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Terremoto Terremoto Articolo 1 Speleologia Articolo 1 Speleologia

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Il lato ovest del Corno Piccolo offre<br />

forse scorci suggestivi, con la sfuggita<br />

di enormi placche, solcate da fessure.<br />

Gli itinerari storici percorrono le linee<br />

di minor resistenza, quelli più recenti le<br />

placche compattissime: in entrambi i<br />

casi attrezzatura quasi sempre rarefatta<br />

e ingaggio garantito. La combinazione<br />

di vie sulla I e II spalla è usuale, mentre<br />

è meno frequente partire dalla III, la più<br />

bassa. Ambiente di grande bellezza e<br />

fascino, all’altezza di molte zone alpine,<br />

ma meno addomesticato. Via classica,<br />

lungo diedri e camini, poco chiodata<br />

ma facilmente proteggibile. Roccia da<br />

discreta a buona, con qualche tratto<br />

delicato (attenzione soprattutto in<br />

presenza di altre cordate). Soste non<br />

sempre attrezzate e comunque da<br />

rinforzare. Il tiro chiave è il terzo, che<br />

supera un estetico camino. La linea si<br />

trova facilmente, se ci si tiene sempre<br />

a sinistra evitando i rami della fessuracamino<br />

che deviano a destra.<br />

Solitamente si abbina la salita della<br />

prima spalla a quella della seconda;<br />

dall’uscita di quest’ultima si percorre<br />

sul lato nord il facile crinale, da ultimo<br />

in leggera discesa, fino a entrare nel<br />

canale Bonacossa. Lo si risale per<br />

ghiaie e blocchi (attenzione!) fino<br />

al termine; scavalcata la forcella, si<br />

prosegue per traccia sotto la parete<br />

della prima spalla; l’attacco è alla base<br />

dell’evidente sistema di diedri-camini<br />

che solca il lato sinistro della parete.<br />

Mezz’ora per il tratto di raccordo, due<br />

ore per la via.<br />

Esposizione e materiale necessario<br />

Sudovest. Due corde da 50 metri, una<br />

serie di dadi e friends, qualche cordino<br />

in kevlar per le clessidre.<br />

Discesa<br />

Si può scendere sul lato sudovest<br />

per la normale (soluzione consigliata)<br />

segnalata e marcata, a metà del lungo<br />

crinale che congiunge la I spalla alla<br />

vetta. Oppure dalla ferrata Danesi. In<br />

entrambi i casi, raggiunta la base della<br />

parete, si risale alla Sella dei Due Corni<br />

e si rientra al Rifugio Franchetti (un’ora<br />

abbondante).<br />

CoRno gRAnDE vetta<br />

occidentale (2912 m)<br />

Via Sucai (8L.2.R2.IV) prima salita<br />

M. Dall’Oglio, P. Consiglio, L. Sbarigia,<br />

R.Beghè – 1948<br />

Salita storica, ad opera di famosi<br />

dolomitisti, alcuni dei quali membri<br />

della Sucai (la sezione universitaria del<br />

CAI), sulla vetta più alta dell’Appennino.<br />

L’ambiente quasi glaciale e le poderose<br />

bastionate rocciose ricordano ben<br />

più celebrati quadri alpini, riguardo ai<br />

quali il Corno Occidentale nulla ha da<br />

invidiare.<br />

Piacevole salita, relativamente facile<br />

ma dal tracciato tortuoso e non<br />

sempre evidente. Sfrutta con intuito i<br />

punti deboli della parete, lungo canali<br />

e cenge. La roccia si presenta solo<br />

a tratti solida e compatta; altrimenti<br />

richiede molta attenzione, anche nei<br />

tratti semplici. Ambiente splendido, che<br />

giustifica una arrampicata non sempre<br />

entusiasmante.<br />

Da Campo Imperatore si imbocca il<br />

sentiero n° 3, che parte dietro l’osservatorio<br />

astronomico, salendo a Sella di<br />

Monte Aquila, Sella di Corno Grande<br />

e al Massone 2570 m, seguendo le<br />

numerose ed esaurienti indicazioni.<br />

Poco sopra il Massone si devia a destra<br />

per la ferrata che conduce al bivacco<br />

Bafìle. Superato il tratto più esposto, si<br />

raggiunge in discesa l’anfiteatro nevoso<br />

sottostante la parete. L’attacco è poco<br />

sopra lo sbocco del Canalone Centrale,<br />

nei pressi di una conca di facili rocce<br />

rotte. Due ore dal parcheggio, due-tre<br />

ore per la via, due ore per rientrare.<br />

Esposizione e materiale necessario<br />

Est. Sufficiente una corda da 60 metri,<br />

una scelta di dadi e friends, privilegiando<br />

le misure medio-piccole.<br />

Discesa<br />

Dalla vetta si hanno più possibilità.<br />

La più comoda, anche se non la più<br />

breve, è percorrere la lunga cresta<br />

ovest, seguendo i numerosi bolli, fino<br />

a raggiungere il sentiero che collega il<br />

Rifugio Fianchetti a Campo Imperatore,<br />

dopo il Passo del Cannone e prima della<br />

Sella del Brecciaio. Indi proseguire per il<br />

sentiero seguito in salita. Oppure si può<br />

percorrere il canale della Direttissima,<br />

più veloce ma anche più esposto a<br />

cadute di sassi.<br />

In alto: Salendo all’attacco della via SUCAI.<br />

Qui accanto: Sulle rocce compatte del traverso della SUCAI.<br />

Qui sotto: Tracciato della via SUCAI al Corno Grande.<br />

Logistica<br />

Rifugio Franchetti (2433 m), tel. 0861<br />

959634<br />

Rifugio Garibaldi (2230 m) a Campo<br />

Pericoli,<br />

tel. 347 6106450<br />

Rifugio Duca degli Abruzzi (2388 m) tel.<br />

0862 606697<br />

Ostello di Campo Imperatore, tel. 0862<br />

400011<br />

Bibliografia<br />

L.Grazzini-P.Abate, Gran Sasso d’Italia,<br />

CAI-TCI 1992<br />

F. Antonioli-F.Lattavo, Gran Sasso. 105<br />

Itinerari scelti, Ed. Vivalda 2000<br />

Alp Monografie, Gran Sasso<br />

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