />
se non dal punto di<br />
vista teologico.
Che cosa caratterizza gli ordini religiosi occidentali<br />
nel loro approccio alla vita, e quindi alla morte?<br />
Bisogna innanzi tutto fare una distinzione tra monaci e frati. I monaci (benedettini, certosini, cistercensi<br />
ecc.) hanno come scopo la vita contemplativa, quindi pregare, studiare e lavorare, ma in funzione<br />
dell’economia chiusa <strong>della</strong> loro comunità. I frati invece, (domenicani, francescani, servi di Maria<br />
ecc.) vivono nelle città, confessano, celebrano matrimoni e funerali. La loro nascita coincide con il pas-<br />
saggio dall’età feudale<br />
all’epoca comunale.<br />
Per i primi la morte è<br />
un’esperienza vissuta<br />
nell’ambito chiuso, protetto<br />
<strong>della</strong> comunità,<br />
mentre i secondi si trovano<br />
a contatto con tutti gli<br />
aspetti <strong>della</strong> vita sociale.<br />
Durante l’Inquisizione<br />
si apre una grande<br />
contraddizione, perché<br />
i frati accompagnano i<br />
Disegno di <strong>Il</strong>aria Comolo<br />
condannati a morte, ossia verso un giudizio che loro stessi hanno ipotecato. <strong>Il</strong> mondo religioso<br />
quindi sancisce una morte ufficiale, mentre secondo i precetti la decide soltanto Dio. D’altro<br />
canto è interessante notare come nel Cantico delle creature san Francesco parli di Sorella Morte<br />
“corporale” come di una delle componenti ineluttabili <strong>della</strong> natura, con la stessa serenità con cui<br />
si rivolge al fuoco, alla luce, all’acqua. Si tratta di una morte gioiosa.<br />
In genere tutti i grandi mistici vedono nella morte un aspetto quasi sponsale, un’unione mistica<br />
che in alcuni santi è addirittura preannunciata fisicamente dai segni <strong>della</strong> passione. In quest’ottica<br />
il dolore diventa un modo per condividere il cammino di Gesù. Penso all’esperienza di monache<br />
che hanno chiamato su di sé la sofferenza fisica come santa Teresa d’Ávila, Teresa di Lisieux,<br />
o Bernadette, il cui corpo oggi conservato in una cripta pare più bello da morto che da vivo.<br />
Con la Controriforma si ha una sorta di esasperazione dell’aspetto sensuale <strong>della</strong> vita e<br />
<strong>della</strong> morte, contrapposto a quello più intimo, razionale, di parte luterana. La sofferenza<br />
viene esibita, diventa eroica.<br />
Un nuovo capitolo si apre, dall’Ottocento in poi, con gli ordini missionari legati alle colonie, come<br />
i comboniani, i saveriani o i missionari del Pime. Per loro la morte è un’esperienza quotidiana, che<br />
va al di là delle capacità umane di gestirla. Immagino che per andare avanti si debba interiorizzarla,<br />
e allora diventa una lotta per far sopravvivere gli altri. Penso, per esempio, a gente come Madre<br />
Teresa di Calcutta che mette le mani fisicamente nella morte e non la teme affatto. Bacia i lebbrosi,<br />
e così facendo toglie alla morte il suo potere.<br />
Quali indicazione generale si può dare a chi oggi<br />
volesse fare un’esperienza di ritiro spirituale?<br />
A mio parere sarebbe meglio cominciare con un lungo week-end. Tagliare i fili e staccarsi per qualche<br />
ora o qualche giorno da tutto quello che facciamo e che ci sembra indispensabile, e non lo<br />
è (è una specie di morte), ed è bene abituarsi lentamente, non in modo traumatico. <strong>Il</strong> mio consiglio<br />
è che gli uomini vadano in comunità maschili e le donne in comunità femminili, perché possono<br />
trovare maggiori affinità di movimento e di comunicazione.<br />
HODD 444111<br />
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HOOOD 41<br />
Come ci si deve orientare nella scelta per trovare il<br />
tipo di comunità più adatta alle proprie esigenze?<br />
Per capire l’atteggiamento delle comunità nei confronti degli esterni si può controllare se hanno<br />
un sito Internet, e vedere quanto spazio viene riservato alla voce accoglienza e ospitalità. Altrimenti<br />
bisogna basarsi su un passaparola. Una delle comunità più aperte oggi è quella di Bose, in provincia<br />
di Biella, interreligiosa e intersessista, diretta da Enzo Bianchi.<br />
In generale, chi vuole fare un’esperienza di silenzio e raccoglimento può scegliere uno degli ordini<br />
contemplativi. La regola è che non si parla quando si mangia e nemmeno nei chiostri, ma poi<br />
ci sono delle sfumature, a seconda dell’abate che presiede la comunità.<br />
A Camaldoli, per esempio, che è da anni la punta di diamante dell’accoglienza religiosa, i benedettini<br />
camaldolesi hanno una foresteria tipo albergo così grande che ormai ne hanno affidato<br />
ad altri la gestione. Viceversa si incontrano realtà molto piccole come l’Abbazia di Piona, sul lago<br />
di Como, solo maschile, dove ci sono pochi posti, si mangia con loro ecc.<br />
Tra le comunità femminili c’è l’Abbazia di Viboldone, tenuta da monache benedettine, o il<br />
Monastero di San Giulio, in un incantevole angolo del lago d’Orta. Sempre femminile è il<br />
Monastero benedettino in via Bellotti, a Milano.<br />
Per quanto riguarda i conventi, quelli francescani sono più adatti per i ragazzi giovani, con un’atmosfera<br />
tipo scout. A Milano per esempio c’è il Convento dei frati minori di Sant’Angelo, in<br />
Via Moscova, ma per fare quel tipo di esperienza forse è meglio andare in un centro grande,<br />
tipo Narni o Assisi, o al Santuario <strong>della</strong> Verna, che è il top dell’ospitalità francescana in Italia.<br />
Un cenno riguardo alla clausura. Non nasconde chissà quali segreti, ma serve per pro-<br />
teggere uno spazio intimo, privato (in<br />
genere le celle dei monaci). <strong>Il</strong> principio<br />
di base è: io posso uscire ma tu non<br />
puoi entrare, a meno di non essere<br />
autorizzato.<br />
Cesare Romanò, giornalista, ha scritto<br />
Guida ai conventi in Italia, Mondadori 1992,<br />
La via verso la perfezione, Mondadori 1993.<br />
Grazia Toderi,<br />
Rosso Babele, 2006,<br />
proiezione video, loop, DVD,<br />
dimensioni variabili,<br />
colore, suono stereo<br />
(Courtesy Galleria Giò Marconi,<br />
Milano)<br />
La mostra dedicata<br />
a Grazia Toderi<br />
è al PAC<br />
Padiglione d’Arte Contemporanea,<br />
Via Palestro 14 - Milano<br />
fino all’11 febbraio 2007<br />
Nel XII secolo, quando i benedettini si dividono in<br />
cluniacensi neri e cistercensi bianchi, Pietro il<br />
Venerabile, abate di Cluny, scriveva in una lettera<br />
diretta a Bernardo di Chiaravalle che mentre il bianco<br />
simboleggia “gaudium et solemnitas”, il nero è più<br />
adatto a un ordine monastico in quanto “colorem<br />
humiliati et abiectionis”, cioè rinuncia al proprio decoro<br />
per amore e imitazione di Cristo.
di Giusi Valent<br />
I Colori del Lutto<br />
A seconda dei costumi e delle credenze,<br />
il lutto nel mondo veste per tradizione colori diversi<br />
a indicare una differente visione <strong>della</strong> morte<br />
Nella storia del genere umano il significato del colore non è assoluto, ma varia<br />
secondo fattori culturali, temporali e geografici. Come è noto il nero, che in<br />
Occidente indica il lutto, per i cinesi è invece segno di ricchezza e abbondanza,<br />
e del resto in tanti paesi, come Corea, Cina e Giappone, il lutto è rappresentato<br />
dal bianco.<br />
Le prime testimonianze in merito all’uso del nero per il lutto in Occidente<br />
giungono dall’antica Grecia, dove di questo colore è tutto ciò che si riferisce<br />
al mondo dei morti, visto in maniera speculare rispetto a quello dei vivi, e<br />
quindi essenzialmente privo di luce. Già Omero mette in relazione il nero<br />
con la morte, e la legge dettava esplicitamente: “Chi è in lutto deve astenersi<br />
dai banchetti, dagli ornamenti, dalla porpora e dalla veste bianca”. Così i magistrati indossavano<br />
la praetexta nera, le donne rinunciavano agli ornamenti, e ai funerali intervenivano le<br />
prefiche, figuranti pagate perché si disperassero, piangessero e si strappassero i capelli. All’inizio<br />
del XIII secolo papa Innocenzo III formalizzò l’uso del nero e del viola per i servizi funebri secondo<br />
il rito cattolico.<br />
Un altro colore di uso diffuso, soprattutto in passato, è il rosso. Nell'antico Egitto si rivestivano di<br />
rosso i sarcofaghi e rossi erano gli abiti del lutto; in epoca preistorica, gli uomini dipingevano crani<br />
e ossa con terre rosse. L'uso del rosso sarebbe un tentativo di comunicare al defunto un'energia<br />
vitalizzante, una sorta di sostituto del sangue. In questo senso, tale colore veniva utilizzato<br />
anche nella Roma antica. In India il rosso è il colore <strong>della</strong> morte e con esso sono dipinte le divinità<br />
funerarie. Nel particolare rituale <strong>della</strong> cerimonia funebre, la vedova regge una noce di cocco<br />
contenente colore rosso e con essa gira intorno al rogo.<br />
Nei paesi germanici il bianco fu per secoli il colore del lutto per le principesse e talvolta per le donne<br />
nubili. Associato al pallore <strong>della</strong> morte, è anche il colore <strong>della</strong> purezza e dell’immortalità. In Camerun<br />
del sud le vedove si dipingono le gambe di<br />
bianco, mentre nel nord il cadavere viene<br />
avvolto, tranne le mani e i piedi, con strisce<br />
di colore bianco. In Togo le persone in lutto<br />
si disegnano sulla fronte, da una tempia all'altra,<br />
una striscia bianca.<br />
Nella Francia <strong>della</strong> metà dell'Ottocento, il<br />
colore del lutto insieme al nero e al rosso<br />
(limitato ad alcune zone) era il grigio; in<br />
Bretagna si adoperò il blu. <strong>Il</strong> giallo iallo fu il<br />
colore assunto da Anna Bolena alla morte<br />
di Caterina d'Aragona, nel 1536, mentre<br />
per il funerale di Gustavo Adolfo, nel 1643,<br />
le navi furono ornate di rosso.<br />
E nelle regioni italiane?<br />
Ancora nel secolo scorso a Modica, in provincia di<br />
Ragusa, c’era la tradizione di tingere di nero tutte le<br />
porte e i mobili, addobbando dello stesso colore la<br />
camera mortuaria. Nonostante le ingiunzioni del<br />
Viceré, questa usanza durò per tutto l’Ottocento. Nel<br />
lutto stretto le donne rivestivano di seta o filo nero persino<br />
il pettinino e gli orecchini.<br />
In Sardegna, oltre a dipingere i mobili venivano applicate<br />
tende di colore scuro alle finestre e si stendeva una<br />
coperta scura sul letto, a volte tinto anche quello di nero.<br />
In Romagna e nelle Marche si ricordano il tabarro<br />
pesante per gli uomini e il doppio velo per le donne.<br />
Entrambi neri.<br />
HODD 444111<br />
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12<br />
HOOOD 41<br />
RICEVIAMO E. . . . . . . . . VOLENTIERI PUBBLICHIAMO<br />
Una piccola riflessione<br />
grazie a<br />
un piccolo grande Frate<br />
N<br />
on andare a Messa la domenica, per me era un dato scontato. Per molti anni<br />
<strong>della</strong> mia vita non ho creduto in niente che non fosse “un ideale” (cosa che<br />
peraltro non rinnego assolutamente). Poi un bel giorno, davvero all’improvviso,<br />
a seguito di un dolore dell’anima fino allora a me del tutto<br />
sconosciuto, mi si è presentato davanti Cristo. E io, invece di<br />
ringraziarlo, gliene ho dette di tutti i colori. <strong>Il</strong> succo era:<br />
Non potevi farti vivo un po’ prima? Magari mi risparmiavi<br />
un po’ di casino, e me ne sono andata. Invece Lui no. Non<br />
contento, mi ha ripreso per il bavero in una terra lontana<br />
dove mi è sempre stato più facile ascoltare, forse perché tra<br />
le Ande del Perù è più forte il silenzio <strong>della</strong> vita, e mi ha<br />
detto “Ehi guarda che ce la puoi fare, anche se è tutto molto<br />
diverso da come credevi tu.” Io ho bofonchiato qualcosa ma<br />
gli ho creduto. Ho cominciato a parlarGli però a Messa la<br />
domenica, per favore no (Gli ho detto), non è la mia storia.<br />
E poi a me la chiesa non piace. Che posso farci?<br />
Ma la vita è strana e così, per tutta una serie di circostanze<br />
noiosissime, una domenica mattina vado a Messa. Ma solo per ascoltare un frate che,<br />
mi assicurano, potrebbe aiutarmi in certe mie ricerche… Incuriosita, ci sono andata, ho<br />
ascoltato la predica e, credo per la prima volta nella mia vita, sono rimasta di mia volontà<br />
fino alla fine. <strong>Il</strong> fatto è che quest’uomo, questo piccolo grande frate, al di là delle cose<br />
incredibili che dice, parla in totale apertura verso gli altri, entrando a raffica nel cuore<br />
di chi lo ascolta. Innanzitutto parla a tutti noi, “all’uomo” e non unicamente al cristiano<br />
o al cattolico, e ci racconta ogni volta <strong>della</strong> necessità di incantarsi (non solo davanti<br />
al miracolo). Ma ci pensate che bello, avere sempre la voglia di incantarsi?<br />
Mi ha colpito la sua “sfida di pace” che fuori da ogni retorica inchioda il cristiano di<br />
fronte alle sue responsabilità. Troppo spesso, dice il frate, noi difendiamo la nostra<br />
civiltà senza pensare agli altri. E cosa ne facciamo di tutti quelli che non la pensano<br />
come noi? Semplice (noi abbiamo fatto tutto semplice), gli altri sono nemici, gente da<br />
cui bisogna sempre difendersi e talvolta disprezzare. Infatti chi ci pensa a loro quando<br />
in nome <strong>della</strong> nostra civiltà distruggiamo le loro case, le loro famiglie, le loro città?<br />
Procedendo per categorie di buoni e cattivi, quando pensiamo alla Fuga in Egitto ci<br />
indigniamo, proviamo compassione, mentre davanti all’ennesima barca di profughi<br />
ci assale una vampata di… menefreghismo (il nostro frate è gentile). Noi sì e gli altri<br />
no. D’altra parte non lasciamo morire ogni giorno i “cattivi” senza rimpianto? E<br />
quando tocca a noi morire (visto che prima o poi tocca anche ai “buoni” morire),<br />
riusciamo ad accettare il fatto di essere da soli davanti alla morte, o ancora una volta<br />
non capiamo quello che ci sta succedendo?<br />
Disegno di <strong>Il</strong>aria Comolo
Dal Vostro viaggiatore <strong>della</strong> salute<br />
Dr. Paolo Giovanni Vintani<br />
Homo viator:<br />
per una rinascita<br />
dell’.... Arte del ben morire<br />
<strong>Il</strong> tema dell’eutanasia rende assolutamente<br />
necessaria una premessa per chi non mi conoscesse<br />
o per chi non si ricordasse di me:<br />
sono un Farmacista che cerca di osservare la vita<br />
al di là del bancone, cercando di coglierne piccoli<br />
spunti di pensiero. Per citare Erik Satie, il vissuto<br />
dietro il bancone è come la sua arte: “Musica<br />
che si confonde con il rumore dei coltelli e delle<br />
forchette, musica che non si ascolta…. Si sente”.<br />
Non posso e non voglio offrire neanche un’ipotesi<br />
di opinione su un tema che riveste<br />
una così grande importanza, che in<br />
questo momento è di grande attualità e<br />
che diventa spinoso anche per chi<br />
ha più credenziali del sottoscritto<br />
per parlarne. Io la morte, con la<br />
mia professione, la vedo con gli<br />
occhi di chi sta vicino a colui che<br />
percorre il viale del tramonto.<br />
Vedo figli, mogli, mariti e a volte<br />
mamme e papà che con gli occhi<br />
gonfi vengono a rubarmi gocce di<br />
speranza. Vedo speranze crescere per<br />
poi sciogliersi al sole come un pupazzo di neve,<br />
vedo certezze di percorsi intrapresi che si frantumano<br />
contro il muro dell’ineluttabilità, vedo<br />
dubbi e ripensamenti, vedo desideri che tutto finisca<br />
in fretta sussurrati per non apparire cinici, vedo<br />
sacchi di medicinali e medicazioni intonse che<br />
mi vengono offerte “per qualcun altro che ne ha bisogno”<br />
come se le armi usate, se usate ancora, potessero<br />
prolungare il distacco anche del ricordo.<br />
Vedo insomma gente che lotta. In un mondo<br />
che sembra aver perso definitivamente dignità<br />
esistenziale, si può pensare di ridare<br />
dignità all’esistenza terrena proprio con la morte.<br />
Vita e morte: due termini che non esauriscono la<br />
loro carica semantica nel discorso scientifico,<br />
ma che meritano un approfondimento nella misura<br />
in cui riescono ad essere recepiti come<br />
espressione di un’unica ‘armonia’ facente parte<br />
di un DISEGNO… Come affermato anche da C.G.<br />
Jung, noi siamo pronti a riconoscere un senso alla<br />
vita (almeno egoisticamente alla nostra), e perché<br />
non dovrebbe avere un senso anche la fine dell’esistenza?<br />
“La vita dell’uomo è densa di significato,<br />
e perché non dovrebbe esserlo la morte?”<br />
La buona morte, un passaggio doveroso verso<br />
la Vita eterna, evento supremo che chiudeva una<br />
vita operosa con un ultimo esempio di serenità e<br />
grandezza d’animo a beneficio di tutta la famiglia,<br />
che si riuniva per assistere il morente<br />
e da Lui apprendeva.<br />
La buona morte, socraticamente,<br />
comincia da lontano, già<br />
dagli albori <strong>della</strong> vita. Nelle<br />
culture contadine i bambini<br />
crescono nella consapevolezza<br />
che morte, nascita, matrimonio<br />
sono aspetti “normali”<br />
<strong>della</strong> vita. Homo viator quindi.<br />
Solo chi è abituato ad essere, sentirsi<br />
sempre in viaggio non ha paura<br />
dell’estrema partenza.<br />
La morte compagna di strada dell’Homo viator<br />
celebrata da San Francesco: “Laudato si mi<br />
Signore per sora nostra morte corporale da la<br />
quale nullo homo vivente po scappare”. Vi chiedo<br />
allora di vedere e percepire con me la lotta di chi,<br />
come descritto all’inizio, “accompagna”. Perché<br />
la razionalità non sovrasti lo spirito pur rispettando<br />
qualsiasi valutazione.<br />
La rinascita scaturisce dalla dignità <strong>della</strong> morte,<br />
e plaudo a chi, in un mondo di pura apparenza,<br />
combatte con le piaghe e le ulcere sulla schiena<br />
e sulle natiche che insultano la sua carne.<br />
E concludo con una poesia di Tagore:<br />
Giovane viaggiatore, dimentica le stanchezze<br />
del viaggio, procedi con coraggio! Non spegnere<br />
nell’anima la luce del tuo cammino.<br />
HOD 444111<br />
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14<br />
HOOOD 41<br />
AFFRONTARE LA MORTE TUTTI I GIORNI. . . AIUTA LA RINASCITA<br />
Quando la morte<br />
significa cambiamento<br />
Intervista al Dr. Andrea De Zanetti a cura di Marina Robbiani<br />
Imparare ad accettare la morte nella vita quotidiana cominciando a<br />
leggere i segni e a rispondere in modo positivo e non aggressivo al male<br />
che ci viene “offerto”, ci può aiutare ad affrontare l’inevitabile viaggio<br />
finale, quello che per ognuno di noi è il passaggio dalla vita alla morte.<br />
Impariamo a guardare<br />
i “segni” che la vita ci offre.<br />
Cosa le viene in mente alla parola morte?<br />
Un atteggiamento mentale, non necessariamente legato agli atti di nascita<br />
e morte. Possiamo morire in mille altri modi, ad esempio quando dobbiamo<br />
affrontare situazioni che ci portano a lasciare vecchie abitudini, affetti,<br />
modi di essere… in un certo senso attraversiamo allora un percorso di<br />
morte interiore. Ma è proprio in questo momento che bisognerebbe guardare<br />
alla morte come ad un momento di cambiamento, dove la parola<br />
morte può significare la fine di un atteggiamento passivo e di rinuncia, e l’inizio<br />
di una nuova fase di rinascita.<br />
È ottimista…<br />
Credo che da un periodo di morte interiore si possa, volendo, uscirne trasformati, diversi. In<br />
fondo non c’è molta differenza con quello che accade nel passaggio dalla notte all’alba, nell’alternarsi<br />
delle stagioni che si susseguono in natura come nella vita. Fa tutto parte di un percorso<br />
che ci permette di affrontare e accettare la morte nel miglior modo possibile, compatibilmente<br />
al dolore <strong>della</strong> perdita di qualcuno che amiamo. Quando mi è capitato di affrontare<br />
la scomparsa di una persona cara ho cercato di darmi pace, di rassegnarmi dicendo che<br />
ogni cosa è scritta. Ed è così, dal momento in cui si nasce esiste un percorso prestabilito. Non<br />
è fatalismo, basta guardare le coincidenze, i “segni” attorno a noi che ci fanno scoprire cose<br />
a cui non avevamo dato importanza, piccoli misteri che non sempre hanno una risposta.<br />
Questi segnali, che nascono soprattutto in situazioni di sofferenza, ci aiutano ad acuire la sensibilità<br />
e l’intuizione verso quel mistero, la morte, che da sempre tormenta l’uomo ma anche<br />
lo stimola a cercare.<br />
Non è facile avere delle risposte concrete dai segni che ci arrivano...<br />
Infatti la parte più difficile arriva dopo, quando vorremmo dare un senso a questi segni; resta il<br />
fatto che morte e rinascita le possiamo anche vivere quotidianamente. Aldilà di una visione più<br />
o meno religiosa, sono dell’idea che fare del male al prossimo (sia psicologicamente che materialmente)<br />
significhi compiere un gesto di morte. Ma se quando si riceve questo danno, invece<br />
di reagire con la stessa aggressività lo si allontana semplicemente da sé, si ottiene un grande<br />
beneficio. Anzi, si ha l’opportunità di vivere un momento di crescita, talvolta di rinascita.
Non crede che per trasformare un<br />
atto negativo in uno positivo occorre<br />
essere disposti a soffrire?<br />
Sono d’accordo che non sia facile e che non<br />
sempre lo si possa fare. Occorre senza dubbio<br />
essere preparati a cogliere un momento del<br />
genere, sicuramente doloroso. Ma se penso<br />
alla mia esperienza, posso dire di avere avuto<br />
tantissimo in fatto di crescita e cambiamento<br />
soprattutto dalle persone che mi hanno fatto<br />
più male. Ecco perché<br />
credo che soffermarsi a<br />
riflettere sul concetto di<br />
morte non solo aiuti a<br />
capire, ma ci riporti alla<br />
realtà, a tornare con i<br />
piedi per terra. Se ci disponiamo<br />
a ricevere con<br />
spirito di tolleranza il<br />
messaggio di morte di<br />
chi vuole farci del male,<br />
facciamo un grosso passo<br />
in avanti nel nostro<br />
processo di maturazione.<br />
Se una persona mi fa del<br />
male e io come risposta<br />
non mi blocco, non “muoio”,<br />
ma procedo nel mio<br />
fare, alla fine trasformo un<br />
momento buio <strong>della</strong> vita<br />
in uno luminoso. Più forte<br />
è il male che mi fanno più<br />
io riesco a non reagire in modo violento e disordinato,<br />
più vantaggi ottengo, anche pratici.<br />
Un po’ come nelle arti marziali, per<br />
difendersi da un’aggressione si usa<br />
la forza dell’altro.<br />
Esatto, anche se questo atteggiamento non<br />
appartiene solo alla filosofia orientale ma<br />
anche alla nostra religione cristiana. Di fronte<br />
al male voglio rinascere in un altro modo. Da<br />
un atto negativo, bloccante, di morte, creo un<br />
movimento di crescita. D’altro canto tutte le<br />
religioni vedono la morte come un momento<br />
di passaggio, di rinascita verso qualcosa di<br />
migliore, che è già presente all’interno <strong>della</strong><br />
vita quotidiana. Certo, un conto è dirlo e un<br />
altro è saperlo affrontare, ma di fronte a<br />
dolori anche importanti bisognerebbe essere<br />
consapevoli che questi momenti servono a<br />
farci maturare. È un modo per prepararci alla<br />
morte, ma al contempo ci dà l’opportunità di<br />
stare meglio, sia dal punto di vista spirituale e<br />
morale, che psicologico e pratico.<br />
Sembrerebbe una sorta di strategia…<br />
Per me chi fa del male rappresenta la morte<br />
intesa proprio come elemento<br />
negativo. Ma se impariamo<br />
a entrare in questo<br />
atteggiamento cogliendone<br />
gli aspetti positivi, quelli<br />
che danno adito al cambiamento,<br />
insieme al nostro<br />
carattere si trasforma<br />
anche il concetto di morte.<br />
Perlomeno inizia a far meno<br />
paura. La morte non è<br />
più raffigurata da colui che<br />
muore, ma da colui che dà<br />
la morte.<br />
E quando ti accorgi<br />
che sei tu che dai “la<br />
morte” agli altri?<br />
È una questione di coscienza.<br />
Nella vita di tutti i giorni<br />
ci si incontra e ci si scontra<br />
regolarmente, ma quando<br />
siamo consapevoli di fare del male a qualcuno,<br />
di creargli dei danni morali o materiali, allora le<br />
cose cambiano. <strong>Il</strong> male che si fa si paga sempre,<br />
e alla fine non porta mai a dei grandi risultati<br />
anche quando apparentemente si ha vinto.<br />
Dunque anche la morte ha un costo,<br />
per ognuno diverso<br />
Credo proprio di sì, e penso anche che alla<br />
fine tra i due contendenti stia meglio colui<br />
che usa la morte dell’altro per rinascere.<br />
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Parlare di sicurezza, vuol dire<br />
parlare di prevenzione, di sensibilità<br />
verso noi stessi. La<br />
sicurezza è un mondo ove la mente<br />
umana si perde, ove nulla è importante<br />
quanto la persona.<br />
La sicurezza è nel lavoro quotidiano<br />
<strong>della</strong> casalinga, dell’infermiera, del<br />
personale di ufficio, dell’operatore<br />
edile ecc, ma anche del paziente<br />
del medico, dell’alunno dall’asilo<br />
nido all’università, dell’anziano che<br />
gioca a carte o danza, <strong>della</strong> persona<br />
con handicap… un mondo infinito…<br />
già, ma pochi se ne rendono<br />
conto, e ancor meno chi è responsabile<br />
dei rischi e molte volte non<br />
sa come risolvere i problemi che si<br />
presentano.
Secur-k, la chiave<br />
<strong>della</strong> sicurezza, è<br />
nata per colmare<br />
questa lacuna, entrando<br />
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HOOOD 41<br />
A SCUOLA DI CUCINA CON . . . . . . . . . SERGIO BARZETTI<br />
S. Valentino<br />
a tavola<br />
l’occasione per regalarci un momento<br />
di romantico amore insieme<br />
Sergio Barzetti<br />
vi propone un romantico menù a lume di candela<br />
Delicata insalatina di scampi e alchechengi.<br />
Cuori di pasta rossa e nera con polpa di astice.<br />
Cuori di orata su carciofi croccanti al timo.<br />
Dolcezza al cioccolato con cuore morbido alla pera e arancia.<br />
Iniziamo a preparare una tavola dettata dal sentimento, con:<br />
Una passionale composizione di rose rosse e gialle al centro di una fascia<br />
“vis a vis” in cocco, una spruzzata di acqua di rose per profumare l’ambiente,<br />
gocce di vetro rosse sparse tutte intorno a richiamare la rugiada, qui e là<br />
piccoli porta candele quadrati con cera in gelatina rossa. Sulla tovaglia bianca<br />
disponete qualche foglia verde delle rose, e per finire un nastro di raso<br />
rosso rubino avvolgerà delicatamente posate e tovagliolo.<br />
Insalata di scampi e alchechengi<br />
Può una semplice patata<br />
trasformarsi in rosa?<br />
E una zucchina in un tulipano?<br />
E ancora, una mela<br />
in un simpatico cigno?<br />
Non solo è possibile<br />
ma anche divertente<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
24 code di scampo<br />
diverse insalate invernali<br />
2 arance<br />
22 alchechengi<br />
1 finocchio<br />
1 costa di sedano<br />
foglie fresche di sedano<br />
mezza melagrana<br />
1 cucchiaio da tavola di Martini dry<br />
olio extra vergine sale e pepe bianco<br />
Procedimento<br />
Pulite e lavate gli scampi; lavate il finocchio, tagliatelo finemente e conservatelo in acqua e<br />
ghiaccio; sgranate la melagrana; lavate e tagliate a listarelle la costa del sedano; lavate le insalate;<br />
pelate le arance a vivo; rigirate a caramella le foglie di rivestimento degli alchechengi,<br />
lasciandole attaccate. Frullate 6 alchechengi privati delle foglie con il succo di un’arancia, il<br />
Martini dry, 6 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva, sale e pepe bianco<br />
(questo tipo di condimento che si chiama “dressing” si ottiene<br />
emulsionando rapidamente con frusta o forchetta un liquido e un<br />
grasso, quali il succo di limone e l’olio).<br />
Sistemate nei piatti le insalatine, gli alchechengi, gli spicchi d'arancia,<br />
il sedano, il finocchio arricciato, i chicchi di melagrana. Fate rosolare<br />
in poco olio gli scampi per circa 50 minuti. Serviteli sul letto di verdura<br />
e frutta, condite con il “dressing”.
Procedimento<br />
Pulite le orate e adagiate il filetto di orata sul tagliere in senso verticale e con la parte <strong>della</strong> testa<br />
verso di voi.<br />
Incidete profondamente per il lungo partendo da una distanza di circa 1cm dalla coda, ottenendo<br />
così due frange uguali fra loro ed unite dal lembo <strong>della</strong> coda.<br />
Create un cuore arrotolando le due frange verso l’interno del filetto e fissatelo con l’aiuto di uno<br />
spiedo di bambú.<br />
Cuori di pasta rossa e nera con polpa d'astice<br />
Per la pasta nera:<br />
150 g di farina tipo “00”<br />
50 g di farina di grano duro<br />
1 uovo intero<br />
1 tuorlo<br />
1 cucchiaino di<br />
nero di seppia confezionato<br />
Cuore di orata su carciofi croccanti al timo<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
2 orate da circa 450 g l’una<br />
8 gamberi di grossa pezzatura<br />
4 carciofi<br />
santoreggia<br />
Ingredienti<br />
Per la pasta rossa:<br />
150 g di farina tipo “00”<br />
50 g di farina di grano duro<br />
1 uovo intero<br />
1 cucchiaio da tavola<br />
di concentrato di pomodoro<br />
1 pizzico polvere peperoncino<br />
1 bicchiere di vino bianco<br />
1 limone<br />
1 scalogno<br />
2 cucchiai d’olio d’oliva<br />
sale e pepe<br />
Per la salsa:<br />
2 astici qualità blu<br />
1 porro<br />
40 g di brandy<br />
150 g di pomodori pomini<br />
qualche foglia di prezzemolo<br />
1 foglia d'alloro<br />
sale e pepe<br />
olio extra vergine d'oliva<br />
Procedimento<br />
Confezionate le due paste, tiratele sottilmente e con l'aiuto<br />
di un “coppapasta” (strumento per ritagliare varie forme di<br />
pasta), fate dei cuori <strong>della</strong> larghezza di circa 5 cm, infarinateli<br />
con farina di grano duro e teneteli da parte.<br />
Lessate al vapore gli astici per 15 minuti ca., spolpateli e<br />
tagliuzzate la polpa. In una pa<strong>della</strong> scaldate due cucchiai d'olio<br />
con una foglia d'alloro, appassitevi i porri tagliati a rondelle,<br />
unite la polpa d'astice, sfumate con il brandy, fate evaporare<br />
e spegnete.<br />
Quindi unite i pomodorini tagliati a metà, salate, pepate e<br />
profumate con qualche foglia di prezzemolo.<br />
Lessate i cuori di pasta in abbondante acqua salata con un filo d'olio, scolateli e uniteli al sugo,<br />
insaporite e aggiungete un po’ d’acqua <strong>della</strong> pasta per diluire la salsa.<br />
Servite con un filo d'olio crudo.<br />
L<br />
a<br />
v<br />
o<br />
r<br />
a<br />
z<br />
i<br />
o<br />
n<br />
e<br />
a<br />
C uore<br />
Pesci consigliati<br />
orata, pagello, sarago,<br />
ricciola, pagro<br />
e tutti i pesci<br />
dalla forma<br />
tendenzialmene<br />
arrotondata<br />
HODD 444111<br />
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HOOOD 41<br />
Pulite i carciofi e tagliateli a fette sottili; pulite<br />
i gamberi ed eviscerateli. In una pa<strong>della</strong>, scaldate<br />
2 cucchiai d’olio, imbionditevi lo scalogno,<br />
unite i carciofi, spruzzateli con il limone,<br />
sfumate con il vino e lasciate evaporare il vino<br />
a fuoco moderato.<br />
Insaporite con sale, pepe e foglie di santoreggia,<br />
unite i gamberi e cuocete per circa 2 minuti.<br />
Infornate il pesce per 12 minuti ca. a una temperatura<br />
di 190°C e impiattatelo, adagiando i<br />
cuori su dei letti di carciofo. Decorate con le code<br />
di gambero e ultimate con un filo d’olio a crudo.<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
120 g di cioccolato fondente<br />
120 g di burro<br />
60 g di farina<br />
70 g di zucchero semolato<br />
1 pizzico di bicarbonato<br />
3 uova intere<br />
Tortino al cioccolato con cuore alla pera<br />
Sergio Barzetti (nato a Milano il 19 aprile del 1975)<br />
1 cucchiaio<br />
di cacao in polvere<br />
2 pere ruggine<br />
1 arancia<br />
1 cucchiaio di zucchero<br />
Appassionato e attratto dall’arte culinaria ho fatto<br />
una buona gavetta nelle cucine di ristoranti e alberghi<br />
in Italia e all’estero. Durante questi anni mi sono<br />
specializzato nelle sculture vegetali e in tutto quello<br />
che concerne la coreografia di un piatto.<br />
Pur essendo milanese, la mia cucina ha diverse sfumature<br />
caratteristiche delle preparazioni mediterranee<br />
del sud Italia, adoro le verdure e prediligo il pesce.<br />
Nel 1999 ho scritto il mio primo libro Fantasia in<br />
Tavola (Fabbri Editori, oggi alla 6° edizione), tutt’ora<br />
nelle librerie e tradotto in Germania, America,<br />
Per la salsa:<br />
200 g di panna fresca<br />
2 tuorli d'uovo<br />
60 g di zucchero<br />
1 pezzetto di rizoma<br />
di zenzero<br />
Procedimento<br />
Pelate le pere e tagliatele a cubetti. In una pa<strong>della</strong> scaldate lo zucchero con il succo d'arancia,<br />
unite le pere e portate a cottura, frullate e versate la purea in una teglia da muffins foderata con<br />
pellicola, oppure utilizzate la cubettiera per il ghiaccio. Riponete nel freezer.<br />
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato con il burro.<br />
Nel frattempo amalgamate le uova, la farina e il resto degli ingredienti.Unite il tutto al cioccolato<br />
e mescolate fino a che il composto non risulti omogeneo. Riempite con il composto i “pirottini”<br />
di alluminio (piccoli contenitori monoporzione, di solito usa e getta), imburrati e infarinati<br />
con farina miscelata a cacao.<br />
Preparate la salsa portando a bollore la panna con il pezzettino di zenzero, unitela ai tuorli montati<br />
con lo zucchero, cuocete a bagnomaria fino a raggiungere una temperatura di 80°C.<br />
Appoggiate i cubetti di purea di pera ghiacciata su ciascun pirottino, fateli affondare nell’impasto<br />
con una leggera pressione del dito, infornate a 200°C per 7 minuti. Sformate e servite con<br />
la salsa allo zenzero.<br />
Francia, Olanda, Russia e Spagna. Grazie a questo<br />
successo editoriale ho partecipato a diverse trasmissioni<br />
televisive e molte presentazioni fieristiche del<br />
food come il Sigep, Italia in tavola, fiera di Basilea,<br />
Gula design di S. Paolo del Brasile e tante altre. Nel<br />
2002 ho scritto Fantasie di Pesce e nel 2005 La<br />
tavola delle feste (entrambi Fabbri Editori).<br />
Attualmente svolgo mansioni di docente presso<br />
diverse scuole, tra cui la scuola <strong>della</strong> Cucina Italiana,<br />
la scuola di Casa Buitoni e la Gastro-ticino di Lugano,<br />
la scuola di cucina Accademia gastronomica a S.<br />
Paolo del Brasile. Sono chef presso la redazione <strong>della</strong><br />
rivista “La Cucina Italiana” e consulente Nestlè.
L’ALIMENTAZIONE SANA. . . . . . . . . E NON SOLO<br />
IL TEMPO EMPO<br />
DELLA RINASCITA INASCIT<br />
a cura di Noi Due<br />
La parola vegetale deriva dal latino che significa “in grado di vivere”, di crescere in modo vigoroso,<br />
vitale, pieno di vita, di energia. La qualità <strong>della</strong> vita è innata, la qualità divina porta alla liberazione<br />
e quella demoniaca alla schiavitù. Con l’assenza <strong>della</strong> paura, la purezza del cuore, il sacrificio, la<br />
solidità, il controllo dei sensi, il perdono, la pace, l’assenza di ira e la compassione verso gli altri<br />
noi possiamo rinascere. Ogni mattina è un’occasione per riprovare a migliorare la nostra qualità di vita.<br />
L’uomo cupido non può essere un uomo libero e quindi un uomo felice, essendo schiavo delle cose<br />
che lo dominano. <strong>Il</strong> processo di risveglio dalle illusioni è la condizione <strong>della</strong> libertà e <strong>della</strong> liberazione<br />
dalla sofferenza necessariamente prodotta dall’avidità. La disillusione è la condizione per condurre una<br />
vita che si avvicina il più possibile al pieno sviluppo dell’uomo, al modello dell’umana natura. Ogni risveglio<br />
è un’occasione per il tempo <strong>della</strong> rinascita, di qualsiasi genere essa sia.<br />
Ingredienti<br />
2 cipolle<br />
alcune foglie di menta fresca<br />
il succo di un limone<br />
un cucchiaino di peperoncino rosso in polvere<br />
un cucchiaino di semi di cumino e di sale<br />
Preparazione<br />
Tritate la cipolla e versate il trito in un mortaio,<br />
aggiungete le foglie di menta e lavorate fino ad<br />
ottenere un composto ben amalgamato, unitevi<br />
il peperoncino, i semi di cumino, il sale e il succo<br />
di limone. Mescolate con molta cura versate il<br />
tutto in un ciotola. Mettete il succo di limone sufficiente<br />
a ottenere una pastella.<br />
TRATTORIA LATTERIA<br />
NOI DUE<br />
Viale Col di Lana, 1<br />
Tel. 02/58.10.15.93<br />
CUCINA VEGETARIANA<br />
NATURALE E BIOLOGICA<br />
Non si servono alcolici<br />
Due Ricette per voi<br />
Salsa di cipolla Ceci allo zafferano<br />
Ingredienti<br />
200 g di ceci secchi<br />
200 g di pomodori pelati<br />
1 cipolla - 2 cucchiai di olio<br />
1 pizzico di timo e 1 pizzico di menta fresca tritata<br />
un pizzico di peperoncino rosso in polvere<br />
un bicchiere scarso di brodo vegetale<br />
un cucchiaino di zafferano in polvere<br />
sale e pepe q.b.<br />
Preparazione<br />
Preparate in ammollo i ceci e, trascorso il tempo<br />
necessario, metteteli in una pentola e copriteli<br />
con acqua rinnovata portando ad ebollizione.<br />
Abbassate la fiamma, mettete il coperchio e, a<br />
cottura ultimata, scolateli e conservate l’acqua di<br />
cottura. Imbiondite la cipolla affettata finemente,<br />
unite i ceci lessati, i pomodori pelati e tritati, il<br />
timo, la menta e il peperoncino. Aggiungete il<br />
brodo vegetale, aggiustate di sale, pepate e mettete<br />
un bicchiere di acqua di cottura dei ceci.<br />
Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e<br />
cuocete per circa mezz’ora. Sciogliete infine lo<br />
zafferano in un po’ di acqua di cottura dei ceci<br />
e aggiungetela al resto, mantenendo ancora per<br />
5 minuti sul fuoco. Servite la portata ben calda.<br />
HOODD 4441<br />
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22<br />
HOOOD 411<br />
CELLFOOD ®<br />
. . . . . LA RICERCA SCIENTIFICA<br />
DEPRESSIONE<br />
E METABOLISMO:<br />
una nuova chiave di lettura<br />
Dr. Attilio Speciani<br />
La definizione di depressione – in realtà – fa riferimento a una entità clinica<br />
rappresentata da una somma di diversi sintomi e segni clinici, ma<br />
nulla dice rispetto alle cause, che possono essere molteplici. La attuale<br />
modalità medica dominante (per ogni sintomo un farmaco) tende a valorizzare<br />
semplicemente la carenza di neuromediatori, che la farmacologia più<br />
recente cerca di riempire in modo più o meno efficace e più o meno discutibile.<br />
Ma le ricerche degli ultimi anni hanno consentito di identificare delle<br />
nuove chiavi di lettura e descritto eventi nuovi che integrati tra loro consentono<br />
di leggere la depressione come una sindrome clinica complessa in cui<br />
sono coinvolti metabolismo, infiammazione, sistema nervoso ed endocrino,<br />
alimentazione, stato ossidativo e sistema immunitario.<br />
La detersione quotidiana del viso Questa chiave di lettura consente di intervenire terapeuticamente per sti-<br />
è il presupposto<br />
molare un recupero globale dell’organismo verso un nuovo <strong>benessere</strong>,<br />
di una carnagione luminosa,<br />
rigenerata in profondità. ma soprattutto di agire in modo preventivo nelle situazioni intermedie,<br />
quelle che evidenziano<br />
sicuramente uno stato di<br />
bisogno, e in cui l’aiuto del terapeuta<br />
può rappresentare una vera avanguardia<br />
scientifica <strong>della</strong> prevenzione.<br />
Si sono di recente evidenziati<br />
i seguenti aspetti:<br />
depressione e infiammazione sono<br />
correlate e interferenti; l’infiammazione<br />
determina rigidità cellulare,<br />
stress ossidativo e questa accentua<br />
l’insulinoresistenza facilitando l’obesità;<br />
allergia e resistenza insulinica<br />
sono profondamente correlate; esiste<br />
una interazione globale tra insulinismo,<br />
metabolismo, stati psichici,<br />
reazione infiammatoria e allergia;<br />
iperinsulinismo, resistenza insulinica<br />
e resistenza serotoninica sono fenomeni<br />
intimamente correlati.
Bassa dose e interazione metabolica:<br />
importanza <strong>della</strong> SAMe<br />
Numerosi lavori evidenziano l’importanza di<br />
utilizzare dosi diffratte per potere accedere<br />
ad una azione di riequilibrio dei sistemi organici.<br />
In particolare si citano i lavori di Accinni<br />
sullo stress ossidativo che ha evidenziato il<br />
fatto che la migliore azione di controllo dello<br />
stress ossidativo sia ottenibile con dosi molto<br />
ridotte a quelle definite dagli standard farmaceutici<br />
classici (ad esempio per l’acido folico),<br />
onde evitare rischi di squlibrio dei diversi<br />
sistemi tampone ed effetti opposti a quelli<br />
cercati. In questo senso altri lavori hanno evidenziato<br />
che piccole dosi di minerali e vitaminiche<br />
erano in grado di aumentare l’effetto<br />
di abbassamento <strong>della</strong> omocisteina indotto<br />
da una dieta ricca di folati, documentando<br />
appunto la vitale importanza di micro dosi<br />
bilanciate di supplementazione. In quest’ottica<br />
la possibilità di integrazione con SAMe<br />
(prodotto da Cellfood ® ) è legata alla sua<br />
documentata azione ed efficacia anche a<br />
dosaggi elevati e alla possibilità di uso parenterale<br />
(sublinguale) con azione immediata<br />
L’importanza del contributo <strong>della</strong> SAMe alla<br />
azione antidepresiva è evidente considerando<br />
la capacità di ottenere effetti nelle situazioni<br />
depressive in cui falliscono gli antidepressivi<br />
maggiori.<br />
Supporto nutrizionale<br />
al trattamento <strong>della</strong> depressione:<br />
attivazione del metabolismo<br />
Attraverso l’integrazione di tecniche di movimento<br />
e delle norme alimentari definite dalla<br />
dietaGIFT, oltre che attivare il metabolismo, si<br />
può intervenire efficacemente sulla resistenza<br />
serotoninica, riducendola e aiutando l’organismo<br />
a riprovare in modo naturale lo stimolo<br />
<strong>della</strong> serotonina personale. La efficacia di<br />
questa azione sta nella calma insulinica inducibile<br />
da alcuni principi nutrizionali, tra cui la<br />
distribuzione dei pasti nella giornata, il corretto<br />
abbinamento di carboidrati e proteine, la<br />
masticazione prolungata, il controllo dei cibi<br />
che determinano picchi insulinici o stimoli<br />
importanti neurologici (classicamente alcol,<br />
zuccheri, cibi grassi e zuccherati, non integrati<br />
in un piano nutrizionale adeguato). La integrazione<br />
tra corretto stimolo metabolico, attivazione<br />
nutrizionale, movimento ed integrazione<br />
antiossidativa è spesso in grado di aiutare<br />
il malato di depressione a migliorare<br />
comunque la propria qualità di vita, spesso a<br />
contenere la necessità farmacologica, ma<br />
soprattutto a trovare in se stesso le capacità<br />
operative per guarire e ritrovare autostima,<br />
autonomia ed efficacia delle proprie azioni.<br />
ATTILIO SPECIANI<br />
Medico Chirurgo, allergo-immunologo<br />
Componente del CTS Regione Lombardia<br />
per le medicine complementari<br />
Direttore scientifico www.eurosalus.com<br />
20145 Milano, via Ariosto 28<br />
Tel +39 02 48008454<br />
Fax +39 02 48195685<br />
E-mail: dottorattiliospeciani@enter.it<br />
HODD 444111<br />
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24<br />
HOOOD 41<br />
Dott. Des Fernandes<br />
I MIGLIORI IGLIORI INGREDIENTI<br />
I M<br />
ANTI- ANTI AGING<br />
Gli scienziati ci promettono di essere entrati in una nuova epoca in cui si può<br />
parlare di medicina anti-aging, dove alcuni di noi potrebbero vivere facilmente<br />
anche oltre i cent’anni permettendosi uno stile di vita da persone nel pieno dell’attività.<br />
Insomma, chi ha voglia di apparire vecchio per 50, per 70 anni?<br />
Ancora oggi la maggior parte delle persone crede sia impossibile eliminare<br />
i danni del tempo attraverso l’applicazione di una crema o di un gel, un<br />
gesto quotidiano dedicato alla cura <strong>della</strong> nostra pelle. Sappiamo tutti che le<br />
aziende fanno grandi promesse… che non si avverano. D’altra parte esistono<br />
realmente alcuni prodotti in grado di portare dei cambiamenti alla pelle<br />
e perfino di cancellare le rughe, ma questo è tutt’altro che facile e richiede<br />
molta attenzione. Per trattare la pelle in modo da apparire più giovani e sani,<br />
occorre affrontare sia l’invecchiamento causato dalla luce, sia l’invecchiamento<br />
interno. La maggior parte delle persone sa che il foto-invecchiamento<br />
è causato dall’esposizione al sole, ma pensa che questo avvenga solo<br />
dopo una lunga esposizione ai raggi UV. Non si rende conto che è un danno<br />
La cura <strong>della</strong> pelle<br />
che fa la differenza. crescente che peggiora ad ogni esposizione alla luce del sole, camminando<br />
Una pelle meravigliosa per fare shopping esattamente come stando sdraiati al mare. Non ci si<br />
per tutta la vita. accorge delle pesanti conseguenze che tutto ciò comporta né si sa come<br />
contrastare il problema. Inoltre non bisogna dimenticare che nel momento<br />
in cui si comincia a trattare il foto-invecchiamento, bisogna affrontare anche l’invecchiamento<br />
interno che pur essendo diverso, a livello diagnostico può dare segnali simili.<br />
La cura <strong>della</strong> pelle che fa la differenza<br />
L’azienda di prodotti cosmetici Environ Skincare, fondata nel 1990 dal rinomato chirurgo di Cape<br />
Town Dr. Des Fernandes, è nata per contrastare sia i danni ambientali (la distruzione dello strato<br />
di ozono) che quelli dovuti all’invecchiamento interno, che la crescente incidenza di cancro<br />
alla pelle. Fu personalmente il Dr. Des Fernandes a mettersi alla ricerca degli ingredienti più efficaci<br />
per proteggere e mantenere una pelle giovane e<br />
sana, come la vitamina A (introdotta per la prima volta<br />
al mondo in grandi quantità nelle creme cosmetiche),<br />
le vitamine antiossidanti C ed E, il beta-carotene.<br />
Environ, che comprende 7 linee di prodotti, è un’azienda<br />
di prodotti cosmeceutici formulati con ingredienti<br />
scientificamente testati e attivi in dosi abbastanza<br />
elevate da assicurarne l’efficacia.<br />
Confezionati in speciali tubetti d’alluminio che non<br />
lasciano passare l’aria e proteggono le vitamine dalla<br />
luce, i prodotti Environ sono totalmente privi di coloranti<br />
artificiali, conservanti e derivati animali.
Una pelle meravigliosa tutta la vita<br />
LINEA DI PRODOTTI EVENESCENCE<br />
contribuisce a migliorare la struttura <strong>della</strong> pelle<br />
uniformandone le imperfezioni.<br />
Clarifying Lotion<br />
È una lozione non grassa e priva di conservanti che si assorbe<br />
facilmente. Restituisce alla pelle il suo colorito naturale<br />
e schiarisce le macchie cutanee.<br />
Contiene ingredienti solubili in acqua<br />
che controllano la produzione di melanina<br />
mantenendo il naturale manto<br />
acido <strong>della</strong> pelle.<br />
Clarifying Patch<br />
Studiato in modo specifico per il trattamento<br />
delle macchie scure cutanee, è<br />
particolarmente efficace nell’uniforma-<br />
re la grana <strong>della</strong> pelle, restituendole il<br />
suo naturale colorito. È un prodotto unico ed estremamente efficace in quanto contiene<br />
un’elevata quantità di ingredienti attivi. I risultati dimostrano una riduzione<br />
permanente delle imperfezioni e macchie cutanee.<br />
LINEA INTENSIVE<br />
comprende prodotti per il trattamento intensivo <strong>della</strong> pelle.<br />
Colostrum Gel<br />
Per nulla oleoso, contiene colostro bovino e una profumazione<br />
naturale (olio di lavanda) con un effetto calmante per la<br />
pelle. Sostiene la produzione di collagene, elastina e di fattori<br />
di crescita che riducono la presenza di rughe, rendendo la<br />
pelle liscia e tonica. È indicato per pelli mature e danneggiate<br />
dal sole.<br />
I prodotti ENVIRON ®<br />
sono distribuiti nelle migliori farmacie.<br />
Per informazioni: NUAGE s.r.l.<br />
tel. 02 48029138<br />
fax 02 48517122<br />
info@nuageitaly.com<br />
www.environ.co.za.
26<br />
HOOOD 41<br />
STIMOLIAMO LA PRODUZIONE DEL COENZIMA Q10, “L’ENZIMA DELLA BELLEZZA”<br />
IL FASCINO DI<br />
UNA PELLE ELLE<br />
Dott.ssa Sara Termini<br />
La pelle non invecchia ma si ossida<br />
<strong>Il</strong> nostro aspetto dipende<br />
fortemente da ciò che mangiamo<br />
Semplici regole alimentari<br />
possono essere un vero toccasana<br />
per la bellezza<br />
RINATA INA<br />
La pelle non invecchia ma si ossida per molteplici fattori<br />
genetici e ambientali. I fattori ambientali sono principalmente<br />
l’esposizione al sole (raggi UV), il fumo di sigaretta,<br />
l’inquinamento dell'aria, l’ozono e lo stress. Questi fattori<br />
inducono la produzione di radicali liberi, molecole molto reattive<br />
che attaccano le cellule e danneggiano il collagene e l'elastina,<br />
che attraverso il processo dell'ossidazione sono fra i maggiori<br />
responsabili dell'invecchiamento <strong>della</strong> pelle.<br />
Gli antiossidanti sono molecole che contribuiscono a neutralizzare<br />
i radicali liberi e a proteggere la pelle, bloccando le<br />
reazioni che danneggiano le cellule cutanee.<br />
I principali antiossidanti oggi in commercio sono: l’acido<br />
ascorbico (vitamina C), il tocoferolo (vitamina E), l’acido alfalipoico,<br />
e l’ubichinone comunemente chiamato<br />
coenzima Q10.<br />
Cellule più giovani con il Coenzima Q10<br />
Simile per struttura alla vitamina E, il coenzima Q10, o "ubidecarenone",<br />
è indispensabile per la respirazione e rigenerazione cellulare, partecipando<br />
attivamente al ciclo di Krebs di produzione dell’energia. <strong>Il</strong> Coenzima Q10<br />
è una sostanza liposolubile che si trova nei mitocondri delle cellule tessutali<br />
dei mammiferi. Svolge un ruolo centrale nel funzionamento del muscolo cardiaco,<br />
ed è anche un potente antiossidante. Si tratta di una sostanza sintetizzata<br />
dall'organismo, ma la cui produzione diminuisce con l'età. <strong>Il</strong> suo fabbisogno<br />
aumenta invece in presenza di patologie croniche, stress fisico<br />
(per esempio interventi chirurgici) e attività fisica intensa. In tali situazioni<br />
non di rado si verifica una carenza di coenzima Q10.<br />
La dieta anti-radicali liberi: nutrire la pelle con i cibi giusti<br />
significa assicurarle un ottimo grado di <strong>benessere</strong>!<br />
<strong>Il</strong> nostro aspetto dipende fortemente da ciò che mangiamo, e l’applicazione<br />
di semplici regole alimentari può essere un vero toccasana per la bellezza.<br />
<strong>Il</strong> cibo “giusto” mantiene sani e belli, contrasta l'ossidazione dei tessuti,<br />
proteggendo l’organismo dall'attacco dei radicali liberi,<br />
le sostanze che accelerano l’invecchiamento e sono<br />
responsabili di gravi patologie.
Ma quali sono gli alimenti da mettere<br />
nel piatto per dare una mano alla<br />
nostra bellezza?<br />
Tutti quelli ricchi di antiossidanti, ovvero arancia,<br />
cicoria, cipolla, broccolo, aglio, spinaci,<br />
tutti i cavoli, carote, pomodori,<br />
zucche, agrumi, kiwi, avocado,<br />
uva, papaia, lievito di birra.<br />
Per proteggere vene e capillari<br />
scegliamo i mirtilli, freschi o<br />
in succo, e il grano saraceno.<br />
Pistacchi, nocciole, noci, mandorle,<br />
sesamo hanno un<br />
contenuto equilibrato<br />
in grassi<br />
monoinsaturi e<br />
polinsaturi, vitamina<br />
E, nonché un<br />
insieme di sostanze<br />
che stimolano<br />
la produzione del<br />
coenzima Q10,<br />
conosciuto nel mondo<br />
<strong>della</strong> cosmetica proprio come<br />
"l'enzima <strong>della</strong> bellezza".<br />
<strong>Il</strong> coenzima Q10 è presente<br />
in quantità modeste soprattutto<br />
nella soia, nel germe di grano nei cereali,<br />
nelle noci, nei vegetali, negli spinaci, nei frutti<br />
oleosi e nel pesce (sgombro, la sardina).<br />
222222222222<br />
Benefici per la pelle:<br />
<strong>Il</strong> coenzima Q10 é un antiossidante che si<br />
trova in molti tessuti del corpo umano.<br />
Rallenta l'invecchiamento cellulare, assicura<br />
energia a tutto l'organismo, mantiene il buon<br />
funzionamento del sistema cardiocircolatorio.<br />
A livello cutaneo questa sostanza<br />
esplica un’efficace azione antiossidante<br />
e protettiva nei confronti<br />
dei perossidi che danneggiano<br />
il collagene e<br />
l’elastina, e quindi contro<br />
la perdita di elasticità<br />
e la formazione<br />
di rughe.<br />
L’aggiunta di CoQ10<br />
alla dieta può essere<br />
appropriata per tutti gli<br />
individui sopra i 35 anni.<br />
Centinaia di pubblicazioni<br />
scientifiche ne<br />
hanno infatti<br />
dimostrato l’efficacia<br />
e l’innocuità.<br />
Si consiglia comunque<br />
sempre di sentire il proprio<br />
medico curante prima di assumere<br />
integratori a base di Coezima Q10.<br />
I disegni di queste pagine sono di <strong>Il</strong>aria Comolo<br />
e di René Mettler<br />
Cancella lo stress dal tuo viso con il<br />
PHITO Q10 dott. C.Cagnola<br />
Integratore dietetico di coenzima Q10, vitamina E, olio di stella di sera e magnesio.<br />
Phito Q10 è un innovativo integratore dietetico che unisce al coenzima Q10, la<br />
vitamina E, l’olio di stella di sera, ricco di omega-6 e il magnesio.<br />
Phito Q10 è utile come sostegno integrativo<br />
e rigenerativo per la pelle: un complesso e originale<br />
cocktail di antiossidanti, che in sinergia<br />
contribuiscono a mantenere in salute e in<br />
<strong>benessere</strong> il nostro corpo contrastando l’invecchiamento<br />
di tutti i tessuti e <strong>della</strong> pelle.<br />
Phito Q10 è un prodotto dott.C.Cagnola<br />
srl Milano: si trova disponibile in confezioni<br />
da 60 capsule, in farmacia ed in<br />
erboristeria.<br />
HODD 444111<br />
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28<br />
HOOOD 41<br />
LEZIONI DI TRUCCO....LEZIONI DI TRUCCO...LEZIONI DI TRUCCO<br />
Belli<br />
... si diventa<br />
di Davide Catena<br />
La cura <strong>della</strong> pelle<br />
Per combattere efficacemente l’invecchiamento cutaneo dall’esterno, la cura<br />
<strong>della</strong> pelle è di fondamentale importanza. Per proteggersi dalle polveri leggere<br />
e dalle altre sostanze nocive presenti nell’aria, bisogna usare le creme.<br />
I prodotti strettamente necessari sono almeno quattro: prodotti per la pulizia,<br />
gel o crema per occhi, crema idratante e crema nutriente.<br />
Al mattino<br />
Consiglio di lavarsi il viso con un buon prodotto di pulizia, il più indicato per<br />
voi che detergerà la pelle rispettandola. Poi mettete un gel o una crema per gli occhi, sopra e<br />
sotto le palpebre, che idraterà e nutrirà facendo anche da base per il make up. È molto importante<br />
curare questa zona intorno agli occhi, è la più sottile e delicata del volto. Quindi stendete<br />
su tutto il viso, sul collo e dietro le orecchie, una buona crema idratante che, compattando l’incarnato,<br />
lo proteggerà dagli agenti esterni.<br />
Di sera<br />
Dopo la pulizia, riapplicate il gel o la crema per occhi e stendete la crema da notte sempre su<br />
viso, collo e dietro le orecchie. Durante il sonno lavorerà nutrendo, idratando e detossinando. Se<br />
poi lo desiderate, potrete affiancare altri prodotti utili a rallentare il rilassamento dei tessuti,<br />
come maschere nutrienti o idratanti da utilizzare una volta la settimana, o dei sieri attivi che<br />
potenziano la forza delle creme applicate in un secondo tempo. Un consiglio: prima di ogni<br />
acquisto provate i campioni di sieri e creme per verificarne la tollerabilità e l’efficacia.<br />
Più ci curiamo dentro e fuori, più il cristallino sarà bianco e l’iride colorato, le<br />
occhiaie e le borse attenuate, le palpebre e la<br />
pelle intorno agli occhi levigata e idratata, la<br />
pelle del viso e del collo sarà più distesa,<br />
omogenea, compatta e attaccata all’osso. Di<br />
conseguenza voi sarete più giovani e belli e il<br />
trucco applicato risulterà più naturale, definito<br />
e ancorato al viso per molte ore.<br />
È ovvio che se iniziate a curarvi quando la<br />
situazione è già degenerata non tornerete<br />
ventenni, ma contribuirete a rallentare il processo<br />
d’invecchiamento e potrete recuperare<br />
qualche anno di freschezza.<br />
Fasi di TRUCCO BASE
<strong>Il</strong> trucco <strong>della</strong> <strong>Rinascita</strong><br />
Per enfatizzare la bellezza estetica dovuta ad un regime di vita sano; per mascherare le<br />
imperfezioni estetiche nate da un regime di vita sbagliato.<br />
* <strong>Il</strong> primo passo è il correttore necessario ad<br />
eliminare le ombre nemiche <strong>della</strong> faccia sana.<br />
Si applica in tutte le zone in cui s’intendono<br />
mascherare delle discromie o cancellare zone<br />
d’ombra come le occhiaie. Più il correttore è<br />
fluido più la sua copertura sarà leggera e naturale:<br />
se è cremoso o in stik coprirà di più, ma di<br />
contro rischia di mostrare le piccole e grandi<br />
rughe come le zampe di gallina. Sia i fluidi sia gli<br />
stik cremosi o compatti<br />
possono essere stesi con<br />
una spugnetta (possibilmente<br />
triangolare), con<br />
un piccolo pennello o con<br />
le dita (per un make up<br />
naturale e sfumato).<br />
* <strong>Il</strong> secondo passo è usare i nuovi fluidi<br />
pre trucco da applicare prima del fondotinta,<br />
creati per ogni tipo di pelle. Servono a molti<br />
scopi: accendono il colore dell’incarnato,<br />
mantengono l’opacità o la luminescenza del<br />
trucco, e lo definiscono contribuendo a creare<br />
effetti diversi; la pelle apparirà più liscia e<br />
luminosa e il trucco resisterà di più.<br />
Chi ha una buona pelle può usare le basi<br />
anche da sole. Personalmente preferisco sempre<br />
aggiungere un po’ di cipria o di fondotinta,<br />
con cui ottengo una base sempre naturale ma<br />
più sfumata e resistente durante la giornata<br />
(le persone con pelle grassa o con pori dilatati<br />
devono usare solo i fluidi dalle tonalità<br />
opache e antilucido).<br />
* <strong>Il</strong> terzo passo verso una pelle<br />
omogenea e radiosa è il fondotinta:<br />
per le pelli secche sono più<br />
indicati i fondi cremosi, per le<br />
pelli grasse i fondi in cialda (i<br />
“pan cake”, una specie di<br />
cipria in polvere compatta ma idrosolubile)<br />
o i compatti in polvere polivalenti,<br />
che rimangono particolarmente asciutti<br />
per un effetto omogeneo e opaco. Entrambi<br />
si stendono con una<br />
spugnetta asciutta se si<br />
vuole una base leggera<br />
ma coprente; con una<br />
spugnetta un po’ inumidita<br />
per un effetto più<br />
coprente; con un pennello per un risultato<br />
estremamente leggero e velato che però non<br />
garantisce una copertura importante in caso di<br />
necessità; con un piumino di velluto che dà un<br />
effetto più asciutto ma che necessita di una<br />
buona mano per stendere il prodotto.<br />
* <strong>Il</strong> quarto e ultimo passo consiste nel<br />
rifinire il tutto con una buona cipria che fissa<br />
il trucco e opacizza dove necessario (ce ne<br />
sono di colorate che influenzano ad hoc il<br />
colore <strong>della</strong> base per un risultato d’effetto, o<br />
di trasparenti che tolgono il lucido senza<br />
modificare il colore). Sia le ciprie colorate che<br />
quelle incolore sono disponibili in polvere da<br />
usare a casa al momento del trucco, o compatte<br />
da portarsi dietro per dei ritocchi durante<br />
la giornata. Si possono applicare con un<br />
pennello se si vuole opacizzare stando leggeri<br />
e con un piumino di velluto per un trucco<br />
più opaco. Consiglio di acquistare sia la compatta<br />
sia quella in polvere, l’unione fa la forza.<br />
Risultato<br />
Avete compiuto questi quattro passi correttamente?<br />
Bene, ora il vostro viso dovrebbe<br />
apparire molto compatto, luminoso<br />
e naturale, senza occhiaie,<br />
macchie e venuzze.<br />
Per contattare<br />
Davide Catena:<br />
info@truccoveneziano.eu<br />
Tel. 02 45 48 79 01<br />
346 24 36 988<br />
393 12 34 566<br />
www.truccoveneziano.eu<br />
HODD 444111<br />
29
30<br />
HOOOD 41<br />
La detersione quotidiana del viso<br />
è il presupposto<br />
di una carnagione luminosa,<br />
rigenerata in profondità.<br />
COSMESI . . . . . . . . . . . . . . . . . . DR. HAUSCHKA<br />
PER ER UNA CARNAGIONE<br />
LUMINOSA E RIGENERATA,<br />
RIGENERA<br />
UNA PULIZIA PROFONDA<br />
Quando siamo sovraffaticati<br />
e la pelle reagisce presentando impurità,<br />
oppure quando la pelle è in una fase delicata<br />
e si irrita facilmente,<br />
come accade durante la pubertà,<br />
possiamo aiutarla con una pulizia particolare.<br />
La farina di mandorle ha un’eccezionale<br />
capacità di legare a sé e di assorbire le impurità<br />
<strong>della</strong> pelle del viso e di detergere in profondità.<br />
La Crema detergente per il viso è<br />
una pasta cremosa a base di mandorla intera<br />
macinata, unita all’olio di mandorla, all’olio<br />
di germe di grano e<br />
a piante officinali<br />
benefiche per la<br />
pelle come l’antillide,<br />
la camomilla<br />
e la calendula.<br />
Le sue proprietà aiutano<br />
a rinforzare la<br />
pelle e svolgono<br />
un’azione reintegrante<br />
dei grassi. La<br />
Crema è priva di<br />
tensioattivi e deterge<br />
delicatamente in<br />
profondità.<br />
Per una detersione in profondità<br />
e per la rigenerazione <strong>della</strong> pelle,<br />
ecco una selezione di preziosi ingredienti<br />
per il viso:<br />
Antillide, olio di jojoba, olio di mandorla,<br />
olio di nocciolo di albicocca,<br />
estratti di avena, segale e grano sono gli<br />
ingredienti principali nella composizione del<br />
Latte detergente, anch’esso privo di tensioattivi,<br />
che rimuove il trucco con delicatezza.
La Lozione tonica per il viso si utilizza come trattamento per la notte in<br />
sostituzione all’applicazione <strong>della</strong> crema. Le piante officinali contenute<br />
nel prodotto, privo di grassi, aiutano la pelle in questo processo: antillide<br />
e amamelide sostengono le naturali funzioni <strong>della</strong> pelle nel<br />
momento in cui essa si rigenera. La mattina, dopo la detersione, una sottile<br />
nebulizzazione di prodotto ravviverà il viso.<br />
La Lozione speciale per il viso, con estratti di antillide, calendula,<br />
nasturzio, corteccia di ippocastano, echinacea, amamelide e<br />
pratolina è l’equivalente nel trattamento per le pelli impure che tendono<br />
a infiammarsi.<br />
L’Antillide (Anthyllis vulneraria)<br />
La medicina popolare utilizzava questa pianta<br />
officinale per la cura delle ferite. Grazie al<br />
suo effetto equilibrante sulle funzioni <strong>della</strong><br />
pelle, l’antillide è una delle piante fondamentali<br />
nella Cosmesi Dr.Hauschka, utilizzata<br />
in molti dei preparati per il trattamento del<br />
viso e anche nella Cosmesi Decorativa.<br />
L’Echinacea (Echinacea pallida)<br />
<strong>Il</strong> nome scientifico Echinacea deriva dal<br />
greco “echinos”, che significa riccio e che<br />
descrive in modo appropriato l’ispida corolla<br />
di questa pianta. Dobbiamo la conoscenza<br />
dell’echinacea agli Indiani del Nord America,<br />
che tradizionalmente utilizzavano questa<br />
pianta officinale originaria <strong>della</strong> loro patria.<br />
Nella Lozione speciale per il viso<br />
Dr.Hauschka, l’echinacea completa l’azione<br />
antibatterica e antinfiammatoria <strong>della</strong> sua<br />
composizione a base di piante officinali.<br />
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Generalmente, dietro a tali disagi interiori sessuali si nascondono profondi conflitti sulla propria femminilità, sul rapporto con il<br />
proprio corpo e con il partner. <strong>Il</strong> vissuto sessuale è un argomento complesso e molto profondo, che nella donna può manifestarsi<br />
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locali. I ritmi di vita e di lavoro non sempre consentono alla donna una regolare e corretta igiene intima e possono dare origine ad una<br />
frequente condizione infiammatoria <strong>della</strong> mucosa vaginale; inoltre, l'uso di contraccettivi, eventualmente lesivi, possono dare origine<br />
ad una serie di disturbi, quali arrossamento, prurito, bruciori, spesso frequenti anche durante o dopo un rapporto sessuale.<br />
Da tutto ciò nasce la necessità di una quotidiana ed accurata detersione delle parti intime femminili e in tal senso è stato formulato<br />
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Alzheimer:<br />
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Un esercito di 27,7 milioni di persone nel mondo è afflitto da demenza.<br />
Prevenire l’evoluzione <strong>della</strong> malattia è l’obiettivo <strong>della</strong> ricerca che ha<br />
condotto all’identificazione di un test genetico specifico per la malattia<br />
di Alzheimer.<br />
I risultati di un importante studio genetico sulla malattia di Alzheimer sono<br />
stati presentati alla comunità scientifica e alla stampa lo scorso 17 ottobre a<br />
Milano. Autore <strong>della</strong> ricerca è il Prof. Federico Licastro, Responsabile del<br />
Laboratorio di Immunologia e Immunogenetica del Dipartimento di<br />
Patologia Sperimentale dell’Università di Bologna il quale, in collaborazione<br />
con l’Istituto di Medicina Genetica Preventiva e Personalizzata (IMGeP), ha<br />
studiato un test made in Italy in grado di rilevare la suscettibilità individuale<br />
L’Alzheimer segna l’inizio <strong>della</strong> di sviluppare la malattia di Alzheimer.<br />
compromissione inesorabile di La demenza senile di tipo Alzheimer è la forma più frequente di demenza.<br />
memoria e funzioni cognitive<br />
Ne esistono infatti varie forme di cui due predominanti: una si manifesta<br />
prima dei 65 anni ed è di tipo familiare poco frequente (1%); l’altra, più frequente, può colpire<br />
dopo i 65 anni e costituisce circa il 95% dei casi. La sua incidenza aumenta con l’età, passando<br />
dall’1 al 50% dopo i 90 anni: per questa ragione viene considerata una malattia <strong>della</strong> vecchiaia<br />
destinata ad aumentare la sua diffusione in correlazione all’aumentata aspettativa di vita. <strong>Il</strong><br />
soggetto colpito perde progressivamente la propria autonomia fino a richiedere un’assistenza<br />
continua che comporta costi sociali, sanitari e personali soprattutto a carico delle famiglie. “A tutt’oggi<br />
- spiega il professore - non esistono terapie efficaci in grado di far tornare i malati alla normale<br />
vita sociale ed affettiva. Per questo è importante giocare d’anticipo. Si stima infatti che la<br />
malattia abbia una lunga fase silente, di circa 10-15 anni.” Continua Licastro: “<strong>Il</strong> cervello è in<br />
grado di compensare, anche per un lungo periodo, le alterazioni che si accumulano dentro e fra<br />
le cellule nervose, responsabili <strong>della</strong> malattia di Alzheimer. Questo è possibile fino ad un punto<br />
in cui la soglia di compensazione del cervello è saturata dai processi neurodegenerativi e si ha la<br />
comparsa <strong>della</strong> sintomatologia cognitiva. È proprio in questo periodo che è importante agire per<br />
ottenere un possibile successo terapeutico individuando i portatori dei segni premonitori <strong>della</strong><br />
malattia e iniziare i percorsi preventivi o diagnostici. L’Alzheimer, quando si manifesta, segna ormai<br />
l’inizio <strong>della</strong> compromissione inesorabile di memoria e funzioni cognitive”.<br />
Per arrivare alla realizzazione del test sono stati condotti test genetici su 350 malati e su 300<br />
controlli di 72-73 anni, in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi e il S.Raffaele di<br />
Milano, proprio per individuare varianti genetiche associate alla malattia, e potenzialmente in<br />
grado di predire il rischio di Alzheimer. “Abbiamo messo a punto un test genetico che indica in<br />
bassa, media o alta la suscettibilità individuale a sviluppare la malattia dopo i 65 anni”, spiega
Licastro. “Non equivale a una diagnosi, ma a<br />
un campanello d’allarme che deve spingere<br />
alla prevenzione per cercare di ritardare il più<br />
possibile, e in taluni casi bloccare, il manifestarsi<br />
dell’Alzheimer.”. Sfruttando una combinazione<br />
di indagini genetiche, neurocognitive e<br />
radiologiche e osservando i dati dei pazienti e<br />
di persone sane, è stato possibile individuare<br />
una combinazione di sette polimorfismi sui<br />
geni (sei in tutto) di varie molecole infiammatorie<br />
e di altre coinvolte nel metabolismo cerebrale,<br />
che aumentano il rischio <strong>della</strong> malattia.<br />
“Un’informazione - assicura il ricercatore - che<br />
ci permette di inserire una persona con rischio<br />
elevato di manifestare la malattia di Alzheimer<br />
in un percorso di approfondimento diagnostico<br />
e preventivo mirato, grazie all’utilizzo di farmaci<br />
appropriati, cambiamenti dello stile di<br />
vita e di abitudini alimentari.” <strong>Il</strong> prelievo del<br />
DNA è semplice e si può fare anche da soli,<br />
con un kit apposito. Grazie a una spatolina si<br />
raccolgono le cellule di sfaldamento del cavo<br />
orale (la mucosa nella bocca), poi il materiale<br />
si invia o si consegna al laboratorio<br />
NGBGenetics, che si occupa dell’analisi. La<br />
refertazione viene inviata all’equipe di Licastro<br />
che valuta i risultati e indica il rischio di<br />
Alzheimer. <strong>Il</strong> prelievo è indolore e non richiede<br />
la presenza di uno specialista ma è necessario<br />
seguire con scrupolo le indicazioni descritte<br />
nel kit, compilare i moduli con i propri dati, leggere<br />
e firmare il consenso informato.<br />
L’interpretazione del referto, pur nella semplicità<br />
<strong>della</strong> lettura, richiede la presenza di un<br />
medico (non necessariamente un genetista)<br />
che dovrà essere in grado di sostenere, indirizzare<br />
e seguire la persona durante ogni fase<br />
del suo percorso preventivo, diagnostico o<br />
terapeutico. “Per questo<br />
motivo IMGeP sta organizzando<br />
in diverse città italiane<br />
corsi di formazione per quei<br />
medici che vogliano dare la<br />
possibilità ai loro pazienti di<br />
prevenire questa terribile<br />
malattia”, afferma Paola<br />
Carassai, responsabile di<br />
IMGeP.<br />
A chi è indicato il test?<br />
“A persone sane dai 40 ai 65 anni - precisa<br />
Licastro - che magari abbiano familiari colpiti<br />
dal morbo. Con l’obiettivo di guadagnare,<br />
grazie a una prevenzione mirata, 5-10 anni in<br />
salute nel caso di un’elevata predisposizione<br />
genetica alla malattia.” Studi sulla valutazione<br />
dell’impatto psicologico hanno dimostrato<br />
come la scoperta di una predisposizione allo<br />
sviluppo di una determinata patologia (in<br />
particolare tumore del seno, dell’ovaio e del<br />
peritoneo) provochi da una parte un disagio<br />
emotivo in chi si è sottoposto al test con ricadute<br />
anche sul sistema familiare; dall’altra<br />
però favorisce una maggior consapevolezza a<br />
stimolare l’adozione di comportamenti “sani”<br />
per la promozione del proprio <strong>benessere</strong>.<br />
“Se adottati concretamente – afferma<br />
Licastro – i comportamenti ‘sani’ possono<br />
incidere favorevolmente sulla salute dell’individuo,<br />
<strong>della</strong> famiglia e anche sulla spesa sanitaria,<br />
contribuendo a ridurre l’esercito di<br />
malati colpiti da decadimento cognitivo.”<br />
Scegliere di sottoporsi ad un test genetico<br />
può quindi rappresentare un’opportunità per<br />
prendersi cura del proprio futuro e di quello<br />
dei propri famigliari che, in genere, hanno un<br />
ruolo di partecipazione attiva così importante<br />
che tutti collaborano per favorire lo svilupparsi<br />
di una cultura di promozione <strong>della</strong> salute.<br />
“Chi decide di eseguire un test genetico per<br />
la valutazione del proprio rischio di sviluppare<br />
la malattia di Alzheimer – conclude il professore<br />
– sta compiendo un passo in direzione<br />
<strong>della</strong> prevenzione. Vivere a lungo è un’opportunità<br />
vuota di senso se alla quantità di<br />
anni non si associa la possibilità di vivere una<br />
vita di qualità, in autonomia fisica e psichica.”.<br />
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Immunoterapia e Ipertermia oncologica presso l’Università di Milano. Direttore Sanitario<br />
IMBIO (Istituto Medicina Biologica Milano). Vittorio Ghezzi Medico chirurgo,<br />
Ipertermista presso IMBIO. Attilio Speciani Medico, specialista in allergologia,<br />
immunologia clinica. Agopuntore. Profondo conoscitore <strong>della</strong> medicina naturale e <strong>della</strong><br />
nutrizione applicata. Membro del Comitato Tecnico Scientifico di Medicina<br />
Complementare <strong>della</strong> Regione Lombardia. Sergio Maria Francardo Medico<br />
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IMBIO. Roberto Colombo Membro dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani.<br />
Direttore del Laboratorio del Centro Diagnostico Italiano. Federico Licastro Professore<br />
Associato di Immunologia presso il Dipartimento di Patologia Sperimentale <strong>della</strong> Facoltà<br />
di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. Damiano Galimberti Presidente<br />
dell’A.M.I.A. Membro dell’American Academy of Anti-Aging Medicine. Docente in<br />
Medicina Anti-Aging Federico Ronchi Odontoiatra, consulente scientifico del reparto<br />
di Odontoiatria Biologica dell’Istituto Stomatologico Italiano. Franca Geja odontoiatra,<br />
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