Verbale di prima udienza n. cronol. 557/2013 del 16/05/2013 RG n ...

TRIBUNALE DI MILANO 

Sezione Specializzata in materia di impresa 

Il Tribunale, riunito in camera di consiglio nella persona dei magistrati: 

dott. Vincenzo Perozziello Presidente, 

dott. Enrico Consolandi Giudice, 

dott. Guido Vannicelli Giudice relatore ed estensore, 

ha pronunciato la seguente 

ORDINANZA 

nel procedimento di reclamo avverso l'ordinanza emessa il 27/3 - 4/4/2013 dal 

giudice istruttore della causa n. 87718/2012 R.g. 

iscritto al n. 29559/2013 R.g. e promosso in data 19/4/2013 dalla 

CARTIERE PAOLO PIGNA S.p.A. (C.F. 00116380162), elettivamente 

domiciliata in Milano, largo Richini 2/A, presso il procuratore e difensore avv. 

Vittorio DOTTI 

contro 

1 

reclamante ed originaria ricorrente 

IRENE s.r.l. in liquidazione (C.F. 04018610966), elettivamente domiciliata in 

Milano, via Andegari 4/A, presso l'avv. Lotario Dittrich 

nonché contro 

SIRAM S.p.A. (C.F.08786190150), con il patrocinio degli avv. Carla 

MAMBRETTI ed Enrico TROIANIELLO, e presso di loro elettivamente domiciliata 

in Milano, via Andegari 4/A 

Verbale di prima udienza n. cronol. 557/2013 del 16/05/2013 

RG n. 29559/2013 

Firmato Da: MANINI FRANCESCO Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: 9ab64 - Firmato Da: PEROZZIELLO VINCENZO Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: ee6b1 - Firmato Da: VANNICELLI GUIDO Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: b6d5f

Il Collegio, 

letti gli atti e i documenti di causa; 

sentiti i procuratori delle parti all'udienza camerale del 16/5/2013, e 

sciogliendo la riserva assunta all’esito di tale udienza, 

PREMESSO 

A. che il presente reclamo ha ad oggetto l'ordinanza emessa il 27/3 - 4/4/2013 

dall'istruttore della causa di merito (di impugnazione della delibera di approvazione 

del bilancio 2011 della IRENE s.r.l. assunta il 12/6/2012 con il voto della socia di 

maggioranza SIRAM S.p.A. e di risarcimento dei danni in tesi così causati da 

entrambe alla socia di minoranza), con la quale il giudice, pur disattendendo 

l'eccezione pregiudiziale di carenza di legittimazione ad esser direttamente convenuta 

in via risarcitoria sollevata in limine dalla IRENE s.r.l., ha rigettato l'istanza solo nei 

confronti di quest'ultima proposta dalla CARTIERE PAOLO PIGNA S.p.A. 1 per il 

sequestro conservativo di tutti i beni e crediti della IRENE stessa sino alla 

concorrenza di 8 milioni di euro; 

che dando avvio all'udienza di discussione questo Collegio ha espressamente 

invitato le parti a pronunciarsi sul profilo, da esse trascurato nelle difese scritte di 

entrambe le fasi, dell'individuazione stessa del danno dedotto dalla CPP a 

fondamento del proprio credito risarcitorio, e in particolare del nesso di causalità fra 

questo e l'illecito bilancistico lamentato dall'attrice; 

1 D'innanzi, brevius, CPP. 



RILEVATO PRELIMINARMENTE 

2 


B. che trattandosi di riproposizione tal quale al Collegio della domanda cautelare 

disattesa dal primo giudice, essa va scrutinata -oltre che, naturalmente, attraverso gli 

specifici motivi di reclamo dell'ordinanza emessa in prime cure- sulla stretta scorta 

sia dell'azione di merito già proposta dalla ricorrente (con particolare riguardo alla 

domanda 'consequenziale' di condanna di cui al capo B delle conclusioni, ivi svolta 

nei confronti sia della società cui CPP partecipa -IRENE- che della socia di 

maggioranza SIRAM), al cui accoglimento dev'essere ex lege evidentemente 

strumentale, che del contenuto dell'originario ricorso per sequestro; 

C. che a tal proposito, dati qui per noti (per economia redazionale) i fatti storici - 

relativi alla (svalutazione e dismissione della) centrale termoelettrica di proprietà 

sociale in Alzano Lombardo- sottostanti all'impugnazione proposta dalla CPP al 

bilancio sociale della IRENE s.r.l. per l'esercizio 2011 approvato col voto della 

SIRAM il 12/6/2012, 

impugnazione sostanziatasi sotto il profilo processuale in altrettanti capi di domanda 

volti a sentir pronunciare: 



- la "nullità e/o annullabilità della delibera di approvazione del bilancio 

dell'esercizio 2011 di Irene s.r.l., per violazione degli artt. 2423 c. 2 c.c. e per 

conflitto di interessi e/o abuso di maggioranza a' sensi dell'art. 2479-ter, in relazione 

alla inveritiera svalutazione delle immobilizzazioni materiali strumentalmente 

contabilizzata dalla maggioranza assembleare" (pagg. 13 - 14 citaz.); 

- la "nullità e/o annullabilità della delibera di approvazione del bilancio 

dell'esercizio 2011 di Irene s.r.l., per violazione dell'art. 2423, 2426 c. 1 c.c. e per 

conflitto di interessi e/o abuso di maggioranza a' sensi dell'art. 2479-ter, in relazione 

alla approvazione di costi e oneri a beneficio del socio di maggioranza assoluta 

SIRAM S.p.A." (pag. 31 ibidem), e conseguentemente 

- la "nullità e/o annullabilità della delibera impugnata anche nella parte 

contenente l'approvazione della Situazione patrimoniale al 31.3.2012 e relazione 

degli amministratori ai sensi dell'art. 2482-bis c.c. (...)", 

3 


l'attrice-reclamante ha individuato il danno che assume di aver subito, e quindi il 

credito risarcitorio di cui si afferma titolare in conseguenza dell'illecita svalutazione 

del cespite nel bilancio 2011, nei termini seguenti: 

che "(...) ligi alle esigenze del Gruppo di appartenenza, gli amministratori di 

Irene hanno rappresentato una situazione economico-patrimoniale della 

società tale da motivare (nella loro convinzione, peraltro erronea) un drastico 

abbattimento del valore contabile dell'impianto della Centrale. A scapito, 

naturalmente della Irene stessa e del socio di minoranza Cartiere Pigna S.p.A. 

che, a causa della operazione sopra descritta, subisce un drastico 

ridimensionamento del valore della propria partecipazione in Irene S.r.l. e 

quindi una considerevole perdita patrimoniale (...)", con la precisazione che 

"la responsabilità che gli organi amministrativi e di controllo di Irene S.r.l. e 

la stessa socia maggioritaria SIRAM si sono assunti nei confronti della società 

e del socio di minoranza con la loro gestione, succube degli interessi e delle 

strategie del Gruppo Dalkia, sarà fatta valere in apposito giudizio (...)" (pag. 

13 citaz.); 



che "tale danno si quantifica nella differenza fra il costo di acquisto della 

partecipazione (€ 8.681.695) e il valore del 49% del patrimonio netto di Irene 

S.r.l. risultante dal bilancio impugnato (1.843.623 x 49% = 898.965), e 

pertanto ammonta ad Euro (...) 7.782.730. In misura di tale importo Cartiere 

Pigna ha diritto di essere risarcita dalla società Irene S.r.l. e dal socio di 

maggioranza SIRAM S.p.A., dal momento che la lesione patrimoniale subita le 

è stata procurata da un atto illecito direttamente imputabile -stante il rapporto 

organico- alla società, quale la delibera impugnata, e la relativa approvazione 

è dipesa dal voto determinante espresso da SIRAM S.p.A. in conflitto di 

interessi o con abuso di maggioranza, e comunque in spregio agli obblighi di 

correttezza e buona fede di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c." (pag. 37 citaz.); 

che inoltre, come precisato nel ricorso cautelare depositato il successivo 

27/2/2013,"- (...) come diretta conseguenza del bilancio così approvato, la 

4 


quota di partecipazione di Cartiere Pigna S.p.A. in Irene S.r.l. (49%) ha visto 

crollare il proprio valore: da quello di acquisto, Euro 8.681.695 (...) ad Euro 

898.965; 



- (...) ciò ha cagionato un danno (differenza di valore della propria 

partecipazione), pari ad Euro 7.782.730, dal quale l'attrice ha diritto di essere 

ristorata da Irene S.r.l. e dalla socia di maggioranza SIRAM S.p.A.-, ciò che 

forma oggetto di richiesta risarcitoria per il suddetto importo pure contenuta 

nell'atto di citazione introduttivo del giudizio (...)" (così a pag. 2); 

D. che invece la materiale predisposizione della bozza di bilancio e decisione di 

dismettere la centrale di Alzano Lombardo ad opera degli amministratori (decisione 

peraltro condivisa espressamente anche dal socio di minoranza), nonché la successiva 

attuazione dell'operazione al prezzo risultante dalla svalutazione, sono state 

espressamente dedotte dall'attrice-ricorrente, anche in virtù della riserva di separate 

azioni ex artt. 2395 e 2497 cod. civ. sopra evidenziata, al mero fine di rappresentare 

l'imminenza e consistenza del pericolo di dispersione della garanzia patrimoniale 

costituita dal patrimonio della supposta responsabile IRENE s.r.l. 2 ; 

RITENUTO 

E. che, sic stantibus rebus, è lo stesso evento di danno come concretamente 

prospettato dalla CPP (in termini, come s'è visto, di automatica traduzione della 

svalutazione dell'asset e della correlativa riduzione del valore della partecipazione 

dell'attrice in IRENE s.r.l. in una perdita risarcibile) a non potersi ritenere 

minimamente dimostrato ed anzi, a ben vedere, neppure sufficientemente allegato; 

2 

Come si evince dai seguenti capoversi del ricorso per sequestro (pagg. 5 - 7): "- (...) gli atti posti in essere da Irene 

S.r.l. per la alienazione del cespite (centrale elettrica in Alzano Lombardo) che essa stessa definisce 'suo unico asset 

produttivo' (...), costituiscono atti disposizione della parte preponderante del patrimonio della società, tali da ledere 

gravemente la garanzia che il patrimonio stesso costituisce nei confronti del suoi creditori, a' sensi dell'art. 2740 c.c.; 

(...) - che alla luce di tutto quanto sopra esposto, e della recentissima messa in liquidazione della società, giunta a 

suggello di un accelerato susseguirsi di atti degli organi amministrativo e assembleare iniziati immediatamente dopo la 

notifica, da parte della esponente Cartiere Pigna, dell'atto di impugnazione del bilancio Irene al 31.12.2011 con 

richiesta di danni, introduttivo del presente giudizio, appare più che giustificato (...) il timore dell'attrice di perdere la 

garanzia del proprio credito per risarcimento dei danni a causa del tempo necessario allo svolgimento del presente 

processo, alla piena cognizione delle ragioni che ne formano oggetto e all'accoglimento delle domande ivi proposte 

(periculum in mora) (...)" 

5 


che infatti, anche a voler ipoteticamente ammettere l'illiceità per violazione delle 

norme sul bilancio della appostazione al minor valore di € 11.798.328,00 

dell'immobilizzazione materiale in questione e comunque l'invalidità della delibera 

assembleare di approvazione, ciò non si traduce affatto in via automatica- come 

l'attrice mostra invece di ritenere- in un pregiudizio giuridicamente rilevante nel 

patrimonio del socio, nel senso che se la falsità della valutazione e della conseguente 

appostazione occulta senz'altro, ove esistente, la reale situazione patrimoniale della 

società del cui bilancio si tratta, non per questo essa determina causalmente ipso facto 

una perdita risarcibile nel patrimonio del socio; 

che questa può semmai derivare, infatti, dalle conseguenze operative e gestionali 

che quella erronea (o dolosa dis)applicazione delle norme inderogabili sulla 

formazione del bilancio possa aver ulteriormente determinato, ovvero comunque dal 

verificarsi di una situazione concomitante di atti e fatti dei quali la dedotta illiceità 

abbia costituito un elemento costitutivo e portante, tali da generare in via immediata 

a diretta una perdita o un mancato guadagno in capo al socio preteso danneggiato; 

F. che invece nel caso di specie la CPP si è limitata ad allegare sic et simpliciter la 

riduzione contabile che, ove recepito (come peraltro parrebbe ad oggi non aver fatto) 

il valore pro quota del patrimonio netto della partecipata IRENE s.r.l. risultante dalla 

contestata svalutazione, si produrrebbe nel proprio bilancio, senza che ciò allo stato 

integri di per sé solo in mancanza di qualsiasi altro elemento concretamente 

pregiudizievole -neppure dedotto dall'attrice 3 - alcun evento di danno suscettibile di 

essere risarcito, per di più dalla partecipata stessa contro la quale soltanto il sequestro 

conservativo in esame è stato cautelativamente domandato; 

che a fronte di tale apodittica affermazione, ha avuto quindi buon gioco la difesa 

della resistente IRENE s.r.l. a rilevare in udienza come seguendo la prospettazione 

dell'attrice, se in caso di reiezione dell'impugnativa nessun pregiudizio potrebbe dirsi 

prodotto, in caso di accertata invalidità della deliberazione impugnata in via 

principale il supposto pregiudizio rappresentato dall'attrice ne risulterebbe 

3 Se non del tutto vagamente, e solo in sede di discussione del reclamo, in termini di sopravvenute difficoltà nel 

rapporto con il ceto bancario. 



6 


comunque neutralizzato, sicché -può aggiungersi- mai all'accoglimento della 

domanda di rimozione della delibera di approvazione del bilancio per le ragioni 

dedotte dalla CPP potrebbe accompagnarsi, una volta ripristinata la valutazione della 

centrale termoelettrica in termini di costo storico, la condanna a risarcire la socia 

attrice del relativo 'differenziale'; 

RITENUTO PERTANTO 

G. che per tale ragione una responsabilità risarcitoria potrebbe semmai derivare, in 

presenza di tutti i presupposti di legge, dalla deliberazione ed attuazione ad opera 

degli amministratori della IRENE s.r.l. (o delle società di essa controllanti) della 

vendita a prezzo vile dell'impianto, ma giammai dalla mera svalutazione a bilancio 

del cespite stesso in sé e per sé considerata; 

che neppure il 'danno intertemporale' ipotizzato in udienza dal difensore della 

ricorrente per il periodo intercorrente sino alla decisione della causa di merito può 

ritenersi allo stato esistente, trattandosi per l'appunto di pregiudizio del tutto 

ipotetico, la questione della cui eventuale risarcibilità si porrà se e quando ne 

ricorreranno -e saranno accertati- in futuro i presupposti; 

che in forza dei rilievi che precedono, 

pregiudiziali ed assorbenti rispetto ad ogni altra questione agitata nel dibattito 

cautelare 

ed in ordine ai quali è stato suscitato nell'udienza collegiale il débito 

contraddittorio senza che l'attrice abbia sul punto aggiunto alcunché al 

contenuto dei propri atti, 



il ricorso per sequestro conservativo deve ritenersi radicalmente infondato, onde il 

provvedimento reiettivo emesso dal giudice istruttore della causa di merito, pur con le 

integrazioni motivazionali qui esposte, va senz'altro confermato; 

H. che le spese anche del presente grado cautelare non possono che esser rimesse alla 

sentenza che definirà il merito della controversia, 

P. T. M. 

letti gli artt. 669 terdecies e 671 c.p.c., 

7 


1. rigetta il reclamo meglio indicato in epigrafe; 

2. spese alla sentenza di merito. 



Milano, camera di consiglio del 16 maggio 2013 

il Presidente 

dott. Vincenzo Perozziello 

8

Verbale di prima udienza n. cronol. 557/2013 del 16/05/2013 RG n ...

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