L’ANCORA 18 28 NOVEMBRE 2004 INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
L’ANCORA ACQUI TERME 28 NOVEMBRE 2004 19 Preparati supporti video sulle Natività dipinte da Pietro Ivaldi Esposizione dei presepi sarà il Natale del Muto Acqui <strong>Terme</strong>. Per l’edizione 2004, nell’ambito della Esposizione internazionale del presepio, che si terrà all’Expo-Kaimano dall’11 dicembre 2004 al 9 gennaio 2005, la Pro-Loco di Acqui <strong>Terme</strong> proporrà il “Natale del Muto”, un’analisi monografica, video e fotografica delle Natività dipinte nelle chiese della Diocesi di Acqui da Pietro Ivaldi, detto il Muto, pittore che ha lavorato e lasciato le sue testimonianze artistiche dal 1858 al 1885. Da alcuni giorni è terminata la fase delle riprese per trasferire su cassetta e su dvd immagini della migliore produzione del grande artista acquese dell’Ottocento. Una raccolta denominata «Il Monferrato nei presepi del Muto» presentata su video, ma immagini verranno anche pubblicate su manifesti, numerati, che il pubblico potrà vedere in uno stand della esposizione presepistica acquese. Per l’opera del «Muto», relativamente a quanto di attinenza alla Natività, dipinta nelle nostre chiese, costituisce dunque una educazione alla riscoperta, una vetrina aperta su un grande artista acquese, sulla sua storia. È appunto per rivalutare la vita d’arte del grande pittore acquese che la Pro-Loco ha inteso contribuire agli appuntamenti promossi per il Millenario della nascita di San Guido realizzando una trattazione su Ivaldi che ancora non esiste, da far vedere durante l’importante e tradizionale manifestazione “Esposizione internazionale del presepio”. Un avvenimento che ogni anno riunisce all’Expo-Kaimano alcune centinaia di opere presepistiche. L’amministrazione comunale, valutato l’interesse della manifestazione, ha deliberato di patrocinarla. In prima fila è da segnalare la collaborazione offerta dalla Curia, dal vescovo monsignor Pier Giorgio Micchiardi per la realizzazione dei video nelle chiese. Video che vengono concretizzati da esperti del settore, da Lorenzo Zucchetta a Raffaele Marchese. Le immagini saranno accompagnate da brani di musica sacra, da un Ave Maria composta da Lino Zucchetta, cantante e compositore acquese che ha musicato una bellissima poesia di Arturo Vercellino, «Natale». Per la concretizzazione de «Il Monferrato nei presepi del Muto», così viene denominata la manifestazione relativa alla raccolta delle opere riguardanti il Natale realizzate da Pietro Ivaldi, è stato formato un gruppo di esperti, tecnici di vari settori, coordinato dal professor Arturo Vercellino, con l’architetto Carlo Traversa e il dottor Alberto Pirni, La natività del Santuario N.S. della Pieve di Ponzone. senza dimenticare il presidente della associazione organizzatrice dell’iniziativa, Lino Malfatto. Senza il concorso del Comune, sarebbe stato difficile realizzare l’avvenimento, da ricordare quindi l’interessamento del sindaco Danilo Rapetti e dell’assessore al Turismo Alberto Garbarino, quest’ultimo tra i primi a dichiarare interesse per la manifestazione. Senza dimenticare gli assessori Riccardo Alemanno e Daniele Ristorto. Notevole la disponibilità offerta dai parroci delle chiese in cui sono stati effettuate le registrazioni e i servizi fotografici. L’antica tradizione del presepio ha da sempre suscitato l’interesse di illustri pittori, i quali sono riusciti a leggere i diversi aspetti di questa tradizione che ha animato la cultura popolare. Ad Acqui <strong>Terme</strong> e nei Comuni facenti parte della nostra Diocesi, ha dedicato tanta parte della sua produzione artistica Pietro Maria Ivaldi, detto il Muto poiché, da ragazzo, un trauma lo privò della parola e dell’udito. L’artista frequentò l’Accademia Albertina, visse a Roma e a Firenze per lo studio dei grandi artisti del Rinascimento, sempre accompagnato dal fratello Tommaso, stuccatore e suo aiutante. C.R. Chi è ”il Muto” Nato a Toleto di Ponzone, battezzato il 12 luglio 1810, Pietro Giovanni Ivaldi era figlio di Giovanni (di Tommaso) e Anna Maria. Risiedette in gioventù con la famiglia e il fratello Tommaso, decoratore, (nato il 1 ottobre 1818) ad Asti, per poi trasferirsi ad Acqui nella casa di Piazza del Pallone (oggi Piazza S. Guido, nei pressi di Vicolo Pace), al numero 14, nell’allora casa Debenedetti. Qui il Muto, celibe, pose fine alla sua esistenza terrena il 19 settembre 1885; due giorni dopo avvenne la sepultura nel cimitero acquese (cfr. ASV, Atti di morte Parrocchia Assunta, n. 173, 1885). Sterminata è l’opera di Pietro Ivaldi (forse affetto da sordomutismo dalla nascita, anche se altre fonti - e qui attingiamo alla tradizione orale - testimoniano che l’handicap fu conseguenza di un trauma subito in gioventù); egli con l’aiuto del fratello (†1897) e dell’ ornatista lombardo Giuseppe Ferrari[s, talora], e poi negli ultimi anni del genovese Rivenditore autorizzato Cenni biografici del Muto Pietro Giovanni Ivaldi figlio di Giovanni e Annamaria gioielleria argenteria Gio Batta Buffa, operò nella cattedrale di Acqui, nel santuario della Madonnina, nelle Parrocchiali di Ovada, Molare, Visone, Trisobbio, a Cassine, nelle chiese di Ponzone e dell’Ovadese, ma anche nell’astigiano (Bruno, Mombercelli, Nizza, Incisa Scapaccino), nel Vercellese, nel Casalese, nella Lomellina, nella vicina Liguria e, sembra (ed è una notizia che abbiamo appreso proprio mentre ci apprestavamo ad andare in macchina) anche in Francia. Noto nel ristretto ambito locale come pittore di affreschi di committenza sacra, Pietro Ivaldi si dedicò anche alle tavole ad olio, che Luigi Moro (a lui si devono i primi studi critici sulla produzione del Nostro, con la pubblicazione di alcuni cicli) sta pazientemente inventariando visitando parrocchie e archivi. Pittore sostanzialmente sconosciuto in ambito regionale, il nome dell’Ivaldi non è citato nel recente Catalogo dei Pittori in Piemonte dal XIV al XX secolo edito dall’editore Giulio Bolaffi nel 2003, e nemmeno compa- Acqui <strong>Terme</strong> • Via Moriondo 82 Tel. e fax 0144 57857 • a.brn@libero.it re nel dizionario bio bibliografico di Rino Tacchella Alessandria Artisti moderni, uscito nel 1990 per i tipi delle Edizioni dell’Orso. Se fu Mons. Giovanni Galliano, nel 1985, proprio da queste colonne (cfr. “L’Ancora” del 10 novembre) a ricordarne il centenario della morte, in questi ultimi anni sull’Ivaldi hanno lavorato anche giovani ricercatrici formatesi presso l’Università di Genova. La tesi di laurea della Dott.ssa. Patrizia Altosole Il linguaggio dei segni e la pittura: un emblematico caso ottocentesco è depositata e consultabile presso l’Archivio Vescovile, mentre la ricerca di Sonia Vallani, volta ad investigare gli aspetti più propriamente stilistici, è in corso di ultimazione. Un ultimo contributo pervenuto in redazione, infine, permette ora di presentare ai lettori de “L’Ancora” una vera e propria primizia: quella di tre oli dell’Ivaldi (da collezione privata), inediti, che raffigurano, rispettivamente S. Cecilia, il padre e la madre del pittore. G.Sa BERNASCONE IDEE PREZIOSE orologeria