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4 IL NASTRO AZZURRO<br />

Caro Cigliana,<br />

Caro Direttore,<br />

LETTERE AL DIRETTORE<br />

leggendo gli articoli apparsi sul n. 2 (marzo/aprile 2008) de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” dedicato, in apertura , al 60°<br />

Anniversario <strong>del</strong>la promulgazione <strong>del</strong>la Costituzione italiana, mi è apparso evidente il diverso rispetto per la verità<br />

storica che è riscontrabile fra il messaggio inviato dall’On.le Vannino Chiti, quale Ministro per i Rapporti con il<br />

Parlamento e gli scritti, in proposito, sia <strong>del</strong> Direttore Editoriale e sia <strong>del</strong> Direttore Responsabile, e cioè Suo.<br />

Infatti, il primo pone l’accento oltre che sulle “ferite apportate all’unità nazionale da vent’anni di dittatura” e sulla<br />

“celebrazione incentrata sulla riscoperta sostanziale dei suoi valori fondanti” e cioè su una serie di frasi in politichese che, in<br />

buona sostanza, dicono ben poco pur lasciando aperta (se non addirittura spalancata) la porta alla “vulgata” <strong>del</strong>la<br />

“Repubblica nata dalla Resistenza” alla quale, peraltro, oramai credono in pochi…<br />

Il Direttore Giorgio Zanardi rivendica invece … che alla Guerra di Liberazione, condotta dalle potenti forze<br />

anglo-americane con i loro alleati, hanno, in Italia, contribuito principalmente i Reparti <strong>del</strong>l’Esercito Regio<br />

(tenendo anche conto <strong>del</strong> numero dei Caduti, quadruplo rispetto a quello <strong>del</strong>l’intero movimento partigiano)<br />

ricostituitosi man mano al Sud … mentre, come avviene nelle celebrazioni <strong>del</strong> 25 aprile, la loro partecipazione<br />

non ha avuto, per evidenti ragioni politiche, il dovuto riconoscimento.<br />

Del Suo intervento ho molto apprezzato la lucida disamina dei dolorosi fatti con i quali si era chiusa per il<br />

nostro Paese, con una gravissima sconfitta, la vicenda bellica, con il seguito <strong>del</strong>l’onta <strong>del</strong>l’8 settembre e la<br />

successiva guerra civile nonché, al termine <strong>del</strong>la guerra fra gli alleati ed i tedeschi - per quanto concerne l’Europa -<br />

la ricostituzione dei Partiti, la creazione <strong>del</strong>la Costituente, il Referendum e, infine, la promulgazione, un anno e<br />

mezzo dopo, <strong>del</strong>la Costituzione che, ormai sessantenne, necessiterebbe di un aggiornamento specie per quanto<br />

riguarda il Titolo V.<br />

Da ultimo, ho letto con molta attenzione ed interesse la rievocazione <strong>del</strong>le imprese eroiche <strong>del</strong>la MOVM Ettore<br />

Viola (fondatore, fra l’altro, <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>); di Maria Brighenti, prima donna decorata di<br />

MOVM; dei veri motivi <strong>del</strong>la resa di Pantelleria nel giugno <strong>del</strong> 1943 nonché <strong>del</strong> ricordo <strong>del</strong> Maresciallo Giovanni<br />

Pezzulo, caduto in Afghanistan in missione di pace, a firma di Giuseppe Valencich …<br />

Perdoni se mi sono dilungato eccessivamente e voglia accettare i migliori e più cordiali saluti.<br />

Giuseppe Cesare Maria Cigliana<br />

Ardito Tenente degli Alpini c.a.<br />

mi perdoni Lei se ho tagliato “troppo” la sua lunga lettera, ma spero di averne salvaguardato il pensiero fondamentale, che sfonda<br />

una porta aperta, situata però in un mare di nebbia: quanto Lei ricorda a commento degli articoli che ha letto, devo constatare, con<br />

vivo interesse e grande attenzione (e per questo La ringrazio anche a nome <strong>del</strong>la redazione), è vero.<br />

Però, mi permetta di confutare una <strong>del</strong>le sue affermazioni e precisamente quella relativa “…alla “vulgata” <strong>del</strong>la “Repubblica nata<br />

dalla Resistenza” alla quale, peraltro, oramai credono in pochi…”. In effetti, la nostra Repubblica è nata proprio dalla Resistenza,<br />

intesa essenzialmente come movimento politico e non come azione bellica.<br />

Il direttivo politico <strong>del</strong>la Resistenza era il Comitato di Liberazione Nazionale nel quale già coesistevano gli embrioni di quelli<br />

che sarebbero stati i futuri partiti <strong>del</strong>la rinata democrazia italiana. Tra di essi, il tentativo di egemonia da parte dei Comunisti e dei<br />

loro alleati Socialisti era già evidente quando le armi dovevano far sentire la loro voce ancora a lungo. Il Re, pur ritenendo utile l’attività<br />

<strong>del</strong> C.L.N., non lo considerava un interlocutore istituzionalmente valido e non gli annetteva l’importanza politica che esso,<br />

invece, si stava con<strong>qui</strong>stando. L’importanza <strong>del</strong>l’attività bellica <strong>del</strong>le Forze Armate ricostituitesi al sud sotto la bandiera sabauda non<br />

è mai stata riconosciuta appieno perché si sarebbe minata alla base l’importanza politica <strong>del</strong> C.L.N. che, in realtà, fu solo in grado<br />

di “fiancheggiare”, con opportune azioni “di disturbo” svolte dai partigiani, l’avanzata alleata supportata invece in forze dai militari<br />

italiani fe<strong>del</strong>i al Re, durante i due lunghi anni <strong>del</strong>la Guerra di Liberazione.<br />

Liberata l’Italia e cessate le ostilità, il C.L.N. aprì il fronte politico interno ponendo le basi per il referendum istituzionale<br />

“Monarchia-Repubblica” <strong>del</strong> 2 giugno 1946. Per fare ciò, i neonati partiti italiani, soprattutto quelli di sinistra, fecero a gara ad addebitare<br />

al Re tutte le responsabilità politiche <strong>del</strong>la disfatta, dal ventennio fascista, alla seconda guerra mondiale combattuta nelle condizioni<br />

in cui era stata combattuta (dalla parte “sbagliata”, completamente impreparati, ecc…), dal disastro <strong>del</strong>l’8 settembre alla<br />

spaccatura in due <strong>del</strong> Paese, e così via...<br />

Ci si può solo meravigliare che la “Repubblica” abbia vinto di stretta misura e non con un “plebiscito”, tanto fu intensa la propaganda.<br />

In sintesi, la nostra Repubblica è davvero nata dalla Resistenza, ma non perché la Resistenza sia stata decisiva nella sconfitta <strong>del</strong><br />

nazifascismo, bensì perché essa aveva in se il DNA repubblicano.<br />

Antonio Daniele

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