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"Il Notiziario" in pdf - CAI - Sezione di Pordenone

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26<br />

Ci sono molti mirtilli <strong>in</strong> zona e non goderli<br />

sarebbe un vero peccato; mi fermo allora ad<br />

ogni cespuglio e ne mangio talmente tan-<br />

ti da uscire, alla ne, con le <strong>di</strong>ta e la faccia<br />

completamente viola; nel pomeriggio pianto<br />

la tenda sui prati soprastanti la frazione <strong>di</strong><br />

Brusada. Verso le c<strong>in</strong>que il cielo viene nal- nal-<br />

mente spazzato da un vento teso da nord; il<br />

crepuscolo lascia lentamente posto al miste-<br />

rioso movimento delle costellazioni <strong>in</strong> cielo,<br />

attraversate dalle scie <strong>in</strong>fuocate <strong>di</strong> dec<strong>in</strong>e <strong>di</strong><br />

stelle cadenti, alle quali, prima della de de niti-<br />

va scomparsa, af af do i miei desideri.<br />

Appena mitigata da un vivace fuocherello,<br />

la veglia è gelida, unica e memorabile; nes-<br />

sun segnale però che il bello duri per molto,<br />

il fumo ad<strong>di</strong>rittura scende verso valle risuc-<br />

chiato dalla bassa pressione. Alle <strong>di</strong>eci circa,<br />

mentre a furia <strong>di</strong> sba<strong>di</strong>gli mi sto scard<strong>in</strong>ando<br />

la mascella, sento chiamare dal buio: è la pa-<br />

drona della baita lì sotto, giunta a pie<strong>di</strong> dal<br />

paese; mi saluta <strong>in</strong>vitandomi molto gentil-<br />

mente a fare due chiacchiere davanti ad una<br />

tazza d’<strong>in</strong>fuso <strong>di</strong> menta (il prato antistante<br />

ne è <strong>in</strong>vaso).<br />

Nei due giorni successivi il tempo resta va- va-<br />

riabile o brutto; i momenti più critici sono<br />

quelli del pranzo o della cena: per farmi da<br />

mangiare, visto che non ci riesco nella tenda<br />

molto bassa e stretta, devo addossarmi alla<br />

parete <strong>di</strong> qualche enile oppure tirare un<br />

telo attaccandolo al muro <strong>di</strong> qualche rudere<br />

a mo’ <strong>di</strong> tettoia. Costante è il mio stupore nel<br />

vedere quanto semplice sia, <strong>in</strong> certe situazio-<br />

ni, il necessario per la quoti<strong>di</strong>anità, quanto<br />

poco può servire al sostentamento <strong>di</strong> una<br />

persona. Sono le sette <strong>di</strong> sera mentre rimu-<br />

g<strong>in</strong>o questi ed altri pensieri al riparo <strong>di</strong> una<br />

casetta <strong>di</strong>roccata all’Alpe Palù, quando vedo<br />

salire dal prato sottostante una gura con<br />

l’ombrello e un cane al seguito: è la proprie-<br />

taria della malga <strong>in</strong> mezzo all’alpeggio che,<br />

con rara generosità, m’<strong>in</strong>vita a passare la<br />

notte nella piccola cuc<strong>in</strong>a dell’e<strong>di</strong> dell’e<strong>di</strong> cio, fornita<br />

<strong>di</strong> gas, cam<strong>in</strong>etto, legna e <strong>di</strong>spensa, quest’ul-<br />

tima peraltro ben nota ai topol<strong>in</strong>i della zona.<br />

Evidentemente si da <strong>di</strong> me e mi consegna<br />

le chiavi della porta spiegandomi che deve<br />

camm<strong>in</strong>are ancora un’ora per salire all’altra<br />

baita; aggiunge solamente <strong>di</strong> lasciargliele<br />

appoggiate sopra il legno dello stipite, prima<br />

<strong>di</strong> andarmene l’<strong>in</strong>domani.<br />

L’ultimo giorno <strong>di</strong> marcia mi condurrà a sola<br />

mezz’ora da Primolo, il punto <strong>di</strong> partenza. È<br />

quasi notte, <strong>di</strong>steso nel sacco a pelo sento il<br />

familiare ticchettio della pioggia sul telo del-<br />

la tenda, una musica dolce e <strong>di</strong>screta. Alla<br />

luce della frontale leggo ancora alcune pag<strong>in</strong>e<br />

della guida, quelle che riguardano la storia<br />

della valle. Fuori tuona, vedo il bagliore dei<br />

lampi attraverso il mezzo millimetro <strong>di</strong> tela<br />

che m’isola dall’esterno. Mentalmente faccio<br />

il riassunto delle tappe percorse e mi pervade<br />

una sottile sensazione <strong>di</strong> pienezza. Ho fatto<br />

tutto come volevo, adattandomi a quello che,<br />

metro per metro, ho <strong>in</strong>contrato; ci sono riu-<br />

scito senza sforzo con spirito <strong>di</strong> avventura e<br />

scoperta. Due giorni dopo, mentre faccio una<br />

bella nuotata, mi ritornano le parole con le<br />

quali mi ha salutato la donna dell’Alpe Palù:<br />

“mai mollare, tienti dritto!” Senza accorger- accorger-<br />

mene, alzo la testa verso il cielo e sorrido; <strong>in</strong><br />

bocca, come sempre nelle mie estati, c’è il sa-<br />

pore amarognolo dell’acqua <strong>di</strong> mare.

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