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Terme - L'ANCORA edicola

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L’ANCORA<br />

32 28 NOVEMBRE 2004<br />

DALL’ACQUESE<br />

Alice sabato 27 novembre si presenta il libro<br />

Franca Garesio Pelissero<br />

I segni del tempo<br />

Alice Bel Colle. Sarà dedicato<br />

alla memoria delle antiche tradizioni<br />

il prossimo appuntamento<br />

del ciclo “Incontri con l’autore”<br />

di Alice Bel Colle di sabato 27 novembre,<br />

che vedrà protagonista<br />

il libro della professoressa Franca<br />

Garesio Pelissero “I segni del<br />

tempo – cultura contadina astigiana”.<br />

Il volume, che ha riscosso<br />

il successo della critica e che<br />

è stato già presentato in diverse<br />

località piemontesi, si presenta come<br />

un ideale tributo agli antichi<br />

mestieri e usanze in vita nel nostro<br />

territorio.<br />

Tale omaggio è sapientemente<br />

scritto non solo attraverso l’affetto<br />

di chi, come l’autrice, ha vissuto<br />

personalmente i luoghi dell’infanzia<br />

di cui parla nel libro, trasferendo<br />

il proprio affetto per la terra<br />

e i suoi abitanti nero su bianco:<br />

esso infatti è anche il frutto di<br />

una lunga serie di ricerche, di<br />

raccolte di testimonianze orali,<br />

Bistagno: è stata riaperta<br />

la biblioteca civica<br />

fotografiche e scritte, che lo caricano<br />

di un valore aggiunto. Attraverso<br />

la vivida capacità descrittiva,<br />

si delinea così un viaggio<br />

della memoria a tratti lievemente<br />

nostalgico, ma che non mira<br />

alla rievocazione quasi idillica<br />

della natura e del lavoro dell’uomo.Al<br />

contrario, gli elementi principali<br />

e costanti – l’uomo, la natura.<br />

Le stagioni, la terra – sono<br />

descritte sì nella loro bellezza,<br />

ma anche attraverso una valutazione<br />

oggettiva della condizione<br />

umana rispetto alla natura, magica<br />

e incantevole a volte quanto<br />

dura e spietata altre.<br />

Un libro fatto anche e soprattutto<br />

di suoni, sapori, e odori di un<br />

tempo che sarà gradito ritrovare<br />

per i più anziani quanto piacevole<br />

scoprire per i più giovani. Appuntamento,<br />

alle ore 21; la presentazione<br />

a cura del dottor Giovanni<br />

Rebora. L’ingresso è gratuito.<br />

Bistagno. Il sindaco di Bistagno, dott. Bruno Barosio informa<br />

che da martedì 2 novembre è stata riaperta la Biblioteca Civica<br />

nei nuovi locali di corso Carlo Testa nº. 3 (palazzo Gipsoteca<br />

Giulio Monteverde). La Biblioteca Civica rispetterà il seguente<br />

orario: lunedì dalle ore 9.30-12 e ore 15-17; mercoledì ore<br />

9.30-12; venerdì ore 15-17; sabato ore 10-12.<br />

Colazione per tutti dall’infaticabile parroco<br />

Alunni scuola Rivalta<br />

bella gradita sorpresa<br />

Strevi ricorda<br />

Alessandra<br />

Matarrese<br />

Strevi. “Il Signore è mia parte<br />

di eredità e mio calice: nelle tue<br />

mani è la mia vita. Per me la sorte<br />

è caduta su luoghi deliziosi, è<br />

magnifica la mia eredità”. (Sal.<br />

16,5-6). Portandoti sempre nel<br />

cuore, i tuoi cari ti ricordano con<br />

immutato affetto nella santa messa<br />

che sarà celebrata domenica<br />

28 novembre, alle ore 16,30,<br />

presso la chiesa del Convento<br />

(casa di riposo) di Strevi. Ringraziamo<br />

quanti vorranno unirsi<br />

con loro nel tuo ricordo.<br />

La tua famiglia<br />

Rivalta Bormida. Scrivono<br />

gli alunni della scuola materna,<br />

elementare e media di Rivalta<br />

Bormida:<br />

«Venerdì 19 novembre, con<br />

il suono del campanello che<br />

annunciava l’intervallo, sono<br />

arrivati tanti bei vassoi con la<br />

colazione per tutti, offerta dall’infaticabile<br />

don Roberto Feletto,<br />

parroco di Rivalta, dopo<br />

il nostro incontro con il Vescovo,<br />

in occasione della visita<br />

pastorale della prima settimana<br />

di ottobre.<br />

Naturalmente, abbiamo fatto<br />

onore a tanto...“ben di dio” (questa<br />

volta si può proprio dire così),<br />

ma siamo rimasti anche molto<br />

colpiti dal fatto che don Roberto<br />

abbia avuto un così bel<br />

pensiero nei nostri confronti .<br />

Questo ci fa anche ben sperare<br />

di essere piaciuti, almeno<br />

un pochino, al Vescovo: noi certamente<br />

lo abbiamo apprezzato<br />

per i suoi modi semplici che<br />

hanno saputo metterci a nostro<br />

agio e ci hanno permesso di instaurare<br />

un bel dialogo con lui.<br />

Non la dimenticheremo, caro<br />

Vescovo, e speriamo di averla<br />

nuovamente con noi, magari in<br />

occasione di qualche nostro<br />

concerto .<br />

Grazie di cuore a don Roberto,<br />

che ci è sempre vicino<br />

ed è sempre disponibile ad aiutarci<br />

nelle nostre iniziative».<br />

Al Relais S. Maurizio di S. Stefano Belbo<br />

Solitudo, Giano Bifronte<br />

omaggio a Cesare Pavese<br />

Santo Stefano Belbo. È stata<br />

inaugurata domenica 21 novembre,<br />

nella prestigiosa cornice<br />

del Relais S. Maurizio di<br />

Santo Stefano, sulla collina che<br />

domina il paese tanto caro a<br />

Cesate Pavese, la mostra d’arte<br />

contemporanea e fotografia<br />

Solitudo, promossa dalla Scarampi<br />

Foundation con l’appoggio<br />

di Fondazione Cassa di Risparmio<br />

di Cuneo, Compagnia<br />

di S. Paolo e Aurora Assicurazioni.<br />

L’esposizione, curata da<br />

Mara Bugni, allestita negli ambienti<br />

dell’antica chiesa conventuale,<br />

rimarrà aperta sino al<br />

9 gennaio 2005 ed è visibile su<br />

prenotazione (tel. 0141 841900).<br />

Solitudo:<br />

dramma o fortuna?<br />

Raccoglie opere di Francesco<br />

Jodice, Antonella Padovese,<br />

Stephen Waddel, Theo Gallino,<br />

Ryuj Miyamoto, Nick Waplington<br />

e Pepe Diaz e sembra fatta apposta<br />

per far discutere questa<br />

mostra sulle colline. Il dibattito si<br />

è acceso a cominciare dall’allestimento,<br />

con le superfici riflettenti<br />

su cui sparano accecanti<br />

faretti. Ma anche gli ipotetici<br />

fruitori sembrano colpiti da<br />

questa alluvione di luce, così<br />

che il visitatore si ritrova a vivere<br />

un doppio ruolo attivo/passivo.<br />

Siamo noi ad osservare quei<br />

soggetti sotto plexiglas, oppure<br />

sono loro a scrutarci?<br />

Certo che la mostra fa una diversa<br />

impressione se è una ressa<br />

di gente a muoversi negli<br />

ambienti congestionati (e allora<br />

diviene labirinto, come accaduto<br />

nella prima ora d’apertura),<br />

oppure se la visita si può condurre<br />

“in solitudo”.<br />

Provocatoria, all’impatto ha<br />

suscitato molti commenti di segno<br />

opposto proprio in considerazione<br />

del paratesto anticonvenzionale<br />

(con tanto di video<br />

catalogo ed effetto eco incorporato,<br />

a ricordare le poetiche<br />

del barocco musicale e poe-<br />

tico).<br />

Per tutti questi motivi, ad ogni<br />

modo, l’esposizione merita considerazione<br />

e un personale cimento.<br />

Tra i pezzi più interessanti<br />

segnaliamo gli accostamenti<br />

dei dittici di Jodice (abitazioni<br />

vs folla intenta al brindisi<br />

a Tokio; scene da un vagone<br />

della metropolitana vs algidi interni<br />

- d’ospedale? neocrepuscolari,<br />

dunque - a Parigi); e anche<br />

certi scorci desolati di Miyamoto<br />

portano in dote una vera<br />

profondità di discorso. Altre opere,<br />

in altri autori, sembrano rinunciare<br />

a quella complessità<br />

(poetica, verrebbe da dire) che<br />

rende così poco accattivante il<br />

messaggio.<br />

Di sicuro, a livello generale, il<br />

bifrontismo sembra essere la<br />

cifra della collettiva. Oltre ad<br />

una discontinuità - evidente - di<br />

valore, nella mostra non si sa più<br />

se si è osservati od osservatori<br />

(non so se sarò farcitore o<br />

farcito, diceva Montale ne Il sogno<br />

del prigioniero); non si sa<br />

se, fruitori di solitudine nei deserti<br />

o nelle folle, gli uomini in<br />

questa condizione possano trovare<br />

lo slancio delle più grandi<br />

imprese o, piuttosto, l’anticamera<br />

della follia (e proprio quest’ultima<br />

nota ricorda Franco<br />

Vaccaneo nella sua prefazione).<br />

“Sola beautitudo” o “beata solitudo”?<br />

È l’interrogativo di S.<br />

Tommaso, ma potrebbe essere<br />

anche di ogni moderno Amleto.<br />

***<br />

Dai rovelli labirintici di S. Stefano<br />

il cammino dell’espressione<br />

condurrà presto all’Oratorio<br />

dell’Immacolata in San Giorgio<br />

Scarampi e ai suoi più rassicuranti<br />

appuntamenti.<br />

Domenica 12 dicembre è atteso<br />

per il concerto degli auguri<br />

di Natale Vladimir Denissenkov.<br />

Un appuntamento di sicuro<br />

da non perdere.<br />

Giulio Sardi<br />

Bubbio. Sabato 4 dicembre,<br />

alle ore 21.30, si svolgerà nella<br />

ex Confraternita di Bubbio, un<br />

concerto della Jazz Workshop<br />

Orchestra composta da: Elisabetta<br />

Prodon voce; Lalo Conversano<br />

tromba e flicorno; Danilo<br />

Moccia trombone; Claudio<br />

Chiara sax-contralto; Fulvio Albano<br />

sax-tenore; Roberto Pedroli<br />

piano; Enrico Ciampini contrabbasso;<br />

Alberto Parone batteria.<br />

Si tratta di una “almost big<br />

band”, ovvero di un organico<br />

strumentale che riproduce, in<br />

misura ridotta, lo stile, le sonorità<br />

ed il repertorio delle grandi<br />

orchestre jazz e da ballo degli<br />

anni Quaranta, Cinquanta e<br />

Sessanta.<br />

Arrangiatore e leader di questo<br />

ottetto, il cui repertorio sarà<br />

un omaggio alla indimenticabile<br />

– ma sconosciuta ai più giovani<br />

– musica che ci hanno lasciato<br />

i grandi Duke Ellington,<br />

Count Basie, Woody Herman,<br />

ecc., è il trombettista e flicornista<br />

italo americano Lalo Conversano,<br />

tornato recentemente<br />

in Italia dopo una vita trascorsa<br />

a suonare nei locali di New York<br />

con la Tommy Dorsey Orche-<br />

Nell’Oratorio di Bubbio<br />

Concerto della Jazz<br />

Workshop Orchestra<br />

stra. Con lui, nella sezione fiati,<br />

il trombonista svizzero ticinese<br />

Danilo Moccia, il tenorista torinese<br />

Fulvio Albano e, al sax<br />

contralto, Claudio Chiara, da<br />

tempo prezioso collaboratore di<br />

Paolo Conte, tutti, comunque,<br />

membri fissi della big band di<br />

Gianni Basso, con esperienze al<br />

fianco di grandi maestri americani.<br />

La sezione ritmica composta<br />

al piano da Roberto Pedroli,<br />

al basso da Enrico Ciampini<br />

e alla batteria da Alberto<br />

Parone, è quella collaudatissima<br />

che ha in più occasioni accompagnato<br />

solisti e cantanti durante<br />

la scorsa stagione invernale<br />

alla vineria presso l’Enoteca<br />

Regionale di Canelli, ed è<br />

reduce da una tournè in Vietnam<br />

guidata dal sassofonista<br />

Fulvio Albano, organizzata dal<br />

Ministero degli Esteri. Tutti assieme<br />

accompagneranno, nel<br />

suo classico repertorio di standard<br />

alla Nat King Cole, la cantante<br />

Elisabetta Prodon, già brillante<br />

componente di un applauditissimo<br />

quintetto vocale,<br />

ottima solista e apprezzata insegnante<br />

della scuola del Centro<br />

Jazz di Torino.<br />

Facciata chiesa dell’Immacolata<br />

Concezione<br />

Sassello. Il Comune di Sassello ha aderito, con delibera consiliare<br />

assunta venerdì 5 novembre 2004, al progetto di rilevazione<br />

di emergenze storico-artistiche nei Comuni della Provincia di<br />

Savona proposto dall’Università degli Studi di Genova – Dipartimento<br />

di Storia e Progetto dell’Architettura del Territorio e del<br />

Paesaggio Polis, e della Provincia di Savona – Settore Programmazione,<br />

Pianificazione Territoriale, Urbanistica. La proposta del<br />

Comune di Sassello riguarda la facciata principale della chiesa dell’Immacolata<br />

Concezione. I risultati dello studio confluiranno in una<br />

mostra che conterrà gli esempi architettonici dei vari comuni.<br />

A Fabrizio Giamello di Vesime<br />

Eccellenza artigiana<br />

a “La dolce Langa”<br />

Vesime. Soddisfazione per<br />

Fabrizio Giamello titolare della<br />

pasticceria “La dolce Langa”<br />

di Vesime che nei giorni<br />

scorsi ha ritirato, presso il Salone<br />

del Gusto di Torino il riconoscimento<br />

per l’Eccellenza<br />

Artigiana. Il Marchio “Piemonte<br />

Eccellenza Artigiana” è<br />

il simbolo istituito dalla Regione<br />

Piemonte perché la qualità<br />

riconosciuta sia riconoscibile<br />

e quindi permette di accedere<br />

a tutte le iniziative che la Regione<br />

Piemonte e le varie istituzioni<br />

vorranno assumere<br />

per incentivare la produzione<br />

artigiana. Il premio per Fabrizio<br />

è il giusto riconoscimento<br />

per un impegno sempre costante<br />

nel preparare e offrire<br />

al pubblico un prodotto sempre<br />

genuino e tradizionale.<br />

Fabrizio mette al centro della<br />

sua produzione la nocciola<br />

Piemonte e la fa diventare<br />

l’ingrediente principale delle<br />

sue torte e delle sue goloserie.<br />

Non si possono dimenticare<br />

la tradizionale torta di<br />

nocciole fatta come una volta,<br />

la torta bacio di Langa (due<br />

cialde di pasta alla nocciola<br />

con in mezzo una ricca crema<br />

al cioccolato) per la quale ha<br />

anche ottenuto il brevetto per<br />

l’originalità del prodotto e poi<br />

ancora tutte le paste di ogni<br />

tipo alla crema o secche e,<br />

ora che si sta avvicinando il<br />

Natale i panettoni che quest’anno<br />

saranno presentati alla<br />

nocciola, al cioccolato ed<br />

anche al moscato. Il marchio<br />

di eccellenza vuole essere un<br />

incentivo a continuare sulla<br />

strada della tradizione e delle<br />

cose genuine e Fabrizio saprà<br />

sicuramente lavorare in<br />

questo senso.<br />

Nella foto la premiazione al<br />

Salone del gusto di Torino.

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