18.06.2013 Views

clicca qui - Istituto del Nastro Azzurro

clicca qui - Istituto del Nastro Azzurro

clicca qui - Istituto del Nastro Azzurro

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse<br />

2) Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi<br />

3) Portachiavi: smaltato<br />

4) Orologio<br />

5) Crest grande<br />

6 Labaretto<br />

7) Emblema Araldico<br />

8) Cartolina, cartoncino doppio e busta<br />

9) Fermacarte in onice<br />

10) Posacenere<br />

11) Attestato di Benemerenza<br />

12) Cravatta: disponibile in lana e seta<br />

13) Foulards in seta<br />

14) Mug<br />

15) Fermacarte peltro<br />

16) Copricapo a bustina<br />

Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale<br />

<strong>del</strong>l’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico <strong>del</strong>le Federazioni ed aggiunte al costo <strong>del</strong> materiale.


PERIODICO<br />

NAZIONALE<br />

DELL’ISTITUTO<br />

DEL NASTRO<br />

AZZURRO FRA<br />

COMBATTENTI<br />

DECORATI<br />

AL VALORE<br />

MILITARE<br />

ANNO XLX - N. 4 - LUG./AGO. 2011 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM


2<br />

PUNTUALIZZAZIONE<br />

Recentemente, qualche socio <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> ha richiesto che questa rivista pubblicasse notizie<br />

riguardanti attività giudiziarie innescate da lui stesso o<br />

che lo vedeva comunque coinvolto. La linea editoriale<br />

<strong>del</strong>la rivista “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, nel pieno rispetto <strong>del</strong>la<br />

legge, non prevede che tali notizie, afferenti a questioni<br />

<strong>del</strong> tutto personali e private, divengano oggetto di pubblicazione<br />

per nessuna ragione. Si invitano pertanto i soci a<br />

non richiedere la pubblicazione di notizie relative ad attività<br />

giudiziaria, sia civile che penale, che vede protagonisti<br />

o comunque coinvolti altri soci o i richiedenti stessi.<br />

RICHIESTE ED INVITI A RAPPRESENTANTI<br />

DEGLI ORGANI COSTITUZIONALI<br />

Il Gabinetto <strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong>la Difesa, con la circolare prot.<br />

n.° 6/21443/11.7.0.2 <strong>del</strong> 18 maggio 2011, ha integrato<br />

ed aggiornato precedenti comunicazioni che disciplinavano<br />

già la materia, ribadendo la necessità di ottimizzare e<br />

uniformare la trattazione <strong>del</strong>le pratiche inerenti “Richieste<br />

e inviti formulati dalle Associazioni Combattentistiche,<br />

d’Arma e di categoria”, con la richiesta alle medesime di<br />

voler sensibilizzare le dipendenti articolazioni affinché<br />

qualsivoglia tipologia di istanza o invito venga inoltrato<br />

per il tramite <strong>del</strong>la rispettiva Presidenza Nazionale, competente<br />

ad esprimere motivato parere.<br />

Quanto precede si applica, in particolare, nel caso di iniziative<br />

rivolte verso gli organi costituzionali, che implicano<br />

inderogabilmente la competenza e il tramite <strong>del</strong><br />

Gabinetto.<br />

XXI EDIZIONE PREMIO NAZIONALE<br />

ITALIA LETTERARIA<br />

Allo scopo di lanciare i nuovi autori è stata bandita, con<br />

una formula nuova, la XXI edizione <strong>del</strong> “Premio<br />

Nazionale Italia Letteraria” che si articola in 5 sezioni<br />

ed è per opere inedite di narrativa: romanzo, raccolta<br />

di racconti, letteratura per l’infanzia: romanzo<br />

per ragazzi, raccolta di favole, fiaba, poesia, teatro e<br />

saggistica. La scadenza è fissata, improrogabilmente, al<br />

29 luglio 2011. Il bando di concorso va richiesto a:<br />

“Premio Nazionale Italia Letteraria” - Casella<br />

Postale 938 - 20123 MILANO Cordusio. Le opere<br />

vincitrici e finaliste saranno pubblicate dalla casa Editrice<br />

Italia Letteraria.<br />

www.italialetteraria.com<br />

e-mail: redazione@italialetteraria.com<br />

• Comunicazioni Pag. 2<br />

• Editoriale: Periodo di feste istituzionali “” 3<br />

• Una citazione che ci riguarda “” 3<br />

• Lettere a “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” “” 4<br />

• 2 giugno 2011: la parata <strong>del</strong>l’Unità d’Italia “” 6<br />

• 21 maggio: la Giornata <strong>del</strong> Decorato “” 10<br />

• L’eroe dimenticato “” 11<br />

• Biagio Rossi “” 11<br />

• 4 maggio: 150° anniversario <strong>del</strong>l’Esercito Italiano “” 12<br />

• 21 maggio: 159° anniversario <strong>del</strong>la Polizia di Stato “” 14<br />

• 6 giugno: 197° annuale <strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri “” 16<br />

• Ucciso a Kabul il ten. col. Congiu “” 18<br />

• Osama bin Laden è morto “” 20<br />

• Italia Nostra: la vicenda Battisti “” 22<br />

• Italia Nostra: la Decorazione ad Antonio Merenda<br />

passa inosservata “” 23<br />

• Detto fra noi “” 24<br />

• Notizie in <strong>Azzurro</strong> “” 25<br />

• MOVM eccellenti: Giuseppe Brignole “” 26<br />

• Gli Ascari “” 28<br />

• Le carovane <strong>del</strong> Tigrai “” 31<br />

• Nave scuola Cristoforo Colombo “” 32<br />

• Azzurri nell’azzurro <strong>del</strong> cielo “” 36<br />

• Consigli Direttivi “” 36<br />

• Azzurri che si fanno Onore “” 37<br />

• Potenziamento giornale “” 37<br />

• Cronache <strong>del</strong>le Federazioni “” 38<br />

• Recensioni “” 46<br />

• Oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> “” 48<br />

In copertina:<br />

Giornata <strong>del</strong> Decorato celetrata<br />

con le altre Associazioni d’Arma<br />

“IL NASTRO AZZURRO”<br />

Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924<br />

(La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951)<br />

Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org -<br />

E-mail: redaz.nastroazzurro@libero.it - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> - Direttore<br />

Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,<br />

Graziano Maron, Antonio Teja, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Federico Vido, Giorgio Zanardi - Segretaria di Redazione: Barbara<br />

Coiante - Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 <strong>del</strong> 1969 - Progetto Grafico e stampa:<br />

Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: agosto 2011<br />

Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, oppure<br />

su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” -<br />

ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 - C.F. 80226830588<br />

Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.<br />

Associato alla Unione Stampa Periodica IL NASTRO Italiana


EDITORIALE: PERIODO DI FESTE ISTITUZIONALI<br />

Ogni anno, nei mesi di<br />

maggio e giugno assistiamo<br />

e partecipiamo su<br />

tutto il territorio nazionale alle<br />

varie iniziative che ci ricordano<br />

la Festa <strong>del</strong>la Repubblica, nonché<br />

quelle <strong>del</strong>l’Esercito, <strong>del</strong>la<br />

Marina, dei Carabinieri, <strong>del</strong>la<br />

Guardia di Finanza e <strong>del</strong>la Polizia<br />

di Stato. Ad esse si aggiungono<br />

i Raduni Nazionali organizzati<br />

dalle diverse Associazioni<br />

Combattentistiche e d’Arma.<br />

Sono cerimonie che coinvolgono centinaia di migliaia di persone<br />

tra attori protagonisti, simpatizzanti e spettatori. Il<br />

tema dominante <strong>del</strong> 2011 è stato ovviamente il 150° anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia e <strong>qui</strong>ndi<br />

abbiamo assistito ad esibizioni di<br />

uniformi storiche che riguardavano i ... MI HA SORPRESO NON POCO NOTARE CHE<br />

diversi periodi <strong>del</strong>la nostra storia IN TESTA AD UN REPARTO CON LE UNIFORMI<br />

patria e che necessariamente DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE SFILAVA<br />

abbracciavano gli anni in cui l’Italia UNA BANDIERA DI GUERRA ATTUALE E NON<br />

era un regno e non una repubblica. QUELLA STORICA CON LO STEMMA<br />

Devo dire che mi ha sorpreso SABAUDO COME, A MIO PARERE, SAREBBE<br />

non poco notare che in testa ad un<br />

STATO LOGICO ...<br />

reparto con le uniformi <strong>del</strong>la prima<br />

guerra mondiale sfilava una<br />

Bandiera di Guerra attuale e non quella storica con lo stemma<br />

sabaudo come, a mio parere, sarebbe stato logico. Sono<br />

rimasto sorpreso perché ricordo molto bene le parate <strong>del</strong> 2<br />

giugno 1968 e 1970 nelle quali, nelle ricorrenze <strong>del</strong>la Vittoria<br />

e <strong>del</strong>la Presa di Porta Pia, tutte le Bandiere di Guerra dei<br />

Reparti che avevano preso parte ai due conflitti sfilarono in<br />

un unico blocco in Via dei Fori<br />

Imperiali portate dagli Allievi<br />

<strong>del</strong>l’Accademia Militare di Modena. ... IMPORTANTI ESPONENTI POLITICI E<br />

Nessuno ebbe nulla da ridire al pas- CULTURALI CHE HANNO SOTTOLINEATO<br />

saggio di tutti quei vessilli non COME TUTTI GLI EROI VADANO RICORDATI E<br />

repubblicani. Per la cronaca le RISPETTATI, INDIPENDENTEMENTE DALLA<br />

Bandiere esistono ancora, conserva- SPONDA SULLA QUALE SI TROVAVANO AL<br />

te nel l’omonimo Museo al MOMENTO DEL LORO SACRIFICIO.<br />

Vittoriano. Non avrebbero dovuto FINALMENTE NON SIAMO SOLI A SOSTENERE<br />

fare molta strada!<br />

QUESTA IDEA ...<br />

Il Labaro Nazionale ha presenziato,<br />

su esplicito invito <strong>del</strong>lo Stato<br />

Maggiore <strong>del</strong>la Marina, alla cerimonia che si è tenuta nella<br />

splendida cornice <strong>del</strong> golfo di La Spezia alla presenza <strong>del</strong><br />

Capo <strong>del</strong>lo Stato, ricevendo, unico tra i Medaglieri e Labari<br />

presenti, gli onori previsti dal cerimoniale. E’ un riconoscimento<br />

importante che si sta ripetendo con una frequenza<br />

sempre maggiore, segno tangibile che il prestigio <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

UNA CITAZIONE CHE CI RIGUARDA<br />

ha registrato un incremento grazie alla linfa vitale apportata<br />

dai Soci più giovani, sia aderenti che simpatizzanti che,<br />

affiancandosi a quelli "diversamente giovani", come oggi si<br />

usa dire, hanno recepito i valori ed i principi che i nostri<br />

Decorati ci hanno trasmesso, ed hanno saputo diffonderli in<br />

un terreno apparentemente arido che aspetta solo di essere<br />

adeguatamente coltivato.<br />

Le varie Federazioni Provinciali si sono impegnate in questa<br />

prima metà <strong>del</strong>l’anno ad organizzare manifestazioni ed<br />

eventi che hanno riscosso molto successo in ambito non solo<br />

locale. Le notizie particolari verranno tutte riportate nel giornale,<br />

ma mi piace ricordare brevemente quelle che ho avuto<br />

modo di vivere personalmente.<br />

Sondrio con la realizzazione <strong>del</strong>la mostra storica "1848-<br />

1918 - 70 anni di lotta per l’Unità d’Italia" ha avuto modo di<br />

raccontare ad oltre 3000 visitatori una parte <strong>del</strong>la nostra storia<br />

con immagini, documenti e<br />

cimeli provenienti da collezioni private<br />

e dal Museo Storico <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />

di Salò.<br />

Foggia ha organizzato il convegno<br />

"La memoria degli Eroi valori e<br />

testimonianze" dove i Decorati di ieri<br />

e di oggi hanno raccontato ad oltre<br />

200 persone gli avvenimenti che<br />

hanno portato alla concessione <strong>del</strong>l’onorificenza<br />

loro conferita.<br />

Varese ha consegnato oltre 50 borse di studio a studenti<br />

<strong>del</strong>le scuole di ogni ordine <strong>del</strong>la provincia attingendo a contributi<br />

concessi da congiunti di Decorati e da sponsor locali.<br />

Vorrei infine ricordare che la Federazione di Massa-<br />

Carrara, in collaborazione con altre associazioni combattentistiche<br />

e partigiane, ha realizzato un opuscolo dedicato<br />

a tutte le Medaglie d’Oro <strong>del</strong>la<br />

provincia, dalla prima guerra mondiale<br />

alle operazioni per il mantenimento<br />

<strong>del</strong>la pace, attraverso le<br />

guerre coloniali, la guerra di<br />

Spagna e la Resistenza. Durante la<br />

presentazione ufficiale ho avuto<br />

modo di apprezzare le parole pronunciale<br />

da importanti esponenti<br />

politici e culturali che hanno sottolineato<br />

come tutti gli Eroi vadano<br />

ricordati e rispettati, indipendentemente<br />

dalla sponda sulla quale si trovavano al momento<br />

<strong>del</strong> loro sacrificio.<br />

Finalmente non siamo soli a sostenere questa idea.<br />

Buona estate a tutti.<br />

Carlo Maria Magnani<br />

Il periodico “INTERVENTO”, sul n° 1 (gen./feb. 2011) a pag. 10, ha ristampato l’articolo<br />

“L’unità d’Italia si è completata nel 1924” <strong>del</strong> nostro Direttore Responsabile, generale Antonio<br />

Daniele. La citazione ha destato l’attenzione <strong>del</strong>la redazione non solo perché l’articolo è stato<br />

riproposto integralmente con un sottotiolo che lo definisce “interessante”, ma anche perché da<br />

ciò si desume che il nostro periodico, pur diffuso ad una ristretta elite istituzionale e, esclusivamente<br />

per abbonamento, ai soci <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, è molto seguito anche al di fuori<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>.<br />

3


LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”<br />

Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente<br />

Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti<br />

Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale <strong>del</strong>la rivista<br />

“Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”.<br />

Egregio Direttore,<br />

in quanto socia Le spiego quanto segue: sul n.° 5-2010 <strong>del</strong> nostro bimestrale "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>"<br />

a pag. 10 leggo con piacere <strong>del</strong>la "Marcia <strong>del</strong>l’Unità d’Italia", poi sul n. 6 a pag. 18 leggo: "Parte<br />

la marcia <strong>del</strong>l’unità d’Italia" <strong>del</strong> dottor Michele Maddalena: tutto bene.<br />

Nello stesso tempo vi spedisco indignata lo stralcio <strong>del</strong> giornale "Il Messaggero". Fatene l’uso che credete, grazie.<br />

Rosita Caselli Bugatti<br />

(Socia <strong>del</strong>la Federazione di Pesaro-Urbino)<br />

Gent.ma signora Caselli Bugatti,<br />

purtroppo dobbiamo ancora una volta constatare che le cattive notizie sono molto più seguite di quelle buone. Stralcio <strong>del</strong>l’articolo<br />

de "Il Messaggero" che Lei ci ha inviato, come avrà sicuramente notato, è stato pubblicato a pag. 10 <strong>del</strong> n.° 2-<br />

2011 de "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" e, lo abbiamo verificato, si tratta <strong>del</strong>l’unico articolo pubblicato da un quotidiano a diffusione<br />

nazionale sul protagonista <strong>del</strong>la "Marcia <strong>del</strong>l’Unità d’Italia". Tutte le altre numerose notizie sulla Marcia sono state pubblicate<br />

su media locali, man mano che Michele Maddalena procedeva lungo il suo percorso. Il successo mediatico <strong>del</strong>l’impresa è<br />

stato certamente notevole, ma ha superato il ristretto steccato dei confini locali solo in questa occasione ed in un’altra, non<br />

meno singolare, quando il nostro marciatore è stato inserito nella trasmissione che RAI 1 dedica tutti i sabati mattina alla<br />

cucina italiana. Era sabato 12 febbraio e Michele Maddalena avrebbe dovuto percorrere la tappa da Latina ad Anzio e<br />

Nettuno dove era atteso per due cerimonie organizzate presso i cimiteri di guerra alleati (col Risorgimento non hanno molta<br />

attinenza, ma sono comunque luoghi sacri al Valor Militare). Egli ha dovuto interrompere la Marcia, correre in treno a Roma,<br />

raggiungere la sede RAI di via Teulada dove, presentato come colui che "… sta attraversando a piedi l’Italia intera …" (il<br />

conduttore si è ben guardato dal riferirne il motivo), in un’intera ora di trasmissione gli è stato solo chiesto di esprimersi su<br />

quale fosse il piatto più rappresentativo <strong>del</strong> nostro Paese e lui ha dovuto affrettarsi a dire "… gli spaghetti pomodoro e basilico<br />

in cui compaiono i colori <strong>del</strong>la nostra Bandiera …".<br />

Per rispettare l’orario <strong>del</strong>le cerimonie ormai già organizzate, il marciatore è stato portato ad Anzio "in automobile".<br />

Meno male che c’è la stampa locale a fare la differenza!<br />

Pregiatissimo sig. Direttore,<br />

come sapientemente consigliato dalla redazione di "Aeronautica", mensile <strong>del</strong>l’Associazione Arma Aeronautica, rivolgo a<br />

lei il medesimo quesito nella speranza di poter ottenere una soddisfacente risposta.<br />

Qualche mese fa è stato pubblicato un articolo sul T.Col. Pil. Nello Brambilla, scomparso dopo un’azione di bombardamento<br />

su Malta e Decorato di Medaglia d’Oro al Valor militare alla Memoria. Nello stesso periodo, il Ten. Pil.<br />

Francesco Corallo, leccese, veniva dichiarato disperso in un’analoga missione e decorato di Medaglia d’Argento al Valor<br />

Militare alla Memoria. Entrambi hanno svolto la medesima missione, stesso tipo di velivolo BR.20, dichiarati "missing in<br />

action", hanno lasciato moglie, figli e amici.<br />

Domanda: il T.Col. Brambilla è stato Decorato con la Medaglia d’Oro, il Ten. Corallo con Medaglia d’Argento, perché<br />

questa differenza di trattamento?<br />

Ringraziandola per la cortese attenzione, le porgo distinti saluti ed osse<strong>qui</strong>.<br />

Antonio Francesco Maria Buja<br />

Gent.mo Buja,<br />

la concessione di una Decorazione al Valor Militare riconosce il Valore di un comportamento <strong>qui</strong>ndi di qualcosa di unico e<br />

<strong>qui</strong>ndi non è detto che debbano essere considerati sanzionabili alla stessa maniera, sebbene possano ricorrere circostanze<br />

analoghe per eventi simili. Con ciò avrei chiuso tran<strong>qui</strong>llamente l’argomento, ma credo che non avrei reso giustizia al suo<br />

quesito basato proprio sul confronto di due casi storicamente analoghi.<br />

L’unica fonte di comparazione oggettiva <strong>del</strong>le due Decorazioni è costituita dalle motivazioni <strong>del</strong>le stesse che, come noto,<br />

esemplificano non solo sul piano descrittivo, le circostanze che hanno portato alla Decorazione dei Combattenti, ma ne ratificano<br />

la loro stessa ragione giuridica. Leggendo le due motivazioni, che non riproduciamo <strong>qui</strong> per motivi di spazio (sono<br />

entrambe consultabili nell’archivio informatico <strong>del</strong>le Decorazioni al Valor Militare predisposto dall’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

e diffuso a tutte le Federazioni Provinciali), appare evidente che le circostanze dei due fatti d’arme non sono uguali. Per il<br />

T. Col. Nello Brambilla la motivazione mette in evidenza una costante prestazione militare al di sopra <strong>del</strong>la soglia <strong>del</strong> semplice<br />

"proprio dovere" e costituente un fulgido esempio per i suoi gregari nell’infondere coraggio e spirito di emulazione (era<br />

già Decorato di Medaglia d’Argento per precedente analogo comportamento e, all’epoca <strong>del</strong> fatto d’arme, era Comandante<br />

di Gruppo Volo); per il ten. Corallo viene messo in evidenza il coraggio nel condurre un’azione notturna in condizioni oggettivamente<br />

molto rischiose. Entrambi i velivoli non hanno fatto ritorno alla base, ma il fatale combattimento, di cui si evidenziano<br />

le fasi drammatiche per il primo, probabilmente si è svolto in maniera differente nei due casi e anche per questo,<br />

forse, scatta la differenza nella calibrazione <strong>del</strong>la Decorazione che, non perché resa "alla Memoria", deve per forza essere<br />

in tutti i casi la "massima".<br />

4 IL NASTRO AZZURRO


Pur nella brevità <strong>del</strong>lo spazio a disposizione e nell’esiguità <strong>del</strong>le informazioni, spero di aver dato adeguata soddisfazione<br />

al suo quesito.<br />

Gent.mo Direttore<br />

leggendo l’articolo <strong>del</strong> Ten. Col. avv. Giorgio Anselmi sulla Battaglia di Monte Lungo pubblicato sul numero 6-2010 <strong>del</strong>la<br />

Rivista "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" cui mio padre, Ten. Col. Pilota Michele Cicchiello due Bronzi al V.M., era abbonato (tradizione<br />

tutt’ora tramandata in famiglia), non ho potuto fare a meno di scriverLe.<br />

Mi reco spesso al Monte Lungo, lascio la mia auto sul piazzale <strong>del</strong>la Madonnina, e mi inoltro solitario sulla rocciosa<br />

spianata verso la "Quota senza indicazione di numero" che particolarmente mi affascina e dopo averne scalato i pinnacoli<br />

rocciosi sfiorando le trincee tedesche, scendo verso la sella e poi mi dirigo alla "Quota 343" per ridiscendere verso la<br />

splendida pineta. A volte, nei pressi <strong>del</strong> fiume Peccia, ove nel maggio 2010 è stata deposta la lapide, mi fermo a pensare.<br />

Conservo in archivio centinaia di brevi filmati e numerose fotografie frutto <strong>del</strong>le decine di escursioni sul Monte, <strong>del</strong><br />

Museo Militare, <strong>del</strong> Cimitero.<br />

In occasione <strong>del</strong>la Celebrazione <strong>del</strong> 67° Anniversario <strong>del</strong>la Battaglia <strong>del</strong> Monte Lungo, ho realizzato un breve filmato<br />

che mi permetto di inviarLe essendo un semplice omaggio dovuto a tanti ragazzi valorosi. Un puro atto d’amore per chi<br />

ha combattuto per noi. Dura circa 20 minuti, la prima parte è la premessa a quanto fatto dal Primo Raggruppamento<br />

Motorizzato, poi c’è la salita sulle rocce e sulle trincee. Non è noioso e si vede facilmente. Titolo: "Il MonteLungo - Sulle<br />

rocce <strong>del</strong>la Battaglia"<br />

Cordiali saluti<br />

dott. Vinicio Cicchiello<br />

Caro Cicchiello,<br />

ho visionato il filmato e lo ho trovato molto suggestivo. Ora è agli atti <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> come contributo alla storia <strong>del</strong>la nostra Patria.<br />

La sua lettera mi dà l’occasione per ricordare brevemente il significato storico, politico e morale <strong>del</strong>la battaglia di Monte<br />

Lungo. Le vicende legate alla promulgazione <strong>del</strong>l’armistizio <strong>del</strong>l’8 settembre lasciarono sia gli italiani, sia gli alleati reciprocamente<br />

sospettosi. Il governo italiano, in particolare, sentiva il peso <strong>del</strong>la responsabilità di una situazione gestita piuttosto male in un<br />

frangente <strong>del</strong>icatissimo ed aveva bisogno di un’occasione di riscatto soprattutto morale.<br />

Il Valore con cui si sono battuti i militari <strong>del</strong> ricostituito Regio Esercito a Monte Lungo e la vittoria sanguinosa e sofferta che<br />

ne è derivata è stato il riscatto di cui si aveva veramente bisogno.<br />

Ciò che non si comprende è la ragione per cui, tra tante rievocazioni <strong>del</strong> periodo resistenziale, questo episodio, che può esserne<br />

considerato a buon diritto l’apertura effettiva, viene raramente ricordato.<br />

La ringrazio per il suo contributo a questo importante ricordo.<br />

Gent.mo Direttore,<br />

leggo sempre con viva attenzione "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" che riceve mia madre, Menna Claudia Silde ved. Piccoli.<br />

Bersagliere anch’io, il mio interesse è accresciuto dal fatto che in esso ritrovo personaggi, memorie, episodi sentiti<br />

raccontare da mio padre Giovanni Battista Piccoli, classe 1915: leva nei Bersaglieri, sottufficiale, e poi Sottotenente nel<br />

corpo degli Autieri, quasi 10 anni <strong>del</strong>la sua vita onorando la divisa (dal 1936 al 1945). È morto a Montemitro (CB) il<br />

13/11/1970. Era nato a Montreal (Canada) il 17/10/1915.<br />

Lo Specchio IV <strong>del</strong> suo lungo Stato di Servizio riporta numerose Decorazioni, tra le quali spicca, non tanto per il valore<br />

in sé, quanto per la motivazione, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare: "Bersagliere motociclista portaordini durante<br />

un lungo e difficile periodo operativo si è sempre volontariamente offerto là dove maggiore era il pericolo e più grande<br />

la minaccia. Incaricato di recapitare un ordine urgente attraversava una zona ancora in mano nemica, riuscendo a malgrado<br />

<strong>del</strong>l’offesa nemica ad assolvere il suo compito. Battaglia di Catalogna 23/12/1938 - 27/01/1939".<br />

Ancor più feconda è stata la sua opera nella vita civile. Si dedicò con slancio e dedizione al bene comune ed alla crescita<br />

sociale e culturale <strong>del</strong> nostro piccolo paese: insegnante, Sindaco, operatore culturale per la difesa <strong>del</strong>la nostra lingua<br />

(un antico idioma croato/dalmata che conserviamo da quando i nostri antenati fuggirono dalla Dalmazia per non sottostare<br />

alla dominazione Ottomana dei Balcani), collaboratore parrocchiale. Ovviamente, <strong>del</strong> suo esempio di marito e<br />

padre l’eredità più ricca e feconda.<br />

Desidererei condividere con i lettori <strong>del</strong>la Nostra Rivista il suo ricordo, con l’augurio che anche qualche suo commilitone<br />

possa leggerlo. Sarebbe un regalo bellissimo per mia madre, che sfoglia la Rivista con orgoglio non appena la riceve,<br />

nel ricordo <strong>del</strong> suo Giovannino.<br />

dr. Lucio Piccoli<br />

Gent.mo dottor Piccoli,<br />

l’amore che traspare dalla sua lettera supera il normale rapporto tra un figlio ed i rispettivi genitori. Sua madre, che vive <strong>del</strong><br />

ricordo di un marito eroico e grande nella vita sia militare che civile, suo padre, così amabilmente descritto dal Lei (mi scuso<br />

se per ragioni di spazio ho dovuto tagliare una parte <strong>del</strong>la sua lunga lettera), sono genitori fortunati.<br />

Ma altrettanto fortunato è Lei ad aver avuto una famiglia impostata su alti e condivisi Valori Morali.<br />

L’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> si pone questo compito, innanzi a tutti gli altri: mantenere e diffondere il Valor Militare e<br />

l’Amor di Patria soprattutto tra le giovani generazioni che, fortunatamente, non hanno dovuto sperimentare cos’è la guerra.<br />

Complimenti e grazie!<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

5


2 GIUGNO 2011: LA PARATA DEI 150 ANNI<br />

DELL’UNITÀ D’ITALIA<br />

Oltre ventimila persone sono giunte a Roma da<br />

tutta Italia per assistere alla Parata <strong>del</strong> 2 giugno<br />

2011 su via dei Fori Imperiali, alcuni sono<br />

arrivati fin dall’alba per assicurarsi la prima fila dietro<br />

le transenne e godersi il passaggio dei reparti<br />

militari. La celebrazione quest’anno è caduta nel<br />

150° anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia assumendo una<br />

valenza particolare.<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Giorgio Napolitano,<br />

ha aperto l’evento giungendo a piazza Venezia,<br />

accolto dagli applausi, a bordo <strong>del</strong>la storica Lancia<br />

Flaminia presidenziale. L’inno di Mameli e il passaggio<br />

<strong>del</strong>le Frecce Tricolori hanno solennizzato la cerimonia<br />

d’inizio <strong>del</strong> 65° anniversario <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>la<br />

Repubblica. Il Presidente, accompagnato dal premier<br />

Silvio Berlusconi e dalle più alte cariche <strong>del</strong>lo Stato,<br />

tra cui, per la prima volta quest’anno, anche il ministro<br />

<strong>del</strong>l’Interno Roberto Maroni, ha deposto la corona<br />

d’alloro all’Altare <strong>del</strong>la Patria e poi si è raccolto in<br />

un minuto di silenzio. Dopo l’omaggio al Milite ignoto,<br />

il presidente Napolitano, risalito a bordo <strong>del</strong>la<br />

Flaminia scoperta, mentre si portava su via dei Fori<br />

Imperiali, indossando un cappellino bianco, salutava<br />

la folla che lo applaudiva. Giunto sul palco, ha ricevuto<br />

gli onori, ha salutato le numerose autorità<br />

nazionali ed estere presenti ed ha poi preso posto al<br />

Parata 2 giugno 2011: è di scena la storia<br />

centro <strong>del</strong> palco, sedendo tra il Presidente <strong>del</strong><br />

Senato Renato Schifani alla sua destra e il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Camera Gianfranco Fini alla sua sinistra. A fianco<br />

di Schifani, ha preso posto il Presidente <strong>del</strong><br />

Consiglio Silvio Berlusconi.<br />

Quest’anno, la parata <strong>del</strong> 2 giugno ha ripercorso<br />

la storia dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia affondando<br />

nelle radici <strong>del</strong>la tradizione militare <strong>del</strong> Paese.<br />

Articolata su tre settori, la parata ha avuto una durata<br />

di 80 minuti durante i quali hanno sfilato 161 bandiere<br />

e medaglieri, 5.239 militari, 460 civili, 216 quadrupedi,<br />

196 mezzi di varia tipologia e i 9 velivoli<br />

<strong>del</strong>la Pattuglia Acrobatica Nazionale.<br />

Il "Prologo", aperto dalla Fanfara dei "Granatieri<br />

di Sardegna" con le storiche uniformi <strong>del</strong> 1786, ha<br />

presentato le 5 versioni <strong>del</strong> Tricolore la cui evoluzione,<br />

attraverso un cammino di 214 anni, rappresenta<br />

l’Italia dai prodromi <strong>del</strong> Risorgimento ai giorni nostri.<br />

Sono seguite le Bandiere di Guerra <strong>del</strong>le Forze<br />

Armate e, subito dopo, i gonfaloni di Torino, Firenze<br />

e Roma, le tre città che si sono alternate nel ruolo di<br />

capitale d’Italia. Quindi l’apertura consueta con i<br />

gonfaloni <strong>del</strong>le Regioni Italiane e i labari <strong>del</strong>le<br />

Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Tra i primi<br />

a sfilare, anche il Labaro Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>.<br />

6 IL NASTRO AZZURRO


I tre settori in cui si è articolata la<br />

parata sono i seguenti:<br />

– il primo, di carattere storico-rievocativo,<br />

ha raccontato le origini <strong>del</strong>lo Stato<br />

unitario, le guerre d’Indipendenza, la<br />

Grande Guerra, la seconda guerra<br />

mondiale e la Liberazione, attraverso le<br />

tradizioni, le gesta e soprattutto le<br />

uniformi d’epoca e i mezzi e gli e<strong>qui</strong>paggiamenti<br />

storici di Esercito, Marina,<br />

Aeronautica, Carabinieri, Guardia di<br />

Finanza e di tutti gli altri Corpi Armati<br />

e non <strong>del</strong>lo Stato;<br />

– il secondo settore ci ha riportati ai giorni<br />

nostri presentando le diverse sfaccettature<br />

<strong>del</strong>la partecipazione <strong>del</strong>le<br />

Forze Armate italiane alle missioni militari<br />

internazionali sotto egida ONU e<br />

NATO in tante regioni <strong>del</strong> mondo,<br />

dall’Africa all’Est Europa, dal Medio<br />

Oriente all’Asia. Presenti anche reparti in rappresentanza<br />

di Nazioni che hanno operato e operano<br />

a fianco dei nostri militari all’estero, quali la<br />

Francia, la Germania, la Gran Bretagna, la<br />

Slovenia, gli Stati Uniti, l’Ungheria, nonché 35<br />

"Gruppi Bandiera" di Paesi amici ed alleati. Alcune<br />

rappresentanze militari particolarmente interessanti<br />

e pittoresche. In questo settore, le Forze<br />

Armate hanno presentato la loro organizzazione e<br />

la loro alta specializzazione ottenuta grazie ad un<br />

addestramento sempre più raffinato ed integrato<br />

a livello interforze ed internazionale. I reparti che<br />

si sono avvicendati lungo lo storico viale dei Fori<br />

Imperiali sono tutti ad elevato livello di specializzazione<br />

e di capacità operativa. Il pubblico ha<br />

potuto così apprezzare le ragioni per le quali i<br />

militari italiani sono da tempo riconosciuti come i<br />

migliori nello svolgimento dei <strong>del</strong>icatissimi compiti<br />

richiesti nelle difficili missioni internazionali di<br />

"peace keeping" e di "peace enforcing";<br />

– il terzo settore ha visto protagoniste "eccellenze<br />

e specificità italiane", con reparti d’elite, altamen-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Roma - 2 giugno: il Presidente saluta la folla<br />

Roma - 2 giugno: deposizione <strong>del</strong>la corona d’alloro al Milite<br />

Ignoto<br />

te specializzati e mezzi d’avanguardia messi in<br />

campo dalle Forze Armate, in gran parte prodotti<br />

<strong>del</strong>l’industria nazionale o di joint ventures che la<br />

vede comunque partecipante, che, dopo diversi<br />

anni, si sono rivisti a via dei Fori Imperiali "per<br />

evidenziare un binomio di professionalità e tecnologia<br />

- affermano allo Stato maggiore <strong>del</strong>la Difesa<br />

- cui contribuisce l’intero Sistema Paese". Hanno<br />

suscitato particolare interesse i blindati "Lince" e<br />

"Centauro", quest’ultimo dotato <strong>del</strong>l’obice da<br />

155/39, i missili tattici "Aster" (S/A) e "Teseo"<br />

(S/S), il minuscolo robottino EOD cingolato, guidato<br />

a distanza, utilizzato per il disinnesco di cariche<br />

esplosive e il nuovo RPV "Falco".<br />

La manifestazione si è conclusa come sempre con<br />

la sfilata dei reparti a cavallo ed il consueto passaggio<br />

<strong>del</strong>la Pattuglia Acrobatica Nazionale, Frecce<br />

Tricolori, che hanno salutato il pubblico e la città di<br />

Roma striandone il cielo col Tricolore più grande <strong>del</strong><br />

mondo.<br />

Lo spettacolo offerto quest’anno dalla parata <strong>del</strong><br />

2 giugno, nel suo complesso, è risultato particolarmente<br />

piacevole, godibile ed istruttivo al<br />

di la <strong>del</strong>la mera dimostrazione di potenza<br />

militare che questo genere di manifestazioni<br />

intende spesso sottolineare.<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica ha inviato<br />

nell’occasione il seguente messaggio al<br />

Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa,<br />

Generale Biagio Abrate: "Oggi ricorre il<br />

sessantacinquesimo anniversario <strong>del</strong>la<br />

nascita <strong>del</strong>la Repubblica Italiana.<br />

Stamane, sul sacello <strong>del</strong> Milite Ignoto, ho<br />

rivolto il mio commosso pensiero a tutti i<br />

militari caduti per la difesa <strong>del</strong>la Patria, al<br />

servizio e per la salvaguardia <strong>del</strong>le sue<br />

libere istituzioni. Nell’anno in cui celebriamo<br />

il centocinquantesimo <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia, il 2 giugno ci offre un’opportunità<br />

<strong>del</strong> tutto speciale per soffermarci a riflettere<br />

sulla storia <strong>del</strong> nostro Paese e sui<br />

7


Roma - 2 giugno: militari italiani in uniformi storiche<br />

grandi eventi che l’hanno segnata: dalle guerre risorgimentali<br />

ai due conflitti mondiali, tra i quali si collocarono<br />

gli anni bui <strong>del</strong>la dittatura e <strong>del</strong> bellicismo<br />

fascista; e poi, finalmente, la Liberazione, la<br />

Repubblica e la Costituzione e, con esse, una nuova<br />

alba e la rinascita <strong>del</strong>la Patria, illuminata dalla ricon<strong>qui</strong>stata<br />

libertà e dalla ricostruzione <strong>del</strong>la democrazia<br />

… Ai militari italiani di ogni grado, specialità e<br />

categoria vanno il plauso incondizionato dei cittadini,<br />

la riconoscenza <strong>del</strong>le popolazioni presso le quali<br />

ogni giorno essi prestano la propria opera di protezione<br />

e di assistenza. Ad essi va egualmente il rispet-<br />

to dei Paesi alleati che di tale opera hanno<br />

imparato ad apprezzare sul campo il valore<br />

e l’efficacia. Viva le Forze Armate italiane,<br />

Viva l’Italia".<br />

Ciò che quest’anno ha dato una caratura<br />

particolare alla manifestazione è<br />

stato il parterre. La tribuna <strong>del</strong>le massime<br />

autorità era gremita da 42 capi di Stato e<br />

di Governo, nonché ambasciatori e ministri<br />

plenipotenziari, in rappresentanza di<br />

oltre ottanta paesi, che hanno voluto rendere<br />

omaggio alla Repubblica Italiana,<br />

con la loro presenza, nel 150° anno di vita<br />

<strong>del</strong> nostro stato nazionale.<br />

Tra le presenze più prestigiose, il<br />

Segretario Generale <strong>del</strong>l’ONU Ban Ki<br />

Moon, il Re di Spagna Juan Carlos di<br />

Borbone, il presidente Russo Medvedev, il<br />

presidente <strong>del</strong>la Repubblica di Israele Shimon Peres,<br />

il Presidente <strong>del</strong>l’Afghanistan Hamid Kharzai, la neoeletta<br />

presidente <strong>del</strong> Kosovo Atifete Jahjaga, il Vice<br />

Presidente USA Joe Biden, il vice premier cinese, e<br />

tanti altri.<br />

Tra gli europei, hanno partecipato alle celebrazioni<br />

anche il presidente tedesco, Christian Wulff, quello<br />

austriaco, Heinz Fischer, e il capo di Stato serbo,<br />

Boris Tadic. Tra gli ospiti spiccano anche il leader<br />

<strong>del</strong>l’Anp, Abu Mazen, e la presidente argentina,<br />

Cristina Fernandez de Kirchner.<br />

La Pattuglia Acrobatica Nazionale per i 150 anni<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

8 IL NASTRO AZZURRO


Oltre all’Onu, molte altre organizzazioni<br />

internazionali sono state rappresentate<br />

al massimo livello come la Fao con<br />

Jacques Diouf, la Lega Araba con Amr<br />

Moussa e l’Unione Africana con Jean Ping.<br />

Le importanti e numerose presenze<br />

testimoniano, al di là di ogni ragionevole<br />

dubbio, <strong>del</strong>l’importanza che l’Italia ha<br />

assunto sul piano internazionale e la considerazione<br />

in cui essa è tenuta, nonostante,<br />

purtroppo molto spesso, voci interessate<br />

a meschine esigenze di politica<br />

(diciamo così) interna vorrebbero far credere<br />

il contrario.<br />

Tra i più incuriositi il vicepresidente<br />

Usa Joe Biden, seduto tra il segretario<br />

generale <strong>del</strong>la Lega Araba Amr Moussa e<br />

il presidente afghano Hamid Karzai, si è<br />

immerso nello spettacolo <strong>del</strong>la parata<br />

consultando frequentemente il programma e ha<br />

manifestato un grande entusiasmo, applaudendo a<br />

più riprese, soprattutto al passaggio dei Bersaglieri.<br />

La presenza di così numerosi capi di stato e di<br />

governo esteri, ha reso necessaria una particolare<br />

attenzione alla sicurezza. Infatti, già dalle prime luci<br />

<strong>del</strong>l’alba <strong>del</strong> 2 giugno, le zone intorno ai Fori<br />

Imperiali, area di massima sicurezza, l’area riservata,<br />

che si estende da piazza Venezia a piazza <strong>del</strong><br />

Colosseo, e l’area di rispetto, che si estende nella<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Roma - 2 giugno: militari italiani in uniformi storiche<br />

zona urbana circostante, sono state pattugliate,<br />

bonificate, controllate da oltre 2.500 agenti <strong>del</strong>le<br />

forze <strong>del</strong>l’ordine, con il supporto <strong>del</strong>le unità cinofile<br />

antisabotaggio e degli artificieri.<br />

Dopo la parata, il programma dei festeggiamenti<br />

è proseguito nel pomeriggio con un concerto al<br />

Quirinale cui ha fatto seguito il pranzo ufficiale offerto<br />

dal Presidente <strong>del</strong>la Repubblica in onore dei capi<br />

<strong>del</strong>le <strong>del</strong>egazioni internazionali e alle loro consorti.<br />

La presenza di tanti leader politici mondiali ha<br />

creato l’occasione, a margine <strong>del</strong>le celebrazioni, per<br />

importanti incontri tra molti di essi al di fuori dei rigidi<br />

formalismi <strong>del</strong>le relazioni internazionali e forse ha<br />

reso possibili, in un clima di festa sereno e distaccato,<br />

le predisposizioni di accordi che avrebbero richiesto<br />

molto più tempo e preparazione se perseguiti<br />

solo tramite i canali ufficiali.<br />

Per il premier Silvio Berlusconi, l’evento si è trasformato<br />

nell’occasione per una serie molto importante<br />

ed utile di incontri bilaterali che hanno trasformato<br />

Roma in un crocevia diplomatico dove sono<br />

stati affrontati i punti dolenti <strong>del</strong>la politica mondiale,<br />

dalla Libia all’Afghanistan, e hanno certamente consentito<br />

notevoli progressi nelle vicende politiche<br />

internazionali, ancora una volta con l’Italia come<br />

punto di contatto e catalizzatore di tali progressi. In<br />

particolare, il Presidente <strong>del</strong> Consiglio ha avuto un<br />

incontro trilaterale a Villa Doria Pamphili col vicepresidente<br />

degli Stati Uniti Joe Biden, e col presidente<br />

russo Dimitry Medvedev. Collo<strong>qui</strong> anche col segretario<br />

generale <strong>del</strong>l’Onu, Ban Ki Moon, col presidente<br />

<strong>del</strong> Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, e col<br />

presidente afghano, Hamid Karzai.<br />

Insomma, il 2 giugno nel 150° Anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Unità nazionale è stato, non solo occasione di<br />

rievocazione <strong>del</strong>la nostra storia patria, ma anche,<br />

direi soprattutto, momento di sintesi di una politica<br />

internazionale tesa alla pace tra i popoli nell’ambito<br />

di un clima di vera giustizia internazionale e sano<br />

progresso sociale.<br />

Antonio Daniele<br />

9


Sabato 21 maggio 2011 è stata celebrata all’Altare<br />

<strong>del</strong>la Patria, come tutti gli anni, la Giornata <strong>del</strong><br />

Decorato insieme al Gruppo <strong>del</strong>le Medaglie d’Oro al<br />

Valor Militare d’Italia. Alla celebrazione di quest’anno sono<br />

state invitate a partecipare anche le Associazioni<br />

Combattentistiche e d’Arma, ma poche hanno risposto<br />

all’invito: l’Associazione Nazionale Volontari di Guerra,<br />

l’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in<br />

Guerra e l’Associazione Arma Aeronautica hanno inviato i<br />

rispettivi labari nazionali, ai quali si sono aggiunti i labari<br />

<strong>del</strong>le sezioni di Roma <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale<br />

Bersaglieri e <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale Fanti d’Italia.<br />

Ma anche il Labaro Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, alfiere il rag. Alberino Mazzuca, Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Cosenza, era contornato da soli quattro<br />

Labari di Federazione Provinciale: ovviamente quello di<br />

Roma, oltre a quelli di Cosenza, di Chieti e <strong>del</strong>l’Interamnia<br />

(Teramo); alfiere per quest’ultimo la sempre presente<br />

signora Anna Trimarelli, Presidente <strong>del</strong>la Federazione teramana<br />

e Consigliere Nazionale.<br />

Tra i partecipanti, numerose autorità e personalità di<br />

spicco: la signora Palma Viola, vedova di Ettore Viola, il fondatore<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, il generale Alberto<br />

Zignani, ex Segretario Generale <strong>del</strong>la Difesa, il Vice<br />

Presidente Nazionale e Presidente <strong>del</strong>la Federazione di<br />

Arezzo cav. Stefano Mangiavacchi, la signora Anna Maria<br />

Menotti, discendente <strong>del</strong>l’eroe <strong>del</strong> Risorgimento Ciro Menotti<br />

e Consigliere <strong>del</strong>la Federazione di Roma, il Segretario<br />

Generale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, generale Antonio Teja, il Consigliere<br />

Nazionale e Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Chieti Biagio<br />

Rossi, il protagonista <strong>del</strong>la "Marcia <strong>del</strong>l’Unità d’Italia"<br />

Michele Maddalena, socio <strong>del</strong>la Federazione di Latina.<br />

Naturalmente era presente il Presidente <strong>del</strong> Gruppo<br />

<strong>del</strong>le Medaglie d’Oro generale Umberto Rocca il quale ha<br />

21 MAGGIO: ALL’ALTARE<br />

DELLA PATRIA SI CELEBRA LA<br />

GIORNATA DEL DECORATO<br />

officiato la deposizione <strong>del</strong>le corone d’alloro insieme al<br />

Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, generale<br />

Carlo Maria Magnani. Quest’ultimo, immediatamente<br />

dopo aver deposto la corona, ha sostato in breve raccoglimento<br />

mandando un pensiero a tutti i Decorati d’Italia<br />

uniti e presenti idealmente nell’occasione.<br />

Il Comune di Roma ha inviato il proprio Gonfalone a<br />

significare la vicinanza <strong>del</strong> territorio ad una manifestazione<br />

che, nella sua estrema semplicità, vuol ricordare tutti<br />

coloro i quali hanno espresso amore ed attaccamento<br />

all’Ideale <strong>del</strong>la Patria fino al rischio estremo, meritandosi la<br />

Decorazione al Valor Militare quale pubblica ricompensa a<br />

riconoscimento di qualcosa di importante compiuto ben<br />

oltre il proprio dovere.<br />

La scarsa affluenza di quest’anno ad una cerimonia di<br />

profondo significato per l’<strong>Istituto</strong> si spiega con la contemporaneità,<br />

in tutta Italia, <strong>del</strong>le celebrazioni per il 159°<br />

Anniversario <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong>la Polizia di Stato che ha<br />

creato le premesse affinché una imprescindibile presenza<br />

dei Labari <strong>del</strong>le varie Federazioni Provinciali alle cerimonie<br />

locali indette per tale ricorrenza ne impedisse la contemporanea<br />

presenza a Roma sull’Altare <strong>del</strong>la Patria.<br />

Comunque, la presenza <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> era assicurata ed è<br />

stata idealmente molto più numerosa di quanto, da una<br />

semplice conta <strong>del</strong>le persone, si potesse desumere.<br />

Dopo la cerimonia, i convenuti si sono a lungo intrattenuti<br />

sull’ampio sagrato <strong>del</strong> monumento a riprova <strong>del</strong>la<br />

vitalità <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, <strong>del</strong>la forza dei legami che esso intrattiene<br />

con tutte le Associazioni Combattentistiche e d’Arma<br />

con le quali condivide l’appartenenza ad "Assoarma", e<br />

<strong>del</strong> piacere personale che i soci <strong>del</strong>le diverse Federazioni<br />

d’Italia trovano nel reciproco incontrarsi e condividere gli<br />

ideali sociali.<br />

Antonio Daniele<br />

10 IL NASTRO AZZURRO


L’EROE DIMENTICATO - Era un soldato come tanti altri<br />

Perché mi hai dimenticato? Accorsi ubbidiente all’appello,<br />

quando la Patria chiamò, e non mi chiesi il perché. Non<br />

conoscevo la guerra: giusta o ingiusta, non sapevo. Ero<br />

consapevole che il mio compito era combattere, obbedire e<br />

forse morire.<br />

Tutta l’Italia incitava, acclamava ed io mi sentivo orgoglioso<br />

di essere soldato. Marciai per giornate infinite, soffrendo<br />

per fame, per sete, per veglie sui vari fronti di guerra: dal<br />

Carso al Piave, dalle dune desertiche <strong>del</strong>la Cirenaica e dalle<br />

alture <strong>del</strong>l’Africa Orientale al fronte balcanico, al Don <strong>del</strong>la<br />

gelida Russia sino al fronte italiano da Cassino a Montelungo,<br />

e poi risalire la penisola a combattere per l’Onore <strong>del</strong>l’Italia. Il<br />

destino mi volle gettare in braccio alla morte, ed ivi restai fra<br />

sterpi e rocce infuocate, dai ghiacciai <strong>del</strong>le montagne balcaniche<br />

sino alla sterminata pianura <strong>del</strong> Don, insepolto.<br />

In vita chi fui? Un umile fante italiano con una camicia<br />

portata come tant’altri soldati. Che errore ho fatto? Perche<br />

non ricordi il mio nome, gente d’Italia? Forse non osi o forse<br />

non hai vergogna d’aver indossato anche tu il grigioverde che<br />

tutti portammo con tanta fierezza? Perché mi applaudisti e mi<br />

applaudivi quando partii per il fronte con il fiore tra le labbra,<br />

e quando marciavo, pugnavo, vincevo? Ed ora perché mi<br />

ignori?<br />

Sono rimasto inchiodato sulla nuda terra senza una croce,<br />

senza una tomba. Nessuno mi ricorda. Le occhiaie mie, ormai<br />

vuote, versano lacrime amare per la mia sorte, perché la mia<br />

gente è immemore e ingrata. Ma io rimango <strong>qui</strong> dove son<br />

caduto, fiero di aver dato la vita alla Patria. E chiedo a tutti i<br />

commilitoni che combatterono eroicamente, di ricordarmi. Ad<br />

essi va la mia preghiera imperitura. VIVA L’ITALIA!<br />

Biagio Rossi<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Biagio Rossi insieme a Stefano Mangiavacchi e<br />

Michele Maddalena sulla scalinata <strong>del</strong>l’Altare <strong>del</strong>la<br />

Patria<br />

BIAGIO ROSSI<br />

Tra i più assidui <strong>del</strong>la celebrazione <strong>del</strong>la Giornata <strong>del</strong> Decorato, c’è sempre il Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Chieti e<br />

Consigliere Nazionale comm. Biagio Rossi. Rocciatore Alpino Pluridecorato e Mutilato di Guerra, Biagio Rossi, nasce<br />

a Colle di Macine (CH) e viene chiamato alle armi l’8 marzo 1940. Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare sul<br />

fronte francese, fu poi, sul fronte russo, dove venne ferito gravemente in aspro combattimento per il quale fu<br />

Decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare, fu raccolto sul campo e tradotto all’Ospedaletto Someggiato n.° 35,<br />

dove veniva medicato dalla dott.ssa Filomena Corvino. Oggi, Biagio Rossi è sempre pronto a testimoniare l’amore per<br />

la Patria e il Valor Militare come ideale di pienezza <strong>del</strong>la vita.<br />

Di seguito le motivazioni <strong>del</strong>le due Decorazioni:<br />

MEDAGLIA di BRONZO al VALOR MILITARE<br />

“CCoonn mmiirraabbiillee aarrddiimmeennttoo ssii ssllaanncciiaavvaa ttrraa ii pprriimmii,, nneellllaa ttrriinncceeaa nneemmiiccaa.. EEssppoossttoo aall vviioolleennttoo ffuuooccoo ddii aarrttiigglliieerriiaa aavvvveerrssaa-rriiaa,,<br />

ssii mmaanntteenneevvaa ccaallmmoo ee sseerreennoo ssuullllaa ppoossiizziioonnee ccoonnqquuiissttaattaa,, iinncciittaannddoo eedd iinnccoorraaggggiiaannddoo ii ccoommppaaggnnii,, ffiinncchhèè ccoollppiittoo<br />

ddaa ppaalllloottttoollaa ddii mmiittrraagglliiaattrriiccee cchhee ffuuoorriiuusscciivvaa ddaallllaa ssppaallllaa ssiinniissttrraa;; aanniimmaannddoo aannccoorraa llaa ppaarroollaa ee ccoonn ll’’eesseemmppiioo ddeell ssuuoo<br />

ccoorraaggggiioo ii ccoommppoonneennttii ddii ssqquuaaddrraa”<br />

Monte Crocetta, 19/20 giugno 1940<br />

Biagio Rossi convalescente<br />

MEDAGLIA d’ARGENTO al VALOR MILITARE<br />

“PPrriimmoo ppoorrttaa mmuunniizziioonnii ddii ssqquuaaddrraa ffuucciilliieerrii ddii uunnaa<br />

ccoommppaaggnniiaa aallppiinnaa iimmppeeggnnaattaa iinn aasspprroo ccoommbbaattttiimmeennttoo<br />

ddiiffeennssiivvoo ccoonnttrroo ffoorrzzee nneemmiicchhee pprreeppoonnddeerraannttii,, aassssooll-vveevvaa<br />

ccoonn aarrddiirree ee pprrooffoonnddoo sseennssoo ddii rreessppoonnssaabbiilliittàà<br />

ll’’iimmppoorrttaannttee ccoommppiittoo aasssseeggnnaattooggllii aassssiiccuurraannddoo ll’’eeffffii-ccaaccee<br />

iinniinntteerrrroottttoo ffuunnzziioonnaammeennttoo ddeell ssuuoo ffuucciillee mmiittrraa-gglliiaattoorree..<br />

GGrraavveemmeennttee ffeerriittoo iill ttiirraattoorree iimmbbrraacccciiaavvaa ll’’aarr-mmaa<br />

ccoonnttiinnuuaannddoo nneellll’’aazziioonnee ddii ffuuooccoo ee nnoonn eessiittaannddoo aa<br />

ppoorrssii aalllloo ssccooppeerrttoo ppeerr mmeegglliioo bbaatttteerree iill nneemmiiccoo aavvaann-zzaannttee..<br />

GGrraavveemmeennttee ffeerriittoo,, aavveennddoo ppeerrssoo eennttrraammbbee llee<br />

ggaammbbee,, ssoolloo pprreeooccccuuppaannddoossii cchhee iill ffuucciillee mmiittrraagglliiaattoorree<br />

nnoonn ccaaddeessssee iinn mmaannoo nneemmiiccaa,, ssii ttrraasscciinnaavvaa vveerrssoo ii<br />

ccoommppaaggnnii ccuuii ccoonnsseeggnnaavvaa ll’’aarrmmaa iinnssaanngguuiinnaattaa..<br />

BBeellll’’eesseemmppiioo ddii vvaalloorree ee ddii ssppiirriittoo ddii ssaaccrriiffiicciioo”<br />

Quota 204 Ivanowka, 22 dicembre 1942<br />

11


4 MAGGIO: 150 o ANNIVERSARIO<br />

DELL’ESERCITO ITALIANO<br />

Torino: 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Esercito<br />

Italiano<br />

Le celebrazioni per il 150° compleanno <strong>del</strong>l’Esercito<br />

Italiano si sono svolte a Torino il 3 e 4 maggio 2011.<br />

Nella giornata <strong>del</strong> 3 maggio, le Fanfare e le Bande<br />

militari hanno tenuto concerti nelle piazze <strong>del</strong>la città; La<br />

cerimonia ufficiale, che ha costituito il momento culmine<br />

dei festeggiamenti per questo anniversario, si è svolta<br />

nella mattinata <strong>del</strong> 4 maggio in piazza Castello, alla pre-<br />

Torino: il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica<br />

passa in rassegna ai reparti schierati<br />

senza <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Giorgio Napolitano,<br />

<strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong>la Difesa, Ignazio La Russa, <strong>del</strong> Capo di<br />

Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, generale Biagio Abrate e <strong>del</strong><br />

Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>l’Esercito, generale Giuseppe<br />

Valotto.<br />

L’evento ha simbolicamente rinsaldato il particolare<br />

legame <strong>del</strong>l’Esercito Italiano con il capoluogo piemontese,<br />

all’epoca città capitale <strong>del</strong>l’appena nato Regno d’Italia,<br />

dove, il 4 maggio <strong>del</strong> 1861, l’allora Ministro <strong>del</strong>la Guerra<br />

Manfredo Fanti decretò la costituzione di una <strong>del</strong>le prime<br />

Istituzioni "nazionali" italiane.<br />

Tante Bandiere Tricolore e una folla di gente assiepata<br />

fin dal mattino ai lati di piazza Castello: così il capoluogo<br />

piemontese ha incorniciato la cerimonia dei 150 anni<br />

<strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong>l’Esercito Italiano.<br />

Il Presidente, che ricopre il ruolo di Capo Supremo<br />

<strong>del</strong>le Forze Armate, non ha preso la parola, ma ha pubblicato<br />

un messaggio nel quale ha sottolineato come oggi<br />

l’Esercito Italiano concorra, in ambito Onu, Ue e Nato, "ad<br />

interventi di pacificazione e stabilizzazione di complesse<br />

situazioni conflittuali in cui vengono violati i diritti umani<br />

più elementari e sono posti a rischio la sicurezza comune<br />

e lo sviluppo globale".<br />

Secondo il Capo <strong>del</strong>lo Stato, inoltre, "grazie alla professionalità<br />

ed alla dedizione dimostrate nelle numerose<br />

missioni di cui è stato ed è protagonista, l’Esercito<br />

Italiano è divenuto, insieme alle altre Forze Armate, stru-<br />

12 IL NASTRO AZZURRO


mento essenziale <strong>del</strong>la comunità internazionale a<br />

garanzia <strong>del</strong> rispetto di principi e regole condivisi, in<br />

una concreta prospettiva di crescita e di cooperazione<br />

tra i popoli".<br />

Dello stesso tenore le parole <strong>del</strong> Capo di Stato<br />

Maggiore <strong>del</strong>l’Esercito, generale Giuseppe Valotto,<br />

che ha auspicato che "non manchino mai le risorse<br />

adatte ed i mezzi per servire il Paese", e <strong>del</strong> Capo di<br />

Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, generale Biagio Abrate,<br />

che ha sottolineato "l’accresciuto ruolo <strong>del</strong>l’esercito<br />

nella politica estera italiana".<br />

Appena ha poi preso la parola il Ministro <strong>del</strong>la<br />

Difesa Ignazio La Russa, da un gruppo di contestatori<br />

è partita una salva di fischi. Erano gli stessi che<br />

poco prima avevano fischiato il governatore <strong>del</strong>la<br />

Regione Piemonte Roberto Cota quando le immagini<br />

sugli schermi in piazza inquadravano la sua stretta di<br />

mano col Presidente Napolitano.<br />

Ai fischi nei confronti <strong>del</strong> Ministro La Russa e <strong>del</strong><br />

Governatore Cota, hanno fatto da contraltare i lunghi<br />

applausi tributati, invece, al Presidente Napolitano.<br />

Ancora una volta un evento istituzionale che doveva<br />

essere una festa, è stato trasformato in palcoscenico<br />

politico da pochi ma ben agguerriti contestatori. Come<br />

sempre più spesso accade, anche questa volta alcune<br />

minoranze rumorose sono riuscite a mettere in ombra la<br />

maggioranza silenziosa, operosa e serena <strong>del</strong> nostro<br />

Paese.<br />

La reazione di La Russa è stata immeditata: "Sono<br />

poveri, piccoli fischiatori di professione", ha spiegato, poi<br />

ha continuato il suo discorso, mentre dal palco partiva un<br />

applauso in suo sostegno, affermando che l’Italia "contribuisce<br />

a salvare vite umane in Libia e ad evitare una carneficina<br />

da parte dei militari di Gheddafi". L’Italia "è tra le<br />

prime per il contributo dato alle missioni di sicurezza fino<br />

alla recente crisi libica nella quale la nostra presenza dà<br />

un contributo importante per salvaguardare tante vite che<br />

sarebbero altrimenti fatte segno di un’azione che potrebbe<br />

trasformarsi in carneficina".<br />

La Russa ha sottolineato che "in ogni situazione di<br />

emergenza e di crisi il Paese sa di poter contare sul pro-<br />

Torino: il Ministro <strong>del</strong>la Difesa La Russa è stato<br />

fatto oggetto di contestazioni<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

prio Esercito in virtù di una esemplare organizzazione e di<br />

una grande professionalità che fa di questa Forza Armata<br />

uno strumento unico ed indispensabile al servizio <strong>del</strong>la<br />

Nazione e degli Italiani".<br />

Il Ministro <strong>del</strong>la Difesa ha poi rivolto al Presidente<br />

Napolitano un ringraziamento "per avere saputo trasformare,<br />

in quest’anno di festa per i 150 anni <strong>del</strong>l’unità<br />

d’Italia, il sentimento nazionale in occasione di popolo".<br />

La cerimonia è proseguita con la commemorazione<br />

<strong>del</strong>la storica firma <strong>del</strong>la "Nota" <strong>del</strong>l’allora Ministro <strong>del</strong>la<br />

Guerra Manfredo Fanti con la quale è nato l’Esercito unitario.<br />

Infine, il Capo <strong>del</strong>lo Stato ha passato in rassegna i<br />

reparti militari schierati ed ha conferito l’onorificenza di<br />

Cavaliere <strong>del</strong>l’Ordine Militare d’Italia alla Bandiera di<br />

Guerra <strong>del</strong> 9° Reggimento Paracadutisti d’Assalto "Col<br />

Moschin", la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera<br />

di Guerra <strong>del</strong>l’Esercito e la Croce d’Onore "alla Memoria"<br />

ai familiari di nove militari italiani caduti in Afghanistan.<br />

Sempre in occasione dei 150 anni <strong>del</strong>l’Esercito, a<br />

Roma, in prossimità <strong>del</strong> Vittoriano, è rimasta aperta al<br />

pubblico fino al 6 maggio, una mostra statica di mezzi e<br />

materiali <strong>del</strong>la Forza Armata, dove è stato possibile ammirare<br />

da vicino il "Lince", il blindo "Centauro", il veicolo<br />

blindato "VBM 8 Freccia Combat", il cingolato anfibio<br />

"AAV7 RAM RS", il robot antisabotaggio "Wheelbarrow MK<br />

8 plus", l’elicottero "A129<br />

Mangusta", la palestra di roccia<br />

con istruttori alpini, il veicolo<br />

blindato da ricognizione "VBR<br />

NBC1", il sistema missilistico<br />

contraereo "Sky Guard-Aspide",<br />

il simulatore di volo "Rolfo", ed i<br />

simulatori "Honda trainer".<br />

L’organizzazione <strong>del</strong>l’esposizione<br />

è stata coordinata dal<br />

Comando Militare <strong>del</strong>la Capitale.<br />

È stato allestito inoltre uno spazio<br />

promozionale dove personale<br />

<strong>del</strong> Raggruppamento Logistico<br />

Centrale ha fornito ad un pubblico<br />

estremamente attento ed<br />

interessato, soprattutto giovani,<br />

informazioni sulle varie possibilità<br />

d’arruolamento nella Forza<br />

Armata.<br />

(liberamente tratto dal web)<br />

13


C’<br />

21 MAGGIO: 159 o ANNIVERSARIO<br />

DELLA POLIZIA DI STATO<br />

è chi ha assistito alle esibizioni<br />

degli specialisti, chi ha<br />

ammirato le auto storiche e<br />

quelle attuali presenti in piazza <strong>del</strong><br />

Popolo a Roma per il 159° anniversario<br />

<strong>del</strong>la Polizia; c’è anche tanta<br />

gente interessata alle mostre allestite<br />

che hanno raccontano la storia<br />

<strong>del</strong>la Polizia e poi agli stand che con<strong>qui</strong>stano<br />

sempre l’attenzione di<br />

molti.<br />

Gli "operativi" <strong>del</strong>la Polizia, gli<br />

uomini che ogni giorno lavorano per<br />

garantire la sicurezza dei cittadini<br />

sulle strade, nei cieli e in mare, in<br />

occasione <strong>del</strong>le celebrazioni per il<br />

159° Anniversario <strong>del</strong>la Polizia di<br />

Stato si sono ritrovati in piazza a<br />

contatto con la gente, a rappresentare<br />

la loro Istituzione. Indossando<br />

la divisa, mostrando i loro strumenti<br />

di lavoro, parlando con la gente che,<br />

incuriosita, li ha subissati di domande,<br />

soprattutto i bambini.<br />

Un agente <strong>del</strong>la Stradale è rimasto<br />

molto soddisfatto di questa esperienza<br />

" Il contatto con la gente non<br />

ci manca, ma <strong>qui</strong> è diverso. Cade la<br />

barriera che c’è tra Istituzione e utente, nasce un dialogo<br />

vero, tra persone che comunicano".<br />

Vicino all’elicottero <strong>del</strong>la Polizia uno "specialista e<strong>qui</strong>paggio<br />

fisso di volo" <strong>del</strong> 1° Reparto Volo di Pratica di Mare<br />

(Roma) è circondato da ragazzini che lo incalzano di domande<br />

e si fanno fotografare ai comandi <strong>del</strong> velivolo. "È bello<br />

soddisfare la curiosità <strong>del</strong>la gente, soprattutto dei bambini,<br />

ma la cosa più importante è far capire cosa facciamo per la<br />

LE RICOMPENSE E LE ONORIFICENZE<br />

loro sicurezza".<br />

La celebrazione <strong>del</strong> 159°<br />

Anniversario <strong>del</strong>la Polizia di Stato si è<br />

conclusa con una serata di grande<br />

musica. Nella cornice di piazza <strong>del</strong><br />

Popolo la Banda Musicale <strong>del</strong>la<br />

Polizia di Stato - diretta dal maestro<br />

Maurizio Billi - ha eseguito un vasto<br />

repertorio di brani di autori classici<br />

fusi con l’eleganza e la grazia di 2<br />

ballerini d’eccezione: Samuel Peron<br />

e Vicki Martin. Nel corso <strong>del</strong>lo spettacolo,<br />

presentato da Eleonora<br />

Daniele, sono stati eseguiti, tra gli<br />

altri, brani di Giuseppe Verdi, come<br />

simbolo dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia, di Nino Rota, nato nel 1911,<br />

100 anni fa come il palazzo <strong>del</strong><br />

Viminale, di Hector Berlioz per<br />

omaggiare la Capitale con la celebre<br />

ouverture "Carnevale romano". Per<br />

ricordare invece i 30 anni <strong>del</strong>la riforma<br />

che ha portato alla smilitarizzazione<br />

<strong>del</strong>la Polizia, la Banda ha<br />

accennato la celebre canzone scritta<br />

appunto 30 fa da Robi Facchinetti<br />

dei Pooh "Chi fermerà la musica".<br />

Alcuni brani sono stati cantati dalla<br />

italo-francese Iskra Menarini, la vocalist più fe<strong>del</strong>e di Lucio<br />

Dalla. La serata si è conclusa con le note <strong>del</strong>l’Inno<br />

Nazionale.<br />

Questo appuntamento tanto atteso con la Polizia di<br />

Stato, quest’anno realizzato all’insegna <strong>del</strong>lo slogan "C’è più<br />

sicurezza insieme", ha avuto luogo non solo a Roma ma,<br />

con diverse modalità celebrative, nelle piazze di tutte le<br />

principali città d’Italia.<br />

Anche quest’anno, in occasione <strong>del</strong> 159°Anniversario <strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong>la Polizia vengono consegnate<br />

le onorificenze e le ricompense ai poliziotti che si sono distinti in servizio.<br />

La Bandiera di <strong>Istituto</strong> <strong>del</strong>la Polizia di Stato è stata insignita di una Medaglia d’Oro al Valor Civile "ppeerr<br />

llaa ggrraannddee pprrooffeessssiioonnaalliittàà ee ddeeddiizziioonnee cchhee,, ggllii uuoommiinnii ee llee ddoonnnnee ddeellllaa PPoolliizziiaa ddii SSttaattoo,, hhaannnnoo ddiimmoossttrraattoo nneell<br />

ccaattttuurraarree uunn eelleevvaattoo nnuummeerroo ddii ppeerriiccoolloossii llaattiittaannttii,, ccoonnttrriibbuueennddoo ccoossìì aa mmaanntteenneerree uunn aallttoo pprreessttiiggiioo ee aa ffaarr<br />

ccrreesscceerree nneeii cciittttaaddiinnii llaa ffiidduucciiaa nneellllee IIssttiittuuzziioonnii".<br />

Medaglie al Valore ed al Merito sono state assegnate ad agenti che hanno messo a rischio la propria<br />

vita durante il servizio. Medaglie alla Memoria sono state consegnate ai familiari di <strong>del</strong>l’ispettore Gabriele<br />

Schino e <strong>del</strong> vice sovrintendente Adriano Epifani, morti in un<br />

incidente stradale mentre inseguivano una moto con persone La Presidente <strong>del</strong>la Regione Lazio,<br />

sospette a bordo, e al vice sovrintendente <strong>del</strong>la Stradale Renata polverini, visita gli stand a<br />

Massimo Calabrese, che è stato travolto da un’autovettura, piazza <strong>del</strong> Popolo<br />

mentre sul ciglio <strong>del</strong>la strada, stava effettuando un controllo.<br />

Sono state premiate inoltre l’operazione contro la Camorra,<br />

compiuta dalla Questura di Napoli, dal Servizio Centrale<br />

Operativo e dal Commissariato di Afragola, e quella contro la<br />

‘Ndrangheta, eseguita dalla Questura di Reggio Calabria e dal<br />

Servizio Centrale Operativo, che hanno portato all’arresto di<br />

due pericolosi latitanti: Antonio Iovine e Giovanni Tegano.<br />

Promozioni anche per gli atleti <strong>del</strong>le Fiamme Oro, che<br />

hanno vinto titoli mondiali in gare internazionali, ben rappresentando<br />

gli Ideali <strong>del</strong>lo sport insieme ai Valori <strong>del</strong>la legalità.<br />

14 IL NASTRO AZZURRO


STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL CAPO DELLA POLIZIA DOTT. ANTONIO MANGANELLI<br />

LL’’aannnniivveerrssaarriioo ddeellllaa ffoonnddaazziioonnee ddeellllaa PPoolliizziiaa rraapppprreesseennttaa uunn mmoommeennttoo ddii ffeessttaa ppeerr ggllii uuoommiinnii ee llee ddoonnnnee<br />

aappppaarrtteenneennttii aa qquueessttaa gglloorriioossaa IIssttiittuuzziioonnee ……<br />

II nnuummeerrii,, ii ggrraaffiiccii,, ii rraaffffrroonnttii ccoonn ccuuii ssoolliittaammeennttee ssii mmiissuurraannoo llee ppeerrffoorrmmaanncceess ddii uunn’’aazziieennddaa,, ddeell ssuuoo ppeerr-ssoonnaallee,,<br />

nnoonn ppoottrraannnnoo mmaaii ooffffrriirree uunnaa lloonnttaannaa iiddeeaa ddeeii sseennttiimmeennttii ddii ddeeddiizziioonnee vveerrssoo iill PPaaeessee cchhee ttuuttttii ggllii<br />

aappppaarrtteenneennttii aallllaa PPoolliizziiaa ddii SSttaattoo ddiimmoossttrraannoo ccoonnccrreettaammeennttee,, ggiioorrnnoo ee nnoottttee..<br />

…… SSoollttaannttoo nneellll’’uullttiimmoo aannnnoo ssoonnoo ssttaattii ccaattttuurraattii oollttrree ttrreennttaa ttrraa ii ppiiùù ppeerriiccoolloossii rriicceerrccaattii,, ttrraa ccuuii ssppiiccccaa-nnoo<br />

iill nnoottoo bboossss ccaammoorrrriissttaa AAnnttoonniioo IIoovviinnee eedd aallttrrii mmeemmbbrrii ddii aassssoocciiaazziioonnii ddii ccrriimmiinnaalliittàà oorrggaanniizzzzaattaa..<br />

…… nneell 22001100,, aadd eesseemmppiioo,, ssoonnoo ssttaattii ccoonnffiissccaattii bbeennii,, mmoobbiillii eedd iimmmmoobbiillii,, ppeerr uunn ttoottaallee cchhee ssii aaggggiirraa ssuuii 99<br />

mmiilliiaarrddii ddii eeuurroo,, ppiiùù ddeell ddooppppiioo ddii qquuaannttoo ootttteennuuttoo nneell 22000099,, cchhee ppuurree eerraa ssttaattoo uunn aannnnoo ppaarrttiiccoollaarrmmeennttee<br />

pprrooffiiccuuoo..<br />

…… ssii èè rriiuusscciittii aadd aabbbbaatttteerree ddeell 2200%% iill nnuummeerroo ddeeggllii oommiicciiddii aattttrriibbuuiittii aallllaa mmaallaavviittaa..<br />

…… ii sseennttiimmeennttii ddii ggrraattiittuuddiinnee cchhee llaa ggeennttee ccoonnttiinnuuaammeennttee ee ccoossttaanntteemmeennttee ddiimmoossttrraa vveerrssoo llaa PPoolliizziiaa ddii<br />

SSttaattoo ssii vvaannnnoo sseemmpprree ppiiùù rraaffffoorrzzaannddoo ttaannttoo ppiiùù llaa ccoolllleettttiivviittàà ssii rreennddee ccoonnttoo ddeellllee aauummeennttaattee ddiiffffiiccoollttàà aa<br />

ccuuii vvaannnnoo iinnccoonnttrroo ii ppoolliizziioottttii iinn uunn mmoommeennttoo,, ccoommee ll’’aattttuuaallee,, ddii ssiiggnniiffiiccaattiivvaa ccoonnttrraazziioonnee ddeellllaa ssppeessaa ppuubb-bblliiccaa..<br />

…… IIll mmoommeennttoo cceelleebbrraattiivvoo,, iinnffiinnee,, ddeevvee ccoossttiittuuiirree aanncchhee uunn ddoovveerroossoo oommaaggggiioo aaii ttaannttii ppoolliizziioottttii cchhee nnoonn<br />

hhaannnnoo eessiittaattoo aa ssaaccrriiffiiccaarree llaa vviittaa ppeerr rreepprriimmeerree uunn rreeaattoo,, ssvveennttaarree uunnaa mmiinnaacccciiaa,, ssaallvvaarree uunnaa ppeerrssoonnaa.. AA<br />

qquueessttii uuoommiinnii eedd aa qquueessttee ddoonnnnee ddeevvee aannddaarree iill nnoossttrroo ppeennssiieerroo ccoommmmoossssoo,, llaa nnoossttrraa pprrooffoonnddaa ggrraattiittuuddii-nnee;;<br />

ee aallllee lloorroo ffaammiigglliiee,, iill nnoossttrroo ppiieennoo,, ccoonnttiinnuuoo eedd iinnccoonnddiizziioonnaattoo ssoosstteeggnnoo aaffffeettttuuoossoo ......<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Cerimonie e mostre in tutte le piazze d’Italia<br />

(l’immagine si riferisce a Napoli) per la Festa<br />

<strong>del</strong>la Polizia<br />

LA CERIMONIA<br />

La Festa per il 159° anniversario <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong>la Polizia di Stato ha preso il via a piazza <strong>del</strong> Popolo con l’arrivo <strong>del</strong><br />

Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, Giorgio Napolitano. Presenti anche il Presidente <strong>del</strong> Senato, Renato Schifani, il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Camera, Gianfranco Fini, il Ministro <strong>del</strong>la Giustizia, Angelino Alfano, il Ministro <strong>del</strong>la Difesa, Ignazio La Russa, il Ministro<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il Ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e il Ministro <strong>del</strong>la Salute,<br />

Ferruccio Fazio.<br />

Il Ministro <strong>del</strong>l’Interno, Roberto Maroni, nel suo intervento, ha reso noto che "Entro giugno sarà istituita una commissione<br />

di lavoro incaricata di preparare, entro la fine <strong>del</strong>l’anno, un progetto di revisione <strong>del</strong>la legge 121 <strong>del</strong> 1981" (Riforma <strong>del</strong>l’ordinamento<br />

<strong>del</strong>la Pubblica Amministrazione che, di fatto, smilitarizzò il Corpo).<br />

Il Capo <strong>del</strong>la Polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha affermato che il 2010 "senza nessun trionfalismo, è stato un anno<br />

che ha confermato un trend positivo: abbiamo soprattutto aggredito le ricchezze <strong>del</strong>la criminalità organizzata ... Il nostro<br />

obiettivo", ha rimarcato Manganelli, "è spossessare la criminalità non soltanto dei vertici e degli amministratori <strong>del</strong>egati <strong>del</strong>l’azienda<br />

mafia, ma anche dei loro beni. Le criminalità sono espressioni non di ideologia ma di un obiettivo: quello <strong>del</strong> lucro.<br />

Noi vogliamo raggiungere l’obiettivo di togliere loro le ricchezze, e questi miliardi sequestrati sono il nostro orgoglio".<br />

Il prefetto ha ricordato anche gli altri successi conseguiti dagli uomini e dalle donne nella polizia: "Abbiamo catturato<br />

grandi latitanti, aumentato il controllo <strong>del</strong> territorio, abbassata l’incidentistica e garantito l’ordine pubblico a cominciare dagli<br />

stadi, in modo esponenziale. E poi la lotta alla clandestinità, con le sue ripercussioni sulle forme di criminalità ... Insomma",<br />

ha concluso Manganelli, "un anno di buoni successi. Bisogna ora mantenere questo trend e consolidarlo".<br />

Il Presidente <strong>del</strong> Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha presenziato alla Festa <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la P.S. ma ha inviato un messaggio<br />

al Prefetto di Roma in cui si legge: "… L’azione di tutti coloro che costituiscono il Corpo di Polizia di Stato è elemento<br />

prezioso ed essenziale per garantire la tran<strong>qui</strong>llità sociale nel rispetto dei principi fondanti <strong>del</strong>la nostra Costituzione …"<br />

Presenti all’evento i vertici <strong>del</strong>la Regione Lazio a cominciare dalla Presidente Renata Polverini.<br />

"La Regione Lazio, come ogni anno, ha voluto essere presente a questa cerimonia per testimoniare la sua vicinanza alla<br />

Polizia di Stato. Un simbolo così importante, concreto e unificante per il nostro Paese. Voglio ricordare l’importante attività<br />

che la Polizia svolge per combattere la criminalità organizzata nelle strade <strong>del</strong>le nostre città". Ha detto il vice presidente <strong>del</strong>la<br />

Regione Lazio, Luciano Ciocchetti, lasciando piazza <strong>del</strong> Popolo.<br />

15


6 GIUGNO: 197 o ANNUALE DELL’ARMA<br />

DEI CARABINIERI<br />

Piazza di siena (Roma): la rievocazione<br />

<strong>del</strong>la carica di Pastrengo<br />

Lo scorso 6 giugno 2011, l’Arma dei Carabinieri ha<br />

celebrato il suo 197° Annuale di Fondazione. Nella<br />

mattinata, il Comandante Generale <strong>del</strong>l’Arma dei<br />

Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli, ha deposto, in<br />

memoria di tutti i Caduti, una corona d’Alloro sia al Sacello<br />

<strong>del</strong> Milite Ignoto presso l’Altare <strong>del</strong>la Patria, sia al Sacrario<br />

dei Caduti all’interno <strong>del</strong> Museo Storico <strong>del</strong>l’Arma.<br />

In serata, poi, ha avuto luogo una solenne cerimonia<br />

nella suggestiva cornice di Piazza di Siena. Numerose le<br />

autorità politiche, religiose, amministrative e militari. Ma<br />

soprattutto 14.000 cittadini, che con la loro presenza<br />

hanno voluto testimoniare l’affetto e la riconoscenza per<br />

la vicinanza, l’aiuto, il sostegno che quotidianamente ricevono<br />

dai "propri" Carabinieri, ormai considerati "patrimonio<br />

<strong>del</strong>le comunità" in cui operano.<br />

Oltre al Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Giorgio<br />

Napolitano, al Presidente <strong>del</strong> Consiglio Silvio Berlusconi e<br />

al Ministro <strong>del</strong>la Difesa Ignazio La Russa, erano presenti il<br />

Presidente <strong>del</strong> Senato Renato Schifani e <strong>del</strong>la Corte<br />

Costituzionale Alfonso Quaranta. Sul palco presidenziale,<br />

inoltre, molti rappresentanti <strong>del</strong> Governo (nove i ministri)<br />

e <strong>del</strong> Parlamento, <strong>del</strong> Corpo Diplomatico, <strong>del</strong>l’Arma in servizio<br />

e in congedo e <strong>del</strong> mondo imprenditoriale, culturale,<br />

artistico e <strong>del</strong>lo spettacolo.<br />

Sulle tribune una folla tricolore: le persone, infatti,<br />

hanno sfoggiato piccole coccarde, mentre i bambini<br />

hanno sventolato bandierine verdi, bianche e rosse, distribuite<br />

per l’occasione con il patrocinio <strong>del</strong>la Regione Lazio.<br />

Ha fatto da prologo alle celebrazioni la prestigiosa<br />

Banda <strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri sulle cui note si sono<br />

schierati i Reparti. La Brigata di formazione, al Comando<br />

<strong>del</strong> Gen. Burgio, era formata da tre Reggimenti. Il primo<br />

rappresentato dai reparti di formazione <strong>del</strong>l’Arma:<br />

Accademia Militare, Scuola Ufficiali, Scuola Marescialli e<br />

Brigadieri e Legione Allievi Carabinieri. Il secondo rappresentato<br />

dai reparti "operativi", quelli <strong>del</strong>l’organizzazione<br />

territoriale (comandanti di stazione e carabinieri di quartiere),<br />

mobile (paracadutisti e reggimenti che operano<br />

all’estero in operazioni di pace) e speciale (reparti a tutela<br />

di interessi collettivi come salute, ambiente, patrimonio<br />

culturale). Il terzo Reggimento era composto dalla<br />

Fanfara, dai Corazzieri e dai Carabinieri a cavallo. Sono<br />

stati poi resi gli Onori al Presidente <strong>del</strong>la Repubblica che<br />

ha passato in rassegna i Reparti, accompagnato dal<br />

Ministro <strong>del</strong>la Difesa Ignazio La Russa, dal Capo di Stato<br />

Maggiore <strong>del</strong>la Difesa generale Biagio Abrate e dal<br />

Comandante Generale <strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri generale<br />

Leonardo Gallitelli<br />

Per la circostanza, il Capo <strong>del</strong>lo Stato ha inviato un<br />

messaggio augurale al Comandante Generale <strong>del</strong>l’Arma<br />

nel quale, rivolgendo un deferente omaggio alla Bandiera,<br />

ha espresso un "commosso pensiero a tutti coloro che<br />

hanno perso la vita durante la quotidiana e silenziosa<br />

opera svolta al servizio <strong>del</strong> Paese".<br />

Nel corso <strong>del</strong> proprio intervento a Piazza di Siena, il<br />

Ministro <strong>del</strong>la Difesa Ignazio La Russa ha ricordato i tanti<br />

Carabinieri impegnati nelle missioni internazionali, ai quali<br />

ha rivolto "incondizionata ammirazione". Il Ministro ha<br />

concluso il suo intervento ricordando che "l’Arma esisteva<br />

già prima <strong>del</strong> 1861, ma in questi primi 150 anni è stata un<br />

riferimento fondante <strong>del</strong>la nostra unità, accrescendone l’identità<br />

nazionale".<br />

16 IL NASTRO AZZURRO


È seguito il momento più solenne<br />

<strong>del</strong>la cerimonia: la consegna<br />

<strong>del</strong>le ricompense. Il Capo <strong>del</strong>lo<br />

Stato ha insignito la Bandiera<br />

<strong>del</strong>l’Arma di Medaglia d’Oro al Valor<br />

Civile per l’attività svolta nella lotta<br />

alla criminalità organizzata sul territorio<br />

nazionale dal 1992 al 2010. La<br />

Bandiera d’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong>l’Accademia<br />

Militare di Modena e lo Stendardo<br />

<strong>del</strong> Reggimento Corazzieri, invece,<br />

sono stati insigniti <strong>del</strong>la Croce d’Oro<br />

al Merito <strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri:<br />

la prima, per il contributo fornito<br />

nella preparazione degli ufficiali dei<br />

Carabinieri; il secondo, per il prestigio<br />

conferito all’Istituzione nel<br />

corso dei 143 anni di storia dalla<br />

fondazione. È stata <strong>qui</strong>ndi la volta di sette riconoscimenti<br />

individuali per fatti di "quotidiano eroismo": Medaglia<br />

d’Oro al Valor Civile all’Appuntato Scelto Santarelli e al<br />

Carabiniere Scelto Domenico Marino; Medaglia d’Argento<br />

al Valor Civile al Maresciallo Capo Fausto Ravioli e al<br />

Brigadiere Gaetano Di Carlo; Medaglia di Bronzo al Valor<br />

Civile ai Carabinieri Davide Caviglia e Marco Cardia;<br />

Medaglia d’Argento al Valore <strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri al<br />

Colonnello Antonio Concezio Amoroso. Il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Repubblica ha poi conferito il Premio Annuale a cinque<br />

Comandanti di Stazione, particolarmente distintisi nell’attività<br />

d’istituto: Luogotenente Marco Filippi, Comandante<br />

<strong>del</strong>la Stazione di Cavaglià (BI); Luogotenente Rodolfo<br />

Paternuosto, Comandante <strong>del</strong>la Stazione di Trento;<br />

Luogotenente Paolo Morabito, Comandante <strong>del</strong>la Stazione<br />

di Firenze Rifredi; Luogotenente Francesco Leomanni,<br />

Comandante <strong>del</strong>la Stazione di Agnone (IS); Luogotenente<br />

Nunzio Scalabrino, Comandante <strong>del</strong>la Stazione di<br />

Casteldaccia (PA).<br />

Il deflusso dei Reparti ha ceduto la scena al<br />

Reggimento Carabinieri a Cavallo per l’atteso "Carosello<br />

Come nelle altre le Forze Armate, anche nei Carabinieri la componente<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Piazza di siena (Roma): l’ingresso<br />

dei Carabilieri a Cavallo<br />

Storico": spettacolo unico al mondo per numero di cavalli<br />

e cavalieri. Si tratta di un saggio di alta scuola equestre<br />

la cui sintesi è rappresentata dall’elevato addestramento<br />

raggiunto dai cavalieri e dai quadrupedi. Il Carosello<br />

Storico si compone di un complesso armonico e ritmico di<br />

figure non prive di un certo rischio, come nel caso <strong>del</strong>l’incrocio<br />

ad "S", quando le quadriglie, lanciate al galoppo, si<br />

sono incrociate sulla diagonale al centro <strong>del</strong> campo o,<br />

come nello "scontro <strong>del</strong>le frotte", quando gli squadroni, su<br />

due fronti, rievocando la battaglia di Grenoble <strong>del</strong> 1815,<br />

hanno simulato la ricerca <strong>del</strong> contatto con il nemico, fino<br />

a lanciarsi l’uno contro l’altro, fermandosi repentinamente<br />

a pochi centimetri di distanza.<br />

Un grande applauso si è levato dalle tribune quando<br />

gli squadroni, dando grande prova di perizia equestre,<br />

hanno disegnato il numero 150 al centro <strong>del</strong>la piazza.<br />

Spenti i riflettori, un’enorme fascio di luci ha disegnato<br />

il tricolore sull’ovale di Piazza di Siena e sul palazzo <strong>del</strong>l’orologio.<br />

Le fiamme dei bracieri ardenti e il suggestivo<br />

tricolore hanno fatto da cornice alla "carica" dei due squadroni<br />

che, sulle note <strong>del</strong> "Va’ Pensiero" di Verdi e <strong>del</strong><br />

"Nessun Dorma" di Puccini,<br />

si sono lanciati al galoppo<br />

femminile è presente<br />

rievocando la gloriosa carica<br />

che, il 30 aprile <strong>del</strong> 1848,<br />

salvò il Re Carlo Alberto di<br />

Savoia dall’accerchiamento<br />

degli austriaci nella Battaglia<br />

di Pastrengo, durante la<br />

prima guerra d’Indipendenza.<br />

L’episodio valse la prima<br />

Medaglia d’Argento al Valor<br />

Militare alla Bandiera<br />

<strong>del</strong>l’Arma.<br />

La cerimonia si è conclusa<br />

con gli onori al Capo <strong>del</strong>lo<br />

Stato, salutato dai tantissimi<br />

piccoli che, sventolando con<br />

energia le bandierine tricolori,<br />

hanno cantato l’Inno di<br />

Mameli.<br />

(liberamente tratto dal web)<br />

17


UCCISO A KABUL IL TENENENTE<br />

COLONNELLO CONGIU<br />

IL FATTO<br />

Il 4 giugno 2011, il tenente colonnello dei carabinieri<br />

Cristiano Congiu, 50 anni, di Roma, è stato ucciso con un<br />

colpo di arma da fuoco in Afghanistan, dove era in servizio<br />

presso l’ambasciata italiana a Kabul come esperto antidroga.<br />

Secondo fonti dei Carabinieri citati dalle agenzie, si<br />

trattarebbe di fatto di criminalità comune, da non mettere in<br />

relazione con l’attività <strong>del</strong>l’ufficiale. L’omicidio è avvenuto nel<br />

Panjshir, Afghanistan nord orientale<br />

Congiu, ufficiale <strong>del</strong>la DCSA (Direzione Centrale Servizi<br />

Antidroga), a Kabul dal 2007, si trovava nella Mokni valley,<br />

distretto di Khenj (Afghanistan nord orientale), insieme a<br />

due suoi conoscenti di vecchia data, entrambi civili: un afgano,<br />

che aveva anche frequentato l’Accademia Militare di<br />

Modena alcuni anni fa, e fungeva da interprete, e una donna<br />

americana. Durante questo loro viaggio, stando alle informazioni<br />

finora apprese da fonti <strong>del</strong>l’Arma, hanno incrociato un<br />

gruppo di afgani. Uno di questi, un giovane con problemi di<br />

droga, avrebbe aggredito la donna, forse a scopo di rapina,<br />

sbattendola violentemente contro un muro. Il tenente colonnello<br />

Congiu ha interpretato questo atto come un’aggressione<br />

nei loro confronti e ha fatto fuoco con la sua pistola ferendo<br />

lievemente al fianco il ragazzo. Gli altri afgani sono scappati<br />

e lo stesso militare <strong>del</strong>l’Arma ha prestato le prime cure<br />

al giovane: stava per caricarlo in auto e trasportarlo in ospedale<br />

quando i compagni <strong>del</strong> ragazzo ferito sono tornati, questa<br />

volta insieme ad altri uomini armati. I componenti <strong>del</strong><br />

gruppo aggressore, da lontano, hanno sparato tre colpi di<br />

kalashnikov uno dei quali ha centrato alla testa Congiu, che<br />

è morto sul colpo.<br />

Fonti afghane circolate immediatamente dopo l’episodio,<br />

hanno parlato di una rissa che sarebbe scoppiata tra il tenente<br />

colonnello e un "noto eroinomane <strong>del</strong> luogo".<br />

La donna americana e l’afghano sono riusciti a raggiungere<br />

la loro vettura e a scappare. Al primo posto di polizia<br />

afgano, a circa un chilometro, hanno denunciato l’episodio.<br />

Le forze di sicurezza locali si sono recate sul posto ed hanno<br />

recuperato il corpo <strong>del</strong>l’ufficiale. Durante successive ricerche,<br />

cinque persone sono state arrestate per l’ omicidio, tra<br />

i quali anche il ragazzo ferito, mentre la donna - secondo<br />

quanto quanto dichiarato la sera stessa da un comandante<br />

<strong>del</strong>la polizia locale all’agenzia afghana Pajhwok - sarebbe<br />

stata trattenuta in custodia cautelare in relazione ad un’indagine<br />

in corso.<br />

Mentre sull’omicidio sta indagando la polizia afghana,<br />

anche la procura di Roma, competente sui fatti criminosi in<br />

cui sono coinvolti i cittadini italiani all’estero, ha aperto<br />

un’inchiesta e quattro carabinieri <strong>del</strong> ROS (Reparto<br />

Operativo Speciale) si sono recati in Afghanistan per svolgere<br />

accertamenti.<br />

Congiu ha lasciato la moglie e un figlia che vivono a<br />

Pontecorvo, in provincia di Frosinone.<br />

L’ufficiale aveva svolto servizio anche a Napoli dove, da<br />

capitano, aveva comandato la Compagnia “Rione Traiano” a<br />

Fuorigrotta e si era distinto per le indagini e le operazioni<br />

contro i clan <strong>del</strong>l’area flegrea.<br />

Il tenente colonnello Cristiano Congiu<br />

Nel 1998 il capitano Congiu, allora 38enne, aveva arrestato<br />

un latitante pluriomicida con problemi psichici. L’uomo,<br />

dopo aver ucciso la moglie, era fuggito dalla Sicilia portando<br />

con sé i figli di 5 e 7 anni.<br />

La salma, giunta all’aeroporto di Ciampino, è stata traslata<br />

all’<strong>Istituto</strong> di Medicina Legale <strong>del</strong> Celio, dove è stata sottoposta<br />

alla prevista autopsia. Poi, il 7 giugno, si son potuti<br />

svolgere i funerali a Pontecorvo. L’estremo saluto al tenenete<br />

colonnello Congiu ha visto presenti oltre tremila persone.<br />

Il Ministro <strong>del</strong>la Difesa Ignazio La Russa aveva già reso<br />

omaggio all’ufficiale nel discorso introduttivo all’annuale<br />

festa dei Carabinieri in piazza di Siena, a Roma. "Ricordo il<br />

sacrificio di uomini e donne che hanno pagato con la vita la<br />

loro dedizione - aveva detto il ministro - e con loro ricordo<br />

il tenente colonnello Cristiano Congiu, caduto due giorni fa<br />

in Afghanistan. Il nostro plauso, la nostra gratitudine e la<br />

nostra ammirazione a tutti i militari - aveva concluso - e in<br />

particolare i Carabinieri, che fanno qualcosa di concreto per<br />

la pace".<br />

IL COMMENTO<br />

(di Antonio Daniele)<br />

La fase di transizione <strong>del</strong> controllo dall’ISAF alle autorità locali si sta rivelando particolarmente difficile. Solo il giorno<br />

prima <strong>del</strong>l’assassinio di Congiu, in Afghanistan, vicino a Farah, gli italiani avevano bloccato sette insurgent che preparava-<br />

18 IL NASTRO AZZURRO


no un attentato. E quattro giorni prima, un attacco alla sede <strong>del</strong> PRT di Herat aveva causato il ferimento di 5 nostri soldati,<br />

tra cui un ufficiale, mentre altri quattro militari <strong>del</strong>la NATO sono rimasti uccisi.<br />

Congiu aveva svolto servizio per anni a Napoli combattendo i clan <strong>del</strong>l’area Flegrea, poi era stato il comandante <strong>del</strong>la<br />

Compagnia di Pontecorvo (15.000 abitanti, provincia di Frosinone), dove si era sposato ed abitava con la moglie e la figlia.<br />

Dice di lui il luogotenente Enzo Di Mascio, che in quel periodo svolgeva servizio alle sue dipendenze: "Era un trascinatore<br />

dalla grande carica umana. Aveva fiuto. Suo obiettivo era la guerra alla droga. Mi chiamava papà, perché ero il più anziano.<br />

E, quando d’estate facevamo servizi notturni, spesso ci rifocillava con bibite e cornetti. Quando c’erano le cene tra colleghi,<br />

capitava che serviva lui a tavola. Era sempre il primo ad aiutare chi aveva bisogno …"<br />

Un ufficiale, un uomo, un padre ed un marito esemplare. Ma, come diceva Luigi Piran<strong>del</strong>lo, la verità non esiste, bensì<br />

esistono i "punti di vista". Ecco, a proposito di punti di vista, la testimonianza di Mohtaudin, 24 anni, il ragazzo ferito dal<br />

colonnello Congiu, ricoverato e operato d’urgenza nel locale ospedale di Emergency: "Io ed un mio amico stavamo salendo<br />

dal bazar alla montagna con un asino carico di cibo. Il sentiero era stretto e dalla montagna al bazar stavano scendendo<br />

il carabiniere italiano e una donna. Quando ci siamo incrociati l’asino ha urtato la donna e ho tentato di spostare l’asino.<br />

Immediatamente l’italiano ha tirato fuori la pistola. Quando ho visto l’ arma pensavo stesse scherzando... Invece mi ha<br />

sparato. l mio compagno è scappato ed è andato al bazar ad avvisare gli abitanti <strong>del</strong>l’accaduto. Dopo un po’ di tempo sono<br />

tornate altre persone che prima hanno picchiato con bastoni e pietre l’italiano, poi gli hanno sparato e se ne sono andati".<br />

Numerosi altri testimoni hanno raccontato che “... l’italiano e la cittadina statunitense ...” erano andati a visitare le miniere<br />

di smeraldi <strong>del</strong>la zona di Khinch, nel Panjshir. A tal proposito, più di una testata ha pubblicato la seguente frase: "Rimane<br />

da capire, e qualcuno dovrebbe chiederlo formalmente al nostro Ministro <strong>del</strong>la Difesa, cosa ci facesse un Carabiniere italiano,<br />

armato, in compagnia di una cittadina statunitense in visita alle miniere di smeraldi <strong>del</strong>la zona di Khinch, a oltre cinque<br />

ore di macchina da Kabul."<br />

Mi domando dove andremo a finire con questa spasmodica ricerca di "presunte verità nascoste" anche dove, con un<br />

minimo di buon senso, si capisce subito che di "riservato" c’è solo lo scopo di una missione, e si comprende anche immediatamente<br />

che se il nome <strong>del</strong>l’accompagnatrice statunitense <strong>del</strong> nostro ufficiale non è stato reso noto, ci sarà una ragione<br />

ben più importante e superiore ai meschini pettegolezzi di certa stampa che non perde occasione, neppure di fronte ad<br />

una tragedia, per infangare e disseminare il dubbio.<br />

Tutto ciò nasce da una ben determinata matrice ideologica, da sempre antimilitarista e da sempre anti occidentale.<br />

In Afganistan gli italiani hanno scelto di stare in mezzo alla gente, di sostenere gli afgani nella governance e nella ricostruzione,<br />

progettando e realizzando interventi in vari settori: dall’istruzione alla sanità, dall’acqua all’economia. Quindi, a<br />

prima vista, non c’è una ragione comprensibile degli attentati, a partire da quello alla Base "Maestrale" dei Carabinieri,<br />

distrutta a Nassiriya (19 vittime), fino agli attacchi successivi contro i nostri militari, gli ultimi avvenuti a Herat qualche settimana<br />

fa, con scontri a fuoco con armi leggere e pesanti durati per ore.<br />

La principale via di comunicazione tra la Cina e l’Iran passa per l’Afganistan. I cinesi hanno fatto grandi affari con i talebani<br />

negli anni ‘90 e ora approfittano <strong>del</strong>la relativa stabilità garantita dalla presenza NATO per lanciare offerte al ribasso<br />

sulle infrastrutture lungo l’asse che scorre tra Kabul ed Herat. L’obiettivo ultimo dei cinesi sembra essere la ricerca di tragitti<br />

affidabili via terra fino all’Iran.<br />

Da parte sua il regime di Teheran opera da sud con manovre sui rifugiati afgani e col sostegno ai talebani. Ciò spiega<br />

la vera natura <strong>del</strong> conflitto in quelle terre. Afganistan e Pakistan sono interessati ad uno dei tre percorsi possibili <strong>del</strong> più<br />

grande oleodotto mai progettato, che, in base ad uno di tali percorsi, dovrebbe portare il greggio estratto nella zona <strong>del</strong><br />

mar Caspio, fino ai terminali <strong>del</strong>l’Oceano Indiano, correndo per centinaia di chilometri parallelo alla via “cinese”.<br />

A ciò vanno aggiunti i gravi danni che i narcotrafficanti stanno subendo dalle modalità operative <strong>del</strong>la NATO, soprattutto<br />

italiane. I trafficanti di droga si sono molto bene inseriti nel gioco dei confini e <strong>del</strong>le alleanze. Sanno anche gestire gli<br />

attacchi intimidatori, quando qualcuno tocca le coltivazioni e i traffici di oppio e armi. E forse questo è il motivo <strong>del</strong>l’assassinio<br />

<strong>del</strong> nostro ufficiale dei carabinieri.<br />

Dopo essere sopravvissuto a ogni genere di invasioni, da Genghis Khan ai russi, l’Afganistan comincia a cedere sotto<br />

la degenerazione <strong>del</strong> denaro facile e in questo<br />

ambiente il mo<strong>del</strong>lo degli aiuti alla popolazione,<br />

su cui si basa l’intervento italiano, dà un enorme<br />

fastidio perché va a colpire direttamente nel<br />

modo di vivere <strong>del</strong>la popolazione offrendo un’alternativa<br />

valida e credibile sul piano economico e<br />

sociale alla coltivazione e alla vendita degli stupefacenti.<br />

Il trito schema <strong>del</strong>l’oppressione militarista occidentale,<br />

che alcuna stampa intende ancora propagandare,<br />

non ha mai corrisposto alla realtà <strong>del</strong>la<br />

missione ISAF. Vista dall’angolatura corretta, la<br />

situazione può spiegare molte cose. Può spiegare,<br />

per esempio, cosa ci facesse il nostro tenete colonnello<br />

Congiu a centinaia di chilometri da Kabul in<br />

compagnia di una misteriosa signora americana e<br />

soprattutto, può spiegare le ragioni <strong>del</strong>la sua altrimenti<br />

incomprensibile, reazione a fuoco ad un atto<br />

che, come ci viene raccontato, potrebbe anche<br />

non sembrare un’aggressione.<br />

Militari italiani in Afghanistan<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

19


OSAMA BIN LADEN È MORTO<br />

Dopo una lunga preparazione e un accurato lavoro<br />

di intelligence, i servizi segreti statunitensi sono<br />

venuti a sapere con certezza dove si trovava il rifugio<br />

di Osama bin Laden, noto col soprannome di "sceicco<br />

<strong>del</strong> terrore" dopo il tragico attacco alle torri gemelle compiuto<br />

l’11 settembre <strong>del</strong> 2001 da "Al Qaeda" l’organizzazione<br />

terroristica da lui finanziata e diretta.<br />

La conferma che Osama bin Laden vivesse in un<br />

palazzo fortificato nella città di Abbottabad, a soli 50 chilometri<br />

da Islamabad, la capitale <strong>del</strong> Pakistan, è stata<br />

ac<strong>qui</strong>sita dalla CIA quasi per caso, mettendo insieme vari<br />

indizi sull’esistenza di una rete di corrieri che portavano le<br />

notizie, gli ordini e le informazioni alle varie cellule di Al<br />

Qaeda senza ricorrere ai normali sistemi di comunicazione<br />

(telefono, computer, ecc …), perché facilmente identificabili<br />

e rintracciabili.<br />

In particolare uno di questi corrieri, Abu Ahmad al-<br />

Kuwaiti, che poi sarà ucciso proprio nell’abitazione fortificata,<br />

è stato la chiave di volta <strong>del</strong>l’operazione. Infatti,<br />

una volta identificato, è bastato seguirne gli spostamenti<br />

per sapere quando attaccare con ottime probabilità di<br />

successo.<br />

L’operazione militare vera e propria è stata condotta<br />

dalle forze speciali USA, i NAVY SEALs, incursori <strong>del</strong>la<br />

Marina statunitense molto ben addestrati. Due elicotteri<br />

"Black Hawk" modificati con spiccate caratteristiche<br />

"stealth". Nella notte tra l’1 e il 2 maggio 2011, hanno trasportato<br />

14 incursori SEALs sulla verticale <strong>del</strong>l’abitazione.<br />

Uno degli elicotteri si è gravemente danneggiato nell’atterraggio<br />

e, successivamente, è stato distrutto dai militari<br />

USA stessi.<br />

In soli 38 minuti, gli incursori hanno perlustrato la<br />

casa, hanno catturato tutti i familiari <strong>del</strong>lo sceicco, lo<br />

hanno ucciso insieme ad uno dei suoi figli adulti, hanno<br />

ucciso anche il corriere Abu Ahmad al-Kuwaiti ed un suo<br />

parente con la moglie, che avevano tentato resistenza.<br />

Nei combattimenti vi sono stati anche numerosi feriti tra<br />

gli abitanti <strong>del</strong>l’edificio.<br />

Terminata l’azione, il recupero dei SEALs ha richiesto<br />

l’intervento di uno dei tre elicotteri di riserva che attendevano<br />

già in volo, sul territorio afgano.<br />

Tutta l’operazione è stata filmata e divulgata sul social<br />

network "Twitter" da un vicino di casa di bin Laden,<br />

Sohaib Athar, che, ignaro di chi davvero fosse l’abitante<br />

<strong>del</strong> palazzetto accanto, era stato fortemente incuriosito<br />

dall’arrivo notturno degli elicotteri che si erano posti in<br />

hovering sull’edificio.<br />

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha divulgato<br />

la notizia <strong>del</strong> raid con una conferenza stampa non<br />

appena le forze speciali USA hanno lasciato il territorio<br />

Pakistano, ma ha finito solo col confermare quanto era già<br />

stato diramato sul web da "Twitter". Al diffondersi <strong>del</strong>la<br />

notizia, spontanee manifestazioni di gioia hanno avuto<br />

luogo in molte città americane ed anche altrove nel<br />

mondo occidentale. Contrastanti le posizioni registrate nel<br />

mondo islamico dove, ancora una volta, non c’è stata una<br />

presa di posizione univoca, a riprova che il terrorismo di<br />

Al Qaeda non riscuote consensi così unanimi nell’area<br />

musulmana, come talvolta si sarebbe portati semplicisticamente<br />

a ritenere.<br />

Il cadavere di Osama bin Laden è stato trasportato<br />

sulla portaerei USS "Carl Vinson" dalla quale è stato poi<br />

sepolto in mare, dopo il rito funebre musulmano. La decisione,<br />

giustificata dal governo USA con l’affermazione che<br />

nessun paese <strong>del</strong> mondo avrebbe accettato la sepoltura<br />

<strong>del</strong> terrorista sul proprio territorio, ha sollevato polemiche<br />

e perplessità nonché qualche dubbio sull’effettiva identità<br />

<strong>del</strong> cadavere.<br />

Sebbene il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama<br />

avesse formalmente vietato la divulgazione <strong>del</strong>le fotografie<br />

<strong>del</strong> cadavere di bin Laden, poiché ritenute particolarmente<br />

raccapriccianti (sembra che il colpo che lo ha<br />

ucciso sia di grosso calibro e gli abbia sfigurato il volto),<br />

sono subito circolate su internet <strong>del</strong>le foto false, generate<br />

al computer, che sarebbero comunque molto vicine<br />

alla realtà.<br />

Le ripercussioni internazionali <strong>del</strong>la vicenda sono da<br />

ritenersi positive: sembra che Al Qaeda abbia difficoltà a<br />

trovare un adeguato successore di Osama bin Laden da<br />

mettere alla propria guida; il dollaro si è subito apprezzato<br />

sui mercati internazionali; il prezzo <strong>del</strong> barile di<br />

greggio ha avuto un brusco ridimensionamento; infine,<br />

va registrato il notevole imbarazzo <strong>del</strong> governo pakistano<br />

che continua a sostenere di essere stato ignaro <strong>del</strong>la<br />

presenza di bin Laden sul proprio territorio, sebbene da<br />

20 IL NASTRO AZZURRO


Ricorstruzione <strong>del</strong> compound di<br />

bin Laden<br />

anni molte fonti ne dessero praticamente per scontata la<br />

presenza in tale paese e proprio nella regione di<br />

Abbottabad.<br />

Nel pieno sviluppo <strong>del</strong>la vicenda, si deve registrare<br />

che il Presidente <strong>del</strong> Consiglio Silvio Berlusconi si trovava<br />

a Milano, per rispondere all’interrogatorio <strong>del</strong> Pubblico<br />

Ministero che indaga su alcune vicende giudiziarie che lo<br />

vedono protagonista. Berlusconi ha commentato la situa-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Il presidente USA Barack Obama<br />

zione così: "È inconcepibile che, mentre accadono cose di<br />

tale rilevanza, io debba essere <strong>qui</strong> al Palazzo di Giustizia".<br />

Indubbiamente Osama Bin Laden era un uomo di forte<br />

personalità e di grande carisma, ma aveva anche inaugurato<br />

una forma di guerra terroristica che aveva spostato molto<br />

più in alto il limite entro il quale condurre la lotta stessa.<br />

L’attentato <strong>del</strong>le torri gemelle <strong>del</strong>l’11 settembre 2001<br />

rimarrà in<strong>del</strong>ebilmente scolpito nella coscienza collettiva <strong>del</strong>l’umanità<br />

come un esempio di<br />

insensata efferatezza che lascia<br />

sbigottiti e fa perdere il senso<br />

<strong>del</strong>la misura nella risposta.<br />

Infatti, da quella data il mondo<br />

non ha più avuto pace vera. Si<br />

sono susseguiti conflitti più o<br />

meno intensi ai quali hanno partecipato<br />

attivamente le Forze<br />

Armate di quasi tutti i paesi occidentali,<br />

sotto le bandiere<br />

<strong>del</strong>l’ONU, <strong>del</strong>la NATO o di altre<br />

coalizioni internazionali di volta in<br />

volta costituite. Iraq, Afghanistan<br />

ed ora Libia vedono impegnati i<br />

militari occidentali, americani in<br />

testa, per cercare di abbattere i<br />

governi più o meno scopertamente<br />

conniventi con le centrali<br />

<strong>del</strong> terrore internazionale.<br />

Ecco perché, anche se non si<br />

dovrebbe mai gioire <strong>del</strong>la morte<br />

di un essere umano, l’uccisione<br />

di Osama Bin Laden non ha provocato<br />

cordoglio in occidente.<br />

Antonio Daniele<br />

21


ITALIA NOSTRA: LA VICENDA BATTISTI<br />

Cesare Battisti nasce a Cisterna di Latina, il 18 dicembre<br />

1954. Dopo un’adolescenza burrascosa, sconfina presto<br />

nell’illegalità e viene arrestato più volte e condannato<br />

per rapina. Nel 1977, in carcere, conosce Arrigo<br />

Cavallina, ideologo dei Proletari Armati per il Comunismo,<br />

che lo accoglie nell’organizzazione terroristica. Uscito dal carcere,<br />

si trasferisce a Milano dove partecipa a numerose azioni<br />

eversive con i PAC (rapine, assalti, omicidi). Di nuovo arrestato<br />

nel 1979, viene processato e condannato a oltre 13<br />

anni di carcere per l’omicidio <strong>del</strong> gioielliere Pierluigi<br />

Torregiani. Nel 1981 evade dal carcere di Frosinone e si rifugia<br />

in Francia dove, protetto dalla "dottrina Mitterand", vive<br />

libero e comincia la sua attività di scrittore e di traduttore di<br />

opere letterarie dal francese all’italiano.<br />

Nel frattempo, in Italia si celebrano<br />

ben sette processi in contumacia<br />

a suo carico nei quali è<br />

sempre riconosciuto colpevole e<br />

condannato, come responsabile di<br />

quattro omicidi - tre come concorrente<br />

nell’esecuzione, uno coideato<br />

ed eseguito da altri:<br />

– 6 giugno 1978 a Udine,<br />

Antonio Santoro, maresciallo<br />

<strong>del</strong>la Polizia penitenziaria. A<br />

sparare furono Battisti e una<br />

complice. Santoro era accusato<br />

dai PAC di maltrattamenti ai<br />

danni di detenuti.<br />

– 16 febbraio 1979 a Milano,<br />

Pierluigi Torregiani, gioielliere;<br />

Battisti fu condannato come<br />

co-ideatore e co-organizzatore.<br />

Nel conflitto a fuoco venne<br />

coinvolto anche Alberto<br />

Torregiani, figlio <strong>del</strong>la vittima,<br />

che da quel giorno vive paralizzato<br />

su una sedia a rotelle<br />

per un colpo sparato dal padre<br />

Cesare Battisti<br />

–<br />

contro gli attentatori. Torregiani, il 22 gennaio precedente,<br />

aveva ucciso un rapinatore durante una tentata rapina<br />

in una pizzeria in cui si trovava con i gioielli che aveva<br />

mostrato ad una vendita televisiva.<br />

16 febbraio 1979 a Santa Maria di Sala, Lino Sabbadin,<br />

macellaio di Mestre; Battisti fu complice nell’omicidio<br />

facendo da "copertura armata" all’esecutore materiale<br />

Diego Giacomin. Sabbadin si era opposto con le armi al<br />

tentativo di rapina <strong>del</strong> suo esercizio commerciale.<br />

– 19 aprile 1979 a Milano, Andrea Campagna, agente <strong>del</strong>la<br />

DIGOS. Omicidio eseguito con diversi colpi d’arma da<br />

fuoco al volto, di cui Battisti fu riconosciuto come l’esecutore<br />

materiale. Campagna aveva partecipato ai primi<br />

arresti legati al caso Torregiani.<br />

Sia Andrea Campagna che Antonio Santoro furono in<br />

seguito insigniti <strong>del</strong>la Medaglia d’Oro al Merito Civile "alla<br />

Memoria".<br />

Nel 1991 Battisti venne arrestato e scontò quattro mesi di<br />

carcere mentre veniva valutata dalla giustizia francese la prima<br />

richiesta di estradizione italiana, che non ebbe seguito.<br />

In base a una nuova richiesta di estradizione italiana,<br />

presentata dopo la stipula <strong>del</strong> "patto Castelli-Perben" <strong>del</strong><br />

2002 che, per reati commessi prima <strong>del</strong> 1982, limitava l’estradizione<br />

solo per i casi di eccezionale gravità, il 10 febbraio<br />

2004 Battisti viene di nuovo arrestato a Parigi. La sua estradizione<br />

viene concessa dalle autorità francesi il 30 giugno<br />

dopo che la Corte di Cassazione francese, con due successi-<br />

ve decisioni, autorizza la consegna di Battisti alle autorità italiane,<br />

segnando la fine <strong>del</strong>la cosiddetta “dottrina Mitterrand”.<br />

A seguito <strong>del</strong> provvedimento, Battisti si rese latitante,<br />

lasciando la Francia e facendo perdere le sue tracce.<br />

Nel frattempo anche la Corte di Giustizia europea, interessata<br />

al caso dall’Italia, sentenzia contro Battisti.<br />

Cesare Battisti viene arrestato in Brasile, a Copacabana,<br />

il 18 marzo 2007, a seguito di indagini congiunte di agenti<br />

francesi e carabinieri <strong>del</strong> Raggruppamento Operativo<br />

Speciale, ma il 13 gennaio 2009, il governo brasiliano gli<br />

accorda lo status di rifugiato politico.<br />

Comincia un braccio di ferro politico e diplomatico tra<br />

Italia e Brasile che, nonostante l’autorevole intervento <strong>del</strong><br />

Parlamento Europeo e la solidarietà espressa da numerosi<br />

esponenti politici ed intellettuali e<br />

dall’opinione pubblica di tutto il<br />

mondo, vede la decisione <strong>del</strong><br />

Presidente brasiliano pro tempore,<br />

Luiz Inácio Lula da Silva di<br />

rifiutare l’estradizione <strong>del</strong> terrorista<br />

in Italia, decisione definitivamente<br />

confermata il 9 giugno<br />

2011 dalla sentenza <strong>del</strong> Supremo<br />

Tribunal Federal brasiliano che,<br />

non solo nega l’estradizione di<br />

Cesare Battisti, ma vota anche a<br />

favore <strong>del</strong>la sua liberazione.<br />

La vicenda già risulta inaccettabile<br />

per la maggioranza dei cittadini<br />

italiani, ma si tinge ancora di<br />

più di un determinato colore politico<br />

quando si deve registrare la<br />

contemporanea diffusione di un<br />

movimento di solidarietà per l’ex<br />

terrorista che inizia a svilupparsi in<br />

Francia in occasione <strong>del</strong>la seconda<br />

richiesta di estradizione accettata<br />

dalle autorità francesi. Vari intellettuali<br />

e personalità <strong>del</strong> mondo<br />

<strong>del</strong>la cultura e <strong>del</strong>la politica francese vi aderiscono, e sono<br />

poi imitati anche in Italia ed in altre parti <strong>del</strong> mondo, ovviamente<br />

Brasile compreso.<br />

Fortunatamente si tratta di una minoranza di "garantisti<br />

a senso unico" che, nel caso <strong>del</strong>l’ex terrorista, invocano<br />

improbabili macchinazioni che avrebbero fuorviato il giudizio<br />

di ben sette tribunali. Chissà se gli stessi "garantisti" sarebbero<br />

così attenti a particolari oggettivamente irrilevanti, nel<br />

caso che alla sbarra fosse qualcuno che oggi ha responsabilità<br />

politiche di primissimo piano in Italia.<br />

L’unica triste considerazione sul caso che mi sento di fare<br />

è l’indegnità con la quale l’uomo oggetto di questo articolo<br />

presenta la propria omonimia con una <strong>del</strong>le figure più illustri<br />

<strong>del</strong>la storia d’Italia: quell’altro Cesare Battisti di Trento, geografo,<br />

giornalista, politico socialista e irredentista italiano,<br />

che fu anche deputato al Parlamento di Vienna nello stato<br />

asburgico, ma allo scoppio <strong>del</strong>la Grande Guerra disertò la<br />

chiamata alle armi <strong>del</strong>l’Imperial Regio Esercito Austro-<br />

Ungarico per combattere per l’Italia. Catturato dagli austriaci,<br />

fu processato e impiccato per tradimento. Insieme a<br />

Guglielmo Oberdan e Nazario Sauro è unanimemente considerato<br />

tra le più importanti figure <strong>del</strong>la causa <strong>del</strong>l’irredentismo<br />

italiano.<br />

Forse a quella nobile figura si erano ispirati i genitori <strong>del</strong><br />

terrorista quando, appena nato nel 1954, gli misero nome<br />

Cesare.<br />

Antonio Daniele<br />

22 IL NASTRO AZZURRO


ITALIA NOSTRA: LA DECORAZIONE AD ANTONIO<br />

MERENDA PASSA INOSSERVATA<br />

La vicenda relativa all’estradizione negata per Cesare Battisti è stata seguita con grande rilievo dalla stampa nazionale<br />

ed internazionale. Nel frattempo, un’altra vicenda, a mio parere decisamente più edificante, comunque collegata al triste<br />

periodo degli "anni di piombo", è quasi passata inosservata. Un solo giornale, "Latina oggi", ne ha riferito in un<br />

breve articolo, che ripubblichiamo integralmente. Si tratta <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>la Medaglia d’Oro al Merito Civile ad Antonio<br />

Merenda, 57 anni, originario di Cancello Arnone (Caserta), che il 21 aprile 1977, in un’operazione di polizia, Corpo allora militare<br />

al quale egli apparteneva col grado di Allievo Sottufficiale, rischiò gravemente la vita.<br />

AA MMEERREENNDDAA LL’’OONNOORRIIFFIICCEENNZZAA DDEELL PPRREESSIIDDEENNTTEE NNAAPPOOLLIITTAANNOO<br />

"L’allievo sottufficiale Antonio Merenda è fuori pericolo. L’operazione è riuscita. Il ragazzo dovrebbe farcela. Ho consegnato<br />

alla polizia per gli esami balistici il proiettile che si era conficcato all’altezza <strong>del</strong>la terza vertebra cervicale ". E’ il 22<br />

aprile <strong>del</strong> 1977 e questo è il dispaccio <strong>del</strong> Policlinico di Roma che segue la <strong>del</strong>icata operazione su Merenda, rimasto ferito il<br />

giorno prima durante lo sgombero <strong>del</strong>l’Università occupata da studenti <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>l’Autonomia; nel corso degli scontri fu<br />

ucciso Settimio Passamonti, un altro agente di 23 anni, la stessa età di Merenda che, dopo la guarigione, è stato a lungo<br />

ispettore presso il commissariato di Formia. E ieri mattina è stato insignito <strong>del</strong>l’onorificenza di "vittima <strong>del</strong> terrorismo" nel<br />

corso <strong>del</strong>la cerimonia per il "Giorno <strong>del</strong>la Memoria" che si è tenuta presso la Presidenza <strong>del</strong>la Repubblica, cui ha partecipato<br />

anche il Prefetto Antonio D’Acunto.<br />

Oggi Merenda ha 57 anni e non ha mai dimenticato ciò che è successo quella mattina. E’ emozionato. E’ grato al<br />

Presidente <strong>del</strong>la Repubblica per questa pubblica riconoscenza. E ricorda il suo collega Settimio con parole che dicono molto<br />

di quegli anni e <strong>del</strong>le storie che li hanno attraversati: "Sono passati 34 lunghi anni da quel maledetto giorno e ad oggi, ancora<br />

non so chi è stato a sparare a me ed assassinare il collega Settimio Passamonti. Sono convinto che, questa specie di essere<br />

umano spalleggiato da altri scellerati come lui che non si sono pentiti di nulla di quanto hanno fatto, sicuramente oggi,<br />

molti di loro sono degli affermati professionisti e occupano un posto di rilievo nella società. Il messaggio che voglio mandare<br />

a queste persone é che sono sempre <strong>qui</strong> ad aspettare che qualcuno di loro si faccia avanti per ammettere le proprie colpe.<br />

Come hanno fatto a vivere fino ad oggi con un tale rimorso di coscienza? Hanno tolto un figlio di appena 23 anni ad una<br />

madre che è morta di crepacuore. Vorrei sapere, se capitasse la stessa cosa a qualche appartenente alle loro famiglie, cosa<br />

farebbero. Spero solo che la giustizia divina abbia già fatta il suo corso".<br />

Alla cerimonia di ieri era presente anche il sovrintendente <strong>del</strong>la Polizia di Stato, Salvatore Vellone, di Gaeta, a sua volta<br />

insignito <strong>del</strong>la stessa onorificenza.<br />

da LLaattiinnaa OOggggii<br />

(Martedì 10 Maggio 2011)<br />

L’operazione in cui Antonio Merenda fu ferito si era resa necessaria per procedere allo sgombero di una facoltà universitaria<br />

occupata da studenti vicini all’area <strong>del</strong>l’Autonomia, all’epoca tristemente famosa per l’organizzazione e l’attuazione di<br />

dimostrazioni di piazza particolarmente violente in cui spesso avvenivano incidenti<br />

gravi con danni ingenti al patrimonio pubblico e privato e con ferimenti, quando non<br />

addirittura con l’uccisione di persone presenti sui luoghi <strong>del</strong>le manifestazioni.<br />

Ecco spiegate le ragioni per cui sovente la Polizia e i Carabinieri dovevano intervenire<br />

con la forza e, in tali interventi, gli agenti spesso erano costretti a violente colluttazioni<br />

se non addirittura, come nel caso <strong>qui</strong> ricordato, erano soggetti al lancio <strong>del</strong>le<br />

famigerate bottiglie "molotov" e al tiro di armi da fuoco illegalmente detenute da alcuni<br />

"studenti" particolarmente esagitati.<br />

Del resto, fu proprio l’Università a incubare in quegli anni i movimenti anarcoidi di<br />

estrema sinistra che sfociarono nelle Brigate Rosse ed in altre sigle con cui i terroristi<br />

politici insanguinarono la penisola dalla seconda metà degli anni settanta fino all’inizio<br />

degli ottanta.<br />

Per quell’operazione, Antonio Merenda venne insignito anche <strong>del</strong>la Medaglia di<br />

Bronzo al Valor Militare (motivazione nel riquadro), eppure, un solo giornale, a diffusione<br />

puramente locale, ha ritenuto importante pubblicare la notizia <strong>del</strong> riconoscimento,<br />

certo tardivo, ma sempre importante all’eroismo di quest’uomo che, giovanissimo,<br />

rischiò la vita per la legalità.<br />

Che tristezza!<br />

Antonio Daniele<br />

(N.B.: la fotografia <strong>qui</strong> accanto è quella “di servizio” di Antonio Merenda all’epoca)<br />

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE<br />

Antonio Merenda, nato a Cancello Arnone (CE) il 3 agosto 1954, Guardia <strong>del</strong> Corpo di P.S.<br />

" In servizio di ordine pubblico, unitamente ad altri militari, incurante <strong>del</strong> nutrito lancio di bottiglie incendiarie<br />

e dei numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi dai dimostranti, non esitava a portarsi fra i primi contro<br />

di loro, nell’intento di neutralizzarne l’azione. Gravemente ferito, offriva con il suo comportamento<br />

nobile esempio di coraggio e dedizione al dovere."<br />

Roma, 21 aprile 1977<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

23


D<br />

E<br />

T<br />

T<br />

O<br />

F<br />

R<br />

A<br />

N<br />

O<br />

I<br />

22 ANNI NON SONO BASTATI<br />

Sono figlio di esuli istriani, nato a Latina, nel Villaggio Trieste, <strong>del</strong>egato provinciale <strong>del</strong>l’ADES (Amici e Discendenti degli<br />

Esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati). Quella che sto per raccontare è una brutta storia che si ripete spesso negli<br />

uffici pubblici <strong>del</strong>la nostra città. A me è capitato all’ufficio anagrafe <strong>del</strong> comune, ma sarebbe (è) lo stesso anche negli<br />

uffici ASL, INPS e via dicendo. Queste righe per dar voce con indignazione all’umiliazione che gli Italiani d’Istria, di Fiume<br />

e <strong>del</strong>la Dalmazia, sono costretti a subire ancor oggi, nonostante un fioco raggio di luce sia riuscito a penetrare nell’oblio<br />

<strong>del</strong>le vicende legate al confine orientale. Dopo questa dovuta premessa passo ad informarVi sui fatti avvenuti.<br />

Qualche giorno fa, mia madre ha avuto la necessità di dover duplicare la propria carta d’identità a causa di un furto.<br />

Così, dopo aver effettuato tutto il normale iter burocratico previsto, alla consegna <strong>del</strong> documento leggeva sullo stesso che<br />

lei, era nata a Parenzo, in Croazia. Naturalmente mia madre non ha voluto ritirare il documento, e si è rivolta a me chiedendomi<br />

cosa si potesse fare per non ledere il nome di quella nazione che niente ha a che fare con la sua Italianità.<br />

Ascoltata la brutta vicenda da mia madre, vengo a sapere di situazioni tragicomiche successe negli uffici <strong>del</strong>l’anagrafe che,<br />

purtroppo, non mi hanno sorpreso; dall’impiegato che insiste nel sostenere che "il computer conferma Croazia", a quello<br />

che pensa bene di avallarsi <strong>del</strong>l’aiuto <strong>del</strong>l’addetto <strong>del</strong>la Questura che si occupa degli stranieri. Sentito ciò capisco che non<br />

mi rimane altro da fare che contattare un dirigente <strong>del</strong>l’anagrafe per risolvere la questione. Riesco a rintracciare un dirigente<br />

al quale comunico che nell’ufficio anagrafe qualcosa non funziona, e più precisamente che nel documento di mia<br />

madre, nata nel 1937 a Parenzo, in Istria, risultava invece nata in Croazia. Il dirigente mi guarda sorridendo e mi dice "e<br />

questo è un problema?".<br />

Ancora oggi, nel ricordare questa frase mi ribolle l’inchiostro <strong>del</strong>la penna. Effettivamente, dov’è il problema? A parte<br />

il fatto di aver dovuto abbandonare la propria terra, la propria casa, i propri beni ed i propri morti; a parte il fatto che poi<br />

l’Italia con la cessione di quei territori ci ha pagato i danni guerra; a parte il fatto che (per chi li ha avuti) sono stati resi<br />

degli indennizzi ridicoli e tardivi; a parte il fatto di essere stati trattati come i peggiori degli stranieri e visti come un pericolo<br />

per la popolazione al di qua <strong>del</strong>l’Adriatico; a parte il fatto che di questa Storia d’Italia non ne se sia mai parlato prima,<br />

poi timidamente ammessa ed infine anche stravolta dalla realtà… a parte questo "è un problema?" Beh, si, è un problema<br />

e pure grosso. Infatti c’è una legge, la n° 54 <strong>del</strong> 15 febbraio 1989, in base alla quale tutte le Pubbliche Amministrazioni<br />

nel rilasciare attestazioni, dichiarazioni, documenti in genere a cittadini italiani nati in comuni già sotto la sovranità italiana<br />

ed oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, ai sensi <strong>del</strong> trattato di pace con le potenze alleate ed associate,<br />

hanno l’obbligo di riportare unicamente il nome italiano <strong>del</strong> comune di nascita, senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente<br />

appartiene. Legge che ho presentato in copia all’ignaro dirigente, il quale ha voluto anche controllare negli allegati<br />

alla stessa se effettivamente Parenzo facesse parte di quei comuni a cui la legge si riferisce. Trovandolo, ha tentato di<br />

li<strong>qui</strong>darmi dicendomi che aveva bisogno di tempo per comunicare con la società che gestisce i sistemi informatici <strong>del</strong>l’anagrafe<br />

e che mi avrebbe fatto sapere qualcosa. La mia più naturale risposta è stata "22 anni non sono bastati per aggiornarvi?<br />

Ora pretendo il documento come da legge, e lo pretendo subito!". La reazione <strong>del</strong> dirigente che ha cominciato ad<br />

urlare cercando di trovare una ragione dove ragione non c’è e che mi ha indignato più di tutta la vicenda, è l’arroganza<br />

di chi è al servizio <strong>del</strong> cittadino, in ritardo da un ventennio sull’applicazione di una legge, che si permette anche di alzare<br />

la voce, avrei preferito un semplice e civile "ci scusi, provvediamo subito".<br />

Allora penso: "a cosa serve il 10 Febbraio, Giorno <strong>del</strong> Ricordo, la presenza <strong>del</strong>le autorità nelle varie manifestazioni,<br />

con tanto di bei discorsi, se poi il cittadino istriano, fiumano o dalmata non viene rispettato all’atto pratico?"<br />

Stefano Ingarao Venier<br />

(Delegato Provinciale ADES Latina)<br />

GLI IMMIGRATI NON AUSTRALIANI DEVONO ADATTARSI<br />

Prendere o lasciare, sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la<br />

loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, con<strong>qui</strong>ste portate avanti da milioni di uomini<br />

e donne che hanno ricercato la libertà.<br />

La nostra lingua ufficiale è l’inglese, non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese o qualsiasi altra lingua.<br />

Di conseguenza, se desiderate far parte <strong>del</strong>la nostra società, imparatene la lingua!<br />

La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza <strong>del</strong>la destra o di<br />

pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e <strong>del</strong>le donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani<br />

e questo è ufficialmente insegnato. È <strong>qui</strong>ndi appropriato che questo si veda sui muri <strong>del</strong>le nostre scuole. Se Dio vi offende,<br />

vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altra parte <strong>del</strong> mondo come vostro paese di accoglienza, perché<br />

Dio fa parte <strong>del</strong>la nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi domandiamo<br />

è di accettare le nostre, e di vivere in armonia pacificamente con noi.<br />

Questo è il nostro Paese, la nostra terra e il nostro stile di vita. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo.<br />

Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane<br />

o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà: il diritto di andarvene.<br />

Se non siete felici <strong>qui</strong>, allora partite!<br />

Non vi abbiamo forzati a venire <strong>qui</strong>, siete voi che avete chiesto di essere <strong>qui</strong>. Allora rispettate il paese che vi ha accettati.<br />

John Howard<br />

(Primo Ministro d’Australia)<br />

24 IL NASTRO AZZURRO


NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO<br />

Le Celebrazioni 2010 alla memoria <strong>del</strong> Tenente Pilota Antonio Max Longhini<br />

L’Associazione Arma Aeronautica di Oderzo, presieduta dal Capo Nucleo Ten. Claudio Gallet, in collaborazione con il Comune<br />

di Fontanelle, alla presenza <strong>del</strong> Generale Riccardo Marchese, Vice Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione stessa, <strong>del</strong> Sindaco<br />

Rag. Antonio D’Amico, di Autorità civili, militari e rappresentanti di Associazioni d’Arma, ha commemorato, come ogni anno,<br />

il sacrificio dei piloti Caduti nella battaglia aerea <strong>del</strong> 16<br />

novembre 1944 con la deposizione di una corona d’alloro<br />

presso il capitello eretto in loro memoria a<br />

Lutrano, una frazione di Fontanelle (TV).<br />

La famiglia Longhini, dall’anno 2000, devolve a studenti<br />

meritevoli, Borse di Studio intitolate al ricordo <strong>del</strong>l’eroico<br />

tenente pilota Antonio Max Longhini, pluri<br />

Decorato. Tre, tutte studentesse, le premiate nell’anno<br />

2010 distintesi per profitto, impegno, senso <strong>del</strong> dovere<br />

e condotta:<br />

– Michela Dall’Antonia - Diploma di ragioniere e perito<br />

commerciale presso l’<strong>Istituto</strong> tecnico commerciale<br />

"J. Sansovino" di Oderzo;<br />

– Valentina Pedron - Diploma di istruzione superiore<br />

ad indirizzo linguistico presso l’<strong>Istituto</strong> “Scarpa” di<br />

Motta di Livenza;<br />

– Elena Zanet - Diploma di Liceo Artistico ad indirizzo<br />

Architettura e Arredo presso il Liceo Artistico<br />

Statale di Treviso.<br />

Inoltre, per avvicinare i giovani al mondo <strong>del</strong> volo e<br />

farne conoscere la storia, sono state organizzate visite didattiche per una <strong>qui</strong>nta classe elementare al “Museo <strong>del</strong>l’Aria e <strong>del</strong><br />

Volo” al Castello di S. Pelagio, nei pressi di Due Carrare (Padova).<br />

Tenuto il 9 marzo al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, On. Giorgio Napolitano, ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa, al Palazzo <strong>del</strong> Quirinale.<br />

La seduta si è svolta mercoledì 9 marzo 2011 e gli argomenti all’ordine <strong>del</strong> giorno sono stati: l’aggiornamento <strong>del</strong> quadro di<br />

situazione internazionale, con particolare riferimento ai recenti eventi in Nord Africa e Medio Oriente ed alle aree di crisi ove<br />

operano i nostri contingenti militari, all’attuazione <strong>del</strong>la strategia di transizione in Afghanistan, all’evoluzione <strong>del</strong>la minaccia<br />

terroristica internazionale e <strong>del</strong>la pirateria e agli esiti <strong>del</strong> Vertice di Lisbona; il punto di situazione <strong>del</strong>l’elaborazione <strong>del</strong>la proposta<br />

di provvedimento di legge per la razionalizzazione <strong>del</strong>le Forze Armate e <strong>del</strong>le strutture <strong>del</strong>la Difesa e l’aggiornamento<br />

<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo professionale; i passi intrapresi dall’Italia in merito all’accordo bilaterale di cooperazione tra Gran Bretagna e<br />

Francia in materia di sicurezza e difesa e ad altre analoghe iniziative, anche in vista <strong>del</strong>l’auspicato perseguimento in seno<br />

all’Unione Europea di una più stretta integrazione degli strumenti militari dei Paesi membri.<br />

Visita <strong>del</strong> Metropolita <strong>del</strong> Montenegro ad Artena.<br />

Domenica 29 maggio 2011 il Metropolita <strong>del</strong>la Chiesa Ortodossa Autocefala<br />

<strong>del</strong> Montenegro e Vescovo di Cetinje, S. B. Mihailo, accompagnato da una<br />

numerosa <strong>del</strong>egazione <strong>del</strong> Montenegro e dai rappresentanti <strong>del</strong>l’Associazione<br />

"Amici <strong>del</strong> Montenegro - O.N.L.U.S.” ha effettuato una visita ad Artena incontrando<br />

i cittadini Artenesi iscritti al Sodalizio, che si erano precedentemente<br />

recati in Missione Umanitaria in Montenegro.<br />

5° Forum internazionale “AEROSPAZIO E DIFESA”<br />

Giunto alla sua 5ª edizione, il Forum Aerospazio e Difesa, organizzato dalla<br />

National Instrument a Pomezia (Roma) il 16 giugno scorso, ancora una volta<br />

ha offerto una panoramica ampia ed interessante sulla condivisione <strong>del</strong>le tecnologie<br />

innovative a supporto <strong>del</strong>l’ingegneria dei sistemi di prossima generazione,<br />

con discussioni sulle applicazioni all’avanguardia nel settore e sulle possibilità<br />

di favorire il networking tra l’industria e l’università.<br />

Personaggi noti <strong>del</strong>la ricerca, <strong>del</strong>l’industria, <strong>del</strong>la politica si sono alternati nell’esporre<br />

quali siano innanzitutto i problemi da affrontare per sviluppare al<br />

meglio le tecnologie che sono e saranno utilizzate, legate ai progetti <strong>del</strong>l’industria<br />

Aerospaziale e <strong>del</strong>la Difesa.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Lutrano (TV): Commemorazione dei Caduti <strong>del</strong>la battaglia<br />

aerea <strong>del</strong> 16 novembre 1944<br />

Artena (RM): Il Metropolita <strong>del</strong><br />

Montenegro S. B. Mihailo in visita<br />

alla cittadina<br />

25


MOVM ECCELLENTI: GIUSEPPE BRIGNOLE,<br />

L’EROE DEL MARE E DEL LAGER<br />

Giuseppe Brignole con i “suoi” marinai<br />

Ci sono eroi che le storie "ufficiali", di necessità sintetiche,<br />

menzionano soltanto a proposito di un episodio<br />

specifico per il quale è stata conferita una ricompensa<br />

al Valore particolarmente elevata: ciò è senz’altro<br />

logico, se si tiene conto <strong>del</strong>l’ esigenza di ricordare e fare<br />

risaltare atti di coraggio che hanno avuto un riconoscimento<br />

formale; ma, di contro, comporta spesso la sottovalutazione<br />

di altri comportamenti che fanno brillare altrettanto<br />

e anche più una personalità. Questo è senz’ altro il caso di<br />

Giuseppe Brignole, nato a Noli il 6 ottobre 1906, arruolato<br />

nella Regia Marina per obbligo di leva e ammesso nel 1928<br />

al Corso Ufficiali di complemento, dove conseguì la nomina<br />

a guardiamarina.<br />

Nel 1935, appena laureato in Scienze Economiche<br />

presso l’università di Genova, fu richiamato alle armi per<br />

prendere parte ad alcune missioni nel conflitto italo-etiopico<br />

e nella guerra in Spagna, e per poi prestare servizio in<br />

Africa Orientale dove meritò due Medaglie di Bronzo al<br />

Valor Militare sul campo. Il 24 aprile 1940, come tenente<br />

di vascello, ebbe il comando <strong>del</strong>la torpediniera Calatafimi<br />

con sede a La Spezia: proprio al comando di quella unità,<br />

il 14 giugno successivo contrastò una forte formazione<br />

navale francese diretta a colpire importanti obiettivi militari<br />

e industriali nel Golfo Ligure, guadagnandosi la Medaglia<br />

d’Oro al Valor Militare.<br />

Appena pochi mesi più tardi, l’8 settembre 1943, era<br />

ancora al suo posto di comando sulla Calatafimi, nel Pireo,<br />

quando fu sorpreso dall’armistizio e dalla dura reazione dei<br />

tedeschi: l’intero e<strong>qui</strong>paggio, che anche per impulso <strong>del</strong><br />

suo comandante rifiutò ogni forma di collaborazione con i<br />

tedeschi e in particolare il passaggio alla marina germanica,<br />

fu catturato e avviato verso nord sui carri bestiame.<br />

Per Giuseppe Brignole, ora appiedato, si apriva un nuovo<br />

e non meno impegnativo fronte di guerra: quello di una<br />

resistenza disarmata, condotta con le sole armi <strong>del</strong>l’onore<br />

militare e <strong>del</strong>la dignità umana.<br />

Dopo un breve periodo iniziale a Bad Sulza, Brignole<br />

finì nel campo di prigionia di Leopoli dove fu nominato<br />

fiduciario degli ufficiali italiani. Si trattava di una carica di<br />

facciata e con poche possibilità d’intervenire concretamente<br />

nella vita <strong>del</strong> campo, ma comunque <strong>del</strong>icatissima, poiché<br />

dall’azione in un senso o nell’altro <strong>del</strong> fiduciario dipendeva<br />

la disponibilità o meno alla collaborazione con i tedeschi<br />

di gran parte dei prigionieri. Brignole, che i tedeschi<br />

rispettavano molto per i suoi gloriosi trascorsi, divenne<br />

subito una punta di diamante <strong>del</strong>la resistenza, muovendosi<br />

specialmente in due direzioni: da un lato richiamando i<br />

prigionieri all’osservanza <strong>del</strong>la correttezza nei rapporti<br />

interpersonali, come in reparto, e alla cura <strong>del</strong>l’aspetto fisico<br />

e <strong>del</strong>l’uniforme (o meglio, di ciò che restava di essa);<br />

dall’altro promuovendo attività culturali (conferenze, lezioni,<br />

concorsi di pittura), con l’aiuto dei tanti intellettuali e<br />

artisti prigionieri. La conseguenza fu che i prigionieri furono<br />

spinti a conservare più gelosamente la dignità <strong>del</strong> loro<br />

26 IL NASTRO AZZURRO


La torpediniera “Calatafimi” in navigazione<br />

rango, ebbero la possibilità di riempire le giornate più utilmente,<br />

approfondirono la consapevolezza <strong>del</strong> giuramento<br />

di fe<strong>del</strong>tà allo Stato legittimo.<br />

Circondatosi di irriducibili <strong>del</strong>la resistenza, Brignole<br />

seppe costruire ben presto una comunità cementata degli<br />

stessi valori che si richiedono sul campo di battaglia che,<br />

per larga parte, negò qualsivoglia adesione alle richieste di<br />

entrare nell’ esercito <strong>del</strong>la Repubblica Sociale o di prestare<br />

attività lavorativa a beneficio <strong>del</strong>l’economia germanica.<br />

Nel gennaio 1944 Brignole fu trasferito nel campo 307<br />

di Deblin e due mesi più tardi nel campo XB di Sandbostel.<br />

Anche <strong>qui</strong> tenne l’incarico di fiduciario, operando in condizioni<br />

difficilissime a causa <strong>del</strong>la particolare durezza <strong>del</strong><br />

trattamento che il comandante tedesco, il capitano<br />

Pinckel, si compiaceva di infliggere<br />

agli italiani. Alle violenze gratuite si<br />

aggiungevano il freddo, il deperimento<br />

organico, le malattie e le<br />

per<strong>qui</strong>sizioni <strong>del</strong>la Gestapo alla<br />

ricerca <strong>del</strong>le radio clandestine: in<br />

questo ambiente, il nuovo fiduciario<br />

seppe imporsi ai tedeschi<br />

mediante proteste energiche<br />

quanto inutili, ma che intanto alimentavano<br />

lo spirito resistenziale:<br />

come ebbe a scrivere un suo collaboratore<br />

a Sandbostel, il tenente<br />

Giovannino Guareschi (proprio il<br />

"papà" di don Camillo e Peppone),<br />

Brignole "dava al campo un tono di<br />

spavalda italianità".<br />

Il suo ruolo resistenziale è confermato<br />

dal fatto che egli fu forse<br />

l’unico internato a cui i tedeschi,<br />

dopo l’offerta di comandi e incarichi<br />

importanti, dettero la possibilità<br />

di ritornare in Patria senza<br />

alcuna adesione formale o sostanziale<br />

al regime di Mussolini. Il suo<br />

fiero rifiuto, determinato dal senso<br />

<strong>del</strong> dovere e dalla consapevolezza<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Giuseppe Brignole<br />

che i compagni di prigionia avevano<br />

bisogno <strong>del</strong> suo esempio, costituisce<br />

ancora oggi un atto di valore<br />

disconosciuto, ignorato dallo Stato<br />

che nel dopoguerra onorò in lui soltanto<br />

l’eroe <strong>del</strong> mare, giammai<br />

quello <strong>del</strong> lager.<br />

Nel febbraio ‘45 giunse l’ordine<br />

di trasferimento a un altro campo,<br />

questa volta l’XIB di Fallingbostel.<br />

Qui, per due mesi durissimi,<br />

Brignole affiancò un’altra meravigliosa<br />

figura di fiduciario, il tenente<br />

colonnello di Cavalleria Alberto<br />

Guzzinati: le condizioni fisiche degli<br />

internati erano sempre più precarie<br />

a causa <strong>del</strong>la fame, e i tedeschi pretendevano<br />

prestazioni lavorative<br />

che la maggior parte degli ufficiali,<br />

appellandosi alla Convenzione di<br />

Ginevra, non intendeva dare.<br />

Il 13 aprile finalmente, sotto l’incalzare<br />

degli Alleati, i tedeschi<br />

abbandonarono il lager, che dopo tre giorni fu raggiunto<br />

dagli inglesi. Dopo la liberazione, Brignole assunse importanti<br />

comandi, inquadrando gli ufficiali in vista <strong>del</strong> rimpatrio,<br />

e fu certamente tra gli ultimi a ritornare in Italia. Egli<br />

infatti rimpatriò nel settembre 1945, conseguendo la promozione<br />

a capitano di corvetta con anzianità 1 gennaio<br />

1944; fu collocato in ausiliaria nel febbraio 1947, passando<br />

poi nella riserva nel 1955 con il grado di capitano di fregata.<br />

È morto a Genova il 30 luglio 1992.<br />

Va evidenziato che il nome di Brignole, per gli ufficiali<br />

internati che lo ebbero come fiduciario, e<strong>qui</strong>valse sempre<br />

a dirittura morale ed esempio di lealtà alle istituzioni legittime,<br />

fungendo da punto di riferimento sicuro per i più giovani<br />

e per gli incerti, a prezzo di gravi rischi personali.<br />

Aveva <strong>qui</strong>ndi ragione, il colonnello<br />

Adolfo Raffo, quando in qualità di<br />

comandante <strong>del</strong> campo di smistamento<br />

di Munster gli scrisse, tra le<br />

altre cose, in un elogio formale:<br />

"Ella ha confermato in dignità e<br />

altezza di vita la distinzione che Le<br />

viene dalla suprema onorificenza al<br />

valore di cui si fregia" .<br />

Qualche anno fa un giornalista<br />

ha realizzato una sua biografia<br />

(Pier Paolo Cervone, Comandavo la<br />

Calatafimi, Marco Sabatelli Editore,<br />

Savona, 1990), mentre chi scrive<br />

questo articolo gli ha dedicato un<br />

articolo su "Rivista Marittima"<br />

(marzo 2003).<br />

Possiamo oggi senza dubbio<br />

affermare che la memoria <strong>del</strong><br />

comandante Giuseppe Brignole,<br />

giustamente onorata per i fatti di<br />

guerra, è tuttavia ancora in credito<br />

nei confronti <strong>del</strong>lo Stato per l’opera<br />

svolta nei campi di prigionia.<br />

Alessandro Ferioli<br />

27


Oltre 40 anni fa, esattamente il 10 dicembre 1967,<br />

venne inaugurato a Bari uno dei più grandi sacrari<br />

d’Italia (il secondo dopo quello di Redipuglia) per<br />

custodirvi i resti mortali di 75.000 caduti, di cui 45.000<br />

ignoti, riportati in patria a seguito <strong>del</strong>la dismissione dei<br />

cimiteri di guerra costituiti, a suo tempo, nei territori oltremare:<br />

Balcani, Africa Orientale Italiana (AOI), Africa settentrionale,<br />

ecc, chiamato perciò Sacrario dei Caduti<br />

d’Oltremare.<br />

Questa denominazione però non è mai stata vincolante,<br />

e nel sacrario, successivamente, sono stati inumati i<br />

resti di militari e civili provenienti da altre aree, come ad<br />

esempio i campi di concentramento e di lavoro, istituiti nel<br />

Bari: ingresso <strong>del</strong> Sacrario dei Caduti d’Oltremare<br />

GLI ASCARI<br />

territorio <strong>del</strong>la Repubblica Democratica Tedesca. A maggio<br />

<strong>del</strong> 1972 vi furono portati anche i Caduti, che riposavano<br />

nel Sacrario di Tripoli, e che Gheddafi non volle più nel suo<br />

territorio. Tra questi ultimi, 140 ascari ai quali è stata dedicata<br />

nella cripta una lapide che ne ricorda la fe<strong>del</strong>tà<br />

all’Italia fino all’estremo sacrificio. Nel pretendere l’allontanamento<br />

dal suolo africano, non solo dei soldati italiani,<br />

ma anche dei soldati indigeni, Gheddafi definì sprezzantemente<br />

gli ascari "servi degli italiani!". Ma fu corretto immediatamente<br />

dal Presidente eritreo Afwerky’ che precisò:<br />

"Non servi, ma volontari!".<br />

Chi erano gli Ascari? La domanda viene posta sempre<br />

più frequentemente dai visitatori <strong>del</strong> sacrario, specie se si<br />

tratta <strong>del</strong>le generazioni più giovani che non<br />

hanno conosciuto l’epoca coloniale; ed è a<br />

queste ultime che sono destinate le brevi note<br />

che seguono.<br />

Negli ultimi decenni <strong>del</strong> 1800 un avventuriero<br />

albanese, Sangiak Hassan, costituì in<br />

Eritrea una banda di armati, battezzata col<br />

nome pomposo di "Armata Hassan", ma più<br />

nota col nome turco di "Basci Buzuk" (Teste<br />

matte), con l’intenzione di mettersi al servizio,<br />

novello capitano di ventura, dei signorotti locali<br />

sempre in lotta tra di loro.<br />

Nel 1885 il Col. Tancredi Saletta (1),<br />

comandante <strong>del</strong> 1° Corpo di spedizione in<br />

Africa Orientale, fu autorizzato a comprare l’intera<br />

Armata Hassan (armi, mogli e figli compresi)<br />

e incominciò a riorganizzarla sul mo<strong>del</strong>lo<br />

dei reparti italiani. Due anni dopo il Magg.<br />

Gen. Antonio Baldissera (2), nuovo comandante<br />

<strong>del</strong> Corpo di spedizione, inquadrò i Basci<br />

28 IL NASTRO AZZURRO


Buzuk come soldati regolari alle dipendenze <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>le Colonie.<br />

Dopo ancora due anni, nel 1889, furono costituiti i<br />

primi 4 battaglioni eritrei e i soldati furono chiamati Ascari,<br />

dall’arabo "Askar" (soldati). In questi reparti gli indigeni<br />

componevano soltanto la bassa forza (i quadri erano italiani)<br />

e indossavano una divisa con fez rosso e fascia con il<br />

colore <strong>del</strong> battaglione di appartenenza. I battaglioni erano<br />

divisi in compagnie, chiamate "orde" (orda è un termine<br />

turco che significa "esercito") e queste si articolavano in<br />

plotoni detti "buluc".<br />

Per essere arruolati gli ascari dovevano superare una<br />

prova di marcia di 60 km, e sottostavano ad una disciplina<br />

molto severa esercitata dai loro stessi graduati, gli<br />

"sciumbasci", che largheggiavano nell’uso <strong>del</strong> "curbasc",<br />

uno scudiscio di dura pelle<br />

di ippopotamo. Essi si rivelarono<br />

subito soldati coraggiosi<br />

e leali, orgogliosi di battersi<br />

per l’Italia, abili esploratori<br />

ed implacabili esecutori<br />

di ordini. La paga giornaliera,<br />

alla fine <strong>del</strong> secolo,<br />

era di una lira e mezza: un<br />

patrimonio in confronto al<br />

reddito <strong>del</strong> resto <strong>del</strong>la popolazione.<br />

Ben presto gli ascari<br />

furono impiegati in conflitti<br />

armati. Dopo i facili successi<br />

conseguiti dal Col. Arimondi<br />

(3) ad Agordat, e dal Gen.<br />

Baratieri (4) a Cassala, a<br />

Coatit e a Senafè, nel cuore<br />

<strong>del</strong> Tigrai (5), si giunse alla<br />

sanguinosa sconfitta di Adua<br />

(1 marzo 1896) dove, accanto<br />

alle truppe italiane, combatterono<br />

4000 ascari: 1000<br />

caddero sul campo, 1200<br />

furono feriti, 800 furono fatti<br />

prigionieri. Gli altri, a fatica,<br />

rientrarono in Eritrea.<br />

Poiché gli ascari venivano<br />

reclutati in varie aree, tra<br />

quelli presi prigionieri vi<br />

erano sudanesi, somali, dancali,<br />

musulmani <strong>del</strong>la costa,<br />

ed anche quelli originari <strong>del</strong><br />

Tigrai. Questi ultimi venivano<br />

considerati disertori dagli<br />

abissini e furono perciò puniti<br />

in conseguenza, secondo<br />

la dura legge <strong>del</strong> "Fetha<br />

Nagast", che consisteva nel<br />

taglio <strong>del</strong>la mano sinistra e<br />

<strong>del</strong> piede destro. Tutti gli<br />

altri furono risparmiati. Si<br />

disse che a volere infliggere<br />

la cru<strong>del</strong>e punizione fosse la<br />

"sanguinaria" Taitù (6);<br />

molto più presumibilmente<br />

furono il Consiglio dei Capi o<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

l’Abuna Matteos. Ai 406 mutilati che tornarono in Eritrea fu<br />

concessa una pensione vitalizia di 1000 lire.<br />

All’inizio gli ascari furono impiegati solo come fanteria<br />

leggera; dal 1922 furono costituiti anche reparti dotati di<br />

autoblinde ed unità cammellate (meharisti). Col passare<br />

degli anni crebbe il numero degli ascari reclutati e dei compiti<br />

loro assegnati, tra gli altri anche la lotta al commercio<br />

degli schiavi (7). A partire dal 1932 furono impiegati in<br />

Libia per mantenere l’ordine nella nuova colonia. Nel 1935<br />

furono i protagonisti <strong>del</strong>la guerra in Etiopia dove ne furono<br />

impiegati ben 60.000; e raggiunsero il numero di<br />

256.000, all’inizio <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale.<br />

Nel 1940, contro i britannici, il loro comportamento<br />

nell’assedio <strong>del</strong>l’Amba Alagi, in AOI, merita di essere ricordato.<br />

Quando infatti il Duca d’Aosta, Vicerè d’Etiopia, vista<br />

29


l’imminenza <strong>del</strong> totale esaurimento <strong>del</strong>le munizioni, autorizzò<br />

la loro smobilitazione e il loro ritorno a casa per evitare<br />

una lunga detenzione da parte britannica, la grandissima<br />

maggioranza degli ascari preferì rimanere accanto ai<br />

loro ufficiali, combattendo strenuamente fino alla inevitabile<br />

resa finale. Per il valore dimostrato in guerra dagli<br />

ascari, furono concesse due MOVM alla bandiera <strong>del</strong> Corpo<br />

<strong>del</strong>le Truppe Indigene, ed altre due furono concesse al<br />

gagliardetto <strong>del</strong> IV° btg. eritreo "Toselli" (8).<br />

Con la fine <strong>del</strong> 2° conflitto mondiale è finita, almeno<br />

per l’Italia, l’epopea coloniale. Ne è rimasto solo il ricordo:<br />

non c’è una città italiana che non abbia una strada,<br />

una piazza intitolata ad Addis Abeba o a qualche altra<br />

località africana dove più cruenta fu la lotta, più amara la<br />

sconfitta, più fulgida la vittoria. E non mancano le vie intitolate<br />

ai comandanti italiani che supplirono col coraggio e<br />

il valore personale, alle ingerenze dei politici, agli ordini<br />

NNOOTTEE<br />

Rappresentazione pittorica <strong>del</strong>la cavalleria ascara d’Eritrea all’attacco<br />

contraddittori, ai mezzi e alle risorse concessi col contagocce<br />

e furono, nel bene e nel male, i protagonisti <strong>del</strong>l’avventura<br />

coloniale.<br />

Dal 1950 il Governo italiano ha concesso agli ascari<br />

superstiti una pensione (attualmente è di 100 € l’anno,<br />

200 agli invalidi), non reversibile perché molti hanno più di<br />

una moglie. La pensione viene distribuita agli aventi diritto<br />

dalle Ambasciate italiane, ma ogni anno diminuisce<br />

sempre di più il numero di coloro che si presentano a<br />

riscuoterla; nel 2006 ne rimanevano ancora 260. Quando,<br />

per le implacabili leggi anagrafiche, gli ultimi ascari saranno<br />

scomparsi, chi ricorderà i loro sacrifici, le loro gesta<br />

eroiche, gli immensi servizi resi all’Italia? Nella cripta <strong>del</strong><br />

sacrario di Bari c’è una lapide, ma basta?<br />

Gen. B. Giuseppe Picca<br />

(Vice Presidente Nazionale)<br />

(1) Il Col. Tancredi Saletta (Torino 1840 - Roma 1909) comandante <strong>del</strong>la spedizione a Massaua (25 febbraio 1885), ne<br />

divenne governatore a dicembre. Promosso Generale di Brigata, vi ritornò con la spedizione di S. Marzano per vendicare<br />

il massacro di Dogali e ricoprì di nuovo il ruolo di governatore fino ad ottobre. Nel 1896 divenne capo di SME, ed in<br />

seguito Senatore <strong>del</strong> Regno.<br />

(2) Il Gen. Antonio Baldissera (Padova 1838 - Firenze 1917) era un ufficiale austriaco entrato nell’esercito italiano nel 1867.<br />

Promosso Maggior Generale nel 1887, assunse l’anno successivo il comando <strong>del</strong> corpo di occupazione in Eritrea.<br />

Sconfitto il Negus Giovanni ed occupate le zone interne, nel 1890 rientrò in Italia per dissensi col Capo <strong>del</strong> Governo<br />

Crispi. Dopo la sconfitta di Adua, tornò in Eritrea e procedette con mano ferrea al riordinamento <strong>del</strong>la colonia.<br />

(3) Il Gen. Giuseppe Edoardo Arimondi (Savignano 1846 - Adua 1896) ebbe da colonnello il comando <strong>del</strong>le Truppe d’Africa<br />

30 IL NASTRO AZZURRO


in Eritrea (1892). Sconfisse i dervisci ad Agordat (21 dicembre 1893) e partecipò alle operazioni militari di Cassala<br />

(1894), Coatti e Senafè (1895). Sostenitore di una strategia offensiva, ebbe contrasti con il Gen. Baratieri (che propendeva<br />

per una strategia temporeggiatrice); caldeggiò l’attacco immediato ad Adua dove cadde in battaglia (1 marzo<br />

1896).<br />

(4) Il Gen. Oreste Baratieri (Condino - Trento - 1841; Vipiteno - Bolzano - 1901) partecipò alla spedizione dei Mille e alle<br />

guerre coloniali. Tenenete Generale in Africa (1893), fu governatore <strong>del</strong>l’Eritrea. Ritenuto responsabile <strong>del</strong>le sconfitte di<br />

Amba Alagi (1895), Macallè (1896) e Adua (1896), venne processato e assolto.<br />

(5) Il Tigrai (o Tigrè) è una regione <strong>del</strong>l’Etiopia settentrionale di 64.921 kmq, con 3.593.000 abitanti (dati <strong>del</strong> 1999) al confine<br />

con l’Eritrea. Il capoluogo è Macallè; altri centri sono l’antica capitale Adua, e Axum, culla <strong>del</strong>l’antica civiltà etiope.<br />

(6) La propaganda italiana attribuì all’imperatrice Taitù il termine <strong>del</strong> tutto immeritato di "sanguinaria". In realtà si trattava<br />

di una donna colta, intelligente, forte e coraggiosa, dotata di notevoli capacità politiche. Nata intorno al 1857 da una<br />

antica famiglia etiope, imparentata con la dinastia salomonica, dopo 4 matrimoni falliti, sposò re Menelik di Sheva e<br />

divenne imperatrice quando il re nel 1889 fu proclamato imperatore. Per generale riconoscimento ebbe un notevole<br />

potere politico a corte. Profondamente sospettosa nei confronti <strong>del</strong>l’Italia, fu protagonista nelle trattative che sfociarono<br />

nel Trattato di Uccialli (2 maggio 1889) condotte per l’Italia dal conte Pietro Antonelli (sottosegretario agli esteri).<br />

Oltre che in politica, l’imperatrice dimostrò capacità militari non comuni: fu lei che suggerì come far capitolare, a Macallè,<br />

il presidio <strong>del</strong> Magg. Galliano; e fu ancora lei, nella battaglia di Adua, a comandare coraggiosamente a cavallo un reparto<br />

di cannonieri. Pur essendo stata (così si disse) l’amante <strong>del</strong> conte Antonelli, fu sempre nemica <strong>del</strong>l’Italia. Ma aveva il<br />

dovere di esserlo! Lasciamo all’Etiopia contemporanea il diritto di farne una eroina. Noi le dobbiamo almeno il rispetto.<br />

Dal 1914 l’imperatrice riposa ad Addis Abeba accanto a suo marito, morto l’anno prima.<br />

(7) In quegli anni era molto in voga una canzone bella ma triste, "Le carovane <strong>del</strong> Tigrai", dedicata al turpe commercio<br />

degli schiavi lungo le piste carovaniere <strong>del</strong>l’Etiopia. Il testo <strong>del</strong>la canzone è pubblicato in questa stessa pagina<br />

(8) Il Magg. Pietro Toselli (Peveragno, Cuneo 1856 - Amba Alagi 1895) comandante <strong>del</strong> IV° battaglione indigeno, incaricato<br />

nel 1895 di comandare l’avanguardia <strong>del</strong> Gen. Arimondi nelle operazioni offensive contro l’Etiopia, fu circondato<br />

sull’Amba Alagi da 30.000 abissini guidati da ras Maconnen, rimanendo isolato. Rifiutata la resa, cadde con la maggior<br />

parte dei 2.500 ascari alle sue dipendenze (solo 300 si salvarono). Da quel giorno gli uomini <strong>del</strong> IV° battaglione, cui fu<br />

dato il nome "Toselli", portarono in segno di lutto la fascia nera. Solo nel 1936, quando l’Amba Alagi fu ricon<strong>qui</strong>stata<br />

dalle forze italiane, la fascia nera fu tolta.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Le carovane <strong>del</strong> Tigrai<br />

Mentre in ciel lassù / nella notte blù / tremano le stelle tutte d’or,<br />

s’ode da lontano / lento un canto strano / pieno di nostalgico dolor,<br />

e cantando va / nell’oscurità / chi giammai conobbe libertà.<br />

Vanno le carovane nel Tigrai / verso una stella che oramai brillerà / e più splenderà<br />

d’amor.<br />

Mentre nell’ombra triste <strong>del</strong>la sera / s’innalza un’umile preghiera / che da un brivido in<br />

ogni cuor.<br />

Signore Tu, / che vedi tutto di lassù, / fa che domani / finisca questa schiavitù.<br />

Quando giunse il dì / che lontan s’udì / echeggiare il rombo <strong>del</strong> cannon,<br />

ogni schiavo allor / ascoltò il fragor / con il cuore pieno di emozion,<br />

ora incontro va / alla libertà / e le sue catene spezzerà.<br />

Vanno le carovane nel Tigrai……..<br />

31


NAVE SCUOLA “CRISTOFORO COLOMBO”:<br />

TRE BANDIERE UN TRISTE DESTINO<br />

(MOTTO DELL’UNITA’: NAVIGARE ED OSARE)<br />

Il veliero, progettato dal Tenente Colonnello <strong>del</strong> Genio<br />

Navale Francesco Rotundi (1), fu impostato nel cantiere<br />

navale di Castellammare di Stabia il 15 aprile 1926<br />

con il nome di Patria e venne varato il 4 aprile 1928 con il<br />

nome di Cristoforo Colombo. Entrò in servizio il 1° luglio<br />

<strong>del</strong> 1928 e svolse la sua attività fino al 1943 (Il Vespucci<br />

invece venne varato il 22 febbraio 1931 ed entrò in servizio,<br />

a fianco <strong>del</strong> Colombo, nel luglio <strong>del</strong>lo stesso anno). Fu<br />

la centesima costruzione <strong>del</strong> Regio Cantiere Navale di<br />

Castellammare di Stabia.<br />

La costruzione <strong>del</strong>le due navi fu fortemente voluta dall’allora<br />

Ministro <strong>del</strong>la Marina Paolo Thaon di Revel ed<br />

attuata dal suo successore Ammiraglio Giuseppe Siriani<br />

che vollero, per gli allievi <strong>del</strong>l’Accademia di Livorno, navi<br />

scuola con imponente impianto velico simile ai vascelli <strong>del</strong><br />

700. Il progetto <strong>del</strong>le due navi, spesso considerate gemelle,<br />

fu affidato al Tenente Colonnello <strong>del</strong> Genio Navale<br />

Francesco Rotundi (che fu anche direttore <strong>del</strong> cantiere<br />

navale di Castellammare di Stabia) che, appunto, si rifece<br />

ai vascelli: le fasce colorate bianche e nere <strong>del</strong>la murata ne<br />

ricordano i portelli (2).<br />

Il dislocamento a pieno carico <strong>del</strong> Colombo, era di<br />

4.146 tonnellate; le dimensioni le seguenti: lunghezza fuorit<br />

tutta 100,50; lunghezza scafo 82,40; larghezza 15,50;<br />

immersione 7. L’altezza degli alberi (al galleggiamento)<br />

erano le seguenti: trinchetto 50 metri, maestra 54, mezzana<br />

43. La propulsione secondaria composta da due motori<br />

diesel elettrici accoppiati + 2 dinamo; 2 eliche coassiali.<br />

La velocità di crociera a vela era di 10 nodi, mentre quel-<br />

La Cristoforo Colombo in navigazione a vele spiegate<br />

la a motore di 7. Lo scafo in acciaio aveva una struttura<br />

con ordinate, ponti e tronchi portanti degli alberi e <strong>del</strong><br />

bompresso.<br />

La divisione in ponti era la seguente: coperta, batteria<br />

e corridoio con castello a prora e cassero a poppa. La<br />

copertura <strong>del</strong> ponte principale, <strong>del</strong> cassero e <strong>del</strong> castello<br />

era in legno teak.<br />

Il fasciame era composto da lamiere di acciaio di vario<br />

spessore (da 12 a 16 mm.), collegate alle costole, ai<br />

Il varo <strong>del</strong>la<br />

Cristoforo Colombo<br />

32 IL NASTRO AZZURRO


madieri, alla chiglia ed ai bagli, da una fitta chiodatura. Gli<br />

alberi, compreso il bompresso, erano costruiti in tre pezzi<br />

di cui i primi due in acciaio e gli ultimi tratti in legno<br />

Douglas; i tre pennoni inferiori erano in acciaio, mentre i<br />

due superiori in legno. In legno teak oltre il ponte di<br />

coperta, anche la battagliola e la timoneria; gli altri elementi<br />

di allestimento erano in mogano, legno santo, frassino<br />

e noce.<br />

Veliero con attrezzatura velica "armata a nave" aveva i<br />

tre alberi verticali ed il bompresso dotati di pennoni e vele<br />

quadre; le vele erano di taglio: i fiocchi a prora, fra l’albero<br />

di bompresso ed il trinchetto, gli stralli, fra il trinchetto<br />

e il maestra, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana.<br />

La superficie totale velica era di 2.824 metri quadri;<br />

le vele di tela olona (canapa) erano ventisei manovrate da<br />

circa 20.000 metri di cavi di canapa e manilla prodotti nella<br />

Corderia di Castellammare di Stabia, costruita nel 1793<br />

dopo un decennio dall’entrata in funzione <strong>del</strong>l’annesso<br />

cantiere navale.<br />

Il Colombo ed il Vespucci, pur apparendo come gemelle,<br />

presentavano alcune differenze, fra cui la diversa inclinazione<br />

<strong>del</strong> bompresso, il diverso<br />

attacco <strong>del</strong>le sartie, che nel<br />

caso <strong>del</strong>la Vespucci erano a filo<br />

di murata, mentre sulla<br />

Colombo erano invece cadenti<br />

all’esterno. Altra notevole differenza<br />

era rappresentata dalle<br />

imbarcazioni maggiori che sulla<br />

Colombo erano sistemate a centro<br />

nave con il relativo picco per<br />

le manovre di ammainata ed<br />

issata di queste. Il Cristoforo<br />

Colombo, inoltre aveva due eliche<br />

coassiali mentre il Vespucci<br />

ne aveva solamente una.<br />

Sul Colombo, inoltre, non<br />

c’era la plancia a poppa ove è<br />

situato il timone a quattro ruote<br />

e gli alberi erano leggermente<br />

più bassi. Si racconta che,<br />

durante la navigazione nell’istmo<br />

di Corinto il Colombo riuscì a<br />

passare sotto il ponte che congiunge<br />

le due sponde, mentre il<br />

Vespucci lo toccò con l’albero<br />

maestro che si danneggiò.<br />

Immediatamente dopo l’armistizio<br />

<strong>del</strong>l’8 settembre 1943,<br />

le due navi scuola si trovavano a<br />

Fiume e, obbedendo agli ordini,<br />

il Colombo ed il Vespucci salparono<br />

alla volta di Brindisi con a<br />

bordo gli allievi <strong>del</strong>l’Accademia<br />

di Livorno <strong>del</strong> corso Argonauti.<br />

Al largo di Ancona incrociarono il<br />

sommergibile Ametista al<br />

comando <strong>del</strong> Sottotenente di<br />

Vascello Ginocchio che comunicò<br />

al Comandante Morin <strong>del</strong><br />

Gruppo Navi Scuola, che la città<br />

era in mano tedesca e che il<br />

sommergibile stava per<br />

autoaffondarsi per non cadere in<br />

mano nemica. I due velieri riuscirono<br />

ad entrare nel porto di<br />

Brindisi il 10 settembre.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Terminata la guerra, il Colombo riprese la sua attività<br />

e, nel mese di novembre 1946, al comando <strong>del</strong> Capitano<br />

di Fregata Giovanni Adalberto, si trovò impegnata in un<br />

pericoloso fortunale al largo di Cagliari, che mise a dura<br />

prova le qualità nautiche <strong>del</strong>la nave, <strong>del</strong> comandante e<br />

<strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, tanto è vero che furono oggetto di un<br />

particolare "Elogio" da parte <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Marina.<br />

Un’altra tempesta, che lacerò le vele e fece rischiare il<br />

naufragio al Colombo avvenne alla fine <strong>del</strong> mese di gennaio<br />

1947 nella crociera Napoli-Genova. La nave, però,<br />

riuscì anche questa volta a ripararsi nel golfo di Juan per<br />

poi ancorarsi nei pressi <strong>del</strong> faro di La Garoupe nella<br />

Costa Azzurra.<br />

Alla fine <strong>del</strong>la Seconda Guerra Mondiale, nel 1949, in<br />

base al trattato di pace di Parigi, il Colombo dovette essere<br />

ceduto all’Unione Sovietica (3).<br />

La nave fu ceduta non senza incidenti. A Taranto, dove<br />

erano ormeggiate le navi da cedere all’URSS, si verificarono<br />

manifestazioni di dissenso e tentativi di sabotaggio.<br />

Non si doveva consegnare agli stranieri l’orgoglio <strong>del</strong>la<br />

Marina! Diversi marinai si stavano organizzando per met-<br />

La Cristoforo Colombo fu costruita come nave scuola per gli allievi<br />

<strong>del</strong>l’Accademia Navale<br />

33


La Cristoforo Colombo vista dall’alto<br />

tere <strong>del</strong>l’esplosivo sotto la carena e far saltare in aria la<br />

nave; furono scoperti ed arrestati dalla polizia, dai carabinieri<br />

e dal controspionaggio <strong>del</strong>la Marina (4).<br />

NOTE:<br />

Gli venne cambiato nome in Dunay (Danubio), e venne<br />

utilizzato come Nave Scuola militare ad Odessa, nel Mar<br />

Nero, fino al 1959; altre fonti dicono che fu utilizzato come<br />

nave da carico. Nel 1961 fu ceduto all’<strong>Istituto</strong> Nautico di<br />

quella città.<br />

Nell’anno successivo, invece di eseguire i necessari<br />

lavori di manutenzione, fu adibito come nave trasporto<br />

legno. Un incendio distrusse il carico e la nave. Era il 1963<br />

e il veliero fu radiato dall’albo <strong>del</strong>le navi sovietiche.<br />

Rimasto abbandonato e semidistrutto, nel 1971 fu demolito<br />

nel cantiere di Glavvtorcement <strong>del</strong>le isole Turukhannye<br />

a Leningrado.<br />

Si racconta che, in effetti, la nave ceduta all’U.R.S.S<br />

fosse il Vespucci e non il Colombo, essendo quest’ultima,<br />

sebbene più vecchia, in migliori condizioni generali. Ma questa<br />

rimane solo una supposizione. Nella Sala Consiglio <strong>del</strong><br />

Vespucci sono esposti due quadri ad olio, rappresentanti lo<br />

sbarco di Colombo a San Salvador e il suo rientro in Spagna,<br />

che si trovavano sulla nave "gemella" Cristoforo Colombo.<br />

Antonio Cimmino<br />

(Socio <strong>del</strong>la Federazione di Napoli)<br />

(1) Francesco Rotundi nacque a Foggia il 10 luglio <strong>del</strong> 1885 da padre e madre foggiani; compì i primi studi rivelando da giovanissimo<br />

la sua predilezione per le scienze matematiche. A <strong>qui</strong>ndici anni si iscrisse alla Sezione Fisico-Matematica<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Tecnico "Pietro Giannone" di Foggia ma ben presto e forse a seguito di una gita scolastica a Manfredonia per<br />

visitare le navi da guerra ancorate in quel porto, maturò l’idea e la speranza di diventare un giorno costruttore di navi.<br />

Dopo il diploma si iscrisse alla Scuola Superiore Navale di Genova.<br />

Laureatosi in ingegneria navale e meccanica, entrò in Marina come tenente <strong>del</strong> Genio e fu destinato all’Arsenale di<br />

Venezia, da dove iniziò la sua luminosa carriera di grande tecnico che, dotato di eccezionali capacità realizzatrici ed organizzatrici,<br />

gli valsero il generale riconoscimento dei superiori e dei colleghi.<br />

Da giovane progettò le navi posamine tipo "Legnano" poi le navi-scuola "C. Colombo". e "A. Vespucci".<br />

Un episodio lo mise subito in evidenza: la nave "S. Giorgio" si era incagliata nello stretto di Messina. Il giovane ufficiale<br />

era imbarcato come Capitano <strong>del</strong> Genio Navale sul "Volturno" e seppe organizzare talmente bene il salvataggio <strong>del</strong>la nave<br />

che essa poté raggiungere il bacino di carenaggio con i propri<br />

mezzi. Per questo salvataggio i Superiori lo vollero nel "Comitato<br />

Progetti Navi" dove si svolse tutta la sua luminosa carriera e rifulse<br />

la sua capacità tecnica che lo impose all’ammirazione generale.<br />

Per un breve periodo Francesco Rotundi abbandonò la sua attività<br />

al "Comitato Progetti Navi" perché fu incaricato come Vice-<br />

Comandante <strong>del</strong> Cantiere di Castellammare di Stabia, ove era in<br />

costruzione la nave scuola "Cristoforo Colombo" che egli stesso<br />

aveva progettato.<br />

Si occupò anche di una questione tecnica molto ardua: la ricostruzione<br />

<strong>del</strong>le corazzate tipo "Cavour" ormai antiquate. Grazie a<br />

non comuni conoscenze tecniche e scientifiche applicò radicali<br />

trasformazioni alle quattro grandi corazzate "Cavour", "Giulio<br />

Cesare", "Andrea Doria" e "Caio Duilio", mettendole in condizioni<br />

di competere con le più moderne navi da guerra britanniche.<br />

Francesco Rotundi prese parte alla progettazione di molte navi<br />

<strong>del</strong>la marina italiana tra le quali le nuove corazzate tipo "Vittorio<br />

Veneto", che furono le prime unità da 35.000 tonn. progettate<br />

nel mondo.<br />

Nel salvataggio di tutte le grandi navi affondate, nell’ultimo conflitto,<br />

da un attacco aereo britannico a Taranto, egli partecipò alla<br />

più bella pagina che il Genio Navale scrisse nella dolorosa circostanza,<br />

provvedendo a recuperare il "Duilio" dopo solo due mesi.<br />

Nominato Tenente Generale <strong>del</strong> Genio Navale continuò nella sua<br />

opera con lo zelo e l’impegno degli anni giovanili, quando, stroncato<br />

da un morbo cru<strong>del</strong>e si spense, all’età di soli 60 anni a Roma<br />

il 25 ottobre 1945. Un anno dopo le sue spoglie mortali furono<br />

traslate nella tomba di famiglia nel Cimitero di Foggia.<br />

(2) Nell’ambito di un costante ammodernamento, fece costruire, su<br />

progetto <strong>del</strong>l’ingegnere navale Sabatelli, nel cantiere navale di<br />

Castellammare di Stabia, un vascello denominato Monarca in<br />

La polena <strong>del</strong>la nave era una statua di<br />

Cristoforo Colombo<br />

34 IL NASTRO AZZURRO


onore <strong>del</strong> Re Francesco II. Il bastimento fu impostato inizialmente come vascello a vela a tre ponti; poi, con l’affermarsi<br />

<strong>del</strong>la propulsione a vapore, gli sistemarono caldaie e motrici alternative di fabbricazione inglese, nonché un’elica, prima<br />

bipala e poi a quattro pale. Con il suo tonnellaggio, il Monarca fu la più grande nave da guerra di tutti gli Stati italiani<br />

<strong>del</strong>l’epoca, affiancandosi ai similari vascelli francesi ed inglesi. Lo scafo lungo 58,40 per 15,50 metri di larghezza e con<br />

un’immersione di 7,1 metri, era in legno con carena ramata. Il suo dislocamento era di 3670 tonnellate, possedeva tre<br />

ponti e due batterie coperte. L’apparato motore, all’atto <strong>del</strong> varo, era composto, <strong>qui</strong>ndi, da tre alberi a vele quadre con<br />

randa alla mezzana e bompresso. Il Monarca appare simile alle due navi scuola Colombo e Vespucci costruite nel secolo<br />

seguente<br />

(3) Il Trattato di pace firmato il 10 febbraio 1947 a Parigi, si rivelò tuttavia particolarmente gravoso per la Marina. Oltre alle<br />

cessioni territoriali e materiali, furono imposte anche restrizioni di carattere militare:<br />

Divieto di possedere, costruire o sperimentare armi atomiche, proiettili ad autopropulsione con i relativi dispositivi di lancio,<br />

cannoni con gittate superiori ai 30 km, mine e siluri provvisti di congegni di attivazione ad influenza. Divieto di<br />

costruire, ac<strong>qui</strong>stare o sostituire navi da guerra, sperimentare unità portaerei, naviglio subacqueo, motosiluranti e mezzi<br />

d’assalto di qualsiasi tipo. Divieto di mettere in opera installazioni militari nelle isole di Pantelleria, di Pianosa e nell’arcipelago<br />

<strong>del</strong>le Pelagie. Il trattato impegnava inoltre l’Italia a mettere a disposizione <strong>del</strong>le nazioni vincitrici Stati Uniti, Unione<br />

Sovietica, Gran Bretagna, Francia, Jugoslavia, Albania e Grecia le seguenti unità navali in conto riparazioni:<br />

– 3 corazzate: Giulio Cesare, Italia (già Littorio) e Vittorio Veneto;<br />

– 5 incrociatori ed esploratori: Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, Attilio Regolo, Scipione Africano, Eugenio di Savoia ed<br />

Eritrea;<br />

– 7 cacciatorpediniere, (tra cui Il Fortunale, l’Animoso e l’Ardimentoso) di cui 5 unità classe Soldati, più l’Augusto Riboty<br />

e l’Alfredo Oriani;<br />

– 6 torpediniere appartenenti a varie classi, tra le quali Aliseo e Fortunale;<br />

– Sommergibili: 8 battelli, di cui 3 appartenenti alla Classe Acciaio;<br />

– 1 nave scuola: Cristoforo Colombo.<br />

(4) il 20 gennaio 1949 furono arrestati a Roma, con una valigia piena di tritolo e diretti a Taranto, ex marinai appartenenti<br />

alla X MAS: Paolo Andriani, Sergio Baldassini, Fabio Galiani, Fabrizio Galliani, Alberto Tagliaferro. Un altro reduce<br />

Vladimiro Villani venne arrestato a Lecce. Sette altri marinai furono arrestati mentre preparavano sabotaggi al Colombo<br />

ed al Giulio Cesare. Numerose manifestazioni di protesta per la cessione <strong>del</strong>le navi all’URSS si ebbero in molte città<br />

d’Italia con tumulti e scontri con la polizia<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

35


Sul n.° 3-2011, a pag. 36 è stato pubblicato il Consiglio Direttivo <strong>del</strong>la Sezione di Casale Monferrato,<br />

inquadrata nella Federazione Provinciale di Alessandria. In tale consiglio sono comparsi i seguenti nominativi:<br />

Vice Presidente Andino BIZZARRO, Consiglieri Italo ROSSI e Natale LUSTRISSIMI corredati <strong>del</strong>la dicitura<br />

M.OV.M. - La redazione tiene ad informare i lettori che NON trattasi di Decorati di Medaglia d’Oro al Valor<br />

Militare, ma di “CONGIUNTI” di Decoratri <strong>del</strong>la Massima Ricompensa.<br />

La dicitura pubblicata potrebbe aver indotto alcuni in errore e ce ne scusiamo con i lettori, ma nel contempo<br />

invitiamo le Federazioni ad inviare i dati relativi ai propri soci facendo attenzione che non vi siano già<br />

all’origine rischi di ambiguità nella stesura dei testi.<br />

Fed. ASCOLI PICENO<br />

Presidente: Cav. Franco Bruno CRUCIOLI<br />

Vice Presidente: Cav. Bruno SQUARCIA<br />

Segretario-Tesoriere: Ing. Igino MASSIMI<br />

Consiglieri: Sig.ra Giuseppina PASSAMONTI, Prof.ssa Maria<br />

PUCA, Prof. Franco QUERCIA, Dott. Stefano ROSATI<br />

Fed. CREMONA<br />

Presidente onorario: Prof. Tommaso DONATO<br />

Presidente: Dott. Claudio MANTOVANI<br />

Vice Presidente: Col. (ris) Angelo VASTA<br />

Segretario-Tesoriere: Sig. Ermanno VILLANI<br />

Consiglieri: Dott.ssa Paola BOSIO, Ten.Col. Adolfo COCCHETTI<br />

Fed. MANTOVA<br />

Presidente: <strong>Azzurro</strong> Carlo CATTANI<br />

Fed. MILANO<br />

Presidente: Gen.B. (ris) Arnaldo CASSANO<br />

Vice Presidente: Ten.Cpl. (cong) Carlo MADDALONE<br />

Segretario-Tesoriere: Sig.ra Tosca MAZZUCCO<br />

Consiglieri: Dott.ssa Giuseppina CAPELLI, Dott. Pierluigi PATA-<br />

RA, Sig. Domenico ROSELLINI, Sig. Alberto SANDOLI, Sig.ra<br />

Rosa SPANO<br />

Presidente <strong>del</strong> Collegio provinciale dei Sindaci: Avv. Antonio<br />

BOTTONE<br />

Sindaci: Dott. Elvezio MONTI, Dott. Ferdinando TUROLO<br />

Fed. NAPOLI<br />

Presidente: Col. Dott. Pasquale PARENTE<br />

Vice Presidente: Cav. Gennaro LA RANA<br />

Segretario-Tesoriere: M.llo Pietro CAPUTO<br />

FED. ALESSANDRIA: <strong>Azzurro</strong> Geremia BOVENZI (C.G.V.M.);<br />

Dott. Domenico MARUCCHI (M.A.V.M.).<br />

FED. AREZZO: Sig.ra Alma BONINI BETTI.<br />

FED. ASTI: Dott.ssa Paola CAPUZZO; Prof. Luciano FRACCHIA;<br />

Sig. Domenico MICCA.<br />

FED. BARI: Sig. Vincenzo GUERRA.<br />

FED. BIELLA e VERCELLI: Gen. C.A. Alberto LI GOBBI<br />

(M.O.V.M. - 2 M.B.V.M.); Col. Maurizio NACHER-SALTARA<br />

(M.A.V.M.), già Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Ancona.<br />

FED. BOLOGNA – Sezione di Imola: <strong>Azzurro</strong> Enzo GIANSTE-<br />

FANI (C.G.V.M.), già Segretario-Tesoriere e Alfiere <strong>del</strong>la Sezione.<br />

FED. LA SPEZIA: Sig. Fortunato BISSACCO.<br />

FED. MANTOVA: Comm. Leonardo SAVI (2 ENC.SOL.), già<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione.<br />

FED. PIACENZA: <strong>Azzurro</strong> Ugo Cademartiri (M.B.V.M. - 2<br />

CONSIGLI DIRETTIVI<br />

Consiglieri: Sig. Ciro CERUTTI, Sig. Nicola MARAGLINO, Sig.<br />

Nicola LICCARDO, Avv. Gennaro PERRELLA<br />

Presidente <strong>del</strong> Collegio provinciale dei Sindaci: Cav. Pasquale<br />

ARFE’<br />

Fed. NOVARA<br />

Presidente: Gen.Div. (c.a.) Delio COSTANZO<br />

Vice Presidente: Ass.San. Cav.Uff. Maria Lucia TAGLIONI<br />

Segretario-Tesoriere: Mar.llo Sc. 1^ Cl. Vincenzo DEL GIUDICE<br />

Consiglieri: Ten. Claudio LIMONTINI, Ing. Roberto MOLINARI,<br />

Prof.ssa Silvana MOSCATELLI, Prof.ssa Laura PAPA, Magg. Ettore<br />

SUPERINA, Ten. Gilberto TABARINI<br />

Presidente <strong>del</strong> Collegio provinciale dei Sindaci: Gen. Antonio<br />

PETROSINO<br />

Sindaci: Ing. Michele D’ALONZO, Col. Antonio GERUNDINI<br />

Fed. NOVARA – Comitato <strong>del</strong>le Dame<br />

Presidentessa: Sig.na Maria Lucia TAGLIONI<br />

Segretaria-Tesoriera: Sig.ra Luigia ROSSIN<br />

Consigliere: Dott.ssa Rosalba BARBIERI, Dott.ssa Caterina<br />

LAMANNA AMELIO, Prof.ssa Renata ROVERE, Dott.ssa Giovanna<br />

VILASI<br />

Fed. PORDENONE<br />

Presidente: Sig. Aldo FERRETTI<br />

Vice Presidente: Sig.ra Julia MARCHI<br />

Segretario-Tesoriere: Sig. Lelio PERTEGATO<br />

Consigliere: Sig. Elio CALCOPIETRA, Sig. Giovanni FOLLADOR,<br />

Sig.ra Anna Pia MORET<br />

Presidente <strong>del</strong> Collegio provinciale dei Sindaci: Sig. Bruno<br />

CORONA<br />

Sindaci: Sig. Pio DEANA, Sig. Umberto DE CARLI<br />

AZZURRI NELL’AZZURRO DEL CIELO<br />

C.G.V.M.).<br />

FED. PORDENONE: Mar.llo Magg.art. Cav. Mario ATTUS<br />

(C.G.V.M.), già Segretario <strong>del</strong>la Federazione.<br />

FED. RIETI: Magg. Francesco PISTOLESI.<br />

FED. ROMA: Gen.Div. Dott. Cav.Uff. Giovanni Battista MALARA<br />

(M.B.V.M. - Prom.M.G.); Mar.llo Ftr. (T.O.) Francesco QUACQUA-<br />

RELLI (C.G.V.M.).<br />

FED. TORINO: Sig.ra Renata VOLPI vedova <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Gen.<br />

Adolfo Marsiglia (M.A.V.M.); <strong>Azzurro</strong> Giovanni NESTI (C.G.V.M.);<br />

Cap. Leandro PASSARINO (M.B.V.M.).<br />

FED. VERONA: Col. Vittorio ORGANO (M.A.V.M.), già<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione.<br />

Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le<br />

espressioni <strong>del</strong> più vivo cordoglio <strong>del</strong>la Presidenza Nazionale e di<br />

tutti gli Azzurri.<br />

36 IL NASTRO AZZURRO


IL NASTRO AZZURRO<br />

AZZURRI CHE SI FANNO ONORE<br />

L’AZZURRO VALTER CAINERO È INSIGNITO DELLA MEDAGLIA D’ORO QUALE VITTIMA DEL TERRORISMO<br />

Lo scorso 9 maggio 2011, nel corso di una apposita cerimonia ufficiale svolta presso il Quirinale, il Ministro <strong>del</strong>l’Interno<br />

Roberto Maroni, alla presenza <strong>del</strong>le massime autorità <strong>del</strong>lo Stato, ha conferito all’azzurro Valter Cainero, la Medaglia d’Oro<br />

<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica quale “vittima <strong>del</strong> terrorismo” per fatti accaduti nel 1978.<br />

La concessione di tale onorificenza trae origine oltre dai citati fatti, per effetto dei quali Valter Cainero è già stato insignito di<br />

una Medaglia d’Argento al Valor Militare dall’allora Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Sandro Pertini (vds. riquadro in basso), anche dal<br />

più volte manifestato forte senso <strong>del</strong> dovere e spirito di abnegazione nello svolgimento <strong>del</strong> servizio ai fini <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong>le leggi<br />

<strong>del</strong>lo Stato. Cainero, infatti, è rimasto ferito anche nel 1975 ad opera di esponenti la criminalità organizzata pugliese.<br />

La notizia ci è stata segnalata dalla figlia <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Decorato, dottoressa Alessandra Cainero.<br />

L’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> aggiunge le proprie congratulazioni a quelle degli esponenti <strong>del</strong>le Istituzioni.<br />

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE A:<br />

CAINERO Valter, nato a Udine il 3 gennaio 1950, Brigadiere <strong>del</strong>la Guardia di Finanza <strong>del</strong>la 10^<br />

Legione <strong>del</strong>la Guardia di Finanza, Napoli:<br />

“In servizio presso una sezione aerea <strong>del</strong> Corpo dislocata in un aeroporto militare sorprendeva in tempo di<br />

notte un gruppo di terroristi armati nell’atto di compiere un grave attentato a mezzo di ordigni esplosivi di<br />

alto potenziale presso un’aviorimessa in cui erano ricoverati quattro elicotteri. Con insigne coraggio si lanciava<br />

contro gli aggressori e dopo violenta colluttazione riusciva a fermarne uno che era poi costretto a<br />

lasciare perché ferito all’addome e al fianco da uno dei vari colpi di pistola sparati contro la sua persona.<br />

Benché gravemente menomato e sanguinante con eccezionale lucidità e sprezzo <strong>del</strong> pericolo rispondeva<br />

ripetutamente al fuoco degli aggressori ponendoli in fuga. Consapevole <strong>del</strong> grave rischio entrava nell’aviorimessa<br />

dove era già scoppiata una bomba provocando un principio di incendio e chiedeva telefonicamente<br />

l’intervento <strong>del</strong> proprio Comando. Usciva dal locale poco prima <strong>del</strong>l’arrivo degli altri militari e <strong>del</strong>lo scoppio<br />

di altro ordigno esplosivo i cui effetti venivano prontamente annullati. Il suo ardito comportamento,<br />

fulgido esempio di attaccamento al dovere e testimonianza di eroica virtù militare, determinava il sostanziale<br />

fallimento <strong>del</strong>l’attentato.<br />

Aeroporto di Capodichino (Napoli) 19 settembre 1978<br />

POTENZIAMENTO GIORNALE<br />

37


CRONACHE DELLE FEDERAZIONI<br />

ALESSANDRIA<br />

La Federazione Provinciale di Alessandria ci ha segnalato<br />

la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– Sabato 29 Gennaio, “Cerimonia <strong>del</strong> Ricordo” in onore<br />

<strong>del</strong>la M.O.V.M. Cap. Bruno Pasino, iniziata presso la<br />

Sala Consiliare <strong>del</strong> Comune di Alessandria, con la commemorazione<br />

da parte <strong>del</strong> Sindaco Piercarlo Fabbio alla<br />

presenza <strong>del</strong>la Vedova <strong>del</strong>l’Eroe signora Rosa, dei figli<br />

Vincenzo e Ilario con le rispettiva famiglie, è poi continuata<br />

presso il monumento in onore <strong>del</strong>la M.O. e dei tre<br />

partigiani Combattenti trucidati il 30 gennaio 1945 in<br />

località Casalbagliano, con la resa degli Onori e la deposizione<br />

di corone. Si è <strong>qui</strong>di proseguiti per Solero, luogo<br />

di nascita <strong>del</strong> Cap. Pasino. Presso la Sala municipale, il<br />

Sindaco Maria Teresa Guaschino ha accolto i presenti e il<br />

Vice Presidente <strong>del</strong>la Regione Piemonte Ugo Cavaliera ha<br />

pronunciato l’orazione ufficiale. I familiari <strong>del</strong>la M.O. si<br />

sono infine intrattenuti amichevolmente con i convenuti;<br />

– il 20 Febbraio si è svolta la "Cerimonia <strong>del</strong> Ricordo" in<br />

onore <strong>del</strong>la M.O.V.M. Aviere e Partigiano Combattente<br />

Arduino Bizzarro, presso la chiesa parrocchiale di<br />

Madonnina di Crea (luogo <strong>del</strong> martirio <strong>del</strong>la M.O. il 16<br />

febbraio 1945), con la S.Messa in suffragio <strong>del</strong> Caduto,<br />

il saluto <strong>del</strong> Sindaco di Crea Giancarlo Berto, <strong>del</strong> <strong>del</strong>egato<br />

<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Federazione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

Luigi Sanlorenzo e la lettura di brani sul tema "Dal<br />

Risorgimento alla Resistenza" da parte di un gruppo di<br />

studenti <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> "Sobrero" di Casale Monferrato<br />

accompagnati dall’insegnante Isabella Bocchio.<br />

L’orazione ufficiale è stata pronunciata dall’Assessore alla<br />

Cultura <strong>del</strong>la Provincia di Alessandria Massimo<br />

Barbadoro. Sono <strong>qui</strong>di stati resi gli onori alla lapide murata<br />

alla M. O.. Presenti il Prefetto Francesco Castaldo e il<br />

Presidente <strong>del</strong>la Provincia Paolo Filippi;<br />

Madonnina di Crea (AL): Commemorazione <strong>del</strong><br />

sacrificio di Arduino Bizzarro MOVM<br />

– La stessa domenica 20 Febbraio la Federazione, col suo<br />

Segretario Vittorio Caligiuri, ha partecipato alla mani-<br />

Alessandria: Manifestazione in ricordo di Fiodor<br />

Poletaiev unico cittadino sovietico Decorato al VM<br />

festazione in onore <strong>del</strong>la M.O.V.M. Fiodor Poletaiev<br />

Caduto il 2 Febbraio 1945 nel corso <strong>del</strong>la battaglia di<br />

Cantalupo contro i nazi-fascisti. Poletaiev è il solo cittadino<br />

<strong>del</strong>la allora Unione Sovietica Decorato al V.M.<br />

dalla Repubblica Italiana. Presenti il Console Generale<br />

russo, il Vice Prefetto Paolo Ponta, il Sindaco di Cantalupo<br />

Pierangelo Daglio, la Vice Presidente <strong>del</strong>la Provincia Rita<br />

Rossa. Il Segretario <strong>del</strong>la Federazione ha presentato e<br />

distribuito il secondo volume <strong>del</strong>l’Albo d’Oro dei<br />

Decorati al V.M. <strong>del</strong>la Provincia, edito recentemente<br />

dalla Federazione;<br />

– il 4 Marzo a Quargnento, luogo di nascita <strong>del</strong> Cap. Ftr.<br />

Giuseppe Ferraris M.O.V.M., si è tenuta una cerimonia<br />

in suo onore. Protagonisti gli alunni <strong>del</strong>la locale<br />

Scuola Primaria "Silvio Pellico" che, ottimamente guidati<br />

dall’insegnante Anna Daziano, hanno allestito una<br />

"Mostra” di disegni sul tema "Buon Compleanno Italia"<br />

presso la sede <strong>del</strong> Comune, riscuotendo il paluso unanime<br />

dei visitatori. Il tema dei disegni è stato illustrato<br />

dagli stessi scolari. Ci si è poi spostati al monumento alla<br />

M.O. e ai Caduti <strong>del</strong> Comune dove ha avuto luogo la<br />

deposizione di una corona e la lettura <strong>del</strong>la motivazione<br />

<strong>del</strong>la Decorazione al Cap. Ferraris. È seguita la S.<br />

Messa in suffragio <strong>del</strong> Caduto presso la Chiesa parrocchiale<br />

di San Dalmazzo, conclusa dalla lettura <strong>del</strong>la preghiera<br />

<strong>del</strong> Decorato al Valore. Il Sindaco Luigi Benzi ha<br />

infine ricevuto i convenuti con un “vin d’honneur” nella<br />

Sede <strong>del</strong> Comune.<br />

Quargnento (AL): Cerimonia in onore <strong>del</strong> cap.<br />

Giuseppe Ferraris MOVM<br />

AREZZO<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>l’iniziativa "Il Tricolore simbolo attuale di<br />

aggregazione per la nostra Comunità, nei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità<br />

Nazionale", promossa dalla Federazione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

di Arezzo, con il Patrocinio e la collaborazione <strong>del</strong>la<br />

Provincia di Arezzo Decorata di MOVM e Socia d’Onore<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, insieme all’Associazione Bersaglieri Regione<br />

Toscana, sono state consegnate le Bandiere Tricolori al<br />

Presidente <strong>del</strong>la Provincia di Arezzo Roberto Vasai,<br />

socio benemerito <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, ed ai Sindaci dei 39 Comuni<br />

<strong>del</strong>la Provincia.<br />

La celebrazione si è svolta nella storica Sala dei Grandi<br />

<strong>del</strong>la Provincia di Arezzo, gremita di Autorità Civili, Religiose<br />

e Militari e di studenti <strong>del</strong> Liceo Psicopedagogico di Arezzo<br />

"V. Colonna" e <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Comprensivo Convitto Nazionale<br />

"V. Emanuele II", che hanno letto brani e poesie dedicati alla<br />

ricorrenza. Dopo la lettura dei messaggi <strong>del</strong>la Presidenza<br />

<strong>del</strong>la Repubblica e <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Senato inviati al Vice<br />

Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Cav. Stefano<br />

Mangiavacchi, il Presidente Vasai ha detto "... che<br />

Risorgimento e Costituzione sono valori cui ispirarsi ancora<br />

38 IL NASTRO AZZURRO


oggi per trovare la strada migliore verso un futuro che, in<br />

questo periodo appare incerto e poco incoraggiante, soprattutto<br />

per i più giovani".<br />

Hanno preso successivamente la parola il Cav. Stefano<br />

Mangiavacchi, il Presidente Reg. ANB Cav. Alfio Coppi ed<br />

il Gen CA Domenico Rossi Sottocapo di Stato Maggiore<br />

<strong>del</strong>l’Esercito il quale, complimentandosi per l’iniziativa, ha<br />

sottolineato l’importanza di "... un gesto di alto valore simbolico<br />

quale quello <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>la bandiera italiana a<br />

tutti Sindaci di questo territorio ...".<br />

Quindi, mentre la Fanfara ANB di Montevarchi diretta dal<br />

Cav. Danilo Baldi eseguiva marce risorgimentali, a turno, il<br />

Presidente <strong>del</strong>la Provincia Vasai, la Vice Presidente <strong>del</strong>la<br />

Provincia Mirella Ricci il Presidente <strong>del</strong> Consiglio Provinciale<br />

Giuseppe Alpini e gli Assessori Provinciali Andrea Cutini,<br />

Carla Borghesi, Rita Mezzetti Panozzi ed Antonio Perferi, nonché<br />

il Vice Presidente Nazionale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

Mangiavacchi, hanno consegnato la Bandiera Nazionale<br />

ai 39 Sindaci <strong>del</strong>la Provincia, presenti in Sala con Fascia<br />

Tricolore. Unitamente alla Bandiera è stato donato ai<br />

Sindaci il Calendario <strong>Azzurro</strong> 2011 ed il n°1/2011 <strong>del</strong><br />

Periodico Nazionale "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>".<br />

Presenti alla cerimonia anche il Gen CA Marco Bertolini<br />

Comandante Militare Esercito Toscana, il Col Manlio Scopigno<br />

Capo Ufficio SME, l’Arcivescovo Mons. Riccardo Fontana, il V.<br />

Prefetto dott. Lorenzo Abbamondi, il Presidente <strong>del</strong>la CCIAA<br />

dott. Giovanni Tricca, il Presidente <strong>del</strong> Tribunale dott. Dario<br />

Centonze, il Procuratore <strong>del</strong>la Repubblica dott. Carlo Maria<br />

Scipio, il Comandante Provinciale CC Col Antonio<br />

Frassinetto, Decorato <strong>del</strong>l’OMI, il Comandante<br />

Provinciale CFS Col Claudio D’Amico e numerosi Ufficiali e<br />

Sottufficiali <strong>del</strong>le FFAA e FF.OO. Al termine <strong>del</strong>la cerimonia è<br />

stata deposta una corona di alloro alla lapide posta nel<br />

Municipio di Arezzo in memoria dei Caduti <strong>del</strong> Risorgimento.<br />

La Federazione di Arezzo era rappresentata dal V. Presidente<br />

<strong>del</strong>la Fed. Magg. Omero Ferruzzi pluridecorato al VM e<br />

dal Consigliere Provinciale Mario Rondoni.<br />

Arezzo: Consegna <strong>del</strong> Tricolore al Presidente <strong>del</strong>la<br />

Provincia ed a 39 Sindaci<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

AVELLINO<br />

Venerdì 4 marzo si è celebrato a Cervinara (AV) il 150°<br />

Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia. La manifestazione è stata<br />

organizzata dall’assessorato alla cultura <strong>del</strong> Comune di<br />

Cervinara in collaborazione con il mensile "Il Caudino", con<br />

la Pro Loco, con le <strong>del</strong>egazioni irpine <strong>del</strong>le Guardie d’Onore<br />

al Pantheon e <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>. Il corteo, partito<br />

da piazza Trescine, accompagnato dalla fanfara dei bersaglieri<br />

<strong>del</strong>la brigata Garibaldi di Caserta, è giunto al<br />

Monumento ai Caduti dove è stata deposta una corona d’alloro;<br />

<strong>qui</strong>ndi è rientrato alla casa comunale dove è stata<br />

installata una lapide commemorativa accanto alla sala consiliare<br />

Sacco. La commemorazione ufficiale si è tenuta presso<br />

l’auditorium <strong>del</strong>la scuola media, aperta dall’intervento <strong>del</strong><br />

sindaco di Cervinara Filuccio Tangredi, cui ha fatto seguito il<br />

consigliere <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria,<br />

dott. Giannandrea Lombardo di Cumia. Ha portato il saluto<br />

<strong>del</strong>l’Associazione Amici <strong>del</strong> Montenegro il dott. Marco<br />

Romano. Il Gen. Giuseppe Picca, Vice Presidente<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, ha presentato l’<strong>Istituto</strong>, ha<br />

voluto ricordare la figura <strong>del</strong> Capitano Massimo Ranzani,<br />

Caduto in Afghanistan e, al termine <strong>del</strong> suo intervento, ha<br />

consegnato il crest <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> al Gen.<br />

Antonio Vittiglio, comandate <strong>del</strong>la brigata Garibaldi di<br />

Caserta. Il Capitano di Vascello Ugo d’Atri, Presidente <strong>del</strong>le<br />

Guardie d’Onore al Pantheon, ha commemorato le figure di<br />

Giuseppe Garibaldi, che fu vice presidente onorario <strong>del</strong>le<br />

Guardie d’Onore al Pantheon, di Camillo Benso di Cavour e<br />

<strong>del</strong> Re Vittorio Emanuele II, Padre <strong>del</strong>la Patria. Ha concluso<br />

i lavori, l’assessore alla cultura, dott. Francesco Viola. Erano<br />

presenti alla manifestazione il Commissario <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Avellino, Bers. Augusto Genovese, il Commissario di<br />

Benevento, Cap. Gaetano Trotta e l’avv. Salvatore Bova<br />

in rappresentanza <strong>del</strong>l’avv. Gennaro Perrella, Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione di Napoli.<br />

Cervinara (AV): Celebrazione <strong>del</strong> 150°<br />

Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

BRESCIA<br />

La Federazione Provinciale di Brescia ci ha segnalato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 3 febbraio alla conferenza conclusiva nell’ambito <strong>del</strong>la<br />

mostra "Motus: la costruzione <strong>del</strong>l’Unità d’Italia". Il<br />

Signor Renato Hagman, neo socio <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />

ha parlato di grappa ed affini, leggendo, tra l’altro, interessanti<br />

pagine <strong>del</strong> diario di un Combattente <strong>del</strong>la<br />

prima guerra mondiale. Graditissimi assaggi finali di vari<br />

tipi di distillati;<br />

– il 10 febbraio, in occasione <strong>del</strong>la "Giornata <strong>del</strong> Ricordo" in<br />

memoria <strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>le foibe e degli esuli giulianodalmati,<br />

il Comitato Provinciale di Brescia <strong>del</strong>l’ANVGD, ha<br />

deposto una corona presso la via intitolata ai "Martiri<br />

<strong>del</strong>le foibe", nel quartiere S. Polino. Il Labaro (Alf. Sig.<br />

De Lucchi) ha partecipato alla cerimonia. Nella stessa<br />

giornata é stato tributato analogo omaggio presso il<br />

monumento ai Caduti ed ai Martiri <strong>del</strong>la Venezia Giulia e<br />

Dalmazia sito nel cimitero Vantiniano;<br />

– il 12 febbraio il Gruppo Alpini di Borgosatollo (Bs) col suo<br />

Capo Gruppo Sig. Giovanni Coccoli, ha celebrato il 68°<br />

anniversario <strong>del</strong>la battaglia di Nikolajewka, con l’ intento<br />

di ricordare, oltre agli alpini Caduti e Dispersi sul fronte<br />

russo, tutti i Caduti <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale. Il<br />

Labaro era presente, con il Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />

alla deposizione di un serto di fiori, al monumento degli<br />

Alpini ed alla S. Messa;<br />

– il 13 febbraio all’inaugurazione, sempre a cura<br />

<strong>del</strong>l’ANVGD, di un cippo con targa dedicato ai "Martiri<br />

39


<strong>del</strong>le Foibe", presso la via "Vittime d’Istria, Fiume e<br />

Dalmazia" nel quartiere S.Bartolomeo, nel quale vivono<br />

molte famiglie di esuli. Il Labaro, portato dal Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione, ha seguito la cerimonia;<br />

– il 14 febbraio alla conferenza <strong>del</strong>la socia Prof.ssa Alessia<br />

Biasiolo, relativa al suo libro "Barricate e Battaglie: vita<br />

a Brescia negli anni <strong>del</strong>l’Indipendenza Italiana", tenuta<br />

nell’ambito <strong>del</strong> ciclo di incontri organizzati dalla<br />

Fondazione Museo Storico <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> e dal<br />

Comune di Salò. Il volume è stato offerto gratuitamente<br />

dall’autrice agli intervenuti che hanno ricevuto anche una<br />

copia <strong>del</strong> "Calendario <strong>Azzurro</strong> 2011", molto apprezzato<br />

da tutti. Qualcuno ne ha richiesto altri esemplari;<br />

– il 21 febbraio seconda conferenza presso la Sala dei<br />

Provveditori <strong>del</strong> Municipio di Salò, a cura <strong>del</strong>la<br />

Fondazione Museo Storico <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>. Il<br />

Presidente Nazionale, Gen. Carlo Maria Magnani, ha<br />

introdotto, con una breve presentazione, il Vice Direttore<br />

<strong>del</strong> museo, dott. Malatesta, che ha parlato <strong>del</strong> suo ultimo<br />

libro, che tratta di Thiene (VI) e <strong>del</strong> Veneto durante<br />

la prima guerra mondiale;<br />

– il 22 febbraio il socio Cav. Rag. Enzo Franzoni ci informa<br />

che il Giornale di Brescia <strong>del</strong> 18 febbraio 2011, in<br />

relazione all’inaugurazione, tenutasi il 21 gennaio scorso,<br />

<strong>del</strong> monumento alle "Vittime dei bombardamenti aerei",<br />

ha pubblicato un articolo a firma Ludovico Galli, sulle<br />

azioni dei piloti <strong>del</strong>la RSI che tentarono di fermare le<br />

incursioni sulle città italiane. Tra questi, due aviatori bresciani,<br />

l’Ing. Alessandro Abba ed il Col. Felice<br />

Squassoni, già per lungo tempo Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Brescia e poi Presidente Onorario. Il Col.<br />

Squassoni venne abbattuto da un P47, pilotato dall’asso<br />

<strong>del</strong>l’aviazione americana, Charles Eddy, e si salvò, gettandosi<br />

col paracadute. Nel 1988, i due piloti, e le loro<br />

famiglie si incontrarono da ex "nemici" e, uomini leali, si<br />

scambiarono una targa ricordo con scritto:<br />

C. EDDY, F. SQUASSONI<br />

Due Piloti - Un incontro.<br />

2.4.1945 17.9.1988<br />

– il 24 febbraio presso la dismessa Caserma “MOVM S.<br />

Gnutti", sede storica <strong>del</strong>la Federazione di Brescia, sono<br />

state recuperate due targhe: la prima, che contrassegnava<br />

il Circolo Ufficiali, è dedicata alla MOVM alla memoria<br />

Mario Cicognini, Ten. Fanteria "Lupi di Toscana", la<br />

seconda, con la dicitura "<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

Federazione di Brescia", collocata all’ingresso dei locali<br />

che all’epoca erano a disposizione dei soci. I reperti testimoniano<br />

di quando la struttura era in piena attività;<br />

– 26 febbraio partecipazione all’inaugurazione <strong>del</strong>la mostra<br />

"70 anni di lotte per l’Unità d’Italia", organizzata e mirabilmente<br />

allestita dalla Federazione di Sondrio;<br />

– il 28 febbraio terza conferenza a Salò, con argomento "Le<br />

donne nel Risorgimento", sempre a cura <strong>del</strong>la Socia<br />

prof.ssa Alessia Biasiolo;<br />

– il 5 e 6 marzo, partecipazione ai due spettacoli organizzati<br />

con il patrocinio <strong>del</strong> Comune di Brescia dal Circolo<br />

Culturale "Clemente di Rosa", dal titolo: "... una d’ arme,<br />

di lingua, d’altare..." sul tema “I 150 anni, dall’Unità ai<br />

giorni nostri”. Il Labaro <strong>del</strong>la Federazione, affiancato dal<br />

Tricolore di Assoarma, e dai labari <strong>del</strong>l’Anarti, <strong>del</strong>l’A.A.A.<br />

e <strong>del</strong>l’Anua, posto ai piedi <strong>del</strong> palcoscenico, era ben visibile<br />

dal numeroso pubblico. Domenica 6, un componente<br />

<strong>del</strong>la nostra Fanfarina, il Sig. Diego Rovetta, ha<br />

eseguito, in modo impeccabile, "Il Silenzio" che ha concluso<br />

la commovente scena <strong>del</strong> sacrificio di Salvo<br />

D’Ac<strong>qui</strong>sto.<br />

– il 9 marzo presso gli studi <strong>del</strong>l’emittente locale<br />

“TeletuttoBs 7”, la Fanfarina <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> ha effettuato<br />

la registrazione di alcuni brani <strong>del</strong> suo repertorio,<br />

quali: l’“Inno <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, “Monte Grappa”, “Le<br />

Campane di S.Giusto”, “O’ surdate ‘nnammurate”,<br />

“Signore <strong>del</strong>le cime”, “Carnevale di Venezia”, “Il Silenzio”<br />

e l’“Inno di Mameli”. lnoltre, fuori programma, ai fini di un<br />

migliore montaggio, “Luna messicana” e la ripetizione di<br />

alcune "battute" dei brani già citati. L’ esibizione completa<br />

verrà mandata in onda nell’ambito <strong>del</strong>la programmazione<br />

relativa al 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia.<br />

Alcuni componenti <strong>del</strong>la Fanfarina hanno accompagnato<br />

la deposizione di due corone suonando l’“Attenti”, “La leggenda<br />

<strong>del</strong> Piave" l’"Inno di Mameli” sotto le targhe commemorative<br />

<strong>del</strong>le "X Giornate di Brescia". Subito dopo il<br />

solista, Sig. Diego Rovetta, ha replicato l’"Attenti", al<br />

momento d’inizio <strong>del</strong> Consiglio Comunale straordinario,<br />

indetto per il 150° anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia;<br />

– il 16 marzo, conferenza <strong>del</strong> Vice Direttore <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, dott. Leonardo Malatesta, presso la<br />

sede municipale <strong>del</strong> Comune di Pezzaze (Bs), sul tema:<br />

“La prima guerra mondiale”.<br />

BRINDISI<br />

Sez. San Vito dei Normanni<br />

A S. Vito dei Normanni è stata inaugurata la caserma<br />

<strong>del</strong>la Compagnia dei Carabinieri intitolata al carabiniere<br />

MOVM Angelo Petracca perito in un conflitto a fuoco a<br />

Ceglie Messapica.<br />

Il locale Gruppo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> ha partecipato all’importante<br />

cerimonia con il Labaro.<br />

San Vito dei Normanni (BR): Inaugurata la nuova<br />

caserma dei CC<br />

FIRENZE<br />

Sez. Prato<br />

Il 9 gennaio 2011 a Montemurlo di Prato, ha avuto luogo<br />

la 19^ Commemorazione <strong>del</strong>l’incidente di volo in cui l’8 gennaio<br />

1992 un G.222 in addestramento cadde sull’altura dei<br />

Faggi di Favello. Persero la vita il Maggiore Pilota Carlo<br />

Stoppani, il Tenente Pilota Paolo Dutto, il Maresciallo<br />

Motorista Cesare Nieri. La commovente, bella cerimonia,<br />

preceduta dalla S. Messa, celebrata nell’ampia chiesa di<br />

Fornacelle di Montemurlo, è stata conclusa dalla lettura<br />

<strong>del</strong>la Preghiera <strong>del</strong>l’Aviatore. Mentre un aeroplano, partito<br />

dall’Aeroclub di Firenze, pilotato dal Comandante Fabbri,<br />

lasciava nel cielo una bellissima scia tricolore, sulla piazza<br />

erbosa <strong>del</strong>la cittadina, il Sindaco di Montemurlo, Mauro<br />

Lorenzini, ha poi deposto una corona d’alloro al monumento<br />

che issa un’elica <strong>del</strong> glorioso velivolo, alla presenza <strong>del</strong><br />

generale Alessandro Amatiello, di autorità militari, di un contingente<br />

<strong>del</strong>la 46^ Brigata Aerea di Pisa, <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Arma Aeronautica, col Presidente Franco Farina e numerosi<br />

soci (tra i quali Romano Pronti, <strong>del</strong> Nucleo AAA di<br />

40 IL NASTRO AZZURRO


Montemurlo, che ha organizzato l’evento), e di un folto pubblico.<br />

Il Labaro <strong>del</strong>la Sezione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Prato<br />

era portato dal Bersagliere Ernesto Elmi, mentre la<br />

Presidente, Anna Cecconi, ha avuto vicino la signora<br />

Giuseppina Pacenti Stoppani, madre <strong>del</strong> comandante <strong>del</strong><br />

G.222 caduto.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

MESSINA<br />

La Federazione Provinciale di Messina ci ha segnalato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 27 gennaio, “Giornata <strong>del</strong>la Memoria”, nel salone di rappresentanza<br />

<strong>del</strong> Palazzo <strong>del</strong> Governo di Messina alla presenza<br />

di Autorità militari e civili, S. E. il Prefetto<br />

Francesco Alecci ha consegnato le Medaglie d’Onore ai<br />

cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei<br />

lager nazisti, nell’ultimo conflitto, e ai familiari di alcuni<br />

insigniti deceduti; tra questi, gli azzurri Carmelo<br />

Schepis e Rosario Randazzo, le cui Medaglie sono<br />

state consegnate rispettivamente al nipote Carmelo<br />

Schepis e alla vedova Teresa Repici;<br />

Messina: consegna <strong>del</strong>le Medaglie d’Onore ai<br />

deportati nei lager nazisti ed ai familiari<br />

– l’8 febbraio, “Giorno <strong>del</strong> ricordo”, nel Salone <strong>del</strong>le<br />

Bandiere <strong>del</strong> Comune di Messina l’assessore prof. Dario<br />

Caroniti e la presidentessa <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale<br />

Congiunti Deportati ex Jugoslavia, prof.ssa Maria<br />

Cacciola, hanno tenuto una conferenza con proiezione e<br />

mostra sui massacri <strong>del</strong>le foibe ai danni <strong>del</strong>la popolazione<br />

italiana di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia;<br />

– il 25 febbraio, alla presenza <strong>del</strong> capo <strong>del</strong>la polizia Antonio<br />

Manganelli e <strong>del</strong>le massime Autorità civili e militari <strong>del</strong>la<br />

Città di Messina, la Scalinata di largo Avignone, che porta<br />

alla caserma “Capitano Filippo Zuccarello” Decorato<br />

di Medaglia d’Oro e d’Argento al V.M., è stata intitolata<br />

al sovrintendente Antonio D’angelo, per ricordare<br />

Messina: intitolazione <strong>del</strong>la scalinata al<br />

Sovrintendente Antonio D’Angelo<br />

il gesto eroico compiuto dal poliziotto rimasto ucciso nel<br />

1998, nel corso di una rapina ai danni di una banca.<br />

Presenti i figli, anch’essi poliziotti, che hanno ricordato il<br />

padre suscitando viva emozione tra i presenti.<br />

NAPOLI<br />

Un numeroso gruppo di Soci <strong>del</strong>la Federazione di Napoli<br />

ha effettuato un’interessante escursione in Toscana, terra<br />

ricca di fascino e storia. I monumenti ed i luoghi visitati sono<br />

stati illustrati, col valido aiuto <strong>del</strong> Prof. Carlo Gargiulo, dal<br />

Preside Pasquale Campo che aveva precedentemente già<br />

distribuito una nota storica, artistica e morfologica da lui<br />

stesso redatta, per rendere più agevole la visita. La giornata<br />

di sabato si è conclusa con la S. Messa nella Cattedrale di<br />

Montecatini dove il celebrante, Don Mario Avella, ha espresso<br />

elogio verso il "<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" e i Valori da esso testimoniati<br />

e, dopo la celebrazione, ha donato una targa ricordo<br />

alla Federazione di Napoli. Le città visitate, ognuna per le<br />

proprie peculiarità, hanno destato un interesse notevole:<br />

Montecatini Alta per la sua veste ancora medioevale,<br />

Montecatini Terme per gli edifici di stile classicheggiante e<br />

per l’accoglienza che riserva ai suoi ospiti; Lucca per la ricchezza<br />

dei suoi monumenti (caratteristico quello realizzato<br />

da Jacopo <strong>del</strong>la Quercia per Ilaria <strong>del</strong> Carretto che, adagiata<br />

sul sarcofago, pare che dorma). Pisa, col suggestivo "Campo<br />

dei miracoli" dove risaltano i bianchi marmi <strong>del</strong> Duomo, <strong>del</strong><br />

Battistero, <strong>del</strong> Camposanto e <strong>del</strong>la Torre pendente.<br />

Incantevole e affascinante è stata la visita al lago di<br />

Massaciuccoli, dove Giacomo Puccini visse e creò incomparabili<br />

opere liriche. Gli "Azzurri" hanno potuto inoltre ammirare<br />

i maestosi carri allegorici <strong>del</strong> Carnevale di Viareggio e lo<br />

spettacolare e gremito lungomare. L’organizzazione curata<br />

nei dettagli dal M.llo Pietro Caputo, dal Col. Pasquale<br />

Parente e dal Preside Pasquale Campo, col supporto<br />

<strong>del</strong>l’Aiutante Nicola Liccardo, ha soddisfatto tutti.<br />

PALERMO<br />

Il Prof. Michele Maddalena, ideatore ed esecutore<br />

<strong>del</strong>la Marcia <strong>del</strong>l’Unità d’Italia, è stato accolto a Palermo,<br />

presso il palazzo d’Orléans sede <strong>del</strong>la Presidenza <strong>del</strong>la<br />

Regione, dove è stato accompagnato dal Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Palermo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, Comm. Dott.<br />

Ugo Frasconà de Figueroa, dalla Dottoressa Silvana<br />

Palermo: la firma <strong>del</strong>le pergamene<br />

41


Genova, addetta al cerimoniale, che ha ricevuto i due azzurri<br />

con grande cortesia e signorilità in un salotto <strong>del</strong>la villa<br />

d’Orléans. In assenza <strong>del</strong> Presidente, fuori sede per impegni<br />

politici, il Capo di Gabinetto Dottoressa Patrizia Monterosso,<br />

ha espresso molto calore e simpatia, e parole di plauso ed<br />

ammirazione per l’"impresa" <strong>del</strong> Prof. Maddalena e ha<br />

apposto la firma sulle pergamene.<br />

PAVIA<br />

Oggi 7 marzo, l’amico Michele Maddalena ha fatto<br />

tappa a Pavia, ove il 23 marzo <strong>del</strong> 1848 al momento di<br />

varcare il Ticino ed intraprendere la guerra all’Austria,<br />

Carlo Alberto adotta il Tricolore come bandiera <strong>del</strong><br />

proprio esercito, mettendo nella banda bianca lo stemma<br />

dei Savoia.<br />

Oltre ad essere ricevuto dalle autorità locali e dalle<br />

Associazioni d’Arma, il maratoneta ha ricevuto la visita <strong>del</strong>l’amico<br />

uff. Ettore Avietti (vicepresidente <strong>del</strong>l’ass. Naz.le Alpini<br />

di Pavia) che ha fatto dono <strong>del</strong> libro fotografico "Sisma<br />

Abruzzo" ove, entrambi volontari di P.C. Alpina, hanno prestato<br />

opera di soccorso.<br />

Presenti anche Aurelio Bolis - segretario Prov. ANA Pavia,<br />

il Col. Raffele Bauscio, Pres. Ist. <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

Federazione di Pavia.<br />

Pavia: Ettore Avietti consegna il suo libro “Sisma<br />

Abruzzo” a Michele Maddalena<br />

PESCARA<br />

Promossa da Assoarma, il 7 gennaio 2011 si è tenuta a<br />

Pescara la Giornata Nazionale <strong>del</strong> Tricolore. La cerimonia,<br />

alla quale la nostra Federazione ha presenziato con il<br />

Labaro, si è svolta in piazza Garibaldi al Monumento ai<br />

Caduti per la Patria. Dopo l’Alzabandiera, il Presidente di<br />

Assoarma Gen. D. Leonardo Prizzi, ha tenuto un applaudito<br />

discorso commemorativo sulla storia <strong>del</strong>la nostra Bandiera<br />

con particolare riferimento al 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia. È seguita poi la deposizione di una corona d’alloro in<br />

onore dei Caduti per la Patria. Nel pomeriggio, un concerto<br />

patriottico ha concluso la celebrazione.<br />

POTENZA<br />

La Federazione di Potenza nel bimestre ci ha segnalato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi, cerimonie e attività:<br />

– importante contributo <strong>del</strong>la Federazione ad una operazione<br />

umanitaria di tipo CIMIC (Cooperazione Civile Militare)<br />

che si sta svolgendo in Afganistan, nei pressi di Kafir<br />

Kala, villaggio situato pochi chilometri a sud di Farah,<br />

dove sono in distribuzione materiali didattici e di supporto<br />

scolastico a bambini di età compresa tra i 4 ed i 12<br />

anni ed ai relativi genitori. Il commissario Cav. Rocco<br />

Galasso, ha coinvolto nell’iniziativa numerosi esercizi<br />

commerciali e piccolo-industriali, in Basilicata e<br />

Campania, dove sono stati raccolti i materiali utili allo<br />

scopo. Il capitano Carlo Romano ha pianificato e condotto<br />

l’operazione sul campo in Afghanistan riscuotendo un<br />

notevole successo operativo-logistico oltre ad un chiaro<br />

ed ine<strong>qui</strong>vocabile apprezzamento <strong>del</strong>la popolazione locale,<br />

sempre utile a rinsaldare il legame tra le forze NATO<br />

ISAF e la popolazione afghana;<br />

Kafir Kala (Afghanistan neridionale): distribuzione<br />

<strong>del</strong> materiale didattico<br />

– dopo l’impegno riservato alla Marcia per l’Unità d’Italia,<br />

che ha notevolmente contribuito a far conoscere il ruolo<br />

e il compito <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, la Federazione potentina è stata<br />

invitata alla cerimonia svoltasi a Marsico Nuovo il 27 gennaio<br />

per celebrare la Giornata <strong>del</strong> Tricolore;<br />

– per le celebrazioni dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia, il<br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> e l’UNUCI hanno promosso un documento<br />

che ha voluto ricordare il ruolo e l’impegno <strong>del</strong> mondo<br />

associativo Combattentistico e d’Arma nel corso degli<br />

anni post unitari. Hanno aderito tutte le federazioni provinciali<br />

ed il documento è stato divulgato mediante pubblicazione<br />

sulle testate giornalistiche locali ed inviato a<br />

tutti i sindaci e rappresentanti <strong>del</strong>le Istituzioni;<br />

– il 26 febbraio il commissario straordinario Prof. Rocco<br />

Galasso è stato a Tramutola col Labaro per il ricordo<br />

dei Caduti di Kabul e l’inaugurazione di un monumento<br />

al tramutolese Cap. Fortunato, morto nel terribile attentato.<br />

La presenza gradita <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> è stata<br />

messa in rilevo dal Comandante <strong>del</strong> CME Basilicata, Gen.<br />

Domenico Scaglione;<br />

Tramutola (PZ): Cerimonia in memoria <strong>del</strong> cap.<br />

Fortunato<br />

42 IL NASTRO AZZURRO


– il commissario Galasso è stato conferenziere in tre<br />

comuni <strong>del</strong> territorio Provinciale: a Vietri di Potenza ha<br />

parlato sulla "Insurrezione Militare <strong>del</strong>la Basilicata" a<br />

Bella su "Lucani Eroici nei 150 anni <strong>del</strong>l’Italia Unitaria" e<br />

ad Oppido Lucano su "Simboli <strong>del</strong>la Nazione: il Tricolore<br />

e l’Inno Nazionale". A quest’ultimo evento il <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> ha partecipato col Labaro <strong>del</strong>la Federazione portato<br />

dagli azzurri Mar. Bartolomeo Santoro e Geom.<br />

Michele Sabia.<br />

Oppido Lucano (PZ): Il Commissario <strong>del</strong> NA Rocco<br />

Galasso ha tenuto una conferenza<br />

ROMA<br />

La Federazione di Roma nel bimestre ci ha segnalato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– su invito <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Comitato per NiKolajewka,<br />

alp. Silvano Leonardi, il 22 gennaio 2011, 68°<br />

Anniversario <strong>del</strong>la Battaglia di Nikolajewka, la dott.ssa<br />

Anna Maria Menotti, socia <strong>del</strong>la Federazione di Roma,<br />

discendente <strong>del</strong> martire <strong>del</strong> Risorgimento Ciro Menotti<br />

e nipote <strong>del</strong>l’Alpino <strong>del</strong>la Julia, Ciro Menotti, Medaglia<br />

d’Oro al Valor Militare disperso sul Don, il 24 dicembre<br />

1942, ha partecipato alla conferenza "La Campagna<br />

di Russia 1941-1943" tenuta dal Gen. B. Tullio Vidulich.<br />

Al termine sono state consegnate le "Targhe di Ghiaccio";<br />

– il 23 gennaio, nell’ambito <strong>del</strong>le medesime celebrazioni, è<br />

stato inaugurato il Monumento ai Caduti e Dispersi<br />

sul Fronte Russo. La Cerimonia, patrocinata dalle<br />

Presidenze <strong>del</strong>la Repubblica, <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, <strong>del</strong><br />

Senato, <strong>del</strong>la Camera dei Deputati, <strong>del</strong>la Regione Lazio,<br />

<strong>del</strong>la Provincia di Roma, dal Comune di Roma e dal XX<br />

Municipio di Roma, si è svolta al Giardino Caduti sul<br />

Fronte Russo a Roma, alla presenza <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong><br />

XX Municipio Gianni Giacomini, che ha tenuto un’intensa<br />

rievocazione storica <strong>del</strong>la battaglia, degli assessori <strong>del</strong> XX<br />

Municipio Marco Perina, Giuseppe Mocci e Stefano<br />

Erbaggi, dei consiglieri municipali Giuseppe Calendino e<br />

Giorgio Mori, dei consiglieri di Roma Capitale Ludovico<br />

Todini e Roberto Cantiani, <strong>del</strong>l’assessore <strong>del</strong>la Regione<br />

Lazio Giuseppe Cangemi e <strong>del</strong>la consigliera, sempre <strong>del</strong>la<br />

Regione, Chiara Colosimo. Hanno sfilato i Lancieri di<br />

Montebello in divisa storica, i Carabinieri a Cavallo, gli<br />

Alpini, i Bersaglieri, i Finanzieri, la rappresentanza di tutte<br />

le Armi nonché i Forestali, la Protezione Civile, la Croce<br />

Rossa Italiana e i Vigili <strong>del</strong> fuoco. Notevole schieramento<br />

di Labari, Gonfaloni e Vessilli e grande partecipazione di<br />

pubblico fra cui bambine con nastri tricolori tra i capelli.<br />

Commovente l’Alzabandiera, seguita dall’Inno di Mameli,<br />

intonato da tutti sulle note <strong>del</strong>le fanfare degli Alpini e dei<br />

Bersaglieri. Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, dopo<br />

aver consegnato al figlio di un Caduto la piastrina recentemente<br />

ritrovata in Russia, ha tenuto un toccante<br />

discorso. È seguita la deposizione <strong>del</strong>la corona d’alloro, la<br />

lettura <strong>del</strong>la Preghiera <strong>del</strong> Caduto e una <strong>del</strong>egazione<br />

Russa ha deposto dei fiori. Il Monumento, che è stato<br />

benedetto da Mons. Giacomino Feminò, socio <strong>del</strong>la<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Federazione di Roma, che ha celebrato la S. Messa al<br />

campo, cantata dal Coro Alpino Malga Roma, è stato realizzato<br />

grazie all’iniziativa <strong>del</strong> Presidente Silvano<br />

Leonardi e consta di una colonna di granito posta su un<br />

basamento che custodisce quattro formelle di bronzo,<br />

una per ogni lato, con incisi nomi <strong>del</strong>le le dieci divisioni<br />

che combatterono in Russia e venti formelle di marmo,<br />

tante quante sono le regioni d’Italia, a significare che<br />

quel fronte non ha risparmiato dal dolore nessuna famiglia<br />

italiana. All’evento la Federazione era presente col<br />

Labaro portato dall’Alfiere Giuliano Fefè;<br />

Roma: Il Monumento ai Caduti e Dispersi sul<br />

Fronte Russo<br />

– La Presidenza <strong>del</strong>l’Assemblea Capitolina di Roma<br />

Capitale, insieme all’Associazione Militari in Congedo<br />

Italiani Amici-Lazio, ha organizzato, giovedì 17 febbraio<br />

presso la Sala Protomoteca al Campidoglio, il convegno<br />

"Romani a El Alamein". Per la Federazione di Roma, ha<br />

partecipato la Consigliera dott.ssa Anna Maria<br />

Menotti. Introdotto dall’On. Gen. Antonino Torre, il convegno<br />

ha presentato i risultati di due anni di indagini sul<br />

campo di battaglia condotte dal gruppo di ricerca <strong>del</strong><br />

“Progetto El Alamein” col quale l’Università degli Studi di<br />

Padova intende salvaguardare i luoghi <strong>del</strong>la terribile battaglia<br />

attraverso una banca dati geografica che, in accordo<br />

con le Autorità egiziane, individui tutte le postazioni,<br />

scavi, trincee e manufatti presenti sulla linea <strong>del</strong> fronte.<br />

43


Il progetto, iniziato nel 2008, utilizza un Sistema<br />

Informativo Geografico (GIS), basato su cartografie ricavate<br />

da immagini satellitari ad elevatissima definizione.<br />

Rilievi e ricognizioni sul terreno sono attualmente ancora<br />

in atto. Nel 2010 inoltre è stato siglato un protocollo d’intesa<br />

tra l’Università di Padova, l’<strong>Istituto</strong> Geofisico<br />

Sperimentale di Trieste (OGS) e il National Authority for<br />

Remote Sensing and Space Sciences egiziano (NARSS),<br />

in base al quale si potranno studiare gli orizzonti superficiali<br />

di terreno e i riempimenti eolici <strong>del</strong>le postazioni<br />

difensive tramite metodi geofisici e rilievi con laser scanner<br />

(Lidar). Al progetto collaborano anche: l’<strong>Istituto</strong><br />

Nazionale di Oceanografia e Geofisica di Trieste (INOGS)<br />

il Ministero <strong>del</strong>la Difesa - Commissariato Generale<br />

Onoranze ai Caduti, il Museo Civico di Storia Naturale e<br />

Archeologia di Montebelluna, l’Associazione Nazionale<br />

Paracadutisti d’Italia, il Liceo Scientifico Euroscuola di<br />

Brescia, la Società Italiana di Geografia e Geologia<br />

Militare, la Testata giornalistica “congedatifolgore.com” e<br />

l’Associazione Gotica Toscana Onlus;<br />

– Lunedì 28 febbraio 2011, presso il Sacrario <strong>del</strong> Perpetuo<br />

Suffragio in piazza Salerno a Roma, si è svolta una<br />

Celebrazione di suffragio per i Caduti Artiglieri e<br />

Granatieri di Sardegna, a cura <strong>del</strong> Padre Luigi Maria<br />

D’Alessio (OSM) che ha tenuto l’omelia ricordando i<br />

Valori non negoziabili per cui tanti si sono immolati in<br />

nome <strong>del</strong>la nostra Bandiera. Diverse le Associazioni<br />

d’Arma presenti con i loro Labari, tra cui l’A.N.A.M.,<br />

l’U.N.I.R.R. e l’Opera Nazionale per i Caduti senza croce.<br />

La Federazione provinciale di Roma era presente con il<br />

Labaro portato dall’Alfiere Giuliano Fefè ed i Soci 1°<br />

Cap. A.M. Dott. Francesco Pariset e la Dott.ssa Anna<br />

Maria Menotti, Consigliera <strong>del</strong>la Federazione. La cerimonia<br />

si è conclusa con la Preghiera dei Granatieri di<br />

Sardegna e quella <strong>del</strong>l’Artigliere da parte, rispettivamente,<br />

<strong>del</strong> Col. par. (SPE) Giuseppe Di Marco, Socio simpatizzante<br />

<strong>del</strong>la Federazione, e <strong>del</strong> Serg. AM Roberto<br />

Bonino, in un’atmosfera resa particolarmente mesta per<br />

la notizia <strong>del</strong> nostro trentasettesimo Caduto nella missione<br />

afghana, il Tenente degli Alpini Massimo Ranzani;<br />

Roma: Celebrazione dei Caduti Artiglieri e<br />

Granatieri al Sacrario <strong>del</strong> Perpetuo Suffragio<br />

– Il Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Dott. Antonio Valeri e<br />

Signora, hanno partecipato il 28 febbraio u.s., su invito<br />

<strong>del</strong> Socio <strong>del</strong>la Federazione di Siracusa, Sig. Luigi<br />

Buccheri, alla presentazione <strong>del</strong> film-documentario <strong>del</strong>la<br />

figlia Giusy, "Sortino Social Club - Storie di una comunità<br />

siciliana emigrata in Australia", presso il Nuovo Cinema<br />

A<strong>qui</strong>la di Roma. Il documentario narra <strong>del</strong>la comunità di<br />

Sortino, gente povera <strong>del</strong>la provincia di Siracusa e di altre<br />

località siciliane che, oltre 50 anni fa, emigrarono in<br />

Australia dove vivevano svolgendo umili lavori mal retribuiti<br />

e soffrivano per la lontananza dalla famiglia lasciata<br />

in Italia e per i sacrifici necessari a raccogliere il denaro<br />

per un eventuale rientro in Patria. Molti sono tornati ed<br />

altri sono rimasti, facendosi raggiungere dalla famiglia,<br />

lavorando sodo per progredire e tenere alto l’onore<br />

<strong>del</strong>l’Italia. Alla fine <strong>del</strong> film, si è esibita la Titubanda<br />

Streetband, che oltre a produrre le musiche <strong>del</strong> documentario<br />

stesso, ha intrattenuto i presenti con alcuni<br />

brani e suonate siciliane ed italiane;<br />

– Mercoledi 2 marzo 2011, il Consigliere <strong>del</strong>la<br />

Federazione Provinciale di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, Dott. Ing. Guido Lanzara, figlio <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong><br />

Col. Brs. Cav. Gr. Cr. Arrigo Lanzara (M.A.V.M.), ha<br />

presenziato al Concerto “La Musica per l’Italia Unita”,<br />

organizzato dalla Casa Madre <strong>del</strong> Mutilato, nell’ambito<br />

<strong>del</strong>le manifestazioni per il 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia. Al pianoforte il Maestro Rolando Nicolosi.<br />

SONDRIO<br />

La Federazione di Sondrio nel bimestre ci ha segnalato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– con il Presidente, l’Alfiere e la Socia Maristella Ravelli<br />

alla manifestazione di apertura <strong>del</strong> Campionato<br />

Nazionale ANA di Sci Alpinismo;<br />

– il 13 marzo, in collaborazione con il Gruppo Alpini di<br />

Aprica, ha organizzato il 2° Trofeo di Sci dedicato alla<br />

memoria <strong>del</strong> Magg. dott. Gino Azzola C.G.V.M. al quale<br />

erano presenti, oltre alla figlia <strong>del</strong>l’ufficiale, ultimo<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione prima <strong>del</strong>l’attuale, anche<br />

alpini in servizio al 5° Reggimento di Vipiteno (BZ),<br />

Socio d’Onore <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>. Alla competizione hanno partecipato<br />

oltre 400 concorrenti tra i quali gli Azzurri<br />

Alberto Zulian e Mauro Biancotti, oltre al Serg.<br />

Romeo ed al C.le Petturiti <strong>del</strong> 5° Alpini ed al Brig, CC<br />

Claudio Del Curto. Alle diverse manifestazioni hanno<br />

presenziato, il Presidente, il Vicepresidente, il Segretario,<br />

gli Alfieri Arrigo Mattiussi e Franco Silva ed i Soci<br />

Sondrio: Premiazione “Trofeo Azzola”<br />

44 IL NASTRO AZZURRO


Mauro Biancotti, Carlo Plozza, Laura Bongio e<br />

Maristella Ravelli;<br />

– ha contribuito ad organizzare, su invito <strong>del</strong> Comune di<br />

Sondrio, le cerimonie <strong>del</strong>l’Alzabandiera dei giorni 16 e 17<br />

marzo in occasione <strong>del</strong>la festa <strong>del</strong>l’Unità d’Italia, presenziandovi<br />

con il Presidente, il Segretario, i Soci Massimo<br />

e Matteo Calbini (nel picchetto armato interforze),<br />

Franco Silva, Arrigo Mattiussi, Manuel Mainetti,<br />

Salvatore Tambaro (tutti con l’uniforme da combattimento),<br />

S. Ten. Filippo Zotti e M.llo Stefano<br />

Magagnato (quali rappresentanti <strong>del</strong>l’ANC), Luciano<br />

Viaggi, S. Ten. Fausto Giugni, Cap. Camillo<br />

Bianchini, S. Ten. Pierangelo Leoni, C.le Magg.<br />

Antonio Cao e C.le Giorgio Gobbo <strong>del</strong> Corpo Militare<br />

<strong>del</strong>la Croce Rossa Italiana. Alle diverse manifestazioni in<br />

altri comuni erano poi presenti il Vicepresidente Mario<br />

Rumo ei Soci Claudio Cometti e Carlo Plozza a<br />

Tirano, i soci Aurelio Moiola e Emilio Rovedatti a<br />

Morbegno.<br />

TORINO<br />

La Federazione di Torino nel bimestre ci ha segnalato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 23 gennaio, presso la Chiesa di San Domenico, è stata<br />

celebrata una Santa Messa in suffragio <strong>del</strong> Cappellano<br />

Militare degli Arditi, Padre Reginaldo Giuliani,<br />

Medaglia d’Oro al Valor Militare, seguita da un ricordo<br />

<strong>del</strong>la figura <strong>del</strong>l’Eroe. La partecipazione è stata<br />

numerosa sia religiosa che militare e civile e altrettanto<br />

quella dei Decorati al Valor Militare. Alla funzione religiosa<br />

erano presenti molti Labari <strong>del</strong>le Associazioni combattentistiche<br />

capeggiati dal Labaro <strong>del</strong>la Federazione<br />

Provinciale di Torino <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> con Alfiere affiancato<br />

dagli accompagnatori;<br />

– il 30 gennaio, in occasione <strong>del</strong> 68° anniversario <strong>del</strong>la battaglia<br />

di Nikolajewka, ha avuto luogo la commemorazione<br />

dei Caduti e Dispersi sul fronte russo con un omaggio<br />

alla lapide ad essi dedicata presso la Chiesa di San<br />

Lorenzo. È seguita una Santa Messa celebrata dal<br />

Rettore e dai Cappellani Militari Reduci di Russia. Anche<br />

in questa celebrazione numerosa è stata la rappresentanza<br />

militare, istituzionale e civile;<br />

– il 12 marzo alla messa in suffragio di Umberto II e <strong>del</strong>la<br />

Regina Maria Josè, celebrata ad Hautecombe nell’anniversario<br />

<strong>del</strong>la loro morte, era presente il Labaro <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Torino <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

accompagnato dai Sindaci Giovanna Cresta e Franco<br />

Provero.<br />

TRIESTE<br />

Il 21 febbraio scorso ha avuto luogo a Trieste, nel Palazzo<br />

<strong>del</strong> Governo, in Piazza Unità d’Italia, l’inaugurazione <strong>del</strong>la<br />

mostra storica "L’Italia e il Tricolore" di Pietro Compagni.<br />

Successivamente, il 25 febbraio al Palazzo Comunale, nella<br />

stessa Piazza, ha avuto luogo il convegno celebrativo <strong>del</strong><br />

150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia. Entrambe le manifestazioni<br />

sono state organizzate dal Governatore <strong>del</strong> Distretto<br />

Rotary 2060 che riunisce circa ottanta Club <strong>del</strong> Triveneto.<br />

Con il patrocinio <strong>del</strong>la Prefettura e <strong>del</strong> Comune di Trieste. La<br />

mostra <strong>del</strong> Tricolore ha ripercorso la sua evoluzione, da<br />

quello adottato il 7 gennaio 1797 su proposta di Giuseppe<br />

Compagnoni, deputato al Congresso Cispadano, a quello <strong>del</strong><br />

Regno d’Italia (17 marzo 1861) e infine a quello <strong>del</strong>la<br />

Repubblica italiana (2 giugno 1946). Si tratta di una cinquantina<br />

di riproduzioni di bandiere, vessilli e stendardi, conformi<br />

agli originali, con tecnica pittorica e anche con tessuti di quel<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

tempo. Tra essi anche i vessilli di corpi franchi volontari, che<br />

usavano anch’essi i colori verde, bianco e rosso.<br />

All’inaugurazione erano presenti il prefetto Alessandro<br />

Giacchetti, il sindaco Roberto Di piazza, il governatore <strong>del</strong><br />

Distretto 2060 <strong>del</strong> Rotary International, Riccardo Caronna, i<br />

presidenti dei Rotary Club <strong>del</strong> territorio triestino, esponenti<br />

politici, civili e militari, e il Presidente <strong>del</strong>la Federazione di<br />

Trieste <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, dott. Giuseppe<br />

Vuxani.<br />

Importante anche il convegno celebrativo tenutosi nella<br />

storica e prestigiosa sala <strong>del</strong> Consiglio Comunale di Trieste<br />

durante il quale sono state descritte le iniziative patriottiche<br />

<strong>del</strong> Rotary e, da due docenti universitari, la storia <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia. Al termine un coro ha cantato l’inno di Mameli e "Le<br />

Campane di Trieste".<br />

Trieste: il Presidente Vuxani alla mostra convegno<br />

sul Tricolore organizzata dal Rotary<br />

UDINE<br />

La Federazione Provinciale <strong>del</strong> "<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" di Udine,<br />

ha partecipato il 7 gennaio 2011 al 66° anniversario <strong>del</strong>l’eccidio<br />

alle malghe di Porzùs, località <strong>del</strong> Friuli orientale, ed<br />

esattamente nelle Valli <strong>del</strong> Torre, in comune di Attimis.<br />

È in queste vallate che si consuma la tragedia, dove<br />

patriotticamente si combatteva per la liberazione di diverse<br />

zone friulane, soprattutto dopo le feroci rappresaglie naziste<br />

seguite alla caduta <strong>del</strong> territorio libero di Attimis-Faedis-<br />

Nimis a fine settembre 1944. Presenti all’evento il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione Sergio Bertini con il Labaro e la signora<br />

Paola <strong>del</strong> Din, Medaglia d’Oro <strong>del</strong>la Resistenza.<br />

Porzus (UD): 66° anniversario <strong>del</strong>l’eccidio<br />

45


QUEL PICCOLO PARACADUTE - GUIDO STURLA, UN<br />

PILOTA DELL’ ASSO DI BASTONI - di Andrea Stassano<br />

- Giorgio Apostolo Editore - pp. 214 - 16,5 x 24 - Illustrato<br />

B/N - 19,00 € - ISBN 978-88-87261-23-3<br />

Sulla scena c’è l’Italia di fine anni<br />

trenta. Il protagonista è un giovane<br />

tortonese classe 1917 - parente<br />

<strong>del</strong>l’autore - maestro elementare<br />

che parte dalla sua cittadina per<br />

diventare ufficiale pilota da caccia.<br />

Non è la storia di un asso <strong>del</strong>la<br />

Regia Aeronautica, ma quella di un<br />

giovane entusiasta e dai valori solidi,<br />

di un bravo pilota con i suoi<br />

dubbi, i suoi sogni, le sue emozioni.<br />

L’opera è in forma di racconto,<br />

in cui a ogni capitolo corrisponde<br />

un’annata: si parte dal 1937, quando<br />

il ragazzo entra alla Scuola di<br />

Volo di Arezzo, per arrivare al 1941, quando l’ufficiale<br />

parte per il fronte libico col famoso reparto "Asso di<br />

Bastoni" e il suo caccia Macchi 200. Guido Sturla è un personaggio<br />

"vivo", che "parla" e "interagisce" coi colleghi,<br />

con la famiglia, con la ragazza di Gorizia di cui s’innamora,<br />

col cuginetto Luigi, che vive accanto alla sua casa e con cui<br />

il pilota ha un rapporto molto speciale. Il libro, frutto di<br />

una lunga e appassionante ricerca, non è solo una semplice<br />

narrazione storica, ma anche un attento approfondimento<br />

psicologico <strong>del</strong>l’uomo, grazie ai racconti di famiglia<br />

e alla disponibilità di un ricco carteggio originale.<br />

Evidente lo sforzo <strong>del</strong>l’autore di far rivivere davvero il personaggio,<br />

anche attraverso i dialoghi, grazie alle testimonianze<br />

di chi lo ha conosciuto, alle numerose lettere originali,<br />

sue e <strong>del</strong>la fidanzata di Gorizia, conservate in famiglia,<br />

alla disponibilità di un diario inedito di un altro<br />

Sottotenente, presente in Libia con Sturla. Ne è uscito il<br />

ritratto di un giovane pilota semplice e sincero, ma che<br />

non ha esitato a mettere in gioco la sua vita, durante una<br />

violentissima battaglia aerea nel deserto (il 7 dicembre<br />

1941), per cercare di aiutare il suo comandante e amico<br />

fraterno, rimasto indietro da solo per favorire lo sganciamento<br />

dei suoi. Per la campagna d’Africa Guido Sturla è<br />

stato Decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare.<br />

La vicenda di Guido Sturla è anche l’occasione per rivivere<br />

dal di dentro le difficili esperienze <strong>del</strong>la generazione a<br />

cavallo <strong>del</strong>l’ultima guerra: ragazzi in gamba, chiamati a<br />

fare scelte più grandi di loro. E, ai quali, oggi tutti noi dobbiamo<br />

qualcosa.<br />

QUANDO CI BATTEVA FORTE IL CUORE di Stefano<br />

Zecchi - Mondadori 2010 - pagg. 216 - € 18,50 - ISBN 978-<br />

88-0459-537-3<br />

Pola 1945. La storia è cru<strong>del</strong>e con gli italiani <strong>del</strong>l’Istria,<br />

<strong>del</strong>la Dalmazia e di Fiume: mentre il mondo festeggia la<br />

pace, la gente di Pola, tra cui la famiglia <strong>del</strong> piccolo Sergio,<br />

subisce umiliazioni e soprusi da parte dei nuovi occupanti<br />

slavi. La mamma di Sergio, Nives, maestra di scuola elementare,<br />

si batte con grande coraggio nella difesa dei confini<br />

<strong>del</strong>la Patria raccogliendo intorno a sé i propri concittadini<br />

che non intendono chinare la testa di fronte ai vincitori.<br />

Sergio ha sei anni, nutre per la madre una vera ammirazione<br />

mentre per il padre, visto per la prima volta soltan-<br />

RECENSIONI<br />

to al suo ritorno dalla guerra,<br />

prova soggezione, quasi diffidenza.<br />

L’annessione <strong>del</strong>l’Italia orientale<br />

alla Jugoslavia travolge l’esistenza<br />

degli istriani. La famiglia di Sergio<br />

fugge a Venezia. Padre e figlio,<br />

impareranno a conoscersi, suggellando<br />

un’affettuosa dolcissima<br />

alleanza, che li aiuterà, dopo<br />

imprevedibili avventure e grandi<br />

sofferenze, a costruire una nuova<br />

vita insieme. Nelle pagine di questo<br />

romanzo, la rigorosa ricostruzione<br />

di un periodo terribile e<br />

ancora poco conosciuto si accompagna<br />

a una storia intima, <strong>del</strong>icata,<br />

toccante. Stefano Zecchi dà vita a un affresco importante,<br />

che illumina il dramma di un popolo e insieme racconta<br />

tutta l’emozione di un grande amore tra padre e<br />

figlio.<br />

FRANCESCO ROSSINI PIONIERE DELLO SPORT E<br />

DELL’AVIAZIONE di Enio Iezzi - Editore Walberti - pagg.<br />

256 - 20 x 12 - illustrato B/N - €<br />

13,00<br />

Giovane, donnaiolo, atletico, sportivo<br />

e soprattutto, appassionato<br />

pilota di idrovolante: Francesco<br />

Rossini, rampollo <strong>del</strong>la gioventù<br />

bene di Lugo di Romagna, troverà<br />

una prematura e gloriosa morte<br />

nel crogiolo <strong>del</strong>la prima guerra<br />

mondiale. Purtroppo l’autore non<br />

ci da particolari sull’evento, come<br />

pure descrive sommariamente<br />

molti altri momenti <strong>del</strong>la breve ma<br />

esaltante vita <strong>del</strong> Rossini. Il libro,<br />

infatti, si divide in due parti: la<br />

prima, dedicata alla breve, talvolta<br />

persino stringata, biografia <strong>del</strong><br />

protagonista, la seconda a documenti relativi agli eventi<br />

nei quali il protagonista fu coinvolto. Un piccolo libro, interessante<br />

soprattutto per gli abitanti di Lugo di Romagna,<br />

che potranno così approfondire la conoscenza di un loro<br />

illustre concittadino. Piacevole e comoda la veste grafica.<br />

SACRARI, SANTI PATRONI E<br />

PREGHIERE MILITARI<br />

di Roberto Olivato (a cura) -<br />

Edizioni Messaggero Padova -<br />

12,0 x 19,0 - Pagg. 312 - ISBN:<br />

978-88-250-2137-0 - € 17,00<br />

Il libro, che ha l’autorevole prefazione<br />

<strong>del</strong> Cardinale Angelo<br />

Comastri, propone la storia dei<br />

santi patroni <strong>del</strong>le nostre Forze<br />

Armate e una raccolta di preghiere.<br />

È una testimonianza <strong>del</strong>la<br />

devozione religiosa dei militari italiani,<br />

uomini con le stellette, ambasciatori<br />

di umanità e fratellanza,<br />

46 IL NASTRO AZZURRO


spesso identificati come portatori di pace, per come operano<br />

nelle missioni all’estero.<br />

Le preghiere dei vari reparti sono precedute dalla storia<br />

dei loro santi patroni e sono quasi tutte di anonimi compositori;<br />

l’autore le ha volute raccogliere perché non venisse<br />

dispersa la forza spirituale e storica che esse ancora rappresentano.<br />

Il testo, che ha ricevuto il plauso <strong>del</strong> Ministro<br />

<strong>del</strong>la Difesa On. Ignazio La Russa, è arricchito dall’elenco<br />

degli ossari e dei cimiteri militari, per sottolineare il culto<br />

che gli uomini in uniforme hanno sempre riservato ai loro<br />

caduti.<br />

Il libro è destinato a tutti, ma in particolare ai militari, alle<br />

Associazioni d’Arma, ed ai cappellani militari.<br />

L’Autore, Roberto Olivato, figlio di militare e vissuto nel<br />

periodo <strong>del</strong>l’infanzia e giovinezza in caserma, ha apprezzato<br />

fin da bambino i valori morali e spirituali propri <strong>del</strong>le<br />

Forze Armate e ha coltivato da sempre la passione di raccoglierne<br />

le testimonianze.<br />

SIAI S.79 di Cesare Gori - Editore La Bancarella<br />

Aeronautica - Torino - Collana "Ali D’Italia - Vol. 28" - 120<br />

pp. - 29,5 x 21 - illustrato - 29,00 €<br />

Si tratta <strong>del</strong>la riedizione in unico<br />

fascicolo, migliorata ed arricchita,<br />

<strong>del</strong>le due precedenti monografie<br />

sul famoso "Sparviero", il trimotore<br />

più noto e versatile utilizzato dalla<br />

Regia Aeronautica nel secondo<br />

conflitto mondiale. Belle le numerose<br />

immagini (250 in bianco e<br />

nero e 14 a colori), i trittici e le<br />

tabelle. Vi è, come sempre, la<br />

sezione finale dedicata agli aeromo<strong>del</strong>listi.<br />

Il testo bilingue (italiano/inglese)<br />

dona un taglio internazionale<br />

alla pubblicazione, immancabile<br />

nella biblioteca degli appassionati<br />

di storia aeronautica.<br />

RUSSIA 11 DICEMBRE 1942 - IN ATTESA DELLA<br />

DISFATTA - PARLANO I PROTAGONISTI di Giuseppe<br />

Perin - Gino Rossato Editore - febbraio 2011 - 16,5 X 23,5<br />

- pp. 216 - Testo e foto B/N - Euro 20,00 - ISBN 978-88-<br />

8130-118-8<br />

La data <strong>del</strong>l’11 dicembre 1942<br />

ricorda l’inizio <strong>del</strong>l’offensiva sovietica<br />

contro l’8a Armata Italiana che<br />

contenne e respinse per ben sei<br />

giorni consecutivi i numerosi assalti<br />

<strong>del</strong>la fanteria nemica. Essa<br />

segna però anche l’inizio <strong>del</strong>la tragica<br />

disfatta <strong>del</strong>le nostre divisioni.<br />

Il libro si presenta diviso in tre<br />

parti: la prima riassume le cause<br />

che hanno dato avvio<br />

all’Operazione Barbarossa e alla<br />

partecipazione italiana alla campagna<br />

di Russia, la seconda e terza<br />

parte contengono trentasette interviste ai reduci, documenti<br />

inediti relativi ai combattimenti dei vari reparti italiani<br />

sulla linea <strong>del</strong> Don e il diario di volo <strong>del</strong> generale Lo<br />

Vullo, all’epoca tenente pilota sui caccia Macchi 200.<br />

APPUNTI DI STORIA DEL RISORGIMENTO di<br />

Maristella Ravelli - Editore <strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>:<br />

Federazione di Sondrio - tiratura limitata 1000 copie -<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

pagg. 200 - 17 x 24 - illustrato B/N - € 8,00 più spese di<br />

spedizione (si può richiedere tramite la Presidenza<br />

Nazionale ovvero direttamente alla Federazione di Sondrio<br />

all’indirizzo nastroazzurrosondrio@alice.it).<br />

Il volume "Appunti di storia <strong>del</strong><br />

Risorgimento", edito dalla<br />

Federazione di Sondrio, è un testo<br />

veramente interessante e piacevole<br />

alla lettura. Un libro semplice,<br />

lineare, facile nella scrittura ma<br />

completo ed esplicativo nel contenuto,<br />

tant’è che i capitoli si aprono<br />

e si chiudono definendo con cura il<br />

momento storico senza mai scadere<br />

nella monotonia. Il lettore è<br />

accompagnato con maestria in un<br />

percorso storico sintetico che<br />

attraversa tutta la storia <strong>del</strong><br />

Risorgimento sia nazionale che<br />

valtellinese sino alla presa di Roma. Alcuni accenni specifici<br />

alle azioni ed ai protagonisti <strong>del</strong>la storia locale arricchiscono<br />

l’opera, così come particolare cura è stata dedicata<br />

nella scelta <strong>del</strong>le immagini che corredano il testo<br />

rimandando ai personaggi ed ai momenti storici più rilevanti.<br />

SIAI S.81 di Franco Farina - Editore La Bancarella<br />

Aeronautica - Torino - Collana "Ali D’Italia" Vol. 29 - 64 pp.<br />

- 29,5 x 21 - illustrato: foto B/N,<br />

disegni a colori - 18,00 €<br />

L’S.81 fu un autentico mulo, combatté<br />

su tutti i fronti, a partire dalla<br />

guerra di Spagna, guadagnandosi<br />

fama di velivolo solido e affidabile.<br />

Questa monografia ne traccia la<br />

vita e le attività schiudendo nuovi<br />

orizzonti di conoscenza ai cultori di<br />

storia aeronautica. Molto belle le<br />

numerose foto in bianco e nero,<br />

dettagliati i trittici, precisi i disegni<br />

esplicativi a colori. Il testo bilingue<br />

dona un tratto di internazionalità<br />

alla pubblicazione.<br />

UN AMERICANO A GORIZIA - SECONDA PARTE<br />

1937-1959 di Joseph Vincent Patriarca - Editore Vittorelli<br />

Edizioni - 17x24 - pagg. 176 - € 10,00 - ISBN 978-88-<br />

88264-08-0<br />

Si tratta <strong>del</strong>la seconda parte <strong>del</strong> diario scritto dal Joseph<br />

Vincent Patriarca, pilota italo americano che, su sua richiesta,<br />

prestò servizio nel mitico 4° Stormo. Con uno stile<br />

stringato ed asciutto, descrive la<br />

sua avventura di pilota portando il<br />

lettore in una sequenza continua di<br />

eventi e situazioni molto sentite e<br />

personali e coinvolgendolo al<br />

punto che egli stesso compartecipa<br />

<strong>del</strong>le emozioni e dei sentimenti<br />

<strong>del</strong>l’autore. Bravo Patriarca, complimenti!<br />

Coinvolgenti le pagine dedicate<br />

alla seconda guerra mondiale, un<br />

po’ più scontate quelle relative alla<br />

ripresa post bellica. Nel complesso,<br />

il "bis" è risultato comunque originale<br />

e godibile.<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!