MOLINI • PASTIFICI • MANGIMIFICI • SILI - Avenue media
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Figura 2 - Schema esemplificativo del processo di “fermentazione”.<br />
Inoltre la presenza di ossigeno nelle molecole<br />
dei combustibili vegetali contribuisce<br />
ad una migliore combustione che abbassa<br />
a sua volta la possibilità del formarsi<br />
del monossido.<br />
Le emissioni di particolato sono complessivamente<br />
il 32% di quelle del gasolio (il<br />
particolato sotto i 10 µm, altamente nocivo,<br />
inferiore del 68%).<br />
L’utilizzo di oli vegetali abbassa notevolmente<br />
(anche fino all’80%) l’emissione<br />
dell’inquinante PM10, diminuendo, rispetto<br />
al gasolio, la fumosità dei gas di<br />
scarico emessi dai motori diesel.<br />
Sostanze come idrocarburi aromatici<br />
(benzene, toluene ed omologhi) o policiclici<br />
aromatici, pericolosissimi per la salute<br />
umana, non sono contenute nei combustibili<br />
alternativi.<br />
Inoltre, non presentando pericoli di autocombustione<br />
e la loro totale biodegradabilità<br />
consente, in caso di fuoriuscite o dispersioni<br />
accidentali, di non creare disastri<br />
ambientali.<br />
Considerazioni economiche<br />
La domanda energetica continua a crescere<br />
così come i costi del petrolio, nel 2004<br />
si è raggiunto il prezzo record, con un aumento<br />
del 20.7% in più dell’anno precedente.<br />
Le ragioni dell’impennata risiedono<br />
nella combinazione di diversi fattori, riconducibili<br />
alla forza della domanda e alle<br />
difficoltà dell’offerta, infatti, il prelievo<br />
umano di idrocarburi sta avvenendo con<br />
un ritmo di gran lunga più veloce del tempo<br />
di rinnovabilità, e pertanto, i giacimenti<br />
si esauriranno presto.<br />
Nel 2004 la produzione mondiale di bioetanolo<br />
come combustibile ha raggiunto i<br />
30 miliardi di litri, cioè circa il 2% dell’utilizzo<br />
di petrolio, per cui un importante<br />
contributo al futuro energetico potrà essere<br />
offerto da queste fonti.<br />
Con la riforma della PAC attuata nel<br />
2003, il sostegno al reddito degli agricoltori<br />
non è più vincolato alla produzione<br />
agricola, ma essi possono rispondere liberamente<br />
alla crescente domanda di<br />
colture energetiche.<br />
La riforma, ha inoltre introdotto uno speciale<br />
regime di “aiuto alle colture energetiche”<br />
e mantenuto la possibilità di<br />
utilizzare i terreni soggetti ad obbligo di<br />
“ritiro dalla produzione” per l’impianto<br />
di colture con finalità diverse da quelle<br />
alimentari. In passato, solo una fascia limitata<br />
di colture energetiche poteva fruire<br />
degli aiuti, attraverso il regime di ritiro<br />
dalla produzione.<br />
La riforma ha offerto agli agricoltori la<br />
possibilità di impiantare più colture energetiche,<br />
comprese le colture a breve ciclo<br />
di rotazione e altre colture perenni.<br />
Il Programma Nazionale Biocombustibili<br />
(PROBIO) è stato predisposto dal Ministero<br />
delle Politiche Agricole e Forestali in ottemperanza<br />
all’art. 3 della Legge 2 dicembre<br />
98, n. 423, "Interventi strutturali e urgenti<br />
nel settore agricolo, agrumicolo e<br />
zootecnico" per avviare le azioni nazionali<br />
derivanti dall’applicazione delle determinazioni<br />
adottate dalla conferenza di Kyoto<br />
per la riduzione delle emissioni gassose.<br />
La necessità di puntare ad un maggiore<br />
sfruttamento delle potenzialità offerte<br />
dai biocombustibili è stata ribadita re-<br />
centemente dalla Coldiretti.<br />
L’associazione ha stimato che,<br />
l’applicazione della legge dell’obbligo<br />
di miscelazione dei<br />
biocarburanti in Italia, porterebbe<br />
nel primo anno all’aggiunta<br />
di 400.000 tons di biocarburanti<br />
ai normali carburanti<br />
ottenibili indirizzando a coltivazioni<br />
energetiche circa 273<br />
mila ettari di terreno nazionale.<br />
Le stime prevedono anche che<br />
l’incremento nell’utilizzo di questi combustibili<br />
porterà prevedibilmente ad un<br />
incremento delle relative coltivazioni fino<br />
ad arrivare ad un milione e 400 mila ettari<br />
nel 2010.<br />
Gli obiettivi della ricerca integrata<br />
I progetti di ricerca industriale condotti a<br />
livello integrato hanno la peculiarità di generare<br />
una convergenza di forze e competenze<br />
che permettono di aumentarne la<br />
produttività; quest’ultima intesa come riduzione<br />
dei fallimenti e velocità nella realizzazione<br />
di nuovi prodotti e processi. Il<br />
programma “molini in rete” risulta alquanto<br />
innovativo e complesso nel panorama<br />
dei molini in Italia.<br />
Di particolare importanza per le ricadute in<br />
termini di benefici e di perseguimento degli<br />
obiettivi, risultano le scelte d’impostazione<br />
delle tematiche di ricerca industriale.<br />
Tra i driver fondamentali nell’individuazione<br />
dei miglioramenti all’interno delle<br />
procedure di gestione della lavorazione,<br />
non possono essere tralasciati fattori<br />
quali la sicurezza e la qualità.<br />
In particolare, in tema di micotossine nelle<br />
farine la gestione del rischio da parte<br />
dei produttori si lega inevitabilmente al<br />
tema sulla sicurezza dei prodotti a marchio.<br />
È perciò di fondamentale importanza<br />
comprendere l'impatto economico<br />
delle micotossine sulla sicurezza dei prodotti<br />
per trarre beneficio dall'analisi del<br />
rischio ed il controllo delle micotossine<br />
nella produzione primaria in un’ottica di<br />
approccio di filiera per il miglioramento<br />
delle garanzie igienico-sanitarie.<br />
MAGGIO 2006 <strong>MOLINI</strong><br />
d’Italia<br />
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