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Terremoto Terremoto Articolo 1 Speleologia Articolo 1 Speleologia

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La vocazione identitaria della<br />

base sociale del Club Alpino<br />

Italiano era, è e resterà quella<br />

associativa, di libera Associazione<br />

nazionale secondo<br />

i lungimiranti intendimenti<br />

dei padri fondatori. A questo<br />

proposito, nel rispetto della<br />

volontà espressa dalle diverse<br />

realtà regionali e rivolta ad<br />

individuare strade capaci di<br />

accrescere la flessibilità e<br />

la leggerezza della struttura<br />

amministrativa centrale – pur<br />

dentro una cornice di salvaguardia<br />

del ruolo pubblico (in<br />

senso sociale più che amministrativo)<br />

del Sodalizio, ma<br />

libero dalle ingessature di un<br />

certo paradigma pubblicistico<br />

– ho ritenuto di sottoporre<br />

il quesito ad un giurista di<br />

chiara fama nella persona del<br />

prof. Valerio Onida. L’obiettivo<br />

è quello di accrescere<br />

l’adattabilità e la plasticità di<br />

un Ente come il nostro che,<br />

per le sue caratteristiche di atipicità,<br />

si trova a dover gestire<br />

in forma asimmetrica situazioni<br />

assai complesse, spesso<br />

di difficile governabilità. A<br />

tale obiettivo, in vista del<br />

quale ho attivato il Direttore<br />

dr.ssa Paola Peila, dovremo<br />

concentrare tutti gli sforzi<br />

affinché i rapporti amministrativi<br />

fra Sede centrale e<br />

realtà territoriali siano posti<br />

al riparo da pericolose derive<br />

schizofreniche. I dati gestionali<br />

del 2008 hanno fatto<br />

registrare, come documentato<br />

nelle tabelle allegate, importanti<br />

risultati al cui conseguimento<br />

hanno concorso tutte<br />

le componenti del Sodalizio,<br />

volontaristiche e professionali.<br />

La distinzione fra queste<br />

due componenti è necessaria<br />

nel quadro di imprescindibili<br />

relazioni di complementarietà<br />

dei ruoli e delle funzioni<br />

che vanno sempre rispettati<br />

e valorizzati. A questo proposito<br />

desidero rivolgere il<br />

mio sentito ringraziamento al<br />

personale dipendente di ogni<br />

livello che, pur tra enormi<br />

difficoltà ed incertezze, ha<br />

2<br />

garantito il mantenimento ed<br />

il miglioramento degli standard<br />

qualitativi. Il Direttore,<br />

in linea con gli anni precedenti<br />

ed anche alla luce di<br />

nuovi input organizzativi, ha<br />

operato secondo gli obiettivi<br />

prefissati, come si desume<br />

dalla relazione del “Nucleo<br />

di valutazione” redatta dal<br />

responsabile Prof. Giulio<br />

Peirone sulla base di parametri<br />

oggettivi, misurati secondo<br />

testate regole di metodologia<br />

dell’organizzazione aziendale.<br />

I vincoli imposti dalla natura<br />

giuridica dell’Ente centrale<br />

non sempre aiutano a far<br />

fronte ad emergenze legate a<br />

dotazioni di personale, spesso<br />

soggette a forme imprevedibili<br />

di mobilità. Da questo<br />

punto di vista, la Presidenza si<br />

è sempre attivata per limitare<br />

al massimo – nel rispetto delle<br />

leggi – possibili conseguenze<br />

negative e rischi di paralisi<br />

amministrativa. L’attenzione<br />

alle necessità del Sodalizio<br />

ha trovato, peraltro, grande<br />

ascolto e comprensione sia da<br />

parte governativa che parlamentare.<br />

Come è accaduto nel<br />

corso dell’estate allorquando<br />

il famoso “decreto tagliaenti”,<br />

destinato a ridimensionare<br />

gli Enti pubblici con<br />

dotazione organica di personale<br />

inferiore alle 50 unità,<br />

ha fatto temere – anche per il<br />

Club Alpino Italiano – esiti<br />

preoccupanti. Devo, perciò,<br />

ringraziare i Ministeri preposti<br />

nella persona dei rispettivi<br />

Ministri per l’attenzione<br />

dimostrata nei confronti del<br />

Sodalizio a conferma della<br />

stima e, vorrei aggiungere,<br />

della simpatia di cui gode la<br />

nostra Associazione nell’interpretare<br />

il ruolo di Associazione<br />

libera ed indipendente,<br />

apartitica ed aconfessionale.<br />

Anche il Gruppo Amici della<br />

Montagna del Parlamento<br />

(GAM) – che desidero qui<br />

ringraziare nella persona del<br />

suo Presidente – ha continuato<br />

a svolgere una preziosa azione<br />

di sostegno alle nostre attività<br />

al servizio della montagna<br />

italiana.<br />

Un dato altamente confortante<br />

e che conferma il trend<br />

positivo degli ultimi anni è<br />

l’andamento del corpo sociale<br />

che – alla data del 31/12/2008<br />

– ha fatto registrare il raggiungimento<br />

di 308.318 Soci.<br />

Un grande ringraziamento va<br />

a tutti i Volontari che, nelle<br />

Sezioni e nelle realtà regionali,<br />

si prodigano per tenere<br />

alto l’appeal del Club Alpino<br />

Italiano, in condizioni spesso<br />

difficili. In tempi di grandi<br />

trasformazioni sociali e culturali<br />

in cui si registrano crisi<br />

profonde nell’associazionismo,<br />

questo risultato ci fa<br />

bene sperare sul ruolo che<br />

siamo e saremo chiamati a<br />

svolgere in futuro per la promozione<br />

di quei valori etici,<br />

educativi e formativi che il<br />

Sodalizio testimonia fin dalle<br />

sue origini.<br />

Oggi, però, diventa urgente<br />

attivarsi nei confronti dei<br />

Giovani, sempre più spaesati<br />

e disorientati in una società<br />

anonima ed “anomica” come<br />

la nostra. Per queste ragioni<br />

il CAI non può, né potrà in<br />

futuro, dedicarsi prevalentemente<br />

a celebrare i riti dell’ordinaria<br />

amministrazione.<br />

Dovrà, piuttosto, concentrare<br />

le proprie energie nel rinforzare<br />

le antenne ricettive del<br />

cambiamento culturale delle<br />

mentalità. Dovrà essere laboratorio<br />

di idee e di pensieri<br />

“pensati” (non seriali), aperti<br />

al mutamento ed alla sorveglianza<br />

critica verso i nuovi<br />

processi trasformazionali<br />

presenti nella società della<br />

“modernità liquida”, priva di<br />

certezze. Rimando, quindi,<br />

alle pagine successive della<br />

Relazione l’approfondimento<br />

di tali problematiche incentrate<br />

sui mondi giovanili.<br />

Un’altra tappa altamente<br />

significativa dell’anno 2008 è<br />

stato il Congresso Nazionale<br />

convocato a Predazzo (TN) il<br />

19 e 20 ottobre. Da molti anni<br />

mancava questo importante<br />

appuntamento, finalizzato<br />

a chiamare a raccolta i Soci<br />

intorno a temi e problemi sui<br />

quali il Sodalizio deve ciclicamente<br />

interrogarsi. L’assillo<br />

degli adempimenti formali e<br />

burocratici quotidiani, annuali<br />

e pluriennali rischia, talvolta,<br />

di far passare in secondo<br />

piano ciò che deve essere,<br />

invece, al centro della nostra<br />

azione propositiva: la riflessione<br />

sui contenuti del nostro<br />

operare. Una realtà viva come<br />

il CAI non può sottrarsi, pena<br />

l’impaludamento e l’avvitamento<br />

alienante su sé stessa,<br />

all’approfondimento dialettico<br />

dei propri snodi problematici<br />

in vista di un loro aggiornamento.<br />

Da qui è nata l’idea di<br />

proporre un titolo molto esigente,<br />

ambizioso e strategico<br />

quale occasione di riflessione<br />

su “Identità e ruolo del Club<br />

Alpino Italiano fra passato,<br />

presente e futuro”. La proposta<br />

è stata provocatoriamente<br />

totalizzante, nel senso che i<br />

tempi erano e sono maturi per<br />

andare oltre il settorialismo<br />

e guardare in faccia la realtà<br />

senza veli o infingimenti. La<br />

perdita di identità e ruolo di<br />

molti soggetti privati e pubblici<br />

a fronte di un livellamento<br />

omologante non fa<br />

sconti a nessuno, nemmeno<br />

ad un’Associazione come il<br />

CAI che ha accompagnato<br />

diacronicamente tutta la storia<br />

italiana, dalla sua nascita ad<br />

oggi. L’esigenza di conciliare<br />

una gloriosa e nobile tradizione<br />

con l’attuale accelerazione<br />

della storia impone di<br />

rivisitare, senza esitazioni,<br />

mezzi e strategie per il raggiungimento<br />

del vero scopo<br />

associativo: la conoscenza, la<br />

frequentazione delle montagne<br />

in ogni sua manifestazione<br />

alpinistica allargata, la<br />

difesa del loro ambiente (naturale<br />

e sociale).<br />

I messaggi forti sono stati<br />

tanti ed unanimi: il Club<br />

Alpino Italiano deve essere il<br />

garante di una frequentazione<br />

responsabile e consapevole<br />

continua a pagina 89

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