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qui - Istituto del Nastro Azzurro

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IL NASTRO AZZURRO 7<br />

nuovo in squadriglia.<br />

Il 31 ottobre, in volo di crociera sulle difese<br />

austriache, si spinse fino al suo vecchio campo<br />

di Aiello, ormai in mano avversaria, ed attaccò<br />

una squadriglia di caccia mentre rullava per il<br />

decollo: riuscì a colpire due apparecchi che si<br />

incendiarono. Fu la sua ultima impresa. Per l’azione,<br />

particolarmente meritoria perché compiuta<br />

in condizioni fisiche assai precarie, venne insignito<br />

<strong>del</strong>la Croce di Guerra al Valor Militare.<br />

Al termine <strong>del</strong> conflitto a Cabruna venne<br />

concessa, in commutazione <strong>del</strong>la seconda<br />

Medaglia d’Argento, la Medaglia d’Oro al Valor<br />

Militare: «Magnifico asso cacciatore <strong>del</strong>l’aviazione,<br />

nella perfetta esecuzione di ordini, come<br />

in arditissime iniziative, in combattimenti sostenuti e vinti<br />

con incredibile audacia anche da solo contro un numero<br />

stragrande di temuti e ben agguerriti avversari, spesso in<br />

L’AEROPLANO DI CABRUNA<br />

Lo SPAD S.XIII era un biplano da caccia monoposto prodotto durante la prima guerra mondiale dalla SPAD, sigla<br />

che identificava l’azienda francese Société (anonyme) Pour l’Aviation et ses Dérivés. Fu uno dei migliori velivoli <strong>del</strong><br />

conflitto e uno di quelli prodotti in maggior numero: 8.472 esemplari con ordini per altri 10.000 che vennero<br />

cancellati con l’armistizio.<br />

Lo SPAD S.XIII era uno sviluppo <strong>del</strong> precedente S.VII e <strong>del</strong> meno riuscito S.XII. Sull’S.XIII vennero introdotte<br />

un gran numero di modifiche, tra cui timone ed ali di maggiori dimensioni, atti a beneficiare di sostanziali<br />

miglioramenti aerodinamici. Il motore, il francospagnolo Hispano-Suiza 8B a 8 cilindri a V, grazie alla maggior<br />

potenza espressa di 220 CV, garantiva un considerevole incremento <strong>del</strong>le prestazioni <strong>del</strong> velivolo. Il velivolo francese<br />

era più veloce dei pari ruolo britannico Sopwith Camel e <strong>del</strong> tedesco Fokker D.VII, ma la sua minore maneggevolezza<br />

lo rendeva piuttosto ostico nelle mani di piloti inesperti, in particolare durante le manovre di atterraggio, a causa <strong>del</strong>la<br />

sue scarse caratteristiche di veleggiatore e <strong>del</strong>la sua repentina entrata in stallo. Era invece ottima la sua solidità come le<br />

sue doti di picchiata.<br />

Lo S.XIII fu pilotato, tra gli altri, dagli assi Georges Guynemer e Rene Fonck, in forza alla francese Armée de l’Air,<br />

e dallo statunitense Eddie Rickenbaker in forza all’United States Army Air Service, al quale alla fine <strong>del</strong> conflitto<br />

furono confermate 26 vittorie. A bordo di questo tipo d’aereo venne abbattuto l’asso degli assi italiano, il Maggiore<br />

Francesco Baracca (34 vittorie), colpito al capo da una fucilata mentre sorvolava le trincee austriache sul Montello, il<br />

19 giugno 1918.<br />

Il velivolo venne utilizzato anche da altre Aviazioni tra le quali il servizio aereo <strong>del</strong>la American Expeditionary Force<br />

<strong>del</strong>l’U.S. Army, che ne ricevette 893 e che utilizzò fino al 1920. Dopo la fine <strong>del</strong> conflitto venne impiegato anche dal<br />

Giappone, dalla Cecoslovacchia e dalla Polonia.<br />

E<strong>qui</strong>paggio: 1<br />

Primo volo: 4 aprile 1917<br />

Entrata in servizio: fine maggio 1917<br />

Costruttore: SPAD<br />

Esemplari costruiti: 8.472<br />

Lunghezza: 6,30 m<br />

Apertura alare: 8,10 m<br />

Altezza: 2,35 m<br />

Superficie alare: 21,1 m<br />

Peso a vuoto: 566 kg<br />

Peso massimo al decollo: 845 kg<br />

Motore: Hispano-Suiza 8B:<br />

Potenza: 220 CV (164 kW)<br />

Velocità massima: 234 km/h<br />

Velocità variometrica: 2 m/s<br />

Autonomia: 350 km<br />

Tangenza: 6.650 m<br />

Mitragliatrici: 2 Vickers 303 da 7,7 mm<br />

2<br />

stato cagionevole di salute, prodigò in ogni circostanza di<br />

guerra la sua meravigliosa instancabile attività con tempra di<br />

romano eroismo. Nell’ultima grande offensiva, cui volle ad<br />

ogni costo partecipare, uscendo dall’ospedale ove era<br />

degente per ferita, pur avendo ancora il braccio destro<br />

immobilizzato e dolorante e perciò trovandosi in condizioni<br />

di assoluta inferiorità, con inarrivabile tenacia di volere ed<br />

animosità, attaccava in lontano campo d’aviazione vari<br />

apparecchi nemici pronti a partire e ne incendiava due. In<br />

altra occasione si lanciava in mezzo a un gruppo di trenta<br />

apparecchi nemici, abbattendone uno ed ostacolando agli<br />

altri il raggiungimento <strong>del</strong> loro obiettivo, essendo per lui la<br />

superiorità numerica <strong>del</strong> nemico stimolo ad ingaggiare la<br />

lotta. Nelle più varie e difficili circostanze, compiendo in<br />

complesso oltre 900 ore di volo, senza esitare di fronte alle<br />

più audaci imprese, rese alla Patria grandi e segnalati servizi.<br />

- Aiello, ottobre 1918 - Cielo <strong>del</strong> Piave, giugno, luglio,<br />

novembre 1918».

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