"Il Notiziario" in pdf - CAI - Sezione di Pordenone
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<strong>Il</strong> 22 <strong>di</strong>cembre 1857 un gruppo <strong>di</strong> aristocrati-<br />
aristocrati-<br />
ci britannici s’<strong>in</strong>contrò presso l’Hotel Ashley’s<br />
<strong>di</strong> Londra per fondare l’Alp<strong>in</strong>e Club, la prima<br />
associazione alp<strong>in</strong>istica del mondo. Presiden-<br />
te del sodalizio fu nom<strong>in</strong>ato John Ball, primo<br />
salitore del Pelmo, che rimase <strong>in</strong> carica no<br />
al 1860. Negli anni a seguire, vennero istituite<br />
af af liazioni analoghe <strong>in</strong> Austria, <strong>in</strong> Ita-<br />
lia, <strong>in</strong> Francia e negli altri Stati del vecchio<br />
cont<strong>in</strong>ente; i soci si radunavano per sapere,<br />
per annotare, per <strong>di</strong>scutere e per apprende-<br />
re dalle varie esperienze, praticamente per<br />
favorire e <strong>di</strong>ffondere la conoscenza del terri-<br />
torio alp<strong>in</strong>o. Maturò il momento <strong>di</strong> dare una<br />
giusti giusti cazione a questo fenomeno che, libe-<br />
ratosi dell’<strong>in</strong>teresse scienti scienti co, s’identi s’identi cava<br />
maggiormente nel desiderio <strong>di</strong> cognizione e<br />
<strong>di</strong> conquista. <strong>Il</strong> primo a provarci fu l’<strong>in</strong>glese<br />
Albert Frederick Mummery che all’alp<strong>in</strong>i- all’alp<strong>in</strong>i-<br />
smo attribuì il term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> “sport” <strong>in</strong>teso come<br />
puro gioco; <strong>in</strong> tempi successivi derivarono<br />
anche riferimenti <strong>di</strong> elevazione spirituale, <strong>di</strong><br />
ricerca <strong>in</strong>teriore, <strong>di</strong> struggente amore per i<br />
L’<strong>in</strong>confon<strong>di</strong>bile stile <strong>di</strong> Emilio Comici. Di lui si <strong>di</strong>ceva:<br />
“Quando arrampica, sembra che abbia le ali <strong>di</strong> un angelo”<br />
(neg. Comici).<br />
monti. Negli ultimi decenni del secolo nono-<br />
stante alcune trage<strong>di</strong>e e numerosi <strong>di</strong>ssensi,<br />
prese piede “l’alp<strong>in</strong>ismo senza guide”, gli uo-<br />
m<strong>in</strong>i <strong>di</strong> cultura si sentirono <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> fare<br />
da soli o quasi; il fasc<strong>in</strong>o <strong>di</strong> un “sapore” nuovo<br />
e l’abilità acquisita produssero, <strong>in</strong> breve tem-<br />
po, imprese <strong>di</strong> grande risonanza. Tra l’<strong>in</strong>izio<br />
e la ne dell’Ottocento furono salite le pr<strong>in</strong>ci-<br />
pali vette della catena alp<strong>in</strong>a.<br />
Dai primi anni del Novecento, forse suscitata<br />
dal pensiero nietzschiano del “superuomo”,<br />
spuntò un’altra mai provata emozione, quel-<br />
la del rischio che prepotentemente assunse<br />
un valore primario; issarsi sulla cima signi signi -<br />
cava aver messo a repentaglio la propria vita<br />
superando le possibilità personali e quelle<br />
umane. La vetta suprema si era materializ-<br />
zata nella via, affrontando e dom<strong>in</strong>ando la<br />
paura <strong>di</strong> cadere; con l’evoluzione della scalata<br />
su roccia <strong>in</strong>iziò la s s da al verticalismo, al-<br />
l’impossibile. <strong>Il</strong> “puro gioco” che ormai si era<br />
<strong>di</strong>ffuso <strong>in</strong> tutti i ceti sociali trovò nuovi spazi<br />
d’avventura lungo le pareti più maestose, le<br />
torri più imponenti, i versanti più oscuri, <strong>in</strong><br />
tutti quei luoghi dove non era ancora “passa-<br />
to” nessuno e che qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, oltre ad offrire <strong>di</strong>f <strong>di</strong>f -<br />
coltà e pericolo, costituivano ancora un’<strong>in</strong>co-<br />
gnita. L’alp<strong>in</strong>ista aspirava ad essere il nuovo<br />
“eroe” <strong>di</strong> un’umanità <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo progresso,<br />
talvolta politicizzato ed esaltato dalla propa-<br />
ganda <strong>di</strong> alcuni sistemi totalitari. A cadenza<br />
costante, i “mostri sacri” dell’epoca ssarono<br />
la grande impresa personale, un’opera entu-<br />
siasmante e <strong>di</strong> valore assoluto. È però lecito<br />
dubitare che non lo abbiano fatto essenzial-<br />
mente per la cima (già salita) o per la parete,<br />
ma soprattutto per <strong>di</strong>mostrare, prima a se<br />
stessi e poi al mondo, che erano andati oltre<br />
agli ostacoli della via con la capacità tecnica,<br />
allo sforzo con la resistenza sica e morale,<br />
alla paura con il coraggio, <strong>in</strong> sostanza, oltre<br />
al limite no allora raggiunto, per esternare<br />
e poter <strong>di</strong>re “siamo capaci <strong>di</strong> questo” e venire<br />
riconosciuti come i depositari <strong>di</strong> quella verità<br />
concretizzata dalla loro azione.<br />
Fu così che la “coscienza alp<strong>in</strong>istica” si <strong>di</strong>ffe- <strong>di</strong>ffe-<br />
renziò ancora <strong>di</strong> più da quella passata. Dal<br />
semplice gesto <strong>di</strong> scalare la montagna per<br />
scopi utilitaristici, l’uomo era arrivato a farne<br />
un’attività con<strong>di</strong>zionata dallo stato d’ani- d’ani-<br />
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