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Terremoto Terremoto Articolo 1 Speleologia Articolo 1 Speleologia

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oltre le ComunItà montane:<br />

la ProvInCIa Come CoordInatore<br />

del terrItorIo<br />

intervista a Markus Maurmair<br />

Assessore della Provincia di<br />

Pordenone, con deleghe a<br />

Pianificazione Territoriale, Politiche<br />

Europee, Agricoltura, Pro Loco,<br />

Turismo<br />

Montagna e pianura. Secondo lei<br />

sussiste la necessità di trovare delle<br />

nuove alleanze strategiche tra questi<br />

due ambiti territoriali?<br />

Concordo pienamente perché da<br />

lungo tempo è ormai evidente come<br />

sia il territorio a richiedere una nuova<br />

progettualità. Vanno individuate delle<br />

innovative alleanze tra la città e la<br />

montagna. Ma non credo si tratti di una<br />

scelta, di un’opzione da cogliere o meno.<br />

Si tratta piuttosto di un passo obbligato<br />

per il bene di entrambe le realtà. I tanti<br />

esempi di dissesto idrogeologico sparsi<br />

tra le vallate possono rendere meglio<br />

l’idea: una corretta antropizzazione delle<br />

aree montane non va vista come un<br />

qualcosa di negativo perché sappiamo<br />

che è proprio l’abbandono del territorio<br />

a determinare o ad aggravare i successivi<br />

episodi di degrado. Una gestione oculata<br />

e puntuale della montagna aiuta, quindi,<br />

la pianura, troppo spesso devastata<br />

da ondate di piena fuori controllo. I<br />

fenomeni alluvionali vanno riletti in<br />

Concordo pienamente<br />

perché da lungo tempo è<br />

ormai evidente come sia il<br />

territorio a richiedere una<br />

nuova progettualità. Vanno<br />

individuate delle innovative<br />

alleanze tra la città e la<br />

montagna. Ma non credo<br />

si tratti di una scelta, di<br />

un’opzione da cogliere o<br />

meno. Si tratta piuttosto di un<br />

passo obbligato per il bene di<br />

entrambe le realtà.<br />

un’ottica ampia, che parte più a monte,<br />

alla sorgente. Ma le sinergie con il<br />

fondovalle sono molteplici e riguardano<br />

anche gli aspetti sociali e culturali, con<br />

scambi di esperienze e nuove forme di<br />

incontro, di confronto e di aggregazione<br />

tra le persone e le generazioni.<br />

È una domanda spinosa ma<br />

importante che va a toccare<br />

la questione del futuro delle<br />

Comunità Montane. Le<br />

Province potrebbero sostituirsi<br />

a questi enti di secondo<br />

livello, tra l’altro privi di una<br />

rappresentanza diretta e<br />

spesso in balia di scontri<br />

politici.<br />

Ma quali potrebbero concretamente<br />

essere le strade da seguire per giungere<br />

ad un rilancio della montagna?<br />

è una domanda spinosa ma importante<br />

che va a toccare la questione del futuro<br />

delle Comunità Montane. Le Province<br />

potrebbero sostituirsi a questi enti di<br />

secondo livello, tra l’altro privi di una<br />

rappresentanza diretta e spesso in balia<br />

di scontri politici. Le condizioni perché<br />

ciò avvenga sono sostanzialmente due.<br />

In primo luogo, le risorse attualmente<br />

destinate alle Comunità Montane devono<br />

essere vincolate nei bilanci provinciali<br />

ad effettivi interventi a favore delle<br />

zone più periferiche e disagiate del<br />

territorio. Il secondo “paletto” per la<br />

soppressione degli enti montani è la<br />

contestuale creazione di un organismo dei<br />

Sindaci della montagna, coordinato dal<br />

competente Assessorato Provinciale. In<br />

questo modo, il contatto tra enti sarebbe<br />

immediato e senza i noti filtri della<br />

burocrazia. Attualmente le Comunità<br />

Montane fanno quello che la Provincia<br />

compie quotidianamente su un territorio<br />

ben più vasto, con ovvie decuplicazioni<br />

degli oneri pubblici. Basti pensare a quale<br />

know how in materia di gestione delle<br />

strade le Province potrebbero mettere<br />

in campo anche nelle aree più difficili<br />

da raggiungere. Farò un esempio molto<br />

pratico per capire meglio la situazione.<br />

Recentemente nel pordenonese si è<br />

assistito ad un continuo appello alla<br />

Provincia da parte di numerosi municipi<br />

montani. Tutto ruota attorno alla problematica<br />

dei terreni attigui alle carreggiate,<br />

che nei decenni si sono infestati di<br />

piante e arbusti. Le intense e ripetute<br />

nevicate di quest’anno hanno causato<br />

gravi emergenze viarie, con rami e grossi<br />

tronchi precipitati a terra tra i veicoli in<br />

transito. La Protezione Civile, insieme alle<br />

nostre squadre di manutentori, agli operai<br />

comunali e ai volontari, ha permesso di<br />

garantire la fase critica del momento. Ora<br />

si è aperta la discussione sulla definitiva<br />

bonifica delle cunette laterali delle strade.<br />

I Comuni non sono in grado di affrontare<br />

un’incombenza così massiccia, anche per<br />

una questione prettamente finanziaria:<br />

rintracciare decine di proprietari,<br />

moltissimi dei quali emigrati all’estero nel<br />

dopoguerra, comporta spese e impegno<br />

non indifferenti. Ecco allora che Sindaci<br />

e amministratori locali si sono rivolti alla<br />

Provincia, nell’intento di promuovere un<br />

tavolo di lavoro congiunto e di provvedere<br />

insieme al ripristino delle condizioni di<br />

normalità lungo lo stradario montano. In<br />

questo caso la Provincia può fare molto<br />

per garantire un aiuto ai colleghi degli<br />

enti territoriali. Quando proponiamo<br />

la revisione dell’attuale assetto istituzionale<br />

e la conseguente soppressione<br />

delle Comunità Montane, non vogliamo<br />

imporre nulla a nessuno. Stiamo solamente<br />

Quando proponiamo<br />

la revisione dell’attuale<br />

assetto istituzionale e la<br />

conseguente soppressione<br />

delle Comunità Montane,<br />

non vogliamo imporre nulla a<br />

nessuno. Stiamo solamente<br />

evidenziando le prospettive<br />

che deriverebbero da una<br />

migliore riformulazione delle<br />

competenze in materia<br />

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