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Diavolo epis Anna Maria

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Il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap I<br />

La prima volta accadde in quel venerdí verso la fine di luglio.<br />

Una ventina degli ospiti della Villa dei Castagni era uscita dall´albergo poco dopo le nove per la<br />

passeggiata e relativo picnic al Pian dei Mirtilli, una zona di prati e boschi nei quali, appunto,<br />

predominavano arbusti di mirtilli e lamponi.<br />

Ad organizzare la gita era stato, come al solito, il professore di Scienze Naturali Renzo Toniotti,<br />

sui cinquanta, patito di ecologia.<br />

Il cammino a tratti su falsopiano ma per la maggior parte in salita, in alcuni punti si presentava<br />

piuttosto arduo.<br />

Ivonne Balleri, una giovane signora alta e piacente, sbuffava<br />

-Meno male che il ritorno é in discesa.- sfilandosi il pullover e ponendoselo attorno alla vita<br />

annodando le maniche per non farlo cadere. – Fa un caldo dannato e sto sudando come ....-<br />

-Non esagerare, Ivonne, non fa poi tanto caldo. È che tu non sei abituata a camminare e guarda<br />

che un pó di moto ti farebbe bene e ti toglierebbe di dosso quei chiletti che hai di troppo, e non<br />

son pochi.- La prendeva in giro Rosetta Minarelli, sua amica intima<br />

Le interruppe un´osservazione del dottor Guglielmo Guasconi<br />

-Non vi siete ancora accorti che Carletto ci sta seguendo fin da quando siamo usciti? Per me non<br />

é un problema, é squilibrato ma innocuo e divertente. Ehi , Carletto, che stai a fare lá dietro?<br />

Vieni qui con noi! -<br />

Carletto era uno degli abitanti stabili di Danzo, non un villeggiante. Squilibrato, ma<br />

affatto scemo, anzi molto intelligente, era rimaso immaturo, un bambino dal comportamento<br />

imprevedibile ma assolutamente non violento. A scuola sarebbe stato un alunno ottimo se non<br />

fosse che a d un certo momento si alzava dal banco e usciva dall´aula senza parlare e senza<br />

nemmeno voltarsi indietro. Lo faceva persino quando si trovava alla lavagna, da un momento all<br />

´altro con il gesso ancora tra le dita se ne usciva senza dire una sola parola.<br />

Quando giocava al pallone con gli amici, di punto in bianco, magari con la palla tra i piedi, si<br />

fermava e sedendosi sul terreno vi rimaneva a lungo senza pronunciare parola, come in trance.<br />

Sapeva andare molto bene in bicicletta ma non glielo permettevano perché un paio di volte<br />

aveva smesso all´improviso di pedalare dimenticandosi di tutto e di tutti e finendo con lo<br />

sbattere al primo ostacolo.<br />

Il professore di matematica gli aveva insegnato le regole fondamentali dell´algebra e Carletto<br />

riusciva facilmente a risolvere equazioni di secondo grado, ma se gli chiedevate quanto fa uno<br />

piú uno, non riusciva quasi mai a rispondere.<br />

Nutriva una passione fanatica per i libri di storia, si faceva dare i testi dagli alunni alla fine dell<br />

´anno scolastico e li leggeva e rileggeva fino ad impararli a memoria.<br />

Sapeva tutto della storia dell´uomo, dai Sumeri fino all´Evo Moderno.<br />

Bastava porgli una domanda su di un argomento qualsiasi e lui sciorinava date e nomi con una<br />

facilitá impressionante, salvo poi ad interrompersi sul piú bello, magari a metá di una frase e<br />

rimanere in silenzio, sovrappensiero.


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Era rimasto un bambino in tutti i sensi, a vent´anni ma non aveva ancora manifestato<br />

interesse per una ragazza, non che avesse tendenze omosessuali, il sesso per lui era come non<br />

esistesse.<br />

Era benvoluto da tutti, don Onorio, il parroco, lo prediligeva, lo proteggeva e gli dedicava molto<br />

del suo tempo. Viveva in casa con la mamma, aveva perduto il padre quando aveva appena tre<br />

anni, morto di un colpo apoplettico fulminante proprio davanti a lui. Probabilmente la forte<br />

impressione causata dal tragico avvenimento avvenuto davanti ai suoi occhi l´aveva<br />

irrimediabilmente condizionato. Il vedere il volto della mamma, un attimo prima sorridente e<br />

felice, trasformarsi in una maschera di dolore era stata una sensazione che la psiche del bambino<br />

non era riuscita a sopportare.<br />

Carletto era di buon umore quella mattina e si avvicinó al dottor Guglielmo porgendogli<br />

la mano con una espressione di soddisfatta felicitá sul viso.<br />

Guasconi gliela strinse per poi domandargli<br />

-Ti piacciono le passeggiate su per le montagne? Tu che sai tutto, dimmi, a quale personaggio<br />

storico piaceva la vita all´aria aperta?-<br />

-Ce ne son stati molti. Uno, per esempio, era Vittorio Emanuele secondo. Amava la caccia,<br />

aveva perfino una grande tenuta, Racconigi mi sembra....- e cominció a snocciolare quel che<br />

sapeva sulla passione prediletta di quel re.<br />

Era divertente Carletto e tutti si sbizzarrirono a fargli una serie di domande alle quali il<br />

giovanotto rispondeva con arguzia facendo scoppiare i gitanti in allegre risate finché non<br />

giunsero al Pian dei Mirtilli.<br />

A questo punto il professor Toniotti riprese le sue funzioni di capogruppo<br />

-Avete un´ora a disposizione per fare la raccolta, quel che raccomando é di non spogliare del<br />

tutto le pianticelle, cogliete al massimo la metá dei frutti senza turbare eccessivamente l<br />

´equilibrio della natura di modo che quando tornerete l´anno venturo ci saranno nuovi piccoli<br />

arbusti e cosí sempre nel futuro per i nostri figli e i figli dei nostri figli.- e terminó -Fra un´ora ci<br />

ritroveremo qui, sotto questo larice. Attenti a non perdervi, mantenetevi sempre a contatto di<br />

voce l´uno con l´altro.-<br />

Un´oretta piú tardi il gruppo si trovava riunito sotto il larice. Il professore ritenne che era<br />

il momento della colazione e invitó i compagni ad aprire gli involti delle provviste per calmare i<br />

morsi della fame che si facevano sentire prepotenti.<br />

Fu allora che Rosetta Minarelli disse preoccupata<br />

-Manca Ivonne, una decina di minuti fa era accanto a me, mi disse che doveva appartarsi per<br />

qualche istante e che ci avrebbe raggiunto subito dopo. Peró da allora non l´ho piú vista, al<br />

momento non ci ho fatto caso, pensavo si fosse unita ad un altro gruppetto ma evidentemente<br />

non é stato cosí. Che si sia smarrita? Eppure eravamo quasi arrivati sull´orlo del bosco, non<br />

poteva perdersi. Che si sia sentita male? Vado a cercarla, Carletto, tu che sei pratico di questi<br />

boschi vorresti venire con me?-<br />

-Guarda che Carletto non c´é.- disse qualcuno, e il professore ribadí<br />

-Non ha voluto entrare nel bosco a cogliere i mirtilli, ha detto che preferiva farsi un sonnellino<br />

sotto un albero. Qualcuno l´ha visto?-<br />

Nessuno aveva la piú pallida idea di dove fosse Carletto, la sua volubilitá era ben conosciuta e<br />

non era da meravigliarsi se di punto in bianco gli fosse punto l´uzzolo di far ritorno in paese.<br />

Comunque si offrirono in tre ad aiutare la Rosetta nella ricerca. Toniotti non mancó di dare i<br />

2


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

soliti suggerimenti ed il gruppetto si allontanó inoltrandosi nel bosco.<br />

Qualche minuto dopo erano di ritorno sbiancati in viso, facevano fatica a parlare finché uno di<br />

loro riuscí a balbettare<br />

-Una cosa orribile! L´hanno uccisa dopo averla stuprata! È mezza nuda.-<br />

Seguí un silenzio di tomba finché cominciarono a parlare tutti insieme. Il professor<br />

Toniotti prese subito in mano le redini della situazione<br />

-Silenzio! Non perdiamo la testa. E voi quattro, siete proprio sicuri di quel che avete detto?<br />

Sanno tutti che Ivonne é una donna alla quale piace scherzare, che ci abbia voluto giocare un<br />

tiro? Sarebbe di pessimo gusto ma auguriamoci sia cosí.-<br />

-No, professore, no! Non ho il minimo dubbio, é proprio morta. Anch´io sul principio ho<br />

pensato fosse uno scherzo e le ho persino dato un buffetto sulla guancia come per dirle abbiamo<br />

capito che é uno scherzo, adesso puoi alzarti. Nel farlo mi sono accorta immediatamente che<br />

non stava scherzando, non é la prima persona morta che vedo.- Il tono deciso di Rosetta tolse l<br />

´ultimo dubbio. Seguí un momento di silenzio che il professore ruppe dicendo<br />

-La prima cosa da farsi é avvisare le autoritá, non abbiamo scelta. Luciano e altri due giovani<br />

dalle gambe buone dovranno correre in paese e informare i carabinieri. Il cammino é quasi tutto<br />

in discesa e puó essere fatto a passo di corsa. Ci saranno. in mezz´ora al massimo. Noi<br />

rimarremo qui ad aspettare che ci vengano date istruzioni sul come comportarci.<br />

Il maresciallo Zotari ascoltó incredulo quello che Luciano Garzoni gli riferí<br />

-Mio Dio, ma come é possibile? Da che sto qui non é mai successo nulla, appena qualche furto<br />

di polli e adesso all´improvviso una tragedia di queste!- Comunque non perse tempo e si attaccó<br />

al telefono chiamando il Commissariato di Publica Sicurezza di C.<br />

-Qui é il maresciallo Zotari, della stazione carabinieri di Danzo. Debbo parlare con il<br />

Commissario con la massima urgenza.-<br />

Pochi secondi dopo il Commissario era al telefono<br />

-Sono Ulisse Cesarini, mi dica, cosa é successo?-<br />

-A Danzo hanno violentato ed ucciso una donna su al Pian dei Mirtilli. Ho giá mandato due<br />

carabinieri a piantonare il corpo. La vostra presenza é urgentissima, vi aspetto nella stazione per<br />

guidarvi sul posto.-<br />

-Saremo lí al piú presto possibile. Il tempo necessario per avvisare il pretore e il medico legale.<br />

Non toccate nulla, mi raccomando, lasciate tutto come sta. A fra poco!-<br />

Ulisse Cesarini, il Commissario di PS di C. era un uomo sbrigativo dalle decisioni rapide.<br />

Chiamó il suo braccio destro, l´Agente scelto Alfredo Lucchesi incaricandolo di avvisare<br />

Roberto Melandri, il medico legale, e il pretore competente per la zona.<br />

-Digli di raggiungermi al piú presto alla stazione dei carabinieri di Danzo dove é stato ritrovato il<br />

cadavere di una donna, e dove anche tu andrai per incontrarmi. Io ci vado immediatamente, con<br />

Giacchin e Pentassuglia, avisali e avvisa anche Filiberti di tenere la “pantera” pronta mentre<br />

finisco di sistemare queste carte .-<br />

Meno di un´ora dopo si trovavano davanti alla porta della stazione dei carabinieri di Danzo. Il<br />

maresciallo Zotari li aspettava sulla soglia, impaziente e preoccupatissimo. Disse subito<br />

- Al Pian dei Mirtilli ci si potrebbe arrivare a piedi, ma il cammino é lungo e tutto in salita<br />

mentre la strada carrozzabile che porta al Passo dei Caprioli compie un lungo giro ma verso la<br />

fine passa per un punto da dove lo si puó raggiungere in una decina di minuti.-<br />

3


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-Molto bene, lasci detto al piantone che quando arriveranno gli altri agenti ed il medico legale gli<br />

indichi la strada per raggiungerci. Ed ora avviamoci senza perdere altro tempo. Lungo il<br />

cammino mi riferirá i dettagli.-<br />

Cesarini non aveva mai visto una scena del genere, sembrava irreale.<br />

La donna giaceva supina a gambe spalancate, completamente nuda dalla cintola in giú, i<br />

pantaloncini a qualche metro. Sul ventre nitidissimi due tagli ad ics, rossi dal sangue coagulato,<br />

che partendo dagli inguini si incrociavano sotto all´ombellico per giungere ai fianchi.<br />

Giacchin cominció immediatamente a scattare foto mentre Pentassuglia scrutava i dintorni nel<br />

tentativo di trovare qualche indizio.<br />

Cesarini nel frattempo in piedi davanti al cadavere, tenendosi il mento con il pollice e l´indice<br />

della mano destra, lo esaminava perplesso. La posizione del corpo non era scomposta, il viso<br />

della morta era sereno, il viso non era contratto in una smorfia di rabbia e disperazione come<br />

sempre accade nei casi di stupro, ebbe quasi l´impressione di trovarsi al cospetto della vittima di<br />

una cerimonia sacrificale.<br />

”Sentiremo cosa ne dice Roberto ” concluse e si rivolse a Pentassuglia per chiedergli se aveva<br />

trovato qualcosa di interessante<br />

-Niente, Commissario...- fu la risposta -...nemmeno le mutandine, quindi o la vittima non le<br />

usava o l´assassino le ha portate via, il che mi sembra l´ipotesi piú probabile.-<br />

Il medico legale sopraggiunse dopo una mezz´ora, osservó accuratamente il corpo, poi lo<br />

giró con il dorso rivolto verso l´alto<br />

-Ecco come é morta...- disse mostrando quattro piccole ferite della larghezza di un centimetro<br />

poco sotto le scapole, due per lato, poi, dopo aver guardato meglio aggiunse -...c´é anche una<br />

macchia di sangue sui capelli in corrispondenza dell´occipite. Dopo l´autopsia potró dirti<br />

qualcosa di piú. Peró, ad occhio e croce, non penso si tratti di un caso di stupro seguito da<br />

uccisione, potrei anche sbagliarmi ma é difficile. Ed ora, se Simoni é d´accordo, il corpo puó<br />

essere rimosso.-<br />

Simoni, sopraggiunto pochi istanti prima, era il pretore e non aveva nulla in contrario. I barellieri<br />

collocarono il corpo nell´apposito contenitore e si avviarono con il triste carico su verso la<br />

strada dove l´avrebbero sistemato nell´ambulanza per il trasporto all´obitorio dell´Istituto<br />

Medico Legale.<br />

Qualche minuto dopo li seguivano Cesarini, il dottor Roberto Melandri, il pretore, il<br />

maresciallo Zotari, agenti e carabinieri.<br />

Giunti sulla strada mentre il dottore e il pretore tornavano in cittá, Cesarini spedí Giacchin<br />

direttamente al Commissariato<br />

-Sviluppa le foto e passa in bella copia lo schizzo del locale. Alfredo e Pentassuglia verrano con<br />

me alla Villa dei Castagni dove ci ritroveremo con il gruppo dei gitanti per interrogarli e tentare<br />

di cavarci qualcosa.<br />

Ma fu ben poco quello che riuscí a ricavare, il professor Toniotti, che era naturalmente il<br />

portavoce del gruppo, garanti che al momento della scomparsa della signora Balleri si trovavano<br />

tutti riuniti sotto il larice accingendosi alla colazione, nessuno escluso, ne era piú che sicuro<br />

come del resto ne erano sicuri i suoi compagni di escursione.<br />

A questo punto intervenne Rosetta Minarelli<br />

-Peró non c´era Carletto...- Cesarini la interruppe<br />

-Chi sarebbe questo Carletto? Un altro ospite dell´albergo?-<br />

4


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-No, é un giovane del paese, un tipo piuttosto strambo ma, a quanto dicono tutti, di ottima<br />

indole e che non ha mai fatto male a nessuno. Lo conosco da che vengo qui a passare l´estate, e<br />

sono anni ed anni.-<br />

Cesarini voleva saperne di piú<br />

-Se non era ospite dell´albergo, com´é che faceva parte del gruppo?-<br />

-Si unisce spesso quelli che vanno in escursione e siccome non dá fastidio ed é anche divertente<br />

viene sempre accolto con piacere, quasi come un passatempo.-<br />

Non si puó escludere mai nessuno a priori dai sospetti, Cesarini diplomaticamente aggiró l<br />

´ostacolo<br />

-In ogni caso é necessario interrogarlo, puó aver visto o sentito qualcosa che potrebbe fornirci<br />

un indizio. Faccio notare che fino a questo momento non é emerso nulla di positivo.<br />

Maresciallo, per favore provveda Lei, lo localizzi e lo inviti alla stazione dove lo interrogheró. Ci<br />

incontreremo lí fra un´ora. Nel frattempo cercheró di raccogliere informazioni sulla signora<br />

Balleri. A quanto pare la signorina Minarelli era sua amica quindi é lei che potrá fornirci i dettagli<br />

che ci mancano. La conosceva bene?-<br />

-Eravamo amiche intime da anni, é venuta a passare l´estate qui perché ci venivo io. Cosa vuol<br />

sapere?-<br />

-Ho saputo che é sposata, me ne ha informato il direttore dell´albergo, Pinotti, il quale mi ha<br />

detto di aver giá provveduto ad avvisare il marito? Avevano figli?-<br />

-No, ed era uno dei crucci di Ivonne.-<br />

-Perché uno dei crucci? C´erano forse altre cose ad amareggiarla? Andava d´accordo col<br />

marito?-<br />

-No, non direi proprio che avesse altri crucci e in quanto al marito posso dire che andavano d<br />

´accordo, si. Ivonne lo amava molto. Per quanto ne sappia non litigavano mai, in caso contrario<br />

sarei stata la prima a saperlo. Non nascondo peró che la mancanza di figli la lasciava<br />

insoddisfatta, addolorata. E questo per lei era ancor piú frustrante perché sapeva che non era lei<br />

la causa, ma Guido, il marito.-<br />

-Qualche flirt? Qualche avventura tanto per ripagarsi della delusione.-<br />

-Assolutamente no. Ivonne non era il tipo delle mezze misure, il suo carattere non lo<br />

ammetteva. Metterei la mano sul fuoco senza pensarci due volte. E poi, come Le ho detto<br />

prima, amava Guido.-<br />

-Quando si sono visti l´ultima volta col marito?-<br />

-Guido é arrivato qui sabato mattina ed é tornato a Milano domenica sera.-<br />

-Ha notato qualcosa di differente nel comportamento della sua amica negli ultimi tempi?-<br />

-Sí, indubbiamente c´era stato un cambiamento, non era piú del solito buonumore, ottimista e<br />

piena di vita. Sembrava stanca, oppressa da qualcosa che non sono riuscita a capire cosa fosse.<br />

Di quando in quando era come se si allontanasse dal mondo, assorta, taciturna, indifferente a<br />

quanto accadeva attorno a sé. Non ne capivo il perché e malgrado le mie domande non ha<br />

voluto rivelarmelo, anzi diceva che era tutto normale, che ero io a fare supposizioni sballate, che<br />

nulla era cambiato e cosí via.-<br />

Dopo aver rivolto qualche altra domanda alla Minarelli, Cesarini passó ad interrogare gli<br />

altri partecipanti all´escursione ma senza ottenere nulla di interessante finché, dando un´occhiata<br />

all´orologio, si accorse che era giunta l´ora di recarsi alla stazione dei carabinieri per interrogare<br />

Carletto.<br />

5


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Lasció Lucchesi e Pentassuglia nell´albergo per continuare a raccogliere informazioni e<br />

pettegolezzi dal personale di Villa dei Castagni e mentre si avviava verso l´uscita gli si avvicinó<br />

un signore alto e magro, vistosamente claudicante si appoggiava ad un nodoso bastone<br />

-Mi chiamo Ruggero Bartolomei, sono un ospite dell´albergo e avrei da dirle qualcosa che<br />

potrebbe essere solo una banalitá ma comunque ho pensato che in ogni caso era bene metterla al<br />

corrente.-<br />

-Dica pure, in questo momento ogni informazione é preziosa per definire il quadro della<br />

situazione.-<br />

-In questi ultimi giorni ho sorpreso un paio di volte la signora Balleri confabulando con<br />

Torquato Centi e i due non sembravano molto soddisfatti della mia presenza. Guardi, Centi é<br />

quel tizio seduto sotto l´ombrellone col bicchiere di birra sul tavolino.-<br />

Cesarini trasse di tasca la lista che aveva compilata poco prima, vi diede una scorsa. Torquato<br />

Centi non era uno dei partecipanti all´escursione, si riservó di interrogarlo piú tardi. Poi<br />

rivolgendosi al suo interlocutore<br />

-Cosa le fa ritenere che la sua informazione potrebbe interessarmi?-<br />

-Non saprei. Ho voluto solo riferirle qualcosa cui ho assistito, sta a Lei giudicare.-<br />

-Dove e come li avrebbe visti insieme?-<br />

-Appena due volte, come le ho dettto. La prima li ho sorpresi sbucando da dietro la siepe di<br />

ibischi, hanno interrotto bruscamente di parlare guardandomi preoccupatissimi ed<br />

evidentemente molto seccati dalla mia presenza. La seconda volta ho visto lui avviarsi verso il<br />

boschetto di camelie guardandosi attorno per essere sicuro che nessuno lo avesse notato. Dopo<br />

qualche minuto ci é andata anche lei molto circospetta e evidentemente preoccupata che<br />

qualcuno la vedesse. Né l´uno né l´altra si erano accorti di me. In veritá si sono trattenuti ben<br />

poco, un paio di minuti sí e no, poi ne sono usciti, prima l´uno e poi l´altro e sempre con quel<br />

fare circospetto che mi aveva incuriosito.<br />

L´informazione poteva e non poteva essere interessante, sarebbe dipeso dai successivi sviluppi<br />

della situazione, comunque Cesarini non volle deluderlo e si congedó dicendo<br />

-Signor Bartolomei, effettivamente la cosa merita essere approfondita, ne riparleremo piú tardi o<br />

domani matttina perché adesso debbo recarmi urgentemente alla caserma dei carabinieri. Per ora<br />

mi limito a ringraziarla della sollecitudine.-<br />

Nella saletta di aspetto vi era ad attenderlo il maresciallo, insieme con lui un sacerdote.<br />

-Le presento don Onorio, parroco di Danzo. Vorrebbe parlarle prima che interroghi Carletto.-<br />

-Dica pure.-<br />

-Signor Commissario, le avranno detto che Carletto é un giovane con seri problemi mentali, non<br />

é affatto uno stupido, tutt´altro, anzi é dotato di grande intelligenza, peró non la sa adoperare, gli<br />

manca completamente il discernimento, é di una ingenuitá colossale, crede a tutto quel che gli<br />

dicono come fosse oro colato. Inoltre é completamente scoordinato, di quando in quando si<br />

estrania dalla realtá e passa a vivere in un mondo tutto suo, un mondo per noi incomprensibile.<br />

Ma é un ragazzo di buona indole che non ha mai fatto male a nessuno. Ma volevo dirle<br />

soprattutto di essere gentile con lui, non spaventarlo perché in questo caso si rifuggerebbe in un<br />

mutismo assoluto dal quale non ne uscirebbe se non dopo molto tempo ed in un ambiente<br />

assolutamente tranquillo. Mi permetto anche di chiederle, se questo é possibile, di poter essere<br />

presente per assisterlo e consigliarlo.-<br />

Cesarini ci pensó sopra e concluse che la presenza del sacerdote sarebbe stata utile<br />

6


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-D´accordo, La pregherei peró di non interferire né suggerirgli le risposte. Maresciallo, dov´é il<br />

giovanotto?-<br />

-Nella mia sala, con l´appuntato. Peró, se don Onorio permette, vorrei prima parlarle in privato.-<br />

Si appartarono nella stanza accanto dove Zotari gli mostró un sacchetto dal quale estrasse un<br />

paio di mutandine rosa, da donna naturalmente.<br />

-Guardi cosa l´appuntato ha trovato nella tasca di Carletto. Non so proprio cosa pensare.-<br />

-È preferibile non pensare nulla finché non ne sapremo qualcosa di piú. Potrebbero anche non<br />

essere della vittima, procediamo con calma.-<br />

Entrarono nella sala del maresciallo, Carletto stava chiacchierando con l´appuntato e<br />

rideva. Smise accorgendosi dell´entrata di Cesarini, Zotari.e don Onorio. Quest´ultimo fece le<br />

presentazioni<br />

-Carletto, questo é il Commissario Ulisse Cesarini. È venuto da C. ed ha bisogno del nostro<br />

aiuto per una cosa molto importante, dobbiamo collaborare. Ascolta con attenzione cos´ha da<br />

dirti.-<br />

Cesarini sentí subito che in quel ragazzo c´era qualcosa di speciale e volle metterlo a suo agio<br />

-Mi fa molto piacere conoscerti, il parroco mi ha giá parlato di te. Ma dimmi un pó, cosa avevi<br />

da ridere tanto?-<br />

-È che Gigino mi raccontava storielle tanto divertenti! Vuoi sentirne una? Ma come ti chiami,<br />

Ulisse? Non sarai mica quello dell´Odissea?- e scoppió a ridere di nuovo<br />

Don Abbondio si affrettó a spiegare<br />

-Carletto ride per un nonnulla. Inoltre, avevo dimenticato di avvisarlo, dá del tu a tutti, il ‘voi’ e<br />

il ‘lei’ non esistono nel suo vocabolario.<br />

Cesarini non si formalizzó<br />

-Non si preoccupi, don Onorio. Queste cose per me non hanno la minima importanza.<br />

Piuttosto sarebbe meglio sia lei ad introdurre l´argomento.-<br />

-Lo penso anch´io. Carletto, il Commissario vorrebbe che tu gli raccontassi come hai passato le<br />

giornata, per filo e per segno, cercando di non dimenticare nulla.-<br />

-Beh, mi sono alzato verso le sei, come al solito...-Cesarini lo interruppe<br />

-Puoi saltare questa parte, comincia dal momento nel quale ti sei unito al gruppo che saliva al<br />

Pian dei Mirtilli.-<br />

-Ah, sí! È stato Guglielmo, il dottor Guasconi, a chiamarmi, voleva che gli ricordassi qualche<br />

personaggio storico al quale piacessero le scampagnate e io nominai Vittorio Emanuele II...-<br />

Cesarini lo interruppe di nuovo<br />

-Salta questi particolari e dimmi piuttosto se hai notato qualcosa di anormale nel gruppo,<br />

qualcosa di diverso dal solito.-<br />

-No. Tutto era normale, tutti di buon umore, peró si lamentavano del caldo e della salita.-<br />

-E quando siete arrivati al Pian dei Mirtilli, tu cosa hai fatto? Mi hanno detto che non sei entrato<br />

nel bosco a raccogliere la frutta.-<br />

-No. Non ci sono andato, a me mirtilli e lamponi non piacciono piú dal giorno in cui ne mangiai<br />

tanti e tanti da fare una tremenda indigestione. Ho preferito farmi un sonnellino sdraiato sull<br />

´erba.-<br />

-E poi?-<br />

-Poi mi sono svegliato e ho visto il gruppo che si riuniva sotto al larice per la colazione. Mi era<br />

venuta fame ed ho pensato che forse c´era qualcosa anche per me. Ho imboccato il sentiero che<br />

7


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

taglia il bosco per far piú presto ed é stato allora che per poco non mi scontravo con il diavolo<br />

verde che é sbucato all´improviso da dietro una macchia. Correva, ma ha fatto in tempo a<br />

fermarsi prima di investirmi.-<br />

-Il diavolo verde? E chi sarebbe questo diavolo verde?-<br />

-Non so. Era la prima volta che lo vedevo ma era verde, tutto verde, dalla testa ai piedi.-<br />

-Sei riuscito a vederlo in viso?-<br />

-Ti ho detto che era tutto verde, anche il viso era verde. Ma non aveva naso, questo ho potuto<br />

vederlo bene, non aveva naso.-<br />

-Non vorrei contraddirti, ma il diavolo non é forse rosso, rosso come il fuoco dell´inferno? E<br />

poi, hai visto se aveva la coda, le corna?-<br />

-Di questo sono sicurissimo, non aveva né coda né corna, brandiva solo una forca.-<br />

-Non aveva né coda né corna, e non era rosso. E allora com´é che hai pensato che fosse il<br />

diavolo?-<br />

-Perché quando gli ho chiesto ‘E tu chi sei?’ mi ha risposto “Io sono il diavolo” e se il diavolo<br />

dice di essere il diavolo come si puó dubitarne?-<br />

Cesarini si arrese di fronte a quella logica stringente alla Carletto, non conveniva insistere su quel<br />

tasto, almeno per il momento.<br />

- Va bene, era il diavolo. E a questo punto, cos´ha fatto il diavolo?-<br />

-Mi ha messo in mano un paio di mutandine rosa e mi ha detto ‘Conservale! Uno di questi giorni<br />

verró a riprenderle.’<br />

-.E poi?-<br />

-Poi é corso via a tutta velocitá ed é sparito in un batter d´occhio.-<br />

-E tu?-<br />

-Me le sono messe in tasca ed ho pensato bene di tornarmene al paese prendendo una<br />

scorciatoia. Sono arrivato a casa, ho mangiato perché morivo di fame. Non sapevo che farmene<br />

delle mutandine e pensavo di chiederlo a don Onorio ma non sono riuscito a trovarlo. Poi ho<br />

incontrato questo qui...- indicando l´appuntato -...che mi ha detto che il maresciallo voleva<br />

parlare con me e siamo venuti qui ad aspettarlo. È stato allora che gli ho fatto vedere la<br />

mutandina e lui se l´é presa dicendo che doveva farla vedere a non so chi. Ma io che faccio se<br />

stanotte il diavolo viene a riprendersela?-<br />

-Non verrá, puoi star tranquillo. Non é vero, don Onorio?-<br />

La mattina dopo Cesarini andó direttamente alla Villa dei Castagni. Voleva approfondire<br />

le indagini soprattutto insistendo sulla pista che gli aveva dato il giorno prima Bartolomei.<br />

Sapeva che era qualcosa di molto labile ma per il momento la situazione non gli offriva<br />

alternative, almeno fino a conoscere il risultato dell´autopsia.<br />

Comunque occorreva sapere qualcosa di piú, sia sul Bartolomei che su Torquato Centi, e chi<br />

meglio di tutti avrebbe potuto fornirgli informazioni piú dettagliate era Pinotti, il direttore dell<br />

´albergo.<br />

Infatti Pinotti disse subito<br />

-Conosco bene, sia il Bartolomei che Centi, da diversi anni passano qui l´estate. Ruggero<br />

Bartolomei é professore di paleontologia, ottima persona con pochissima fortuna nelle vicende<br />

familiari. È vedovo, perse la moglie tre anni fa e Mariolina, l´unica figlia é morta quest´inverno<br />

di leucemia. La conoscevo perché anche lei d´estate era ospite dell´albergo. Dopo la perdita della<br />

8


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

moglie Ruggero si era morbosamente attaccato alla figlia ed é convinto che é morta per il<br />

dispiacere di aver perso la madre alla quale era affezionatissima. È evidente che non é stato cosí,<br />

la leucemia non é una malattia di origini psicologiche, la depressione, il dolore possono, sí, averla<br />

condizionata accellerando la fine che sarebbe comunque stata inevitabile. Secondo me Ruggero<br />

non avrebbe dovuto tornare qui questa estate dove ogni luogo gli risveglia i ricordi dolorosi del<br />

passato. Ma sembra quasi che goda nel soffrire, anzi cerchi la sofferenza, direi che si tratta di un<br />

sorta di masochismo perverso. Inoltre pare che la sfortuna si sia accanita contro di lui, uno<br />

uomo che amava lo sport, é stato uno dei migliori schermitori italiani, gli piacevano le escursioni<br />

in alta montagna, il movimento insomma, e invece qualche mese una caduta fa gli ha causato un<br />

serio problema ad una gamba per cui zoppica ed é costretto a servirsi di un bastone.-<br />

-Completamente diverso il caso di Torquato Centi.- continuava Pinotti - Uno scapolone che<br />

ama la vita. È un avvocato romano tra i migliori della capitale, viene qui ogni estate a<br />

trascorrervi le ferie, ferie solo parziali perché si porta appresso i fascicoli dei processi piú<br />

importanti e se li studia durante qualche ora al giorno, quasi tutti i giorni, dice che lontano dall<br />

´atmosfera velenosa di Roma, riesce a risolvere brillantemente le questioni piú spinose .-<br />

-Sarebbe quindi un soggetto che passa le vacanze chino su fascicoli legali. Deve pur fare qualcos<br />

´altro.-<br />

-Indubbiamente. Gioca a tennis, ama le passeggiate, ma il suo sport preferito sono le donne.<br />

Senza dubbio é un uomo interessante, di bell´aspetto, dotato di un eloquio piacevole, quindi non<br />

gli riesce difficile far breccia di quando in quando nel cuore di qualche bella signora col marito<br />

lontano e senza nulla da fare durante l´intera giornata. Ma lo fa con discrezione, <strong>epis</strong>odi isolati<br />

che durano qualche giorno appena.-<br />

-Qualcosa di simile potrebbe essere accaduto anche con la signora Balleri, per esempio.-<br />

-No! Lo escludo nel modo piú assoluto, Ivonne Balleri é, anzi purtroppo era, una donna<br />

inespugnabile, diciamo cosí. Non che non ci abbia provato, ogni anno ci tenta ma finisce sempre<br />

con un pugno di mosche in mano e si ritira in buon ordine.-<br />

-A quanto pare, nulla le scappa , signor Pinotti!-<br />

-Non pensi, caro dottor Cesarini, che mantenga un servizio di informazioni dentro di questa<br />

casa. Ma sono nato e cresciuto nell´ambiente, anche mio padre era direttore di albergo, e quindi<br />

ho, come dire, antenne sensibilissime che captano tutto, ricevono decine di segnali al giorno e li<br />

elaborano mantenendomi al corrente delle situazioni, visibili ed invisibili. Comunque mi<br />

comporto sempre come le famose scimmiette, non vedo, non sento, non parlo. Con Lei mi sono<br />

aperto perché si tratta di un caso specialissimo che vorrei vedere risolto al piú presto possibile<br />

ma ancor di piú perché considero mio dovere collaborare con l´autoritá.-<br />

-Grazie, signor Pinotti, e adesso per favore mi dica dove potrei incontrare l´avvocato Centi.-<br />

Pinotti diede un´occhiata all´orologio<br />

-A quest´ora deve star giocando a tennis, lo potrá trovare al Tennis Club o preferisce che lo<br />

avvisi io informandolo che vorrebbe incontrarlo?-<br />

-Al Tennis Club ha detto? Non si preoccupi, me la vedo io.-<br />

Centi non giocava male, tutt´altro, di certo non poteva disputare la Davis ma in un<br />

torneo di villeggianti avrebbe avuto buone probabilitá di arrivare alla finale.<br />

Non si turbó quando Cesarini gli disse che avrebbe voluto parlargli<br />

-Si tratta dell´affare Balleri, senza dubbio, Commissario. Il tempo di fare una doccia e cambiarmi<br />

e saró a sua disposizione.<br />

9


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Una decina di minuti dopo erano riuniti nella sala di lettura della Villa dei Castagni<br />

-In cosa potrei essere utile, dottor Cesarini?-<br />

-Non posso perder tempo quindi vado direttamente al nocciolo della questione. A quanto ho<br />

saputo negli ultimi tempi ha avuto frequenti contatti con la signora Balleri, potrebbe fornirmi<br />

qualche dettaglio sull´argomento dei vostri colloqui? Potrei ricavarne qualche pista, qualche<br />

indizio.-<br />

-Ivonne Balleri era una donna socievole e dalla conversazione interessante e piacevole. In un<br />

ambiente ristretto come quello di un albergo capita appunto di incontrarsi anche non volendo e<br />

se ne approfitta per passare il tempo parlando del piú e del meno. Sotto questo punto vanno<br />

considerati i miei incontri con la Balleri e posso assicurarle che non sono stati affatto frequenti,<br />

due o tre volte nell´ultima settimana, mi sembra di ricordare e gli argomenti erano sempre i<br />

soliti, il tempo, il menu della sera prima, cose cosí, insomma.-<br />

-Peró la signora Balleri era una donna interessante anche sotto un altro punto di vista.-<br />

-Capisco a cosa vorebbe alludere, Commissario, e sono pronto ad ammettere che era una donna<br />

molto attraente. Ma le dico anche che da questo lato era quel che si dice una “turris eburnea”,<br />

una torre d´avorio. Si capiva immediatamente che con lei non ci sarebbe stato nulla da fare, era<br />

perder tempo e a me non interessa sprecare il mio tempo in tentativi assolutamente senza alcuna<br />

speranza di riuscita.-<br />

Il colloquio con Centi non aveva portato ad alcun risultato positivo né d´altro lato Ulisse<br />

ci aveva sperato molto. Ne parlava piú tardi con Lucchesi seduti al tavolo della trattoria dove si<br />

erano incontrati per una frugale colazione.<br />

-Per altro non c´é molto da fare almeno fin quando non avremo conosciuto i riusultati del<br />

´autopsia ed allora forse potremo avere qualcosa sulla quale lavorare. Non vorrei peró<br />

commettere l´errore di centrare le indagini esclusivamente nell´ambiente di Villa dei Castagni.<br />

Nulla, almeno per il momento ci permette di asserire che l´assassino deve essere<br />

necessariamente cercato lí. Potrebbe essere qualcuno che abita in una qualunque delle graziose<br />

villette di cui questa valle é tempestata, o un ospite del Grande Albergo Danzo, o uno degli<br />

abitanti permanenti del paese, addirittura di un paese vicino, chissá. E se invece fosse stato<br />

qualcuno venuto da fuori, che é andato via subito dopo e chissá dove si trova adesso?<br />

Dobbiamo estendere il campo delle indagini a Milano, dove la Balleri viveva. Questo puó<br />

diventare un caso complicatissimo e di difficile soluzione, se non addirittura impossibile.<br />

Dobbiamo organizzare una investigazione a tappeto...- lo interuppe il suono del telefonino, era<br />

Melandri.<br />

-Ulisse, sei tu? Ho notizie interessanti. La Balleri é stata tramortita da un colpo alla nuca inferto<br />

con un oggetto di forma sferica di quattro centimetri di diametro dai bordi irregolari e<br />

successivamente uccisa da quattro stilettate, ne sarebbe bastata una, che hanno attraversato il<br />

torace per giungere al cuore. La lama é di forma triangolare, lo si deduce chiaramente dai tagli. I<br />

colpi sono stati vibrati mentre la vittima era esanime e quindi immobile. Non saprei altrimenti<br />

spiegare come i tagli siano perfettamente uguali e simmetrici a due a due. La vittima non é stata<br />

oggetto di stupro, posso assicurartelo con assoluta sicurezza, peró ha mantenuto relazioni<br />

sessuali da dieci a dodici ore prima della morte ed anche la notte anteriore, con certezza. L<br />

´esame dei liquidi seminali che ho raccolto ieri immediatamente dopo l´arrivo del corpo all<br />

´istituto ce lo indica chiaramente, senza ombra di dubbio. In ogni caso al commissariato troverai<br />

un primo rapporto scritto.-<br />

10


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Ulisse emise il classico sibilo di stupore e alla domanda di Alfredo che voleva sapere<br />

rispose ironico<br />

-Tutto bene, caro Alfredo. Ci basta trovare un oggetto di forma sferica dai bordi irregolari e del<br />

diametro di quattro centimetri ed abbiamo scoperto il colpevole. Scherzi a parte, Roberto mi ha<br />

passato una informazione che cambia alcune cose. La Balleri non era la “turris eburnea” che si<br />

credeva e a questo punto si vengono ad aprire nuove prospettive. Voglio sentire cosa ne pensa la<br />

Minarelli che avrebbe messo la mano sul fuoco...Nel frattempo tu informati chi era la cameriera<br />

di piantone al primo e secondo piano dell´albergo l´altra notte, interrogala e cerca di sapere se ha<br />

notato qualcosa di anormale, qualche movimento insolito nei corridoi, perché con molta<br />

probabilitá qualcuno é entrato nella camera della Balleri o la Balleri stessa ne é uscita per recarsi<br />

in un´altra stanza. Una delle due cose deve essere accaduta quindi se la cameriera non stava<br />

dormendo, deve averlo notato.-<br />

Rosetta Minarelli non voleva credere quando Cesarini le disse<br />

-Cara signorina ringrazi Iddio di non aver messo la mano sul fuoco tanta era la fiducia che<br />

riponeva sulla morale della sua amica, avrebbe fatto la fine di Muzio Scevola.-<br />

-Cosa vuole insinuare, Commissario?-<br />

-Non insinuo un bel niente, sono i fatti che parlano. Abbiamo prove inconfutabili che Ivonne<br />

Balleri ha mantenuto rapporti intimi nelle due notti precedenti la morte e risulta che il marito era<br />

assente fin da domenica sera. Tragga lei stessa le conclusioni.-<br />

-Non puó essere, assolutamente non puó essere. Non infanghiamo la sua memoria con<br />

insinuazioni maligne.-<br />

-Purtroppo non sono insinuazioni, abbiamo prove materiali che non lasciano dubbi. Guardi la<br />

cosa sotto questa nuova luce, si convinca della realtá e mi dica cosa ne pensa.-<br />

-Sono sbalordita, non riesco a crederci. Peró effettivamente, come giá le avevo detto ieri, Ivonne<br />

mi era sembrata piuttosto strana in questi ultimi giorni, come ci fosse qualcosa a tormentarla nell<br />

´animo. A questo punto azzarderei una ipotesi piuttosto drastica, il desiderio di maternitá puó<br />

averla indotta a compiere un passo contrario ai suoi principi, voleva esser madre a qualsiasi<br />

costo anche passando sopra all´amore per il marito. Sapeva che Guido desiderava un figlio e<br />

anche questo forse l´ha convinta a dare quel passo, un passo dettato dalla disperazione e chissá<br />

quanto le é costato agire contro i propri principi e soprattutto contro la propria indole. Non<br />

riuscirei a spiegare altrimenti quel che Lei mi ha rivelato.-<br />

-Mi sembra che questa sia una spiegazione un pó forzata ma comunque basata sulla logica.<br />

Giunti a questo punto é anche logico ritenere che la sua amica abbia operato una scelta, non<br />

avrá di certo accettato uno qualsiasi come padre del figlio. Credo che dovremmo limitare la<br />

gamma dei candidati agli ospiti dell´albergo, non le sembra? A parer suo chi potrebbe esser stato<br />

considerato il candidato ideale?-<br />

-Lasciando da parte le mie convinzioni e sebbene non riesca ancora a credere che Ivonne abbia<br />

fatto una cosa del genere, Le diró che qui, in Villa dei Castagni, solo una persona sarebbe stata<br />

tollerata, sottolineo tollerata, per compiere una funzione del genere. L´avvocato Centi. Le era<br />

simpatico e lo stimava, sempre dentro determinati limiti naturalmente. Inoltre é senza dubbio un<br />

bell´uomo e questa é una qualitá interessante per la funzione alla quale sarebbe stato destinato.<br />

Detto cosí, in modo nudo e crudo, potrei sembrare cinica, ma penso che appunto in questi<br />

termini nudi e crudi Ivonne deve aver ragionato prima di prendere una decisione di tal genere.-<br />

11


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Quello che subito dopo Lucchesi gli riferí, confermava in pieno l´ipotesi avanzata dalla<br />

Minarelli<br />

-La cameriera di piantone durante la notte precedente la morte della Balleri era Olimpia Sudati,<br />

una giovane del posto. Sulle prime reticente, quando l´ho avvertita che nascondere qualche fatto<br />

che avrebbe potuto portare alla scoperta di un assassino le avrebbe senza dubbio creato serie<br />

difficoltá, si é impaurita ed ha finito con l´ammettere di aver visto, poco prima dell´una dopo<br />

mezzanotte, la signora Balleri uscire dalla sua camera ed entrare in qualla dell´avvocato Centi che<br />

é sullo stesso piano poco distante. Ne é uscita verso le quattro. Ha anche dichiarato che non era<br />

la prima volta ma che accadeva ogni notte, poteva affermarlo sia per averlo constatato<br />

personalmente e sia perché la collega con la quale si alterna notte sí e notte no, le ha detto di<br />

averlo notato anche lei.-<br />

Centro! Ma perché l´avvocato avrebbe mentito?<br />

Centi si trovava nella sua camera, rispose al telefono interno<br />

-Scendo subito. Se per Lei va bene ci incontreremo nella sala di lettura.-<br />

Cesarini senza mezzi giri andó direttamente al nocciolo della questione<br />

-Avvocato, Lei mi ha nascosto la veritá, non mi ha detto che ogni notte, all´una la Balleri entrava<br />

nella sua camera e vi si tratteneva fin verso le quattro. Ci sono testimoni che lo affermano senza<br />

ombra di dubbio. Lo ammette? E c´é dell´altro, Lei come avvocato potrá capirlo senza bisogno<br />

di dettagli. Poiché certamente non occupavate quelle due o tre ore a dire il rosario, quello che<br />

invece avete fatto ha lasciato tracce inevitabili che l´autopsia ha rilevato e di cui, con l´esame del<br />

DNA, si puó individuare l´origine e attribuirlo a qualcuno senza tema di errori. Che mi dice?<br />

Non ritiene opportuno modificare la sua deposizione? Dimostrerebbe buona volontá evitandoci<br />

una perdita di tempo prezioso.-<br />

-Commissario, comprendo benissimo il suo messaggio e affermo che sono disposto a<br />

collaborare facendole peró rilevare che per ottenere l´autorizzazione a sottomettermi all´esame<br />

del DNA ci vorrebbe tempo, ammesso che l´otteniate.<br />

Sí, é vero. Ivonne ultimamente passava parte delle sue notti con me e chiaramente non<br />

recitavamo il rosario. Se non l´ho ammesso prima é perché sono un gentiluomo e ho voluto<br />

rispettarne la memoria. Inoltre in coscienza sapevo che quello che era accaduto tra noi non<br />

aveva assolutamente nulla a che fare con la sua morte.-<br />

-Quando era cominciato, l´anno scorso, due anni fa?-<br />

-Niente affatto, é cominciato quest´anno. Ormai avevo perduto le speranze non avrei nemmeno<br />

tentato. Invece, con mia grandissima sorpresa, é stata lei a prendere l´iniziativa ed io,<br />

naturalmente, non mi sono tirato indietro.-<br />

-A cosa ha attribuito questo cambiamento?-<br />

-Francamente non so, non riesco ad immaginarlo, anche perché Ivonne da questo lato é stata<br />

una grandissima delusione. Non partecipava, se Lei mi capisce. In un caso come questo e cioé di<br />

una donna sposata che tradisce il marito, si presuppone un movente molto forte, una attrazione<br />

irresistibile. Specialmente nel caso di una donna dotata di una fortissima personalitá, come lei<br />

era. E invece no. Ivonne rimaneva assolutamente passiva come una moglie che si sottopone a<br />

malavoglia ai doveri coniugali. Glielo feci notare e mi rispose ‘Sono fatta cosí, apparentemente<br />

frigida, preferisco nascondere le mie sensazioni. Se non mi piacesse ritieni che verrei qui tutte le<br />

notti mettendo a rischio la mia reputazione?’ Il ragionamento sembrava non facesse una grinza<br />

eppure non mi convinceva. Se fosse stata un´altra l´avrei mandata al diavolo ma con lei non ne<br />

12


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

sono stato capace, speravo, forse illudendomi, di riuscire a sgelarla ed effettivamente nelle ultime<br />

volte sembrava che il disgelo fosse iniziato, aveva cominciato a reagire sia pure in maniera quasi<br />

impercettibile. Le sembra strano che malgrado quello che ho detto si soffermasse nella mia<br />

camera per due o tre ore? Anche a me sembrava strano anche perché dopo l´amore che voleva<br />

far subito, quasi appena entrata, rimaneva immobile sul letto, supina, per tutto il resto del tempo.<br />

Diceva di sentire il bisogno di rilassarsi e non voleva neppure essere sfiorata. Stranissimo, non<br />

Le sembra?-<br />

Ma per Ulisse, memore delle parole della Minarelli, non era affatto strano. Era la<br />

conferma che per la Balleri quello era un sacrificio cui si sottoponeva nel disperato desiderio di<br />

maternitá e che contrastava drammaticamente con la sua indole, il suo modo di essere e l´amore<br />

per il marito. La speranza di un figlio era stata piú forte di qualsiasi altra considerazione.<br />

Aveva la quasi certezza che l´avvocato non era implicato nel delitto, tuttavia non poteva<br />

trascurare nessuna possibilitá quindi si vide costretto a porre la domanda di rito<br />

-Potrebbe dirmi come ha passato la giornata di ieri, in particolare il periodo tra le undici e le<br />

tredici?-<br />

-In parte. Posso dire che dalle otto alle nove ho giocato a tennis con Eric Lupo, che dalle nove e<br />

mezzo alle undici ho passato il tempo seduto ad un tavolino di fronte al bar scartabellando<br />

alcune pratiche e che dopo mi sono rifugiato nel fresco della mia camera perché avevo<br />

cominciato a risentire del caldo. Ne sono uscito dopo l´una quando é stato servito il pranzo.<br />

Come avrá notato esiste una breccia di un paio d´ore nel mio alibi ma che comunque non mi<br />

avrebbe dato il tempo di correre al Pian dei Mirtilli, uccidere la Balleri e tornare qui.-<br />

-Devo contraddirla, ne avrebbe avuto a sufficienza se avesse preso la strada del Passo dei<br />

Caprioli che in un tratto passa ad un paio di centinaia di metri dall´inizio del bosco del Pian dei<br />

Mirtilli. Da quel posto, avendo gambe buone, come non dubito siano le sue, si puó raggiungere<br />

il luogo del delitto in dieci minuti al massimo. Un´ora di automobile tra andata e ritorno e Lei<br />

sarebbe stato in grado di apparire nel ristorante dell´albergo. Premetto che é una ipotesi, direi<br />

scolastica, ma che non posso trascurare sebbene non credo ad una sua eventuale colpevolezza.-<br />

-Infatti non dispongo né di una auto né di una moto. In ogni caso La ringrazio della fiducia e<br />

aggiungo che la sua ipotesi mi ha dato un´idea. Interroghi Osvaldo Petrucci, chissá, forse<br />

potrebbe scoprire qualcosa di interessante.-<br />

-Osvaldo Petrucci mi sembra sia uno degli ospiti dell´albergo, se non mi sbaglio. Ma per quale<br />

ragione specifica dovrei interrogarlo?-<br />

-Associazione di idee. Possiede una auto sportiva molto veloce e negli ultimi giorni va su e giú in<br />

continuazione lungo il percorso Castione-Danzo- Passo dei Caprioli preparandosi alla Coppa<br />

Caprioli.-<br />

-Coppa Caprioli? Di che si tratta?-<br />

-La Castione-Passo dei Caprioli, una tradizionale corsa automobilistica in salita per dilettanti e<br />

vetture fino a mille di cilindrata. Si corre da una quindicina d´anni nella seconda metá di agosto<br />

ed é caratterizzata da una accesa rivalitá tra i villeggianti della valle. É un avvenimento molto<br />

importante in questa zona, forse il piú importante. di tutti, in quel giorno si fa una gran festa e il<br />

vincitore é portato sugli scudi.-<br />

-Quindi Osvaldo Petrucci sarebbe uno dei partecipanti? Ma qual´é la connessione tra questo<br />

Petrucci e la morte della Balleri?-<br />

-Osvaldo nutriva una passione che definirei morbosa per la Balleri, addirittura furibonda. E<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

non la nascondeva, anzi. Dichiarava che prima o poi sarebbe stata sua, malgrado ci stesse<br />

tentando e ritentando invano da tre anni, da quando cioé ha cominciato a frequentare Villa dei<br />

Castagni. Lei non lo sapeva, dottor Cesarini? Strano che non glielo abbiano detto, forse ognuno<br />

pensava che qualche altro l´avesse giá informato, faceva parte del folclore locale.-<br />

-Che tipo é questo Petrucci?-<br />

-Un figlio di papá, la cui occupazione principale é spendere il piú rapidamente possibile quello<br />

che il padre guadagna. Oltre alla Balleri il suo piú grande desiderio é di vincere la Coppa<br />

Caprioli, probabilmente per farsi bello agli occhi di Ivonne il che adesso é naturalmente inutile<br />

ma che anche con la Balleri viva non avrebbe approdato al risultato che sperava. Non direi che é<br />

una cattiva persona, é uno spaccone il cui difetto principale é quello di adirarsi con facilitá, c´é<br />

chi lo chiama addirittura ‘zolfanello’, difatti si infiamma non appena qualcuno urta la sua<br />

suscettibilitá-.<br />

A Ulisse il Petrucci piacque molto poco, aveva un modo di fare tracotante che lo<br />

indispettí malgrado aveva sempre tentato di non farsi influenzare da antipatie o simpatie.<br />

-Ho saputo che ha trascorso buona parte dell´altroieri sulla sua auto andando e venendo da<br />

Castione al Passo dei Caprioli e viceversa. Lo conferma?-<br />

-Lo confermo. Per caso sarebbe proibito?-<br />

-Non é affatto proibito e non vedo perché dovrebbe esserlo.-<br />

-E allora perché me lo sta rinfacciando?-<br />

Il tono di Petrucci era quasi sul punto di alterarsi, Cesarini pensó ‘Se non sto attento lo<br />

zolfanello prende fuoco’. Disse allora nel tono piú calmo possibile<br />

-Come Lei sa in quel giorno é stato commesso un delitto in una localitá distante tre o<br />

quattrocento metri da un punto a circa sei chilometri del Passo dei Caprioli. Lei potrebbe essersi<br />

trovato a passare in quello stesso momento, un poco prima o un poco dopo e aver visto<br />

qualcuno o qualcosa che potrebbe costituire un indizio per noi prezioso.-<br />

Osvaldo rimase qualche secondo sovrappensiero come per raccogliere i ricordi e concluse<br />

-Sí. Due cose attirarono la mia attenzione. Nel salire notai una moto posteggiata sul bordo della<br />

strada, di quelle grosse e potenti, tipo Harley Davidson, tanto per intenderci, ma non c´era<br />

traccia del motociclista. Comunque non osservai con attenzione, stavo salendo a velocitá<br />

sostenuta e non potevo distrarmi. Al ritorno, in discesa, vidi tre persone a cavallo traversare la<br />

strada venendo dal basso.-<br />

Cesarini lo interruppe<br />

-Potrebbe indicarmi l´ora e il posto dove ha notato la moto e i tre cavalieri?-<br />

-Sí, ma solo per questi ultimi, anche perché stavo scendendo a velocitá ridotta. Se lo ritiene utile<br />

potremmo andare sul posto e glielo indicherei con precisione, comunque ritengo che non era<br />

lontano dal Pian dei Mirtilli. Percorrendo la strada potrei anche ricordare dove ho visto la moto.<br />

Per quel che riguarda l´ora posso dirle con sicurezza che era mezzogiorno meno un quarto piú o<br />

meno perché al raggiungere il passo ho guardato l´orologio per ricavare il tempo che avevo<br />

impiegato.Se vuole potremmo andarci anche subito, con la mia auto magari.-<br />

-Grazie, no! Le confesso che preferisco la nostra “pantera” e l´autista al quale sono abituato,<br />

anche perché in tal modo Lei, senza essere distratto dalla guida, potrá concentrarsi e ricordare<br />

meglio.-<br />

Infatti ad un certo punto della salita Petrucci esclamó<br />

-È qui, é qui senza dubbio che ho visto la moto. Adesso ricordo come fosse adesso di aver visto<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

la moto ferma sullo sfondo di quella macchia di biancospino.-<br />

Fermata la “pantera” si avvicinarono al punto indicato mantenendosi ad una certa distanza per<br />

non confondere eventuali tracce. Mario Giacchin scattó varie fotografie specialmente del fondo<br />

stradale nella speranza di poter mettere in rilievo eventuali impronte di ruote.<br />

Alla fine rivolgendosi sfiduciato verso il capo<br />

-Commissario, il terreno é troppo secco, ci sono ben poche speranze di ricavarne qualcosa,<br />

comunque tenteranno al laboratorio fotografico con opportuni ingrandimenti e altri<br />

accorgimenti che quei tecnici conoscono bene.-<br />

Il posto dove i tre cavalieri avevano attraversato la strada si trovava circa quattrocento<br />

metri piú su e almeno uno dei cavalli aveva lasciato tracce inconfondibili del suo passaggio<br />

-Peccato che le motociclette non abbiano le stesse necessitá fisiologiche degli animali...- fu il<br />

commento di Giacchin che comunque non si prese la briga di fotografarle.<br />

Cesarini invece era soddisfatto, da quel punto della strada si poteva scorgere molto bene il bosco<br />

di Pian dei Mirtilli e l´alto larice sotto il quale la comitiva si era radunata poco prima della<br />

scomparsa di Ivonne Balleri.<br />

Individuare il motociclista non sarebbe stato facile, forse addirittura impossibile, poteva essersi<br />

trovato di passaggio per valicare il passo e andar chissá dove. Comunque avrebbe incaricato<br />

qualcuno per compilare l´elenco di tutti i proprietari di moto della Valle e selezionare quelli che<br />

ne possedevano una di grossa cilindrata.<br />

Per quel che riguardava i tre cavalieri invece non sarebbe esistito alcun problema, quasi<br />

certamente i cavalli erano stati noleggiati al Club Campestre e ed era facile scoprire da chi.<br />

Tornato in paese si recó personalmente al club. I cavalieri erano i due fratelli Morandini,<br />

Giovanni e Lucia, e l´innamorato di quest´ultima, Luigi Monzoni, Gigi per gli amici.<br />

Confermarono di essersi trovati a passare per quella localitá verso mezzogiorno del 26 luglio e di<br />

aver costeggiato il bosco di Pian dei Mirtilli provenendo dalla parte opposta alla posizione del<br />

grosso larice dove si trovavano i gitanti in quel momento.<br />

Inoltre Gigi e Lucia dichiararono qualcosa di molto importante, dissero di aver visto per un<br />

attimo appena una persona che stava uscendo dalla macchia e che allo scorgerli aveva fatto un<br />

fulmineo dietro front nascondendosi tra i cespugli.<br />

-Sapete chi era o almeno potreste descriverlo?-<br />

Non esitarono a dire di non aver idea chi fosse, avevano solo avuto il tempo di una fugace<br />

occhiata, potevano solo dire che era vestito completamente di verde, tanto da quasi confondersi<br />

tra il fogliame.<br />

Allora questa specie di diavolo verde esisterebbe per davvero, pensó Cesarini e domandó<br />

-Ne siete sicuri? Sarebbe un particolare di grande importanza, pensateci bene.-<br />

Gigi Monzoni non nutriva alcun dubbio e Lucia Morandini confermó<br />

-Anch´io ne sono piú che sicura, indossava un vestito verde, forse una tuta di quelle che usano<br />

gli sportivi, ma questa potrebbe essere appena una mia impressione.-<br />

-Era distante dal locale dove avete attraversato la strada?-<br />

-No, l´abbiamo fatto quasi immediatamente dopo.-<br />

Ulisse sapeva con certezza quale era il posto, uno dei cavalli l´aveva marcato in modo<br />

inconfondibile, era quasi in perpendicolare con il larice e poté quindi giungere alla conclusione<br />

che l´uomo in verde, posto che fosse lui l´assassino, dopo essersi quasi scontrato con Carletto<br />

aveva continuato a salire correndo e giunto al margine del bosco era incappato nei tre cavalieri.<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Si era celato nella macchia lasciandoli allontanare e poi ne era uscito, ma per andar dove? Una<br />

delle possibilitá era che la moto era sua e fosse andato a raggiungerla per allontanarsi il piú<br />

celermente possibile dal luogo del delitto. Appena una ipotesi, naturalmente.<br />

La strada del Passo dei Caprioli é una strada polverosa in terra battuta con traffico<br />

scarsissimo nei giorni feriali. Nel tratto che da Danzo porta al passo esistono Cassano di Sotto e<br />

Cassoano di Sopra, minuscoli abitati, alcune case raccolte attorno a due ristorantini caratteristici<br />

frequentati dai turisti al sabato e domenica.<br />

Il ragionamento di Ulisse fu di una semplicitá elementare, il 20 luglio era stato un giovedi, giorno<br />

nel quale su quella strada non passa quasi nessuno, molto probabile quindi che, ammesso che la<br />

moto provenisse da Danzo, qualcuno l´avesse notata, non passa inosservato un veicolo vistoso<br />

come sembrava fosse la moto misteriosa, almeno a stare a quanto aveva detto Petrucci. In ogni<br />

caso valeva la pena fare un tentativo.<br />

Destinó alla bisogna i fidi Alfredo e Pentassuglia, sapeva che se ci fosse stato qualcosa da<br />

scoprire non sarebbe sfuggita a quei due.<br />

Infatti i due tornarono con novitá a prima vista interessanti.<br />

Due giorni prima, cioé il giorno del delitto, un certo Giovanni Sbardella, figlio del proprietario<br />

della trattoria di Cassano di Sopra, giovane di ventun´anni che aveva appena terminato il servizio<br />

militare, aveva notato una moto colossale, furono queste le sue precise parole, salire verso il<br />

Passo. Senza dubbio era poco dopo mezzogiorno, ne era sicuro perché stava mangiando pasta e<br />

fagioli seduto sotto la veranda, era pilotata molto probabilmente da un uomo, non poteva<br />

descriverlo ma che senza dubbio non indossava abiti verdi.<br />

L´aveva poi rivista piú o meno una mezz´ora dopo scendendo in direzione di Danzo.<br />

L´ora coincideva, sia quella di andata che quella di ritorno, si poteva ammettere in via di ipotesi<br />

che il pilota fosse l´assassino di Ivonne Balleri. Avrebbe posteggiato la moto e poi percorrendo il<br />

tratto in discesa raggiunto il bosco nelle vicinanze del larice. Approfittando del momento<br />

opportuno avrebbe attaccato e ucciso la donna e poi sarebbe risalito verso la strada. Senonché<br />

aveva dapprima incontrato Carletto e gli aveva consegnato le mutandine dicendogli che era il<br />

diavolo, continuando poi a risalire si sarebbe imbattuto nei tre cavalieri occultandosi alla loro<br />

vista ma non senza esser stato notato.<br />

Non appena fuori dalla vista dei tre avrebbe raggiunto la moto per tornare. Tornare, ma dove? E<br />

qui sorgeva il dubbio piú forte. Da Cassano di Sotto non avevano visto passare nessuna moto,<br />

piccola o grande che fosse, né a salire né a scendere. Ne erano sicurissimi perché a consumare il<br />

pasto sotto la pergola dalla quale si domina la strada in quello stesso giorno tre operai addetti alla<br />

manutenzione della linea elettrica si erano trattenuti per un´oretta, proprio da mezzoggiorno all<br />

´una e se fosse passata una moto di quelle caratteristiche l´avrebbero senza alcun dubbio notata.<br />

A quanto sembrava la moto sarebbe sparita nei cinque chilometri tra Cassano di Sotto e Cassano<br />

di Sopra, ma dove poteva essere andata a finire? In quel tratto di strada non sorgono abitati né si<br />

incrociano altre vie, esiste solo un sentiero che si inoltra nel bosco e finisce dopo alcune<br />

centinaia di metri.<br />

Ulisse lo percorse a piedi insieme ai due agenti. Esaminarono accuratamente il terreno senza<br />

notare tracce di pneumatici né altro anche perché la notte precedente aveva piovuto abbastanza.<br />

Ma non si arrese, disse rivolto a Lucchesi<br />

-Distacca due agenti in gamba e mandali qui. Che ci rimangano fino a che non avranno trovato<br />

qualcosa di positivo.- Sentiva che la moto era nascosta in qualche luogo nei paraggi.<br />

16


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Tornando a Danzo rifletteva ad alta voce.<br />

-Debbo ritenere che il <strong>Diavolo</strong> Verde sia uno del posto o un villeggiante, qualcuno comunque<br />

che conosceva Carletto al punto di dirgli che era il diavolo sapendo che sarebbe stato creduto da<br />

quell´anima ingenua. Questa circostanza circoscriverebbe il campo nel quale dobbiamo agire,<br />

Danzo e i paesi vicini, ma Danzo in particolare. E tu che ne dici, Alfredo?-<br />

-In principio sí, ma per il momento é appena una ipotesi. Non abbiamo nulla di meglio sul quale<br />

lavorare ma da cosa nasce cosa e muovendoci in questa direzione potremo scoprire qualcosa di<br />

interessante. Per il caso della moto avrei intenzione di distaccare Gigi De Angelis e Claudio<br />

Strocchia, a quei due nulla sfugge, sarebbero capaci di trovare il famoso ago nel pagliaio, se non<br />

la trovano vuol dire proprio che non c´é. Del resto chi ci dice che il tizio non sia tornato sul<br />

posto piú tardi, e se ne sia andato via a motore spento almeno fino alla fine della discesa?-<br />

E invece la moto era proprio lí, al lato del sentiero che si inoltrava nel bosco.<br />

Strocchia e De Angelis avevano trascorso la giornata andando su e giú senza scoprire nulla, si<br />

era fatto tardi, cominciava l´imbrunire, la visibilitá era divenuta insuficiente, furono costretti a<br />

tornarsene con le pive nel sacco.<br />

Accadde peró che la mattina dopo a prim´ora, Andrea Luchetti, un giovane del paese, si<br />

presentava alla stazione deli carabinieri chiedendo di parlare col maresciallo.<br />

-So che due agenti ieri hanno tentato di trovare una moto senza riuscirvi, io l´ho scoperta per<br />

caso.-<br />

Piú tardi confermava a Cesarini che per il terzo giorno consecutivo saliva a Danzo nel tentativo<br />

di scoprire qualcosa di nuovo<br />

-Iersera, poco dopo l´imbrunire, ero appena entrato nel sentiero per scambiare idee con la mia<br />

ragazza e per stare piú tranquilli ci eravamo inoltrati un paio di passi nella macchia quando<br />

abbiamo notato qualcosa che non c´era mai stato prima..<br />

-Prima quando?- volle sapere Cesarini.<br />

-Due giorni prima.-<br />

-Nello stesso posto?-<br />

-Sí, é il nostro preferito, un piccolo largo fra i cespugli dove possiamo trattenerci tranquillamente<br />

senza che nessuno ci rompa le scatole. E allora l´abbiamo vista, sulle prime non capivamo cosa<br />

fosse, era una cosa alta piú o meno un metro e lunga un poco di piú. Era difficile distinguerla<br />

perché coperta da una rete mimetica poi, toccandola, mi sono reso conto di cos´era. Abbiamo<br />

lasciato tutto come stava e stamattina la prima cosa che ho fatto é stata quella di presentarmi<br />

quí.- -<br />

-Avete toccato qualcosa?-<br />

-No, nulla.-<br />

-Non perdiamo altro tempo e corriamo lassú sperando che ci sia ancora.-<br />

-È ancora lá, stia tranquillo, Commissario.-<br />

-Come fa a saperlo?-<br />

-La prima cosa che ho fatto stamattina alla prime luci dell´alba é stata quella di andare a<br />

verificare, e ho lasciato di guardia mio fratello.-<br />

Difatti la moto era lí. A un metro appena dall´inizio del viottolo che serpeggiava tra alberi e<br />

arbusti, bastava scostare le frasche di un cespuglio e si poteva scorgere immediatamente il grosso<br />

involucro che evidentemente conteneva nel suo interno la potente due ruote.<br />

Ulisse era irritatissimo, rivolto a Strocchia e De Angelis li rimproveró con aspra ironia<br />

17


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-Due schiappe, siete stati due schiappe. Come avete fatto a non accorgervi della moto che era lí<br />

a due passi da voi, praticamente sotto i vostri occhi ?.-<br />

-Commissario, chi poteva immaginare che fosse praticamente sul bordo della strada principale...-<br />

Cesarini li interruppe brusco<br />

-Giá, e chi poteva immaginare che non fosse lí?-<br />

-Oggi l´avremmo certamente trovata.-<br />

-Questo lo dite voi, é una ipotesi campata in aria, fareste meglio a mantener il becco chiuso e<br />

non continuare a dir fesserie.-<br />

In attesa del carro attrezzi che avrebbe prelevato la moto per trasportarla al laboratorio di<br />

ricerche e mentre Giacchin scattava le foto di prassi, Ulisse scrutó il terreno tutt´intorno nel<br />

tentativo di scoprire qualche traccia che potesse fornirgli un sia pur piccolo indizio. Erano<br />

passati due giorni, c´era stata di mezzo una notte piovosa ed era poco probabile trovare<br />

qualcosa. Solamente un foro sul terreno di un paio di centimetri di diametro e della profonditá<br />

di quattro dita attrasse la sua attenzione, la pioggia l´aveva riempito d´acqua che non era<br />

penetrata nel terreno argilloso, probabilmente era stato prodotto prima che piovesse, comunque<br />

nulla provava che fosse stato lasciato da chi aveva nascosto la moto.<br />

18


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap II<br />

Un avvenimento imprevisto diede una svolta inaspettata all´indagine.<br />

Sopraggiungeva la jeep del maresciallo Zotari<br />

-Dottor Cesarini, ci sono novitá. Un individuo vestito di verde sta seguendo un gruppo di<br />

escursionisti in gita al Picco delle Aquile, si nasconde tra i cespugli per non essere visto.<br />

Comunque se ne sono accorti e mi hanno avvisato servendosi di un telefonino dicendomi che si<br />

manterranno uniti in gruppo serrato e sempre allo scoperto avanzando molto lentamente per<br />

essere raggiunti da noi. Ho giá inviato l´appuntato e due carabinieri con l´ordine di raggiungere il<br />

gruppo mantenendosi a distanza per non insospettire l´individuo ma pronti ad intervenire in<br />

caso di necessitá.-<br />

-Ha fatto benissimo, non possiamo farci scappare l´occasione di acchiapparlo. Alfredo, tu rimani<br />

qui con Claudio per coordinare il prelievo della moto mentre io vado sul posto insieme al<br />

maresciallo. De Angelis verrá con noi.-<br />

Il gruppo degli villeggianti era composto da una ventina di ospiti del Grande Albergo di<br />

Danzo e stava risalendo la montagna per una delle gite tradizionali, raggiungere il Picco delle<br />

Aquile da dove si poteva avere la piú completa visione della valle e dove lo sguardo, nelle<br />

giornate di atmosfera limpida, riusciva addirittura a scorgere l´inizio della lontanissima pianura.<br />

Erano in cammino da piú di mezz´ora su per i pascoli costeggiando il bosco di abeti quando due<br />

ragazze si avvicinarono alla signora Caterina Muller per avvisarla. Una delle due, sottovoce<br />

-Mamma, qualcuno ci sta seguendo nascosto fra gli alberi.-<br />

-Non sará per caso Carletto? Non sarebbe la prima volta.-<br />

Intervenne l´altra<br />

-No, signora, non é Carletto. È un uomo alto e magro con un vestito verde. C´é stato un<br />

momento che l´ho visto molto bene. Che sia il <strong>Diavolo</strong> Verde?-<br />

Caterina Muller pensó rapida<br />

-Chiunque esso sia é meglio non correre rischi. Ho il telefonino con me e mi metteró<br />

immediatamente in contatto col maresciallo Zotari. Voi due intanto avvisate gli altri<br />

raccomandando di tenersi aggruppati e rallentando la marcia. Facciamo finta di niente, é meglio<br />

non allarmare quel tizio, non si sa mai.-<br />

Fu cosí che Zotari venne informato e e si affrettó a salire sulla Jeep per mettere al<br />

corrente Cesarini e chiedere come doveva comportarsi.<br />

Cesarini gli domandó subito<br />

-Ha il modo di entrare in contatto con quella signora? Le ha dato il numero del telefonino.-<br />

-Certo, l´ho annotato qui sul taccuino.-<br />

-Allora la chiami e le dica di continuare come se nulla fosse stato ma in gruppo serrato e<br />

rallentando al massimo l´andatura, se si potessero addirittura fermare sarebbe anche meglio.-<br />

Il maresciallo parló brevemente al telefono, poi rivolto ad Ulisse<br />

-Ha detto che potrebbero fermarsi per una mezz´oretta colla scusa di consumare la colazione.<br />

Vuol sapere se va bene.-<br />

-Benissimo, confermi. E raccomandi anche che nessuno si allontani dal gruppo, per<br />

nessunissima ragione.-<br />

19


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Zotari confermó che che era abbastanza pratico della zona e conosceva l´ubicazione del<br />

luogo dove il gruppo in quel momento si trovava. Il terreno era alquanto agevole e la jeep non<br />

avrebbe incontrato difficoltá insormontabili per raggiungere il locale.<br />

-Sarebbe possibile aggirare la posizione del gruppo in modo da venirci a trovare piú su di loro?volle<br />

sapere Cesarini.<br />

Il maresciallo ristette a pensarci sopra e concluse<br />

-Sí, penso di sí. Peró ci metteremo molto tempo in piú.-<br />

-Quanto?-<br />

-Non saprei dirlo, quel percorso l´ho fatto diverse volte, ma sempre a piedi, non posso calcolare<br />

la velocitá che potremo mantenere colla jeep. Ci sono dei punti piuttosto accidentati che<br />

potrebbero costringerci a rallentare, ma non dovrebbero esserci grossse difficoltá.-<br />

-E allora non perdiamo tempo e avviamoci. Lungo il cammino studieremo il piano di azione.-<br />

La jeep si comportó bene sul terreno irregolare, dapprima discesero lungo una valle poi<br />

risalirono su per il versante opposto fino a giungere ad incrociare un sentiero entro gli abeti,<br />

stretto ma non al punto di impedire il passaggio del fuori strada. Esattamente dopo quaranta<br />

minuti da quando erano partiti Zotari fermó la vettura<br />

-Da questo punto penso sia meglio proseguire a piedi per non allarmare il soggetto. In dieci<br />

minuti al massimo saremo in un posto da dove potremo dominare la scena e mettere in<br />

esecuzione il suo piano.-<br />

Non si sbagliava. Cesarini guardó verso il basso, si scorgeva benissimo il gruppo ancora<br />

raggruppato all´ombra di un gruppetto di faggi, piú o meno ad una trentina di metri da dove<br />

cominciava l´abetaia. Piú sotto, tra gli alberi si apriva una radura separata dal pascolo da un filare<br />

di conifere. Il posto ideale per una trappola.<br />

-Maresciallo, entri in contatto e dica che si avviino lentamente sempre costeggiando il bosco<br />

mantenendo la distanza di adesso. Noi nel frattempo scenderemo ad appostarci in quello spazio<br />

sotto di noi, libero di alberi.-<br />

L´imboscata funzionó meglio di quanto sperava, ad un certo momento videro una figura vestita<br />

di verde avanzare parallelamente al gruppo mantenendosi celato dietro gli abeti. Purtroppo per<br />

lui non aveva occhi sulla nuca e non vide il maresciallo che andava avvicinandosi e che giunto ad<br />

una distanza sufficiente intimó<br />

-Fermo lá! Mani in alto e non ti voltare altrimenti sparo!-<br />

L´uomo si immobilizzó con le braccia alzate. Immediatamente De angelis che si era avvicinato<br />

gli afferró i polsi mettendogli le manette.<br />

Poi lo costrinse a voltarsi. Zotari emise un grido di sorpresa<br />

-Mio Dio! Proprio Lei, Massimino Oggioni! Chi avrebbe potuto immaginarlo!-<br />

Era poco piú che un ragazzo, impaurito, le mani ammanettate dietro la schiena, pallido<br />

come un morto. Non riusciva nemmeno a parlare, le parole non gli sortivano dalla bocca., Ulisse<br />

si avvicinó e rivolto a De Angelis<br />

-Perquisiscilo e guarda cosa c´é nel tascapane.-<br />

L´agente lo perquisí accuratamente, frugó nel tascapane. Alla fine concluse<br />

-É pulito. Nel tascapane ci sono due panini imbottiti e un thermos ancora pieno.-<br />

Ulisse pensó ‘Attrezzatura ben strana per chi si accingerebbe ad uccidere qualcuno. Abbiamo<br />

fatto il classico buco nell´acqua.’ La delusione e la perdita di tempo lo avevano innervosito,<br />

concluse<br />

20


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-Maresciallo, portiamolo immediatamente in caserma per interrogarlo.-<br />

Sedette sulla jeep accanto a Zotari che guidava, sul sedile posteriore De Angelis con Massimino<br />

Oggioni.<br />

Poco alla volta questi prese coraggio e la parola gli tornó. Cesarini taglió corto<br />

-Risparmiati il fiato, in caserma farai le tue dichiarazioni che saranno messe a verbale e firmate<br />

da te e due testimoni. Ed ora stai zitto per non distrarre il maresciallo che deve guidare con<br />

molta attenzione perché il terreno é difficile.<br />

Quando giunsero nel paese Ulisse volle sentire prima il maresciallo<br />

-A quanto ho capito Lei lo conosce.-<br />

-Sí, é Massimino Oggioni, uno studente che passa sempre le estati qui con la famiglia, sono<br />

proprietari di un villino. Brave persone e anche lui é un ragazzo che si é sempre comportato<br />

bene. Non riesco proprio a capire cosa avesse intenzione di fare.-<br />

-Glielo dico io, son quasi sicuro che si tratta di una bravata giovanile. Secondo me voleva<br />

divertirsi e farsi bello a spese delle ragazze del gruppo. Ragazzate! Ad ogni modo sentiamo cos<br />

´ha da dirci.-<br />

Massimino confermó la versione del Commissario<br />

-Volevamo scherzare, tutto qui.-<br />

-Volevate? Ma non eri solo?-<br />

-No.Con me c´erano mio fratello Giuliano e Pietro Zanini, un nostro amico. Non appena vista<br />

la mal parata hanno tagliato la corda. Peró solo io ero vestito di verde e mi facevo intravedere<br />

ogni tanto per far provare un pó di fifa alle ragazze. Volevamo che pensassero che ero il <strong>Diavolo</strong><br />

Verde. Tutto qui, sono pronto a giurarlo.-<br />

-<strong>Diavolo</strong> Verde? E che ne sai del <strong>Diavolo</strong> Verde ?-<br />

-E chi é in paese che non lo sa? Non si parla d´altro! Carletto non si stanca di raccontare la sua<br />

avventura e la storia delle mutandine.-<br />

Zotari confermó<br />

-È vero. Malgrado gli abbia raccomandato di tenere la cosa per sé, Carletto non fa altro che<br />

andare in giro a raccontare la sua avventura. Impossibile fargli mantenere la bocca chiusa.-<br />

La rabbia non gli era ancora passata e Ulisse si sfogó somministrando all´incauto ragazzo<br />

una ramanzina coi fiocchi<br />

-Credi che sia lecito andare in giro disturbando la tranquilllitá degli altri? È una assoluta<br />

mancanza di rispetto per i villeggianti, un comportamento biasimevole sotto tutti gli aspetti. E<br />

poi considera quanto tempo prezioso hai fatto perdere al maresciallo, a me, ai carabinieri, agli<br />

agenti. Ore di lavoro e di indagini sprecati per andare appresso a tre ragazzotti incoscienti e<br />

immaturi. Dovrei dare un esempio e farti passare la notte in cella per imparare come ci si deve<br />

comportare in una comunitá civile. Per questa volta ci passerei sopra, peró bisogna vedere cosa<br />

ne pensa il maresciallo Zotari che é il responsabile per quest´area, spetta a lui, e solo a lui,<br />

decidere sul da farsi.-<br />

Anche il ritrovamento della moto non aveva portato alcun elemento positivo ed utile allo<br />

ssviluppo delle indagini.<br />

La moto che sembrava una Harley Davidson era per davvero una Harley Davidson.<br />

Apparteneva ad un turista svizzero che era venuto in Italia col proposito di percorrerla tutta<br />

dalle Alpi alla Sicilia insieme alla moglie. Il veicolo era stato rubato una qualche giorno prima a<br />

21


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Milano in un posteggio di Via Durini mentre i proprietari stavano pranzando in un ristorante<br />

nelle vicinanze. I due turisti avevano denunciato il fatto ed avevano continuato l´escursione<br />

lungo la penisola su di una potente Guzzi comprata nello stesso pomeriggio. L´assicurazione li<br />

avrebbe indennizzati, almeno cosí pensavano, senza prevedere che la moto sarebbe stata<br />

ritrovata nelle stesse perfette condizioni nelle quali era stata rubata.<br />

-Adesso se ne torneranno a Bellinzona con due moto, una per lui ed una per lei.- fu il<br />

commento di un divertitissimo Alfredo.<br />

Ma quel che fu peggio é che il veicolo, sebbene esaminato con ogni cura dagli esperti, non riveló<br />

alcun indizio che potesse far individuare il ladro<br />

Le indagini si trascinavano da diversi giorni senza che emergesse qualcosa di positivo. A<br />

questo punto non rimaneva che attendere un fatto nuovo,<br />

22


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap III<br />

Marta Costa aprí la porta dello spogliatoio del Tennis Club annesso all´albergo ed entró.<br />

Era giá in tenuta da tennis, voleva solo assicurarsi se Francesca Volatti, l´amica con la quale<br />

giocava ogni mattina, vi fosse giunta e stesse aspettandola lí dentro.<br />

Ne uscí dopo qualche secondo, aveva un´aria seria e preoccupata, chiuse la porta con la chiave e<br />

se la pose immediatamente in tasca, guardó attorno in cerca di Beppe Tricarico, l´uomo addetto<br />

alla manutenzione dei campi e che svolgeva anche funzioni di allenatore sia pure su scala ridotta.<br />

Non lo vide e si affacció dalla ringhiera che dava sul terreno sottostante dove si stendevano i tre<br />

campi da tennis ciascuno su una delle fasce di terreno disposte a gradinata.<br />

Gli fece cenno di salire, quando le fu vicino lo avvisó che aveva chiuso a chiave la porta degli<br />

spogliatoi senza dirgliene il perché, e gli raccomandó di non permettere assolutamente a nessuno<br />

di entrarvi finché non fosse giunto il direttore di Villa dei Castagni. Non rispose allo sguardo di<br />

muta interrogazione dell´uomo, gli volse le spalle e si allontanó a passo rapido dirigendosi verso<br />

l´edificio principale.<br />

Attraversato frettolosamente l´atrio entró nella saletta del direttore senza nemmeno bussare.<br />

Guido Pinotti, seduto dietro alla scrivania, la guardó con una certa preoccupazione. Conosceva<br />

molto bene Marta Costa e da anni, cioé da quando aveva cominciato a passare il periodo estivo<br />

in Villa dei Castagni, e sapeva che era una donna piena di buon senso ed equilibrata. Per<br />

irrompere nel suo ufficio alle sette di mattina senza chiedere permesso, doveva esserci qualcosa<br />

di molto serio. Per questa ragione non rimase molto stupito quando lei gli riferí con voce piatta<br />

-Francesca Volatti...l´hanno uccisa, lá negli spogliatoi del tennis. Ho chiuso la porta a chiave,<br />

eccola qui.- e gliela consegnó.<br />

Il direttore di Villa dei Castagni era un uomo di sangue freddo e decisioni rapide. Si attaccó<br />

immediatamente al telefono e compose il numero che Cesarini gli aveva lasciato per casi di<br />

emergenza.<br />

Il Commissario una quarantina di minuti dopo giá si trovava sul posto, l´agente Filiberti<br />

alla guida doveva aver fatto volare la Pantera su per la tortuosa strada di montagna per<br />

impiegarci tanto poco. Erano con lui il suo braccio destro Alfredo Lucchesi, e l´agente<br />

investigatore Fabio Pentassuglia.<br />

Pinotti li guidó al Tennis Club consegnando la chiave degli spogliatoi. Cesarini vi entró insieme a<br />

Pentassuglia mentre Lucchesi rimaneva fuori per prendere le misure necessarie ad isolare il<br />

locale. Nel frattempo sopraggiungeva la seconda Pantera a bordo della quale si trovava anche<br />

Mario Giacchin, disegnatore e fotografo che entró insieme al suo capo per scattare le foto e fare<br />

uno schizzo del locale indicando la posizione del cadavere .<br />

A prescindere dalla localitá differente, il corpo della Volatti, si presentava nelle stesse identiche<br />

condizioni di quello di Ivonne Balleri, supina, nuda dall´ombellico in giú e con i due tagli a croce<br />

sul ventre. Lo lasció nella posizione nella quale si trovava in attesa che arrivasse Roberto<br />

Melandri, il medico legale e uscí all´aria aperta. Lá fuori erano rimasti ad aspettarlo Marta Costa<br />

e il direttore che gliela presentó<br />

-La signora Costa ha scoperto il corpo un´ora fa piú o meno.-<br />

Cesarini tiró un sospiro di sollievo, aveva interrogato Marta Costa in occasione della morte della<br />

23


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Balleri e ne aveva apprezzato l´obbiettivitá e la coincisione, si limitó quindi a chiederle<br />

-Mi dica quel che é accaduto.-<br />

-Ogni mattina, alle sette e mezza, giocavamo a tennis per un´oretta. Fino alla settimana scorsa,<br />

piú o meno, ci trovavamo nella hall e venivamo qui insieme. Ma sette od otto giorni fa mi disse<br />

che preferiva venirci da sola e aspettarmi perché voleva fare prima un poco di ginnastica<br />

preparatoria, allungamento e cosí via, per evitare dolori muscolari. Stamattina non l´ho vista<br />

fuori, quindi sono entrata nello spogliatoio per vedere se c´era e l´ho trovata come Lei ha visto.<br />

Sono uscita, ho chiuso la porta a chiave, ho detto all´allenatore di non lasciar entrare nessuno,<br />

ma senza spiegargli il perché e sono corsa ad avvisare il signor Pinotti.-<br />

-Non si é accorta di nulla diverso dal solito? Non so, una sedia, un mobile spostato, qualcosa<br />

che non avrebbe dovuto esserci e invece c´era e viceversa, naturalmente.-<br />

-Non ho avuto il tempo di osservare e di riflettere, comunque, pensandoci sopra mi sembra che<br />

non ci fosse nulla che avrebbe potuto attirare la mia attenzione.<br />

-Capisco. E il signor Tricarico, dov´era?-<br />

-Nel campo numero due, stava passando il panno sul terreno.-<br />

-Grazie, signora Costa. Se per caso le viene in mente qualcos´altro, me lo faccia sapere.-<br />

Si guardó attorno come in cerca di qualcuno<br />

-Signor Tricarico, ho bisogno del suo aiuto, venga con me per favore.-<br />

Sedettero ad un tavolino poco distante, Cesarini chiese subito<br />

-Probabilmente lei é l´ultimo ad averla vista viva, escludendo l´assassino, naturalmente. L´ha<br />

vista arrivare stamattina, e a che ora?-<br />

-Erano le sette meno dieci, come del resto tutte le mattine da una settimana a questa parte.-<br />

-Come fa ad essere cosí preciso?-<br />

Tricarico esitó qualche istante prima di rispondere.<br />

-Signor Commissario, a questo punto debbo confessarle una cosa. Mi aveva incuriosito il fatto<br />

che la signora Volatti arrivasse cosí presto per rinchiudersi nello spogliatoio per una quarantina<br />

di minuti per lo meno, ho deciso di curiosare e mi sono appostato, diciamo cosí, nella macchia<br />

di oleandri. Dopo una decina di minuti ho visto arrivare Luciano Garzoni, un giovanotto di<br />

diciassette diciotto anni, che é anche mio allievo, e infilarsi nello spogliatoio. Dopo un venti<br />

minuti piú o meno ne usciva tutto circospetto guardandosi attorno e si allontanava prima che<br />

arrivasse la signora Costa. Ieri e l´altro ieri é accaduta la stessa cosa.. Ora, cosa Luciano andasse<br />

a fare e perché rimanesse chiuso nello spogliatoio femminile insieme alla signora Costa, non so,<br />

ma potrei immaginarlo Oggi peró Luciano é uscito quasi immediatamente e si é allontanato in<br />

gran fretta.-<br />

- Quel che mi sta dicendo é di estrema gravitá. Ne é proprio sicuro?-<br />

-Commissario, so benissimo che alla mia etá non si deve scherzare su certe cose ma non potevo<br />

neanche tenere la bocca chiusa.-<br />

Vennero interrotti dall´agente Pentassuglia<br />

-Dottor Cesarini, venga, vorrei mostrarle qualcosa.-<br />

Cesarini si diresse verso gli spogliatoi e vi entró seguendo l´agente che giunto alla parete gli<br />

mostró una finestra piuttosto piccola ma tale da permettere ancora il passaggio forzato di un<br />

uomo magro di corporatura. Sotto alla finestra uno sgabello<br />

-Qualcuno é uscito di lí servendosi dello sgabello, si possono scorgere le strisciate dei piedi sulla<br />

parete, e poi guardi quello che ho trovato sul telaio!- e gli mostró alcuni fili di tessuto verde<br />

24


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

”Il <strong>Diavolo</strong> Verde !” pensó immediatamente Ulisse “E stavolta non si tratta solo delle parole di<br />

uno squilibrato, o di una testimonianza vaga di due cavalieri, esiste un indizio concreto, anche se<br />

potrebbe trattarsi di una coincidenza casuale. Sembrerebbe piuttosto strano, peró.” I suoi<br />

pensieri furono interrotti dal sopraggiungere di Roberto Melandri, il medico legale<br />

-A quanto sembra ci siamo di nuovo!-<br />

Entrato negli spogliatoi si chinó per guardare da vicino il corpo steso al suolo, dopo aver chiesto<br />

a Giacchin se aveva finito di scattare le fotografie, lo giró per osservare la schiena. Rialzandosi<br />

disse rivolto a Cesarini<br />

-Gli stessi fori di entrata del corpo della Balleri, prodotti da uno stiletto a sezione quadrangolare.<br />

La morte é avvenuta al massimo tre o quattro ore fa. Solo dopo l´autopsia potró dirti di piú.<br />

Puoi farlo rimuovere.-<br />

A questo punto e in attesa del risultato dell´autopsia Cesarini pensó bene di interrogare<br />

Luciano Garzoni, chiese al direttore di rintracciarlo e farlo venire al Tennis Club, riteneva che il<br />

ragazzo trovandosi sul luogo dove un paio d´ore prima aveva visto la donna morta, ne sarebbe<br />

psicologicamente condizionato e piú propenso a confessare quel che aveva visto o fatto.<br />

Un quarto d´ora dopo Luciano si presentava al Commissario.<br />

Cesarini pensó bene di tagliar corto assumendo un atteggiamento deciso ma nello stesso tempo<br />

bonario<br />

-Raccontami per filo e per segno quello che hai fatto stamattina. Ti avviso che é meglio per te<br />

dire subito la veritá, senza nascondere nulla. È chiaro che se ti ho chiamato é perché giá só tutto<br />

o quasi. Mi mancano alcuni dettagli che tu potrai darmi facendomi risparmiare tempo prezioso.-<br />

Luciano era turbatissimo, quasi in preda al panico, il tono benevolo di Cesarini lo tranquillizzó e<br />

riuscí immediatamente a rendersi conto che la miglior cosa a farsi era mettere le carte in tavola<br />

senza tergiversazioni e reticenze<br />

-Non le nasconderó nulla, Commissario, le chiedo solo di essere discreto nei limiti del possibile.<br />

Se le hanno detto di avermi visto uscire od entrare nello spogliatoio femminile stamattina, é la<br />

veritá. Peró quando sono entrato ho trovato la signora Volatti stesa al suolo e con i tagli sul<br />

ventre, esattamente come la signora Balleri e ho capito subito che non c´era niente da fare, era<br />

giá morta. Me ne sono uscito in tutta fretta sperando di non essere visto da nessuno,<br />

sfortunatamente non é stato cosí.-<br />

-Dimmi una cosa, Luciano, ma che ci eri andato a fare negli spogliatoi femminili a quell´ora di<br />

mattina?-<br />

-Ero andato ad incontrarmi con lei, mi aspettava.-<br />

-Era la prima volta?-<br />

-No. Era una decina di giorni che ci incontravamo lí.-<br />

-Lo sapevo e so anche che rimanevate soli per un certo tempo, una ventina di minuti almeno<br />

ogni volta. Perché e cosa facevate?-<br />

-Commissario, non riesce ad immaginarlo?-<br />

-Dovrei pensare ad un incontro galante.-<br />

-Proprio cosí.-<br />

-Non ti rendevi conto che quella signora avrebbe potuto essere tua madre?-<br />

-Ma non lo era, la vedevo solo come una donna molto attraente malgrado l´etá e non ho saputo<br />

resistere.-<br />

-Era sposata e per giunta con un pezzo d´uomo, forte e vigoroso, un colonnello di cavalleria. E<br />

25


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

se se ne fosse accorto?-<br />

-Per questo ci vedevamo di mattina presto, a quell´ora lui dormiva, gli piaceva dormire fino a<br />

tardi e sapeva che la moglie andava a giocare a tennis con la signora Costa.-<br />

-Ma non ti mordeva lo scrupolo di fare, diciamo pure cosí, le corna ad una persona rispettabile<br />

come il colonnello Volatti?-<br />

-Il colonnello aveva un serio problema, perció era andato in congedo prima del tempo. Era<br />

caduto da cavallo durante un concorso ippico rimanendo ferito alla regione del basso ventre, fu<br />

operato e si salvó ma ne soffrí serie conseguenze per cui ha perso la virilitá, non funziona piú<br />

diciamo pure. E accaduto due anni fa, la signora Volatti era una donna ancora relativamente<br />

giovane in piena maturitá sessuale, e naturalmente sentiva la mancanza dell´amore fisico. Non si<br />

puó condannarla.-<br />

-In sostanza ritenevi di star facendo un´opera buona?-<br />

-Non ho mai considerato la cosa sotto questo punto di vista. Seguivo l´istinto e alla mia etá<br />

questi impulsi sono molto forti e non ti fanno ragionare.-<br />

Cesarini ripensó a quando anche lui aveva diciotto anni e in cuor suo lo assolse, effettivamente<br />

la signora Volatti era una donna ancora piacente e desiderabile, si limitó ad ammonirlo<br />

-Spero che ti renda conto che tuo dovere sarebbe stato dare immediatamente l´allarme non<br />

appena scoperto il corpo. Non facendolo hai commesso un reato, in ogni caso, almeno per il<br />

momento, lascio correre. Ma sii piú prudente in futuro.- aggiunse alla fine sapendo molto bene<br />

che di fronte a certi argomenti la prudenza va a farsi benedire. Del resto sapeva che il ragazzo<br />

non poteva aver commesso il delitto. Tricarico aveva dichiarato che era uscito dagli spogliatoi<br />

quasi immediatamente dopo esservi entrato e non ne avrebbe quindi avuto il tempo.<br />

Dopo una setttimana di indagini le cose erano rimaste al punto zero, Ulisse giorno per<br />

giorno piú preoccupato, si sfogava con Alfredo Lucchesi<br />

-Sono arrivato a pensare che il <strong>Diavolo</strong> Verde non sarebbe un diavolo ma un fantasma, si fa<br />

vedere per qualche attimo poi scompare. Cosa ci é rimasto nelle mani ? Un microscopico<br />

brandello di tessuto verde, questo é tutto. Che l´assassino della Balleri e della Volatti sia lo<br />

stesso, sembra non ci siano dubbi, Melandri lo ha confermato con i risultati delle autopsie. Il<br />

colpo alla nuca che stordisce la vittma, le quatro stilettate che arrivano al cuore, i tagli sul ventre<br />

perfettamentre identici nei due casi, parte inferiore del corpo denudata, gambe divaricate. Anche<br />

la Volatti aveva mantenuto rapporti sessuali, chiamiamoli cosí, adulterini, ventiquattr´ore prima<br />

della morte, il che conferma quanto dichiarato da Luciano Garzoni. Indubiamente adulterini<br />

perché é stato confermato che il marito era diventato impotente a causa di quella caduta da<br />

cavallo. Le due vitttime avevano una caratteristica in comune, erano adultere, per una ragione o<br />

per l´altra erano adultere, fatto che mi fa nascere un sospetto, un sospetto molto relativo per il<br />

momento, ma con una certa credibilitá, almeno in principio. Chiederóche si indaghi sul passato<br />

di ciascuno degli ospiti di Villa dei Castagni, sono un centinaio quindi non é un´impresa facile e<br />

ancora meno facile sará scrutare nel passato di ciascuno per tentar di scoprire qualcosa che ci<br />

metta sulla buona strada. E non ci resta che aspetare sperando che quel dannato non colpisca un<br />

´altra volta il che da un lato sarebbe una sciagura ma dall´altro potrebbe farci scoprire qualcosa<br />

di positivo che ci permetta di individuarlo. Speriamo comunque che questo non accada, meglio<br />

un assassino in libertá che una terza vittima.<br />

26


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap IV<br />

Finalmente il giorno tanto atteso, Castione-Passo dei Caprioli, corsa automobilistica in<br />

salita, gara riservata ai non professionisti che si snoda su di un percorso di circa trenta chilometri<br />

e che l´anno precedente era stata vinta con il tempo di ventinove minuti e quarantacinque<br />

secondi, tempo notevole date le condizioni del manto stradale non asfaltato e le curve insidiose<br />

salvo in un tratto di un cinque chilometri che viene chiamato, chissá perché, “Le Cinque Miglia”<br />

e si stende su di un falsopiano in lieve pendenza atraversando una fitta faggeta quasi sul finire<br />

del percorso, poco prima del tratto finale.<br />

Giorno di festa. Villeggianti e valligiani fin dalla mattina si erano sistemati lungo il tracciato della<br />

corsa, oltretutto era l´occasione di una scampagnata e di una colazione sull´erba.<br />

Anche Ulisse era presente, voleva approfittare dell´irripetibile occasione nella quale avrebbe<br />

potuto osservare moltissimi degli abitanti dei cinque paesi della valle e tentar di scoprire qualcosa<br />

di nuovo che smovesse le acque.<br />

Aveva mandato Lucchesi con la Pantera ad aspettarlo al cosidetto “Punto Tre” ultimo posto di<br />

rilevamento dei tempi parziali, sistemato all´imbocco de “Le Cinque Miglia”. Lui stesso, insieme<br />

a Mario Giacchin sarebbe risalito a piedi lungo i tornanti scrutando ed osservando le persone<br />

nella speranza di captare qualcosa di concreto e dare ossigeno alle indagini che languivano nel<br />

nulla o quasi. Non sapeva nemmeno lui di cosa fosse in cerca, seguiva semplicemente l´istinto.<br />

Come poteva prevedersi non trovó nulla di interessante e giunse al punto di incontro con<br />

Lucchesi pervaso da un senso di delusione.<br />

Lo sconforto lo aveva preso, sedette sull´erba deciso a dimenticare per il momento il <strong>Diavolo</strong><br />

Verde e godersi il passaggio delle automobili.<br />

Il cammino lungo e faticoso lo aveva stancato, la corsa stava per giungere alla fine, dovevano<br />

passare le ultime sette od otto vetture.<br />

Passó la numero trentasei, una macchina rossa, l´altoparlante annunció<br />

-Filippo Stasiani, su Fiat Abarth, ha stabilito il miglior tempo parziale fino a questo momento,<br />

venticinque minuti, quarantotto secondi e quattro decimi migliorando di dodici secondi il tempo<br />

di Colucci. Se giungerá al traguardo finale entro tre minuti netti avrá stabilito il miglior tempo<br />

assoluto fino a questo momento. Siamo in contatto continuo col Passo dei Caprioli per<br />

mantenervi informati in tempo reale.-<br />

Momenti di silenzio, poi riprende<br />

-In questo istante mancano trenta secondi...venti secondi...dieci...cinque..quattro...tre due...uno.<br />

Stasiani non si vede arrivare, il tempo migliore rimane ancora quello stabilito da Colucci. Ma<br />

nulla é definito, mancano ancora sei vetture. Vi daremo notizie non appena giungerá al<br />

traguardo Stasiani il cui ritardo sta divenendo per davvero inspiegabile.-<br />

Dal posto di osservazione posto sul Passo dei Caprioli si dominava con lo sguardo l<br />

´intero tratto finale a partire dall´uscita del rettilineo, seguendo i tornanti fino al traguardo. Che l<br />

´auto di Stasiani non fosse in vista significava un ritardo enorme accumulato negli ultimi<br />

chilometri.<br />

Cesarini non riuscí a concludere il ragionamento perché in quel momento passava la vettura<br />

ventidue di Luigi Felicetti. Anche il tempo parziale di quest´ultimo era migliore dii quello di<br />

Colucci e l´altoparlante annunció per la seconda volta che se l´auto ventidue fosse giunta al<br />

27


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

traguardo in tre minuti netti avrebbe stabilito, almeno provvisoriamente, il miglior tempo.<br />

Trascorsi i tre minuti Felicetti non aveva tagliato il traguardo e nemmeno era in vista sull´ultimo<br />

tratto.<br />

La situazione divenuta preoccupante, due macchine presumibilmente ferme in qualche<br />

punto nel tratto de “Le Cinque Miglia” potevano rappresentare un serio pericolo per le vetture<br />

che sarebbero sopraggiunte.<br />

La direzione della corsa prese allora la decisione drastica di sospenderla ordinando ai<br />

Commissari di controllo al “Punto Tre” di fermare gli ultimi concorrenti man mano che fossero<br />

sopraggiunti. In una corsa di amatori non si possono correre rischi imprevedibili.<br />

A questo punto Cesarini ebbe lo strano presentimento che in tutto ció ci fosse lo<br />

zampino del <strong>Diavolo</strong> Verde. Non ne capiva il perché, in realtá non vi era nulla che portasse a<br />

sospettarlo, ma nello stesso tempo sapeva che l´intuito quasi mai lo aveva ingannato.<br />

Saltó sulla Pantera insieme ai suoi fidi e ordinó a Filiberti di avviarsi su per “Le Cinque Miglia” a<br />

velocitá sostenuta.<br />

Scorse le due vetture ferme alla metá del rettilineo una dietro l´altra, i piloti discutevano<br />

animatamente e gli si avvicinarono non appena la Pantera si fermó.<br />

-Sono Ulisse Cesarini, Commissario di Pubblica Sicurezza. Perché vi siete fermati, cosa é<br />

successo ?<br />

-Venga Lei stesso a vedere.- rispose prontamente Spasiani invitandolo a seguirlo.<br />

Cinque o sei metri davanti alla Fiat Abarth, Cesarini vide il corpo di una donna, steso<br />

supino di traverso nel bel mezzo della strada, il corpo completamente denudato dalla cintola in<br />

giú e sul ventre i soliti tagli incrociati a formare una grande ics. La donna era evidentemente<br />

morta, Lucchesi se ne accertó esaminandola da vicino.<br />

A quanto sembrava il <strong>Diavolo</strong> Verde aveva colpito di nuovo.<br />

La vittima era una donna apparentemente sui trentacinque quarant´anni, doveva essere stata<br />

piuttosto avvenente, corpo pieno e ben fatto, viso dai lineamenti regolari, capelli di un castano<br />

chiaro sparsi disordinatamente al suolo.<br />

-Mi dica quello che ha visto.- chiese a Spasiani<br />

-Posso dirle ben poco. Mi sono accorto di un corpo disteso di traverso sulla strada, non c´era<br />

spazio per passare, e sono stato costretto a fermarmi. Ho tentato di soccorrerla ma mi sono<br />

accorto che ormai non c´era piú nulla da fare. Non sapevo come comportarmi, tornare indietro<br />

non potevo, sarebbe stato un rischio troppo forte. Mentre stavo pensando é sopraggiunto<br />

Felicetti ed abbiamo cominciato a scambiare idee. La situazione era molto difficile, per fortuna é<br />

arrivato Lei e ormai tutto é passato nelle sue mani.-<br />

Lucchesi si era avvicinato<br />

-Dottore, il corpo é stato trascinato sul posto, si vedono i segni sul terreno e ce ne sono anche<br />

nel bosco provenienti dal lato sinistro della strada.-<br />

-Benissimo, vedi un pó se puoi trovare qualche indizio che ci possa fornire una pista.-<br />

Giacchin giá si stava dando da fare con l´immancabile macchina fotografica scattando foto su<br />

foto.<br />

Nel frattempo sopraggiungeva un gruppetto di persone curiose di saper cosa era accaduto. Una<br />

signora si avvicinó al corpo disteso ed esclamó<br />

-Buon Dio, é Liliana!-<br />

-La conosce ?-<br />

28


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-Certo, é Liliana Casertelli,. ospite del Grande Albergo di Danzo, anche io e mio marito stiamo<br />

lá.- e indicó un uomo al suo fianco<br />

-Mi dica quello che sá.-<br />

-Beh! Le diró che siamo venuti quassú per vedere la corsa. Facciamo parte di un gruppetto di<br />

una decina di persone, tra le quali Liliana.-<br />

-È sposata ?-<br />

-Chi, Liliana? Certo che é sposata.-<br />

-E il marito era fra voi ?-<br />

-No. ha preferito rimanere in albergo a dormire. Del resto c´era da aspettarselo, non é affatto<br />

quel che si puó definire un tipo sportivo. Tutt´altro.-<br />

-E i vostri compagni ?.Sono rimasti al “Punto Tre”?<br />

-Sí, sono tutti lá. Ci aspettano per conoscere le novitá.-<br />

A questo punto Ulisse pensó bene di approfittare dell´occasione e non sprecare tempo prezioso.<br />

-Io vi lascio. Tu sai bene cosa fare, anzitutto telefona al Commissariato e dí al piantone di<br />

avvisare immediatamente Melandri e il pretore, la solita routine, insomma.- rivolto a Lucchesi<br />

-Vada pure, Commissario e stia tranquillo, tutto verrá fatto come Lei ci ha insegnato.-<br />

Il gruppetto degli ospiti del Grande Albergo di Danzo accolse la notizia con<br />

costernazione. La prima domanda di Cesarini fu<br />

-Chi l´avrebbe vista per l´ultima volta ?-<br />

Una brunetta senza peli sulla lingua fu pronta a rispondere<br />

-Ugo Perini, senza dubbio.-<br />

-Come fa ad esserne tanto sicura ?-<br />

-Beh! Ho visto Liliana allontanarsi inoltrandosi nel bosco. Dopo qualche minuto Ugo ha preso<br />

la stessa strada.-<br />

-Il che non prova niente, non significa necessariamente che questo Ugo l´abbia vista.-<br />

-Dati i precedenti non nutrirei dubbi.-<br />

-Quali precedenti ?-<br />

La brunetta aveva appena cominciato a rispondere quando una signora piuttosto anziana la<br />

interruppe<br />

-Tieni a freno la tua lingua sacrilega, Luisa!-<br />

Cesarini si rivolse alla donna che aveva parlato<br />

-Cara signora, vorrebbe avere la bontá di dirmi perché Luisa dovrebbe tenere a freno la lingua?-<br />

Ma ormai Luisa era lanciatissima<br />

-E invece parlo e diró al Commissario quello che inevitabilmente verrá a sapere, prima o poi. In<br />

albergo tutti sanno che tra Liliana e Ugo esisteva molto di piú di una semplice conoscenza e tutti<br />

sanno anche della sua predilezione per i giovanissimi.-<br />

Cesarini volle sapere<br />

-Dove potrei trovare Ugo Perini ?-<br />

-È lí, probabilmente meditando su quello che é accaduto.- e indicó un giovane seduto con la<br />

schiena appoggiata al tronco di un albero poco distante.<br />

Ulisse si diresse verso Ugo Perini che si alzó vedendolo arrivare. Era un giovane alto e<br />

avvenente e di spirito pronto.<br />

-Penso che voglia parlare con me, dottor Cesarini. Sono a sua disposizione. Le chiedo soltanto<br />

di ascoltarmi in privato. Non vorrei che altri ascoltassero quel che ho da dirle.-<br />

29


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-D´accordo, comprendo. Seguimi.- dirigendosi verso la Pantera e concluse<br />

-Sediamoci quí dentro dove nessuno potrá sentire quello che hai da dirmi. Cominciamo dal fatto<br />

che saresti stato l´ultimo a vedere Liliana Casertelli, direi anzi il penultimo perché l´ultimo é<br />

stato quello che l´ha uccisa dato che, per il momento almeno, non credo sia stato tu. Dimmi<br />

quindi la veritá, tutta, tutta, tutta. E prima di ogni altra cosa quel che esisteva fra voi due.-<br />

-Non le nasconderó che esistevano rapporti intimi, del resto sarebbe venuto inevitabilmente a<br />

saperlo.<br />

-Da quanto tempo ?-<br />

-Una ventina di giorni. Da quando l´aveva smessa di farsela con Oreste, il mio, diciamo cosí,<br />

predecessore.-<br />

-Sicché avresti avuto un predecessore nel cuore di lei.. E perché avrebbe cambiato di partner ?<br />

Questo Oreste se l´é presa molto a male ?-<br />

-Sembra di no. È mio amico e ne abbiamo parlato a cuore aperto. Ero andato a scusarmi con lui<br />

e mi ha detto di star tranquillo, cominciava ad essere stufo di Liliana e delle sue esigenze. Prima<br />

o poi me ne sarei accorto anch´io, mi avvertí.-<br />

-Non pensi che l´abbia fatto perché non voleva ammettere la delusione di una sconfitta?-<br />

-No! Mi é sembrato sincero.-<br />

-E tu, cominciavi ad essere stufo anche tu ?-<br />

-Non ne avrei avuto il tempo, da una settimana anche il marito si trovava nell´albergo e mi era<br />

divenuto impossibile fare quel che facevo prima, cioé passare buona parte della notte nella sua<br />

camera. Per questo é venuta a vedere la corsa e mi ha detto di venirci anch´io. Quando ci siamo<br />

trovati qui ad un certo momento mi ha fatto un cenno significativo e si é avviata verso il bosco.<br />

Dopo qualche minuto l´ho seguita e raggiunta. Ci siamo allontanati un poco ed abbiamo fatto l<br />

´amore sotto un albero. Mi ha confessato che non ce l´aveva fatta a resistere una settimana senza<br />

di me. Subito dopo mi ha detto di aver avuto l´impressione che qualcuno nascosto tra gli alberi<br />

ci aveva spiato. Non se ne é preoccupata molto, ‘Chi ci ha visti ha assistito a qualcosa di<br />

interessante.’ É stato il suo commento, peró ha soggiunto ‘In ogni caso sarebbe meglio spostarci,<br />

potrebbe essere un malintenzionato’ Ci siamo allontanati e poco dopo ha voluto far di nuovo l<br />

´amore, mi ha detto poi di avviarmi al Punto Tre e che lei ci sarebbe tornata poco dopo. Questo<br />

é tutto.-<br />

-Ricordi piú o meno verso che ora l´hai lasciata?-<br />

-Non ho guardato l´orologio, peró posso dirle che quando son tornato qui stava passando un<br />

´auto nera con due strisce laterali color argento.-<br />

In base a questa informazione Cesarini pensó che avrebbe potuto determinare l´intervallo di<br />

tempo durante il quale la Casertelli era stata uccisa, bastava chiedere agli organizzatori a chi<br />

apparteneva la macchina nera e a che ora era passata dal Punto Tre.<br />

Comunque, malgrado fosse convinto che l´assassino era stato il solito <strong>Diavolo</strong> Verde, voleva<br />

levarsi l´ultimo dubbio. E se Oreste avesse voluto vendicarsi ? Avrebbe anche potuto essere,<br />

perché no ?.<br />

Alcune altre domande e alla fine Cesarini si convinse che non c´era piú nulla da ricavare. Meglio<br />

spostare le indagini al Grande Albergo di Danzo e interrogare qualche altro ospite e il personale,<br />

e primo fra tutti, l´amante spodestato di Liliana Casertelli.<br />

Oreste Lupi gli causó subito l´impressione di un giovane intelligente, positivo e sicuro di<br />

sé. Aveva un alibi inattaccabile, era rimasto durante la mattinata in albergo, aveva giocato a<br />

30


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

tennis, aveva nuotato in piscina, c´erano decine di persone che avrebbero potuto testimoniarlo.<br />

Comunque Cesarini volle andare in fondo per formarsi un quadro sulle abitudini e sui gusti<br />

sessuali della Casertelli anche perché cominciava a non aver piú dubbi su quello che poteva<br />

essere stato il movente dei tre delitti.<br />

-É vero che sei stato amante di Liliana ?-<br />

-Date le circostanze debbo lasciare da parte ogni principio di riservatezza e ammetterlo.-<br />

- Perché Liliana ha voluto interrompere i rapporti, fra voi c´é stata qualche lite, qualche<br />

malinteso ?-<br />

-No! Nessuna lite, nessun malinteso, é stata una scelta sua.-<br />

-Ci sei rimasto molto male ?-<br />

-Niente affatto, anzi per me é stata una liberazione.-<br />

-Spiegati meglio e dimmi perché ?-<br />

- Perché sotto certi aspetti Liliana era insaziabile, mai soddisfatta, una ninfomaniaca nel vero<br />

senso della parola. Dopo due settimane di maratona mi aveva esaurito, ero esausto e non piú in<br />

grado di soddisfare le sue continue esigenze. Neanche Priapo ci sarebbe riuscito. Lo dissi ad<br />

Ugo quando venne a spiegarsi con me ”Non preoccuparti, amici come prima, anzi ti diró che mi<br />

hai fatto un favore. Lascia passare un pó di tempo e capirai cosa ho voluto dirti.”<br />

Una sorpresa l´ebbe quando vide il ragionier Pellizzari, era un ospite della Villa dei<br />

Castagni. Gli comandó<br />

-Come mai Lei qui ?-<br />

-Non lo sapeva? Dopo quel che é accaduto a Ivonne Balleri e alla Volatti mia moglie non se l´é<br />

piú sentita di rimanere alla Villa dei Castagni ed ha voluto trasferirsi. A me é dispiaciuto<br />

moltissimo, da cinque anni passavo le mie vacanze in quell´albergo, qui mi sento spaesato. Ma<br />

so quello che accade alla Villa dei Castagni, Ruggero Bartolomei mi tiene informato. Da quando<br />

sono qui viene a trovarmi quasi ogni giorno.-<br />

-Eravate molto amici ?-<br />

-Non direi.-<br />

-E alora, come spiega queste visite ?-<br />

-Anche lui ha intenzione di trasferirsi ma prima di decidersi vuol studiare l´ambiente, vedere se<br />

si troverá a suo agio. Lo capisco, io stesso mi son pentito di aver cambiato albergo, d´altro lato<br />

mia moglie adesso é piú tranquilla. Se lei é sposato, caro Commissario, potrá capirmi.-<br />

-Non sono sposato ma posso immaginarlo facilmente. Ricordo che quando mia mamma si<br />

metteva in testa una cosa non dava pace a mio padre finché non l´accontentava, il che succedeva<br />

quasi sempre.-<br />

-Del resto non siamo stati i primi a cambiare Villa dei Castagni per il Grande Albergo di Danzo.<br />

Per darle un esempio, anche i Casertelli fino allo scorso anno frequentavano Villa dei Castagni.-<br />

-Sa perché l´avrebbero fatto?-<br />

Pellizzari esitava a rispondere, era imbarazzato<br />

-Non mi piacciono i pettegolezzi, ma credo che la ragione risieda nel fatto che l´ambiente era<br />

divenuto piuttosto pesante per loro. Liliana era una bravissima donna in tutto e per tutto, peró<br />

aveva un debole...-<br />

Cesarini lo inrterruppe<br />

31


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-Lo so giá, non c´é bisogno che sia piú esplicito. Diciamo che aveva un temperamento piuttosto<br />

focoso e il suo comportamento sotto certi aspetti lasciava a desiderare.-<br />

Ormai quello che era stato fino a quel momento un semplice sospetto, sia pur fondato,<br />

per Ulisse divenne certezza.<br />

Le tre donne assassinate presentavano una caratteristica in comune, tutte e tre erano adultere, il<br />

che portava ad una conclusione, il serial killer sarebbe un maniaco autoproclamatosi difensore<br />

dell´integritá familiare e deciso a punire quelle donne che non rispettano il principio basico del<br />

matrimonio, la fedeltá, minacciando cosí il nucleo familiare, base del nostro sistema di vita.<br />

Lo indicava chiaramente anche il modo nel quale lasciava le vittime, corpo denudato dall<br />

´ombellico in giú, gambe divaricate, tagli a croce sul ventre, un macabro ics rosso. Rituale in cui<br />

era evidente il simbolismo sempre uguale e contenendo sempre lo stesso messaggio implicito.<br />

Inoltre Cesarini era convinto che l´assassino fosse uno degli ospiti di Villa dei Castagni o,<br />

in seconda ipotesi, qualcuno del personale dell´albergo. Molti indizi portavano a questa<br />

conclusione, le tre donne erano, od erano state, come la Casertelli, ospiti dell´hotel.<br />

Particolarmente la morte della Volatti, avvenuta nello spogliatoio del Club del Tennis, portava a<br />

quella conclusione, sarebbe stato molto difficile per un estraneo penetrarvi senza essere notato,<br />

specialmente a quell´ora di mattina.<br />

Cesarini si rese conto che per poter individuare il maniaco in tempi brevi sarebbe stato<br />

indispensabile scrutare nel passato di ciascuno dei sospettabili e scoprire a quale di loro era<br />

accaduto qualcosa di tanto drammatico da provocare un impatto violento al punto tale da<br />

convincerlo a rivestirsi del ruolo di fustigatore dei costumi.<br />

Non era un´impresa facile, occorreva investigare su decine di persone, ma assolutamente<br />

necessaria.<br />

Una volta individuado l´assassino si sarebbe studiato come attirarlo in una trappola, un<br />

trabocchetto accuratamente studiato in modo da farcelo cascare senza sospetti.<br />

32


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap V<br />

La teoria di Cesarini venne bruscamente ridimensionata qualche giorno dopo.<br />

Mancava poco a mezzogiorno quando gli telefonó Pinotti da Villa dei Castagni<br />

La voce era alterata<br />

-Commissario...una pessima notizia. Hanno ucciso la signora Donovani nel solito modo, una<br />

cameriera l´ha trovata distesa sul letto, nuda fino alla cintola e con i tagli sul ventre. È corsa ad<br />

avvisarmi ed io le sto telefonando immediatamente. Come debbo comportarmi?-<br />

-Chi altro lo sa, oltre la cameriera e Lei?-<br />

-Nessuno.-<br />

-Benissimo, mantenga la cameriera isolata e non dica nulla a nessuno per nessuna ragione. Saró lí<br />

fra una quarantina di minuti.-<br />

Cesarini sbuffó esasperato poi, rivolto ad Alfredo seduto davanti a lui<br />

-Ci risiamo! A quanto pare ne ha uccisa un´altra, é la ulteriore conferma che ci troviamo di<br />

fronte ad un cosiddetto serial killer senza la minima idea di chi possa essere, sappiamo solo che é<br />

alto e ha la mania di vestirsi di verde. Mentre io telefono al pretore e al dottor Melandri tu avvisa<br />

Filiberti di trovarsi immediatamente avanti all´uscita con la Pantera, Pentassuglia e Giacchin<br />

vengono con me, ci seguirai in un´altra vettura con quattro agenti, sceglili tu.-<br />

Il direttore di Villa dei Castagni lo aspettava<br />

-Commissario, é un vero disastro, mi sembra di vivere un incubo...-<br />

Cesarini taglió corto<br />

-Ha seguito le mie istruzioni?-<br />

-Alla lettera. Nessuno sa niente e Giuseppina, la cameriera, si trova nel mio ufficio con la<br />

proibizione assoluta di uscirne.-<br />

-La chiami, é bene che venga con noi e dirci come l´ha scoperta.-<br />

La camera della Donovani era al primo piano, l´ultima del corridoio terminando in una robusta<br />

portafinestra a vetri che dava su di un balcone all´ombra di un gigantesco castagno.<br />

Chiese a Pinotti di aprire la porta. Questi lo fece servendosi della passepartout, poi lasció che il<br />

Commissario entrasse per primo.<br />

La donna giaceva di traverso sul letto, senza i pantaloni del pigiama, la giacca era spostata verso l<br />

´alto del corpo in modo che i tagli spiccavano nitidi sul bianco del ventre. Il rituale sempre<br />

uguale confermava l´ipotesi di una forma di simbolismo.<br />

Si guardó d´attorno a lungo per esaminare la stanza e scoprire eventuali indizi rivelatori,<br />

ma non trovó nulla. Fece allora entrare Giacchin per fare uno schizzo del locale segnalando la<br />

posizione del corpo e scattare le solite foto. Uscendo vide Pentassuglia che faceva cenno di<br />

volergli parlare.<br />

-L´uomo é entrato da quel finestrone che si apre solo dall´interno, ha tagliato il vetro facendo un<br />

buco circolare evidentemente con una scheggia di diamante, ha infilato la mano e girato la<br />

maniglia per aprire. Il pezzo di vetro tagliato é rimasto sul pavimento del balcone, si puó vedere<br />

attraverso la finestra chiusa, mi son guardato bene dall´aprirla. Poi se ne é uscito per la stessa via<br />

avendo cura di chiudere. Arrivare sul balcone gli é stato facile arrampicandosi su per il castagno<br />

e aggrappandosi a quel ramo che sembra stia lí apposta per questo, poi se ne é andato seguendo<br />

33


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

lo stesso cammino.-<br />

-È molto probabile che sia stato proprio cosí. In questo caso é bene isolare l´area attorno all<br />

´albero per una fascia di una trentina di metri fino al muro di cinta ed esaminarla con la massima<br />

cura. Pensaci tu, fatti aiutare da Filiberti.-<br />

Nel frattempo era sopraggiunto Lucchesi con i quattro agenti. Confermó al capo di aver avvisato<br />

il pretore e il dottor Melandri che sarebbero giunti da lí a poco. Cesarini gli ordinó di isolare quel<br />

tratto del corridoio e non permettere a nessuno di avvicinarsi. Nel frattempo infatti un paio di<br />

persone incuriosite dal movimento insolito si erano avvicinate e stavano facendo domande per<br />

sapere cos´era accaduto.<br />

Cesarini disse a Pinotti che poteva avvisare i familiari della vittima e di aspettarlo in<br />

direzione per un rapporto dettagliato, l´avrebbe raggiunto subito dopo l´arrivo del medico legale<br />

Melandri e il pretore Osvaldo Simoni, che giunsero quasi insieme.<br />

-Bruttissimo affare. – commentó Simoni dopo aver dato una rapida occhiata.- Melandri, faccia<br />

quel che deve fare e poi il corpo potrá essere rimosso.-<br />

A questo punto Ulisse si rivolse al medico<br />

-Roberto, quel che mi interessa sapere al piú presto possibile é l´ora della morte. Mentre tu<br />

cerchi di scoprirlo io scendo insieme al dottor Simoni per avere informazioni dal direttore dell<br />

´albergo.-<br />

Pinotti gli disse subito di aver incaricato sua moglie di avvisare Donovani, il marito della morta.<br />

-Nora lo conosce meglio di me. Tra l´altro era anche amica intima di Franca, erano moltissimi<br />

anni che veniva qui a passare l´estate, si puó dire fin da ragazza. Del resto anch´io le ero molto<br />

amico.-<br />

-Stando cosí le cose posso sperare che potrá fornirmi informazioni molto utili. Mi dica tutto<br />

quel che sa.-<br />

-Beh! Franca Frascetti, era il suo nome da nubile, passava le estati qui da moltissimi anni, non<br />

saprei dirle quanti, fin da quando era ragazza, come ho detto prima. Sei o sette anni fa ha<br />

sposato Giorgio Donovani ed ha continuato a venire regolarmente quassú...-<br />

Cesarini lo interruppe<br />

-Hanno figli?-<br />

-Sí, due bambine.-<br />

-E dove sono in questo momento?-<br />

-A Viareggio, in casa dei nonni Frascetti. Il pediatra ha raccomandato che andassero al mare e<br />

non in montagna. Franca invece é venuta qui perché non sopporta l´aria di mare, non so quale<br />

ne sia la ragione. Comunque le diró che Franca era una creatura eccezionale, mite, altruista,<br />

sempre tranquilla, in tanti anni mai un problema, sempre in ottimi rapporti con tutti, ripeto, una<br />

creatura eccezionale.-<br />

-Adesso peró metta da parte i suoi sentimenti personali e mi dia una risposta molto sincera.<br />

Prima peró devo metterla al corrente di qualcosa che abbiamo mantenuta in segreto,<br />

sospettiamo che l´assassino sia un maniaco che si considera un giustiziere e vuol tutelare i buoni<br />

costumi. Infatti abiamo assodato che le prime donne da lui uccise erano adultere, tutte e tre.<br />

Devo quindi sospettare che anche la Donovani potrebbe essere stata un´adultera e lui si é<br />

ritenuto in dovere di far giustizia. A tal proposito qual´é la sua opinione?-<br />

-Sinceramente la considero una ipotesi assurda. Escludo nella maniera piú radicale che Franca<br />

Donovani abbia potuto comportarsi in tal modo.-<br />

34


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

-Non sia cosí categorico. Non dimentichi che anche nel caso di Ivonne Balleri aveva escluso la<br />

possibilitá che potesse essersi verificato un adulterio. Eppure... sa bene che invece non era cosí e<br />

i fatti l´hanno smentito.-<br />

-Questo é vero e ancora mi riesce difficile crederlo. Peró la Balleri la conoscevo relativamente<br />

mentre conoscevo a fondo Franca. Non lo considero possibile per due ben precise ragioni. In<br />

primo luogo perché Franca, devo ammetterlo, era bassotta, grassottella e decisamente bruttina in<br />

modo tale da non poter suscitare un qualsiasi interesse sessuale e in secondo luogo perché lei<br />

stessa nei riguardi del sesso era assolutamente indifferente, lo considerava addiritura qualcosa di<br />

fastidioso. Questo l´ho saputo da mia moglie che, come le ho detto prima, era sua amica intima<br />

tanto che molto spesso Nora é stata sua ospite nella casa di lei a Milano. Se si é sposata é stato<br />

unicamente per avere figli, la sua suprema aspirazione. Difatti si é sposata quando aveva trent<br />

´anni e ha scelto Giorgio Donovani che é un bell´uomo forte e robusto proprio per mettere al<br />

mondo figli belli, forti e robusti, e solamente per questo. Lo ha confidato a Nora la quale, da<br />

buona amica, le aveva sconsigliato di sposare Giorgio, di quattro o cinque anni piú giovane di<br />

lei. ‘Quello ti sposa per interesse e non per amore’ l´aveva avvertita ‘E che me ne importa?<br />

Neanch´io provo qualcosa per lui, quello che mi interessa é il suo sangue buono e migliorare la<br />

razza O pensi che voglia dei figli bassi, grassi e brutti come me?.’ Le aveva risposto senza peli<br />

sulla lingua. No, dottor Ulisse, é impensabile che Franca possa aver avuto una avventura<br />

extraconiugale.-<br />

-Mi parli un pó di questo Donovani. Cosa fa?-<br />

-È socio della moglie nella “Fravani”, una azienda di importazione esportazione. L´hanno<br />

fondata Giovanni Frascetti e Luigi Donovani, padri dei due. In un primo tempo la societá era al<br />

50%, in seguito, non saprei dirle perché, i Donovani sono passati a possedere solo il 20%. Con il<br />

matrimonio le cose si sono ristabilite, praticamente é avvenuta una fusione.-<br />

-Quindi sarebbe stato un matrimonio di interesse.<br />

-Dal lato di lui, senza dubbio. Per Franca invece le ragioni erano diverse, come le ho detto<br />

pocanzi.-<br />

Furono interrotti dal sopraggiungere di Melandri<br />

-E allora?- chiese Cesarini<br />

-Ho finito, stanno aspettando che arrivi il furgone per trasportare il corpo all´istituto. Al<br />

momento posso solo dirti che la morte é avvenuta molto probabilmente entro mezzanotte e le<br />

due, il margine di errore é molto limitato. Puoi basarti su quest´orario per iniziare le indagini.<br />

Domani verso mezzogiorno ti daró altri dettagli.-<br />

Indagini che peró durante l´intero pomeriggio non diedero risultato alcuno. Le<br />

dichiarazioni del personale di servizio di Villa dei Castagni non portarono nessuna luce.<br />

Anche l´esame accurato del terreno attorno al castagno fu praticamente inutile, del resto su quell<br />

´area molte persone erano passate durante la mattinata e i bambini vi avevano giocato.<br />

Cesarini e i suoi fidi avevano interrogato a lungo le cameriere, i due barman e il resto del<br />

personale ma senza riuscire a cavarne niente di interessante.<br />

Ulisse si era riservato il compito di parlare con alcuni ospiti di Villa dei Castagni, tra i quali<br />

Ruggero Bartolomei gli parve particolarmente addolorato. Appoggiandosi all´immancabile<br />

bastone il professore dichiaró<br />

-Sono costernato, dottor Cesarini, Franca Donovani era una creatura unica, sotto tutti gli aspetti,<br />

un esempio di vita. Quasi tutti la conoscevano da anni e mai durante tutto questo tempo c´é<br />

35


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

stato qualcosa da rimproverarle. Era un esempio vivente di quello che deve essere una buona<br />

madre di famiglia. Esemplare. Non riesco a capacitarmi che ci sia stato qualcuno che abbia<br />

potuto toglierle la vita. Chi potrebbe essere stato? Non ne ho la minima idea, di certo un<br />

degenerato, forse un pazzo, perché solo un pazzo avrebbe potuto compiere un atto cosí crudele<br />

e ingiusto.-<br />

Gli altri ospiti dell´albergo dissero piú o meno le stesse cose, tutti indignati, tutti consideravano<br />

incomprensibile quel che era accaduto.<br />

Cesarini ebbe anche modo di conoscere il marito di Franca. Giorgio Donovani giunto a<br />

Danzo un paio d´ore dopo la telefonata di Nora Pinotti. Gli fece una buona impressione, era<br />

addolorato ma riusciva a contenere il dolore nei limiti del possibile. Gli sembró realmente<br />

affezionato alla moglie, probabilmente era stato conquistato se non dalla sua bellezza, dalla<br />

dolcezza del carattere. La sua maggiore preoccupazione erano le due figlie, attaccatissime alla<br />

madre<br />

-Non so proprio come faró a dirglielo, povere creature! Telefono subito a Viareggio per<br />

informare i suoceri e insieme studieremo come dar la notizia alle bambine poco alla volta.-<br />

Se la giornata non terminó in un fiasco assoluto fu per merito di Lucchesi che aveva<br />

preso per suo conto l´iniziativa di interrogare gli abitanti delle villette circostanti.<br />

Dopo alcune visite andate a vuoto aveva finalmente incontrato una donna in grado di dirgli<br />

qualcosa di interessante.<br />

Era una simpatica signora di mezza etá che stava potando le rose nel giardino<br />

-Sí, effettivamente ieri notte é accaduto qualcosa di insolito. Verso mezzanotte o forse un poco<br />

dopo, ho sentito il rumore di un auto che si avvicinava cessando poi di colpo. Mi sembrava<br />

provenisse dalla parte posteriore della villa, proprio dietro al muro di cinta. Alk, il nostro cane<br />

lupo, subito dopo aveva abbaiato a lungo per poi smettere. Peró dopo una mezz´oretta o giú di<br />

lí, aveva ripreso ad abbaiare e ed é stato allora che ho sentito chiarissimo il rumore della messa<br />

in moto di un´auto che subito dopo si allontanava.-<br />

Erano molte le probabilitá che si fosse trattato dell´assassino. Cesarini si recó immediatamente<br />

sul luogo ed effettivamente si vedeva che le erbacce, in quel punto alte una cinquantina di<br />

centimetri, erano state danneggiate da qualcosa che potevano essere le ruote di un´auto.<br />

Comunque non si scorgevano altre tracce all´infuori dell´erba pestata.<br />

Piú tardi, sulla via del ritorno, Ulisse ragionava con sé stesso. L´ipotesi di un giustiziere<br />

protettore dei buoni costumi era andata a monte. L´assassinio di Franca Donovani non poteva<br />

venire considerata l´eccezione che conferma la regola, del resto la credenza che l´eccezione<br />

conferma la regola lui l´aveva da sempre considerata una tremenda corbelleria senza alcuna base<br />

logica. Comunque la testimonianza della signora Adelaide, quella che aveva sentito i rumori dell<br />

´auto, coincideva con l´orario del delitto che aveva indicato Melandri. Da mezzanotte alle due,<br />

aveva dichiarato il medico e anche l´intervallo di tempo tra il probabile arrivo della macchina e la<br />

successiva partenza si incassava perfettamente col tempo che avrebbe impiegato l´assassino per<br />

scavalcare il muro di cinta della Villa dei Castagni, arrampicarsi sul castagno e arrivare cosí al<br />

balcone, compiere il delitto e ritornare all´auto. Questo porterebbe alla conclusione che l<br />

´assassino non sia di Danzo, altrimenti non avrebbe avuto bisogno di servirsi di un´automobile,<br />

e quindi non sarebbe nemmeno un ospite dell´albergo. A meno che non si sia trattato di una<br />

abile mossa per fuorviare le indagini. È una ipotesi machiavellica ma da venir presa in<br />

considerazione per quel che vale.<br />

36


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Anche la mattinata seguente si era esaurita in una serie di sforzi inutili. Ma le cose<br />

migliorarono decisamente dopo la telefonata di Melandri<br />

-Ho notizie molto interessanti...- aveva cominciato col dire quando Ulisse lo interruppe<br />

-Ne abbiamo estremo bisogno perché qui ci troviamo in un vicolo cieco.-<br />

-Penso di potertene far uscire e non farti perdere tempo su di una pista sbagliata. Ti diró subito<br />

che sono giunto alla conclusione che chi ha ucciso la Donovani non é lo stesso individuo che ha<br />

assassinato le altre tre.-<br />

-Ne sei sicuro? Da cosa lo deduci?-<br />

-Ne ho la certezza assoluta e per tre ragioni inconfutabili. Uno: il colpo alla nuca é stato inferto<br />

da un corpo sferico ma a contorno perfettamente regolare e non frastagliato come nei casi<br />

precedenti, inoltre ha un diametro maggiore di un centimetro abbondante. Due: L´arma del<br />

delito non é stato uno stiletto a sezione triangolare ma rotonda. Tre: i tagli sul ventre, che nel<br />

caso di quello che tu chiami il <strong>Diavolo</strong> Verde erano di una precisione direi quasi chirurgica,<br />

come fatti con un bisturi dotato di limitatore di profonditá, in questo caso invece sono molto<br />

irregolari sia in profonditá che nel contorno, come se fossero stati eseguiti da una mano esitante.<br />

Conclusione, l´assassino in questo caso non puó essere stato il <strong>Diavolo</strong> Verde .-<br />

-Ne hai la certezza assoluta? Guarda che quanto mi hai riferito cambia tutto!-<br />

-Lo so, ma ti confermo che non ho il minimo dubbio su quanto ti ho detto. Ah! E dimenticavo<br />

di dirti che la Donovani non aveva mantenuto nessun rapporto sessuale almeno negli ultimi<br />

quindici giorni.-<br />

-Da cosa lo hai dedotto? Potrebbero essere stati usati profilattici...-<br />

-No! No! L´ho dedotto da un insieme di indizi che sarebbe troppo lungo starti a spiegare.-<br />

Decisamente la situazione era cambiata di colpo e in senso positivo, in primo luogo<br />

perché permetteva di ritornare all´ipotesi del giustiziere per i primi tre casi e poi perché nel caso<br />

della Donovani le indagini si potevano orientare su basi di logica seguendo schemi tradizionali.<br />

Fu costretto ad ammettere, malgrado l´iniziale simpatia che aveva suscitato in lui Giorgio<br />

Donovani, che il sospetto numero uno, e per il momento l´unico, era proprio il marito di<br />

Franca, non ce n´erano altri in vista.. Ma c´era dell´altro a mettergli una pulce nell´orecchio.<br />

Giorgio Donovani aveva trascorso i due ultimi fin di settimana in Villa dei Castagni con la<br />

moglie e i due coniugi li avevano passati in castitá assoluta. Un uomo giovane e vigoroso<br />

normalmente ha delle esigenze sessuali da soddisfare, va bene che il sex-appeal di Franca era<br />

pressocché inesistente, ma di notte, allo scuro sotto le lenzuola tutti i gatti sono bigi. É proprio il<br />

caso di dire, gatta ci cova. Probabile l´esistenza di un´amante.<br />

Avrebbe orientato le indagini in quella direzione senza perder tempo. E Cesarini non<br />

perse tempo. Si attaccó immediatamente al telefono per mettersi in contatto con Fausto<br />

Andreoli, suo amico e collega che comandava una sezione importante nella Questura di Milano.<br />

Avevano studiato insieme e fra loro era rimasta una solida amicizia. Fausto Andreoli disse senza<br />

preamboli<br />

-Non é Natale né il mio compleanno. Se mi hai telefonato é perché ti serve qualcosa. Di che si<br />

tratta?-<br />

-Mi servono urgentemente, no!, urgentissimamente, informazioni dettagliate su Giorgio<br />

Donovani, abita in Via Ladislao, 124 ed é dirigente di una societá, la Frascani, via Duretti, 69.<br />

Fammi sapere al piú presto vita e miracoli di questo tizio, che ne dicono i vicini, il suo tenore di<br />

37


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

vita, le sue abitudini, in modo speciale se ha un´amante e cosí via...-<br />

-É quel tizio la cui moglie sarebbe stata assassinata dal serial killer che ne aveva giá fatto fuori<br />

altre tre ?-<br />

-Proprio lui. Sono peró sorti dubbi e devo orientare le indagini anche in questo senso. Perció<br />

datti da fare e fammi sapere qualcosa al piú presto possibile.-<br />

-Sta tranquillo, mi metto subito in moto ed in ventiquattr´ore al massimo ti faró sapere vita,<br />

morte e miracoli di Giorgio Donovani.-<br />

Il primo passo era dato, non restava che attendere le informazioni che gli avrebbe passato<br />

Andreoli, sapeva che sarebbero state esaurienti sotto ogni aspetto. Fausto era di una efficienza<br />

sorprendente e disponeva di un gruppo di investigatori ben preparati, da questo lato non gli<br />

restava che attendere. Ma non sarebbe rimasto con le mani in mano, chiamó Lucchesi e lo mise<br />

al corrente delle novitá<br />

-Senza perdere nemmeno un minuto, corri alla Villa dei Castagni e informati su come erano stati<br />

i rapporti in pubblico tra i due coniugi nelle ultime volte che sono stati insieme. Come si<br />

comportavano, se passavano molto tempo insieme e quale impressione trasmettevano se cioé<br />

erano una coppia felice o almeno serena o si notava una certa tensione fra loro.-<br />

-Parto immediatamente, ormai mi sono fatto amici tra il personale dell´albergo, se esisteva<br />

qualcosa di anormale me lo sapranno dire, quella gente da questo lato é munita di antenne<br />

sensibilissime.- e si volse per uscire dalla sala ma, giunto sulla soglia, si fermó e voltandosi verso<br />

Cesarini<br />

-Capo, mi é venuto in mente qualcosa. Lei sa come é fatto Pentassuglia, un segugio nel senso piú<br />

completo della parola, quasi una macchina investigatrice che si comporta automaticamente<br />

secondo i canoni piú rigidi. Ieri l´ho sorpreso mentre esaminava la Mercedes di Donovani<br />

mentre l´uomo si tratteneva con Lei nello studio del direttore. Chissá, forse ha notato qualcosa<br />

che allo stato attuale dei fatti potrebbe venir valutata sotto una luce diversa. Sta qua fuori, gli<br />

dico che vuol parlargli.-<br />

Pentassuglia ammise imbarazzatissimo<br />

-Forse non avrei dovuto farlo, ma in me é scattato qualcosa di automatico. Tutti sono sospetti<br />

almeno finché l´assassino viene scoperto, i mariti in primo luogo.-<br />

-Hai fatto benissimo, invece. Peró non devi aver scoperto nulla di anormale, altrimenti me l<br />

´avresti detto subito. Ma adesso le cose sono cambiate, fai uno sforzo mentale e dimmi se c´era<br />

qualcosa che ti abbia, per lo meno, incuriosito.-<br />

-Beh! Mi ha incuriosito il bollino del cambio dell´olio, sa?, quell´adesivo che ti incollano sotto il<br />

cruscotto e dove sono indicati data e chilometraggio. L´istinto del poliziotto ha prevalso ed ho<br />

osservato la data, l´altro ieri, quindi il giorno precedente il delitto, ho calcolato rapidamente la<br />

differenza tra i chilometri marcati sul tagliando e quelli che segnava il contachilometri, 175, cioé<br />

esattamente la distanza tra Milano e Danzo.-<br />

-Apparentemente significa poco ma potrebbe anche significare molto. Devo saperne di piú.<br />

Dove é stato effetttuato il cambio? E non dire che non l´hai notato, non ti crederei.-<br />

-Ad una stazione di servizio Esso.-<br />

-Ottimo. E allora corri immediatamente a Milano e indaga sulle stazioni di servizio Esso nelle<br />

vicinanze di Via Ladislao e di Via Duretti. Interroga il personale e vedi quel che puoi cavarne.<br />

Poi mi telefonerai riferendomi il risultato e eventualmente in base a questo ti daró nuove<br />

38


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

istruzioni. Mi sembra che hai una sorella sposata che vive a Milano, penso che ti potrá ospitare<br />

per una notte nel caso tu debba rimanere lí fino a domani.-<br />

-Nessun problema, Commissario. Mia sorella e mio cognato saranno felicissimi di avermi con<br />

loro e i due nipotini ancora di piú. Una serata in famiglia ogni tanto é quel che ci vuole per uno<br />

scapolo incallito come me.-<br />

-Eh! Chissá che non ti venga la voglia di prender moglie. Sarebbe ora.-<br />

Pentassuglia gli telefonó quella sera stessa.<br />

-Missione compiuta, Capo. Ho imbroccato al primo colpo la stazione di servizio, poco lontano<br />

da Via Duretti. Ricordavano molto bene di aver fatto il pieno di carburante e il cambio dell´olio<br />

alla Mercedes. Il funzionario che se ne é occupato mi ha detto qualcosa che mi ha lasciato<br />

perplesso, aveva fatto notare al Donovani che il cambio del lubrificante non sarebbe stato<br />

necessario, era stato fatto una decina di giorni prime e l´auto non aveva nemmeno percorso<br />

mille chilometri. Ma Donovani ha insistito perché, disse, avrebbe dovuto fare un lungo viaggio<br />

attraverso l´Europa e voleva avere l´auto a posto al cento per cento. Gli ha detto anche di<br />

piazzare il tagliando in un luogo ben visibile perché voleva tenerlo sempre sottocchio. Strano,<br />

no?-<br />

Molto strano, e che da molto a pensare, rifletté Cesarini. Che si tratti di un tentativo, piuttosto<br />

goffoin realtá, di precostituirsi un alibi ? Potrebbe anche darsi, del resto, simpatia a parte,<br />

Giorgio Donovani non mi é sembrato brillare di eccessiva intelligenza. Comunque si faceva<br />

necessario chiarire in modo definitivo questo punto<br />

Dall´altro capo del filo Pentassuglia era impaziente<br />

-Che debbo fare, Capo ?-<br />

-Stammi a sentire. Domani mattina a prim´ora informati presso le agenzie di autonoleggio se l<br />

´altro ieri sera Giorgio Donovani avrebbe noleggiato un auto. In caso positivo sai bene quel che<br />

devi fare. Ah! E comincia da quelle nell´aeroporto di Linate -<br />

-Ho capito. Non dubiti, Capo, se c´é qualcosa sotto stia pur certo che la scopriró.-<br />

-Mantienimi informato. Ci sentiremo domani e per adesso buona notte.-<br />

Fu una giornata campale.<br />

Cominció con la telefonata di Fabio Pentassuglia. Era euforico<br />

-Capo, siete un mago! Ho fatto centro al primo colpo! Effettivamente alle ventuno del 12 agosto<br />

il Donovani ha noleggiato un´auto alla Hertz di Linate e l´ha restituita alle otto della mattina<br />

dopo. Dalla bolletta relativa all´operazione ho rilevato i chilometraggi iniziali e finali, trecento<br />

sesstanta chilometri, andata e ritorno Milano Linate -Danzo. Ho chiesto di vedere la macchina<br />

che da quel momento era rimasta ferma nello stazionamento e non era ancora stata lavata. Sul<br />

paraurti anteriore, nei punti di attacco alla carrozzeria si possono vedere chiaramente alcuni fili d<br />

´erba rimasi presi negli interstizi. Ho raccomandato di lasciarla nello stato in cui si trova, senza<br />

toccarla. Penso che i nostri tecnici del laboratorio, tra le altre cose, potranno accertare se l´erba<br />

corrisponde a quella pestata dietro al muro di cinta della villetta della signora Adelaide. Penso<br />

proprio di sí.-<br />

Ulisse esultava, finalmente stava per mettere le mani su di un assassino, almeno uno perché quell<br />

´altro era ancora una incognita assoluta. Ma per lo meno un successo, sia pure parziale, avrebbe<br />

rianimato la squadra fino a quel momento demoralizzata dalla mancanza assoluta di risultati.<br />

Gli erano ormai rimasti pochissimi dubbi. Donovani aveva tentato di precostituirsi un alibi<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

assolutamente inconsistente ed anzi maldestro e controproducente perché se non lo avesse fatto<br />

difficilmente saremmo andati ad indagare alle agenzie di noleggio. Pensando di avere le spalle<br />

coperte é salito a Danzo, ha lasciato la macchina dietro al muro della villetta, poi ha scavalcato il<br />

muro, aperto un varco nel vetro della porta finestra ed é entrato nell camera della moglie, l´ha<br />

ucccisa e rifatto il cammino all´incontrario. La mattina dopo ha consegnato l´auto e se ne é<br />

probabilmente andato in ufficio convinto di aver compiuto il delitto perfetto. Per completare il<br />

quadro nei dettagli e scoprire il movente, non si ammazza la moglie solo perché é brutta, mi<br />

occorrono le informazioni che aspetto da Fausto.<br />

Per guadagnar tempo si recó direttamente alla Questura di Milano a riceverle in prima mano.<br />

Quello che Fausto gli riferí confermava ció che piú o meno giá sapeva, ma esisteva anche<br />

un fatto nuovo che spiegava ogni cosa.<br />

Girgio Donovani aveva un´amante, Marika Zolktar, una giovane ungherese venuta in Italia per<br />

tentare la carriera da attrice. Aveva giá ottenuto qualche piccola parte prima di conoscerlo.<br />

Giorgio se ne era innamorato al punto da impegnarsi al di lá delle sue possibilitá per farle<br />

ottenere una parte di una certa importanza in un film che si stava girando in Lombardia e a tale<br />

scopo era intervenuto con un apporto finanziario di notevole entitá. Nell´ambiente si diceva che<br />

aveva letteralmente perso la testa per la ragazza che lo dominava e gli faceva fare quel che<br />

voleva, e poiché personalmente non disponeva di risorse adeguate, si doveva ragionevolmente<br />

ritenere che avesse fatto ricorso ai fondi della Fravani, naturalmente all´insaputa dell´azionista di<br />

maggioranza, cioé la moglie, la quale sarebbe inevitabilmente venuta a saperlo, prima o poi, con<br />

conseguenze facilmente prevedibili e soprattutto inevitabili.<br />

Il quadro era delineato, il movente piú che chiaro. “Cherchez la femme”, avrebbero detto i<br />

francesi.<br />

A questo punto doveva fare una visita alla Fravani, sperando di incontrarvi Donovani e<br />

metterlo con le spalle al muro.<br />

Giorgio c´era. Si fece annunziare ed entró nell´ufficio insieme a Lucchesi e Pentassuglia..<br />

Donovani li accolse cortesemente ma si vedeva chiaramente che era teso e preoccupato.<br />

Domandó esitante<br />

-Che sorpresa, Commissario! A che devo l´onore della sua visita ?-<br />

Cesarini attaccó senza perder tempo, voleva approfittare del momento di incertezza<br />

-Le diró subito che sono sorti elementi nuovi e non abbiamo piú la certezza che sua moglie sia<br />

stata assassinata dal serial killer. Abbiamo dovuto quindi dare una svolta alle indagini ed<br />

esaminare i movimenti nella notte tra il dodici e il tredici agosto di tutte le persone<br />

eventualmente interessate, tra le quali naturalmente Lei, dottor Donovani. Cosa dichiara ? -<br />

-L´ho passata nella mia casa, come del resto le notti del lunedí e martedí, quando sono tornato<br />

da Danzo.-<br />

-Ne é proprio sicuro ? Se la sente di dichiarare che non é andato e tornato da Danzo in quella<br />

notte ? -<br />

-Sicurissimo, dottor Cesarini. Come avrei potuto dimenticarmene ? Il fatto é che non ci sono<br />

stato. Anzi, ripensandoci bene posso anche provarlo. Mercoledí sera, il dodici agosto, appunto,<br />

ho fatto cambiare l´olio alla mia auto e subito dopo l´ho stazionata nel garage di casa dove é<br />

rimasta fino alle dodici circa del giorno dopo quando mi hanno avvisato della morte di Franca e<br />

sono corso immediatamente alla Villa dei Castagni. Lei sa che quando si cambia l´olio alla<br />

stazione di servizio applicano un bollino dove sono indicati la data e il chilometraggio. Possiamo<br />

40


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

andare a controllare e vedrá che i chilometri che ho percorso da quel momento ad oggi<br />

corrrispondono esattamente al tragitto Milano-Danzo andata e ritorno e niente piú, a meno che<br />

qualche altro non abbia usato la macchina a mia insaputa il che é assolutamente impossibile.-<br />

Pronto! Giorgio Donovani aveva giocato la sua carta. Cesarini ammise<br />

-Certamente é una prova valida. Ma proverebbe solo che la Mercedes non é stata a Danzo in<br />

quella notte. Lei invece potrebbe esserci andato con un altro mezzo. A questo punto occorre<br />

una prova diretta.-<br />

Donovani non si scompose piú di tanto. Tiró fuori dalla manica la sua seconda carta<br />

-Mi ha messo con le spalle al muro Commissario, e allora debbo farle una confessione. Siamo tra<br />

uomini e mi capirete. Ho avuto un momento di debolezza, un´avventura extraconiugale con una<br />

bellisima donna alla quale non sono stato capace di resistere. Ho passato la notte nella sua casa.<br />

Se é proprio necessario le darei il nome e l´indirizzo, é una donna libera, non ha legami, sono<br />

sicuro che confermerá quanto ho dichiarato.-<br />

La seconda carta era sul tavolo verde. Cesarini sapeva benissimo che si trattava di un<br />

bluff<br />

-C´é qualcosa che non quadra nelle sue dichiarazioni. Un certo Giorgio Donovani la sera del<br />

dodici agosto ha noleggiato una Fiat alla Hertz di Linate. L´ha riconsegnata la mattina dopo e dal<br />

chilometraggio scrupolosamente annotato dal funzionario di turno risulta che quell´auto ha<br />

percorso durante quella notte trecento sessanta chilometri corrispondenti al tragitto Milano-<br />

Danzo andata e ritorno. Potrebbe trattarsi di un omonimo, o é stato proprio Lei ? –<br />

Stavolta Giorgio Donovani accusó il colpo. Divenne bianco come un panno lavato con<br />

quel detersivo che lascia il bianco piú bianco del bianco.<br />

Interdetto si sforzava di trovare una via d´uscita, ma non riuscí altro che ad escogitare una<br />

scusante senza capo né coda. Disse, o meglio, balbettó<br />

-Non é stato un omonimo, sono stato proprio io. È che a Marika, la mia amica, era venuta la<br />

voglia di una passeggiata in auto. Adora le corse nella notte alla luce dei fari. Ho pensato bene di<br />

non usare la Mercedes, sa?, la ragazza poteva lasciarci qualcosa di compromettente ed io non<br />

volevo rischiare di turbare la pace familiare. Ho quindi pensato bene di noleggiare un´auto, solo<br />

per non correre rischi e siamo andati in giro su e giú per l´autostrada verso Varese.-<br />

Parlando era divenuto rosso come un pomodoro, il sangue rifluiva verso il viso.<br />

Cesarini pensó ‘quest´uomo cambia di colore come un camaleonte mentre inventa e<br />

spara bugie una dietro l´altra’ ma finse di ingoiare quella serie di corbellerie, voleva dargli corda<br />

perché si impiccasse da solo<br />

-Benissimo, dottor Donovani. Adesso il mio collaboratore che ha con sé una Olivetti portatile,<br />

batterá a macchina quanto ha dichiarato e Lei mi fará la cortesia di apporre la sua firma. D<br />

´accordo ?-<br />

Donovani accettó, senza molto entusiamo ma accettó, del resto non aveva come sottrarsi alla<br />

richiesta del Commissario.<br />

Uscendo dagli uffici della Fravani Cesarini sapeva di avere giá nelle mani prove piú che<br />

sufficienti per montare il capo di accusa ma voleva togliere a Donovani ogni via di scampo.<br />

Lasció quini Pentassuglia di guardia all´uscita del palazzo<br />

-Rimani qui con la Pantera. Se lo vedi uscire seguilo dovunque vada, anche all´inferno.<br />

Mantieniti in contatto con il radiotelefono. Se non succede nulla ci ritroveremo qui fra un´ora<br />

piú o meno.-<br />

41


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Andreoli gli aveva dato l´indirizzo di Marika Zolktar, era il momento di farle una visitina.<br />

Ci andó in taxi insieme ad Alfredo, il traffico intenso, ci vollero una trentina di minuti per<br />

arrivare.<br />

La donna era in casa e li ricevé immediatamente senza tergiversare. Vestiva una vaporosa<br />

vestaglia di un color rosso acceso<br />

-Scusatemi se vi ricevo cosí, mi sono svegliata da poco.- ma era truccata e agghindata come se<br />

dovesse recitare una parte sul set. Evidentemente si era preparata per riceverli, Donovani l´aveva<br />

sicuramente avvisata per telefono della visita piú che probabile dandole l´imbeccata, Cesarini ne<br />

era piú che sicuro.<br />

Era una gran bella creatura, alta, sinuosa, capelli biondo grano e occhi verdissimi. Ulisse ammise<br />

dentro di sé che esistevano mille e una ragioni perché Giorgio Donovani perdesse la testa.<br />

Alfredo era addirittura abbacinato, lo sguardo perso nelle insondabili profonditá di una<br />

scollatura vertiginosa sapientemente ora piú chiusa ed ora meno dalle mosse, involontarie o no,<br />

della avvenente proprietaria.<br />

La quale proprietaria si dispose a rispondere di buon grado alle domande, ad ogni buon conto<br />

avvisando di non immaginarne le ragioni.<br />

-Commissario ...- dando una rapida occhiata al biglietto da visita che Ulisse le aveva dato -...<br />

Commissario Cesarini. Non riesco ad immaginare il perché di questa visita inaspettata. Sono in<br />

perfetta regola con l´ufficio immigrazioni, posso mostrarle i documenti. Vado a prenderli .- e si<br />

alzó dalla poltroncina sulla quale si era accomodata mettendo in mostra uno splendido paio di<br />

gambe. Ulisse la trattenne<br />

-Non siamo qui per questo. Vorremmo solo che confermasse quanto ci ha dichiarato poco fa il<br />

signor Giorgio Donovani, che cioé avrebbe passato con Lei la notte dal dodici al tredici agosto.<br />

Capisco che é un argomento piuttosto delicato ma puó fidarsi della nostra discrezione.-<br />

La bionda sirena finse di dover fare uno sforzo di memoria<br />

-La notte dal dodici al tredici? L´altro ieri ... Beh! Se Giorgio ha ammesso di averla passata con<br />

me non vedo perché dovrei essere io a negarlo. Sí, l´abbiamo passata insieme.-<br />

-E, se non sono troppo indiscreto, cosa avete fatto ? –<br />

Marika fece una risatina contenuta<br />

-Sono una ragazza dai gusti strani, niente di complicato, ma adoro correre in macchina di notte,<br />

alla luce dei fari. Lo chiesi a Giorgio, il quale avrebbe voluto iniziare la serata in ben altro<br />

modo...- altra risatina contenuta -...ma mi accontentó ugualmente.-<br />

-Dove siete stati, e per quanto tempo ? -<br />

-Non conosco ancora bene questi luoghi, quindi non posso essere molto precisa. Del resto non<br />

avevamo una meta prestabilita...posso solo dirle che andammo su e giú lungo l´autostrada per<br />

Varese.-<br />

-Per quanto tempo ? -<br />

-Oh! Io sono insaziabile, per due, tre ore, forse piú, forse meno, non saprei. So che siamo tornati<br />

verso le due e Giorgio é rimasto qui fino alla mattina.-<br />

-È assolutamente sicura di quel che ha detto ? -<br />

-Piú che sicura , dottor Cesarini.-<br />

-In tal caso sarebbe disposta a firmare una dichiarazione in questo senso?-<br />

-Prontissima. Senza problemi.-<br />

-Come puó vedere il mio collaboratore ha con sé una macchina da scrivere, potrebbe battere la<br />

42


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

sua dichiarazione in pochi minuti. Peró la invito a rifletterci sopra e molto, perché potrebbe<br />

costarle caro, molto caro. Per esempio essere coinvolta in un caso di omicidio.-<br />

Marika cadde dalle nuvole, o almeno lo finse<br />

-Omicidio ? Si spieghi meglio, dottor Cesarini .-<br />

-Saró chiaro ed esplicito in modo da non lasciare dubbi. Giorgio Donovani é sospettato di aver<br />

ucciso la moglie nella notte che dice di aver passato con Lei, che rappresenta il suo unico alibi e<br />

che per sua sfortuna é poco credibile.-<br />

-Giorgio avrebbe ucciso la moglie ? Non sapevo nemmeno che fosse morta....-<br />

-Signorina Zolktar, probabilmente Lei é l´unica in Italia a non saperlo. Da due giorni giornali e<br />

televisione non fanno che parlarne.-<br />

-Ma io non guardo la televisione, né leggo i giornali. Non mi interessano.-<br />

-In tal caso la informo io, esistono fortissimi sospetti e prove consistenti che Giorgio ha ucciso<br />

la moglie nella notte tra il dodici e il tredici agosto e precisamente tra mezzanotte e le due. Ora<br />

che é venuta a conoscenza di questo é disposta a cambiare la sua dichiarazione ? In questo caso<br />

sarei pronto a dimenticare quello che ha asserito fino a poco fa.-<br />

Marika Zoktar cambió di colpo, divenne un´altra donna quando capí di non avere<br />

scampo. Si trasformó dall´ochetta innocente nella quale si era impersonata fino a qualche istante<br />

prima in una tigre circondata dai cacciatori. I verdissimi occhi mandarono bagliori come<br />

smeraldi alla luce del sole e con un balzo felino imboccó la via d´uscita, l´unica, quella che le<br />

aveva mostrato Cesarini.<br />

-Non potevo immaginare che Giorgio potesse mettermi in una situazione del genere. Mi aveva<br />

telefonato pochi minuti prima del suo arrivo chiedendomi di dichiarare quello che ho dichiarato.<br />

Ha detto che si trattava di un problemino di poco conto e che dopo mi avrebbe spiegato tutto.<br />

Gli ho creduto, questa é la ragione per la quale ho mentito. Ma ora che conosco la veritá<br />

mi.ritratto e affermo categoricamente che ho passato la notte tra mercoledí e giovedí qui nella<br />

mia casa e assolutamente da sola. Almeno fino alle quattro del mattino quando, allora sí, é<br />

arrivato Giorgio ed é rimasto con me fino alle otto. Questa é la veritá.-<br />

Uscendo dalla casa della biondissima vamp con in mano la dichiarazione da lei letta e<br />

sottoscritta, Ulisse commentava con un Alfredo ancora frastornato<br />

-Questa é fatta. Abbiamo ormai messo Donovani con le spalle al muro e non potrá cavarsela.<br />

Quanto alla Zolktar, che a quanto sembra ti ha stregato, sono quasi convinto che é stata lei l<br />

´ideologa dell´assassinio, almeno in parte. È una donna astuta, fredda, volitiva e non avrebbe<br />

mai immaginato che l´amante potesse essere ingenuo fino a tal punto. Sí, perché é stato proprio<br />

lui a mettersi da solo la corda al collo. Voleva compiere il delitto perfetto e invece si é<br />

complicato quando ha avuto la brillante idea di lasciare in garage la Mercedes e ha usato lo<br />

stratagemma del cambio dell´olio e del noleggio dell´auto. Se non l´avesse fatto staremmo<br />

ancora brancolando nel buio, sospettando, sí, di lui, ma senza la minima prova, prova che non<br />

sarebbe stato facile trovare. In tal caso la testimonianza di Marika Zolktar sarebbe stata valida e<br />

inconfutabile. D´altra parte devo ammettere che se non fosse stato per lo zelo e la caparbietá di<br />

Fabio neanche noi, forse, avremmo scoperto la marachella.<br />

43


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap VI<br />

Il ritorno alla ipotesi che il <strong>Diavolo</strong> Verde fosse una specie di fustigatore dei<br />

costumi, che sembrava avesse ripreso forza in seguito alla scoperta del vero assassino di<br />

Franca Donovani, ipotesi che tanto piaceva a Ulisse, non ebbe lunga durata. La<br />

telefonata di Zotari due giorni dopo ne minó la credibilitá<br />

-Dottor Cesarini, a quanto sembra il <strong>Diavolo</strong> Verde ha fatto un´altra vittima,<br />

Giuseppina Savoldi, una giovane cameriera della Villa dei Castagni. Era scomparsa ieri<br />

sul tardi e stamattina l´abbiamo trovata nella solita posizione e con l´immancabile ics<br />

sulla pancia in un boschetto non molto distante dall´albergo. Ho fatto immediatamente<br />

isolare l´area in modo da preservare al massimo possibile eventuali prove. Sarebbe bene<br />

che Lei arrivasse qui al piú presto possibile.-<br />

Sulla strada per Danzo, mentre Filiberti sfiorava pericolosamente il ciglio della strada,<br />

Cesarini sembrava non accorgersene immerso com´era nei suoi pensieri.<br />

”Villa dei Castagni! Villa dei Castagni! Ancora Villa dei Castagni. É lá che si annida il<br />

<strong>Diavolo</strong> Verde, quella é la base dalla quale parte per colpire, e lo ha fatto un´altra volta,<br />

ammesso che sia stato lui. Un essere diabolico, é proprio il caso di dirlo. E anche<br />

stavolta ce l´ha fatta, sotto il naso si puó dire, eppure avevo messo tre agenti di stanza in<br />

quell´albergo, addetti a tener d´occhio i possibili sospetti, cioé quelli che<br />

corrisponderebbero al tipo fisico del <strong>Diavolo</strong> Verde, alto, magro, dotato di estrema<br />

mobilitá, queste le uniche caratteristiche che lo distinguono. E se non fosse un ospite<br />

dell´albergo ma qualcuno che abita in una delle villette circostanti?<br />

All´entrata del paese l´appuntato Scarafetta era ad aspettarlo, fermo sul ciglio della<br />

strada<br />

-Il maresciallo mi ha incaricato di guidarlo al Bosco delle Ninfe. Ha preferito rimanere<br />

sul posto per mantenere lontani i parenti della vittima che volevano a tutti i costi<br />

impadronirsi del corpo di Giuseppina e portarlo in casa per vegliarlo. Poveretti, sono in<br />

preda al dolore e non intendono le necessitá legali. Non sanno che in casi come questo<br />

bisogna seguire una procedura rigorosissima.<br />

Percorsero a piedi l´ultimo tratto, un prato con cespugli radi sparsi in gruppetti, fino a<br />

giungere, dopo un paio di centinaio di metri al limite del bosco dove li aspettava Zotari.<br />

L´area era stata delimitata da un nastro che correva da un albero all´altro, quattro<br />

carabinieri avevano un gran daffare per mantenere a bada un gruppetto di persone che<br />

tentavano di penetrarvi. Cesarini con poche parole li convinse ad allontanarsi, rimasero<br />

sul posto un uomo ed una donna di una certa etá, i genitori della vittima e un ragazzotto,<br />

il fratello.<br />

-Grazie a Dio é arrivato Lei, altrimenti non so se sarei riuscito a mentenerli lontani, mi<br />

conoscono da anni e, malgrado mi rispettino, in casi come questo la mia autoritá ha una<br />

importanza relativa. Del resto la loro disperazione é comprensibile, vedersi strappare in<br />

un modo barbaro la figlia é, al di lá di ogni dubbio, un dolore insopportabile. Ma<br />

44


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

lasciamo da parte queste considerazioni e veniamo ai fatti. La ragazza ieri sera non é<br />

tornata a casa, i parenti l´hanno aspettata fino alle undici poi sono andati all´albergo<br />

pensando che vi si fosse trattenuta per un lavoro straordinario ma hanno saputo che era<br />

uscita alla solita ora, cioé alle sei. Son andati allora nelle case dei conoscenti per sapere se<br />

qualcuno l´avesse vista, ma senza risultato. Allora son venuti da me, ma che avrei potuto<br />

fare a quell´ora? Era passata la mezzanotte. Li ho mandati a casa dicendo che non<br />

appena fosse spuntato il giorno avrei iniziato le ricerche. L´ho fatto personalmente<br />

questa mattina all´alba ed ho cominciato partendo dall´uscita di Villa dei Castagni, io e<br />

quattro carabinieri, ciascuno prendendo una direzione in modo da esplorare la zona a<br />

raggera. È capitato a me di trovarla. Dopo di essere penetrato per una ventina di metri<br />

in questo boschetto che, come vede ha un fitto sottobosco di cespugli, ho notato alcuni<br />

rametti rotti sparsi lungo una linea ben definita che mi hanno data l´impressione che<br />

fossero stati spezzati da qualcuno, animale o persona, che vi fosse passato correndo. Ho<br />

proseguito seguendo quella pista immaginaria, sempre mantenendomi di lato per non<br />

cancellare eventuali tracce, finché l´ho vista, stesa sotto un albero nella stessa identica<br />

maniera di come furono ritrovate la Balleri, la Volatti e Liliana Casertelli, stessa<br />

posizione, stessi tagli ad ics sul ventre e nuda dalla cintola in giú. Sembrerebbe opera del<br />

<strong>Diavolo</strong> Verde ma ricordando il caso della Donovani é meglio aspettare una prova<br />

definitiva.-<br />

Erano giunti nel frattempo al posto dove giaceva il corpo. Effetivamente sembrava di<br />

rivivere un´altra delle solite scene, peró l´occhio esperto di Cesarini colse una differenza<br />

che poteva avere un significato importante. Le vittime precedenti avevano conservato<br />

sul volto una espressione, se non serena, almeno neutra perché, come affermava<br />

Melandri, erano morte in stato di incoscienza, senza rendersene conto. Ma questa era<br />

differente, il volto contratto in una smorfia di rabbia, di dolore, di paura. “Giuseppina<br />

aveva visto la morte vicina e se ne era resa conto, é morta in preda al terrore. Comunque,<br />

pensó, Roberto potrá enventualmente confermare la mia impressione, dovrebbe star qui<br />

da un momento all´altro.”<br />

Nel frattempo Pentassuglia stava scrutando attentamente il terreno , ogni tanto si<br />

inginocchiava e osservava, seguendo la pista dei rami spezzati, per giungere infine<br />

accanto al cadavere. Rifece il cammino all´inverso fino ad avvicinarsi a Cesarini<br />

-Capo, penso di aver scoperto qualcosa di importante. La vittima correva, tanto vero che<br />

ha lasciato sul terreno molle le impronte dei tacchi, sono a distanza tale l´una dall´altra<br />

che ci permettono giungere a questa conclusione, se avesse camminato normalmente<br />

sarebbero molto piú vicine. Per di piú la forma e la dimensione dei tacchi della morta<br />

corrispondono perfettamente a quelle riscontrate sul terreno. Il terreno mostra anche<br />

che é stato calpestato da qualche altro ma le impronte sono indefinite, se la vittima<br />

avesse calzato scarpe da tennis, per esempio, non avrebbe lasciato tracce definite come<br />

quelle. Venga a vedere.-<br />

Anche Ulisse giunse alla stessa conclusione, la vittima aveva percorso il tratto correndo,<br />

molto probabilmente inseguita dall´assassino le cui calzature avevano lasciato orme<br />

45


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

confuse e non definibili.<br />

Assorto nelle riflessioni non aveva percepito il sopraggiungere di Melandri, la voce del<br />

dottore lo colse di sorpresa<br />

-A quanto pare ci siamo di nuovo. Sarebbe la quarta, se non mi sbaglio.-<br />

-Ciao, Roberto, é la quarta purtroppo, la quarta del <strong>Diavolo</strong> Verde , la quinta se<br />

consideriamo anche il caso Donovani. E tutto questo in appena un mese. Per giunta,<br />

salvo la prima, sotto il nostro naso. In un certo senso mi considero anch´io responsabile,<br />

almeno in parte. Bando alle considerazioni negative, mettiti all´opera e dimmi quel che<br />

pensi.-<br />

Melandri si avvicinó al corpo, lo guardó attentamente, lo rigiró e concluse<br />

-Direi proprio che é stato lui. Stesse stilettate che dai fianchi raggiungono il cuore, stessi<br />

tagli sul ventre, al di lá di ogni dubbio opera della stessa mano. Unica differenza é che il<br />

primo colpo non é stato alla nuca, ma piú in alto, sulla sommitá del cranio, non saprei<br />

dirti con che, almeno ad un primo esame. Domani ti saró piú preciso. Per ora posso solo<br />

dirti che la morte risale ad almeno dodici ore fa.-<br />

-Non hai notato nessun´altra differenza? Non vorrei influenzarti, pensaci bene.-<br />

-No, per adesso no. Perché?-<br />

-Non hai notato l´espressione del volto?-<br />

Il dottore tornó sui suoi passi avvicinandosi alla vittima, dopo averla guardadta a lungo si<br />

volse a Cesarini che l´aveva seguito<br />

-Sí, forse hai ragione. Deve aver avuto paura, probabilmente aveva capito che qualcuno<br />

voleva ucciderla. Cambia qualcosa?-<br />

-Cambia molto. Nei casi precedenti l´assassino tramortiva la vittima prima di ucciderla,<br />

stavolta non ci é riuscito. Perché? E questo ci fa giungere alla conclusione che la ragazza<br />

é riuscita ad evitare il primo colpo ed ha tentato di fuggire, lui l´ha inseguita e quando le<br />

é giunto vicino ha vibrato il colpo dall´alto in basso attingendo la sommitá del cranio.<br />

Ma non l´ha colta di sorpresa come negli altri casi. Quindi o il <strong>Diavolo</strong> Verde ha<br />

commesso un errore o esiste qualche altro fattore che per il momento ci sfugge.-<br />

Lucchesi in quel momento si avvicinava<br />

-Capo, ho trovato i jeans. Guardi cosa c´era in una tasca.- e mostró un mazzetto di<br />

banconote<br />

-Le ho contate, sono seicentomila lire.-<br />

Seicentomila lire sono una somma che poche persone tengono abitualmente in tasca.<br />

Tanto meno una ragazza che va ad incontrare qualcuno in un luogo isolato. A questo<br />

punto le cose prendevano un aspetto intrigante, le ipotesi si accumulavano nella mente<br />

di Ulisse.<br />

Giuseppina giá aveva quel denaro quando si era recata nel boschetto? O vi era<br />

anrdata per riceverlo da qualcuno che ricattava? E se questo qualcuno fosse stato il<br />

<strong>Diavolo</strong> Verde? Forse Giuseppina aveva scoperto chi era e voleva essere pagata per<br />

mantenere la bocca chiusa. Il <strong>Diavolo</strong> Verde aveva finto di acconsentire, aveva marcato<br />

un incontro attirandola nel tranello per ucciderla e liberarsi definitivamente della<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

minaccia sapendo che non avrebbe avuto mai fine. E in tal caso perché non si é ripreso<br />

il denaro che, oltre tutto, avrebbe potuto fornire un indizio agli investigatori? Forse il<br />

fatto di non essere riuscito a coglierla di sorpresa ed essere stao costretto a correrle<br />

dietro per raggiungerla l´aveva scombussolato a tal punto? Per un tipo dotato di sangue<br />

freddo come il <strong>Diavolo</strong> Verde sarebbe una ipotesi poco credibile, comunque da non<br />

escludersi a priori.<br />

Stava riorganizando le idee per distribuire i compiti di ciascuno quando il<br />

telefonino squilló. In cittá la situazione si stava complicando. La sua presenza era<br />

divenuta da un momento all´altro necessaria, piú che necessaria, indispensabile.<br />

Lanció sottovoce una serie di imprecazioni, gli era difficile lasciare Danzo nel momento<br />

iniziale delle indagin, il piú importante. Ma la responsabilitá maggiore era la situazione in<br />

cittá.<br />

Pensó rapidamente e decise<br />

-Tu, Alfredo, rimani qui insieme a Strocchia, io devo correre urgentemente in cittá.<br />

Esaminate attentamente la zona tentando di trovare qualcosa che ci metta sulla via<br />

giusta, tenta di ricostruire le mosse della vittima a partire dal momento in cui ha lasciato<br />

Villa dei Castagni. Sai bene cosa fare. Stasera ci vedremo al Commissariato e mi riferirai.<br />

Il pomeriggio in cittá fu tempestoso e Cesarini dovette ammerttere che nemmemo<br />

la mattina dopo sarebbe potuto salire a Danzo, sperava di poterlo fare dopo il<br />

mezzogiorno se le acque si fossero calmate.<br />

Il rapporto di Lucchesi non fu molto animatore, malgrado gli sforzi non era<br />

riuscito a trovare nulla di realmente interessante. L´unica nota positiva fu che mentre<br />

stava per salire sulla “Pantera”, una mezz´ora prima del tramonto, aveva notato un<br />

pescatore che stava avviandosi al torrente a pesca di trote. Gli aveva chiesto<br />

-Passa spesso da questi paraggi verso quest´ora?-<br />

-Tutte le sacrosante sere, a meno che non faccia un tempo da cani.-<br />

-Anche ieri, quindi!-<br />

-Certo, anche ieri.-<br />

-E a che ora?<br />

-Stessa ora di adesso. Ho un appuntamento serale con le trote e non posso mancare.-<br />

-Naturalmente Lei saprá quello che é accaduto quí vicino.-<br />

-Lo so purtroppo.-<br />

-E allora chissá che non possa fornirci informazioni utili. Ieri sera ha notato qualcosa di<br />

particolare?-<br />

-A pensarci bene, sí. Ho notato un tizio addentrandosi nella bosco.-<br />

-Sa per caso chi era?-<br />

-No! Stava di spalle e ad una trentina di metri.<br />

-Quindi non saprebbe descriverlo.-<br />

-Posso solo dire con certezza che era alto, non un giovanotto, almeno giudicando dal<br />

modo di camminare. Peró ricordo bene com´era vestito. Una camicia azzurra a quadri,<br />

un paio di bermuda color kaki, ampi e che quasi gli coprivano il ginocchio..Nel<br />

47


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

complesso vestiva bene, secondo me era un villeggiante, non un locale.-<br />

-Vedendolo potrebbe riconoscerlo?-.-<br />

-Solo se fosse vestito com´era quando l´ho visto la prima volta.-<br />

-Non ricorda altro?-<br />

-Solo che poco dopo, cinque o sei minuti, mi é parso di sentire qualche grido<br />

proveniente dal bosco, ad una cinquantina di metri dal punto nel quale mi trovavo.-<br />

-Che tipo di grida?-<br />

-Questo non saprei proprio dirlo, ero piuttosto lontano e la corrente mi impediva di<br />

distinguere i rumori con chiarezza.-<br />

Alfredo concluse il rapporto<br />

-Come vede, Capo, son riuscito a fare ben poco.-<br />

-Sembra poco, ma potrebbe essere anche molto. Se, come sembra, l´orario corrisponde,<br />

si potrebbe addirittura dire che il pescatore é stato il primo a vedere il <strong>Diavolo</strong> Verde,<br />

perché quel tizio con la camicia azzurra a scacchi potrebbe benissimo essere il proprio il<br />

<strong>Diavolo</strong> Verde che, secondo una ipotesi ragionevole, sarebbe andato ad un<br />

appuntamento marcato con Giuseppina Savoldi per farla fuori e chiuderle la bocca per<br />

sempre, supposto che la ragazza, avendo scoperto che era il <strong>Diavolo</strong> Verde, lo ricattasse<br />

facendosi pagare per mantenere la bocca chiusa. É una ipotesi plausibile e, almeno per il<br />

momento, l´unica con qualche fondamento. Hai fatto un buon lavoro, contrariamente a<br />

quanto pensi.<br />

-E domani che faremo, Capo?-<br />

-Domani tornerete a Danzo ed il vostro campo di azione sará la Villa dei Castagni.<br />

Ormai ho la certezza che il killer é dell´albergo, un cliente o qualcuno del personale.<br />

Tutti gli indizi, tutte le piste conducono in quella direzione. Profitta della circostanza che<br />

ti sei fatto amici tra il personale, specialmente quello femminile. Fruga lí, domanda a<br />

destra e a manca, finiremo con lo scoprire qualcosa tra le colleghe di Giuseppina. Con le<br />

buone o con le cattive, preferibilmente con le buone, finirai con lo scoprire qualche pista<br />

promettente.<br />

Prevedo di riuscire a liberarmi in mattinata, sperando che le cose in cittá non tornino a<br />

complicarsi. Se tutto andrá per il meglio ci incontreremo nella solita trattoria per mandar<br />

giú un boccone e mi riferirai le ultime novitá. Nel caso non mi riuscisse di salire a<br />

Danzo, ti telefoneró per avvisarti. E adesso va a dormire e buona fortuna per domani,<br />

sento che sará una giornata decisiva, qui e lassú.-<br />

Fu buon profeta. Arrivó prima del suo collaboratore, sedette ad un tavolo<br />

chiedendo gli servissero nel frattempo un aperitivo analcoolico.<br />

In capo a dieci minuti Alfredo sopraggiungeva<br />

-Buon giorno, Capo. Tutto tranquillo in cittá?-<br />

-Non del tutto, ma quasi. Tu, piuttosto, dimmi, hai scoperto qualcosa di promettente? A<br />

guardarti in faccia direi proprio di sí.-<br />

-A Lei non riuscirei a nascondere niente di niente, l´ha azzeccata. Sí, penso di avere<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

informazioni molto interessanti.-<br />

-Sputa fuori senza perder tempo.-<br />

-Riassumendo le diró che, dopo qualche reticenza da parte delle colleghe, sono riuscito a<br />

sapere che da un tempo a questa parte Giuseppina spendeva molto piú di quanto non<br />

avrebbe potuto, specialmente considerando che fino a quel momento era stata molto<br />

parsimoniosa anche perché era solo lei a sostenere la famiglia che viveva in ristrettezze<br />

finanziarie. Di punto in bianco divenne piena di quattrini, cominció a comprare vestiti<br />

eleganti, scarpe di marca e cosí via. Le compagne non riuscivano a spiegarsi come<br />

faceva finché Luisa, una delle sue compagne, se ne uscí col dire che forse era un certo<br />

Cavalieri a passarle la grana. L´aveva sorpresa mentre parlottava con quel signore in<br />

maniera furtiva. Se ne era meravigliata perché Giuseppina era usa comportarsi molto<br />

riservatamente con gli ospiti dell´albergo, sempre mantenendoli a distanza. Era una<br />

ragazza molto procace e dalla bellezza vistosa e per tal ragione costretta a comportarsi<br />

cosí per evitare eccessive confidenze. Le era quindi parso strano vederla confabulare con<br />

quel signore. Anche <strong>Maria</strong> La Greca l´aveva sorpresa in eguale attitudine e sempre con<br />

quel tizio...- Cesarini volle sapere<br />

-Una immigrata?-<br />

-No. Una ragazza del posto, La Greca é il cognome. Tornando all´argomento di prima<br />

non si puó negare che i sospetti sono fondati, molto fondati. Ma c´é di piú. Questo<br />

Cavalieri ha per l´appunto una camicia sportiva azzurra a quadri il che é una coincidenza<br />

significativa tenendo presente quanto asserito dal pescatore ieri sera -<br />

-E a questo punto, cos´hai fatto?-<br />

-Niente piú perché si era l´ora del nostro appuntamento.-<br />

-Allora mangiamo qualcosa, tanto per sostenerci e poi andremo alla Villa dei Castagni<br />

per continuare le indagini. Pare che le cose stavolta si mettano bene, speriamo che questa<br />

onda positiva continui.-<br />

Si recó direttamente all´ufficio di Pinotti. Il direttore della Villa dei Castagni era<br />

preoccupatissimo, lo accolse rivolgendogli la domanda di rito<br />

-Buone novitá, Commissario? Sarebbe ora! I miei nervi stano per saltare da un momento<br />

all´altro. La tensione é divenuta insopportabile.-<br />

-Capisco, anche io sto con i nervi sul punto di esplodere. Ma forse, per la prima volta<br />

vedo una luce, fioca per ora, ma che per lo meno ci dá delle speranza. Tra i vostri ospiti<br />

c´é un certo Cavalieri, che mi dice di lui?-<br />

-Ne so poco. É il primo anno che si ospita a Villa dei Castagni . Posso solo dirle che é<br />

qui con la famiglia, moglie e due figlie adolescenti. Un signore sulla cinquantina,<br />

tranquillo, molto discreto, niente di speciale, amorfo direi. Non saprei dirle altro.-<br />

-Ho bisogno urgente di parlargli. Dove potrei trovarlo?-<br />

-In questo momento dovrebbe essere nel ristorante, é l´ora del pranzo. Aspetti un<br />

istante, chiamo il maitre e gli dico di avvisarlo che Lei vorrebbe intervistarlo.-<br />

49


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Il maitre disse subito<br />

-Il signor Cavalieri ha chiesto che gli venisse servito il pranzo in camera. Pare che non<br />

stia bene, non lo si vede dall´altro ieri sera...-<br />

Nella testa di Cesarini squilló il campanello di allarme<br />

-Dall´altro ieri sera? Da quando é scomparsa Giuseppina Savoldi.-<br />

Il maitre confermó<br />

-Esattamente, dall´altro ieri sera.-<br />

Una coincidenza molto strana, cosa poteva essere accaduto al Cavalieri da impedirgli di<br />

apparire al ristorante? I sospetti cominciavano a prender corpo, qualcosa di strano c´era.<br />

Si rivolse al maitre<br />

-E la moglie?-<br />

-La moglie é scesa per il pranzo con le figlie.-<br />

-E allora, per favore, Le dica che avrei bisogno di parlare col marito. Peró la lasci<br />

terminare il pranzo tranquillamente, poi le dica che aspetteró il signor Cavalieri nella sala<br />

di lettura alle due e mezzo. Grazie.-<br />

Se Ulisse aveva sperato di incontrarsi con Cavalieri, le sue speranze andarono deluse.<br />

Puntualmente alle due e mezzo si presentó la moglie, una signora sulla quarantina,<br />

piuttosto sfiorita, gentilissima<br />

-Mio marito la prega di scusarlo, ma non é ancora in condizioni di uscire dalla camera.-<br />

-Come mai? Ha febbre?-<br />

-No. È solamente indisposto.-<br />

-E che dice il medico?-<br />

-Non l´abbiamo chiamato.-<br />

-Mi sembra strano, suo marito non sta bene da due giorni, almeno da quanto ho saputo,<br />

tanto da non poter uscire dalla camera e non avete chiamato un medico? Non deve poi<br />

star tanto male. Comunque preferisco non insistere, ma gli dica che torneró domani<br />

mattina e conto assolutamente di parlare con lui. Per il momento non mi rimane che<br />

augurargli una pronta guarigione.-<br />

Ma nemmeno la mattina dopo Cavalieri si sentiva in grado di incontrarsi con<br />

Cesarini. Glielo mandó di nuovo a dire dalla moglie, imbarazzatissima e che si<br />

profondeva in scuse.<br />

Stavolta Cesarini non perdonó<br />

-Per favore, signora, dica a suo marito che oggi saró qui alle due per incontrarmi con lui.<br />

Se proprio non é in condizioni di scendere deve esibire un certificato medico che lo<br />

attesti, in caso contrario gli faró avere una intimazione ufficiale alla quale non potrá<br />

sottrarsi in nessun modo.<br />

La minaccia produsse l´effetto desiderato e alle due del pomeriggio Ernesto<br />

Cavalieri si presentava a Cesarini.<br />

Era un uomo piuttosto alto, di corporatura regolare, non indossava la camicia azzurra a<br />

scacchi peró c´era del´altro che destó i sospetti di Ulisse,. una vistosa medicazione alla<br />

nuca, garza e cerotto evidentemente applicati da una mano non molto esperta. Ecco<br />

50


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

perché Cavalieri non si faceva vedere in pubblico!<br />

La nuca. Il posto prediletto dal <strong>Diavolo</strong> Verde per colpire le vittime e far perdere la<br />

conoscenza prima di ucciderle.<br />

Stranissimo e che dava molto a pensare. Intuí che quello era il punto debole e attaccó<br />

-A quanto pare ha un problema all´occipite, di che natura é.-<br />

-Una ferita.-<br />

-Prodotta da che?-<br />

-Una caduta sulle scale, sono caduto all´indietro ed ho battuto la nuca sullo spigolo di un<br />

gradino.-<br />

-Dov´é successo?-<br />

-Qui in albergo.-<br />

-Precisamente in quale scala e in quale rampa, mi ci porti per favore e mi mostri il posto<br />

preciso.-<br />

Non rispose prontamente, un attimo di esitazione, poi<br />

-Svenni e mi ripresi dopo una decina di minuti, suppongo, non ne sono sicuro. Quando<br />

rinvenni tornai in camera, mi distesi sul letto e svenni di nuovo. Sono rimasto confuso,<br />

non ricordo nulla, non saprei dirle dove é stato.-<br />

-Mi ha detto che é rimasto in stato di incoscienza per una decina di minuti. Possibile che<br />

in quel frattempo non sia passato nessuno? Che non l´abbia visto nessuno? Difficile<br />

crederlo. Ma, lasciamo da parte quest´argomento, ci ritorneremo piú tardi per chiarirlo<br />

definitivamente.-<br />

Cavalieri non rispose, sembrava imbambolato o fingeva di esserlo<br />

-Per adesso limitiamoci a chiarire due punti, ben piú importanti. Come Lei sa in questa<br />

zona é stato commesso un omicidio, purtroppo il quinto in poco piú di un mese. L<br />

´ultima vittima é stata Giuseppina Savoldi nelle cui tasche son state ritrovate<br />

seicentomila lire. Giuseppina, a detta delle sue colleghe, negli ultimi tempi era sempre<br />

piena di soldi, in maniera inspiegabile. Una sua amica ha dichiarato che Giuseppina le<br />

aveva confidato che era Lei a darglieli...- tacque per studiare la reazione dell´uomo.<br />

Questi rimase impassibile, zitto, evidentemente colto di sorpresa stava pensando cosa<br />

rispondere. Ulisse continuó<br />

-Oltre a ció Lei é stato visto l´altro ieri sul tardi entrare nel Bosco delle Ninfe, dove la<br />

Savoldi é stata uccisa e nella stessa ora nella quale il delitto é stato compiuto. Le diró di<br />

piú, Lei indossava una camicia azzurra a scacchi e di taglio sportivo e noi sappiamo che<br />

possiede una camicia di queste caratteristiche. Come vede ce n´é abbastanza per montare<br />

contro di Lei un capo di accusa, quindi le conviene dire la veritá spiegandomi per filo e<br />

segno quello che é accaduto l´altro ieri sera nel Bosco delle Ninfe senza tentare di<br />

ingannarmi perché in questo caso avrebbe tutto da perdere.<br />

Per essere ancora piú chiaro avrei elementi per accusarla di essere l´ormai famoso<br />

<strong>Diavolo</strong> Verde, sa benissimo a chi voglio alludere, ci sono testimoni e indizi piú che<br />

sufficienti. Giuseppina avrebbe scoperto che Lei é il <strong>Diavolo</strong> Verde e la ricattava, ha<br />

finto di cedere ed ha pagato e alla fine l´ha uccisa per metterla definitivamente a tacere.-<br />

51


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cavalieri sembró uscire dallo stato di abulia nel quale si trovava, si difese<br />

-Lei stesso ha detto che avrei indossato una camicia azzurra e non l´abito verde. Sarei<br />

per caso divenuto il diavolo blu?-<br />

-Se si fosse presentato all´appuntamento tutto vestito di verde la ragazza avrebbe intuito<br />

le sue intenzioni e sarebbe fuggita, o almeno l´avrebbe tentato, e in tal caso per Lei non<br />

ci sarebbe stato scampo, la sua tragica commedia sarebbe giunta alla fine.-<br />

Cesarini attese invano la risposta, e allora riprese<br />

-Le dico anche che non sono del tutto convinto che Lei sia il <strong>Diavolo</strong> Verde. Perché non<br />

mi dice la veritá? Perché pagava la Savoldi e cosa é accaduto l´altra sera nel Bosco delle<br />

Ninfe? Solo cosí potrá salvarsi, se é innocente.-<br />

Cavalieri capí di non avere scelta, trasse un lungo sospiro e cominció<br />

-Se ho cercato di nascondere la veritá é stato perché volevo risparmiare ambasce alla mia<br />

famiglia. È vero ho pagato Giuseppina, ma non per la ragione che Lei pensa, é perché ho<br />

avuto un momento di follia e avevo perso la testa per quella ragazza. Non mi era mai<br />

capitato prima, sono sempre stato un marito fedele, ma Giuseppina ha esercitato su di<br />

me un´attrazione cui non ho avuto la forza di resistere, mi piaceva troppo, mai una<br />

donna mi era piaciuta fino a tal punto in tutta la vita. Cominció per scherzo, non<br />

resistetti alla tentazione e le dissi, quasi per gioco “Come siete bella, ragazza mia! Darei<br />

chissá cosa per voi.-<br />

Rispose dopo un attimo di esitazione “Per esempio?” Qualcosa piú forte di me mi<br />

indusse a rispondere, come in una puntata a poker “Un milione! Dieci banconote da<br />

centomila., l´una sull´altra” “Guardi che la prendo in parola.” mi rispose senza pensarci<br />

due volte. Per caso avevo la cifra con me, un involto nascosto in un cassetto tra la<br />

biancheria. Mia moglie e le ragazze fuori per una passeggiata, eravamo soli nella stanza e<br />

la cosa accadde naturalmente. Fu una sensazione che non avevo mai provata e che mi<br />

sconvolse. Seppi piú tardi che Giuseppina in quei giorni aveva disperatamente bisogno di<br />

danaro per pagare un usuraio che aveva prestato soldi al padre, provai vergogna di me<br />

stesso ma non riuscii a pentirmi di quel che avevo fatto. Il desiderio di lei era piú forte di<br />

qualsiasi considerazione, la volevo ancora e glielo dissi. Ci aveva preso gusto, non a me,<br />

al denaro, e mi rispose “Perché no? Alle stesse condizioni dell´altra volta.” Risposi che<br />

era troppo e non avrei potuto e allora ci accordammo per meno. Accadde altre due<br />

volte, avevamo scelto per i nostri incontri il Bosco delle Ninfe perché in albergo sarebbe<br />

stato impossibile, difficilmente si sarebbero ripetute le condizioni della prima volta. L<br />

´ultima volta fu lei a proporlo “Mi servono urgentemente seicentomila lire.” L´altra<br />

mattina feci una scappata a C., prelevai il danaro in banca e poco prima del tramonto mi<br />

recai all´appuntamento. Era venale, prima di tutto si fece consegnare quanto avevamo<br />

pattuito e se lo infiló in tasca. É tutto quel che ricordo, un attimo dopo avvertii un<br />

violento colpo alla nuca e caddi svenuto. Rinvenni che si era fatto scuro, si vedeva a<br />

malapena. Avvertivo un lancinante dolore alla nuca, vi posi la mano e la ritrassi sporca di<br />

sangue. La ragazza era scomparsa, non capivo quel che era successo, ero intontito,<br />

completamente intontito. Mi sono trascinato fino all´albergo, riuscendo ad entrare ed<br />

52


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

arrivare in camera senza farmi vedere da nessuno. Mia moglie si é spaventata nel<br />

vedermi in quello stato. Le ho spiegato che ero caduto nel torrente, avevo visto qualcosa<br />

che luccicava nell´acqua e volevo raccoglierla ma scivolando su di una pietra coperta di<br />

limo ero caduto al´indietro battendo la nuca sopra un sasso appuntito. Voleva chiamare<br />

il medico, gliel´ho impedito dicendo che non volevo si risapesse in giro che ero stato<br />

tanto malaccorto e allora mi ha medicato alla meglio. Poi mi sono messo a letto e vi<br />

sono rimasto fino a quando sono sceso per incontralo<br />

Questa é la sacrosanta veritá, in tutto e per tutto, dottor Cesarini.<br />

Ed ora sono completamente nelle sue mani, se mia moglie e le mie figlie vengono a<br />

sapere quel che ho fatto, la nostra famiglia subirá un colpo durissimo con conseguenze<br />

imprevedibili. Lo merito, lo riconosco, ma loro non ne hanno colpa e soffriranno per le<br />

conseguenze della mia leggerezza, del mio momento di smarrimento...- Cesarini lo<br />

interruppe<br />

-Non stia a crucciarsi prima del tempo, non ho nessun interesse a divulgare le sue<br />

disavventure. Finché saró convinto che non é stato Lei ad uccidere Giuseppina Savoldi,<br />

non avrá nulla da temere, a meno che non sorga qualche fatto nuovo che mi faccia<br />

cambiare opinione. Ad una condizione peró, che si faccia visitare dal nostro medico che<br />

esaminerá la ferita per studiare come e da che é stata prodotta. Oltre tutto per Lei é bene<br />

conoscerne le condizioni, se é in via di guarigione, se c´é bisogno di una pulizia e se é<br />

consigliabile la somministrazione di antibiotico. Telefono al dottor Melandri e gli chiedo<br />

di venire qui al piú presto, ritengo che arriverá in un paio d´ore al massimo. Concorda?-<br />

Cavalieri annuí<br />

-Ormai non ho piú ragione di tener la cosa nascosta. E poi sento che la ferita sta<br />

peggiorando e mi fa sempre piú male.-<br />

Alle cinque del pomeriggio Melandri entrava nella camera di Ernesto Cavalieri. Vi<br />

rimase una mezz´ora, subito dopo riferí ad Ulisse<br />

-Senza dubbio l´oggetto che ha colpito quel signore alla nuca é quello che usa il <strong>Diavolo</strong><br />

Verde, stesse dimensioni, stesso contorno frastagliato. Non ho il minimo dubbio in<br />

quanto a questo. Inoltre la mia visita é stata provvidenziale, la ferita era infetta e con pus.<br />

L´ho ripulita, disinfettata e rifatta la medicazione. Ho anche prescritto un trattamento<br />

con antibiotico per evitare complicazioni.-<br />

In base alle informazioni raccolte e a quanto aveva asserito Roberto Melandri,<br />

Cesarini fu in grado di fare la ricostruzione dell´accaduto.<br />

La teoria del <strong>Diavolo</strong> Verde autoproclamatosi difensore della famiglia e dei costumi<br />

veniva definitivamente confermata. La condotta di Giuseppina rappresentava una<br />

minaccia per l´integritá familiare dei Cavalieri, quindi la ragazza andava eliminata, punita<br />

con la morte.<br />

Il <strong>Diavolo</strong> Verde l´aveva seguita fino al Bosco delle Ninfe con il proposito di ucciderla, il<br />

sopravvenire di Ernesto Cavalieri aveva complicato le cose e si era visto costretto a<br />

53


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

tramortirlo con il solito colpo alla nuca, poi aveva inseguito Giuseppina, l´aveva<br />

raggiunta ed uccisa come le vittime precedenti lasciandola poi stesa sul terreno nuda<br />

dalla cintola in giú e con i tagli sul ventre .<br />

Ormai Cesarini non nutriva piú dubbi, l´assassino era annidato nella Villa dei<br />

Castagni.<br />

54


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap VII<br />

Seduto su di una panchina situata su di una leggera elevazione del terreno che gli<br />

permetteva abbracciare con lo sguardo in tutta la sua estensione il piccolo parco della Villa dei<br />

Castagni, la piscina con l´area circostante, gli ombrelloni, la veranda del bar, i ragazzini giocando<br />

sul prato o sguazzando nell´acqua, gli adulti conversando seduti ai tavolini a bere l´aperitivo<br />

sgranocchiando patatine fritte e salatini e il gigantesco castagno secolare, l´uomo osservava<br />

soddisfatto, placato.<br />

Pensava ‘Ho compiuto quello che era il mio dovere. Le mele marce che avrebbero finito col<br />

guastare il cesto intero, sono state eliminate. É stato duro, doloroso ma necessario. La famiglia é<br />

qualcosa di sacro, la fedeltá della donna ne é la base, se la base viene a mancare tutto crolla e<br />

saranno lacrime e dolori. E i figli pagheranno le colpe dei padri. Sono stato implacabile, ma<br />

giusto, condannabile dalla giustizia degli uomini ma non da quella divina. Nessuna delle<br />

fedifraghe é sfuggita al suo destino, nemmeno quella spudorata di Liliana che adescava i<br />

ragazzini. Quest´anno aveva voluto cambiare di albergo ma a nulla le é servito, ha pagato la<br />

colpa della sua lussuria come doveva essere ed é stato.<br />

Liliana! Liliana! Disgrazia della mia vita. Per quelle ragioni insondabili che prevalgono<br />

inspiegabilmente nell´animo umano, Martina ne era affascinata, l´ammirava, la copiava, si faceva<br />

influenzare. Quando ho scoperto che era una dissoluta e tradiva sistematicamente il marito, era<br />

giá troppo tardi. Il cattivo esempio aveva messo radici nell´animo di mia moglie e le ha fatto fare<br />

quello che ha fatto, rovinando la mia vita per sempre. Per questo son venuto quassú, per fare<br />

giustizia.<br />

Liliana non era ancora qui, aspettavo che arrivasse da un momento all´altro, non sapevo che era<br />

giá in Danzo, al Grande Albergo. Chi ne ha fatto le spese é stata Ivonne Balleri. Non l´avrei mai<br />

immaginato, sembrava innamoratissima del marito e invece, quando lui non c´era, si infilava<br />

ogni notte nella camera di Centi e vi rimaneva fino all´alba. Ben spesi quei soldi che ho dato a<br />

Olimpia, la cameriera del servizio notturno perché mi informasse su movimenti sospetti nei<br />

corridoi. Non le credetti e mi appostai per verificare, era proprio vero, la spudorata se la faceva<br />

con il romano. Ho dovuto punirla, era ineluttabile. In un certo senso é stata come la prova<br />

generale per l´esecuzione di Liliana. Facile, l´ho sorpresa in un momento nel quale si era<br />

discostata dal gruppo e l´ho assalita alle spalle, un colpo alla nuca, é svenuta quindi non si é<br />

nemmeno accorta di morire. Quella volta l´ho scampata per poco, mentre stavo allontanandomi<br />

di corsa quasi mi scontravo con Carletto sbucato da dietro un cespuglio. Sono rimasto<br />

disorientato per qualche istante, ma quando ho visto di chi si trattava mi sono tranquillizzato, gli<br />

ho messo in mano le mutandine e gli ho detto di essere il diavolo,. Ci ha creduto, solo lui poteva<br />

credere a una panzana del genere, ed é stato cosí che é nato il <strong>Diavolo</strong> Verde come lui l´ha<br />

battezzato. Poi sono tornato al posto dove avevo lasciato la Harley Davidson ho preso la via del<br />

ritorno e l´ho nascosta di nuovo al solito posto facendo l´ultimo tratto a piedi Una grande idea<br />

quella mia di fare una scappata a Milano e rubare una moto per potermi spostare con celeritá. L<br />

´unico pericolo serio era che la Polizia Stradale mi fermasse nel tragitto di ritorno a Danzo e in<br />

tal caso non so come me la sarei cavata. Sapevo di correre un rischio ma, come si dice, “Chi non<br />

risica non rosica”’ quindi... Peccato che l´abbiano trovata, l´avevo nascosta cosí bene!...Ma quel<br />

55


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cesarini e la sua squadra sono in gamba, pericolosissimi, io peró sono stato piú furbo di loro ed<br />

ho portato a termine la mia missione senza correre piú pericolo alcuno.<br />

A questo punto si rilassó per guardarsi attorno ancora una volta. Soddisfatto tornó alle<br />

sue riflessioni<br />

”Adesso tutto é tranquillo, calmo, la legge di Dio é rispettata, la famiglia salva. Grazie a Dio<br />

anche i nuovi arrivati si comportano in maniera decente, a cominciare da quella coppia di toscani<br />

di Arezzo, vive appartata, danno l´impressione di essere sposini in viaggio di nozze anche se<br />

forse un poco passati di etá. Comunque malgrado il loro amore si possa notare a vista d´occhio,<br />

non si danno in smancerie, le riservano a quando si troverannno soli nell´intimitá della loro<br />

camera, come é giusto che sia. Lá dentro, lontano da occhi estranei, specialmente degli<br />

adolescenti, nella loro intimitá possono fare quello che vogliono, tutto é permesso. E poi quella<br />

signora bionda, Wanda Corini o Corani, una bella donna senza dubbio ma che, anche quando il<br />

marito durante la settimana é assente, mantiene un comportamento esemplare. Eppure le<br />

basterebbe un sorrisetto, uno sguardo per attirare un uomo, l´uomo, si dice, ha l´istinto naturale<br />

del cacciatore, é la donna che deve fargli capire che qualsiasi tentativo sarebbe vano. Anche l<br />

´altro nuovo ospite, Gianni Spacchi, mi sembra si chiami, non ha grilli per la testa, sempre uno o<br />

due libri avanti a sé, legge e prende appunti dalla mattina alla sera, dev´essere uno studioso, forse<br />

addirittura uno scienziato, almeno a giudicare dalla concentrazione con la quale si dedica alle<br />

ricerche. Anche quelle altre due nuove arrivate, non ricordo come si chiamano, venute qui a<br />

trascorrere il settembre, si comportano come ogni buona madre di famiglia si deve comportare,<br />

serie, composte, gentili ma senza dare troppa confidenza agli uomini quando i mariti sono<br />

assenti. Va bene che non sono grandi bellezze ma neanche brutte, a dir la veritá.<br />

Decisamente bruttina invece era Franca Donovani, madre e sposa esemplare, la sua morte mi ha<br />

sinceramente addolorato. Il marito ha voluto imitarmi sperando che Cesarini ci cascasse<br />

considerandola un´altra impresa del <strong>Diavolo</strong> Verde, ma il Commissario é in gamba ed ha<br />

scoperto la veritá, solo io son riuscito a fargliela. La mia coscienza é tranquilla, Giorgio l´avrebbe<br />

uccisa in ogni modo e doveva anche far presto, era deciso a liberarsi della moglie per<br />

impadronirsi del suo patrimonio, in un modo o nell´altro l´avrebbe spedita all´altro mondo.<br />

Capirai, aveva perduto completamente la testa per quella bellissima ungherese, debbo<br />

riconoscere che é una donna splendida, almeno giudicando dalle fotografie di giornali e riviste.<br />

D´altro lato é stata anche imprudenza di Franca, ha voluto sposarsi con un Adone, lei, cosí priva<br />

di attrattive...ma non si sará mai guardata allo specchio?<br />

E quell´altra, Francesca Volatti, una signora cosí a modo che guardava gli altri dall´alto in<br />

basso! Non ha resistito alla tentazione di conoscere carne giovane...eppure il marito, il<br />

colonnello di cavalleria Anton Luigi Volatti, é un gran bell´uomo e si dice che prima di sposarsi<br />

era fortunato con le donne. Vai a capire quel che succede nei meandri del cervello femminile.<br />

Me ne accorsi passeggiando per godermi l´aria ossigenata della prima mattina, si chiudeva nello<br />

spgliatoio del Tennis Club alle sei e mezzo e poco dopo arrivava quel Luciano, entrava anche lui<br />

e ci rimaneva per un bel pó di tempo. Incredibile, ma vero.<br />

É stato facile infilarmi nello spogliatoio passando attraverso uno dei finestrini del lato posteriore,<br />

ce l´ho fatta appena appena, se non fossi magro come sono non avrei potuto riuscirci. L´ho<br />

aspettata lá dentro e non appena é entrata ho colpito anche lei alla nuca e l´ho uccisa, anzi no, la<br />

parola esatta é giustiziata, mentre era ancora incosciente. Il resto ho dovuto farlo in tutta fretta<br />

per la paura di venire sorpreso da Luciano sopraggiungendo da un momento all´altro. Ma ci<br />

56


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

sono riuscito, le ho tolto short e mutandine., fatto i tagli sul ventre e l´ho lasciata lí a gambe<br />

spalancate. Il messaggio di avvertimento alle peccatrici, guardate come finisce chi si comporta<br />

male.<br />

E infine fu la volta di Liliana.<br />

Sapevo che l´avrei colta alla corsa, ne ero quasi sicuro. Le era sempre piaciuto assistere al<br />

passaggio delle vetture. Ma come immaginare che avrebbe avuto la spudoratezza di combinare<br />

un incontro con quel ragazzo che non ha saputo resistere alla tentazione del peccato. Li ho<br />

spiati, si sono amati sotto un faggio, una scena perversa che per poco non ha fatto esplodere la<br />

mia rabbia, c´é stato un momento nel quale la tentazione di fare giustizia sommaria stava per<br />

prevalere sulla prudenza, ma erano in due ed il colpo poteva non riuscire. E poi ci avrebbe<br />

rimesso la vita anche quel povero Ugo, poco piú di un adolescente, non aveva colpa, come<br />

resistere alla seduzione di una donna esperta come Liliana. Quanti ragazzini ha sedotto quella<br />

spudorata! Avevo persino fatto il primo passo verso di loro quando sono riuscito a trattenermi,<br />

temevo addirittura che lei mi avesse visto. Grazie a Dio non fu cosí, peró qualche sospetto<br />

doveva averlo perché volle allontanarsi da quel luogo senza immaginare che l´avrei seguita per<br />

colpirla al momento opportuno. E cosí é stato, ho avuto la pazienza di aspettare che rimanesse<br />

sola ed allora sono sbucato alle sue spalle e l´ho colpita. Neanche lei se ne é accorta, é passata<br />

dalla vita alla morte senza rendersene conto. Ma com´era pesante! Per fortuna eravamo a pochi<br />

metri da Le Cinque Miglia e l´ho trascinata sulla strada poco prima che arrivasse la macchina<br />

rossa, addome e gambe nude e spalancate e i tagli sull´addome. Le donne avranno capito il<br />

messggio implicito, il monito contenuto in quei tagli?<br />

Pensavo di aver terminato l´opera quando ho sorpreso il conciliabolo tra Cavalieri e<br />

quella puttanella della Giuseppina. La definizione le va a pennello, puttanella, puttanella. Si dava<br />

per soldi la puttanella. Le altre lo facevano per lussuria, per libidine. Giuseppina no. Giuseppina<br />

si vendeva ed aveva fatto perdere la testa ad Ernesto Cavalieri. Aveva perso completamente la<br />

testa quel citrullo, ormai non pensava piú né alla moglie, né alle figlie, buttava via i soldi, li<br />

toglieva alla famiglia per saziare l´aviditá della ragazza. Non poteva immaginare che c´era<br />

qualcuno che lo sorvegliava per salvarlo. E l´ho salvato anche se dopo, per un paio di giorni, si é<br />

trovato in una situazione difficile. Ma non ho saputo resistere, avevo seguito Giuseppina ben<br />

dentro il Bosco delle Ninfe , stavo per colpirla quando lui é arrivato e le ha dato il denaro.<br />

Quello che mi ha fatto imbestialire é stato il sorriso soddisfatto, quasi beffardo, di lei quando ha<br />

avuto in mano i quattrini e se li é messsi in tasca. Non ho resistito, la rabbia ha preso il<br />

sopravvento, dovevo ucciderla immediatamente. Ho dovuto prima levare di mezzo lui e l´ho<br />

fatto con il solito colpo alla nuca, lei mi ha visto, ha capito, avevo indosso l´abito verde della<br />

cerimonia, é fuggita terrorizzata, ma sono stato piú veloce, l´ho raggiunta ed ho fatta giustizia.<br />

Cavalieri non si é fatto vedere per due giorni, finché ha parlato con Cesarini e si é<br />

tranquillizzato, il Commissario é in gamba, ha capito che quello non era il <strong>Diavolo</strong> Verde. Un<br />

avversario pericolosissimo il Commissario, ma é tardi ormai, il <strong>Diavolo</strong> Verde ha terminato il<br />

compito che il destino gli aveva assegnato e non esiste piú.<br />

Si concesse un lungo sospiro di soddisfazione dirigendosi poi al bar, gli era venuta una<br />

gran sete e un bicchierone di birra gelata era la miglior prospettiva nella giornata di caldo<br />

inconsueto per quella zona di montagna.<br />

Venne cosí a sapere che era in programma per il pomeriggio la tradizionale gita al Picco delle<br />

57


Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Nebbie, chiamato cosí malgrado si trattasse di una modesta altura accessibile con una<br />

passeggiata su agevoli sentieri che si snodavano tra abetaie e prati e che dal lato occidentale<br />

terminava in uno strapiombo fiancheggiato da due lunghissime propaggini montuose disposte a<br />

ferro di cavallo sí da formare una conca nella quale, per contrasto di temperature e mancanza di<br />

ventilazione, si addensava molto spesso un enorme banco di nebbia tanto grande da sembrare<br />

un lago opalescente. Piú in lá, dove apriva lo spazio, la vallata verdissima dei pascoli. Uno<br />

spettacolo incantevole e incantatore che mai stancava.<br />

L´uomo decise di partecipare alla gita, conosceva bene il posto e avvertiva il bisogno delle<br />

sensazioni sottili e profonde che quella vista ogni volta in lui rinnovava.<br />

Voleva ritrovarvi la pace di spirito completa di cui ancora avvertiva la necessitá per dissipare in<br />

definitivo quel resto di angustia e di tensione che il travaglio di giustiziere gli aveva provocato<br />

nel fondo dell´anima.<br />

Erano una ventina i gitanti, fu l´ultimo ad avviarsi, o almeno cosí credeva fino ad<br />

accorgersi che dietro a lui si erano accodati Wanda Corini e Gianni Spacchi, quest´ultimo gli si<br />

affiancó mentre la donna affrettava il passo per raggiungere la testa del gruppo che si stava<br />

snodando in fila indiana.<br />

Camminavano a passo lento, nessuno aveva fretta, e impiegarono una quarantina di minuti per<br />

giungere lá dove ad una andatura normale ci sarebbe voluto la metá del tempo.<br />

Lo spettacolo, antico e pur sempre nuovo, li affascinó una volta ancora. La contemplazione fu<br />

interrotta solamente perché ai ragazzini era venuta fame e reclamavano per la merenda. Il picnic<br />

fu consumato su bianche tovaglie distese sull´erba. L´uomo non aveva nessuna voglia di<br />

mangiare, sedette all´ombra di un abete poco discosto continuando ad ammirare il panorama in<br />

pace di spirito.<br />

Era concentrato, assorbito nella contemplazione dello spettacolo che lo affascinava, ma non<br />

tanto da non accorgersi della figura di Gianni Spacchi che si allontanava per sparire tra gli alberi.<br />

‘Avrá sentito il bisogno di appartarsi per una improvvisa necessitá fisiologica’ pensó in un primo<br />

momento, ma gli nacque il sospetto che potesse trattarsi di qualcosa di diverso quando vide che<br />

anche Wanda Corini si stava allontanando, piú o meno nella stessa direzione.<br />

Coincidenza o non coincidenza era qualcosa che andava verificata. L´uomo senza mettersi in<br />

piedi e sforzandosi sulle sole braccia si portó al riparo dietro l´albero, dopo si rizzó avviandosi<br />

verso dove aveva visto scomparire i due. Avanzava con passo cauto, vigile e attento come un<br />

Apache alla caccia del cervo o tendendo un agguato al Viso Pallido. Non erano molto lontani, i<br />

suoi peggiori sospetti stavano avverandosi. I due erano avvinghiati, lei con la schiena appoggiata<br />

ad un tronco, non c´erano dubbi su quel che erano intenti a fare.<br />

Fu un´amara delusione, la piú amara possibile.<br />

Per quanto doloroso fosse capí che era costretto a rimettersi all´opera, non poteva lasciar le cose<br />

come stavano. I sacrifici, i rischi, gli orrori che aveva vissuto sarebbero risultati vani.<br />

Doveva, purtroppo far rinascere il <strong>Diavolo</strong>, come lui stesso l´aveva battezzato quando era stato<br />

sorpreso da Carletto immediatamente dopo aver giustiziato Ivonne Balleri.<br />

Stavolta l´impresa si riveló molto piú difficile. Wanda non era mai sola, sempre<br />

circondata da persone, mai si allontanava dal gruppo, mai si metteva in una situazione<br />

vulnerabile.<br />

Pensó di attaccarla di notte, nella sua camera, ma la porta era troppo vicina alla rampa di scale<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

sul cui ballatoio la cameriera di turno alla notte era sempre seduta in vigile attesa e poi, chissá,<br />

avrebbe potuto incontrarvi Gianni Spacchi nel caso i due passassero la notte insieme durante l<br />

´assenza del marito. Troppo pericoloso.<br />

Sperava che il momento e la buona occasione per far giustizia, prima o poi, sarebbero apparsi<br />

naturalmente, altrimenti avrebbe dovuto escogitare qualcos´altro.<br />

E l´occasione si presentó.<br />

La Corini era seduta ad un tavolino poco distante dal bordo della piscina, parlava con due<br />

amiche. Lui era seduto a lato in posizione tale da poter ascoltare la conversazione. Ad un certo<br />

momento la sentí che diceva<br />

-Quel che piú mi ha colpito é stata la vista dal Picco delle Nebbie. Va al di lá di ogni<br />

immaginazione. Trasmette qualcosa di indefinibile che ti colpisce nel piú profondo dell´animo,<br />

in quel poco tempo che ci trattenemmo lassú provai la sensazione dell´immensitá, l´ispirazione<br />

per una poesia i cui versi sono giá qui...- si batté una mano sul petto -...e che vorrei inserire nella<br />

mia prossima raccolta, sará la terza ad essere pubblicata....-<br />

‘Sicché Wanda Corini sarebbe una poetessa, non l´avrei mai immaginato, poesie erotiche<br />

naturalmente, ispirate ai suoi facili amori’ ma quel che disse poi la donna gli fece aguzzare le<br />

orecchie<br />

-Oggi stesso, dopo pranzo, non appena l´aria comincerá a rinfrescarsi, ci torneró, ma da sola.<br />

Voglio concentrarmi in una profonda riflessione ed assorbire le emanazioni della Natura, cosí<br />

che i versi saranno permeati da quell´atmosfera irripetibile. Sento che sará una grande poesia, la<br />

grande poesia della mia vita...- continuando su questo tono.<br />

Aveva sentito il cuore balzargli in petto. Il momento stava per giungere a meno che non si<br />

trattasse di un artifizio escogitato per potersi incontrare in solitudine con l´amante. Avrebbe<br />

dovuto usare cautela, assicurarsi che la donna ci fosse da sola. Doveva tenerla d´occhio e<br />

contemporaneamente controllare il comportamento di Gianni Spacchi il quale, seduto alquanto<br />

lontano, completamente assorto nel consultare i volumi che aveva con sé, continuava a prendere<br />

appunti.<br />

Mancava poco alle quattro quando la vide avviarsi, era sola. L´uomo rimase seduto in un<br />

posto da dove poteva mantenere sott´occhio e controllare i movimenti dello Spacchi il quale,<br />

assorto nelle ricerche, non sembrava aver notato che la donna usciva.<br />

Rimase ad osservarlo per una decina di minuti, quando si convinse che non si sarebbe mosso<br />

per seguire la bella bionda, decise mettersi in caccia. Uscí dall´albergo a passo lento come per<br />

andare a zonzo. Aveva con sé una borsa di quelle che usano gli sportivi, alquanto voluminosa,<br />

ma non al punto da intralciargli il cammino.<br />

Non appena fuori del paese accelleró improvvisamente il passo come se avesse cambiato marcia.<br />

Ora procedeva velocissimo, voleva raggiungerla al piú presto possibile, non poteva rischiar di<br />

perdere l´occasione.<br />

Finalmente scorse da lontano la chiuma fulva che spiccava sullo sfondo verde del fogliame. Si<br />

fece piú cauto, la seguiva senza farsi scorgere, defilandosi tra tronchi e cespugli finché la vide<br />

giungere al Picco e sedere su di un grosso sasso in contemplazione del panorama.<br />

Non perse tempo, nascondendosi dietro un grosso albero aprí la borsa ne trasse una tuta verde<br />

che indossó rapidamente. Non poteva compiere il sacrificio senza indossare le vesti del<br />

cerimoniale<br />

Celó il viso con un passamontagna, anch´esso verde, che gli lasciava scoperti appena gli occhi e<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

la bocca. Gattonando cautamente senza produrre il minimo rumore le si avvicinó, aveva in<br />

mano un bastone ricavato da un ramo d´albero terminante in una nodositá.<br />

Wanda Corini continuava immobile perduta nell´estasi della contemplazione, non si era accorta<br />

dell´uomo alle sue spalle, ormai vicinissimo.<br />

Il <strong>Diavolo</strong> Verde afferró il bastone all´estremitá inferiore, vibró il colpo con implacabile<br />

decisione ma non avvertí il solito tonfo sordo del manico a forma di sfera affondando nella<br />

nuca, bensí un inatteso rumore metallico.<br />

Un attimo dopo Wanda Corini si era girata e gli puntava una pistola nella direzione del petto<br />

-Alza le mani, chiunque tu sia. E non fare movimenti bruschi altrimenti sparo.-<br />

L´uomo malgrado la sorpresa non aveva perso la presenza di spirito, si voltó per fuggire<br />

sicuro che lei non avrebbe sparato. Ma si trovó di fronte Gianni Spacchi ed altri due individui<br />

con le rivoltelle puntate, non si perse d´animo nemmeno stavolta.<br />

Con un movimento di torsione del polso fece compiere un mezzo giro al pomo del bastone e ne<br />

estrasse una lama lunga un paio di palmi. Con quest´arma in pugno si lanció contro lo Spacchi,<br />

sembrava gli fossero spuntate cento braccia che agitava vorticosamente, con decisi “a fondo”,<br />

finte, stoccate, controfinte e scarti improvvisi tentó di aprirsi un varco. Né Spacchi né<br />

Pentassuglia, era lui uno degli altri due, riuscivano a tenergli testa, avevano ricevuto ordini<br />

precisi di non sparare se non in casi estremi. Nel frattempo il terzo agente si era portato alle sue<br />

spalle e stava per saltargli addosso e bloccarlo. Se ne accorse per tempo, fece un rapido mezzo<br />

giro e gli infiló la lama nel fianco. Gigi De Angelis, era lui l´agente che stava tentando la<br />

manovra avvolgente, non fece in tempo a difendersi e cadde riverso al suolo. Il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

pazzo di rabbia gli fu addosso per finirlo, la punta dell´arma era ormai a un paio di centimetri dal<br />

torace nella direzione del cuore, De Angelis non ebbe scelta, era questione di frazioni di attimi,<br />

sparó colpendolo in pieno petto. L´uomo gli cadde addosso, morto sul colpo.<br />

Wanda si era tolta la parrucca bionda, in realtá era una calotta di acciaio sulla quale la parrucca<br />

era montata, si chinó su di lui strappandogli il passamontagna<br />

-È Bartolomei. Del resto Cesarini ne era sicuro...-<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

Cap VII<br />

Ulisse aveva cominciato a sospettare quando aveva cominciato a ricevere le informazioni<br />

chieste sugli ospiti di Villa dei Castagni e del Grande Albergo Danzo.<br />

La moglie di Bartolomei, Martina, non era morta di malattia o a causa di qualche incidente, si<br />

era suicidata insieme all´amante in una camera di albergo di Lodi. Aveva lasciato una lettera nella<br />

quale chiedeva perdono al marito e alla figlia e spiegava che la passione era stata piú forte di lei<br />

e l´aveva costretta al gesto disperato, anche l´amante era sposato e per il loro amore non esisteva<br />

futuro. La vita sarebbe stata insopportabile per tutti e due e avevano deciso di porvi fine.<br />

Bartolomei era riuscito a soffocare lo scandalo, l´inchiesta fu condotta con discrezione e<br />

il fatto venne a conoscenza di pochi. Mariolina, l´unica figlia della coppia, aveva allora sei anni<br />

ed era attaccatissima alla madre, qualche mese dopo si ammaló di leucemia e Bartolomei, che<br />

adorava la figlia, divenuta ormai la ragione unica della sua vita, riuscí a convincere se stesso che<br />

la mancanza della madre era stata la causa della malattia. Non credette ai medici che invece gli<br />

garantivano che una cosa non aveva nulla a che fare con l´altra.<br />

A conoscenza di questo i sospetti di Cesarini presero forza e consistenza.<br />

Nella psiche di Bartolomei, il poter accusare la moglie di essere stata, per la sua mancanza, la<br />

unica e sola causa della malattia della figlia rappresentó il modo ideale di trovare una pace d<br />

´animo sia pur relativa.<br />

Dedicó a Mariolina la vita e quando la vide spegnersi poco a poco trovó consolazione nel<br />

decidere che avrebbe fatto pagare con la vita a tutte le adultere di sua conoscenza i peccati di<br />

amore.<br />

Queste almeno furono le prime conclusioni di Cesarini.<br />

Spedí immediatamente Lucchesi a Milano perché raccogliesse altre informazioni nell´ambiente<br />

che il Bartolomei frequentava. Alfredo tornó con la sorprendente notizia che il Professore non<br />

era affatto claudicante, non aveva subito alcun incidente che potesse averlo azzoppato e che<br />

quando era partito per Danzo era in perfette condizioni fisiche tanto che ogni mattina<br />

immancabilmente faceva la sua oretta di corsa per mantenersi in forma. Lo aveva saputo dal<br />

portiere del palazzo che gli riferí anche che fino a pochi anni addietro il Bartolomei era stato un<br />

ottimo schermitore tanto da essersi piú volte classificato nei posti di onore in varie competizioni<br />

di fioretto. Per di piú venne a conoscenza del fatto che Liliana Casertelli e Martina Bartolomei<br />

erano state amiche intime.<br />

Quest´ultima circostanza tolse a Cesarini gli ultimi pochi dubbi, finí con il convincersi<br />

definitivamente che il Bartolomei era il <strong>Diavolo</strong> Verde e non solamente in base al ragionamento<br />

ma anche perché glielo diceva l´intuito, il sesto senso lo aveva ingannato rarissime volte.<br />

Ma c´era dell´altro, come spiegare le visite al ragionier Fronzani nel Grande Albergo Danzo<br />

proprio nei giorni precedenti la morte di Liliana , visite inspiegabili in quanto tra il Bartolomei e<br />

il ragioniere non esisteva nulla piú di una conoscenza superficiale.<br />

Perché si era preso la briga di andare a visitarlo quasi ogni giorno da quando il ragioniere si era<br />

trasferito al Grande Albergo Danzo? La spiegazione piú ovvia era che voleva studiare da vicino<br />

le abitudini della donna in modo da poter stabilire la miglior maniera di sorprenderla nel<br />

momento piú propizio.<br />

Ma erano solo indizi, nulla di concreto, nemmeno una prova. Se effettivamente Bartolomei era il<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

<strong>Diavolo</strong> Verde era anche stato abilissimo nel non lasciare tracce.<br />

E aveva deciso di tendergli la trappola.<br />

Wanda Corini era in realtá una sua collega che aveva accettato senza esitazioni di venire<br />

trasformata in esca. Aveva fiducia in sé stessa, avrebbe saputo difendersi anche nella peggiore<br />

delle situazioni e oltre a questo sapeva di potersi fidare di Ulisse e delle sue capacitá. Si istalló<br />

nella Villa dei Castagni insieme al marito che comunque sarebbe stato assente durante l´intera<br />

settimana salvo il sabato e la domenica.<br />

Anche Gianni Spacchi era un agente speciale, divenne ospite dell´albergo un paio di giorni dopo<br />

la Corini. Munito di vari libroni e di un blocco di appunti si presentó come uno studioso, il che<br />

gli permetteva di passare intere giornate seduto a un tavolino nel parco in un punto dal quale<br />

poteva osservare tutto e tutti fingendo di consultare i volumi e prendere appunti in<br />

continuazione. Si immedesimó nella sua parte e fu tanto convincente nel recitarla che tutti in<br />

albergo si riferivano a lui come “lo scienziato”.<br />

Cesarini aveva raccomandato<br />

-Siate pazienti, non forzate la situazione, potrebbe insospettirsi. Aspettate che si presenti l<br />

´occasione favorevole e sappiate approfittarne.-<br />

L´occasione si presentó dopo una decina di giorni quando lo videro accodarsi al gruppo che si<br />

recava al Picco delle Nebbie. Scambiarono un´occhiata di intesa e si mossero per raggiungere i<br />

gitanti che stavano allontanandosi. Spacchi affiancandosi al Bartolomei cominció a chiacchierare<br />

mentre Wanda avanzava per raggiungere la testa del gruppo.<br />

Tra i due non ci fu bisogno di accordo preventivo e del resto non potevano prevedere come si<br />

sarebbero svolte le cose. Ma quando Gianni lo vide seduto sotto l´abete mentre il resto del<br />

gruppo consumava la merenda capí che era quello il momento propizio e si allontanó<br />

inoltrandosi tra gli alberi.. Qualche minuto dopo Wanda si avviava nella stessa direzione,<br />

sperando di insospettire il Bartolomei, come difatti avvenne. Mentre stava allacciata in un finto<br />

abbraccio con il collega, rimaneva vigile per controllare se il <strong>Diavolo</strong> Verde li aveva seguiti.<br />

Difatti lo vide, era ben nascosto fra i tronchi e i rami, ma non tanto da non farsi scorgere.<br />

Sussurró all´orecchio del compagno<br />

-Ci é cascato, sta guardandoci. E adesso, che facciamo ?- Il problema si risolse da solo,<br />

sentirono qualcuno che gridava ‘Wanda, Wanda dove sei? ‘ Era l´occasione buona, Bartolomei<br />

tornó immediatamente sui suoi passi mentre i due finti amanti rientravano in gruppo, prima l<br />

´una e poi l´altro.<br />

La prima mossa era riuscita, l´uomo era caduto nel tranello, o almeno sembrava. Bisognava<br />

saper cogliere il momento propizio per offrirgli l´esca definitiva e farlo abboccare.<br />

Fu cosí che due giorni dopo, accorgendosi che il Bartolomei era vicinissimo e non avrebbe<br />

potuto non sentirla, Wanda annunció alle sue amiche che in quel pomeriggio si sarebbe recata da<br />

sola al Picco delle Nebbie.<br />

Il <strong>Diavolo</strong> Verde esultó, era giunta l´ore di immolare un´altra vittima nella speranza che fosse l<br />

´ultima.<br />

Quel pomeriggio nel parco di Villa dei Castagni si svolse una singolare tragicommedia. Seduto al<br />

solito tavolino e sfogliando i soliti libroni Gianni Spacchi sorvegliava con la coda dell´occhio<br />

Ruggero Bartolomei il quale a sua volta lo manteneva sotto controllo per vedere se avrebbe o<br />

non avrebbe seguito la Corini.<br />

Quando questa si avvió verso l´uscita Bartolomei rimase tranquillamente seduto al suo posto e<br />

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Cesarini e il <strong>Diavolo</strong> Verde<br />

vi rimase fin quando si convinse che lo Spacchi non avrebbe seguito la donna. Solo allora si alzó<br />

avviandosi anche lui verso l´uscita con fare indifferente. Diede una rapida occhiata allo Spacchi<br />

per controllarne i movimenti e vide che l´uomo non si era mosso e continuava a consultare le<br />

pagine di un grosso librone.<br />

Non si era mosso al momento, ma si mosse immediatamente dopo mettendosi all´inseguimento,<br />

non aveva fretta, il <strong>Diavolo</strong> Verde sarebbe avanzato lentamente almeno fino a trovarsi fuori dal<br />

paese.<br />

Gigi De Angelis e Fabio Pentassuglia, avvisati di mantenersi pronti, erano ad aspettarlo lá fuori<br />

ed il trio cominció il cauto inseguimento. Fu facile, il Bartolomei con l´andatura claudicante fu<br />

subito in vista dei tre che lo videro smettere di zoppicare non appena superata l´ultima casa e<br />

procedere speditamente finché non fu in vista della vittima.<br />

Venne cosí a crearsi una situazione paradossale, un piccolo corteo sui generis.<br />

In testa Wanda Corini, la preda, dietro di lei il cacciatore che non sapeva di venire seguito a sua<br />

volta da tre segugi. In realtá chi era braccato era proprio lui, il <strong>Diavolo</strong> Verde.<br />

Wanda sedette sulla pietra bianca, era emozionata, tesa, ma non aveva paura, sapeva di<br />

non correre un rischio eccessivo. La calotta d´acciaio sotto la parrucca costituiva una protezione<br />

piú che sicura, erano stati fatti gli esperimenti opportuni con risultati piú che soddisfacenti,<br />

anche i colpi vibrati con grande violenza venivano attutiti mentre lo strato di gommapiuma li<br />

rendeva innocui.<br />

La mano destra impugnava una pistola, la sinistra reggeva uno specchietto con il quale<br />

controllava quel che avveniva alle sue spalle, data la posizione il sole non l´avrebbe tradita<br />

riflettendovi i raggi.<br />

Lo vide dietro di lei, all´improvviso come spuntando dal nulla. Contraendo i muscoli si<br />

preparó a ricevere il colpo. Immediatamente dopo si voltó puntandogli contro la pistola<br />

--Alza le mani, chiunque tu sia. E non fare movimenti bruschi altrimenti sparo.-<br />

Gigi De Angelis se la cavó a buon mercato, la lama era penetrata in profonditá senza<br />

ledere organi vitali.<br />

Quando gli riferirono come si erano svolti i fatti, il commento di Ulisse Cesarini fu lapidario<br />

-Ha voluto morire. Quando si é reso conto di non avere scampo ha preferito la morte.-<br />

F I N E<br />

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