trionfo di vita e di bellezza - Chiesa Cattolica Italiana
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9 agosto 2008 - n. 28 - anno 56° – Poste Italiane s.p.a. - sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB Reggio Emilia – Euro 0,78<br />
CLANDESTINI<br />
Silenzio della <strong>Chiesa</strong>?<br />
Hanno fatto <strong>di</strong>scutere, all’inizio <strong>di</strong> agosto,<br />
la richiesta del ministero dell’Interno<br />
<strong>di</strong> sistemare a Reggio un centinaio <strong>di</strong><br />
clandestini sbarcati a Lampedusa ed il rifiuto<br />
opposto dai sindaci Delrio e Iotti<br />
(Correggio). Oltre alle strumentalizzazioni<br />
politiche del caso, che ancora tengono<br />
banco, dagli organi <strong>di</strong> stampa è venuta<br />
qualche voce critica nei confronti<br />
della <strong>Chiesa</strong>, accusata <strong>di</strong> silenzio o <strong>di</strong><br />
inerzia. Ebbene, questo intervento <strong>di</strong> don<br />
Romano Zanni e il “primo piano” <strong>di</strong> pagina<br />
3 <strong>di</strong>mostrano non solo che la <strong>Chiesa</strong><br />
non tace, ma soprattutto che essa “fa”.<br />
E preferisce un silenzio operoso al vuoto<br />
blaterare <strong>di</strong> questi ultimi giorni.<br />
La <strong>Chiesa</strong> reggiana tace sulla richiesta<br />
del governo <strong>di</strong> ospitare immigrati<br />
clandestini? Il suo silenzio stupisce?<br />
Sì, è vero, la <strong>Chiesa</strong> reggiana, anziché fare<br />
proclami per sollecitare altri a gesti <strong>di</strong><br />
“accoglienza”, anche in questa occasione<br />
ha preferito attivarsi subito per verificare<br />
le possibilità concrete <strong>di</strong> un suo <strong>di</strong>retto<br />
intervento. A questo scopo il sottoscritto<br />
come Delegato vescovile della Caritas,<br />
con il <strong>di</strong>rettore Gianmarco Marzocchini,<br />
lunedì scorso 4 agosto ha avuto<br />
un incontro con il rappresentante<br />
territoriale del governo.<br />
Il primo punto da chiarire è che nel caso<br />
in questione non si tratta <strong>di</strong> fare una generosa<br />
accoglienza, come del resto la<br />
Caritas in Italia, e a Reggio in particolare,<br />
sta facendo in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>.<br />
Se con la precedente normativa si trattava<br />
<strong>di</strong> attuare dei CPT (Centri <strong>di</strong> Permanenza<br />
Temporanea), ora la richiesta governativa<br />
mira, secondo quanto previsto<br />
dal recente decreto, a costituire un CIE<br />
(Centro <strong>di</strong> Identificazione ed Espulsione).<br />
Se già i primi non potevano rientrare nello<br />
stile ecclesiale dell’accoglienza, i secon<strong>di</strong><br />
vi si contrappongono ra<strong>di</strong>calmente.<br />
In altre parole ci verrebbe richiesto <strong>di</strong><br />
essere coinvolti in una sorta <strong>di</strong> regime<br />
carcerario in vista dell’espulsione. Questo<br />
non può essere spacciato per accoglienza.<br />
L’accostamento all’accoglienza<br />
<strong>di</strong> alluvionati o terremotati, prospettato<br />
in questi giorni da qualcuno su un quoti<strong>di</strong>ano<br />
locale, è totalmente fuori luogo.<br />
Passando poi alla verifica concreta <strong>di</strong> ambienti<br />
ecclesiali eventualmente rispondenti<br />
ai requisiti <strong>di</strong> tali Centri <strong>di</strong> Identificazione<br />
ed Espulsione, non ne abbiamo<br />
intravisti.<br />
Tanto per essere chiari, il seminario non<br />
risponde strutturalmente ai requisiti. E sarebbe<br />
in ogni caso inidoneo, perché la<br />
parte non messa a norma è totalmente<br />
inagibile. Se fosse agibile, sarebbe da<br />
tempo occupata da realtà <strong>di</strong>ocesane <strong>di</strong><br />
notevole importanza.<br />
La <strong>Chiesa</strong> reggiana, tramite la Caritas ed<br />
altre istituzioni proprie, quanto alla accoglienza<br />
degli immigrati è impegnata su<br />
<strong>di</strong>versi fronti e in molti mo<strong>di</strong>. C’è invece<br />
chi si espone a parole, caso mai per in<strong>di</strong>care<br />
ad altri quanto dovrebbe fare.<br />
don Romano Zanni<br />
Delegato vescovile della Caritas <strong>di</strong>ocesana<br />
Maria Assunta<br />
<strong>trionfo</strong> <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> be lezza<br />
Basilica <strong>di</strong> S. Prospero, Reggio E., L’Assunta (scuola del Carracci). In S. Prospero, anziché in Cattedrale,<br />
il Vescovo presiederà la Concelebrazione nella solennità dell’Assunta, venerdì 15 agosto, alle 11.<br />
L<br />
a Madonna è passata anima e<br />
corpo nell’al<strong>di</strong>là, nella resurrezione<br />
della <strong>vita</strong> eterna. Maria<br />
in cielo non è <strong>di</strong>ventata più lontana.<br />
È maggiormente vicina, prossima,<br />
accessibile a noi <strong>di</strong> quanto non lo<br />
fosse nella scena evangelica. La contemplazione<br />
del grande mistero della<br />
Madonna assunta in cielo ci conferma<br />
che c’è un mondo anche al <strong>di</strong><br />
fuori del nostro spazio misurabile.<br />
Paolo VI<br />
pag. 5<br />
Oratori<br />
È uscita la legge<br />
regionale sulle<br />
politiche giovanili:<br />
sovvenzioni per<br />
progetti qualificati<br />
degli oratori<br />
Ancora lutto nel clero<br />
Don Giuseppe<br />
Ferrari, per 30 anni<br />
benedettino all’eremo<br />
<strong>di</strong> Bismantova<br />
e per altri 30<br />
prete <strong>di</strong>ocesano<br />
pag. 6<br />
Trent’anni fa<br />
il 6 agosto 1978<br />
moriva Paolo VI.<br />
Una pagina<br />
ricorda i tratti<br />
del suo pontificato<br />
pag. 9<br />
Paolo VI<br />
INSERTO SPECIALE<br />
Al centro <strong>di</strong> questo numero<br />
il 5° inserto speciale 2008 <strong>di</strong><br />
“Memoria Ecclesiae”<br />
a cura del Centro Diocesano<br />
Stu<strong>di</strong> Storici “Mons. F. Milani”.<br />
Otto pagine staccabili che,<br />
ripiegate e tagliate, formano un<br />
fascicolo autonomo <strong>di</strong> 16 pagine.<br />
Da leggere e conservare.<br />
AI LETTORI<br />
Il prossimo numero<br />
de “La Libertà” uscirà<br />
SABATO 30 agosto.<br />
Dal numero successivo<br />
(6 settembre) riprenderanno<br />
le uscite regolari.<br />
Buon Ferragosto.
2<br />
9 agosto 2008<br />
Comunicato della Curia<br />
NO ANIMALI VIVI<br />
IN LOTTERIE ECC.<br />
A tutti i Parroci e agli organizzatori<br />
<strong>di</strong> manifestazioni<br />
parrocchiali.<br />
Le tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> paese vogliono<br />
che spesso durante<br />
le feste e le sagre estive<br />
si pongano quali premi<br />
<strong>di</strong> pesche, lotterie, giochi<br />
vari, degli animali vivi<br />
(pesciolini rossi, pulcini,<br />
anatroccoli, coniglietti,<br />
gattini, ecc.); si segnala a<br />
tutti che dal 2005 tale<br />
pratica costituisce illecito<br />
in base alla Legge regionale<br />
n. 5/2005, art. 7,<br />
comma 2 che recita testualmente:<br />
«gli animali<br />
sia adulti che piccoli o<br />
cuccioli non possono essere<br />
messi in palio o in<br />
omaggio o come vincita<br />
a nessun titolo, né per<br />
giochi, lotterie o spettacolo.<br />
Sanzione euro<br />
2.500,00».<br />
Si fa pertanto esplicito invito<br />
a tutte la Parrocchie<br />
(ed aventi causa) <strong>di</strong> EVI-<br />
TARE in modo assoluto il<br />
protrarsi <strong>di</strong> tale pratica illegale<br />
le cui conseguenze,<br />
anche economiche,<br />
non risultano trascurabili.<br />
Domenica 10 agosto, XIX del tempo or<strong>di</strong>nario<br />
* Nella nostra Diocesi, 9 sono le parrocchie intitolate<br />
a San Lorenzo e che questa domenica possono<br />
celebrare la solennità del Patrono: Baiso,<br />
Cerredolo <strong>di</strong> Toano, Febbio e Morsiano <strong>di</strong> Villa<br />
Minozzo, Gavasseto, Montalto, Prignano sulla<br />
Secchia, Rosano, Vetto. A queste se ne aggiunge<br />
una decima: Sant’Agostino in città, originariamente<br />
intitolata a S. Lorenzo, per cui si scrive ancora<br />
“parrocchia <strong>di</strong> San Lorenzo in Sant’Agostino”.<br />
San Lorenzo, <strong>di</strong>acono della <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> Roma,<br />
fu martirizzato il 10 agosto del 258, quin<strong>di</strong> quest’anno<br />
si celebrano i 1750 anni del martirio.<br />
• San Lorenzo è venerato patrono dei <strong>di</strong>aconi e<br />
nella nostra Diocesi, anche quest’anno, i <strong>di</strong>aconi<br />
permanenti sono in<strong>vita</strong>ti a celebrare il loro patrono<br />
nella chiesa <strong>di</strong> Montalto. Il motivo è che<br />
questa parrocchia del vezzanese è come un memoriale<br />
<strong>di</strong> don Alberto Altana, Servo della <strong>Chiesa</strong><br />
e per quasi 30 anni promotore instancabile a<br />
Reggio e in tutta Italia del ripristino del <strong>di</strong>aconato<br />
permanente come fattore <strong>di</strong> rinnovamento ecclesiale.<br />
A Montalto, Alberto Altana era <strong>di</strong> casa,<br />
essendo la parrocchia originaria della mamma.<br />
Da giovane vi aveva fondato il gruppo <strong>di</strong> Azione<br />
<strong>Cattolica</strong> e la sua seconda messa come prete novello,<br />
la domenica 27 marzo 1949, la celebrò a<br />
Montalto. Quest’anno, poi, la Messa delle 11 è<br />
presieduta per la prima volta dal Vescovo Adriano,<br />
e, oltre che dal parroco don Gianfranco Rossi,<br />
sarà concelebrata da Mons. Francesco Marmiroli,<br />
vicario episcopale per il <strong>di</strong>aconato.<br />
• Si ricorda nella preghiera il Vescovo Ausiliare<br />
nel suo giorno onomastico.<br />
Lunedì 11 agosto, Memoria <strong>di</strong> Santa Chiara,<br />
patrona della televisione<br />
• Si celebra la memoria <strong>di</strong> Santa Chiara <strong>di</strong> Assisi;<br />
è festa nelle comunità religiose francescane e<br />
solennità a Correggio, nella chiesa del monastero<br />
delle Clarisse a lei intitolata.<br />
• Santa Chiara, a motivo <strong>di</strong> una notte <strong>di</strong> Natale<br />
in cui, ammalata, potè contemplare sulle pareti<br />
della cella il presepe e i riti delle funzioni solenni<br />
che si svolgevano ad Assisi, il 14 febbraio 1957<br />
fu proclamata da Pio XII patrona della tv.<br />
Martedì 12 agosto<br />
• Secondo il nuovo calendario liturgico, in questo<br />
giorno si può fare memoria <strong>di</strong> Santa Giovanna<br />
Francesca <strong>di</strong> Chantal, fondatrice con San Francesco<br />
<strong>di</strong> Sales, dell’Or<strong>di</strong>ne delle Suore della Visitazione<br />
(finora la memoria era al 12 <strong>di</strong>cembre!).<br />
• Il Vescovo emerito mons. Paolo Gibertini, ricorda<br />
in questo giorno il 63° anniversario della<br />
sua Or<strong>di</strong>nazione presbiterale.<br />
Mercoledì 13 agosto, Marce penitenziali del 13<br />
• È possibile fare la memoria dei Santi martiri<br />
Ponziano papa e Ippolito presbitero († 235).<br />
• Alla sera, nei Santuari mariani della Diocesi si<br />
tengono le tra<strong>di</strong>zionali Marce del 13 del mese,<br />
vissute ad agosto come una vigilia della grande<br />
solennità dell’Assunta. In questo anno del 150°<br />
delle apparizioni a Lourdes, l’Unitalsi reggiana<br />
animerà la marcia penitenziale presso il Santua-<br />
CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO<br />
rio B. V. della Neve a Fellegara e la Messa, in preparazione<br />
al pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano a Lourdes<br />
<strong>di</strong> fine mese, sarà presieduta dall’Ausiliare.<br />
Giovedì 14 agosto, Memoria <strong>di</strong><br />
San Massimiliano Kolbe e vigilia dell’Assunta<br />
• San Massimiliano Maria Kolbe, presbitero polacco<br />
nei Minori Conventuali, morì ad Auschwitz,<br />
nel bunker della fame, il 14 agosto 1941,<br />
avendo offerto la propria <strong>vita</strong> al posto <strong>di</strong> un padre<br />
<strong>di</strong> famiglia. Giovanni Paolo II lo definì il “patrono<br />
del nostro <strong>di</strong>fficile secolo”, così bisognoso<br />
<strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> riconciliazione tra i popoli, ma anche<br />
<strong>di</strong> luce sul senso della <strong>vita</strong> e della morte.<br />
La memoria è obbligatoria ma, essendo vigilia<br />
dell’Assunta, può essere celebrata solo al mattino.<br />
• Nelle Messe vespertine si celebra la Messa propria<br />
della Vigilia dell’Assunta.<br />
• La Vigilia vissuta come momento forte <strong>di</strong> preghiera,<br />
<strong>di</strong> vigile attesa, sul modello della notte <strong>di</strong><br />
Pasqua, è celebrata nel monastero delle Serve <strong>di</strong><br />
Maria a Montecchio. La Veglia, a partire dalle<br />
ore 21.15, è presieduta dall’Ausiliare Lorenzo.<br />
VENERDÌ 15 AGOSTO, SOLENNITÀ<br />
DELL’ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA<br />
L’Assunzione <strong>di</strong> Maria in corpo ed anima è mistero<br />
<strong>di</strong> risurrezione e <strong>di</strong> gloria, segno <strong>di</strong> consolazione<br />
e sicura speranza per i credenti.<br />
• Ben 28 parrocchie della nostra Diocesi festeggiano<br />
Santa Maria Assunta come titolare della<br />
chiesa parrocchiale e della comunità: innanzitutto<br />
la Cattedrale, poi Àncora <strong>di</strong> Sassuolo, Arceto,<br />
Bibbiano, Casola Querciola, Castellarano, Castello<br />
Querciola, Castelnovo ne’ Monti, Castelvecchio<br />
<strong>di</strong> Prignano, Debbia e Visignolo <strong>di</strong> Baiso,<br />
Dinazzano, Fabbrico, Felina, Gombio <strong>di</strong> Castelnovo<br />
Monti, Minozzo, Miscoso, Nigone e<br />
Succiso <strong>di</strong> Ramiseto, Pianzo <strong>di</strong> Casina, Poiago e<br />
Pontone <strong>di</strong> Carpineti, Puianello, Quara <strong>di</strong> Toano,<br />
Reggiolo, Sesso, Toano, Ventoso <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>ano. Tra<br />
le chiese non parrocchiali si segnala la Ba<strong>di</strong>a Romanica<br />
<strong>di</strong> Marola. Le parrocchie citate sono quasi<br />
tutte tra le più antiche della Diocesi, per <strong>di</strong>re come<br />
il titolo dell’Assunta si sia <strong>di</strong>ffuso, dalla chiesa<br />
Cattedrale, dal Po al Cerreto.<br />
• L’Assunzione della B.V. è l’unica festa mariana,<br />
insieme a quella della Natività della Vergine (8<br />
settembre), che cade alla medesima data, il 15<br />
agosto, appunto, nei rispettivi calendari liturgici<br />
delle <strong>di</strong>verse confessioni cristiane (cattolici occidentali,<br />
greco-cattolici e ortodossi, anglicani, copti<br />
ed etiopici, maroniti, siro-occidentali e siroorientali):<br />
è un’occasione per pregare in comunione<br />
con gli altri cristiani e per invocare per l’intercessione<br />
<strong>di</strong> Maria il dono dell’unità.<br />
• Si ricorda nella preghiera l’ultimo Vescovo <strong>di</strong><br />
Guastalla, mons. Angelo Zambarbieri, spentosi il<br />
15 agosto 1970 e sepolto nella Concattedrale.<br />
• Tra le celebrazioni del 15 agosto, si segnalano<br />
le seguenti presiedute dai nostri Vescovi:<br />
* Il Vescovo Adriano presiede la solennità <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Assunta con i sacerdoti e le comunità<br />
parrocchiali del Centro storico. La concelebra-<br />
Vita <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
A partire dal 1° settembre, Giornata nazionale per la Salvaguar<strong>di</strong>a del Creato<br />
Papa Benedetto XVI: "Prima che sia troppo tar<strong>di</strong>!"<br />
Un programma <strong>di</strong> iniziative che coinvolgono le parrocchie e le scuole<br />
Porsi il problema dell’ambiente,<br />
“prima che<br />
sia troppo tar<strong>di</strong>” significa<br />
anzitutto decidersi per<br />
una inversione <strong>di</strong> rotta. Lo ha<br />
proclamato chiaramente anche<br />
Papa Benedetto XVI già<br />
lo scorso settembre, all’Agorà<br />
dei giovani riuniti a Loreto:<br />
“Prima che sia troppo tar<strong>di</strong>,<br />
occorre adottare scelte coraggiose<br />
che sappiano ricreare<br />
una forte alleanza tra l’uomo<br />
e la terra. Serve un “SÌ” deciso<br />
alla tutela del creato e un impegno<br />
forte per invertire quelle<br />
tendenze che rischiano <strong>di</strong><br />
portare a situazioni <strong>di</strong> degrado<br />
irreversibile”.<br />
I Vescovi italiani, nel messaggio<br />
inviato per la celebrazione<br />
della prossima Giornata<br />
per la Salvaguar<strong>di</strong>a del Creato,<br />
il 1° settembre, riprendono<br />
lo stesso tema, esplicitando:<br />
“Un efficace rinnovamento<br />
delle pratiche – personali,<br />
familiari e comunitarie – non<br />
potrà realizzarsi senza una<br />
vera e propria «conversione<br />
ecologica», cioè senza uno<br />
sguardo rinnovato sulle nostre<br />
esistenze e sui beni che<br />
la caratterizzano”. Il titolo del<br />
messaggio è “Una nuova sobrietà<br />
per abitare la terra”.<br />
Terra casa comune da<br />
abitare o terra fossa comune<br />
in cui sprofondare?!<br />
“Un’alleanza tra l’uomo e la<br />
terra… prima che sia troppo<br />
tar<strong>di</strong>…”, <strong>di</strong>ce il Papa. Ma non<br />
lo è già?! Che sia tar<strong>di</strong> e che<br />
sia ora <strong>di</strong> svegliarsi lo pensiamo<br />
in tanti. Che non sia ormai<br />
“troppo” tar<strong>di</strong>, tutti osiamo<br />
sperarlo....<br />
Per questo ci mobilitiamo, lasciandoci<br />
coinvolgere da chi<br />
si è mosso prima <strong>di</strong> noi e desiderando<br />
coinvolgere chi sta<br />
vicino a noi: persone, famiglie,<br />
comunità, istituzioni.<br />
Per questo proponiamo per i<br />
prossimi mesi in terra reggiano-guastallese<br />
una prima<br />
tappa <strong>di</strong> percorso con iniziative<br />
<strong>di</strong> vario genere, atte a ridestare<br />
l’attenzione, a scuotere<br />
le coscienze, a creare<br />
sensibilità, a mettere in circolo<br />
energie.<br />
Vorremmo trovare le porte<br />
aperte della mente e del cuo-<br />
CALENDARIO LITURGICO<br />
zione inizierà alle 11 (sono sospese nella fascia<br />
oraria dalle 10 alle 12 le Messe nelle altre chiese<br />
parrocchiali) e sarà in via straor<strong>di</strong>naria nella Basilica<br />
<strong>di</strong> S. Prospero, a motivo della chiusura del<br />
Duomo fino al 15 novembre.<br />
* L’Ausiliare Lorenzo presiede la solennità alle<br />
10.30 nella chiesa <strong>di</strong> S. Pietro a Fazzano, dove il<br />
parroco da settimane è ricoverato in ospedale.<br />
* Il Vescovo emerito Paolo presiede la solenne celebrazione<br />
eucaristica alle 6.45 presso l’oratorio<br />
della B.V. a S. Michele de’ Mucchietti (Sassuolo),<br />
al termine della 153 a processione penitenziale a<br />
pie<strong>di</strong> scalzi e con un cero in mano.<br />
Sabato 16 agosto, Memoria popolare <strong>di</strong> S. Rocco<br />
• Mentre il calendario della <strong>Chiesa</strong> universale in<strong>di</strong>ca<br />
al 16 agosto la memoria <strong>di</strong> S. Stefano - “re<br />
apostolico <strong>di</strong> Ungheria” per quasi 40 anni agli<br />
inizi del II millennio dell’era cristiana -, nella nostra<br />
Diocesi, come in tante altre <strong>di</strong> Italia e <strong>di</strong> Francia,<br />
viene festeggiato il più popolare San Rocco,<br />
pellegrino nell’Europa cristiana del XIV secolo.<br />
Sei sono le parrocchie a lui intitolate: Acquabona<br />
<strong>di</strong> Collagna, Caprara <strong>di</strong> Campegine, Casalino<br />
<strong>di</strong> Ligonchio, Gazzolo <strong>di</strong> Ramiseto, Piagnolo, San<br />
Rocco <strong>di</strong> Guastalla e Villarotta <strong>di</strong> Luzzara; e almeno<br />
in una ventina vi sono oratori o immagini<br />
<strong>di</strong> San Rocco particolarmente cari ai fedeli: Arceto,<br />
Barco, Bibbiano, Castelvecchio, Fontanaluccia,<br />
Ligonchio Alto, Massa <strong>di</strong> Toano, Montecavolo,<br />
Montericco, Monzone, San Martino in<br />
Rio, San Quirino <strong>di</strong> Correggio, San Romano <strong>di</strong><br />
Baiso, S. Ilario, Boretto...<br />
• L’Ausiliare Lorenzo, alle 11, è a Ligonchio per<br />
la tra<strong>di</strong>zionale Sagra legata al piccolo e antico<br />
oratorio <strong>di</strong> San Rocco, a Ligonchio Alto.<br />
Domenica 17 agosto, XX del tempo or<strong>di</strong>nario<br />
Martedì 19 agosto, Memoria <strong>di</strong> S. Giovanni Eudes<br />
• È possibile la memoria <strong>di</strong> San Giovanni Eudes,<br />
sacerdote francese vissuto nel XVII secolo, apostolo<br />
del culto liturgico del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù.<br />
Mercoledì 20 agosto, Memoria <strong>di</strong> S. Bernardo<br />
• È obbligatoria la memoria <strong>di</strong> San Bernardo,<br />
abate nel XII secolo, uno dei padri dell’Or<strong>di</strong>ne Cistercense.<br />
Maestro <strong>di</strong> guida spirituale, educatore<br />
<strong>di</strong> generazioni <strong>di</strong> santi, ha lasciato un’opera notevole<br />
<strong>di</strong> commento alla Bibbia e alla liturgia, per<br />
questo è considerato uno dei gran<strong>di</strong> dottori della<br />
<strong>Chiesa</strong>. Ha ispirato un devoto affetto all’umanità<br />
<strong>di</strong> Cristo e alla Vergine Madre.<br />
Giovedì 21 agosto, Memoria <strong>di</strong> S. Pio X<br />
• È obbligatoria la memoria <strong>di</strong> San Pio X, Giuseppe<br />
Sarto, pontefice dal 4 agosto 1903 al 20<br />
agosto 1914. Canonizzato nel 1954, solo alcune<br />
realtà ecclesiali recenti nella nostra Diocesi sono<br />
intitolate a San Pio X: la parrocchia citta<strong>di</strong>na, fondata<br />
nel 1963 (e anche la scuola materna), ora in<br />
unità pastorale con Pieve e Roncocesi; la chiesa<br />
non parrocchiale a Sorbolo Levante (del 1967)<br />
re, soprattutto nelle parrocchie<br />
(cui è stato inviato il manifesto<br />
e un intero dossier) e<br />
nelle scuole, per quella <strong>di</strong>mensione<br />
educativa che da<br />
sempre caratterizza la loro<br />
natura e la loro azione e che<br />
oggi deve esprimersi anche<br />
nella capacità <strong>di</strong> formare a<br />
comportamenti responsabili,<br />
a stili <strong>di</strong> <strong>vita</strong> corretti, ad<br />
una <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> <strong>vita</strong> rispettosa<br />
delle leggi <strong>di</strong> madre-natura<br />
e delle voci dell’intera famiglia<br />
umana.<br />
Come educatori, chie<strong>di</strong>amoci<br />
e riflettiamo<br />
insieme ai nostri concitta<strong>di</strong>ni:<br />
<strong>di</strong> quanti ettari <strong>di</strong><br />
terra, <strong>di</strong> mare, <strong>di</strong> cielo… abbiamo<br />
bisogno per sod<strong>di</strong>sfare<br />
i nostri consumi e per assorbire<br />
i nostri rifiuti?<br />
Non sarebbe più utile, coraggioso<br />
e urgente preoccuparci<br />
delle nostre impronte “ecologiche”,<br />
sempre più pesanti,<br />
<strong>di</strong>ffuse, tossiche, anziché fissarci<br />
su quelle “<strong>di</strong>gitali”?<br />
Prima che sia toppo tar<strong>di</strong>!...<br />
don Emauele Benatti<br />
nella parrocchia <strong>di</strong> Lentigione (Brescello) e la<br />
scuola materna de La Vecchia <strong>di</strong> Vezzano.<br />
• Il calendario liturgico ricorda in questo giorno<br />
anche la Beata Victoire Rasoamanarivo, vedova<br />
e principessa del Madagascar, morta a 46 anni il<br />
21 agosto 1894: <strong>di</strong>fese con tenacia la fede e la<br />
<strong>Chiesa</strong> cattolica in un grave momento <strong>di</strong> persecuzione,<br />
in cui furono espulsi dall’isola tutti missionari.<br />
È la patrona della <strong>Chiesa</strong> malgascia. Il<br />
fondatore delle Case della Carità, don Mario<br />
Pran<strong>di</strong>, fece pregare ogni giorno nel Rosario in tutte<br />
le Case per la “glorificazione” <strong>di</strong> questa donna<br />
laica; così la prima beata <strong>di</strong> questo popolo è stata<br />
proclamata tale da Giovanni Paolo II nella sua<br />
visita storica in Madagascar, il 29 aprile 1989.<br />
Venerdì 22 agosto, Beata Vergine Maria Regina<br />
• Pio XII nel 1955 fissò questa memoria, <strong>di</strong> origine<br />
devozionale, a otto giorni dall’Assunta.<br />
• Si ricorda il car<strong>di</strong>nale reggiano Giovanni Mercati,<br />
bibliotecario e archivista <strong>di</strong> Santa Romana<br />
<strong>Chiesa</strong>, nel 51° della morte, avvenuta a Roma.<br />
Sabato 23 agosto, memoria <strong>di</strong> S. Rosa da Lima<br />
• Al mattino, è possibile fare la memoria <strong>di</strong> Santa<br />
Rosa da Lima, vergine, vissuta in Perù tra il XVI<br />
e il XVII secolo, modello <strong>di</strong> <strong>vita</strong> penitente e <strong>di</strong><br />
preghiera continua nella semplicità della <strong>vita</strong> laicale.<br />
È la prima santa del Continente americano.<br />
Domenica 24 agosto, XXI del tempo or<strong>di</strong>nario<br />
• Nella nostra Diocesi, sono 9 le parrocchie intitolate<br />
a San Bartolomeo apostolo e che questa<br />
domenica possono celebrare la solennità del Patrono:<br />
Borzano d’Enza, Camporella <strong>di</strong> Ramiseto,<br />
Casalgrande Alto, Casina, Collagna, Enzola <strong>di</strong> Poviglio,<br />
Paullo <strong>di</strong> Casina, San Bartolomeo in Sassoforte,<br />
Secchio <strong>di</strong> Villa Minozzo.<br />
Lunedì 25 agosto, S. Ludovico re <strong>di</strong> Francia<br />
• È possibile fare la memoria <strong>di</strong> San Ludovico (re<br />
<strong>di</strong> Francia nel XIII secolo) o <strong>di</strong> San Giuseppe Calasanzio,<br />
grande figura <strong>di</strong> educatore dei giovani<br />
nella Spagna del XVI-XVII secolo.<br />
• A Brescello si festeggia, come patrono titolare<br />
della parrocchia, il vescovo San Genesio, secondo<br />
la tra<strong>di</strong>zione inviato nelle nostre terre da Sant’Ambrogio<br />
<strong>di</strong> Milano. L’antica <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Brescello<br />
è rimasta solo come sede titolare; attualmente<br />
il vescovo titolare è mons. Istvan Katona,<br />
ausiliare emerito <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ocesi ungherese.<br />
• A Fabbrico si festeggia come compatrono il<br />
martire romano san Genesio, secondo la tra<strong>di</strong>zione<br />
un attore da burla, che si convertì mentre<br />
irrideva i misteri del cristianesimo, come il Battesimo,<br />
e che pagò la fede con il martirio.<br />
Martedì 26 agosto<br />
• Trent’anni fa veniva eletto papa Albino Luciani,<br />
che assunse il nome <strong>di</strong> Giovanni Paolo I.<br />
Mercoledì 27 agosto, Memoria <strong>di</strong> Santa Monica,<br />
mamma <strong>di</strong> Sant’Agostino<br />
Giovedì 28 agosto, Memoria <strong>di</strong> Sant’Agostino,<br />
vescovo e dottore della <strong>Chiesa</strong>
Primo Piano 9 agosto 2008 3<br />
Immigrazione in Italia: la <strong>Chiesa</strong> c’è<br />
Il lavoro quoti<strong>di</strong>ano svolto dalle Caritas sul territorio<br />
Da "L'Osservatore Romano" del 2<br />
agosto ripren<strong>di</strong>amo questo articolo<br />
che aiuta a costruire una visione<br />
d'insieme dell'impegno della<br />
<strong>Chiesa</strong> italiana sul fronte sempre<br />
più caldo dell'immigrazione.<br />
Dal 1970 a oggi si è passati<br />
da 143.838 presenze<br />
<strong>di</strong> stranieri in Italia a<br />
4 milioni, con un aumento <strong>di</strong><br />
quasi trenta volte. Prima questa<br />
presenza era marginale nella<br />
società italiana, ora ne è <strong>di</strong>ventata<br />
uno dei fenomeni più rilevanti.<br />
La <strong>Chiesa</strong>, con le Caritas<br />
in prima linea, continua a<br />
svolgere opera <strong>di</strong> supplenza su<br />
più fronti.<br />
"Quando dunque la Caritas<br />
parla <strong>di</strong> immigrazione - ha detto<br />
a "L'Osservatore Romano",<br />
don Vittorio Nozza, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />
Caritas italiana - tutti sanno,<br />
perché lo sperimentano sul territorio,<br />
che <strong>di</strong>etro le parole c'è<br />
un lavoro quoti<strong>di</strong>ano per il bene<br />
comune <strong>di</strong> incontro, ascolto,<br />
accoglienza, me<strong>di</strong>azione culturale<br />
e sociale, tutela della persona<br />
immigrata e della sua famiglia".<br />
Un lavoro nelle 220 Caritas<br />
<strong>di</strong>ocesane presenti su tutto<br />
il territorio italiano, nei luoghi<br />
<strong>di</strong> accoglienza alle frontiere<br />
del nostro Paese, nei centri <strong>di</strong><br />
ascolto, nelle numerose cooperative<br />
promosse per favorire<br />
l'inserimento lavorativo delle<br />
persone immigrate, nei progetti<br />
e percorsi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione culturale<br />
e sociale, nelle parrocchie<br />
piccole e gran<strong>di</strong>, e negli<br />
oratori, in cui giocano e crescono<br />
bambini immigrati e bambini<br />
italiani.<br />
Negli ultimi anni si è sviluppata<br />
una forte azione<br />
<strong>di</strong> collegamento che<br />
vede Caritas italiana impegnata<br />
a coor<strong>di</strong>nare oltre 100 realtà<br />
<strong>di</strong>ocesane sui temi della tratta,<br />
dell'asilo e dell'immigrazione<br />
in generale.<br />
Il primo impegno è l'accoglienza<br />
or<strong>di</strong>naria, che si traduce prevalentemente<br />
in funzioni <strong>di</strong><br />
ascolto, sod<strong>di</strong>sfacimento dei bi-<br />
sogni primari, promozione della<br />
solidarietà. Solo negli ultimi<br />
5 anni, le Caritas <strong>di</strong>ocesane<br />
hanno avviato, grazie anche ai<br />
fon<strong>di</strong> Cei dell'otto per mille,<br />
ben 164 progetti specifici per<br />
immigrati, rifugiati e richiedenti<br />
asilo, vittime della tratta, con<br />
un impegno economico <strong>di</strong> oltre<br />
13,5 milioni <strong>di</strong> euro.<br />
La Caritas fino a oggi ha<br />
anche garantito un supporto<br />
al Governo nelle fasi<br />
più critiche degli sbarchi mettendo<br />
a <strong>di</strong>sposizione ulteriori<br />
posti sul territorio nazionale.<br />
Con riferimento all'ultima circolare<br />
Morcone con la quale si<br />
chiedeva alle prefetture <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />
sul territorio organizzazioni<br />
<strong>di</strong>sposte a fornire accoglienze<br />
in previsione dell'aumento<br />
degli sbarchi nel periodo<br />
estivo, la Caritas italiana, in<br />
stretta collaborazione con le delegazioni<br />
regionali Caritas, si è<br />
attivata in<strong>di</strong>viduando solamen-<br />
Sui problemi legati all'immigrazione clandestina,<br />
che riguardano da vicino anche Reggio Emilia,<br />
abbiamo raccolto il pensiero <strong>di</strong> don Giuseppe<br />
Dossetti, parroco <strong>di</strong> San Pellegrino in città, da anni<br />
impegnato in prima linea al fianco degli stranieri<br />
(per lo più provenienti dall'Est europeo).<br />
Don Giuseppe, l'ipotesi <strong>di</strong> istituire un "Cpt"<br />
(o meglio un "Cie": centro <strong>di</strong> identificazione<br />
ed espulsione) a Reggio Emilia le sembra<br />
percorribile?<br />
Un Cpt a Reggio potrebbe anche servire. Il problema<br />
è che non si capisce con quali criteri le<br />
persone sono mandate in questi centri. Di fatto<br />
si trovano a conviverci stranieri fermati più volte<br />
per gli stessi reati e che poi tornano impunemente<br />
a delinquere ed altri, per lo più donne,<br />
arrivati in Italia per lavorare onestamente ma<br />
che hanno avuto la sventura <strong>di</strong> essere catturati<br />
in una retata <strong>di</strong> polizia. A Reggio ci saranno tra<br />
i 10 e i 15.000 "irregolari", ma fra questi quanti<br />
dovrebbero realmente essere esplusi perché socialmente<br />
pericolosi sono solo poche centinaia.<br />
Manca una logica <strong>di</strong> fondo.<br />
Da dove si dovrebbe partire per affrontare<br />
una questione così complessa e apparentemente<br />
incontrollabile come l'immigrazione<br />
"irregolare"?<br />
Il problema è <strong>di</strong>fficilissimo: ma non aiutano a<br />
trovare una soluzione gli slogan emotivi, le ipocrisie,<br />
come quella <strong>di</strong> fingere che gli stranieri in<br />
attesa <strong>di</strong> permesso siano a casa loro, o le crudeltà<br />
burocratiche. Il nodo della questione è la<br />
clandestinità. La clandestinità genera illegalità,<br />
delinquenza, sfruttamento. Ma la clandestinità<br />
sta <strong>di</strong>ventando in Italia, e forse in tutta Europa,<br />
Foto <strong>di</strong> repertorio: immigrati in coda alle Poste centrali <strong>di</strong> Reggio per una delle prime “regolarizzazioni”.<br />
te in Sicilia oltre 200 posti, mentre<br />
30 posti per categorie vulnerabili<br />
sono stati in<strong>di</strong>viduati nella<br />
città <strong>di</strong> Pescara e altri se ne<br />
stanno in<strong>di</strong>viduando. Anche la<br />
presenza <strong>di</strong> Caritas nelle strutture<br />
<strong>di</strong> prima accoglienza è particolarmente<br />
significativa: vale<br />
la pena ricordare che nel Cpa <strong>di</strong><br />
Sant'Anna, il più grande d'Italia<br />
e forse d'Europa, dove attual-<br />
mente si trovano 1.800 ospiti a<br />
fronte <strong>di</strong> una capienza massima<br />
<strong>di</strong> circa 1.200, la Caritas <strong>di</strong>ocesana<br />
<strong>di</strong> Crotone è presente con<br />
ben 25 operatori che svolgono<br />
eminentemente un'attività <strong>di</strong><br />
consulenza ed accompagna-<br />
mento degli utenti.<br />
Sono stati inoltre aperti<br />
centri <strong>di</strong> ascolto specifici<br />
per immigrati o, in realtà<br />
<strong>di</strong>ocesane più piccole, destinati<br />
sia a italiani in <strong>di</strong>fficoltà che a<br />
immigrati. I centri <strong>di</strong>ocesani<br />
sono oltre 200 (migliaia sono<br />
quelli a livello parrocchiale), ormai<br />
presenti in tutte le <strong>di</strong>ocesi e<br />
Solo negli ultimi 5 anni,le Caritas <strong>di</strong>ocesane hanno<br />
avviato,grazie anche ai fon<strong>di</strong> Cei dell'otto per mille,<br />
ben 164 progetti specifici per immigrati,rifugiati e<br />
richiedenti asilo,vittime della tratta,con un<br />
impegno economico <strong>di</strong> oltre 13,5 milioni <strong>di</strong> euro<br />
una con<strong>di</strong>zione ine<strong>vita</strong>bile.<br />
Allude ai "buchi" della legge italiana sull'immigrazione?<br />
La nostra legge prescinde dalla realtà, e mi permetto<br />
<strong>di</strong> insistere sul fatto che non c'è sostanziale<br />
<strong>di</strong>fferenza tra la Turco-Napolitano del centro<br />
sinistra e la Bossi-Fini del centrodestra. Di<br />
fatto oggi è impossibile entrare<br />
in Italia per lavoro in<br />
modo regolare. Il meccanismo<br />
delle quote prevede<br />
che il lavoratore sia là. Mi<br />
chiedo: come fa il datore <strong>di</strong><br />
lavoro a conoscerlo? Evidente<br />
che lui è già qua, e<br />
magari lavora già in nero.<br />
Inoltre la lentezza burocratica<br />
è tale per cui chi ha<br />
bisogno <strong>di</strong> un lavoratore è<br />
spinto a cercarlo sul mercato<br />
nero.<br />
Ma non dovrebbe essere<br />
proprio il mercato<br />
del lavoro a regolare<br />
"naturalmente" i flussi?<br />
In teoria. Ma gli ostacoli<br />
burocratici che sono stati<br />
innalzati servono solo a<br />
complicare la <strong>vita</strong> ai poveri cristi, che subiscono<br />
ulteriori taglieggiamenti: per esempio, il tanto<br />
sospirato visto <strong>di</strong> ingresso viene concesso<br />
dall'Ambasciata italiana del Paese d'origine del<br />
lavoratore. Costui è ovviamente in Italia; ha in<br />
mano il nullaosta rilasciato al datore <strong>di</strong> lavoro;<br />
deve spendere dei sol<strong>di</strong> per andare al Paese suo.<br />
Quando scende all'aeroporto, la guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fron-<br />
oltre la metà degli incontri quoti<strong>di</strong>ani<br />
che vi si svolgono sono<br />
con gli immigrati. Insieme agli<br />
osservatori delle povertà e delle<br />
risorse e ai laboratori per le Caritas<br />
parrocchiali rappresentano<br />
luoghi quoti<strong>di</strong>ani del lavoro<br />
tiera gli <strong>di</strong>ce: "Ma il tuo visto è scaduto, magari<br />
da due anni; ti metto un timbro sul passaporto<br />
per cui non potrai più tornare in Italia". E<strong>vita</strong>re<br />
il timbro costava all'aeroporto <strong>di</strong> Kiev una cinquantina<br />
<strong>di</strong> euro, oggi ne costa centocinquanta.<br />
Non parliamo poi delle richieste <strong>di</strong> nullaosta per<br />
lavori fasulli, fatte da italiani che si fanno pagare<br />
tre, quattromila euro<br />
per una firma.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una prassi <strong>di</strong>ffusa?<br />
Sono convinto che almeno<br />
un terzo delle 750.000 domande<br />
presentate con<br />
l'ultimo decreto flussi sono<br />
appunto per lavori fasulli.<br />
Ma siccome quest'anno<br />
è stata introdotta<br />
la lotteria informatica, che<br />
ha rimescolato le graduatorie<br />
in modo incomprensibile,<br />
persone che avrebbero<br />
un lavoro vero si vedranno<br />
passare davanti<br />
persone che verranno licenziate<br />
quin<strong>di</strong>ci giorni<br />
dopo aver firmato il contratto<br />
<strong>di</strong> lavoro davanti al<br />
prefetto. Ma che avranno il permesso <strong>di</strong> soggiorno...<br />
Non pensa che la "clandestinità" sia anche<br />
un problema <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> attesa?<br />
Certo. Dal momento in cui uno straniero entra<br />
in Italia - con gommone o pulmino, con visto<br />
turistico o senza alcun visto - a quello in cui egli<br />
ha in mano il tanto agognato permesso <strong>di</strong> sog-<br />
<strong>di</strong> ascolto e osservazione, in cui<br />
coinvolgere sempre <strong>di</strong> più la comunità<br />
in tutte le sue articolazioni.<br />
Anche qui ci sono dati significativi:<br />
dal 2000 al 2005 sono<br />
stati 230 i progetti <strong>di</strong> ascolto,<br />
orientamento e accoglienza avviati<br />
grazie ai fon<strong>di</strong> otto per mille<br />
per quasi 4,5 milioni <strong>di</strong> euro.<br />
A<br />
questo si aggiunge la<br />
promozione del volontariato<br />
sul territorio <strong>di</strong>ocesano<br />
e la realizzazione <strong>di</strong> vere<br />
e proprie mense con il contributo<br />
essenziale delle parrocchie;<br />
l'organizzazione della <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> pasti da parte <strong>di</strong><br />
istituti religiosi o singole parrocchie.<br />
La promozione della<br />
solidarietà avviene dunque attraverso<br />
il coinvolgimento delle<br />
risorse sul territorio della <strong>di</strong>ocesi<br />
(parrocchie, istituti religiosi,<br />
famiglie) con la sperimentazione<br />
<strong>di</strong> varie formule <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> accoglienza notturna;<br />
con l'apertura <strong>di</strong> vere e pro-<br />
prie comunità <strong>di</strong> accoglienza;<br />
con la ricerca <strong>di</strong> alloggi <strong>di</strong>gnitosi;<br />
con l'attivazione <strong>di</strong> un vero e<br />
proprio servizio sanitario alternativo,<br />
promosso da tante Caritas<br />
<strong>di</strong>ocesane, grazie al quale<br />
immigrati <strong>di</strong> ogni Paese ricevono<br />
le cure <strong>di</strong> cui necessitano.<br />
Accanto a questi impegni<br />
<strong>di</strong> aiuto imme<strong>di</strong>ato, Caritas<br />
italiana e le Caritas<br />
<strong>di</strong>ocesane hanno cercato <strong>di</strong> privilegiare<br />
scelte che favoriscono<br />
sempre più l'integrazione tra<br />
popolazioni straniere e citta<strong>di</strong>ni<br />
italiani, offrendo opportunità<br />
<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento della lingua<br />
e della cultura e tra<strong>di</strong>zione<br />
italiane e della legislazione italiana<br />
in materia <strong>di</strong> immigrazione,<br />
oltre che progetti <strong>di</strong> inclusione,<br />
lavoro, prevenzione. Negli<br />
ultimi due anni sono stati<br />
spesi quasi 27 milioni <strong>di</strong> euro<br />
per avviare 357 progetti <strong>di</strong> questo<br />
tipo, a vantaggio anche <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni italiani. Altri 3 milioni<br />
<strong>di</strong> euro hanno riguardato l'impegno<br />
per progetti nazionali <strong>di</strong><br />
sensibilizzazione, promozione<br />
e integrazione che riguardano<br />
anche progetti <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />
culturale.<br />
Caritas italiana, con una<br />
rete <strong>di</strong> Caritas <strong>di</strong>ocesane,<br />
ha inoltre avuto<br />
un'attenzione particolare per i<br />
richiedenti asilo e i rifugiati.<br />
Pur ribadendo la necessità <strong>di</strong><br />
una legge specifica sul <strong>di</strong>ritto<br />
d'asilo, la Caritas sostiene tutte<br />
le forme <strong>di</strong> accoglienza, ascolto<br />
e tutela nei loro confronti. La rete<br />
Caritas è anche parte del sistema<br />
nazionale <strong>di</strong> protezione<br />
per richiedenti asilo e rifugiati.<br />
All'interno <strong>di</strong> questo sistema sono<br />
attivi circa mille posti gestiti<br />
dalle Caritas <strong>di</strong>ocesane e destinati<br />
a una particolare categoria<br />
<strong>di</strong> migranti: si tratta per lo più <strong>di</strong><br />
persone fuggite dai propri Paesi<br />
<strong>di</strong> origine in quanto vittime<br />
<strong>di</strong> persecuzione. In queste<br />
strutture non si garantisce solo<br />
vitto e alloggio, ma un serio accompagnamento.<br />
“Di fatto oggi è impossibile entrare in Italia per lavoro in modo regolare”. Colpa della burocrazia e dei tempi d’attesa del permesso <strong>di</strong> soggiorno<br />
DON DOSSETTI: IL VERO NODO È LA CLANDESTINITÀ<br />
Don Giuseppe Dossetti<br />
giorno, passano quattro anni. Che cosa succede<br />
in questo lasso <strong>di</strong> tempo? Di tutto, tranne il ritorno<br />
a casa. Infatti, quasi tutti si sono indebitati<br />
per somme altissime per i loro Paesi, quattromila<br />
euro, quando la paga, se c'è, è <strong>di</strong> 70 -<br />
100 euro. Chi presta loro il denaro, privato o<br />
banca, chiede dei tassi <strong>di</strong> interesse anche del<br />
<strong>di</strong>eci per cento al mese. Tornare a casa, vorrebbe<br />
<strong>di</strong>re perdere ogni speranza in saecula saeculorum.<br />
Quin<strong>di</strong>, rimangono qui. E si arrangiano.<br />
Come si potrebbe iniziare ad affrontare la<br />
questione?<br />
Ad esempio rendendo possibile l'ingresso regolare<br />
in Italia a quanti trovano un'occupazione<br />
reale e <strong>di</strong>mostrabile, con la conversione del visto<br />
turistico in permesso <strong>di</strong> soggiorno per lavoro.<br />
Una mega-sanatoria come quella del 2002<br />
non è certo auspicabile; la via è probabilmente<br />
quella <strong>di</strong> sanatorie mirate, che connettano l'ottenimento<br />
del permesso <strong>di</strong> soggiorno a percorsi<br />
<strong>di</strong> alfabetizzazione, inserimento, formazione,<br />
gestiti dagli enti locali, che dovrebbero avere il<br />
polso del fabbisogno del territorio.<br />
Vivere anni da "clandestini", oggi, rimane<br />
dunque un passaggio obbligato...<br />
Il paradosso è che <strong>di</strong> queste persone noi abbiamo<br />
bisogno. Solo che le costringiamo all'illegalità<br />
poiché non esistono percorsi praticabili in<br />
tempi ragionevoli per transitare nella legalità.<br />
Ma se noi non togliamo quest'ostacolo all'ingresso<br />
legale in Italia o a una ragionevole legalizzazione,<br />
gli interventi repressivi saranno degli<br />
spauracchi senza effetto reale. Sarebbe come<br />
voler svuotare una <strong>di</strong>ga con un secchio.<br />
Edoardo Tincani
4<br />
VICARIATO 5<br />
9 agosto 2008<br />
Pastorale giovanile<br />
Cinquanta giovani <strong>di</strong> Poviglio, Castelnovo Sotto e Praticello con don Paolo Crotti: <strong>di</strong>eci giorni in Germania, Repubblica Ceca e Polonia<br />
Coi martiri della pace, un tuffo nell'Europa del XX secolo<br />
Alla scoperta dei testimoni che per Dio e per l'uomo hanno dato passione <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> <strong>vita</strong><br />
Un viaggio nel cuore<br />
dell’Europa, alla scoperta<br />
non solo <strong>di</strong> città<br />
e paesi incantevoli, ma anche<br />
<strong>di</strong> luminosi esempi <strong>di</strong> coraggio<br />
e <strong>di</strong> fede: si potrebbe sintetizzare<br />
così il "campeggio<br />
viaggiante" che per la prima<br />
volta hanno vissuto insieme<br />
una cinquantina <strong>di</strong> ragazzi<br />
delle superiori delle parrocchie<br />
<strong>di</strong> Poviglio, Praticello e<br />
Castelnovo Sotto (del vicariato<br />
numero 5, <strong>di</strong> Castelnovo<br />
Sotto - S. Ilario).<br />
Se all'inizio serpeggiava un<br />
po' <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza, alla fine ci si<br />
è salutati con qualche lacrima:<br />
anche questo va annoverato<br />
fra i frutti più belli del<br />
campo... Ma an<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne.<br />
Equipaggiati <strong>di</strong> tutto<br />
punto, tra il 18 e il 25 luglio<br />
abbiamo intrapreso<br />
un cammino che ha toccato,<br />
fra le tappe più importanti,<br />
Monaco, Praga, Cracovia,<br />
Czestochowa. Oltre ad averci<br />
colpito per le bellezze artistiche,<br />
queste città ci hanno<br />
permesso <strong>di</strong> conoscere personaggi<br />
straor<strong>di</strong>nari, in parte<br />
<strong>di</strong>versi tra loro ma accomunati<br />
da un filo rosso molto<br />
forte: l’opposizione al totalitarismo<br />
nazista e, più in generale,<br />
la volontà <strong>di</strong> far prevalere<br />
i valori della coscienza,<br />
dell'umanesimo e del dono <strong>di</strong><br />
sé, piuttosto che l'egoismo,<br />
l'ingiustizia e il ricorso ad<br />
atrocità <strong>di</strong> ogni tipo.<br />
A Monaco, ad esempio, abbiamo<br />
potuto visitare l’Università<br />
“Ludwig-Maximilian”,<br />
frequentata nei primi anni<br />
'40 dai componenti de “La<br />
Rosa Bianca”: un gruppo <strong>di</strong><br />
giovanissimi studenti che, tra<br />
il giugno 1942 e il febbraio<br />
1943, pubblicò sei opuscoli in<br />
cui si chiamavano i tedeschi<br />
alla resistenza passiva contro<br />
il regime nazista. Essi rigettavano<br />
la violenza e credevano<br />
Foto 1: un ricordo <strong>di</strong> gruppo, nelle vie <strong>di</strong> Monaco. Foto 2: ad Auschwitz, la fila delle baracche del famigerato campo <strong>di</strong> sterminio nazista,<br />
in una livida giornata <strong>di</strong> pioggia. Foto 3: Monaco, l'Università "Ludwig-Maximilian", dove i giovani della Rosa Bianca stu<strong>di</strong>avano e<br />
<strong>di</strong>ffondevano i loro messaggi <strong>di</strong> non violenza e <strong>di</strong> rifiuto del nazismo. Foto 4: a Praga in battello, alla scoperta della città.<br />
in un’Europa che aderisse ai<br />
princìpi cristiani <strong>di</strong> tolleranza<br />
e giustizia: purtroppo, tra<br />
il febbraio e l’aprile del ’43,<br />
tutti i membri del gruppo furono<br />
scoperti dalla Gestapo e<br />
condannati a morte.<br />
Lasciata Monaco, ci hanno<br />
accompagnati altri<br />
testimoni eccezionali.<br />
Come il beato Franz Jägerstätter,<br />
austriaco, che ebbe il<br />
coraggio <strong>di</strong> fare obiezione <strong>di</strong><br />
coscienza (era stato chiamato<br />
alle armi dai nazisti), ritenendo<br />
che la sua fede cattolica<br />
fosse incompatibile con il nazionalsocialismo.<br />
O come la<br />
scrittrice olandese Etty Hillesum,<br />
ebrea, che nel suo travagliato<br />
percorso interiore arrivò<br />
a fare della propria <strong>vita</strong><br />
una preghiera continua a Dio.<br />
O come San Massimiliano<br />
Maria Kolbe, francescano,<br />
che ad Auschwitz offrì la pro-<br />
Grazie a questi testimoni una risposta l’abbiamo<br />
potuta scorgere: è la croce <strong>di</strong> Cristo. Una croce<br />
che è coraggio,coerenza,fede,amore per la <strong>vita</strong>,<br />
dono <strong>di</strong> sé; un “sì”pieno all’amore <strong>di</strong> Dio<br />
pria <strong>vita</strong> in cambio <strong>di</strong> quella<br />
<strong>di</strong> un altro prigioniero.<br />
Proprio ad Auschwitz abbiamo<br />
toccato il culmine terribi-<br />
le del nostro viaggio: là, nel<br />
profondo della campagna<br />
polacca, sono state uccise più<br />
<strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> persone, nei<br />
mo<strong>di</strong> più crudeli. Più <strong>di</strong> 60<br />
anni sono passati, ma il dolore<br />
è ancora più che tangibile,<br />
colpisce forte al cuore e allo<br />
stomaco, attraverso i volti impressi<br />
nelle fotografie, attraverso<br />
gli oggetti rimasti, attraverso<br />
le baracche in cui<br />
tantissimi uomini venivano<br />
ammassati come e peggio <strong>di</strong><br />
bestie. È strana la sensazione<br />
che ci ha lasciato Auschwitz:<br />
non o<strong>di</strong>o, ma stupore e sgomento<br />
profon<strong>di</strong>ssimi.<br />
Davvero ci è venuto da chiederci<br />
come sia stato possibile<br />
tutto ciò, e quale risposta si<br />
possa dare, come cristiani, <strong>di</strong><br />
fronte a tali trage<strong>di</strong>e.<br />
Eppure, in questo nostro<br />
viaggio, grazie ai “nostri”<br />
testimoni, una risposta<br />
l’abbiamo potuta<br />
scorgere: è la croce <strong>di</strong> Cristo.<br />
Una croce che è coraggio, coerenza,<br />
fede forte nei propri<br />
valori, al punto <strong>di</strong> ritenerli più<br />
importanti della propria <strong>vita</strong><br />
(La Rosa Bianca e Franz Jägerstätter);<br />
una croce che è<br />
amore profon<strong>di</strong>ssimo per la<br />
<strong>vita</strong> (nonostante fosse oppressa<br />
dal regime nazista,<br />
Etty Hillesum arrivò a <strong>di</strong>re:<br />
“Trovo bella la <strong>vita</strong>, e mi sento<br />
libera”); una croce che è<br />
dono <strong>di</strong> sé per il prossimo<br />
(padre Kolbe). Una croce che,<br />
in sostanza, è amore infinito<br />
e un “sì” pieno e completo all’amore<br />
<strong>di</strong> Dio. Ce lo ha fatto<br />
vedere Maria, e continua a<br />
farcelo vedere nel suo santuario<br />
<strong>di</strong> Czestochowa; ce lo<br />
ha testimoniato, nella sua <strong>vita</strong><br />
e nel suo papato, Giovanni<br />
Paolo II. A Cracovia abbiamo<br />
potuto vedere i “suoi” luoghi:<br />
la cattedrale dov’è stato vescovo,<br />
la chiesa mariana dove<br />
ogni giorno era solito pregare...<br />
Un’ultima cosa da sottolineare.<br />
In questi 8<br />
giorni abbiamo cercato<br />
<strong>di</strong> conoscerci meglio, <strong>di</strong><br />
con<strong>di</strong>videre queste esperienze,<br />
<strong>di</strong> fare comunità, <strong>di</strong> vedere<br />
il bello che c’è nell’altro:<br />
anche questa è una risposta,<br />
perché solo nella conoscenza<br />
e nell’amore reciproco c’è<br />
l’antidoto all’o<strong>di</strong>o e all’intolleranza.<br />
Tommaso Lan<strong>di</strong>ni<br />
VILLA AIOLA, campo-giochi: 130 ragazzini dai 5 ai 12 anni, con 20 educatori-animatori; 15 giorni in attività lu<strong>di</strong>che e aggregative, con una saggia regia educativa<br />
“SULLA STRADA DEI COLORI”: COL MAGO DI OZ ALLA SCOPERTA DI SÉ, DEGLI ALTRI E DELLA COMUNITÀ<br />
uin<strong>di</strong>ci giorni <strong>di</strong> campo-giochi<br />
con 130 ragazzini 5-<br />
12enni <strong>di</strong> Aiola e zone vicine<br />
e con una ventina fra educatori<br />
e animatori: com'è possibile sintetizzarli<br />
in poche righe? Com'è possibile<br />
riassumere le relazioni, gli incontri,<br />
la ricchezza reciproca, gli<br />
scambi, le risate, il “clima”, sì, il clima<br />
<strong>di</strong> questo campo 2008 “Sulla strada<br />
dei colori”, ispirato alla storia del Mago<br />
<strong>di</strong> Oz? No, non è facile concentrare<br />
in poche righe:<br />
- l’avvio <strong>di</strong> giornata in chiesa, con una<br />
lettura e spiegazione essenziale <strong>di</strong> un<br />
brano <strong>di</strong> Vangelo sul tema della giornata,<br />
sotto lo sguardo sorridente e rassicurante<br />
del parroco mons. Antenore<br />
Vezzosi;<br />
- la drammatizzazione, a cura dei ragazzi<br />
<strong>di</strong> 2a e 3a Q<br />
me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> della<br />
storia del Mago <strong>di</strong> Oz, alla ricerca<br />
<strong>di</strong> cuore, cervello, coraggio;<br />
- la proposta della parola-chiave della<br />
giornata e la sua con<strong>di</strong>visione nei singoli<br />
gruppi;<br />
- i giochi del pomeriggio;<br />
- le attività manuali e creative;<br />
- la caccia al tesoro (dove il tesoro era - lo spettacolo finale pieno <strong>di</strong> colori,<br />
il fare insieme, il <strong>di</strong>videre e lo scopri- canti, balli, luci e musica...<br />
re i piccoli talenti <strong>di</strong> ciascuno);<br />
- i pranzi insieme in allegria; Se è <strong>di</strong>fficile riassumere, è facile<br />
- la “biciclettata a Correggio”;<br />
però render grazie reciproca-<br />
- le gite “fuori porta”, per gruppi <strong>di</strong> età; mente: ognuno ha fatto la sua<br />
- la nottata in tenda, sotto le stelle; parte e tutto è <strong>di</strong>ventato non solo pos-<br />
- il pomeriggio in piscina;<br />
sibile, ma anche migliore <strong>di</strong> quanto<br />
- i “giochi senza frontiere”;<br />
fosse ipotizzabile. Si è infatti respirata<br />
- le deliziose merende preparate dalle aria <strong>di</strong> Comunità, <strong>di</strong> famiglia, <strong>di</strong> ami-<br />
mamme a turno;<br />
cizia, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> collabora-<br />
1 2<br />
3 4<br />
zione e stima. Tutto in allegria.<br />
Tutti hanno sentito <strong>di</strong> essere accolti,<br />
adulti e bambini, <strong>di</strong> aggiungere quel<br />
proprio dono speciale e prezioso che<br />
è il dono <strong>di</strong> sé, ognuno a suo modo.<br />
Credeteci… è stato un crescendo: dalla<br />
partenza preoccupata degli animatori/educatori,<br />
riuniti in un ritiro preparatorio<br />
per con<strong>di</strong>videre gli obiettivi<br />
del campo-giochi e lo stile educativo<br />
del campo, ma spauriti per l'elevato<br />
numero <strong>di</strong> bimbi iscritti, alla conoscenza<br />
graduale dei bambini, al sentirsi<br />
parte <strong>di</strong> un gruppo, alla ricerca del<br />
linguaggio giusto per ciascuno dei ragazzi,<br />
alla totale con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> spazi,<br />
giochi, tempo e abilità...<br />
Insieme ai bambini abbiamo constatato<br />
come ognuno <strong>di</strong> noi abbia<br />
un potenziale <strong>di</strong> cui non conosciamo<br />
né l’intensità né la misura e<br />
che ci <strong>di</strong>stingue l’uno dall’altro. Svilupparlo<br />
è il compito <strong>di</strong> tutta la <strong>vita</strong>,<br />
che va svolto personalmente e non<br />
può essere copiato da altri.<br />
Abbiamo riscoperto l’importanza <strong>di</strong><br />
guardare in alto, <strong>di</strong> rivolgere più spesso<br />
lo sguardo al cielo e abbiamo visto<br />
tutta una <strong>vita</strong> meravigliosa che sta sopra,<br />
oltre <strong>di</strong> noi…<br />
Abbiamo toccato con mano come insieme<br />
si raggiungono obiettivi impensabili:<br />
davvero l’unione fa la forza!<br />
Abbiamo preso sul serio la chiamata<br />
alla responsabilità, che altro non è se<br />
non la capacità <strong>di</strong> sentirsi parte in causa<br />
in tutto ciò che ci riguarda e coinvolge.<br />
Abbiamo sentito che in questa<br />
chiamata occorre giocare tutto il nostro<br />
cuore, coraggio e cervello.<br />
C<br />
ome bilancio finale restano<br />
nel cuore tutti i bimbi, piccoli<br />
compagni <strong>di</strong> viaggio, con<br />
le proprie timidezze, esuberanze, fragilità<br />
ed unicità. Resta nel cervello l’organizzazione<br />
minuziosa della regia <strong>di</strong><br />
tutte le iniziative messe in campo, sapientemente<br />
connessa al filo conduttore<br />
comune che ci ha accompagnato<br />
in questo viaggio estivo davvero profondo<br />
ed interiore.<br />
Resta il coraggio <strong>di</strong> scrivere con gioia<br />
<strong>di</strong> questa esperienza perché, cre<strong>di</strong>amo,<br />
”la <strong>bellezza</strong> va con<strong>di</strong>visa”!<br />
Resta il coraggio <strong>di</strong> ripartire da qui.<br />
Grazie Signore!<br />
Gli educatori e animatori<br />
del campo-giochi 2008 <strong>di</strong> Villa Aiola
Pastorale giovanile 9 agosto 2008 5<br />
Oratori, la Regione premierà i progetti<br />
Nuova normativa-quadro regionale:approccio laico e "<strong>di</strong> rete"<br />
Dopo una gestazione<br />
complessa durata circa<br />
3 anni e un’attesa<br />
ancora più lunga, l’Emilia-<br />
Romagna si è dotata <strong>di</strong> una<br />
normativa organica “in materia<br />
<strong>di</strong> politiche per le giovani<br />
generazioni”. Si tratta della<br />
legge n. 14, pubblicata sul<br />
Bollettino Ufficiale Regionale<br />
n. 129 del 28 luglio 2008, la<br />
cui approvazione è stata annunciata<br />
e commentata nell’ultima<br />
e<strong>di</strong>zione del settimanale<br />
(cf. La Libertà del 26 luglio,<br />
pag. 7).<br />
Accompagnare i giovani<br />
Il testo licenziato dall’assemblea<br />
legislativa bolognese<br />
nell’ultima seduta<br />
che precede la sospensione<br />
estiva si pone come una legge<br />
quadro regionale che ri<strong>di</strong>segna<br />
l’architettura del welfare<br />
per le politiche giovanili<br />
in Emilia-Romagna: dalla<br />
scuola ai servizi sociali, dalla<br />
sanità all’accesso al cre<strong>di</strong>to,<br />
dall’integrazione sociale alle<br />
opportunità d’inserimento<br />
nel mondo del lavoro.<br />
Si rivolge a infanzia, adolescenza<br />
e gioventù, dunque<br />
abbraccia un orizzonte anagrafico<br />
che va da zero a trentacinque<br />
anni, senza la pretesa<br />
– che risulterebbe in verità<br />
alquanto bislacca – <strong>di</strong> de-<br />
finire i confini tra l’una e l’altra<br />
età all’interno <strong>di</strong> questo<br />
continuum temporale, già<br />
peraltro protratto secondo il<br />
concetto <strong>di</strong> “giovane generazione”<br />
attualmente in auge.<br />
“Abbiamo approvato una legge<br />
che consente <strong>di</strong> accompagnare<br />
la crescita dei ragazzi<br />
con interventi che vanno dal<br />
sostegno scolastico ai campeggi,<br />
dall’educazione <strong>di</strong><br />
strada agli spazi giovani”,<br />
commenta sul web il presidente<br />
Vasco Errani. Con essa<br />
– prosegue – “vogliamo essere<br />
vicini alle famiglie, alle<br />
agenzie formative e dell’as-<br />
Parla<br />
MARCO BARBIERI<br />
(foto sopra),<br />
reggiano <strong>di</strong><br />
Vezzano sul Crostolo,<br />
consigliere regionale<br />
per il Pd, protagonista<br />
nella stesura<br />
del testo <strong>di</strong> legge.<br />
Un provve<strong>di</strong>mento<br />
fortemente innovativo,<br />
un unicum nel<br />
panorama europeo.<br />
sociazionismo, laiche e cattoliche,<br />
alle Istituzioni locali”.<br />
È prevista l’istituzione <strong>di</strong> un<br />
Fondo regionale, nonché la<br />
possibilità <strong>di</strong> accedere ai fon<strong>di</strong><br />
europei.<br />
Una rete educativa<br />
Ma l’aspetto che oggi<br />
ci interessa approfon<strong>di</strong>re<br />
è quello che<br />
riguarda il ruolo degli oratori.<br />
“La legge riconosce che<br />
La nuova legge riconosce la funzione<br />
sociale degli oratori e dello scoutismo<br />
come parte importante e permanente<br />
dell'offerta formativa sul territorio<br />
per i giovani il territorio non<br />
offre abbastanza opportunità<br />
– spiega il vezzanese Marco<br />
Barbieri, consigliere regionale<br />
in forza al Pd, già assessore<br />
alla Cultura nella legislatura<br />
precedente – e parte<br />
dal presupposto che per<br />
affrontare in modo adeguato<br />
l’emergenza educativa sia<br />
necessario mettere in campo<br />
tutti i soggetti portatori <strong>di</strong><br />
proposte vere <strong>di</strong> socializzazione”.<br />
In tal modo, si superano i<br />
“tra<strong>di</strong>zionali” steccati tra<br />
pubblico e privato, anche se<br />
scorrendo i 52 articoli del te-<br />
È<br />
domenica, 3 agosto. Nella suggestiva<br />
cornice della Pieve settecentesca del<br />
borgo me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Vedriano il vescovo<br />
Adriano Caprioli si concede una mattinata <strong>di</strong><br />
semplice e spontanea <strong>vita</strong> ecclesiale insieme agli<br />
scout del CNGEI <strong>di</strong> Valmadrera, che stanno vivendo<br />
l’esperienza del Campo estivo nella Casa<br />
<strong>di</strong> caccia della sezione <strong>di</strong> Reggio Emilia, ricavata<br />
nel vecchio asilo parrocchiale recentemente ristrutturato.<br />
Arriva da solo, a pie<strong>di</strong>, un ampio sorriso sul volto;<br />
è seguito da una dolcissima suorina in<strong>di</strong>ana<br />
della casa del vescovado, nessun seguito, solo lo<br />
sfondo della campagna e del Monte Staffola.<br />
La tonaca leggermente increspata dalla brezza,<br />
che attenua la calura estiva, ma soprattutto il passo<br />
veloce. Si <strong>di</strong>rige verso i bambini chiamandoli<br />
"i miei cari scout". Poi scopre che vengono da<br />
Valmadrera, citta<strong>di</strong>na così vicina a Legnano, sua<br />
ultima parrocchia prima della nomina a vescovo<br />
<strong>di</strong> Reggio Emilia.<br />
Nelle sue parole è un susseguirsi <strong>di</strong> aneddoti ed<br />
episo<strong>di</strong> legati sia alla <strong>vita</strong> parrocchiale che all’esperienza<br />
ventennale <strong>di</strong> assistente religioso degli<br />
scout. Come quello <strong>di</strong> una pentola rovesciata sul<br />
prato e riciclata come "nuova ricetta". O <strong>di</strong> quella<br />
parrocchia in cui il Vangelo fu collocato aperto<br />
davanti alla porta della chiesa, perché i passanti<br />
potessero leggerlo...<br />
Per la Messa arrivano i paesani, alcuni villeggianti,<br />
la chiesa è insolitamente gremita,<br />
le uniformi dei ragazzi e dei capi si pongono<br />
verso l’esterno come testimonianza <strong>di</strong> va-<br />
sto, l’impressione netta è che<br />
l’impianto burocratico resti<br />
pesante, valorizzando sì le<br />
esperienze che funzionano<br />
ma anche attirando l’intera<br />
materia sotto l’ombrello della<br />
programmazione amministrativa,<br />
secondo i vari gra<strong>di</strong><br />
del governo locale (Regione,<br />
Provincia e Comune). Sussi<strong>di</strong>arietà<br />
ma non troppo, insomma,<br />
pur nell’implicita,<br />
apprezzabile ammissione<br />
che l’amministrazione pubblica<br />
non può occuparsi da<br />
sé del bisogno <strong>di</strong> stare insieme<br />
<strong>di</strong> bambini, adolescenti e<br />
ragazzi.<br />
Qualcosa <strong>di</strong> cattolico<br />
Trattando <strong>di</strong> “offerta territoriale<br />
per il tempo libero<br />
e opportunità<br />
educative”, l’art. 14 stabilisce<br />
che “la Regione riconosce e<br />
incentiva la funzione sociale<br />
svolta, me<strong>di</strong>ante le attività <strong>di</strong><br />
oratorio o similari, dalle parrocchie<br />
e dagli enti ecclesiastici<br />
della <strong>Chiesa</strong> cattolica,<br />
nonché dalle altre confessioni<br />
religiose con le quali lo Stato<br />
ha stipulato un’intesa ai sensi<br />
dell’articolo 8, terzo comma,<br />
della Costituzione”, così<br />
al comma 3. Particolarmente<br />
positivo anche il comma 4,<br />
dove si afferma che “la Regione<br />
valorizza e incentiva lo<br />
scoutismo, quale modello<br />
educativo che si realizza attraverso<br />
l’appren<strong>di</strong>mento dell’esperienza,<br />
in un contesto <strong>di</strong><br />
<strong>vita</strong> comunitaria, che consente<br />
<strong>di</strong> curare lo sviluppo graduale<br />
e globale della persona”.<br />
Marco Barbieri, che ha contribuito<br />
non poco alla stesura<br />
della legge, ci tiene a sottolineare<br />
lo sguardo laico e “globale”<br />
alla questione educativa.<br />
In Emilia-Romagna, ricorda,<br />
il tema “oratori” era<br />
stato fino a ieri sdoganato all’interno<br />
dei piani socio-sanitari;<br />
ma questo era un approccio<br />
‘patologico’, mentre<br />
“la legge 14/2008 non guarda<br />
ai giovani come problema,<br />
ma come fattore positivo <strong>di</strong><br />
crescita per la società”. In tale<br />
contesto, “gli oratori sono<br />
a tutti gli effetti un pezzo importante<br />
e permanente dell’offerta<br />
in<strong>di</strong>rizzata alle nuove<br />
generazioni”.<br />
La via emiliana<br />
Altre Regioni, spiega ancora<br />
Barbieri, hanno<br />
imboccato piste <strong>di</strong>fferenti.<br />
Il Lazio, ad esempio, fu<br />
tra le prime a <strong>di</strong>sciplinare la<br />
materia con una legge specifica,<br />
in cui però gli oratori<br />
erano identificati tout court<br />
con le parrocchie. Le maglie<br />
troppo larghe del provve<strong>di</strong>mento<br />
lo resero in sostanza<br />
Fra gli scout del CNGEI, l’associazione scautistica non confessionale, <strong>di</strong> un paese vicino a Legnano<br />
IL VESCOVO SI RIPROPONE ASSISTENTE SCOUT<br />
inefficace, con una <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> tanti mini-contributi<br />
a pioggia. Le Regioni che<br />
hanno puntato solo sugli oratori<br />
più strutturati, invece,<br />
hanno spesso finito per non<br />
garantire il sostegno, tagliando<br />
i fon<strong>di</strong> negli anni… non<br />
pre-elettorali.<br />
L’Emilia-Romagna, primo caso<br />
in Europa, ha scelto <strong>di</strong><br />
considerare le esigenze <strong>di</strong><br />
bambini, adolescenti e giovani<br />
nella loro globalità. La<br />
nuova legge-quadro cancella<br />
numerosi testi precedenti<br />
(art. 50) e li mette a sistema<br />
chiarendo tutti i momenti<br />
della programmazione per i<br />
giovani (art. 33) e definendo<br />
le competenze degli Enti locali.<br />
Per <strong>di</strong>alogare con il territorio,<br />
la Regione in<strong>di</strong>rà perio<strong>di</strong>camente<br />
una conferenza denominata<br />
“Forum giovani”, in<br />
cui è significativo che tra gli<br />
interlocutori stabili, insieme<br />
a università e terzo settore, la<br />
legge nomini il Servizio <strong>di</strong>ocesano<br />
per la pastorale giovanile<br />
(art. 34, comma 3, let-<br />
POLITICHE GIOVANILI<br />
COME UTILIZZARE<br />
LA LEGGE 14/2008<br />
DELL'EMILIA-ROMAGNA<br />
tera f).<br />
Progetti. Meritevoli<br />
Approccio <strong>di</strong> “rete”, dunque,<br />
ma anche meritocratico,<br />
con l’obiettivo<br />
<strong>di</strong> sostenere e possibilmente<br />
potenziare l’offerta <strong>di</strong> occasioni<br />
aggregativo-formative.<br />
“Le risorse andranno a chi è<br />
capace <strong>di</strong> progettare e attuare<br />
progetti educativi qualificati”,<br />
sintetizza Barberi. Un’eco<br />
alle sue parole si trova al<br />
comma 6 dell’art. 47: “Per<br />
l’attuazione <strong>di</strong> quanto previsto<br />
all’articolo 43, la Regione<br />
concede contributi agli enti<br />
locali e loro forme associate e<br />
ai soggetti pubblici e privati<br />
per progetti con finalità educative,<br />
culturali, sportive, <strong>di</strong><br />
socializzazione e <strong>di</strong> aggregazione”.<br />
A proposito <strong>di</strong> conquibus,<br />
non è dato ancora sapere lo<br />
stanziamento complessivo,<br />
<strong>di</strong> cui parlerà il bilancio <strong>di</strong><br />
previsione 2009. Gli interventi<br />
finanziati potranno essere<br />
sia “attività” che “investimenti”<br />
(strutture). Nel frattempo<br />
i tecnici regionali sono<br />
impegnati a scrivere regolamenti<br />
attuativi e ban<strong>di</strong>. Ma<br />
l’attesa può essere utilmente<br />
riempita facendo conoscere<br />
le opportunità della legge nei<br />
nostri oratori parrocchiali.<br />
Gli stanziamenti regionali andranno<br />
a strutture e a progetti qualificati "con<br />
finalità educative,culturali,sportive,<br />
<strong>di</strong> socializzazione e <strong>di</strong> aggregazione"<br />
Con una duplice annotazione<br />
conclusiva, anche per e<strong>vita</strong>re<br />
una cieca caccia al finanziamento:<br />
là dove un oratorio<br />
propriamente organizzato<br />
non esiste (non basta<br />
una stanza con due biliar<strong>di</strong>ni,<br />
specie se è chiusa sei giorni<br />
su sette), potrebbe esserci<br />
ora un motivo in più per impiantarlo;<br />
là dove già funziona,<br />
si tratterà <strong>di</strong> preparare<br />
adeguatamente i progetti illustrativi.<br />
La “Comunità educante”<br />
necessita <strong>di</strong> idee, sostanza<br />
e… forma.<br />
Edoardo Tincani<br />
lori con<strong>di</strong>visi, come <strong>di</strong>rà mons. Caprioli nell’omelia.<br />
Il Vescovo si esprime con parole semplici,<br />
adatte ai ragazzi, ai quali chiede <strong>di</strong> aiutarlo a<br />
fare del Vangelo il libro della strada. Quella strada<br />
che è un simbolo per gli scout. Simbolo della<br />
meta che ciascuno deve raggiungere attraverso<br />
il proprio cammino, un cammino in<strong>di</strong>viduale<br />
ma con<strong>di</strong>viso, che trae gioia dal conseguimento<br />
degli obiettivi.<br />
Ritornano alla mente le parole <strong>di</strong> Baden Powell:<br />
“Guardate lontano e anche quando credete <strong>di</strong><br />
guardare lontano, guardate ancora più lontano”...<br />
Elisabetta Benassi<br />
Filosofia del camminare<br />
Ho bisogno dello zaino e della pazienza<br />
del cammino.<br />
Ho bisogno <strong>di</strong> avere sete, qualche volta<br />
<strong>di</strong> avere fame.<br />
Ho bisogno <strong>di</strong> piantare la tenda tutte le sere<br />
e <strong>di</strong> smontarla tutte le mattine.<br />
Ho bisogno che tutto questo mi strappi fuori<br />
dalla como<strong>di</strong>tà in cui mi adagio.<br />
Ho bisogno che tutto questo mi liberi<br />
dal dormiveglia<br />
e mi ridoni il gusto della <strong>vita</strong>.<br />
Ho bisogno del silenzio, dei tratti <strong>di</strong> strada<br />
senza parole,<br />
per accorgermi che non devo<br />
avere paura <strong>di</strong> niente,<br />
neanche della mia debolezza.<br />
Baden Powell
6<br />
9 agosto 2008<br />
MORTO IL 5 AGOSTO<br />
ORDINATO SACERDOTE<br />
A 58 ANNI, DOPO 30<br />
COME FRATE BENEDETTINO Monaco<br />
Don Giuseppe Ferrari, <strong>di</strong> 88<br />
anni, si è spento nella Casa<br />
del Clero <strong>di</strong> Montecchio, dove<br />
era ospite da due anni, alle<br />
9.30 <strong>di</strong> lunedì 4 agosto.<br />
Al rito funebre, celebrato la<br />
mattina del 5 agosto a Montecchio,<br />
nel Santuario della<br />
Madonna dell’Olmo, erano<br />
presenti una quarantina <strong>di</strong> sacerdoti.<br />
Tra i parenti in prima<br />
fila, la sorella novantaduenne<br />
suor Marina, Orsolina <strong>di</strong> Verona,<br />
che ha prestato servizio a<br />
Reggiolo fino a 7 anni fa.<br />
Presiedeva la celebrazione il<br />
Vescovo Adriano, che nella<br />
seconda parte dell’omelia,<br />
molto apprezzata, ha evidenziato<br />
i tratti umani e spirituali<br />
<strong>di</strong> don Giuseppe.<br />
Nato il 22 aprile 1920 a<br />
Portiolo <strong>di</strong> S. Benedetto<br />
Po (Mantova),<br />
già da giovane Giuseppe si<br />
sentì chiamato alla <strong>vita</strong> religiosa<br />
nell’or<strong>di</strong>ne benedettino,<br />
dove entrò come semplice<br />
fratello (non sacerdote),<br />
con il nome <strong>di</strong> fra Remigio.<br />
Due trentenni scan<strong>di</strong>scono la<br />
<strong>vita</strong> <strong>di</strong> don Ferrari: fra Remigio<br />
benedettino, che ha assunto<br />
quel nome e che è vissuto<br />
per 30 anni nell’eremo<br />
<strong>di</strong> Bismantova; e don Giuseppe,<br />
sacerdote <strong>di</strong>ocesano che<br />
ha servito la Diocesi reggiana<br />
per altri 30 anni.<br />
Fra Remigio, quando era<br />
all’eremo <strong>di</strong> Bismantova<br />
- ha detto il Vescovo -<br />
“per ben trent’anni ha rappresentato<br />
una figura <strong>di</strong> monaco<br />
operoso, apprezzato dai<br />
conta<strong>di</strong>ni del posto che lavoravano<br />
i fazzoletti <strong>di</strong> terra per<br />
Lutto nel Clero<br />
e prete dell'Ora et labora<br />
Don Giuseppe Ferrari,per 30 anni benedettino a Bismantova e per altri 30 prete <strong>di</strong>ocesano<br />
A sinistra, l'eremo <strong>di</strong> Bismantova, dove don Giuseppe operò per 30 anni come fratello benedettino, col nome <strong>di</strong> fra Remigio. Al centro,<br />
insieme ai bambini della parrocchia <strong>di</strong> S. Sisto. A destra, una delle ultime foto, ospite della Casa del Clero <strong>di</strong> Montecchio.<br />
moltiplicare il pane per sé e<br />
per la propria famiglia; con<br />
loro è <strong>di</strong>ventato anche capo<br />
cantiere per salvare santuario<br />
e monastero dalle infiltrazioni<br />
<strong>di</strong> acqua che ne minacciavano<br />
la stabilità: un miracolo<br />
<strong>di</strong> ingegneria locale!”.<br />
Con gabbie <strong>di</strong> enormi pietre<br />
si è così riusciti nell’opera <strong>di</strong><br />
consolidamento, salvando<br />
l’eremo e il santuario de<strong>di</strong>cato<br />
alla Madonna <strong>di</strong> Bismantova.<br />
Ha veramente vissuto il<br />
motto benedettino "Ora et<br />
labora".<br />
“Non la preghiera - ha spiegato<br />
mons. Caprioli - doveva<br />
interrompere il lavoro, come<br />
raccomanderebbe l’attuale<br />
cultura del fare, dell’intraprendere,<br />
del fare interminabile,<br />
ma, al contrario, il lavoro<br />
<strong>di</strong>ventava lungo la giornata<br />
del monaco una sosta, una<br />
doverosa attesa <strong>di</strong> riprendere<br />
l’ininterrotta preghiera”.<br />
“ E<br />
per offrire ogni<br />
giorno il pane e il<br />
vino, frutto della<br />
terra e del lavoro umano, don<br />
Giuseppe nella sua inquieta<br />
volontà <strong>di</strong> servizio ha chiesto<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare sacerdote”.<br />
Il vescovo Baroni volle consultare<br />
sacerdoti della montagna,<br />
che espressero subito<br />
parere favorevole. Così, fra<br />
Remigio fu accolto nel seminario<br />
<strong>di</strong> Marola per la preparazione.<br />
Gli fu assegnato un<br />
percorso personale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>,<br />
un triennio, con l’accompagnamento<br />
<strong>di</strong> un professore,<br />
don Gianni Gariselli.<br />
Venne infine or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />
dal Vescovo Gilberto il 1°<br />
luglio 1978 nell'abbazia <strong>di</strong><br />
Marola. Nei primi tre anni <strong>di</strong><br />
ministero sacerdotale si impegnò<br />
nei vari interventi <strong>di</strong><br />
trasformazione dell’ex seminario.<br />
Ma gli mancava il servizio<br />
<strong>di</strong> pastore d’anime.<br />
In risposta al suo desiderio<br />
<strong>di</strong> pastorale parrocchiale<br />
fu nominato parroco a<br />
Migliara, dove rimase per sei<br />
anni (1979-1985), poi parroco<br />
a S. Sisto e Enzola <strong>di</strong> Poviglio<br />
per 14 anni (1985-1999);<br />
nel contempo amministratore<br />
parrocchiale a Casalpò per<br />
12 anni (1987-1999).<br />
A S. Sisto fece eccellenti restauri<br />
alla chiesa e a opere<br />
parrocchiali. Ma a rallegrarlo<br />
era soprattutto l’aver potuto<br />
dar <strong>vita</strong> a un coro <strong>di</strong> bambini,<br />
che però - venendo a mancare<br />
sul luogo la scuola primaria<br />
- <strong>di</strong>minuirono fino quasi<br />
a scomparire, preferendo andare<br />
con gli amici <strong>di</strong> scuola a<br />
Poviglio.<br />
Allora nell’estate del ’99, ha<br />
proseguito il Vescovo, “mi<br />
venne a chiedere <strong>di</strong> ritornare<br />
in montagna”: Sologno e Carù<br />
dal 1999-2001. Ma gli<br />
mancavano i bambini, cosa<br />
che lo amareggiava. Nel 2001<br />
fu nominato collaboratore al<br />
santuario <strong>di</strong>ocesano della<br />
Madonna della Pietra e anche,<br />
sempre dal 2001, collaboratore<br />
alla parrocchia <strong>di</strong><br />
Ginepreto. A causa delle peggiorate<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute è<br />
stato ospitato nella Casa del<br />
Clero <strong>di</strong> Montecchio a fine<br />
agosto 2006.<br />
Don Giuseppe si è caratterizzato<br />
per la sua<br />
sensibilità, che lo<br />
portava spesso alla commozione<br />
fino alle lacrime, per la<br />
capacità <strong>di</strong> accoglienza, per<br />
la <strong>di</strong>sponibilità all’aiuto, per<br />
l’amore alle celebrazioni liturgiche,<br />
animate dal canto<br />
da lui accompagnato con la<br />
pianola, e per la spiritualità<br />
solida, spesso nascosta dalla<br />
sua modestia e riservatezza.<br />
Diversi rappresentanti delle<br />
parrocchie servite da lui nel<br />
ministero pastorale hanno<br />
fatto preghiere particolari.<br />
Alla fine della Messa ha<br />
espresso commossa gratitu<strong>di</strong>ne<br />
un rappresentante <strong>di</strong> Ginepreto.<br />
Per ultima una giovane<br />
mamma e catechista <strong>di</strong><br />
S. Sisto lo ha così ricordato:<br />
Come scordare il lungo<br />
vestito nero e l'interminabile<br />
fila <strong>di</strong> bottoni<br />
che partiva dal colletto e arrivava<br />
fino in fondo a toccare le<br />
gran<strong>di</strong> scarpe nere?<br />
Come scordare le tasche sempre<br />
piene <strong>di</strong> caramelle per i<br />
suoi amati bambini, a cui de<strong>di</strong>cava<br />
molto tempo?<br />
Come <strong>di</strong>menticare il catechismo<br />
del sabato, il suo corso <strong>di</strong><br />
"pianola" e le prove <strong>di</strong> canto<br />
in stile gregoriano per la Messa<br />
della domenica o gli emozionanti<br />
cori e poesie per la<br />
vigilia <strong>di</strong> Natale?<br />
Come <strong>di</strong>menticare la sua instancabile<br />
forza e sicurezza<br />
nel superare tutti i problemi,<br />
anche quelli <strong>di</strong> <strong>vita</strong> quoti<strong>di</strong>ana?<br />
Come <strong>di</strong>menticare la sua<br />
perseveranza e tenacia nel restaurare<br />
in breve tempo le nostre<br />
chiese, gravemente danneggiate<br />
dal terremoto del<br />
’96? Come <strong>di</strong>menticare tutte<br />
le volte che si commuoveva<br />
quasi fino alle lacrime, quando<br />
parlava dei suoi ragazzi o<br />
quando era lì con loro?<br />
Caro don Giuseppe, hai sempre<br />
dato tutto te stesso, senza<br />
risparmiarti per S. Sisto, Casalpò,<br />
Enzola, e ci sembra giusto<br />
ricordarlo oggi, mentre ti<br />
accompagniamo verso le porte<br />
del Para<strong>di</strong>so.<br />
Un profondo grazie da tutti<br />
noi.
Val <strong>di</strong> Sole. Settimana <strong>di</strong> formazione per giovani<br />
con il Movimento "Familiaris Consortio"<br />
Brevi <strong>di</strong> cronaca e appuntamenti<br />
Si intitola "Per grazia <strong>di</strong> Dio sono quello che sono" - Sulle orme<br />
<strong>di</strong> San Paolo, per testimoniare Cristo con la propria <strong>vita</strong><br />
la settimana <strong>di</strong> formazione 2008 proposta a ragazzi e giovani<br />
- a partire dai 17 anni - dal Movimento "Familiaris Consortio".<br />
La Settimana - da domenica 10 a domenica 17 agosto<br />
- si terrà in località Marilleva (al centro della Val <strong>di</strong> Sole, immersa<br />
nelle Dolomiti) a 1.400 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne.<br />
L'iniziativa - aperta a chiunque sia interessato - intende offrire<br />
ai giovani la possibilità <strong>di</strong> trascorrere insieme momenti<br />
<strong>di</strong> formazione e svago, nella con<strong>di</strong>visione comunitaria degli<br />
spazi e del tempo, immersi nella <strong>bellezza</strong> del creato. Il<br />
campo sarà guidato da una collaudata équipe <strong>di</strong> animatori<br />
formata da sacerdoti, consacrati e giovani famiglie, affinché<br />
i ragazzi possano sperimentare - nella varietà delle vocazioni<br />
- la <strong>di</strong>mensione della <strong>Chiesa</strong> come "famiglia <strong>di</strong> Dio".<br />
Per informazioni e iscrizioni (ultimi giorni!) contattare<br />
Massimiliano (335.336255) o Silvia (334.6115632).<br />
Dobbiaco (BZ). Seminario del Movimento per la Vita<br />
Si chiudono domenica<br />
10 agosto<br />
le iscrizioni al<br />
IX seminario <strong>di</strong><br />
Formazione per<br />
adulti promosso<br />
dal Movimento<br />
per la Vita (MpV)<br />
<strong>di</strong> Reggio Emilia<br />
in collaborazione<br />
col "Centro <strong>di</strong><br />
Iniziativa culturale" <strong>di</strong> Bologna Uciim. "30 anni <strong>di</strong> 194 - 30<br />
anni del MpV - 30 anni per continuare a sperare" è il tema<br />
del seminario, che si terrà da domenica 24 a domenica 31<br />
agosto all'ex Grand Hotel - ora Centro culturale - <strong>di</strong> Dobbiaco<br />
<strong>di</strong> Bolzano, in via Dolomiti.<br />
Sette giorni improntati, come sempre<br />
- spiegano gli organizzatori - a<br />
grande amicizia e grande desiderio<br />
<strong>di</strong> collaborazione. Tra i temi e i relatori,<br />
spicca l'on. Carlo Casini (fondatore<br />
e presidente del MpV italiano,<br />
foto), che tratterà <strong>di</strong> "194: ieri, oggi,<br />
domani". Quota <strong>di</strong> partecipazione:<br />
380 euro per camere con bagno. Info<br />
e prenotazioni: Maria Martelli, tel.<br />
360.905776. (m. g.)<br />
Guastalla. Il saluto a Ilde Ferrari, madre del dr. Franzini<br />
Sono stati celebrati<br />
giovedì 24 luglio, alle<br />
10, in Concattedrale a<br />
Guastalla, i funerali<br />
della signora Ilde Ferrari,<br />
92 anni, madre<br />
del dr. Mario Franzini,<br />
primario emerito del<br />
reparto <strong>di</strong> Chirurgia<br />
all'ospedale <strong>di</strong> Guastalla.<br />
Erano presenti<br />
alcuni me<strong>di</strong>ci guastallesi,<br />
tra cui il dr. Benaglia<br />
e il dr. Germani,<br />
quattro nipoti e tanti<br />
conoscenti della cara<br />
Ilde. Da Parma è giunto<br />
anche il cav. Roberto<br />
Bertazzoni. A presiedere<br />
la liturgia eucaristica<br />
(nella foto in<br />
alto, da sinistra: mons.<br />
Ambrogio Morani,<br />
mons. Luigi Brioni,<br />
don Roberto Gial<strong>di</strong>ni,<br />
mons. Giancarlo Bellani,<br />
don Mario Pini) è<br />
stato mons. Paolo Piron<strong>di</strong>ni,<br />
che da tempo<br />
conosceva la signora<br />
Ilde, una donna sempre<br />
pronta e <strong>di</strong>sponibile,<br />
che ha <strong>di</strong>mostrato<br />
davvero una grande<br />
de<strong>di</strong>zione verso tutta la sua famiglia. (l. m.)<br />
Reggio. Azione <strong>Cattolica</strong>: presto <strong>di</strong>sponibile un libretto<br />
con i <strong>di</strong>scorsi del Papa ai giovani alla Gmg <strong>di</strong> Sydney<br />
Sarà <strong>di</strong>sponibile a partire da metà agosto, presso gli uffici <strong>di</strong><br />
Azione <strong>Cattolica</strong> <strong>di</strong> Reggio Emilia (via Prevostura 4) un libretto<br />
contenente i <strong>di</strong>scorsi del Papa alla Giornata mon<strong>di</strong>ale<br />
della Gioventù <strong>di</strong> Sydney 2008; l'opuscolo comprende<br />
anche alcune catechesi dei vescovi. Per ulteriori chiarimenti:<br />
info@azionecattolicare.it; tel. 0522.437773.<br />
Vita <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong> 9 agosto 2008 7<br />
Reggio-Lourdes. In pellegrinaggio coi Servi <strong>di</strong> Maria<br />
Dal 27 al 31 ottobre la<br />
Famiglia dei Servi <strong>di</strong><br />
Maria organizza un<br />
pellegrinaggio a Lourdes<br />
in pullman (con<br />
partenza da varie città)<br />
guidato dal priore generale<br />
dell'Or<strong>di</strong>ne, fr.<br />
Ángel M. Ruiz Garnica.<br />
Al pellegrinaggio - proposto<br />
nel 150° anniversario<br />
della prima apparizione<br />
- sono in<strong>vita</strong>ti a partecipare tutti i membri e gli amici<br />
della Famiglia ser<strong>vita</strong>na in Italia e negli altri Paesi. Termine<br />
ultimo per iscriversi: venerdì 12 settembre. Per conoscere<br />
il programma e ulteriori informazioni, contattare il<br />
referente per il reggiano, padre Cesare M. Antonelli (tel.<br />
333.3822691, in<strong>di</strong>rizzo e-mail cesare3@interfree.it).<br />
Vaglie <strong>di</strong> Ligonchio. La parrocchia festeggia il ritorno<br />
del campanile dopo quasi novant’anni d’attesa<br />
Campane sciolte a festa, mercoledì 6 agosto, al borgo <strong>di</strong> Vaglie<br />
<strong>di</strong> Ligonchio: presso la chiesa del SS. Salvatore, in occasione<br />
della Sagra parrocchiale, è stato finalmente inaugurato<br />
il nuovo campanile. Un momento <strong>di</strong> gioia grande<br />
per tutta la comunità, che con l'inizio ufficiale dei lavori -<br />
nel maggio 2004 - si era unita in un Comitato "pro campanile"<br />
grazie al quale ciascuno ha potuto liberamente offrire<br />
un proprio contributo. Alla cerimonia del 6 agosto, accanto<br />
al parroco don Daniele Patti, hanno voluto essere presenti<br />
- fra gli altri - il Vescovo Adriano (che nella fase conclusiva<br />
dei lavori, tra 2007 e 2008, aveva fatto dono alla comunità<br />
della terza campana da installare sulla torre), i vicepresidenti<br />
della Provincia e della Fondazione Manodori,<br />
il presidente del Parco Nazionale, parroci e fedeli <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
parrocchie limitrofe, sindaci e assessori dell'Unione dei<br />
Comuni del territorio. C'era anche una ligonchiese illustre<br />
qual è Iva Zanicchi. Al termine della Messa, presieduta da<br />
mons. Caprioli, si è proceduto con la bene<strong>di</strong>zione del campanile<br />
e della nuova campana, presente anche il progettista<br />
Paolo Bedogni.<br />
Parrocchiani e abitanti <strong>di</strong> Vaglie erano effettivamente orfani<br />
<strong>di</strong> un "vero" campanile da quel lontanissimo 6 settembre<br />
1920 in cui una spaventosa scossa <strong>di</strong> terremoto (10° grado<br />
della scala Mercalli) sconvolse la Garfagnana e il crinale appenninico<br />
confinante, compresa la cinquecentesca chiesa<br />
parrocchiale. Dopo sacrifici, tribolazioni e non pochi passaggi<br />
<strong>di</strong> testimone (ossia i vari parroci succedutisi lungo i<br />
decenni, che hanno fatto - ciascuno - quanto possibile per<br />
non lasciar cadere nel vuoto l'opportunità <strong>di</strong> una riqualificazione<br />
dell'e<strong>di</strong>ficio sacro), si è arrivati finalmente ai giorni<br />
più recenti. Gli aiuti - delle provenienze più <strong>di</strong>verse, e<br />
giunti sotto i più svariati titoli - sono stati tutti "provvidenziali"<br />
nel rendere possibile il completamento dell'opera. Un<br />
sogno con<strong>di</strong>viso che s'avvera, dopo tanta attesa. (m. g.)<br />
Reggio. Giornata dei volontari <strong>di</strong> Reggio Terzo Mondo<br />
Si terrà domenica 7 settembre la Giornata 2008 dei volontari<br />
<strong>di</strong> Reggio Terzo Mondo (Rtm); una bella occasione <strong>di</strong><br />
incontro e riflessione - spiegano da Rtm - quest'anno in occasione<br />
della campagna nazionale "Con le Nazioni Unite<br />
per un'impresa umana", promossa dalla Federazione Organizzazioni<br />
Cristiane <strong>di</strong> Servizio Internazionale Volontario<br />
(Focsiv), che promuove la cultura della mon<strong>di</strong>alità e la cooperazione<br />
all'interno del più ampio obiettivo Target 2015.<br />
Il programma. Prima parte (presso la parrocchia S.Luigi<br />
Gonzaga, via Torricelli 31, Reggio): ore 9.30 aggiornamento<br />
dei progetti approvati e dei volontari in azione ed eventuali<br />
gruppi <strong>di</strong> lavoro; ore 11 S. Messa (durante la quale riceverà<br />
il mandato missionario Annalisa Mansutti, in partenza<br />
per il Madagascar); ore 12.30 pranzo (necessaria la prenotazione<br />
presso segreteria <strong>di</strong> Rtm).<br />
Seconda parte (presso Aula Mater Oratorio <strong>di</strong> Santa Croce,<br />
via Adua 79, Reggio): ore 15.30 "Per un'impresa più umana",<br />
panoramica sulla situazione dei lavoratori in Madagascar<br />
(con p. Sylvain Urfer, missionario gesuita in Madagascar,<br />
che si è visto togliere il permesso <strong>di</strong> permanenza senza motivazioni<br />
ufficiali ed è stato espulso dal Paese in 48 ore), presentazione<br />
della campagna nazionale "Con le Nazioni Unite..."<br />
(col responsabile Focsiv Alberta Guerra) e aggiornamento<br />
dei progetti Rtm volti al miglioramento della situazione<br />
lavorativa della popolazione; ore 18 aperitivo e rinfresco.<br />
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522.514205.<br />
Prignano sulla Secchia. Sagra <strong>di</strong> San Lorenzo<br />
È in festa per la sagra patronale, domenica 10 agosto, la<br />
parrocchia <strong>di</strong> San Lorenzo <strong>di</strong>acono e martire in Prignano<br />
sulla Secchia (sito web www.comunitaincammino.net).<br />
Momenti centrali della sagra, come ogni anno, saranno la<br />
Messa solenne delle 11.15 e la processione delle 20.30. Quest'anno<br />
inoltre la festa è arricchita<br />
da una ricorrenza particolare:<br />
il 70° anniversario del<br />
campanile, costruito nel 1938.<br />
Su <strong>di</strong> esso verrà collocata una<br />
nuova campana che la comunità<br />
ha voluto de<strong>di</strong>care a San<br />
Francesco e alla Beata Suor<br />
Maria Rosa Pellesi, che in questa<br />
terra ha le sue ra<strong>di</strong>ci. Per<br />
l'occasione sarà pubblicato un<br />
volumetto sulla storia del campanile<br />
ad opera del prignanese<br />
Giuseppe Fantini.<br />
ACCADRÀ<br />
Reggio, Uciim: una firma per le terre matil<strong>di</strong>che<br />
Al Centro Giovanni XXIII (via Prevostura, Reggio) l’Uciim<br />
in<strong>vita</strong> a firmare la proposta <strong>di</strong> inserire le terre matil<strong>di</strong>che nel<br />
patrimonio mon<strong>di</strong>ale Unesco (lunedì-sabato 8.30-12.30).<br />
Marola. Messa in ricordo <strong>di</strong> Giovanna Gabbi<br />
Domenica 10 agosto, alle 11, nella chiesa abbaziale <strong>di</strong> Marola,<br />
gli amici <strong>di</strong> Casina e del Centro <strong>di</strong> Spiritualità <strong>di</strong> Marola<br />
ricorderanno Giovanna Gabbi, dell'Ordo Virginum <strong>di</strong>ocesano,<br />
nella Santa Messa ad un anno dalla morte.<br />
Prignano. Sagra <strong>di</strong> S. Lorenzo e 70° del campanile<br />
Domenica 10 agosto, sagra <strong>di</strong> S. Lorenzo a Prignano: ore<br />
11.15, S. Messa solenne; ore 20.30, Processione (v. a fianco).<br />
Re (Verbania). Esercizi spirituali con il C.V.S.<br />
Dal 10 al 16 agosto, a Re (Verbania), esercizi spirituali per<br />
adulti con il Centro Volontari della Sofferenza. Pullman attrezzato<br />
per trasporto <strong>di</strong>sabili. Quota per il soggiorno: 185<br />
euro + viaggio. Per informazioni: 328.3349593; 0522.550391.<br />
Val <strong>di</strong> Sole (TR). Settimana formativa per ragazzi/e<br />
Si terrà dal 10 al 17 agosto, a Marilleva (Val <strong>di</strong> Sole), la "settimana<br />
<strong>di</strong> formazione" per ragazzi/e dai 17 anni in su promossa<br />
dal movimento "Familiaris Consortio". Info e iscrizioni:<br />
Massimiliano 335.336255, Silvia 334.6115632 (v. a lato).<br />
Reggio, S. Filippo. In suffragio <strong>di</strong> Giovanna Gabbi<br />
Mercoledì 13 agosto, alle 18.30, nella restaurata chiesa <strong>di</strong><br />
San Filippo a Reggio città, le sorelle dell'Ordo Virginum <strong>di</strong>ocesano<br />
ricordano Giovanna Gabbi, ad un anno dalla morte,<br />
nella Santa Messa presieduta dal Vescovo Adriano.<br />
Bagno. Ricordo <strong>di</strong> don Berselli a un anno dalla morte<br />
Mercoledì 13 agosto, ore 20.30, chiesa <strong>di</strong> Bagno: l'Unità pastorale<br />
<strong>di</strong> Bagno e Cacciola in<strong>vita</strong> alla S. Messa in ricordo <strong>di</strong><br />
don Giuliano Berselli nel 1° anniversario della morte.<br />
Olmo <strong>di</strong> Gattatico. Messa nel 25° <strong>di</strong> don Giovanni Davoli<br />
Mercoledì 13 agosto, a Olmo <strong>di</strong> Gattatico, alle 21, marcia<br />
penitenziale animata dall'Unità pastorale Campegine-Caprara;<br />
alle 21.30, S. Messa presieduta da don Giovanni Davoli<br />
nel 25° della sua or<strong>di</strong>nazione sacerdotale.<br />
S. Michele de' Mucchietti. Processione dell'Assunta<br />
Tra<strong>di</strong>zionale processione a pie<strong>di</strong> scalzi, dalle 6.00 <strong>di</strong> venerdì<br />
15 agosto, a S. Michele de' Mucchietti, che si concluderà con<br />
la S. Messa presieduta dal Vescovo emerito mons. Gibertini.<br />
Barbiana (Firenze). Ritiro delle Case della Carità<br />
Da domenica 17 a martedì 19 agosto, a Barbiana (Firenze),<br />
ritiro vocazionale delle Case della Carità "Sulle orme <strong>di</strong> don<br />
Lorenzo Milani". Info: suor Teresa Cristina 0522.294839,<br />
suor Katia 0522.438675, fratel Luca 349.7242865.<br />
Reggio, Seminario. Orario estivo della portineria<br />
Fino a lunedì 18 agosto la portineria del seminario (tel.<br />
0522.406811) è aperta solo al mattino, dalle 8 alle 12 circa.<br />
Affi (Verona). Esercizi spirituali per i giovani<br />
Dal 22 al 24 agosto, a Villa Elena (Affi - Verona), esercizi spirituali<br />
per i giovani della <strong>di</strong>ocesi guidati da don Gabriele<br />
Burani (v. anche "La Libertà" del 26 luglio).<br />
Reggio, S. Giuseppe. Campo estivo<br />
Da lunedì 25 a sabato 30 agosto in orario 8-13, per i ragazzi<br />
<strong>di</strong> 1 a elementare-1 a me<strong>di</strong>a, campo estivo della parrocchia<br />
<strong>di</strong> S. Giuseppe (R.E.): sport, gite, laboratori, pittura...<br />
Iscrizioni: M. Chiara 334.3297461, Filippo 347.4357668.<br />
Collevalenza (PG). Comunità delle Beatitu<strong>di</strong>ni: esercizi<br />
Dal 28 al 31 agosto, al Collevalenza (PG), la "Comunità delle<br />
Beatitu<strong>di</strong>ni" tiene gli annuali esercizi spirituali, aperti a<br />
tutti, sul tema paolino "Ai santi che sono nella tua comunità".<br />
Info: Emilia 348.7490013, Elena 349.3691776.<br />
Gazzata. Veglia per la Salvaguar<strong>di</strong>a del Creato<br />
Lunedì 1° settembre, nella 3 a Giornata per la Salvaguar<strong>di</strong>a<br />
del Creato, veglia <strong>di</strong> preghiera alle 21nella chiesa <strong>di</strong> Gazzata.<br />
Parrocchia <strong>di</strong> Veggia. Pellegrinaggio a Lourdes<br />
La parrocchia <strong>di</strong> S. Antonino-Veggia organizza un pellegrinaggio<br />
in pullman a Lourdes nei giorni 1-5 settembre. Costo<br />
490 euro. Info: tel. 349.4676891.<br />
Castelnovo Monti. Meeting "CreativeMenti"<br />
Da giovedì 4 a domenica 7 settembre, 3 a e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> "CreativeMenti"<br />
a Castelnovo Monti, meeting nazionale per educatori<br />
sull'appren<strong>di</strong>mento creativo, promosso da Creativ in<br />
collaborazione con Csi, Anspi e Confcooperative. Per informazioni:<br />
tel. 0522.873011, sito www.creativementi.it.<br />
Brescello. Festa dell'Oratorio<br />
Dal 2 al 7 settembre, a Brescello, "Festa dell'Oratorio" sul<br />
tema La Speranza ("Io ho vinto il mondo", Gv 16,23). Messa<br />
<strong>di</strong> apertura martedì 2 alle 18.30 nella chiesa parrocchiale;<br />
durante la settimana: ore 19.30, liturgia penitenziale e Vespri;<br />
incontri <strong>di</strong> formazione, torneo <strong>di</strong> pallavolo, cene, paninoteca,<br />
giochi per bambini, karaoke, spettacoli vari, mostre<br />
del libro e fotografica (sui 20 anni dell'oratorio).<br />
Reggio, S. Luigi e Oratorio Santa Croce. Giornata Rtm<br />
Domenica 7 settembre, dalle 9.30 alle 18, Giornata dei volontari<br />
Reggio Terzo Mondo; ve<strong>di</strong> notizia in questa pagina.<br />
Guastalla. Professione <strong>di</strong> suor Elisa Codeluppi<br />
Domenica 7 settembre, ore 10, Concattedrale <strong>di</strong> Guastalla:<br />
Professione perpetua <strong>di</strong> suor Elisa Codeluppi (della parrocchia<br />
Duomo) fra le "Orsoline Figlie <strong>di</strong> Maria Immacolata".
Vita <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
8 9 agosto 2008<br />
Paolo VI - 30 anni dalla morte 9 agosto 2008 9<br />
FONTANALUCCIA. L’Oratorio <strong>di</strong> S. Maria Maddalena, a Casa Farioli<br />
UNA BORGATA MISSIONARIA<br />
Con qualche giorno <strong>di</strong> ritardo sulla festa <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Maddalena (22 luglio), la ricorrenza è stata celebrata<br />
anche in una delle borgate <strong>di</strong> Fontanaluccia, Casa Farioli,<br />
il sabato successivo, 26 luglio. In questa borgata, chissà<br />
da quanti secoli, c'era un antico Oratorio de<strong>di</strong>cato appunto alla<br />
Maddalena. Quando, nei primi decenni del 1800, la vecchia<br />
chiesa <strong>di</strong> Fontanaluccia, situata in località detta "Campanile",<br />
fu spazzata via da una gigantesca frana, l'Oratorio <strong>di</strong> S.<br />
Maria Maddalena in Casa Farioli fece funzione anche <strong>di</strong> chiesa<br />
parrocchiale con Messe, battesimi, matrimoni e tutte le altre<br />
funzioni religiose.<br />
Ma la popolazione non si arrese all'inclemenza della natura<br />
e con tenacia e tanta buona volontà ricostruì la nuova chiesa<br />
parrocchiale. Fu costruita su uno sperone <strong>di</strong> roccia, dove ancora<br />
la possiamo ammirare bella e solenne. L'allora Duca <strong>di</strong><br />
Modena, Francesco IV, per venire incontro al paese - danneggiato<br />
appunto dalla frana - fece dono alla comunità <strong>di</strong> un appezzamento<br />
<strong>di</strong> bosco che ogni famiglia avrebbe potuto gestire<br />
per le proprie necessità, e <strong>di</strong> una foresta sull'Alpe, amministrata<br />
da una Commissione frazionale eleggibile.<br />
Durante il terremoto del 1921 l'Oratorio <strong>di</strong> Casa Farioli fu<br />
molto danneggiato e restò inservibile al culto. Lo si dovette<br />
sconsacrare. La famiglia Bimbi, che ne era proprietaria, lo trasformò<br />
in fonderia per campane, perché questa era la professione<br />
dei suoi membri. E molti concerti <strong>di</strong> campane furono fusi<br />
in questo nuovo ambiente.<br />
Col cambiare dei tempi anche questa attività si esaurì e l'e<strong>di</strong>ficio,<br />
già molto malandato, si degradò ulteriormente: la borgata<br />
era rimasta, insomma, senza Oratorio, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> tante<br />
altre che ne avevano uno, casomai ancora funzionante.<br />
Sopra: 1978, l’inaugurazionedell’Oratorio<br />
<strong>di</strong> S. Maria<br />
Maddalena, nella borgata<br />
<strong>di</strong> Casa Farioli<br />
Sotto: l’Oratorio<br />
come si presenta oggi<br />
Su iniziativa <strong>di</strong> alcuni parrocchiani e con la collaborazione<br />
<strong>di</strong> tutte le famiglie <strong>di</strong> Casa Farioli, nel 1978 fu ricostruito<br />
un nuovo Oratorio, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più ridotte rispetto<br />
al precedente. È un piccolo gioiello <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> fede,<br />
punto <strong>di</strong> riferimento per i credenti e gli abitanti della zona. Ora<br />
è <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> tutta la borgata, e una volta l'anno tutte le famiglie<br />
si ritrovano per pregare e fare festa, rinverdendo quella<br />
fratellanza e solidarietà che per secoli ha tenuto unita la piccola<br />
comunità dell'«Alta Valle del Dolo».<br />
Siccome la borgata ha dato alla <strong>Chiesa</strong> molte vocazioni sacerdotali,<br />
religiose e missionarie, ogni anno si fanno nuove iniziative<br />
a favore del Madagascar, o della Sierra Leone o del<br />
Brasile... Quest'anno, essendo venuto a meno la scorsa primavera<br />
padre Dario Asti, nato qui a due passi dall'Oratorio e<br />
grande missionario gesuita in Madagascar, si è pensato alla<br />
sua missione e si è <strong>di</strong>stribuito un opuscolo, redatto con molta<br />
cura, che illustra la sua <strong>vita</strong> <strong>di</strong> religioso e <strong>di</strong> missionario.<br />
La S. Messa, partecipata non solo dalle famiglie della borgata<br />
ma da tutto il paese, è stata presieduta da don Paolo Ghini,<br />
parroco <strong>di</strong> Barco, nato proprio nella borgata <strong>di</strong> Casa Farioli,<br />
che ha ricordato i suoi 60 anni <strong>di</strong> sacerdozio. Hanno concelebrato<br />
don Davide Castagnetti, parroco <strong>di</strong> Fontanaluccia,<br />
e don Alpino Gigli, parroco <strong>di</strong> Monzone, lui pure nativo della<br />
borgata. (p. g.)<br />
D<br />
* * * IL L I B R O<br />
PAULLO - BERGOGNO<br />
SUOR LUCIA, 50 ANNI<br />
CONSACRATI A DIO E AI FRATELLI Ha salutato la parrocchia dei Ss. Quirico e Giulitta -<br />
in Villa Minozzo - domenica 3 agosto, suor Tersilla<br />
Carbognani,“chiamata” altrove a un nuovo ministero.<br />
Ma prima <strong>di</strong> partire ha potuto toccare il profondo<br />
senso <strong>di</strong> vicinanza e riconoscenza <strong>di</strong> tutta la comunità.<br />
A suor Tersilla, appartenente alle «Piccole Figlie dei Sacri<br />
Cuori <strong>di</strong> Gesù e Maria» (fino ad oggi è stata Madre superiora<br />
e <strong>di</strong>rettrice della locale scuola dell'infanzia "Iori e Olmi"),<br />
la parrocchia ha rivolto parole commosse, colme <strong>di</strong><br />
gratitu<strong>di</strong>ne, ricordando anzitutto il suo intraprendente spirito<br />
d'iniziativa nell'aprire "strade nuove e poco praticate":<br />
il teatro, le recite con i bambini, il Rosario nelle frazioni, le<br />
Paullo, domenica 3 agosto: suor Lucia rinnova le promesse <strong>di</strong><br />
consacrazione nell'Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Gesù Buon Pastore; sulla sinistra,<br />
don Gianni Bedogni, che ha celebrato la Messa.<br />
omenica 3 agosto le comunità <strong>di</strong> Paullo e Bergogno si<br />
sono strette attorno a suor Lucia Fontanili in occasione<br />
del suo 50° <strong>di</strong> consacrazione alla <strong>vita</strong> religiosa. È stata<br />
la millenaria chiesa romanica <strong>di</strong> Paullo a far da cornice alla<br />
partecipata funzione religiosa officiata da don Gianni Bedogni<br />
e animata dai canti del coro della parrocchia. Nell'omelia il sacerdote,<br />
ricordando il miracolo della moltiplicazione del pane<br />
e dei pesci, ha fatto riferimento ai tanti "concorrenti" che Gesù<br />
ha ora nel mondo, riferendosi a quanti speculano per esempio<br />
sulla produzione dei cereali. E sono quelli che in base alle<br />
politiche agricole sbagliate ci guadagnano. Gesù con questo<br />
miracolo ha dato risposte concrete alle genti che avevano fame,<br />
mentre gli speculatori <strong>di</strong> oggi non danno risposte ai poveri<br />
e creano instabilità sociale. Concludendo, infine, il sacerdote<br />
ha chiesto al Signore <strong>di</strong> guardare con bontà suor Lucia, che<br />
alla presenza della <strong>Chiesa</strong> rinnova ancora una volta, fiduciosa<br />
in Dio, la professione dei «consigli evangelici».<br />
S<br />
uor Lucia, nativa <strong>di</strong> Bergogno, entrò nel convento delle<br />
suore dell'Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Gesù Buon Pastore (Pastorelle) giovanissima,<br />
nel 1958, ad Albano Laziale, Roma. Qualche<br />
anno dopo gli stu<strong>di</strong> religiosi, partì per le missioni colombiane,<br />
prima a Bogotà poi a Medellin, dove trascorse alcuni lustri; qui<br />
ebbe modo <strong>di</strong> farsi valere per la sua generosa e spontanea voglia<br />
<strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi alla cura dei più bisognosi. Tornata da qualche<br />
anno in Italia, ora è pronta <strong>di</strong> nuovo per un ritorno in terra<br />
latino-americana, che avverrà nel prossimo autunno.<br />
Una festa grande e sentita, quella che le hanno tributato i suoi<br />
cinque fratelli, i parenti e i tanti amici. Persone care che lei -<br />
prendendo la parola - commossa più che mai ha ringraziato,<br />
promettendo che li ricorderà sempre tutti; come sempre ha ricordato<br />
il suo paese, Bergogno, e la sua bella chiesa, dove nel<br />
Battesimo ha ricevuto il seme della vocazione e nella quale ha ricevuto<br />
il sacramento dell'Eucaristia e quello della Cresima. Durante<br />
la Messa la comunità ha donato a suor Lucia un quadro della<br />
Madonna e uno della "sua" Pieve romanica, affinché - anche<br />
se lontana - possa averla sempre vicina. Il ricco buffet preparato<br />
da parenti e amici, e consumato sul sagrato, ha poiconcluso<br />
una giornata speciale per tutti. (Domenico Amidati)<br />
PER ANNI MISSIONARIA IN COLOMBIA<br />
IN AUTUNNO RIPARTIRÀ PER IL SUD AMERICA<br />
Gabriele Burani<br />
GESÙ INCONTRA GLI AMMALATI<br />
NEL VANGELO DI MARCO<br />
Sussi<strong>di</strong> Biblici n. 99, Ed. S. Lorenzo,<br />
R.E. 2008, 224 pagine, 13 euro<br />
“I testi qui presentati - scrive l’autore<br />
nell’introduzione - derivano da me<strong>di</strong>tazioni<br />
fatte al noviziato delle Case<br />
della Carità, alle Missionarie dell'Immacolata-padre<br />
Kolbe <strong>di</strong> Bologna<br />
e alle parrocchie in cui ho prestato<br />
servizio. Non sono un esegeta,<br />
non ho le competenze per fare un<br />
commento biblico scientificamente<br />
corretto”. Semplicemente, “ho immaginato<br />
Gesù in visita ai vari reparti<br />
<strong>di</strong> un ospedale”.<br />
“I vangeli - è sempre don Burani che<br />
scrive - narrano tanti incontri <strong>di</strong> Gesù<br />
con persone ammalate: lebbrosi,<br />
ciechi, sordomuti, paralitici.... Gesù<br />
incontra le persone sofferenti, si lascia<br />
incontrare da loro ed educare alla misericor<strong>di</strong>a rendendosi<br />
partecipe della loro debolezza. I miracoli <strong>di</strong> Gesù, e nello<br />
specifico le guarigioni, sono azioni simboliche che riassumono<br />
in sé <strong>di</strong>verse valenze. La cura e la guarigione <strong>di</strong> un ammalato<br />
rivelano che in Gesù è presente un potere speciale, che<br />
in lui è presente la potenza <strong>di</strong> Dio. Nello stesso tempo ci viene<br />
annunciato che la potenza <strong>di</strong> Dio è misericor<strong>di</strong>a, è amore<br />
che incontra e sana l'uomo, è salvezza che coinvolge tutta<br />
la persona. I miracoli <strong>di</strong> Gesù sono la manifestazione del<br />
<strong>di</strong>ffondersi del Regno <strong>di</strong> Dio e annunciano il compimento<br />
delle attese messianiche”.<br />
“Ho colto negli incontri <strong>di</strong> Gesù con gli ammalati una valenza<br />
simbolica e <strong>di</strong>verse linee <strong>di</strong> interpretazione si uniscono:<br />
VILLA MINOZZO. Lacrime e abbracci, dopo 15 anni insieme<br />
“ARRIVEDERCI, SUOR TERSILLA!”<br />
Messe cantate, il Presepe vivente, le Missioni al popolo, la<br />
Compagnia teatrale «degli Instabili» (a nome della quale<br />
Benedetto Valdesalici ha salutato con affetto suor Tersilla),<br />
la «Passio Marie»... Anche la Croce Verde - il presidente e i<br />
suoi volontari - hanno voluto omaggiarla. "Quin<strong>di</strong>ci anni<br />
- ha letto un fedele in chiesa, a nome della comunità - costituiscono<br />
una buona parte della nostra esistenza terrena,<br />
ognuno <strong>di</strong> noi ti sente parte della sua <strong>vita</strong>... Resteremo vicini<br />
anche se siamo chiamati a nuovi e <strong>di</strong>fferenti percorsi:<br />
terreni nuovi in cui seminare, perle e tesori da cercare. Tu<br />
lo sai <strong>di</strong> avere trovato il tesoro, Dio in Gesù, e tale incontro<br />
con Lui è così totalizzante... che <strong>di</strong>venta possibile e 'logico'<br />
perdere tutto il resto... Ti abbracciamo con gioia".<br />
Anche suor Tersilla ha voluto esprimere la sua riconoscenza.<br />
"Carissimi fratelli e sorelle, è giunto il momento<br />
della mia partenza... Dopo quin<strong>di</strong>ci anni vissuti<br />
insieme a voi, con<strong>di</strong>videndo problemi, preoccupazioni,<br />
dolori, sofferenze e <strong>di</strong>fficoltà, ma anche momenti <strong>di</strong><br />
gioia, è <strong>di</strong>fficile lasciarsi... Chiedo scusa per il bene che non<br />
ho fatto e che aspettavate da me, e perdono se in qualche<br />
modo fossi stata motivo <strong>di</strong> sofferenza per qualcuno...Vi ho<br />
amato tutti in<strong>di</strong>stintamente <strong>di</strong> un amore sincero e <strong>di</strong>sinteressato,<br />
sentendovi come fratelli; ho amato la scuola, i vostri<br />
bambini, i vostri ragazzi come se mi appartenessero,<br />
come fossero miei... Il mio assillante desiderio in questi anni<br />
è stato quello <strong>di</strong> unire,<br />
creare unità; non si può essere<br />
una vera comunità cristiana<br />
se si è <strong>di</strong>visi e in contrasto.<br />
Non perdete mai <strong>di</strong><br />
vista questo meraviglioso<br />
obiettivo, unica e vera testimonianza<br />
della presenza <strong>di</strong><br />
Cristo... Sono commossa per<br />
le tante manifestazioni <strong>di</strong><br />
affetto che in questi giorni<br />
mi avete <strong>di</strong>mostrato... Parto<br />
portandovi tutti nel cuore.<br />
Assicuro per ognuno un ricordo<br />
nella preghiera perché<br />
il Signore... vi protegga<br />
nel vostro cammino e vi<br />
conceda salute e pace.Vi affido<br />
a Maria".<br />
Suor Tersilla<br />
• scopriamo l'amore <strong>di</strong> Dio per gli<br />
ammalati nella loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
sofferenza;<br />
• scopriamo chi è Gesù nel suo manifestarsi;<br />
• consideriamo la valenza psicologica<br />
della malattia;<br />
• consideriamo le malattie fisiche come<br />
simbolo <strong>di</strong> quelle spirituali;<br />
• ve<strong>di</strong>amo negli ammalati i <strong>di</strong>scepoli<br />
che devono essere sanati, liberati<br />
per poter seguire Gesù”.<br />
“Queste <strong>di</strong>mensioni, e anche altre,<br />
entrano nella mia interpretazione del<br />
testo, talvolta sovrapponendosi le<br />
une sulle altre o contrapponendosi:<br />
la ricchezza della parola <strong>di</strong> Dio genera<br />
una pluralità <strong>di</strong> significati; le nostre<br />
interpretazioni non sempre sono<br />
corrette ma le inseriamo nella nostra<br />
storia <strong>di</strong> ricchezze e limiti, nella ricerca<br />
dell'incontro con Dio”.<br />
Il percorso è, dunque, un viaggio nei<br />
reparti <strong>di</strong> un ospedale in compagnia del Gesù del Vangelo <strong>di</strong><br />
Marco: geriatria e me<strong>di</strong>cina (la suocera <strong>di</strong> Simone: 1,29-31);<br />
infettivi (la preghiera <strong>di</strong> Gesù e la guarigione del lebbroso:<br />
1,35-45), ortope<strong>di</strong>a (paralisi, guarigione e perdono: 2,1-12),<br />
neurologia (l’uomo dalla mano inari<strong>di</strong>ta: 3,1-6), pe<strong>di</strong>atria (la<br />
figlia <strong>di</strong> Giairo: 5,21-24.35-43), ginecologia (l’emorroissa:<br />
5,24b-34), oculistica (la guarigione del cieco a Betzaida: 8,22-<br />
26; il cieco <strong>di</strong> Gerico: 10,46-52).<br />
Il testo conserva tutta la freschezza e la semplicità <strong>di</strong> una comunicazione<br />
orale: come tale risulta <strong>di</strong> agile - spesso go<strong>di</strong>bile<br />
- lettura, come sa e apprezza chi è solito ascoltare la parola<br />
chiara e accattivante <strong>di</strong> don Gabriele Burani, esegeta tutt’altro<br />
che inesperto.<br />
1978 - 2008<br />
MONTINI: IL PAPA<br />
DI UN POST-CONCILIO<br />
DIFFICILE ED ESALTANTE Primavera e tempesta <strong>di</strong> un papato<br />
"<br />
Noi moderni vogliamo<br />
il Cristo<br />
del Vangelo e<br />
nessun altro Cristo".<br />
Il sasso era lanciato e un giovanotto<br />
si... fiondava nel<br />
mondo del giornalismo:<br />
1918, fromboliere Battista<br />
Montini, esor<strong>di</strong>ente sul primo<br />
numero del giornale fondato<br />
con alcuni giovani amici,<br />
la "Fionda" appunto. Istinti<br />
bellicosi, degni <strong>di</strong> un guerrafondaio<br />
o <strong>di</strong> un istrione?<br />
Buon sangue non mente: a<br />
ventuno anni il rampollo <strong>di</strong><br />
un famoso giornalista si lancia;<br />
con proiettili <strong>di</strong> carta<br />
stampata ma la fionda - e lo<br />
sanno tutti - con una buona<br />
mira non perdona, colpisce.<br />
Lo sguardo del giovanotto era<br />
magnetico, coglieva tutto e<br />
tutto valutava: due occhi azzurri<br />
intensi e ardenti.<br />
Un Davide del XX secolo?<br />
Con sassi tramutati in parole<br />
e pensieri, svuotati dal potere<br />
violento ed intrisi del germe<br />
evangelico. Battista da tre<br />
anni era seminarista esterno...<br />
per cagionevole salute.<br />
Chi l'avrebbe mai detto che<br />
quel ragazzo, magro e malaticcio,<br />
avrebbe potuto portare<br />
non solo il peso <strong>di</strong> una <strong>vita</strong><br />
sacerdotale, ma anche quello<br />
<strong>di</strong> una <strong>vita</strong>, logorante e faticosa,<br />
da Papa?<br />
Un sasso della fionda cartacea<br />
<strong>di</strong> quei tempi apre uno<br />
spiraglio sul futuro inimmaginabile,<br />
mentre Battista<br />
stendeva sul foglio, con scrittura<br />
minuta e nitida, quanto<br />
in seguito avrebbe a lungo<br />
me<strong>di</strong>tato, soppesato e...<br />
scontato: "Guai a chi abusa<br />
della <strong>vita</strong>. Quando la creatrice<br />
mano <strong>di</strong> Dio delineava in<br />
un or<strong>di</strong>ne meraviglioso i confini<br />
della <strong>vita</strong>, poneva altresì<br />
custode <strong>di</strong> questi confini la<br />
morte, vin<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> quanti li<br />
avrebbero varcati in cerca <strong>di</strong><br />
<strong>vita</strong> più ampia, <strong>di</strong> felicità<br />
maggiore". Insieme Dna e<br />
imprinting, con lo Spirito che<br />
se la rideva e cominciava a<br />
collezionare i tiri <strong>di</strong> quel<br />
fromboliere <strong>di</strong> carta, nutrito<br />
Questo il ricordo che <strong>di</strong> Papa Paolo VI ha<br />
fatto Benedetto XVI all'Angelus <strong>di</strong> domenica<br />
3 agosto, a Bressanone:<br />
"Ora, cari amici, vi invito<br />
a fare insieme<br />
con me memoria devota<br />
e filiale del Servo<br />
<strong>di</strong> Dio, il Papa Paolo<br />
VI, <strong>di</strong> cui, fra tre giorni,<br />
commemoreremo<br />
il 30° anniversario<br />
della morte. Era infatti<br />
la sera del 6 agosto<br />
1978 quando egli rese<br />
lo spirito a Dio; la sera<br />
della festa della<br />
Trasfigurazione <strong>di</strong><br />
Gesù, mistero <strong>di</strong> luce<br />
<strong>di</strong>vina che sempre<br />
esercitò un fascino<br />
singolare sul suo animo.<br />
Quale supremo<br />
Pastore della <strong>Chiesa</strong>,<br />
Paolo VI guidò il popolo<br />
<strong>di</strong> Dio alla contemplazione<br />
del volto<br />
<strong>di</strong> Cristo, Redentore<br />
dell’uomo e Signore della storia. E proprio<br />
l’amorevole orientamento della mente e del<br />
cuore verso Cristo fu uno dei car<strong>di</strong>ni del<br />
Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale<br />
che il venerato mio predecessore<br />
Giovanni Paolo II ere<strong>di</strong>tò e rilanciò nel<br />
grande Giubileo del 2000. Al centro <strong>di</strong> tutto,<br />
sempre Cristo: al centro delle Sacre Scrittu-<br />
6 agosto ,Festa della Trasfigurazione: 30 anni dalla morte <strong>di</strong> Paolo VI<br />
Foto 1: lo storico incontro con Atenagora, Patriarca ortodosso <strong>di</strong> Costantinopoli (1964). Foto 2: il <strong>di</strong>scorso all'Onu (1965). Foto 3: col<br />
card. Wojtyla, futuro papa Giovanni Paolo II. Foto 4: impone il berretto car<strong>di</strong>nalizio a Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI. Foto<br />
5: con Ratzinger, allora arcivescovo <strong>di</strong> Monaco <strong>di</strong> Baviera. Foto 6: mons. Luciano Monari, Vescovo <strong>di</strong> Brescia, la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> G. B. Montini.<br />
e mosso solo dal fuoco del<br />
messaggio del Signore Gesù:<br />
carità intellettuale in un indagatore<br />
della fede.<br />
Due le cinghie della<br />
fionda: chiarezza <strong>di</strong><br />
idee sul bersaglio e<br />
carità evangelica con la persona.<br />
"Lascia andare il capo<br />
trattenuto con il pollice e la<br />
carta parte per la tangente",<br />
sembra il motto <strong>di</strong> "Giemmebi",<br />
giovane assistente della<br />
Fuci.<br />
Un fromboliere con la linea<br />
<strong>di</strong> reticolo sempre in ampliamento:<br />
"Vivere con la fede, e<br />
non <strong>di</strong> fede, non basta; anzi<br />
questa concomitanza può ritorcersi<br />
in una grave respon-<br />
sabilità e in un'accusa: il<br />
mondo spesso la lancia verso<br />
l'uomo che si <strong>di</strong>ce cristiano e<br />
non vive da cristiano". Con<br />
una certezza incrollabile che<br />
rendeva lieto il quoti<strong>di</strong>ano:<br />
"Tu hai <strong>di</strong>sposto le tappe del<br />
mio cammino".<br />
La fionda rotea e fischia...:<br />
• Concilio Vaticano II: la<br />
<strong>Chiesa</strong> si interroga e si rinnova<br />
ma "aspettavamo la pri-<br />
Bressanone. L’Angelus <strong>di</strong> Benedetto XVI per il 30° <strong>di</strong> Paolo VI<br />
CRISTO AL CENTRO DEL CONCILIO E DELLA CHIESA<br />
mavera ed è venuta la tempesta".<br />
• Terra Santa, 6 gennaio<br />
1964: "Il Patriarca Ecumenico<br />
<strong>di</strong> Costantinopoli, Atenagora,<br />
con ben un<strong>di</strong>ci metro-<br />
"Vivere con la fede,e non <strong>di</strong> fede,non basta;<br />
anzi questa concomitanza può ritorcersi<br />
in una grave responsabilità e in un'accusa:<br />
il mondo spesso la lancia verso l'uomo che<br />
si <strong>di</strong>ce cristiano e non vive da cristiano" (Paolo VI)<br />
re e della Tra<strong>di</strong>zione, nel cuore della <strong>Chiesa</strong>,<br />
del mondo e dell’intero universo.<br />
La Divina Provvidenza chiamò Giovanni<br />
Battista Montini dalla Cattedra <strong>di</strong> Milano a<br />
quella <strong>di</strong> Roma nel<br />
momento più delicato<br />
del Concilio –<br />
quando l’intuizione<br />
del beato Giovanni<br />
XXIII rischiava <strong>di</strong> non<br />
prendere forma.<br />
Come non ringraziare<br />
il Signore per la sua<br />
feconda e coraggiosa<br />
azione pastorale?<br />
Man mano che il nostro<br />
sguardo sul passato<br />
si fa più largo e<br />
consapevole, appare<br />
sempre più grande,<br />
<strong>di</strong>rei quasi sovrumano,<br />
il merito <strong>di</strong> Paolo<br />
VI nel presiedere l’Assise<br />
conciliare, nel<br />
condurla felicemente<br />
a termine e nel governare<br />
la movimentata<br />
fase del post-Concilio.<br />
Potremmo veramente <strong>di</strong>re, con l’apostolo<br />
Paolo, che la grazia <strong>di</strong> Dio in lui “non è stata<br />
vana” (cfr 1 Cor 15,10): ha valorizzato le<br />
sue spiccate doti <strong>di</strong> intelligenza e il suo<br />
amore appassionato alla <strong>Chiesa</strong> ed all’uomo.<br />
Mentre ren<strong>di</strong>amo grazie a Dio per il dono<br />
<strong>di</strong> questo grande Papa, ci impegniamo a<br />
far tesoro dei suoi insegnamenti".<br />
1 2<br />
3 4<br />
politi è venuto incontro a me<br />
e ha voluto abbracciarmi come<br />
si abbraccia un fratello,<br />
ha voluto stringermi la mano<br />
e condurmi lui la mano nella<br />
mano nel salotto in cui si do-<br />
Trent’anni or sono il 6 agosto 1978, festa della<br />
Trasfigurazione del Signore, moriva Paolo VI,<br />
nativo <strong>di</strong> Concesio in provincia <strong>di</strong> Brescia. Divenuto<br />
vescovo nel 1954, scelse come motto<br />
episcopale “In nomine Domini”, cioè: nel nome<br />
del Signore. Una puntuale lettura ed interpretazione<br />
<strong>di</strong> tale scelta viene proposta da<br />
mons. Luciano Monari, ora vescovo <strong>di</strong> Brescia<br />
- la <strong>di</strong>ocesi natale <strong>di</strong> Giovanni<br />
Battista Montini –<br />
nell’ultimo “Notiziario dell’Istituto<br />
Paolo VI”. Sono<br />
poche pagine, ma molto<br />
intense e ricche <strong>di</strong> riferimenti<br />
biblici, che giungono<br />
provvidenziali alla vigilia<br />
del trentennale della<br />
morte del Papa, che portò a<br />
termine il Concilio, guidò<br />
il rinnovamento liturgico e<br />
si rivolse agli “uomini delle<br />
Brigate Rosse” perché liberassero<br />
Moro, per comprendere<br />
la logica del suo<br />
ministero.<br />
Mons. Monari, sulla scorta<br />
<strong>di</strong> un appunto dello stesso<br />
Montini - documento che e<strong>vita</strong> fantasiose interpretazioni<br />
- innanzitutto precisa che nella<br />
scelta del proprio motto episcopale ciascun vescovo<br />
coglie un aspetto privilegiato della propria<br />
<strong>vita</strong>, del personale rapporto con Dio, “quasi<br />
un punto <strong>di</strong> osservazione a partire dal quale<br />
egli desidera dare unità e significato a tutti i <strong>di</strong>versi<br />
aspetti della sua esperienza <strong>di</strong> fede e del<br />
suo ministero episcopale”. Giovanni Battista<br />
vevano scambiare alcune parole...".<br />
• 1965, all'Onu: il fragile fisico<br />
<strong>di</strong> Paolo VI è scosso da un<br />
grido possente: "Non più la<br />
guerra, non più la guerra! La<br />
pace, la pace!".<br />
• 1966, Catechismo olandese<br />
e <strong>di</strong>ssenso <strong>di</strong> mons. Lefebvre<br />
<strong>di</strong> fronte alla nuova liturgia<br />
della Messa: due gran<strong>di</strong> lacerazioni<br />
fra quelle quoti<strong>di</strong>ane...<br />
• 1968, "Credo del Popolo <strong>di</strong><br />
Dio": il card. Poupard ha precisato:<br />
"Credere e trasmettere<br />
la fede sono stati in Paolo<br />
VI nel cuore della sua <strong>vita</strong> <strong>di</strong><br />
credente, del suo apostolato<br />
<strong>di</strong> sacerdote, del suo magistero<br />
<strong>di</strong> arcivescovo e <strong>di</strong> suc-<br />
cessore <strong>di</strong> Pietro". Nella passione<br />
più ardente e fiduciosa,<br />
con intelligenza lucida e perspicace<br />
nelle contrastanti<br />
opinioni e vicende dell'era<br />
contemporanea.<br />
• "Humanae Vitae": quanta<br />
amarezza gli suscitò dal 25<br />
luglio 1968 in cui fu promulgata:<br />
"Non mai abbiamo sentito<br />
come in questa occasione<br />
il peso del nostro ufficio".<br />
Il card. Journet commentò:<br />
"Il Papa non ha preso la sua<br />
decisione per compiacere i<br />
tanti, ma <strong>di</strong> fronte a Dio, con<br />
gli occhi negli occhi <strong>di</strong> Gesù.<br />
Solo, come nell'orto degli<br />
Ulivi".<br />
Il peso della fionda <strong>di</strong>venta<br />
sempre più carico e<br />
Paolo VI sempre più sottile,<br />
solo gli occhi non demordono,<br />
mentre i proiettili <strong>di</strong><br />
carta della fionda sibilano<br />
sempre più pesantemente:<br />
• 1970, la legge del <strong>di</strong>vorzio,<br />
con le sue pesanti ripercussioni.<br />
• 1975, Cappella Sistina: con<br />
una decisione del tutto personale<br />
Paolo VI si inginocchiò<br />
davanti al metropolita<br />
Melitone, gli baciò i pie<strong>di</strong>. Fu<br />
la sua risposta alla richiesta...<br />
del 1439: il Patriarca ortodosso<br />
<strong>di</strong> Costantinopoli avrebbe<br />
dovuto baciare il piede del<br />
Papa e non lo fece.<br />
• 1978, Legge 194: normativa<br />
sull'aborto con la trage<strong>di</strong>a<br />
dell'uccisione dei piccoli<br />
inermi.<br />
Il testimone e maestro della<br />
fede ci lascia ine<strong>di</strong>to un<br />
messaggio nella Solennità<br />
della Trasfigurazione, perché<br />
ormai è trasfigurato:<br />
"Una sorte incomparabile ci<br />
attende, se avremo fatto onore<br />
alla nostra vocazione cristiana:<br />
se saremo vissuti nella<br />
logica consequenzialità <strong>di</strong><br />
parole e <strong>di</strong> comportamento,<br />
che gli impegni del nostro<br />
battesimo ci impongono".<br />
Cristiana Dobner<br />
carmelitana scalza<br />
Brescia. Il vescovo Monari ricorda l’illustre figlio della sua <strong>di</strong>ocesi<br />
IL MOTTO DI PAPA MONTINI: “IN NOMINE DOMINI”<br />
Montini con il motto “nel nome del Signore” affermava<br />
<strong>di</strong> riporre tutta la sua fiducia esclusivamente<br />
nell’assistenza <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> rinunciare a<br />
trovare in se stesso o nelle forze del mondo il sostegno<br />
per la sua opera <strong>di</strong> vescovo; quin<strong>di</strong> “tutto<br />
riferire al Signore e tutto derivare da lui”. Così<br />
l’arcivescovo Montini intendeva l’episcopato:<br />
il suo ministero poteva ricevere la forza solo da<br />
Dio e non dal mondo e<br />
dalle sue potenze. Tale atteggiamento,<br />
osserva ancora<br />
“don” Luciano Monari<br />
nella sua acuta analisi, richiede<br />
un processo continuo<br />
<strong>di</strong> purificazione ”perché<br />
le motivazioni spurie,<br />
che facilmente si inseriscono<br />
nelle azioni dell’uomo,<br />
vengano smascherate e superate<br />
in modo che l’intenzione<br />
sia sempre a onore<br />
del Signore”. Esso si accompagna<br />
ad una profonda<br />
fiducia nella sapienza e<br />
nella forza con cui Dio governa<br />
la storia. Il vescovo<br />
Monari, che è anche vicepresidente<br />
della CEI, aggiunge questa annotazione<br />
<strong>di</strong> valore universale: l’affermazione che<br />
tutto viene da Dio dà al vescovo un atteggiamento<br />
<strong>di</strong> profonda fiducia nel Signore - quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> rifiuto <strong>di</strong> ogni autosufficienza - e <strong>di</strong> umile fierezza<br />
“nel riconoscimento che attraverso il niente<br />
che noi siamo passa il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> salvezza <strong>di</strong><br />
Dio”.<br />
Giuseppe Adriano Rossi
10<br />
9 agosto 2008<br />
MORIVA IL 9 AGOSTO 1988<br />
SABATO 9 AGOSTO, ORE 18.30,<br />
S. MESSA DI SUFFRAGIO<br />
IN S. GIORGIO A SASSUOLO<br />
Sarà commemorato a Sassuolo<br />
sabato 9 agosto, alle 18.30,<br />
nella chiesa <strong>di</strong> San Giorgio,<br />
con una Messa <strong>di</strong> suffragio<br />
nel 20° anniversario<br />
dell'improvvisa scomparsa.<br />
In ricordo del compianto<br />
don ERCOLE MAGNANI,<br />
che a Sassuolo fu dal 1956<br />
<strong>di</strong>rettore dell'Oratorio Don<br />
Bosco, poi, dal '75, vicario<br />
parrocchiale e infine, dal 1982,<br />
parroco <strong>di</strong> S. Giorgio, è stato<br />
pubblicato un volume,<br />
a cura degli amici e<br />
collaboratori, che sarà<br />
ufficialmente presentato<br />
alle 17 <strong>di</strong> sabato 13 settembre,<br />
in occasione della venuta a<br />
Sassuolo del card. Camillo<br />
Ruini, che alle 18.30<br />
presiederà la concelebrazione<br />
eucaristica a ricordo dei suoi<br />
25 anni <strong>di</strong> episcopato.<br />
Nelle tre foto in questa pagina:<br />
don Ercole col giovane Luciano<br />
Monari nel cortile dell’Oratorio<br />
Don Bosco, pochi giorni prima<br />
del suo ingresso in seminario;<br />
don Ercole all'altare e,<br />
sotto, in un tipico<br />
atteggiamento <strong>di</strong> preghiera.<br />
"Sulla tua parola getterò le reti"<br />
( Lc 5,5).<br />
Quante ne gettò <strong>di</strong> reti<br />
don Ercole, con quelle<br />
sue mani da gigante<br />
buono e quel suo cuore<br />
smisuratamente grande<br />
che lo spingeva ad “andare al<br />
largo” raccogliendo l’invito<br />
del Suo Signore; “Duc in altum!”.<br />
Una pesca fruttuosa<br />
Con Pietro, poi, aveva in<br />
comune la “specialità”<br />
delle chiavi: ne perdeva<br />
e ritrovava in continuazione<br />
mazzi rumorosi e compositi.<br />
Anche a lui, senza dubbio,<br />
come al pescatore <strong>di</strong> Galilea,<br />
toccarono notti infruttuose,<br />
ma ogni volta seppe salpare<br />
senza paura, per riprendere<br />
con fiducia la pesca: nell’Oratorio<br />
Don Bosco con i suoi<br />
ragazzi, nella Parrocchia <strong>di</strong><br />
San Giorgio, <strong>di</strong> cui fu parroco,<br />
nell’accoglienza degli immigrati<br />
e poi degli extracomunitari,<br />
come assistente<br />
Onarmo nelle fabbriche, impegnato<br />
nell’aiuto a parrocchie<br />
e chiese sorelle (in Polonia<br />
come in Camerun o nell’Italia<br />
meri<strong>di</strong>onale...): intra<br />
moenia ed extra moenia.<br />
Nella Sassuolo ricca <strong>di</strong> materie<br />
prime e <strong>di</strong> gente intraprendente,<br />
fervente <strong>di</strong> ceramiche,<br />
<strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> piastrelle,<br />
seppe chiedere e ottenere<br />
generosi contributi in pensieri,<br />
parole, opere e... soldoni:<br />
in primis per l’Oratorio<br />
nuovo, ma anche per tutte le<br />
forme <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />
che inventava o,<br />
dove già esistevano, valorizzava,<br />
accompagnando la co-<br />
Sassuolo. 20° <strong>di</strong> don Ercole Magnani<br />
Don Ercole, il dono <strong>di</strong> un "grande" prete<br />
A 20 anni dalla prematura scomparsa,un volume su don Ercole Magnani<br />
Un breve profilo <strong>di</strong> don Ercole, morto per <strong>di</strong>fficoltà car<strong>di</strong>ache il 9 agosto 1988, all’età <strong>di</strong> 50 anni<br />
TRENTADUE ANNI A SASSUOLO, FRA ORATORIO E PARROCCHIA DI S. GIORGIO<br />
Quinto dei sei figli <strong>di</strong> Giuseppe Magnani e Lina<br />
Bertacchi, Ercole nasce giovedì 16 gennaio<br />
1930 a Montecavolo <strong>di</strong> Quattro Castella (Reggio<br />
Emilia), dove la famiglia risiede con gli zii<br />
paterni Angiola e Pellegrino. Nel 1934 la famiglia<br />
si trasferisce a Reggio per dar modo ai<br />
figli più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> frequentare la scuola me<strong>di</strong>a;<br />
l’abitazione è prima in via Ferrari Bonini, poi<br />
in via Roma e da ultimo in via Mascagni.<br />
II piccolo Ercole già <strong>di</strong>mostra spiccato interesse<br />
per l’ambiente religioso e per la <strong>Chiesa</strong>: la<br />
zia Angiola, "perpetua" a Compiano, asseconda<br />
e cerca <strong>di</strong> coltivare questa spontanea attrazione<br />
che, durante gli anni delle elementari,<br />
comincia a manifestarsi come vera vocazione<br />
al sacerdozio.<br />
Ercole entra nel seminario <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Marola<br />
nel 1940 per frequentare la 1 a me<strong>di</strong>a (allora<br />
I ginnasio) e il corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> prosegue regolarmente<br />
nonostante gli anni <strong>di</strong> guerra. Al termine<br />
dell’anno scolastico 1947-’48 consegue<br />
il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> maturità classica, presentandosi<br />
come privatista al Liceo Ariosto <strong>di</strong> Reggio.<br />
In seminario, dove <strong>di</strong>viene ben presto riferimento<br />
per gli amici seminaristi, sia per l’uma-<br />
munità nel prendere a cuore<br />
le nuove e antiche povertà,<br />
con grande “fantasia della carità”.<br />
Il suo essere "tanto",<br />
come uomo e come prete<br />
Per sé era <strong>di</strong> una povertà<br />
francescana: come “gli<br />
uccelli dell’aria e i gigli<br />
del campo” si abbandonava<br />
alla Provvidenza.<br />
Sapeva <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico e<br />
stu<strong>di</strong>ava giurisprudenza: una<br />
sorpresa il prete universitario!<br />
Le sue omelìe ci apparvero<br />
nuove nel fraseggio e nello<br />
spessore: con attenzione alla<br />
città degli uomini e in ascol-<br />
to della cultura del mondo,<br />
non rinunciava alla trascendenza<br />
del Vangelo.<br />
Valorizzò la liturgìa, tenendo<br />
per sé il ruolo <strong>di</strong> cerimoniere<br />
nelle celebrazioni. Ben presto<br />
capimmo che in questo era<br />
motivato non dalla ricerca <strong>di</strong><br />
spettacolarità, bensì dall’intento<br />
<strong>di</strong> educarci al vero senso<br />
della liturgìa cristiana e<br />
dalla sensibilità ai fermenti<br />
che erano nell’aria anche prima<br />
della riforma liturgica del<br />
Vaticano II.<br />
Difficile <strong>di</strong>re cose che non<br />
siano state dette: sul suo essere<br />
“tanto”, come uomo e<br />
come sacerdote; sul suo non<br />
“Tra le miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> foto dei suoi 32 anni<br />
a Sassuolo non mancano quelle in cui stava<br />
pregando:in intenso raccoglimento,<br />
le “manone”giunte o le braccia allargate<br />
a ringraziare,ad accettare,a chiedere...”<br />
saper <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no a nessuno;<br />
sulle piccole vanità e le innocenti<br />
presunzioni <strong>di</strong> cui egli<br />
stesso sorrideva; sul suo essere<br />
“avanti” nel <strong>di</strong>scerni-<br />
nità generosa che per lo spirito pronto, ricopre,<br />
negli ultimi anni <strong>di</strong> frequenza, la carica <strong>di</strong> "prefetto",<br />
cioè <strong>di</strong> accompagnatore ed educatore<br />
dei seminaristi minori.<br />
Riceve l'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale il 28 giugno<br />
del 1953, insieme a don Remo Carri, nella cattedrale<br />
<strong>di</strong> Reggio Emilia, dalle mani del vescovo<br />
mons. Beniamino Socche.<br />
Inviato come "curato" nella parrocchia <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>ano,<br />
dopo pochi mesi, il 14 <strong>di</strong>cembre 1953<br />
è parroco <strong>di</strong> Coriano e contemporaneamente<br />
coa<strong>di</strong>utore a Minozzo, dove è parroco don Venerio<br />
Fontana. Nel 1956 viene trasferito a Sassuolo<br />
come <strong>di</strong>rettore dell’Oratorio Don Bosco,<br />
poi sarà coa<strong>di</strong>utore della parrocchia <strong>di</strong> San<br />
Giorgio dal 1975, con <strong>di</strong>ritto alla successione,<br />
e <strong>di</strong>venterà parroco nel 1982 dopo il ritiro <strong>di</strong><br />
mons. Zelindo Pellati.<br />
Muore a Sassuolo, improvvisamente, il 9 agosto<br />
1988.<br />
Nel 1954 si era iscritto alla facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza<br />
dell’Università <strong>di</strong> Bologna ma, dati<br />
i numerosi e intensissimi impegni pastorali, non<br />
riuscì mai a conseguire la laurea, nonostante<br />
avesse sostenuto un certo numero <strong>di</strong> esami.<br />
mento pastorale e nella <strong>di</strong>sponibilità<br />
a “conversioni<br />
pastorali”, fossero esse suggerite<br />
dal Concilio o dalla<br />
lettura illuminata dei segni<br />
dei tempi.<br />
In<strong>di</strong>menticabile la sua mozzetta<br />
porpora sulla cotta <strong>di</strong><br />
tulle ricamato, come pure il<br />
modo con cui interveniva sul<br />
microfono quando "Monsignore"<br />
(mons. Zelindo Pellati)<br />
si <strong>di</strong>lungava…<br />
Prete d'azione<br />
e <strong>di</strong> preghiera<br />
Quando venne a Sassuolo,<br />
ci trovò ragazzi<br />
e ci vide man mano fidanzati<br />
e giovani spo-<br />
si, padri e madri <strong>di</strong> famiglia,<br />
sparsi nelle giovani parrocchie<br />
che andavano nascendo<br />
nella periferia.<br />
Con noi ragazze era quasi rude:<br />
erano i tempi in cui i sacerdoti<br />
tutelavano il loro celibato<br />
fuggendo le occasioni.<br />
Per anni lo conoscemmo un<br />
po’ “da lontano”, come prete<br />
dei nostri amici, dei nostri<br />
fratelli, dei nostri futuri fidanzati.<br />
Avevamo un nostro<br />
prete (prima don Raffaele<br />
Ferrari e poi don Pellegrino<br />
Tognoni) e trovavamo ospitalità<br />
all’Istituto San Giuseppe:<br />
all’Oratorio ci era concesso il<br />
cinema domenicale col talento<br />
del dopo “bene<strong>di</strong>zione”,<br />
al pomeriggio.<br />
Battibeccavamo con don Ercole<br />
all’infinito, convinte che<br />
tenesse per i “suoi”; poi vennero<br />
i tempi del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />
anche per noi all’Oratorio,<br />
con iniziative pastorali<br />
e catechesi comuni<br />
per i due sessi.<br />
Tra le miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> foto che lo ritraggono<br />
nei 32 anni passati a<br />
Sassuolo - nella liturgìa, nella<br />
carità, nella catechesi, nel<br />
servizio alla gioia e alla speranza<br />
<strong>di</strong> ogni uomo, nelle avventurose<br />
gite all’estero su<br />
un “torpedone” stracarico <strong>di</strong><br />
oratoriani, all’Abetina Reale<br />
o in Val Daone, alla mensa del<br />
Lavoratore, all’Ostello per gli<br />
immigrati, o seduto ad improbabili<br />
tavolini su se<strong>di</strong>e per<br />
lui sempre troppo piccole… -<br />
non mancano quelle in cui<br />
stava pregando: con gli occhi<br />
chiusi, in intenso raccoglimento,<br />
le “manone” giunte o<br />
le braccia allargate a ringraziare,<br />
ad accettare, a chiedere<br />
perché, a <strong>di</strong>re “Signore, se tu<br />
fossi stato qui...”.<br />
Non c’è quella in cui, il 9 agosto<br />
del 1988, <strong>di</strong>sse: “Ecco, io<br />
vengo” (Salmo 40).<br />
In una sinfonia <strong>di</strong> preti<br />
tutti preziosi<br />
Il cielo ha donato a Sassuolo<br />
gran<strong>di</strong> e santi sacerdoti.<br />
Sarebbe sterile il<br />
nostro ricordo se non comprendesse<br />
nel suo abbraccio<br />
<strong>di</strong> affetto e riconoscenza tutti<br />
quelli che abbiamo avuto<br />
prima, durante e dopo don<br />
Ercole. Quelli che ne hanno<br />
compreso le capacità e gli<br />
hanno spianato la strada,<br />
quelli che con umiltà gli hanno<br />
magari ceduto il passo,<br />
quelli che avevano già preparato<br />
il terreno, quelli che hanno<br />
“gettato le reti” con lui,<br />
quelli che con coraggio e spirito<br />
<strong>di</strong> servizio ne hanno raccolto<br />
la grande quanto impegnativa<br />
ere<strong>di</strong>tà, quelli che la<br />
Provvidenza ha condotto ad<br />
altri li<strong>di</strong> e ad alti incarichi,<br />
quelli che la gente vorrebbe<br />
“santo subito”...<br />
Grazie Signore, perché nella<br />
<strong>Chiesa</strong> ci vuoi non strumenti<br />
solisti, ma splen<strong>di</strong>da sinfonia.<br />
Pellegrina Pinelli<br />
testimonianza<br />
per il volume su don Ercole
CONTRATTO NAZIONALE DEL COMMERCIO<br />
Nel rinnovo del contratto<br />
nazionale del commercio<br />
si è giunti ad<br />
una intesa per ora firmata separatamente<br />
solo da Cisl e Uil,<br />
mentre la Cgil si è smarcata.<br />
Uno dei punti cal<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />
riguarda il lavoro domenicale.<br />
L'intesa raggiunta prevede<br />
l'obbligatorietà del lavoro<br />
domenicale non solo per le<br />
13 domeniche previste dalla<br />
legge Bersani nel 1998, ma anche<br />
per il 30% delle domeniche<br />
che le Regioni e i Comuni<br />
decidono <strong>di</strong> aprire. Si tratta <strong>di</strong><br />
una norma nazionale che non<br />
può essere <strong>di</strong>sattesa nelle<br />
contrattazioni aziendali e territoriali.<br />
Avere così sancito il<br />
principio della obbligatorietà<br />
del lavoro domenicale non va<br />
certamente nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />
una maggiore tutela del riposo<br />
domenicale.<br />
Certo è molto importante<br />
l'esenzione dal lavoro<br />
prevista per madri o<br />
padri con bambini sino a 3 anni<br />
e per i lavoratori che assistono<br />
portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap o<br />
persone non autosufficienti. È<br />
pure apprezzabile la preoccupazione<br />
<strong>di</strong> limitare il numero<br />
<strong>di</strong> domeniche obbligatorie per<br />
ragazzi e ragazze assunti con<br />
l'obbligatorietà del lavoro domenicale.<br />
Basterà questo a<br />
impe<strong>di</strong>re assunzioni con l'obbligo<br />
del lavoro domenicale?<br />
Ciò che deve molto<br />
preoccupare è avere <strong>di</strong><br />
fatto introdotto il lavoro<br />
domenicale come orario <strong>di</strong><br />
lavoro normale, obbligatorio<br />
anche per i lavoratori assunti<br />
con un contratto che escludeva<br />
tale obbligatorietà per i <strong>di</strong>pendenti<br />
del commercio.<br />
Sotto questo aspetto il rinnovo<br />
del contratto per il commercio<br />
appare come un'occasione<br />
persa: la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> valori importanti<br />
comporta anche un<br />
prezzo <strong>di</strong> impopolarità da affrontare<br />
per contrastare l'egemonia<br />
dell'economia per<br />
un'azione politica a favore<br />
della comunità familiare e civile.<br />
Non convince per nulla la<br />
spiegazione che l'intesa limita<br />
i danni dell'esistente, è<br />
piuttosto una resa alle pres-<br />
C'<br />
è "fortissima preoccupazione"<br />
nella stampa cattolica per<br />
i tagli all'e<strong>di</strong>toria previsti dal<br />
decreto legge 112/08. La esprime, a nome<br />
delle 172 testate <strong>di</strong>ocesane che rappresenta,<br />
la Federazione italiana settimanali<br />
cattolici (Fisc), in una nota<br />
a firma del presidente, don<br />
Giorgio Zucchelli. Il decreto<br />
legge 112/08, recante "Disposizioni<br />
urgenti per lo sviluppo<br />
economico, la semplificazione,<br />
la competitività, la<br />
stabilizzazione della finanza<br />
pubblica e la perequazione<br />
tributaria", è stato approvato<br />
dalla Camera dei deputati<br />
il 24 luglio e, ora, attende l'esame<br />
da parte del Senato.<br />
Un gravissimo danno<br />
Il testo si occupa, all'art. 44, della<br />
"semplificazione e rior<strong>di</strong>no delle<br />
procedure <strong>di</strong> erogazione dei contributi<br />
all'e<strong>di</strong>toria". Se venissero introdotti<br />
i tagli previsti, afferma Zucchelli,<br />
"molti giornali no profit subirebbero<br />
un gravissimo danno, al punto da ri-<br />
sioni e a certe prassi.<br />
L'<br />
L’allarme della Fisc: coi tagli previsti molti giornali no profit rischierebbero la chiusura<br />
EDITORIA, LA SCURE DEL GOVERNO ANCHE SUI “DIOCESANI”<br />
schiare la chiusura. Il che significherebbe<br />
il venir meno del pluralismo informativo".<br />
Nei<br />
giorni scorsi<br />
tutti i <strong>di</strong>rettori dei settimanali cattolici<br />
hanno ricevuto una nota tecnica in<br />
cui sono stati informati della gravità<br />
Società & Cultura 9 agosto 2008 11<br />
Il <strong>di</strong>ritto al riposo domenicale compromesso da una recente intesa<br />
LA DOMENICA, UN BENE PER TUTTI<br />
L'aumentato obbligo <strong>di</strong> lavoro festivo? Per nulla "normale"<br />
Un centro commerciale <strong>di</strong> Reggio Emilia in uno dei sempre più rari momenti <strong>di</strong> chiusura. Nell'intesa per il<br />
rinnovo del contratto nazionale del commercio, firmata dalla Cisl, viene sancita l'obbligatorierà del lavoro<br />
domenicale per un numero <strong>di</strong> giorni festivi superiore ai 13 già previsti dalla legge Bersani.<br />
obbligatorietà del lavoro<br />
domenicale per i<br />
<strong>di</strong>pendenti del commercio<br />
non era stata sancita<br />
neppure per le 13 domeniche<br />
<strong>di</strong> apertura previste dalla legge<br />
Bersani.<br />
Né ci si può appellare alle strane<br />
aperture del recente decreto<br />
112 del ministro Sacconi,<br />
peraltro non ancora convertito<br />
in legge. Al contrario era<br />
questo il momento per mandare<br />
un messaggio forte anche<br />
al governo.<br />
Il testo del rinnovo del contratto,<br />
approvato dalla Cisl,<br />
non contiene alcun elemento<br />
veramente efficace per <strong>di</strong>sincentivare<br />
la rincorsa alle aperture<br />
domenicali.<br />
Non si intendono ignorare<br />
i mutamenti avvenuti<br />
nel contesto sociale<br />
ben oltre i confini nazionali<br />
e sotto la pressione delle<br />
gran<strong>di</strong> catene <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione,<br />
che vorrebbero legittimare la<br />
ricerca ad oltranza <strong>di</strong> profitti<br />
come risposta ai "bisogni" e<br />
alle richieste <strong>di</strong> consumatori.<br />
Resta comunque ancora qualche<br />
spazio per la contrattazio-<br />
Ciò che deve molto preoccupare è avere<br />
<strong>di</strong> fatto introdotto il lavoro domenicale<br />
come orario <strong>di</strong> lavoro normale...<br />
Il testo del rinnovo del contratto non contiene<br />
alcun elemento veramente efficace per<br />
<strong>di</strong>sincentivare la rincorsa alle aperture domenicali<br />
ne a livello aziendale e territoriale,<br />
a con<strong>di</strong>zione che nella<br />
concertazione vengano ascoltate<br />
anche voci spesso <strong>di</strong>sattese,<br />
come ad esempio le associazioni<br />
familiari.<br />
Dobbiamo riconoscere che a<br />
Reggio sindacati e istituzioni<br />
hanno <strong>di</strong>mostrato in questi<br />
anni una notevole sensibilità<br />
nella <strong>di</strong>fesa del riposo dome-<br />
nicale, trovando spesso <strong>di</strong>sponibilità<br />
nella controparte impren<strong>di</strong>toriale.<br />
Molti sono i soggetti<br />
privati e istituzionali<br />
implicati, e molte le<br />
componenti coinvolte, come<br />
stili <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> costume. È in<strong>di</strong>spensabile<br />
il concorso <strong>di</strong><br />
tutti, a partire dagli stessi<br />
"clienti", i quali non possono<br />
ignorare che migliaia <strong>di</strong> lavoratori<br />
del commercio e del terziario<br />
hanno il <strong>di</strong>ritto e il bisogno<br />
al riposo non semplicemente<br />
settimanale, ma domenicale.<br />
E questo non in nome<br />
<strong>di</strong> una istanza religiosa cristiana.<br />
Basta ricordare che è alla<br />
domenica che i figli non vanno<br />
a scuola e possono non solo<br />
far vacanza, ma vivere momenti<br />
<strong>di</strong> festa con genitori,<br />
fratelli e amici.<br />
Se per i cristiani la domenica è<br />
il giorno <strong>di</strong> un particolare incontro<br />
con il Signore, per tutti<br />
deve rappresentare un'irrinunciabile<br />
opportunità per far<br />
festa insieme. La domenica è<br />
un bene per tutti.<br />
della situazione che potrebbe venire a<br />
crearsi.<br />
Il ruolo delle testate no profit<br />
È<br />
"<br />
don Emilio Lan<strong>di</strong>ni<br />
necessario - <strong>di</strong>ce<br />
Zucchelli - che i contributi<br />
alle testate no<br />
profit non vengano assolutamente<br />
ridotti. Esse svolgono<br />
un alto servizio sociale nel<br />
Paese. E <strong>di</strong> questo occorre<br />
tenere conto".<br />
La Fisc, riba<strong>di</strong>sce il presidente,<br />
"chiede che venga<br />
riconosciuto il ruolo <strong>di</strong><br />
queste testate alle quali va,<br />
tra l'altro, una minima parte<br />
del budget dell'e<strong>di</strong>toria. Questi<br />
giornali non possono essere<br />
penalizzati". Da qui, assicura<br />
Zucchelli, "l'iniziativa imme<strong>di</strong>ata<br />
e capillare della Fisc a impegnare i<br />
politici <strong>di</strong> tutti gli schieramenti, a partire<br />
dai singoli territori, perché in sede<br />
parlamentare siano <strong>di</strong>fesi i <strong>di</strong>ritti dell'e<strong>di</strong>toria<br />
no profit".<br />
a cura <strong>di</strong> Vincenzo Corrado<br />
Dopo il delitto <strong>di</strong> Luzzara, né buonismi né complicità<br />
Sicurezza, emergenza generale<br />
Dalle risse alla spe<strong>di</strong>zione punitiva, anzi criminale. Sì,<br />
perché a Villarotta <strong>di</strong> Luzzara, questa volta, non si è<br />
trattato solo <strong>di</strong> "lite per futili motivi": è stata una vera<br />
e propria esecuzione. Se l'itala criminalità organizzata, nei nostri<br />
territori, si "limita" ad infiltrarsi e impregnare il nostro tessuto<br />
economico, nello sparger sangue per le strade - magari non<br />
con revolver o mitragliette, solo con coltelli e bastoni - gruppi <strong>di</strong><br />
immigrati si sono dati il loro bel daffare. Effimera speranza,<br />
quella <strong>di</strong> chi, sottovoce, commenta, tra la sorpresa e lo spavento,<br />
"finché si ammazzano tra <strong>di</strong> loro...", o più banalmente, "basta<br />
che non ci <strong>di</strong>ano fasti<strong>di</strong>o". Una grettezza istintiva, facile, a<br />
buon mercato, temibile quanto il preconcetto ideologico e l'inconsapevolezza,<br />
o il non volere vedere, che è peggio.<br />
Fa pensare non tanto il rifiuto in sé ma le motivazioni dello<br />
stesso opposte alla richiesta <strong>di</strong> accogliere un centinaio <strong>di</strong> extracomunitari,<br />
espresse non tanto dall'Amministrazione quanto<br />
da alcuni politici. Se il Ministro dell'Interno avesse offerto<br />
l'opportunità <strong>di</strong> avvalersi <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> soldati per presi<strong>di</strong>are<br />
il territorio, quale risposta avrebbe avuto? La stessa?<br />
Se emergenza è, emergenza sia. A tutti i livelli. Non credo<br />
ci si possa più permettere festival multiculturali prestigiosi<br />
ma onerosi (ve<strong>di</strong> i 270.000 euro <strong>di</strong> Novellara), nemmeno<br />
iniziative decorativamente buoniste o prese <strong>di</strong> posizione<br />
demagogicamente censorie, <strong>di</strong> rifuto ra<strong>di</strong>cale. In entrambi i casi<br />
non si tiene conto <strong>di</strong> una realtà cambiata, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi non solo<br />
denunciati ma bisogni sofferti, del bene delle persone, <strong>di</strong> tutte.<br />
Si tratta allora <strong>di</strong> assumersi responsabilità personali, <strong>di</strong> educazione<br />
e <strong>di</strong> cura: "perché tutti siamo responsabili <strong>di</strong> tutti" (SrS<br />
38). Tutti siamo chiamati ad essere educatori, attenti a chi lavora<br />
con noi, ad essere sinceri e coraggiosi nel denunciare reati,<br />
sfruttamenti e comportamenti incivili, così come a segnalare<br />
situazioni <strong>di</strong> degrado, barbarie e bisogno grave, come estrema<br />
povertà e violenze familiari. La cultura della buona e giusta<br />
convivenza non si proclama, si vive, se poi si vuole con<strong>di</strong>videre,<br />
senza <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> provenienza.<br />
A TUTTO SLOW<br />
L’angolo acuto<br />
<strong>di</strong> don Gianni Bedogni<br />
Villarotta <strong>di</strong> Luzzara. Due immagini scattate nella tarda serata <strong>di</strong><br />
domenica 3 agosto sulla piazza dove l'operaio pakistano Shahbaz<br />
Akhtar è stato barbaramente ucciso a colpi <strong>di</strong> spranghe da un<br />
gruppo <strong>di</strong> connazionali (foto <strong>di</strong> Ermes Lasagna).<br />
Visto da E. T.<br />
Una <strong>vita</strong> più "slow" (lenta). Nel vostro mondo che corre senza<br />
prendersi, la parola magica per addomesticare il futuro sembra <strong>di</strong>ventata<br />
questo aggettivo, rigorosamente inglese forse per esaltare<br />
chi è più lento <strong>di</strong> comprendonio.<br />
Da 8 anni c'è pure il festival delle città slow. Napoli, per esempio,<br />
l'anno scorso ha vinto il premio come città extra-slow nello smaltire<br />
la monnezza. E quest'estate è toccato a Felina ospitare un weekend<br />
tra abbuffate <strong>di</strong> specialità enogastronomiche (garanzia <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong>gestione slow) e <strong>di</strong>stese <strong>di</strong> bancarelle dell'artigianato artistico. Più<br />
che slow, uno show da 20.000 visitatori. Con le vie principali chiuse<br />
alle macchine, infatti, il traffico scorreva particolarmente adagio.<br />
A scanso <strong>di</strong> malintesi, sulla statale - qui Gatta (o comunque Felina)<br />
ci cova - era stato piazzato un bell'autovelox: lenti o multati.<br />
Le città slow sono un network internazionale, oggi presieduto dal<br />
sindaco <strong>di</strong> Castelnovo Monti. Dopo che con le sue intuizioni un<br />
Marconi (Guglielmo) ha dato il via all'inarrestabile accelerazione<br />
delle comunicazioni umane, un altro - Gianluca - si fa promotore<br />
del loro rallentamento. Battaglia giusta: vivere a ritmi più umani<br />
un'esistenza libera e sorniona (felina?), con meno scadenze e meno<br />
spot da subire, aiuta ad allontanare lo stress e fa star bene.<br />
Meglio capirlo prima dei 70 anni - altrimenti non si è lenti, ma tar<strong>di</strong><br />
- e magari non vantare troppe pretese verso gli altri. In uno slogan:<br />
vivere slow e volare low (basso). Che serva un nuovo marchio?
12<br />
9 agosto 2008<br />
INFORMANZIANI<br />
Rubrica della F.N.P.<br />
Federazione<br />
Nazionale<br />
Pensionati<br />
CISL<br />
a cura <strong>di</strong> Pietro Ferri<br />
pietro.ferri@cislreggioemilia.it<br />
Un'estate tutta "da ricordare..."<br />
L'attuale governo, presentandosi agli elettori, chiese il voto<br />
per attuare un programma basato su tre principali obiettivi:<br />
abbassamento delle tasse e introduzione del federalismo<br />
fiscale, ripresa dei consumi, aumento degli investimenti e,<br />
<strong>di</strong> conseguenza, dell'occupazione, nonché il rientro dal deficit<br />
<strong>di</strong> bilancio richiesto dall'Europa e accettato, a suo tempo,<br />
dal precedente governo <strong>di</strong> centro-sinistra.<br />
Gli atti compiuti nei primi cento giorni <strong>di</strong>mostrano che le<br />
promesse elettorali, per il momento, non sono mantenute,<br />
perché:<br />
* non può definirsi federalismo fiscale e abbassamento della<br />
pressione fiscale l'eliminazione dell'Ici (già parzialmente decisa<br />
dal precedente governo);<br />
* la previsione del "bonus" sconto <strong>di</strong> 400 euro può considerarsi<br />
"un'elemosina <strong>di</strong> Stato" a fronte della precedente 14 a<br />
mensilità trattata e ottenuta con lo scorso governo (qualcuno<br />
ricorda i vecchi sussi<strong>di</strong> ECA?);<br />
* la non tassazione degli straor<strong>di</strong>nari è limitata a una modesta<br />
platea <strong>di</strong> beneficiari.<br />
"Prudenza sindacale"<br />
Ciò si verifica mentre il governatore della Banca d'Italia e l'Ocse<br />
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)<br />
ricordano che gli stipen<strong>di</strong> e i salari corrisposti in Italia<br />
sono me<strong>di</strong>amente inferiori del 20% rispetto agli altri Paesi<br />
europei. Dal canto loro, i sindacati denunciano da tempo<br />
che gli stanziamenti per la sanità, la previdenza e il sociale sono<br />
tra i più bassi in Europa. Dati, questi, che confermano<br />
l'ansia della gente e dei ceti più deboli della popolazione.<br />
In particolare stiamo ascoltando un governo che non assume<br />
iniziative per calmierare i prezzi e varare una campagna contro<br />
la speculazione, asserendo che non è possibile alcun blocco<br />
perché siamo in un libero mercato! Ci chie<strong>di</strong>amo ancora<br />
dove sia finito l'accordo 23 luglio 2007 (proposto dalle organizzazionisindacali),<br />
votato da oltre<br />
5milioni <strong>di</strong> lavoratori<br />
e pensionati, che<br />
vincola il governo a<br />
contrattare nell'ambito<br />
<strong>di</strong> quel "tavolo",<br />
peraltro concesso lo<br />
scorso inverno dall'allora<br />
ministro del<br />
lavoro.<br />
Un'esigenza imprescin<strong>di</strong>bile,<br />
anche alla<br />
luce della constatazione<br />
della «in-<br />
Il governatore della Banca<br />
d’Italia Mario Draghi<br />
fiammata» del caro<strong>vita</strong><br />
con tasso d'inflazione<br />
attestato<br />
oggi al 4,1%, mentre<br />
l'inflazione programmata lo prefigura solo all'1,7%.<br />
Non basta <strong>di</strong>re che aumenta il costo della <strong>vita</strong> e che la gente<br />
non arriva a fine mese quando il senso <strong>di</strong> responsabilità e la<br />
prudenza <strong>di</strong>mostrata dal sindacato nel valutare le prime mosse<br />
dell'Esecutivo rischiano <strong>di</strong> venire manipolati dai ministri<br />
del governo. Nonostante questo atteggiamento tutti i giorni<br />
registriamo novità che, in un senso o nell'altro, chiamano alla<br />
ribalta le classi più deboli del Paese: dall'attacco al pubblico<br />
impiego alla proposta <strong>di</strong> riforma del rapporto per il precariato,<br />
dall'emendamento (poi mo<strong>di</strong>ficato) della Finanziaria<br />
che proponeva una stretta sulle pensioni sociali al ripristino<br />
delle norme riguardanti la tracciabilità degli assegni<br />
(quale lotta all'evasione fiscale?), alla cancellazione delle norme<br />
fissate dal governo Pro<strong>di</strong> riguardanti le "<strong>di</strong>missioni in<br />
bianco", per non parlare dei tagli alla sanità, alla scuola e alla<br />
ricerca. Un giar<strong>di</strong>netto d'iniziative da lasciare interdetto<br />
chi segue la quoti<strong>di</strong>ana evoluzione della politica, senza lasciarsi<br />
<strong>di</strong>strarre dai proclami sulla sicurezza (soldati in piazza<br />
ecc.) o sul prossimo varo della nuova Alitalia, che lascerà<br />
a terra non meno <strong>di</strong> 5mila esuberi.<br />
Il ministro Tremonti ha <strong>di</strong>chiarato che la pressione fiscale<br />
non può essere ridotta, anzi troverà un ritocco all'insù nel<br />
2009. Infatti i pesanti tagli a Enti locali e Regioni in materia sanitaria<br />
produrranno aumenti della pressione fiscale a livello<br />
locale con ricaduta su utenti e famiglie, altrimenti l'alternativa<br />
- una sola - è quella <strong>di</strong> tagliare i servizi agli anziani, agli<br />
adolescenti, ai giovani ed alle famiglie. Questo è quanto ci<br />
chiama a <strong>di</strong>gerire la programmazione finanziaria del nuovo<br />
governo, approvata con grande fretta dal Parlamento. Basti<br />
pensare che il solo Consiglio dei Ministri ha fatto proprio il<br />
documento del ministro dell'Economia in solo 9 minuti e che<br />
alcuni parlamentari della maggioranza, interpellati dai giornalisti<br />
sulla sostanza della Finanziaria, hanno can<strong>di</strong>damente<br />
risposto <strong>di</strong> non sapere <strong>di</strong> preciso che cosa hanno votato.<br />
Una ricetta amara per tutto il Paese, che sta vivendo la criticità<br />
dell'affannosa situazione economica i cui risvolti negativi<br />
(tra cui la continua erosione del potere d'acquisto <strong>di</strong><br />
salari e pensioni) gravano sulle spalle più deboli. Peccato. Le<br />
promesse elettorali urlate a destra e a manca la scorsa primavera<br />
erano un'altra cosa...<br />
Società & Cultura<br />
Reggio. Bici sul Crostolo<br />
Ora a Reggio si possono percorrere<br />
fluidamente 10 km in<br />
bici, dal Liceo "Moro" fino alla Vasca <strong>di</strong> Corbelli; è quanto reso<br />
possibile dall'inaugurazione della nuova pista ciclopedonale<br />
che segue il corso del Crostolo, presentata (e testata in<br />
prima persona) dal sindaco Delrio e dall'assessore ai lavori<br />
pubblici Carla Colzi il<br />
26 luglio scorso. Nei<br />
prossimi mesi la pista<br />
sarà estesa e attraverserà<br />
il territorio comunale,<br />
da confine e<br />
a confine. Un impegno<br />
- ha <strong>di</strong>chiarato<br />
Delrio - anche e anzitutto<br />
"per la sicurezza<br />
stradale". "Mettiamo<br />
in campo", ha aggiunto, "tutti gli interventi strutturali<br />
possibili per <strong>di</strong>fendere la <strong>vita</strong> degli utenti della strada, soprattutto<br />
i più deboli. Le ciclabili, le zone a 30 all'ora, le rotonde,<br />
gli interventi per rallentare la velocità...".<br />
Reggio. Stecco incontra Isi e i giovani latino-americani<br />
Il 31 luglio, nella sede della Provincia <strong>di</strong> Reggio Emilia a Palazzo<br />
Allende, l'assessore provinciale alla Solidarietà e alle<br />
Politiche sociali Marcello Stecco ha incontrato i giovani volontari<br />
dell'associazione reggiana I Sant'Innocenti (Isi) e una<br />
delegazione <strong>di</strong> giovani provenienti da <strong>di</strong>versi Paesi dell'America<br />
Latina (tra cui El Salvador, Honduras, Messico e Venezuela)<br />
ospitati in questi giorni in Italia nell'ambito <strong>di</strong> uno<br />
stage interculturale promosso dall'associazione.<br />
Isiè un'organizzazione<br />
non lucrativa<br />
<strong>di</strong> utilità sociale<br />
che opera nell'arealatino-americana<br />
con progetti<br />
educativi, sanitario<br />
e <strong>di</strong> formazione<br />
professionale.<br />
Reggio-Paderborn. Imprese reggiane in vetrina<br />
Era guidata da Aldo Ferrari (presidente della Camera <strong>di</strong><br />
Commercio <strong>di</strong> Reggio Emilia) e da Pierluigi Saccar<strong>di</strong> (vicepresidente<br />
della Provincia) la delegazione reggiana che ha<br />
partecipato alla Fiera <strong>di</strong> S. Liborio a Paderborn, in Germania,<br />
dal 26 luglio al 3 agosto. Per il 3° anno consecutivo la città<br />
della Westfalia ha offerto la possibilità a Reggio e alle sue imprese<br />
<strong>di</strong> portare in terra tedesca le proprie eccellenze enogastronomiche;<br />
un'importante occasione <strong>di</strong> visibilità.<br />
Reggio. Carlo Pellacani romanza il Correggio<br />
È uscito <strong>di</strong> recente, per i tipi delle E<strong>di</strong>zioni Consulta, il nuovo<br />
romanzo <strong>di</strong> Carlo Pellacani, Il <strong>di</strong>lemma del Correggio -<br />
Arte, intrighi e speranze nell'età <strong>di</strong> Antonio Allegri (404 pp., 18<br />
euro). È un'opera che, basandosi sulle fonti documentarie<br />
<strong>di</strong>sponibili, ricostruisce per la prima volta <strong>vita</strong> e attività artistica<br />
<strong>di</strong> Antonio Allegri e i rapporti che il pittore instaurò<br />
con la sua città natale e con Reggio,<br />
Parma, S. Benedetto Po, Mantova.<br />
Il libro intende raccontare<br />
quarant'anni <strong>di</strong> storia ed eventi<br />
che coinvolgono conti e duchi,<br />
imperatori e papi, con un'attenzione<br />
particolare al ruolo determinante<br />
assunto da conta<strong>di</strong>ni e<br />
artigiani, commercianti e artisti<br />
nell'in<strong>di</strong>viduare nuove stagioni<br />
politiche e civili. Il volume sarà in<br />
ven<strong>di</strong>ta nelle principali librerie<br />
del reggiano, parmense e mantovano<br />
da settembre.<br />
Info: e<strong>di</strong>zioniconsulta@virgilio.it.<br />
Mendola/Ruffré. Seminario sulla Costituzione<br />
Promosso da Agire politicamente, coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> "cattolici<br />
democratici", si terrà da mercoledì 27 a domenica 31<br />
agosto a Mendola/Ruffré (in Val <strong>di</strong> Non, Trento), presso l'-<br />
Hotel Tavern, il seminario estivo 1948-2008: 60 anni <strong>di</strong> Costituzione.<br />
"Nel messaggio per la ricorrenza della festa nazionale<br />
del 2 giugno - spiegano i promotori - il presidente<br />
Napolitano ha colto l'occasione<br />
per ricordare come nacque, 60<br />
anni fa, la Repubblica: «tra gran<strong>di</strong><br />
speranze e potendo contare<br />
sulla volontà allora <strong>di</strong>ffusa tra gli<br />
italiani <strong>di</strong> ricostruire e far rinascere<br />
il Paese, in un clima <strong>di</strong> libertà,<br />
attraverso uno sforzo<br />
straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> solidarietà e<br />
unità»". "Il nostro seminario -<br />
prosegue il comunicato degli<br />
organizzatori - si propone <strong>di</strong> riandare<br />
a quella straor<strong>di</strong>naria<br />
stagione che seppe fornire alla<br />
nascente democrazia le ragioni fondative <strong>di</strong> una nuova<br />
convivenza sociale. De<strong>di</strong>cheremo sufficiente attenzione al<br />
contributo dato dal cattolicesimo democratico alla elaborazione<br />
della nostra Carta costituzionale e ricorderemo il<br />
sacrificio <strong>di</strong> Aldo Moro, a 30 anni dalla morte".<br />
Notizie da Città & Paesi<br />
Toano. Croce Rossa, 20°<br />
Celebra vent'anni <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e attività,<br />
in questo 2008, la Croce<br />
Rossa <strong>di</strong> Toano. Per la ricorrenza, l'associazione ha ricevuto<br />
in dono una nuova ambulanza VW Transporter 4x4;<br />
grande riconoscenza della Cri toanese va al donatore William<br />
Gualtieri, che ha voluto così onorare la memoria dei genitori<br />
defunti. La nuova ambulanza è stata inaugurata dal vicesindaco<br />
e da Gualtieri durante l'ormai tra<strong>di</strong>zionale manifestazione<br />
Per <strong>di</strong>re Grazie! tenutasi domenica 3 agosto a Massa,<br />
dopo la Messa animata dal coro S. Rocco <strong>di</strong> Gusciola.<br />
Civago-Minozzo-Casalino. "Al Chiaro <strong>di</strong> Luna"<br />
Si avvia a conclusione la rassegna <strong>di</strong> concerti estivi Al chiaro<br />
<strong>di</strong> luna, promossa dalla Comunità Montana dell'Appennino<br />
Reggiano e "ambientata" in luoghi significativi dell'Appennino<br />
sotto il profilo storico, architettonico, urbanistico<br />
e naturalistico (borghi, e<strong>di</strong>fici e chiese storiche). Ecco<br />
le ultime iniziative previste: domenica 10 agosto, ore 17: il<br />
pomeriggio "storico-naturalistico", camminata seguìta da<br />
momenti culturali-gastronomico-musicali al Rifugio <strong>di</strong> S.<br />
Leonardo al Dolo presso Civago, Comune <strong>di</strong> Villaminozzo, in<br />
un antico Ospizio <strong>di</strong> Pellegrini intitolato a S. Leonardo e recentemente<br />
restaurato dopo più <strong>di</strong> un secolo <strong>di</strong> abbandono;<br />
sempre il 10 agosto (la sera, ai pie<strong>di</strong> della storica Rocca <strong>di</strong> Minozzo)<br />
e lunedì 11 agosto (al Mulino dell'Ozola <strong>di</strong> Casalino),<br />
due appuntamenti musicali, entrambi alle 21.<br />
Collagna-Busana-Canossa-Castelnovo. "TraMonti"<br />
Ultime date anche per TraMonti, rassegna <strong>di</strong> incontri musicali<br />
fra culture e tra<strong>di</strong>zioni del mondo, sull'Appennino. Nel<br />
weekend <strong>di</strong> sabato 9 agosto (al lago Pranda <strong>di</strong> Collagna) e domenica<br />
10 agosto (a Ca' Ferrari <strong>di</strong> Busana), doppio appuntamento:<br />
protagoniste le sonorità del gruppo Sarawan (strumenti<br />
a percussione delle varie tra<strong>di</strong>zioni popolari dell'area<br />
iranica); titolo del concerto: Davamand. Musiche delle montagne<br />
iraniche. Giovedì 14 agosto, alle 18, al Castello <strong>di</strong> Canossa,<br />
serata italo-argentina; venerdì 15 agosto, a Castelnovo<br />
Monti, in piazza Peretti, si esibirà Martin Lubenov, uno dei<br />
maggiori fisarmonicisti dei Balcani, con il suo gruppo.<br />
Cavriago. Formati nuovi bibliotecari<br />
17 giovani "tecnici dei servizi<br />
<strong>di</strong> biblioteca" sono appena<br />
usciti dal corso apposito<br />
tenutosi al Centro Stu<strong>di</strong>o e<br />
Lavoro "La Cremeria" <strong>di</strong><br />
Cavriago e co-finanziato da<br />
Regione, Provincia e Ministero<br />
del Lavoro. La qualifica,<br />
ottenuta superando l'esame<br />
finale e dopo uno stage<br />
<strong>di</strong> 120 ore nelle biblioteche<br />
comunali del Reggiano,<br />
è valida a livello regionale.<br />
Provincia <strong>di</strong> Modena. "Poesia Festival" per giovani<br />
È scaricabile dal sito www.poesiafestival.it il bando del IV<br />
concorso nazionale Poesia Festival, rivolto a ragazzi e giovani<br />
dai 15 ai 29 anni. C'è tempo fino al 4 settembre per inviare<br />
i propri componimenti<br />
nella speranza <strong>di</strong> essere selezionati<br />
per le fasi finali<br />
della manifestazione, interamente<br />
de<strong>di</strong>cata alla poesia,<br />
che si svolgerà dal 25 al<br />
28 settembre nel modenese,<br />
nei borghi antichi <strong>di</strong> Castelnuovo<br />
Rangone, Castelvetro,<br />
Savignano, Spilamberto,<br />
Vignola, Maranello e<br />
Marano. Per informazioni:<br />
tel. 059.534802.<br />
IN VAL DI NON E A PERUGIA. Le proposte dell’associazione “Agire politicamente” e delle Acli<br />
ESTATE & FORMAZIONE, CATTOLICI A CONVEGNO<br />
Quota <strong>di</strong> partecipazione: 200 euro (220 per camera singola).<br />
Programma e prenotazioni: tel. 333.2159157.<br />
Perugia. 41° Incontro nazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> delle Acli<br />
Destra e Sinistra dopo le ideologie: è il titolo del 41° Incontro<br />
nazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> delle Acli, che si terrà a Perugia<br />
dall’11 al 13 settembre. A meno <strong>di</strong> 6 mesi dalle ultime elezioni<br />
- spiegano gli organizzatori<br />
- caratterizzate dalla ra<strong>di</strong>cale<br />
semplificazione del quadro<br />
politico italiano e dalla scomparsa<br />
dal Parlamento <strong>di</strong> alcuni<br />
partiti storici, le Associazioni<br />
cristiane dei lavoratori italiani si<br />
interrogano sul futuro della politica<br />
e della democrazia. Diversi<br />
e tutti <strong>di</strong> elevato livello gli interventi<br />
e i relatori; fra questi, lo<br />
storico Andrea Riccar<strong>di</strong>, il sottosegretario<br />
al Lavoro, Salute e<br />
Politiche sociali Eugenia Roccella,<br />
mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare <strong>di</strong><br />
Milano; e il 13 settembre - sul rapporto tra democrazia rappresentativa<br />
e d'opinione - Joaquin Navarro Valls, per oltre<br />
20 anni <strong>di</strong>rettore della Sala Stampa Vaticana. Informazioni<br />
e prenotazioni: tel. 065840684, mail congressi@entour.it.
Società & Cultura 9 agosto 2008 13<br />
Tutti i dubbi delle matricole<br />
L'orientamento negli stu<strong>di</strong> universitari:vasta offerta,tante incertezze<br />
Lasciato alle spalle lo<br />
stress degli esami <strong>di</strong> maturità,<br />
per molti <strong>di</strong>plomati<br />
novelli è giunto il momento<br />
della scelta universitaria. Il "clima"<br />
in cui sono chiamati a<br />
compiere questo passo non è<br />
mai dei più sereni, vuoi per le<br />
aspettative familiari a volte eccessive,<br />
vuoi per la necessità <strong>di</strong><br />
prendere la decisione in tempi<br />
tutto sommato stretti, in mezzo<br />
ad una gamma <strong>di</strong> percorsi <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o e professionali veramente<br />
sconfinata. Tutti gli studenti,<br />
più o meno esplicitamente,<br />
sono poi esortati a crescere<br />
"flessibili", secondo l'incertezza<br />
generale che contrad<strong>di</strong>stingue<br />
la situazione economica<br />
e sociale del nostro Paese.<br />
Gap italiano<br />
Difficile quantificare le<br />
prospettive <strong>di</strong> lavoro.<br />
Oltretutto i giovani italiani,<br />
rispetto a tanti coetanei<br />
europei, scontano un sensibile<br />
ritardo culturale. La recente indagine<br />
Iard, commissionata<br />
dagli Stati generali dell'e<strong>di</strong>toria,<br />
fornisce al riguardo dati<br />
eloquenti. Il Belpaese ha una<br />
quota <strong>di</strong> laureati tra i 20 e 29<br />
anni del 31,8%, contro il 34,7%<br />
della Spagna o il 55,9% della<br />
Gran Bretagna. Se si osserva la<br />
corrispondente quota <strong>di</strong> giovani<br />
<strong>di</strong>soccupati, si scopre che in<br />
Italia essa supera il 20%, più<br />
elevata del 14,4% degli inglesi e<br />
del 18,2% degli iberici.<br />
Il <strong>di</strong>vario risulta ancora più<br />
marcato se si pensa che i nostri<br />
studenti evidenziano un'istruzione<br />
con minori qualità e<br />
competenze: -6% in quelle <strong>di</strong><br />
comprensione linguistica rispetto<br />
ai ragazzi tedeschi, -7%<br />
rispetto al Regno Unito, -5% rispetto<br />
alla Francia, dati che<br />
non variano molto considerando<br />
la matematica e le materie<br />
scientifiche.<br />
Inoltre i giovani italiani, spiega<br />
lo Iard presentando la ricerca,<br />
leggono meno - al nostro 53,8%<br />
corrisponde il 66% della Francia<br />
o il 72,3% della Spagna - e<br />
utilizzano meno le nuove tecnologie:<br />
l'accesso ad internet<br />
nelle famiglie italiane è del 43%<br />
a fronte del 67% del Regno Unito<br />
e del 71% della Germania.<br />
Non solo tecnica<br />
I<br />
l ruolo del sistema educativo,<br />
della cultura, della scuola,<br />
dell'università e della ricerca<br />
è e sarà sempre più decisivo.<br />
In tale quadro va dato atto<br />
che gli standard qualitativi, da<br />
<strong>di</strong>versi anni a questa parte, si<br />
sono gradualmente affievoliti,<br />
complice un'ancora troppo<br />
scarsa capacità <strong>di</strong> premiare i<br />
meritevoli (senza guardare al<br />
red<strong>di</strong>to familiare o alla classe<br />
sociale <strong>di</strong> provenienza) a tutti i<br />
livelli dell'istruzione. Nel contempo<br />
si avverte l'esigenza <strong>di</strong><br />
allargare la prospettiva del sapere<br />
oltre un pur in<strong>di</strong>spensabile<br />
bagaglio tecnico che deve accompagnare<br />
il viaggio degli<br />
universitari, puntando sulla<br />
formazione umanistica e sullo<br />
spirito <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e collaborazione<br />
tra esperienze <strong>di</strong>verse,<br />
così importanti per non rimanere<br />
schiacciati tra gli ingranaggi<br />
della macchina competitiva<br />
globale. Ma poi, fatte tutte<br />
le analisi e le controanalisi del<br />
caso, si torna sempre alla fati<strong>di</strong>ca<br />
domanda concludente:<br />
"Che fare dopo la maturità?".<br />
Imbarazzo della scelta<br />
Oggi, grazie per lo più alla<br />
grande Rete, è <strong>di</strong>sponibile<br />
un volume <strong>di</strong> da-<br />
ti inimmaginabile solo <strong>di</strong>eci anni<br />
fa. Eppure, in sé, questo non<br />
agevola la scelta. Anzi, senza<br />
l'accompagnamento dei familiari<br />
e <strong>di</strong> docenti preparati, la<br />
vastità dell'arcipelago formativo<br />
può persino aumentare il<br />
senso <strong>di</strong> confusione, quando<br />
non <strong>di</strong> ansia. All'Università <strong>di</strong><br />
Modena e Reggio Emilia iscrizioni<br />
e immatricolazioni sono<br />
iniziate il 21 luglio e termineranno<br />
il 17 ottobre.<br />
L'anno accademico 2008-2009<br />
presenta al nastro <strong>di</strong> partenza<br />
la <strong>bellezza</strong> <strong>di</strong> 91 corsi <strong>di</strong> laurea,<br />
<strong>di</strong> cui 47 lauree <strong>di</strong> primo livello<br />
(triennali), 23 <strong>di</strong> secondo livello<br />
(specialistiche biennali) e 21<br />
lauree magistrali e a ciclo unico.<br />
Fra le novità, i corsi <strong>di</strong> laurea<br />
in Marketing e Organizzazione<br />
<strong>di</strong> Impresa e in Scienze della<br />
Cultura, nonché le lauree ma-<br />
gistrali in Scienze pedagogiche<br />
e in Informatica.<br />
Orientamento cercasi<br />
Anche nell'epoca dell'informazione<br />
<strong>di</strong>gitale, un<br />
valido termometro per<br />
misurare dubbi e certezze dei<br />
nuovi universitari rimane il<br />
"Punto incontro matricole - Informastudenti",<br />
che a Reggio si<br />
trova in viale Allegri 15 (tel.<br />
0522.522010, fax 0522.522199, email<br />
informastudenti@unimore.it;<br />
orario <strong>di</strong> apertura al pubblico:<br />
lunedì e mercoledì 15 - 17.30;<br />
martedì, giovedì e venerdì 9 -14,<br />
chiuso fino al 15 agosto).<br />
"Me<strong>di</strong>amente gli studenti arrivano<br />
qui già informati e con le<br />
idee piuttosto chiare sulla professione<br />
che vorranno esercitare<br />
domani - <strong>di</strong>ce Angelo Salierno,<br />
operatore dello sportello<br />
reggiano -, anche se in qualche<br />
caso si presentano i genitori,<br />
con o senza figli, che vengono<br />
a chiedere spiegazioni<br />
sui corsi. Quasi tutti hanno<br />
consultato le pagine web dell'Ateneo,<br />
tramite le quali il nostro<br />
Servizio risponde alle domande<br />
dei ragazzi e invia la<br />
guida dello studente in formato<br />
elettronico". Nel solo mese<br />
<strong>di</strong> luglio l'Informastudenti citta<strong>di</strong>no<br />
ha già ricevuto oltre una<br />
cinquantina <strong>di</strong> visite. "In questi<br />
anni - spiega ancora Salier-<br />
no - si è registrato un aumento<br />
degli studenti stranieri, ma anche<br />
dei 'fuori quota', già lavoratori,<br />
interessati alla Formazione<br />
a <strong>di</strong>stanza, oggi attiva<br />
per Scienze dell'Amministrazione,<br />
Scienze della Comunicazione<br />
e Marketing e Organizzazione<br />
d'Impresa".<br />
I corsi più gettonati? "Ingegneria,<br />
sia a Modena che a<br />
Reggio, le professioni sanitarie<br />
collegate alla facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
e Chirurgia; a seguire,<br />
Economia e Scienze della Formazione<br />
primaria".<br />
L'<br />
importante, alla fine,<br />
è che il neo-<strong>di</strong>plomato<br />
sia messo in con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> fare una scelta consapevole<br />
- delle sue attitu<strong>di</strong>ni<br />
personali e delle ine<strong>vita</strong>bili incognite<br />
che lo aspettano - così<br />
come "psicologicamente libera"<br />
dai con<strong>di</strong>zionamenti indotti<br />
dall'ambiente parentale<br />
o anche solo dalla tivù, che<br />
con fiction e altri prodotti facilmente<br />
presenta versioni<br />
edulcorate dei mestieri "<strong>di</strong><br />
successo". (e. t.)<br />
08/08/08: via ai Giochi più "osservati"<br />
Iniziano le Olimpia<strong>di</strong> cinesi,tra allarme terrorismo e incognite ambientali<br />
Ci siamo. Inizia una delle<br />
più memorabili, almeno<br />
dal punto <strong>di</strong> vista<br />
politico e me<strong>di</strong>atico, e<strong>di</strong>zioni<br />
delle Olimpia<strong>di</strong> moderne e gli<br />
scienziati a Pechino continuano<br />
a sfogliare la margherita.<br />
Siamo infatti <strong>di</strong> fronte a un<br />
paradosso: mentre il regime<br />
ha proseguito a marce forzate<br />
e con sforzi immani l'ultimazione<br />
delle opere legate alle<br />
gare (sta<strong>di</strong>, palasport, piscine<br />
e villaggio olimpico), ora si sta<br />
tutti con il naso all'insù nella<br />
speranza che l'inquinamento,<br />
che incombe con la sua solita<br />
pesante cappa <strong>di</strong> smog sulla<br />
capitale, lasci finalmente il<br />
teatro dei Giochi. In certe ore<br />
della giornata infatti l'aria è<br />
così irrespirabile che qualche<br />
zelante giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gara, nei<br />
prossimi giorni e in con<strong>di</strong>zioni<br />
simili, potrebbe decretare<br />
la fine <strong>di</strong> una delle tante competizioni<br />
all'aperto ancora<br />
prima del suo inizio.<br />
Con<strong>di</strong>zioni ambientali a<br />
parte, la cerimonia <strong>di</strong><br />
apertura del villaggio<br />
olimpico è stato il primo grande<br />
momento ufficiale prima<br />
dell'arrivo della fiaccola. I primi<br />
ad entrare sono stati naturalmente<br />
i padroni <strong>di</strong> casa,<br />
guidati dal cestista Yao Ming.<br />
Così, in un crescendo ormai<br />
inarrestabile, la kermesse da 37<br />
miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari prenderà finalmente<br />
<strong>vita</strong>, sotto la tutela<br />
<strong>di</strong> impressionanti misure <strong>di</strong> sicurezza<br />
e con un esercito <strong>di</strong><br />
110 mila uomini che vigileranno<br />
giorno e notte sulla <strong>vita</strong><br />
dei circa 16 mila atleti, a cui<br />
sarà vietato (brutta tegola per<br />
i nostri!) portare cibo proprio<br />
all'interno del villaggio. In<br />
compenso oltre cento chef<br />
stranieri e 2.700 cinesi cucineranno<br />
per gli atleti e i <strong>di</strong>rigenti<br />
nella sala da pranzo da 5.000<br />
posti. Intanto stanno ormai<br />
terminando le ultime scorte<br />
degli oltre 12 milioni <strong>di</strong> biglietti<br />
già quasi tutti esauriti<br />
da tempo, per le 300 gare in<br />
programma, cui parteciperanno<br />
202 Paesi <strong>di</strong>stribuiti in 37<br />
<strong>di</strong>scipline.<br />
Certo, scor<strong>di</strong>amoci gli<br />
slanci alla De Coubertin:<br />
ai Giochi andranno<br />
fior <strong>di</strong> professionisti e i <strong>di</strong>lettanti<br />
tutta passione & tenerez-<br />
"In questi anni all'Università <strong>di</strong> Modena<br />
e Reggio Emilia si è registrato un aumento degli<br />
studenti stranieri, ma anche dei 'fuori quota'<br />
interessati alla Formazione a <strong>di</strong>stanza..."<br />
za alla Dorando Pietri saranno<br />
autentiche mosche bianche.<br />
Così, accanto ai big della<br />
Nba del basket americano, sfileranno<br />
i consacrati campioni<br />
multimilionari del calcio e i re<br />
degli Slam Federer e Nadal si<br />
contenderanno l'oro del tennis.<br />
Casa Italia accoglierà i 346<br />
azzurri, a caccia della medaglia<br />
numero 500, capitanati<br />
dal portaban<strong>di</strong>era Antonio<br />
Rossi, mago della canoa, favorito<br />
per l'oro anche per i Gio-<br />
chi cinesi. Ma il pa<strong>di</strong>glione azzurro<br />
<strong>di</strong>venterà non solo il<br />
quartier generale agonistico,<br />
ma un'autentica vetrina del<br />
"made in Italy", dove anche gli<br />
sponsor potranno imbastire<br />
futuri affari con i manager del-<br />
Nella foto la<br />
segreteria<br />
degli studenti<br />
dell'Ateneo<br />
reggiano,<br />
in viale Allegri,<br />
affollata anche<br />
in estate.<br />
A fianco,<br />
un particolare<br />
dello sportello<br />
Punto incontro<br />
matricole,<br />
che risponde ai<br />
quesiti degli<br />
utenti pure<br />
attraverso<br />
internet<br />
(www.unimore.it).<br />
l'Impero Celeste.<br />
Ultima curiosità: a Pechino<br />
2008 l'atleta più<br />
anziano sarà Hiroshi<br />
Hoketsu, 67 anni, che <strong>di</strong>fenderà<br />
i colori del Giappone nella<br />
<strong>di</strong>sciplina del dressage. Il<br />
cavaliere nipponico ha già<br />
partecipato a un'Olimpiade:<br />
quella <strong>di</strong> Tokyo 1964, in quell'e<strong>di</strong>zione<br />
però ha gareggiato<br />
nel salto ostacoli. E ora, dopo<br />
44 anni, ripete l'impresa! Lo<br />
stesso primato <strong>di</strong> Hoketsu appartiene<br />
anche a un nostro<br />
connazionale, dressagista anche<br />
lui. Ai Giochi Olimpici <strong>di</strong><br />
Atlanta 1996, infatti, l'atleta<br />
più anziano a prendervi parte<br />
è stato il nostro Fausto Puccini<br />
in sella a Fiffikus. Il primato<br />
<strong>di</strong> atleta olimpico più vecchio<br />
resta saldamente nelle mani<br />
del tiratore svedese Oscar<br />
Swahn che vinse una medaglia<br />
ai Giochi <strong>di</strong> Anversa 1920,<br />
quando aveva 72 anni e 280<br />
giorni. L'atleta più giovane è<br />
stato invece il ginnasta greco<br />
Dimitrios Loundras, in gara ad<br />
Atene 1896 all'età <strong>di</strong> 10 anni.<br />
Leo Gabbi
14<br />
AGENDA DEL VESCOVO<br />
AGENDA DELL’AUSILIARE<br />
9 agosto 2008<br />
Chiusura estiva della Curia<br />
Si comunica che gli Uffici della Curia Vescovile resteranno<br />
chiusi da sabato 9 a giovedì 21 agosto. La Curia riprenderà le<br />
attività il giorno 22 agosto. Gli Uffici dell’Istituto Diocesano<br />
Sostentamento del Clero resteranno chiusi da sabato 9 a<br />
venerdì 22 agosto compresi e riapriranno lunedì 25 agosto.<br />
Domenica 10 agosto<br />
Alle 11, a Montalto <strong>di</strong> Vezzano,<br />
il Vescovo presiede<br />
la celebrazione eucaristica<br />
nella solennità del titolare<br />
San Lorenzo, a conclusione<br />
del giubileo laurentiano<br />
per i 1.750 anni del<br />
martirio del <strong>di</strong>acono <strong>di</strong> Roma,<br />
Lorenzo, e in occasione dell'annuale incontro<br />
dei <strong>di</strong>aconi permanenti in questa parrocchia dove<br />
abitò da giovane e a cui rimase sempre legato don<br />
Alberto Altana, pioniere del ripristino del <strong>di</strong>aconato<br />
permanente in Italia.<br />
Mercoledì 13 agosto<br />
Alle 18.30, nella chiesa restaurata <strong>di</strong> S. Filippo Neri<br />
a Reggio, il Vescovo presiede la celebrazione eucaristica<br />
in memoria e a suffragio <strong>di</strong> Giovanna Gabbi,<br />
prima consacrata nell'Ordo Virginum <strong>di</strong> Reggio<br />
Emilia-Guastalla, ad un anno dalla tragica morte.<br />
Venerdì 15 agosto<br />
Alle 11, nella Basilica <strong>di</strong> San Prospero, il Vescovo<br />
presiede la celebrazione eucaristica con le comunità<br />
parrocchiali del Centro Storico per la Solennità<br />
<strong>di</strong> Santa Maria Assunta, titolare della Cattedrale.<br />
Sabato 16 agosto<br />
Alle 19, presso l'oratorio secentesco <strong>di</strong> Castellaro<br />
(parrocchia <strong>di</strong> S. Stefano <strong>di</strong> Pineto), mons. Caprioli<br />
presiede la celebrazione eucaristica a conclusione<br />
della Rassegna <strong>di</strong> poesia <strong>di</strong>alettale «Castellaro<br />
2008».<br />
Venerdì 29 agosto<br />
Il Vescovo partirà in treno dalla stazione <strong>di</strong> Reggio<br />
con i partecipanti del pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano a<br />
Lourdes in occasione del 150° delle apparizioni <strong>di</strong><br />
Maria Immacolata a Santa Bernardette.<br />
Mercoledì 13 agosto<br />
Alle 21, presso il Santuario<br />
della B. V. della Neve a Fellegara,<br />
l'Ausiliare presiede<br />
la Marcia penitenziale del<br />
13 del Mese con la preghiera<br />
del Rosario animata dall'Unitalsi<br />
in preparazione al<br />
pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong><br />
Lourdes e con la celebrazione eucaristica.<br />
Giovedì 14 agosto<br />
Alle 21.15, presso il Monastero delle Serve <strong>di</strong> Maria<br />
a Montecchio, mons. Ghizzoni presiede l'Ufficio<br />
delle Letture e la celebrazione eucaristica nella Vigilia<br />
della Solennità <strong>di</strong> Santa Maria Assunta.<br />
Venerdì 15 agosto<br />
Alle 10.30, nella chiesa <strong>di</strong> S. Pietro in Fazzano, l'Ausiliare<br />
presiede la Solennità <strong>di</strong> Santa Maria Assunta.<br />
Sabato 16 agosto<br />
Alle 11, a Ligonchio, l'Ausiliare presiede la Concelebrazione<br />
eucaristica nella solennità <strong>di</strong> San Rocco,<br />
titolare dell'antico oratorio a Ligonchio Alto.<br />
La Libertà<br />
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Chiuso in redazione alle 18.00 <strong>di</strong> mercoledì 6 agosto 2008<br />
Tiratura del 26 luglio 2008: 5.110 copie<br />
La Settimana<br />
IL SANTO DELLA SETTIMANA<br />
11 agosto<br />
Santa Chiara d’Assisi<br />
Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253<br />
"Una chiara luce che illuminerà il mondo..."<br />
Assisi, oltre a Francesco, vanta d'aver dato i natali a un'altra<br />
figura che insieme a lui ha lasciato una traccia profon<strong>di</strong>ssima<br />
nella <strong>vita</strong> e nella storia della <strong>Chiesa</strong> e del mondo:<br />
Chiara. La santa nasce da Favarone <strong>di</strong> Offreduccio <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no<br />
e da Ortolana - nobile famiglia della città umbra - nel 1194.<br />
La madre, Ortolana, è donna <strong>di</strong> preghiera, de<strong>di</strong>ta al lavoro, aperta<br />
alle opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a anche oltre la cerchia dei vicini; vi<br />
è in lei un'attenzione assidua alla formazione umana e religiosa<br />
della figlia. È anche sotto il suo esempio che Chiara inizia ad avere<br />
attenzioni per i poveri. Alla vigilia del parto, recatasi a pregare<br />
nel Duomo <strong>di</strong> S. Rufino (tuttora Cattedrale), Ortolana sente una<br />
voce che le pre<strong>di</strong>ce: "Oh, donna, non temere, perché felicemente<br />
partorirai una chiara luce che illuminerà il mondo". La bambina<br />
viene chiamata Chiara e battezzata in quella stessa chiesa.<br />
L'incontro con Francesco<br />
Per Chiara l'incontro con Francesco e con la sua esperienza<br />
è determinante. A lui confida la chiamata <strong>di</strong> Dio e gli<br />
chiede aiuto; Francesco la in<strong>vita</strong> ad unirsi all'amore <strong>di</strong> Cristo.<br />
L'esperienza della completa rinuncia e della pre<strong>di</strong>cazione in<br />
Francesco rivela gradualmente al suo cuore il desiderio <strong>di</strong> fuggire<br />
il mondo coi suoi agi per donarsi completamente a Dio in una<br />
<strong>vita</strong> offerta in preghiera e contemplazione. Il momento decisivo<br />
è la sera <strong>di</strong> una Domenica delle Palme (del 1211 o 1212). Chiara,<br />
<strong>di</strong>ciottenne, va in chiesa con le altre nobildonne; durante la<br />
celebrazione, mentre le altre processionalmente si avvicinano al<br />
Vescovo, Chiara resta immobile al suo posto; è il Vescovo stesso<br />
che si <strong>di</strong>rige verso <strong>di</strong> lei consegnandole la palma.<br />
È il segno. La notte seguente, Chiara fugge dalla casa paterna e<br />
scende nella chiesa rurale <strong>di</strong> S. Maria degli Angeli - alla «Porziuncola»<br />
- dove l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati<br />
minori, che le fanno indossare un saio da penitente e le tagliano<br />
i capelli. Ora Chiara è per sempre consacrata a Dio.<br />
Sacrificio e preghiera per il mondo<br />
Chiara prende <strong>di</strong>mora nel piccolo fabbricato annesso alla<br />
chiesa <strong>di</strong> S. Damiano, che Francesco aveva restaurato.<br />
Qui viene raggiunta dalla sorella Agnese e dall'altra sorella,<br />
Beatrice, ma anche da gruppi <strong>di</strong> ragazze e donne: saranno<br />
presto una cinquantina. Costantemente consigliata e ispirata dal<br />
Santo, fino alla morte <strong>di</strong> lui (del quale, teneramente e umilmente,<br />
si definisce «pianticella»), Chiara intraprende la meravigliosa<br />
avventura claustrale. E proprio da Francesco ottiene una prima regola,<br />
fondata sulla povertà. I suoi nobili parenti si oppongono, anche<br />
con la forza, alla sua scelta <strong>di</strong> <strong>vita</strong>, ma invano; anzi, alcuni<br />
anni dopo anche sua madre la raggiunge in monastero.<br />
Chiara vuole dar <strong>vita</strong> a una famiglia <strong>di</strong> consacrate in clausura ra<strong>di</strong>calmente<br />
povere, come singole<br />
e come monastero, viventi<br />
del loro lavoro e <strong>di</strong> qualche<br />
aiuto dei frati minori, immerse<br />
nella preghiera per sé e<br />
per gli altri, al servizio <strong>di</strong> tutti,<br />
preoccupate per tutti. Chiamate<br />
popolarmente «Damianite»<br />
e da Francesco «Povere<br />
Dame», saranno poi per sempre<br />
note come «Clarisse». In<br />
un certo senso, Chiara preannuncia<br />
la forte iniziativa femminile<br />
che il suo secolo e il<br />
successivo vedranno svilupparsi<br />
nella <strong>Chiesa</strong>.<br />
Povertà come privilegio<br />
Il car<strong>di</strong>nale Ugolino, vescovo <strong>di</strong> Ostia e protettore dei frati<br />
minori, le dà una nuova regola che attenua la povertà, ma<br />
Chiara non accetta sconti: così Ugolino, <strong>di</strong>venuto Papa Gregorio<br />
IX (1227-41) le concede il «privilegio della povertà», poi<br />
confermato da Innocenzo IV con solenne bolla del 1253, presentata<br />
a Chiara pochi giorni prima della morte. Austerità sempre:<br />
un rigore che Chiara - Madre Badessa non per volontà sua<br />
ma per spirito <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza a Francesco - esige senza eccezioni<br />
da se stessa e non impone mai alle consorelle. La fermezza <strong>di</strong><br />
carattere, la dolcezza del suo animo, il modo <strong>di</strong> governare la sua<br />
comunità con la massima carità e avvedutezza, le procurano la<br />
stima dei Papi, che vogliono persino recarsi a visitarla.<br />
La riscoperta del carisma spirituale <strong>di</strong> Santa Chiara<br />
Seguire il Signore Gesù è Pace: sembra questo uno dei messaggi<br />
più forti che ci ha affidato Chiara con la sua <strong>vita</strong>, e<br />
persino con la sua morte, vissuta come una «sorella». L'11<br />
agosto 1253, circondata dalle sorelle accorse al suo capezzale,<br />
Chiara pronuncia le parole dell'innamorata che va incontro al<br />
suo Sposo per restare accanto a Lui sempre: "Va' secura - <strong>di</strong>ce<br />
a se stessa e alla sua anima - perché hai buona scorta nel viaggio.<br />
Va' perché Colui che t'ha creata, ti ha santificata e sempre<br />
guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero<br />
amore". A soli due anni dalla morte, Papa Alessandro IV la<br />
proclama santa. Le sue spoglie riposano oggi ad Assisi, nella Basilica<br />
<strong>di</strong> Santa Chiara.<br />
La figura e la profonda spiritualità <strong>di</strong> Chiara sono oggetto, anche<br />
recentemente, <strong>di</strong> giusta riscoperta e valorizzazione. Oltre a svariate<br />
pubblicazioni librarie, persino un musical - Chiara <strong>di</strong> Dio -<br />
è stato realizzato per farne conoscere meglio la straor<strong>di</strong>naria ricchezza<br />
e santità <strong>di</strong> <strong>vita</strong>, e lo scorso anno una miniserie tv Rai -<br />
Chiara e Francesco - ha inteso raccontare il loro percorso spirituale<br />
parallelo, sottolineando con la stessa forza e incisività il valore<br />
<strong>di</strong> entrambe le esperienze.<br />
Due santi straor<strong>di</strong>nari, che si completano a vicenda.<br />
UNO SGUARDO ALLE LETTURE<br />
10 agosto 2008<br />
XIX Domenica del Tempo Or<strong>di</strong>nario<br />
1 a lettura:<br />
1 Re 19,9.11-13<br />
Fermati<br />
sul monte<br />
alla presenza<br />
del Signore.<br />
Dal Salmo 84<br />
Donaci,<br />
Signore, la<br />
tua presenza<br />
<strong>di</strong> pace.<br />
2 a lettura:<br />
Rm 9,1-5<br />
Vorrei essere io<br />
stesso separato da Cristo per i miei fratelli.<br />
Vangelo: Mt 14,22-33<br />
Comanda che io venga da te sulle acque.<br />
Finito il <strong>di</strong>scorso in parabole, sono ora gli incontri, le<br />
scelte, i fatti <strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Gesù e degli apostoli che rivelano<br />
il loro grande e perenne valore simbolico: oggi<br />
contempliamo un Uomo solo in preghiera sulla Montagna<br />
e una Barca agitata dalle Onde.<br />
La stabilità e il <strong>di</strong>namismo, la Fonte inesauribile e il fiume<br />
che scorre. La montagna, luogo dell'incontro con Dio, della<br />
quiete prima della tempesta, del consolidamento interiore<br />
prima <strong>di</strong> riprendere il cammino e la barca <strong>di</strong> Pietro,<br />
simbolo della <strong>Chiesa</strong> che, lungo la traversata della storia,<br />
sempre fluttua, ma mai viene sommersa.<br />
Montagna, roccia, Pietro: stabilità, certezza, ra<strong>di</strong>ci feconde,<br />
ciò che non muta nel tempo, luogo al quale tornare<br />
sempre per ricordare chi siamo. Mare, barca, tempesta: il<br />
pellegrinaggio della <strong>vita</strong> in mezzo alle avversità, la lotta<br />
che caratterizza ogni serio cammino <strong>di</strong>etro a Cristo. Nel<br />
momento della prova, ricor<strong>di</strong>amoci del grido <strong>di</strong> Pietro che<br />
aggancia la mano sicura <strong>di</strong> Gesù, sempre presente accanto<br />
a chi ha fede. Noi a Chi gri<strong>di</strong>amo? Ci ricor<strong>di</strong>amo che<br />
"lassù" c'è sempre Qualcuno che ci ascolta? Riusciamo a<br />
considerare e ad ammettere che gli smarrimenti, i turbamenti,<br />
le angosce a volte sono determinati da una situazione<br />
<strong>di</strong> peccato, da mancanze <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong><br />
una coltivata <strong>di</strong>rezione spirituale e <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Grazia? Quante<br />
ombre, quanta nebbia, quanto ribollire <strong>di</strong> tentazioni se<br />
non permettiamo che il Sole dello Spirito ci rischiari la<br />
realtà immutabile della Salvezza!<br />
Ma c'è, oggi, un pericolo ben maggiore delle tempeste,<br />
delle persecuzioni, delle avversità: il pericolo<br />
sottile e nascosto della calma piatta che affloscia<br />
le vele, dell'adeguamento allo spirito del mondo,<br />
del concor<strong>di</strong>smo a tutti i costi, del compromesso col potere.<br />
In tanti mo<strong>di</strong> rischiamo così <strong>di</strong> far perdere al Vangelo<br />
il suo sapore: - con un atteggiamento "estetico" che nella<br />
pre<strong>di</strong>cazione privilegia la bella forma rispetto alla denuncia,<br />
- con un pacifismo vuoto che si illude <strong>di</strong> mettere<br />
tutti d'accordo ma non educa nessuno all'impegno e alla<br />
testimonianza; - con uno spiritualismo <strong>di</strong>sincarnato, che<br />
rimanda tutto alla "preghiera" e alla soluzione "magica"<br />
dell'intervento <strong>di</strong>vino; - con belle formulette catechistiche<br />
e parole desuete che non parlano più al cuore e non danno<br />
ragione della <strong>di</strong>fferenza reale nella qualità <strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> chi<br />
crede rispetto a chi non crede; - con la paura antiprofetica<br />
<strong>di</strong> chi, prima <strong>di</strong> parlare, pensa alle per<strong>di</strong>te pratiche, politiche,<br />
economiche e <strong>di</strong> consenso.<br />
Opportunamente, la prima lettura ci ricorda il profeta<br />
Elia: rimasto fedele dopo la vittoriosa prova<br />
contro le centinaia <strong>di</strong> profeti tra<strong>di</strong>tori, ora paga il<br />
suo focoso zelo con la minaccia <strong>di</strong> morte che gli rivolge<br />
Gezabele. Solo l'incontro a tu per tu con Dio rinfranca il<br />
suo cuore e gli permette <strong>di</strong> riprendere il cammino.<br />
Similmente, è il rapporto col Padre, la Roccia che permette<br />
al Signore <strong>di</strong> padroneggiare la tempesta. Ed è il nostro<br />
rapporto con Lui, che rende stabile la nostra <strong>vita</strong>, come già<br />
San Paolo ci rassicurava domenica scorsa: "Fratelli, chi ci<br />
separerà dall'amore <strong>di</strong> Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia,<br />
la persecuzione, la fame, la nu<strong>di</strong>tà, il pericolo, la<br />
spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori<br />
grazie a colui che ci ha amati".<br />
don Carlo Castellini<br />
LA DIOCESI NEL WEB<br />
www.reggioemilia.chiesacattolica.it<br />
Contiene le informazioni sulla <strong>di</strong>ocesi e<br />
il notiziario <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Pace Redazione Reggiana
La pagina dei Lettori 9 agosto 2008 15<br />
In questa pagina ospitiamo lettere, opinioni o contributi dei lettori, purché non inviati anche ad altri giornali. Scritti eccedenti le 1.500 battute potrebbero non trovare spazio o essere necessariamente<br />
tagliati. NON VERRANNO IN OGNI CASO PUBBLICATE LETTERE NON FIRMATE. Recapiti per scriverci: viale Timavo 93, 42100 Reggio Emilia; fax 0522.434058; e-mail: laliberta@libero.it<br />
DOPO LA GMG AUSTRALIANA<br />
Doni <strong>di</strong> Sydney<br />
La mia quarta Gmg<br />
Ecco le mie impressioni a caldo appena tornata dalla<br />
Gmg. In Australia ero l'unica della mia parrocchia (Boretto),<br />
così ci sono voluti un po' <strong>di</strong> giorni per conoscere<br />
qualcuno all'interno del gruppo. A parte questo, ottima è stata<br />
l'accoglienza nelle comunità italo-australiane: sia a Melbourne<br />
che a Sydney ci hanno fatto sentire a casa, anche se <strong>di</strong><br />
giovani locali - a parte qualcuno - ne ho visti pochi. Non sono<br />
mancati però gli altri australiani e naturalmente tutto il resto<br />
del mondo per accogliere Benedetto XVI... ore e ore per aspettarlo,<br />
ma ne è valsa la pena! L'ospitalità australiana? Ci hanno<br />
viziato come se fossimo i loro figli... dal mangiare ai panni da<br />
lavare, alle chiaccherate anche con il mio inglese me<strong>di</strong>o. A Melbourne<br />
le famiglie erano per la maggior parte italiane; abbiamo<br />
fatto una serata cantando canti dal Nord al Sud dell'Italia...<br />
Sydney è una città piena <strong>di</strong> uomini in giacca e cravatta e <strong>di</strong><br />
donne eleganti, ma mi ha colpito il giove<strong>di</strong> che è arrivato il Papa<br />
perché tutti i passanti si sono fermati ad aspettarlo. (...)<br />
La Via Crucis ha aperto il culmine delle giornate, poi le parole<br />
del Papa sulla fede, le testimonianze sui doni dello Spirito,<br />
Sant'Agostino, l'effetto <strong>di</strong> stare insieme al mondo... mi hanno<br />
emozionato come ad ogni Gmg.<br />
Dopo i sacrifici economici e <strong>di</strong> adattamento (in un gruppo si<br />
può pensarla <strong>di</strong>versamente...), vedremo cosa porterà questa<br />
Gmg, perché delle tre che ho fatto negli anni scorsi ognuna ha<br />
portato "qualcosa" che si è visto nella mia famiglia, in oratorio,<br />
nelle nuove amicizie...<br />
Il viaggio è stato proprio un arrivare fino ai confini della terra e<br />
mi ha impressionato la partecipazione <strong>di</strong> Paesi come la Corea<br />
o l'Iran... l'altra parte del mondo!<br />
Lorenza Artoni<br />
Sydney, Gmg 2008: un gruppo <strong>di</strong> nostri pellegrini in attesa<br />
dell’arrivo <strong>di</strong> Papa Benedetto XVI.<br />
Il segno della neve<br />
Lo scorso 27 luglio, cioè la prima domenica dopo la partenza<br />
del Papa da Sydney, gli abitanti della città si sono<br />
svegliati sotto una leggera coltre <strong>di</strong> neve. La sorpresa è<br />
stata talmente grande (era dal 1836 che non accadeva) che<br />
l'avvenimento ha fatto pure notizia attraverso i mass me<strong>di</strong>a<br />
internazionali.<br />
Certo che anche la venuta <strong>di</strong> un Papa a Sydney non è un avvenimento<br />
che accade così <strong>di</strong> frequente!<br />
Davanti ad un simile avvenimento meteorologico qualcuno<br />
può soffermarsi alla pura casualità (dopotutto anche a Roma<br />
sul colle Esquilino, nella notte tra il 4 e il 5 agosto <strong>di</strong> circa 1.650<br />
anni fa, è scesa un po' <strong>di</strong> neve); ma per chi riesce a intravedere<br />
anche nelle cose piccole dei segni gran<strong>di</strong>, ogni avvenimento<br />
può apparire trasformato sotto una luce <strong>di</strong>versa.<br />
Lo scorso 13 luglio, cioè la prima domenica in cui il Papa era<br />
in territorio australiano, la liturgia domenicale (XV anno A) ci<br />
aveva proposto come prima lettura un brano tratto dal libro<br />
del profeta Isaia (55,10-11), il quale recitava così: "Come la<br />
pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza<br />
aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare,<br />
perché <strong>di</strong>a il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così<br />
sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a<br />
me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza<br />
aver compiuto ciò per cui l'ho mandata".<br />
Se noi fossimo stati gli abitanti <strong>di</strong> Sydney e avessimo assistito<br />
ad un simile avvenimento pochi giorni dopo che il Papa aveva<br />
appena finito <strong>di</strong> seminare la Sua parola, e <strong>di</strong> aver operato ciò<br />
che Lui desiderava e <strong>di</strong> aver compiuto ciò per cui Dio l'ha mandato...<br />
non ci saremmo posti qualche riflessione?<br />
E la casualità che la neve sia scesa proprio nella notte fra il sabato<br />
e la domenica, non ci fa ricordare il momento in cui è avvenuta<br />
la resurrezione <strong>di</strong> Cristo? (...)<br />
In Australia è molto conosciuto il vecchio detto secondo il quale<br />
per chi crede in Dio nessuna prova è necessaria, mentre per<br />
chi non crede nessuna prova è mai sufficiente. C'è anche un<br />
vecchio aforisma che recita così: "Chi non si meraviglia <strong>di</strong><br />
niente, non farà mai niente <strong>di</strong> meraviglioso". (...)<br />
Io credo che davanti agli innumerevoli avvenimenti quoti<strong>di</strong>ani,<br />
a volte forse anche banali, non dobbiamo mai perdere la capacità<br />
<strong>di</strong> meravigliarci, ma cercare <strong>di</strong> conservare quella naturale<br />
capacità <strong>di</strong> meravigliarsi che è così particolarmente spontanea<br />
nei bambini. Dopotutto non è scritto che se non ritorneremo<br />
come bambini non entreremo nel Regno dei cieli? O<br />
preferiamo <strong>di</strong>ventare razionali sostenitori del proverbiale scetticismo<br />
<strong>di</strong> San Tommaso?<br />
Archimede Corra<strong>di</strong><br />
PRONTA A SUONARE A FESTA<br />
Nella foto (<strong>di</strong> Gabriele Spaggiari, 21 anni) il Campanòun della<br />
Cattedrale <strong>di</strong> Reggio. All’esterno si vede l’effigie dell’Assunta. In testa al<br />
Campanòun all’intorno si vede il martirio dei santi Crisanto e Daria, più<br />
in basso in lettere maiuscole Sanctus Deus - Sanctus Fortis - Sanctus<br />
Immortalis rifuso da Vincenzo Riatti (anno MDCCXCI), più in basso ancora<br />
una decorazione <strong>di</strong> angeli. Nella fascia, il medaglione dell’Assunta<br />
sollevata da tre angeli e sopra la testa una corona <strong>di</strong> rose sostenuta da<br />
due angeli; vi sono altri tre medaglioni (San Crisanto, il Crocefisso,<br />
Santa Daria) e, sotto ogni medaglione, le due chiavi incrociate.<br />
Ha l’orlo “colmo” (cioè con rinforzo in bronzo) che dà un suono più<br />
armonioso e prolungato, <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 1,60 m., peso 2.923 kg (360 “pesi”<br />
reggiani), nota “si grave”. Il battaglio pesa 105 kg. Per farlo girare all’intorno<br />
occorrono 6 campanari e un altro campanaro “a banchètt” (cioè<br />
seduto), con dei rintocchi alle altre campane ferme. Le sonate sono state<br />
scritte dal maestro Guglielmo Mattioli nel 1922, gloria musicale reggiana.<br />
È il secondo campanone più pesante dell’Emilia Romagna, dopo quello<br />
della cattedrale <strong>di</strong> Bologna, montato a slancio. (Mario Ferrari)<br />
Eluana, sete d'Amore<br />
(...) Come si può in un contesto<br />
legale così aleatorio procedere<br />
per una sentenza <strong>di</strong> tale<br />
portata? Quale "dolce morte" se<br />
più me<strong>di</strong>ci sostengono che<br />
Eluana si trova attualmente in<br />
una <strong>di</strong>mensione dove non soffre,<br />
mentre, privata <strong>di</strong> acqua e<br />
cibo, proverà atroci dolori? Si<br />
toglie acqua a chi ha sete ed alimentazione<br />
a chi ha fame? (...)<br />
Tutti abbiamo una responsabilità:<br />
e<strong>vita</strong>re che si creino precedenti<br />
giuri<strong>di</strong>ci che osteggino<br />
in un qualunque modo quello<br />
che ritengo un postulato: "La<br />
<strong>vita</strong> è sacra ed inviolabile!".<br />
Questa sentenza è una sconfitta<br />
per le suore, per noi cristiani,<br />
per la <strong>Chiesa</strong>, per i laici,<br />
per il "Valore Vita". Quante<br />
Eluane ci saranno poi, con un<br />
verdetto che crea tali precedenti?<br />
Non <strong>di</strong>amo alle generazioni<br />
a venire un esempio negativo <strong>di</strong><br />
morte, condannando a "sentenza<br />
capitale" Eluana!<br />
- Umiltà e Amore: chi siamo<br />
noi per stabilire che una creatura<br />
deve morire e ad<strong>di</strong>rittura<br />
soffrire per farlo?<br />
- Libertà: quale? Di chi? Per<br />
chi? Quella forse <strong>di</strong> volere interpretare<br />
le frasi dette 16 anni<br />
fa, "in un momento", da una<br />
ragazza <strong>di</strong> venti anni piena <strong>di</strong><br />
voglia <strong>di</strong> vivere? Chi non ha<br />
mai detto, <strong>di</strong>nanzi al dolore<br />
più estremo, <strong>di</strong> volere che finisse<br />
imme<strong>di</strong>atamente e <strong>di</strong> preferire<br />
la morte? Ad esempio i dolori<br />
durante il travaglio della<br />
partoriente sono chiamati "il<br />
male che si scorda": io li ho <strong>di</strong>menticati<br />
quando ho abbracciato<br />
una nuova <strong>vita</strong>... quella<br />
<strong>di</strong> mia figlia!<br />
Se Eluana potesse parlare,<br />
siamo convinti che sceglierebbe<br />
per sé l'eutanasia, o vorrebbe<br />
combattere, come già sta facendo,<br />
per la sua Vita?<br />
Ci sarà una motivazione, se<br />
questa ragazza non è ancora<br />
morta, nel progetto che Dio ha<br />
per lei!<br />
Cristina Bassoli<br />
presidente provinciale Centro Italiano<br />
Femminile - Reggio Emilia<br />
Al <strong>di</strong>acono Enrico Grassi<br />
Vi presento il corridore <strong>di</strong> Dio.<br />
Non confondetevi... non è Bartali:<br />
è il <strong>di</strong>acono Enrico Grassi.<br />
Silenziosamente, senza fischiettare<br />
percorre corso Garibal<strong>di</strong><br />
e pedala, pedala velocemente,<br />
fugge come un fulmine<br />
a ciel sereno; solo Id<strong>di</strong>o sa<br />
Congregazione Presbiterale Diocesana <strong>di</strong> Felina<br />
Comunico agli iscritti che il 4 agosto 2008<br />
è deceduto il Confratello<br />
DON GIUSEPPE FERRARI<br />
già parroco a S. Sisto, Enzola e Casalpò<br />
con preghiera <strong>di</strong> celebrare (o far celebrare)<br />
quanto prima una Santa Messa <strong>di</strong> suffragio,<br />
a norma dello Statuto.<br />
La presente comunicazione sostituisce la<br />
consueta lettera in<strong>di</strong>viduale, secondo quanto<br />
deliberato nell’Assemblea Generale della<br />
Congregazione dell’anno 2000.<br />
Il Cancelliere<br />
don Pietro Romagnani<br />
<br />
4° ANNIVERSARIO<br />
AGOSTINO MENOZZI<br />
Il tuo ricordo è sempre con noi.<br />
I tuoi cari, la moglie e i figli<br />
Una Santa Messa sarà celebrata<br />
domenica 17 agosto,<br />
alle 11, nella chiesa parrocchiale<br />
<strong>di</strong> Santa Maria Assunta,<br />
a Villa Sesso.<br />
quanti chilometri percorrerà.<br />
Finalmente la maratona a<br />
sera cesserà: è stata tutta una<br />
corsa per fare del bene all'umanità.<br />
(...)<br />
Assomiglia a S. Vincenzo de'<br />
Paoli o a S. Gaetano, che provvedevano<br />
al cibo materiale e<br />
spirituale per tutti i poveri assetati<br />
ma fiduciosi <strong>di</strong> trovare<br />
un <strong>di</strong>acono come Enrico che dà<br />
gioia, consolazione nelle tristi<br />
<strong>di</strong>fficoltà che la <strong>vita</strong> presenta<br />
ad ogni piè sospinto...<br />
Caro Enrico, il tuo sacrificio è<br />
già a metà strada, quin<strong>di</strong> il<br />
Para<strong>di</strong>so l'hai già rubato a Dio,<br />
però un pezzetto <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so<br />
conservalo anche per me. Saluti<br />
e buon proseguimento nel<br />
tuo prezioso lavoro. Io ormai<br />
sento la vecchiaia che galoppa<br />
(allegria).<br />
Domitilla (Tilde) Fabbi<br />
Quattro amiche sui monti<br />
Quest'anno ho passato una<br />
settimana <strong>di</strong> vacanza estiva<br />
con le mie amiche - Carmen<br />
Setti, Eglia Iori, Carla Ruggerini<br />
- in montagna, precisamente<br />
nella Val <strong>di</strong> Fassa, a Pera.<br />
Abbiamo sperato che la convivenza<br />
assieme risultasse positiva,<br />
perché ognuna <strong>di</strong> noi ha<br />
Fiocco azzurro<br />
in redazione<br />
Giovedì 24 luglio è venuto alla luce SAMUEL, il primogenito <strong>di</strong><br />
Pamela Cavaletti e del nostro redattore Matteo Gelmini, <strong>di</strong> San<br />
Giacomo <strong>di</strong> Guastalla. Ecco il nuovo arrivato in una delle prime<br />
foto, anche se per ora non ha rilasciato <strong>di</strong>chiarazioni ai colleghi<br />
del papà... Con simpatia, da tutta la famiglia del settimanale<br />
<strong>di</strong>ocesano, il più affettuoso abbraccio a Samuel!<br />
<br />
un carattere <strong>di</strong>verso, le proprie<br />
idee, le proprie opinioni. È Carmen<br />
la nostra guida sulle montagne.<br />
Eglia e Carla sono le due<br />
camminatrici più instancabili...<br />
e io faccio quello che posso<br />
per star loro <strong>di</strong>etro! (...)<br />
La cosa più importante è stare<br />
insieme, camminare e sorridere<br />
serene. Alla fine della settimana<br />
ci siamo rese conto che<br />
questa nostra <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> caratteri<br />
ha fatto sì che la nostra<br />
amicizia risultasse più solida e<br />
sincera.<br />
La sorpresa più imprevista -<br />
e che ha fatto piacere a tutti - è<br />
stato l'arrivo <strong>di</strong> mons. Angelo<br />
Melegoni, per un giorno, nel<br />
nostro hotel; quest'anno ha festeggiato<br />
70 anni <strong>di</strong> sacerdozio!<br />
Prima <strong>di</strong> partire ci ha regalato<br />
una bellissima preghiera intitolata<br />
"Per chi ama la montagna",<br />
<strong>di</strong> G. Perico.<br />
Una strofa la vorrei de<strong>di</strong>care<br />
alle mie amiche, ringraziandole:<br />
"Signore, fa' che io porti<br />
con me queste voci dei monti,<br />
che mi avvicinano a Te. Che io<br />
senta vivo il senso <strong>di</strong> chi cammina<br />
con me, come in cordata,<br />
dove la stessa sorte ci unisce<br />
in un sol corpo, tesi verso<br />
l'unica meta. Così sia".<br />
Bernardetta Iori<br />
AUGUSTO E SILVANO SEMPER<br />
In ricordo <strong>di</strong> Augusto (5 anni) e <strong>di</strong> Silvano (3 mesi) Semper, sarà<br />
celebrata una Santa Messa domenica 17 agosto, alle 10.30, nella<br />
chiesa parrocchiale <strong>di</strong> Luzzara.<br />
Le famiglia Semper e gli amici
dall ’ archivio fotografico <strong>di</strong> don francesco milani<br />
gite estive degli insegnanti del seminario <strong>di</strong> marola<br />
16<br />
N. 5<br />
9 agosto 2008<br />
Supplemento al N. 28<br />
9 agosto 2008<br />
del settimanale cattolico reggiano<br />
“La Libertà”<br />
3Il Car<strong>di</strong>nale Raffaele<br />
Scapinelli <strong>di</strong> Leguigno a<br />
150 anni dalla nascita 8<br />
1648-1649: il lungo viaggio<br />
<strong>di</strong> un missionario reggiano<br />
verso l’In<strong>di</strong>a misteriosa<br />
Stu<strong>di</strong> e <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> storia<br />
della <strong>Chiesa</strong> reggiano-guastallese<br />
il santo marinaio da<br />
oltre un millennio protettore<br />
12Venerio,<br />
<strong>di</strong> Reggio Emilia
In questo numero<br />
Copertina Il Car<strong>di</strong>nale Scapinelli<br />
in un ritratto a olio <strong>di</strong> R. Mandola,<br />
1920 (Biblioteca del Seminario<br />
Vescovile <strong>di</strong> Reggio Emilia)<br />
2 Colloqui con i Lettori<br />
3 G. Giovanelli – Il car<strong>di</strong>nale<br />
Raffaele Scapinelli protagonista della<br />
<strong>di</strong>plomazia vaticana del primo ‘900<br />
8 Red. – 1648-1649: il lungo<br />
viaggio <strong>di</strong> un missionario reggiano<br />
verso l’In<strong>di</strong>a<br />
9 U. M. Zappi – Giuseppe Turri,<br />
lo storico con la passione del documento<br />
11 Red. – Venerio, il santo marinaio<br />
comprotettore <strong>di</strong> Reggio<br />
12 Il Golfo della Spezia alla riscoperta<br />
del suo santo eremita<br />
7 G. Costi – Il servizio del<br />
Car<strong>di</strong>nale Scapinelli durante i primi<br />
quattro pontificati del ‘900<br />
Questo inserto<br />
è un omaggio del<br />
Centro Diocesano Stu<strong>di</strong> Storici<br />
Diocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia-Guastalla<br />
Direzione:<br />
Giovanni Costi<br />
Giuseppe Giovanelli<br />
Redazione:<br />
Seminario, Via San Donnino 138<br />
42033 Marola (RE)<br />
Tel/fax 0522 813527<br />
e-mail: conv.marola@libero.it<br />
“Memoria Ecclesiæ”<br />
è parte integrante de “La Libertà” settimanale<br />
della Diocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia,<br />
separatamente dal quale non può essere<br />
ceduto. A garanzia della sua ricezione si<br />
consiglia l’abbonamento al settimanale.<br />
Don Vito Fancinelli<br />
Colloqui con i Lettori<br />
Da Cacciola, dopo aver letto l’articolo<br />
“La ricerca <strong>di</strong> don Vito Fancinelli: dall’etnografia<br />
alla sapienza<br />
cristiana popolare”<br />
(Memoria<br />
Ecclesiæ N. 4) ci<br />
ricordano che don<br />
Vito è stato anche<br />
parroco a Cacciola<br />
e, nell’articolo questo<br />
non compare.<br />
Ringraziamo della<br />
segnalazione che<br />
<strong>di</strong>mostra quanto sia<br />
forte il ricordo dei nostri buoni parroci e ci<br />
scusiamo del “vuoto” segnalato. L’articolo<br />
non voleva però tessere il profilo biografico<br />
<strong>di</strong> don Vito (e lo meriterebbe!), ma richiamare<br />
il significato culturale della sua ricerca<br />
sulle “Testimonianze <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> credenze”,<br />
molte delle quali certamente raccolte<br />
anche a Cacciola. A buon conto, ecco la sua<br />
scheda biografica giacente presso l’Archivio<br />
della Curia Vescovile:<br />
“FANCINELLI DON VITO <strong>di</strong> Eusebio,<br />
nato a Rubiera il 17 Marzo 1887. Or<strong>di</strong>nato<br />
sacerdote, 21 luglio 1912. Curato a Castelnovo<br />
Sotto, luglio 1915. Studente al Leoniano<br />
<strong>di</strong> Roma, novembre 1914. Curato <strong>di</strong><br />
nuovo a Castelnovo Sotto, luglio 1915. Coa<strong>di</strong>utore<br />
e Pro-parroco a Cacciola, febbraio<br />
1924. Ivi Economo Spirituale, 29 gennaio<br />
1925. Ivi Rettore nominato, 26 febbraio<br />
1925. Rinuncia alla parrocchia con atto del<br />
12 aprile 1932 e va a Parma presso i Padri<br />
Benedettini. Nell’aprile 1933 ritorna in<br />
<strong>di</strong>ocesi. Economo Spirituale a Coviolo, 12<br />
novembre 1933. Ivi priore, 16 luglio 1934.<br />
Partecipa al concorso per Rivalta, 19 ottobre<br />
1943. Rinuncia alla parrocchia <strong>di</strong> Coviolo,<br />
18 maggio 1946 e si ritira a Tortona<br />
nella Casa della Divina Provvidenza <strong>di</strong> don<br />
Orione. Morto il 19 giugno 1946.”<br />
San Venerio<br />
“E’ corsa voce (se ho ben capito) ci scrive<br />
la signora Maria C. <strong>di</strong> Carù (Villaminozzo)<br />
che si voglia cancellare San Venerio dal<br />
calendario della<br />
<strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> Reggio<br />
perché non avrebbe<br />
nulla a che fare con<br />
la nostra <strong>di</strong>ocesi.<br />
C’è forse qualcosa<br />
<strong>di</strong> vero?”.<br />
Per quanto ne<br />
sappiamo non c’è<br />
nulla <strong>di</strong> tutto ciò.<br />
Nessuno ha detto -<br />
perché non può <strong>di</strong>rsi<br />
- che San Venerio “non c’entra niente con<br />
Reggio”. E compren<strong>di</strong>amo bene come una<br />
parrocchiana originaria <strong>di</strong> Carù (anche se<br />
residente a Milano come appare dal timbro<br />
postale) possa sentirsi “male” per una simile<br />
voce. Quello che Lei ha sentito, infatti,<br />
è forse il parere personale <strong>di</strong> qualche persona<br />
certamente non informata su ciò che<br />
San Venerio ha significato per la <strong>Chiesa</strong> e<br />
per la società reggiana per oltre un millennio.<br />
La sua Carù, con l’antico Ospitale <strong>di</strong><br />
San Venerio fondato nel 1102 ne è una<br />
preziosa testimonianza <strong>di</strong> come e quanto<br />
il culto <strong>di</strong> san Venerio sia ra<strong>di</strong>cato fin nelle<br />
più remote località reggiane.<br />
Su questo santo avevamo già da tempo<br />
altre richieste <strong>di</strong> più approfon<strong>di</strong>te conoscenze<br />
del profilo biografico e dei significati<br />
cultuali. La sua lettera ci induce ad anticiparne<br />
la pubblicazione in questo stesso<br />
numero <strong>di</strong> Memoria Ecclesiæ.<br />
Lei ci chiede anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>carle una biografia<br />
del santo scritta con stile accessibile<br />
a chi non è troppo addentro alle specializzazioni<br />
della storia. Le consigliamo “Il<br />
Tino, L’isola <strong>di</strong> Venerio santo marinaio”, <strong>di</strong><br />
autori vari (tra i quali anche la nostra Teresa<br />
Romei Correggi), e<strong>di</strong>to nel 1965 a Sarzana<br />
da “Canale Stampatore”.<br />
Le fotografie <strong>di</strong> don Milani<br />
Il riscontro dei Lettori è <strong>di</strong> un accentuato<br />
gra<strong>di</strong>mento: i più anziani vi riconoscono<br />
persone e situazioni del passato<br />
che l’immagine richiama meglio <strong>di</strong> ogni<br />
descrizione; i più giovani vi scoprono un<br />
passato cui li lega il filo <strong>di</strong> una storia ininterrotta<br />
e che volentieri gra<strong>di</strong>scono conoscere.<br />
Perciò continueremo a pubblicarle.<br />
Compatibilmente con lo spazio, tenteremo <strong>di</strong><br />
pubblicarne qualche “paginata” su singoli<br />
soggetti, così come richiesto da alcuni dei<br />
più attenti Lettori. Ci risulta che, all’interno<br />
del nuovo Consiglio <strong>di</strong> Presidenza della<br />
Congregazione Presbiterale Diocesana, sia<br />
emersa l’idea <strong>di</strong> pubblicare un libro con le<br />
fotografie più significative <strong>di</strong> don Milani<br />
per ricordarlo, entro l’anno prossimo, nel<br />
centenario della nascita. Ci auguriamo che<br />
l’iniziativa possa trovare una pronta realizzazione<br />
e qualche attento “sponsor”.<br />
Non rientra invece nelle nostre possibilità<br />
costituire una fototeca generale, anche se<br />
volentieri accettiamo <strong>di</strong> conservare raccolte<br />
fotografiche, sia <strong>di</strong> negativi che <strong>di</strong> copie<br />
cartacee, <strong>di</strong> argomento atinente la storia<br />
della <strong>Chiesa</strong> reggiana.<br />
Il “Memoriale” <strong>di</strong> don Vasco Casotti<br />
E’ un documento prezioso che, come<br />
già quello <strong>di</strong> don Enea Asti, <strong>di</strong>ce – in presa<br />
<strong>di</strong>retta – quello che è stato l’atteggiamento<br />
del clero nei territori della guerra partigiana.<br />
Stava bene su “Memoria Ecclesiæ”,<br />
ma sta anche meglio pubblicato, in fascicolo<br />
a parte, a cura dell’Unità pastorale<br />
<strong>di</strong> Vetto e Cola, dove don Casotti è stato<br />
paroco dal 1945 al 1988.. E’ appena uscito<br />
e può essere richiesto, finché ce ne sono<br />
copie, al parroco don Carlo Castellini, tel.<br />
0522.815556, posta elettronica: .<br />
2 15<br />
<strong>di</strong> posizione determinata e precisa del<br />
Pontefice. Il suo atteggiamento e le sue<br />
dure affermazioni spesso non furono<br />
capite, anche in campo cattolico, ma<br />
soprattutto nella valutazione dei governi<br />
belligeranti e dei politici interventisti, al<br />
Papa venne rivolta l’accusa <strong>di</strong> incentivare<br />
la demoralizzazione e il <strong>di</strong>simpegno. Non<br />
si era pronti, ma anche tra i cattolici, ad<br />
accogliere una visione così ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong><br />
condanna nei confronti della guerra. In<br />
nome <strong>di</strong> un lealismo politico nei confronti<br />
della propria nazione, e ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong><br />
pretesi interessi religiosi da salvaguardare,<br />
si cercavano fondate giustificazioni alla<br />
guerra.<br />
Erano pochi quelli che, come<br />
Bernard Shaw, pensavano che<br />
sarebbe stato meglio chiudere le<br />
chiese, piuttosto che andarvi a pregare per<br />
la vittoria sul nemico. In merito, riportiamo<br />
una testimonianza del pensiero del Papa,<br />
riferita all’allora prefetto della Biblioteca<br />
Apostolica Vaticana mons. Ratti: “Vogliono<br />
condannarmi al silenzio. Il Vicario <strong>di</strong><br />
Cristo non dovrebbe invocare la pace. Non<br />
riusciranno mai sigillare il mio labbro.<br />
Guai se il Vicario del Principe della pace<br />
fosse muto nell’ora della tempesta! La<br />
paternità spirituale universale, <strong>di</strong> cui<br />
sono investito, mi fa un dovere preciso <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>care la pace ai figli che dalle opposte<br />
barricate si trucidano a vicenda. Sono e<br />
mi sento il padre spirituale dei combattenti<br />
nell’uno o nell’altro campo. Nessuno potrà<br />
impe<strong>di</strong>re al padre <strong>di</strong> gridare <strong>di</strong> propri figli:<br />
pace, pace, pace”.<br />
Tutta la riflessione della morale<br />
cattolica sulla “guerra giusta” ha dovuto<br />
riproporzionarsi <strong>di</strong>nanzi alle innovazioni<br />
del magistero <strong>di</strong> Benedetto XV sul tema<br />
della pace.<br />
La prima sua Enciclica “Ad beatissimi<br />
Apostolorum” (1 novembre 1914) e la sua<br />
“Esortazione ai Capi dei popoli belligeranti”<br />
(1 agosto 1917) <strong>di</strong>venteranno capisal<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
ispirazione per i gran<strong>di</strong> interventi sulla pace<br />
nei pontificati <strong>di</strong> Pio XI e Pio XII, trovando<br />
ancora sorprendenti riscontri nella grande<br />
Enciclica <strong>di</strong> Giovanni XXIII “Pacem in<br />
terris” dell’11 aprile 1963.<br />
D urante<br />
PONTIFICATO<br />
DI PIO XI (1922-1939<br />
il suo pontificato Pio XI,<br />
passato alla storia come Papa dei<br />
Concordati, svolse un’intensa azione<br />
politica, per favorire la presenza della<br />
<strong>Chiesa</strong> nella società, servendosi soprattutto<br />
dello strumento giuri<strong>di</strong>co concordatario.<br />
Attraverso la stipulazione <strong>di</strong> Concordati<br />
il Papa vedeva la possibilità <strong>di</strong> inserire<br />
nella legislazione degli Stati alcuni <strong>di</strong>ritti<br />
determinanti per la <strong>vita</strong> della <strong>Chiesa</strong>, come<br />
la legislazione matrimoniale e scolastica<br />
e, soprattutto, il <strong>di</strong>ritto della Santa Sede <strong>di</strong><br />
scegliere liberamente i Vescovi.<br />
Nella valutazione vaticana i Concordati<br />
costituivano quasi l’unico mezzo per<br />
tenere a freno gli emergenti nazionalismi<br />
che, il più delle volte, sfociavano in rigi<strong>di</strong><br />
assolutismi <strong>di</strong> Stato. Tale visione politico-<br />
Pio XI. Sotto il suo pontificato va segnalata<br />
la profonda partecipazione del car<strong>di</strong>nale<br />
Scapinelli ai colloqui per la definizione del<br />
concordato con lo stato italiano<br />
ecclesiale portò Pio XI a privilegiare intese<br />
<strong>di</strong>plomatiche <strong>di</strong>rette del Vaticano con gli<br />
Stati, nella speranza <strong>di</strong> promuovere una<br />
presenza più ra<strong>di</strong>cata della pace cristiana<br />
nella realtà giuri<strong>di</strong>co-istituzionale delle<br />
singole Nazioni, prescindendo così da<br />
altre me<strong>di</strong>azioni interme<strong>di</strong>e, quali i partiti<br />
politici, sia pure <strong>di</strong> ispirazione cristiana, o<br />
altre forme <strong>di</strong> associazionismo cattolico.<br />
Su tale linea Pio XI non esitò, nel 1922 e<br />
nel 1930, <strong>di</strong> ricercare coraggiosamente,<br />
nonostante circostanze per nulla favorevoli,<br />
un rapporto <strong>di</strong>plomatico anche con la<br />
Russia.<br />
Il Pontificato <strong>di</strong> Pio XI si iscrive inoltre<br />
in un complicato dopoguerra: quattro <strong>di</strong>ttatori<br />
(Mussolini – Hitler – Stalin – Franco),<br />
la grande crisi economica del 1929, le<br />
guerre <strong>di</strong> espansione coloniale, la spietata<br />
persecuzione della <strong>Chiesa</strong> in Messico, la<br />
guerra civile in Spagna, le leggi razziali<br />
e l’antisemitismo in Germania e in Italia,<br />
le premesse drammatiche, sullo scenario<br />
europeo del secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale,<br />
costituirono l’orizzonte oscuro e complesso,<br />
su cui il magistero <strong>di</strong> Pio XI dovette<br />
misurarsi, con una molteplicità <strong>di</strong> interventi<br />
su drammatiche emergenze storiche.<br />
Da una parte, nel Magistero del Pontefice,<br />
emergono posizioni “possibiliste”, legate<br />
ad una intensa azione <strong>di</strong>plomatica, nella<br />
prospettiva sia <strong>di</strong> un male minore, sia <strong>di</strong><br />
un rafforzamento della presenza storicosociale<br />
della <strong>Chiesa</strong>, come salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
pace, all’interno della società; dall’altra,<br />
riscontriamo posizioni precise <strong>di</strong> refutazione<br />
e condanna, impegnando il papato e la<br />
<strong>Chiesa</strong> tutta ad una testimonianza della<br />
verità, a costo della persecuzione.<br />
In merito, sembra <strong>di</strong> poter leggere una<br />
<strong>di</strong>versa accentuazione politico-<strong>di</strong>plomatica<br />
dell’azione della Sante Sede, agli inizi<br />
rispetto alla fine del pontificato <strong>di</strong> Pio XI,<br />
attraverso il graduale affermarsi <strong>di</strong> una<br />
visione <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong>, che rinuncia anche a<br />
forme <strong>di</strong> temporalismo spirituale, per una<br />
nuova identità e missione, che troverà<br />
la sua piena affermazione nel Concilio<br />
Vaticano II.<br />
In sintesi, <strong>di</strong>nanzi al ra<strong>di</strong>carsi dei<br />
nazionalismi e al costituirsi dei<br />
gran<strong>di</strong> regimi totalitari, a volte tra<br />
loro contrapposti, Pio XI non si limitò<br />
unicamente a pronunciare una condanna,<br />
a livello <strong>di</strong> principi, ma con una misurata<br />
e sofferta azione <strong>di</strong>plomatica, cercò <strong>di</strong><br />
mitigare le estreme conseguenze.<br />
Il fascismo in Italia, il nazismo in<br />
Germania, il bolscevismo comunista in<br />
Russia, gli estremismi destroi<strong>di</strong> della<br />
“Action française” in Francia, la guerra<br />
civile spagnola tra repubblicani e franchisti,<br />
la persecuzione religiosa in Messico, gli<br />
insorgenti fenomeni <strong>di</strong> nazionalismi ecclesiastici<br />
nella stessa Polonia, costituiscono<br />
lo scenario complicato e preoccupante, che<br />
il lungo Pontificato <strong>di</strong> Pio XI ha dovuto<br />
affrontare.<br />
In or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, Pio XI prese<br />
posizione, attraverso documenti ufficiali<br />
del suo magistero, contro la persecuzione<br />
della <strong>Chiesa</strong> in Messico: “Iniquis<br />
afflictisque” (1926), “Acerba animi”<br />
(1932), “Firmissimam constantiam”<br />
(1937); poi <strong>di</strong>nanzi alla persecuzione della<br />
<strong>Chiesa</strong> spagnola, nel periodo della guerra<br />
civile: “Dilectissima nobis” (1933).<br />
Seguirà infine la sua azione <strong>di</strong><br />
magistero, profetica e irremovibile, contro<br />
il fascismo, il nazismo e il comunismo:<br />
“Non abbiamo bisogno” (1931), “Mit<br />
brennenender Sorge” (1937), “Divini<br />
Redemptoris” (1937).<br />
Al momento della sua morte (10 febbraio<br />
1939) Pio XI si qualificava come il<br />
Papa della triplice condanna nei confronti<br />
dei tre regimi totalitari presenti in Europa.<br />
Negli anni del pontificato <strong>di</strong> Pio XI va<br />
sottolineata la profonda partecipazione<br />
del card. Scapinelli agli intricati colloqui<br />
<strong>di</strong>plomatici della Santa Sede, sotto la guida<br />
del Segretario <strong>di</strong> Stato, card. Gasparri, con<br />
lo Stato italiano, in vista della definizione<br />
dei Patti Lateranensi e del Concordato del<br />
1929.<br />
La salute minata del card. Scapinelli<br />
non gli permise <strong>di</strong> partecipare ai successivi<br />
risvolti <strong>di</strong> applicazione del concordato<br />
tra Santa Sede e l’Italia, sia negli aspetti<br />
promozionali della intesa <strong>di</strong> conciliazione,<br />
sia nei paralleli aspetti problematici, presto<br />
emersi, in tutta una serie <strong>di</strong> tensioni e<br />
contrasti così gravi, tanto da ipotizzare una<br />
denuncia <strong>di</strong> rottura del Concordato stesso,<br />
per abusi e ingerenze indebite del governo<br />
fascista nella <strong>vita</strong> della <strong>Chiesa</strong> in Italia.<br />
Q uattro<br />
BILANCIO<br />
pontificati, una molteplicità<br />
<strong>di</strong> eventi storici complessi e<br />
problematici, <strong>di</strong>verse accentuazioni<br />
della missione pastorale della <strong>Chiesa</strong>, in<br />
circa cinquant’anni <strong>di</strong> esercizio attivo <strong>di</strong><br />
ministero, hanno costituito il terreno in<br />
cui il card. Raffaele Scapinelli, da uomo<br />
schivo e mite, ha gettato il seme della sua<br />
competenza umana ed ecclesiale.
presso il Seminario <strong>di</strong>ocesano, a partire<br />
dal 1884 perfezionò i suoi stu<strong>di</strong> per un<br />
anno a Bologna, poi a Roma iscrivendosi<br />
all’Università Gregoriana, dove si laureò<br />
in Diritto canonico, in<strong>di</strong> alla Facoltà<br />
dell’Apollinare, dove si laureò in<br />
Diritto civile. Il 2 febbraio 1887 entrava<br />
nell’Accademia dei Nobili. Terminati<br />
gli stu<strong>di</strong>, Leone XIII lo destina, prima<br />
Segretario della Nunziatura <strong>di</strong> Lisbona, poi<br />
U<strong>di</strong>tore alla Nunziatura dell’Aja presso la<br />
Corte olandese.<br />
Richiamato a Roma a collaborare alla<br />
Segreteria <strong>di</strong> Stato, Scapinelli raggiunse,<br />
per <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong>, l’Ufficio <strong>di</strong> Segretario<br />
degli Affari ecclesiastici straor<strong>di</strong>nari,<br />
uno dei due Dicasteri in cui si <strong>di</strong>videva<br />
la Segreteria <strong>di</strong> Stato. A tale attività si<br />
aggiunse il suo compito <strong>di</strong> consultore delle<br />
Congregazioni Concistoriale e del Santo<br />
Ufficio, <strong>di</strong> Segretario della Commissione<br />
per la co<strong>di</strong>ficazione del <strong>di</strong>ritto canonico e<br />
<strong>di</strong> professore <strong>di</strong> stile <strong>di</strong>plomatico presso<br />
l’Accademia dei Nobili ecclesiastici.<br />
PONTIFICATO<br />
DI PIO X (1903-1914)<br />
Da Pio X - confermato successivamente da Benedetto<br />
XV - il car<strong>di</strong>nale Scapinelli ebbe l’incarico<br />
più delicato: quello <strong>di</strong> agire alla corte<br />
<strong>di</strong> Vienna per e<strong>vita</strong>re l’esplodere <strong>di</strong> quella che<br />
sarà la prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
P unto<br />
<strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> grande<br />
responsabilità per Scapinelli è il<br />
1912, quando Pio X, lo invia Nunzio<br />
Apostolico a Vienna, a contatto con eventi<br />
che già costituivano una premessa alla<br />
prima grande guerra mon<strong>di</strong>ale. Scapinelli,<br />
interprete ed esecutore della volontà del<br />
Pontefice, mise in atto tutte le sue capacità<br />
per scongiurare la guerra, tentando <strong>di</strong><br />
influire positivamente sulle decisioni del<br />
vecchio Imperatore, anche se gli in<strong>di</strong>rizzi<br />
politico-<strong>di</strong>plomatici del successore <strong>di</strong><br />
Leone XIII risultavano meno implicati<br />
<strong>di</strong>rettamente, e meno esposti sulle vicende<br />
storico nazionali. Fin dagli inizi del suo<br />
pontificato (4 agosto 1903), infatti Pio X<br />
<strong>di</strong>ede l’impressione <strong>di</strong> voler accentuare la<br />
<strong>di</strong>mensione pastorale rispetto all’azione<br />
<strong>di</strong>plomatica del suo predecessore. Le<br />
questioni politiche della Santa Sede, nei<br />
confronti dei governi nazionali, venivano<br />
da lui affrontate soprattutto nell’ambito <strong>di</strong><br />
pronunciamenti morali, o <strong>di</strong> valore, come<br />
espressione <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione papale.<br />
Il suo programma pastorale “instaurare<br />
omnia in Christo” portava ad una azione<br />
convergente <strong>di</strong> riforma della <strong>Chiesa</strong>,<br />
prevalentemente al suo interno, con una forte<br />
accentuazione <strong>di</strong>fensiva contro le teorie del<br />
liberalismo, del modernismo politico, del<br />
naturalismo filosofico e del modernismo<br />
teologico. Il Pontefice sembrava segnato<br />
da alcuni insuccessi della politica <strong>di</strong><br />
negoziato, e perplesso <strong>di</strong>nanzi allo stile <strong>di</strong><br />
compromesso del suo predecessore.<br />
In questa luce va compreso l’irrigi<strong>di</strong>mento<br />
pontificio contro il regime <strong>di</strong> separazione<br />
Stato-<strong>Chiesa</strong> della Repubblica francese e la<br />
<strong>di</strong>ffidenza e opposizione contro le esperienze<br />
dei cattolici in campo socio-politico.<br />
La scelta del Segretario del Conclave<br />
Merry del Val, nell’ottobre del 1903, come<br />
Segretario <strong>di</strong> Stato fu interpretata come<br />
scelta per far prevalere in ogni campo<br />
l’unità dottrinale e conseguenti forme <strong>di</strong><br />
comunione <strong>di</strong>sciplinare in tutta la <strong>Chiesa</strong>.<br />
Il consolidamento interno della <strong>Chiesa</strong>,<br />
sul piano giuri<strong>di</strong>co-istituzionale e dottrinale,<br />
il prevalente interesse alla formazione<br />
intellettuale e spirituale del clero e dei<br />
fedeli, il <strong>di</strong>rigismo centrale anche nelle<br />
“cose sociali e politiche”, rispondevano<br />
all’esigenza <strong>di</strong> far valere le norme morali<br />
della <strong>Chiesa</strong>, in un clima <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa verso<br />
aggressioni provenienti dall’esterno.<br />
La tendenza del precedente pontificato<br />
<strong>di</strong> Leone XIII al riavvicinamento e ad una<br />
maggiore armonia tra <strong>Chiesa</strong> e società civile<br />
fu scartata come una strategia sospetta.<br />
Allo scoppio del conflitto dell’Austria<br />
contro la Serbia, dopo l’assassinio<br />
dell’arciduca Francesco Fer<strong>di</strong>nando, nel<br />
giugno 1914, la posizione della Santa<br />
Sede non apparve del tutto imparziale,<br />
data la simpatia manifestata dal Papa e dal<br />
suo Segretario <strong>di</strong> Stato per la monarchia<br />
asburgica e gli imperi centrali, contro<br />
il pericolo <strong>di</strong> una espansione slava nei<br />
Balcani.<br />
In questo clima <strong>di</strong> accentuazioni <strong>di</strong>verse<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong>plomatici, va situato il ruolo e<br />
la missione <strong>di</strong>plomatica del card. Scapinelli<br />
a Vienna. Negli ultimi mesi della sua<br />
Nunziatura (1915), continuò ad occuparsi<br />
dei problemi, emergenti dalla guerra:<br />
la con<strong>di</strong>zione dei prigionieri italiani, i<br />
bombardamenti aerei su obiettivi civili, lo<br />
scambio <strong>di</strong> prigionieri ammalati o invali<strong>di</strong>.<br />
PONTIFICATO<br />
DI BENEDETTO XV (1914-1922)<br />
Bisognerà attendere il pontificato<br />
<strong>di</strong> Benedetto XV, a partire dal<br />
settembre 1914, per cogliere l’azione<br />
innovativa e straor<strong>di</strong>naria della Santa<br />
Sede, sul problema della pace. La <strong>Chiesa</strong><br />
si presenta come strumento <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo<br />
super partes, nella salvaguar<strong>di</strong>a legittima<br />
dei <strong>di</strong>ritti dei popoli. Sul tema della pace<br />
Si può riconoscere che l’animo <strong>di</strong> Scapinelli, in<br />
conformità alla sua indole e alla sua formazione,<br />
si sia ritrovato pienamente nel forte magistero<br />
sulla pace <strong>di</strong> Benedetto XV.<br />
e sulla promozione effettiva <strong>di</strong> un contesto<br />
<strong>di</strong> pace, il magistero <strong>di</strong> Benedetto XV ha<br />
delineato le caratteristiche autentiche <strong>di</strong> una<br />
profezia della <strong>Chiesa</strong>, tuttora determinanti<br />
e influenti.<br />
Nel 1916, Benedetto XV richiama a<br />
Roma Scapinelli, insignendolo della <strong>di</strong>gnità<br />
car<strong>di</strong>nalizia. Nel 1918-19 il Car<strong>di</strong>nale<br />
<strong>di</strong>venta Prefetto della Congregazione dei<br />
religiosi, che però dovrà lasciare dopo<br />
pochi mesi per motivi <strong>di</strong> salute. Nel 1930<br />
viene nominato Datario <strong>di</strong> Santa Romana<br />
<strong>Chiesa</strong>.<br />
Si può riconoscere che l’animo <strong>di</strong><br />
Scapinelli, in conformità alla sua indole<br />
e alla sua formazione, si sia ritrovato<br />
pienamente nel forte magistero sulla pace<br />
<strong>di</strong> Benedetto XV.<br />
Dinanzi allo “spettacolo più tetro e più<br />
luttuoso nella storia dei tempi …, <strong>di</strong>nanzi<br />
alle rovine e alle stragi”, ripetutamente<br />
il Pontefice lancia il suo accorato appello<br />
alla pace. Suggerisce le vie pacifiche per<br />
il ripristino dei legittimi <strong>di</strong>ritti. In<strong>vita</strong> a<br />
rimuovere le cause della “guerra furibonda<br />
che rode le viscere dell’o<strong>di</strong>erna società”,<br />
quali l’o<strong>di</strong>o, l’ingiustizia tra le classi sociali,<br />
l’assolutizzazione dei beni materiali. Alle<br />
cause che fomentano la guerra, <strong>di</strong>chiara<br />
Benedetto XV, e <strong>di</strong>laniano la convivenza<br />
civile, non apportano alcun rime<strong>di</strong>o né il<br />
socialismo, né la lotta <strong>di</strong> classe, ma soltanto<br />
l’amore fraterno.<br />
La denuncia della guerra nel magistero<br />
del Papa è fortemente critica, con una<br />
valutazione etico-politica del tutto negativa,<br />
senza lasciar spazio alcuno alla casistica<br />
tra<strong>di</strong>zionale sulla guerra giusta e sulle<br />
armi lecite. Tutta una serie <strong>di</strong> designazioni<br />
della guerra, come “orrenda carneficina”,<br />
“suici<strong>di</strong>o dell’Europa”, “fosca trage<strong>di</strong>a<br />
dell’o<strong>di</strong>o umano” e soprattutto quella <strong>di</strong><br />
“inutile strage”, nella nota del 1° agosto<br />
1917, evidenziano nettamente la presa<br />
14 3<br />
car<strong>di</strong>nali reggiani Un breve profilo biografico per ricordarlo a 150 anni dalla nascita e 75 dalla morte<br />
Il Car<strong>di</strong>nale Raffaele Scapinelli <strong>di</strong> Léguigno<br />
protagonista della <strong>di</strong>plomazia vaticana del primo ‘900<br />
GIUSEPPE GIOVANELLI<br />
Raffaele Scapinelli nasceva a<br />
Modena il 25 aprile 1858, dove il<br />
nonno paterno Antonio era governatore<br />
della città proprio sullo scadere dell’antico<br />
dominio estense. Il papà, Pietro,<br />
era stato cancelliere della Curia Vescovile<br />
<strong>di</strong> Reggio dove aveva sposato la Nobil<br />
Donna Cristina, nipote del vescovo Pietro<br />
Raffaelli.<br />
In seguito alla caduta dello stato estense<br />
nel giugno 1859, la famiglia, iscritta<br />
nell’Albo d’Oro della Nobiltà italiana con<br />
il titolo <strong>di</strong> Conti <strong>di</strong> Léguigno, si stabilì<br />
a Reggio città alla quale, per espressa<br />
<strong>di</strong>chiarazione del Car<strong>di</strong>nale, si sentiva<br />
appartenente. Anche <strong>di</strong>ventato<br />
vescovo e car<strong>di</strong>nale, riven<strong>di</strong>cò sempre<br />
la sua incar<strong>di</strong>nazione – spirituale<br />
se non <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto – nella<br />
<strong>di</strong>ocesi reggiana. Qui ebbe la sua<br />
prima educazione e la sua formazione<br />
sacerdotale. Dal 1865<br />
al 1874 frequentò le scuole del<br />
seminario urbano come alunno<br />
esterno. Nel 1875 vi iniziò,<br />
come alunno interno, il corso<br />
teologico concludendolo “con<br />
sommo plauso” nel 1878 a soli<br />
venti anni <strong>di</strong> età.<br />
Gli restavano tre anni per raggiungere<br />
l’età minima per accedere<br />
all’or<strong>di</strong>nazione sacerdote. Egli li<br />
trascorse in un attento percorso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scernimento vocazionale sia durante<br />
l’anno <strong>di</strong> servizio militare a Piacenza, sia<br />
organizzando in città un circolo giovanile<br />
<strong>di</strong> Azione <strong>Cattolica</strong> con il quale fondò il<br />
settimanale Il Reggianello, da lui in gran<br />
parte finanziato e personalmente <strong>di</strong>retto<br />
fino al 1886, quando ne lasciò la <strong>di</strong>rezione<br />
a don Antonio Colli e quin<strong>di</strong> a don Emilio<br />
Cottafavi. Con le cronache dalla città e<br />
dalla provincia, con un largo spazio dato<br />
agli eventi del cattolicesimo locale, Il<br />
Reggianello ha tutte le buone ragioni per<br />
lasciarsi definire il primo vero e proprio<br />
settimanale <strong>di</strong>ocesano reggiano.<br />
Egli era tra i primi esponenti <strong>di</strong> quel<br />
“gruppetto <strong>di</strong> preti, modesto per numero<br />
ma formidabile per intelletto e decisione”,<br />
come scriverà don Carlo Lindner,<br />
che caratterizzava il clero reggiano sul<br />
finire dell’Ottocento e che annoverava<br />
don Giovanni Mercati, futuro Car<strong>di</strong>nale<br />
Biliotecario <strong>di</strong> Santa Romana <strong>Chiesa</strong>, suo<br />
fratello don Angelo, don Antonio Colli rettore<br />
del Seminario, don Prospero Scurani,<br />
don Arturo Mamoli, don Emilio Cottafavi,<br />
don Pietro Tesauri e altri.<br />
In tutte queste attività – dalle iniziative<br />
a pro’ dei giovani, alle scelte politiche<br />
me<strong>di</strong>ate e concrete fino alla valorizzazione<br />
della stampa, don Scapinelli ha un modello<br />
in don Giovanni Bosco <strong>di</strong> cui è fervido<br />
ammiratore e che segue come Cooperatore<br />
salesiano. Nel 1881 riceveva l’or<strong>di</strong>nazione<br />
sacerdotale e celebrava la prima Messa il<br />
24 settembre nella chiesa parrocchiale citta<strong>di</strong>na<br />
<strong>di</strong> San Giacomo.<br />
Nonostante il legame della sua famiglia<br />
alla Casa d’Este e senza nulla rinunciare<br />
alle tra<strong>di</strong>zioni nobiliari, il<br />
giova- ne don<br />
Raffaele con questo<br />
settimanale seppe introdurre nel <strong>di</strong>battito<br />
culturale e politico del suo tempo quelle<br />
prime novità che indussero il cattolicesimo<br />
reggiano non a rinunciare all’intransigentismo,<br />
ma a viverlo in un contesto <strong>di</strong><br />
apertura e partecipazione alla <strong>vita</strong> sociale<br />
del nuovo stato sabaudo. Con garbato<br />
realismo e grande intelligenza delle cose,<br />
Il Reggianello invitò i cattolici ad essere<br />
presenti nella <strong>vita</strong> sociale e politica, ad<br />
organizzarsi, ad associarsi, a star pronti<br />
per entrare appena possibile nell’agone<br />
politico, a far sentire la propria voce<br />
dando inizio a quella felice stagione <strong>di</strong><br />
fervido attivismo che vide il cattolicesimo<br />
reggiano pronto ad accogliere la Rerum<br />
Novarum e a organizzarsi contro gli attacchi<br />
del socialismo.<br />
Grazie a lui, a don Antonio Colli e don<br />
Emilio Cottafavi, che proseguiranno la sua<br />
opera mentre lui passerà a Roma, la parola<br />
d’or<strong>di</strong>ne “organizzamoci” <strong>di</strong>venta pienamente<br />
operante.<br />
G ià<br />
Un lungo servizio<br />
nella <strong>di</strong>plomazia vaticana<br />
in queste primizie sacerdotali<br />
emergevano i tre aspetti che,<br />
a detta del vescovo Brettoni,<br />
caratterizzeranno la sua <strong>vita</strong>: “lo stu<strong>di</strong>o, la<br />
virtù (che è perfezionamento interiore), la<br />
carità (che è effusione <strong>di</strong> zelo per il bene<br />
delle anime)”. Il 26 settembre 1881 veniva<br />
nominato insegnante <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico in<br />
seminario, incarico che svolse fino al 1884,<br />
allorché si recò per il perfezionamento dei<br />
suoi stu<strong>di</strong> a Bologna e quin<strong>di</strong> a Roma dove,<br />
in nemmeno tre anni, si laureò in <strong>di</strong>ritto<br />
canonico e in <strong>di</strong>ritto civile. Non aveva<br />
ancora ricevuto le due lauree che già si<br />
era iscritto all’Accademia dei Nobili<br />
Ecclesiastici <strong>di</strong> Roma, superando in<br />
breve anche quest’ultimo corso <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> formazione che lo in<strong>di</strong>rizzò<br />
al servizio <strong>di</strong>plomatico della<br />
Santa Sede. I mutamenti epocali in<br />
atto nell’Europa <strong>di</strong> fine Ottocento<br />
chiedevano ai rappresentanti della<br />
Santa Sede una non comune capacità<br />
<strong>di</strong> leggere i “segni” dei tempi;<br />
<strong>di</strong> far penetrare in società in<br />
rapida evoluzione, spesso tentate<br />
dal materialismo e dall’ateismo, la<br />
dottrina sociale della <strong>Chiesa</strong>; <strong>di</strong> tessere<br />
fra stati avversari i delicatissimi<br />
equilibri della pace. E tutto ciò nelle<br />
<strong>di</strong>fficoltà create dal governo italiano che<br />
non riconosceva alcuna natura statuale<br />
ala Santa Sede. Don Raffaele ebbe subito<br />
la piena fiducia <strong>di</strong> Leone XIII che, già nel<br />
1877, lo nominò U<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Nunziatura a<br />
Lisbona accanto a monsignor Jacobini; poi<br />
(1894) U<strong>di</strong>tore alla Nunziatura dell’Aja con<br />
monsignor Lorenzelli. Una sede, quest’ultima,<br />
che, stante la lunga assenza del titolare,<br />
lo indusse molto spesso ad accollarsi responsabilità<br />
e funzioni <strong>di</strong> Nunzio.<br />
Concluse queste prime prove, fu richiamato<br />
a Roma per collaborare con la<br />
Segreteria <strong>di</strong> Stato, dove – proprio negli anni<br />
<strong>di</strong> più intenso confronto con il modernismo<br />
– ebbe incarichi via via più importanti che<br />
gli meritarono la più ampia stima e fiducia<br />
dei papi Leone XIII e Pio X. Essi lo impegnarono<br />
come uomo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (Segretario<br />
della Commissione per la Co<strong>di</strong>ficazione<br />
del Diritto Canonico, “opus sane arduum”,<br />
nella quale ebbe a collaboratore monsignor<br />
Eugenio Pacelli; Docente <strong>di</strong> stile <strong>di</strong>plomatico<br />
all’ Accademia dei Nobili Ecclesiastici)<br />
e come uomo <strong>di</strong> governo (Consultore delle<br />
Congregazioni Concistoriale e del Santo<br />
Ufficio). Nel 1907 successe al neo eletto car<strong>di</strong>nal<br />
Gasparri come Segretario della Sacra<br />
Congregazione degli Affari Straor<strong>di</strong>nari e<br />
Prefetto dei Sacri palazzi Apostolici.
A questo punto, nel 1912, si può davvero<br />
<strong>di</strong>re che fosse pronto per l’incarico<br />
<strong>di</strong>plomatico più delicato del momento: la<br />
Nunziatura presso la corte imperiale <strong>di</strong><br />
Vienna, alla quale, nel 1912, lo chiamò<br />
la fiducia <strong>di</strong> Pio X che, nel contempo, lo<br />
nominò arcivescovo titolare <strong>di</strong> Lao<strong>di</strong>cea.<br />
Gli era richiesto <strong>di</strong> sostituire il precedente<br />
Nunzio, monsignor Alessandro<br />
Bavona, morto improvvisamente dopo soli<br />
un<strong>di</strong>ci mesi dall’assunzione della nunziatura.<br />
La sua nomina rivestiva i caratteri<br />
dell’urgenza, come ben ricorda don Carlo<br />
Lindner riportando l’episo<strong>di</strong>o in “Nostri<br />
Preti”. Giunta in Vaticano la notizia della<br />
morte improvvisa <strong>di</strong> monsignor Bavona,<br />
Pio X convocò per la mattina dopo monsignor<br />
Scapinelli: «“Sa perché l’ho mandata<br />
a chiamare” chiese infatti a bruciapelo<br />
il Santo Padre. “Purtroppo lo penso,<br />
Santità”, rispose Monsignore. “Allora<br />
– riprese il papa – faccia le sue valigie e<br />
parta”».<br />
Monsignor Scapinelli oppose ragioni<br />
<strong>di</strong> famiglia e <strong>di</strong> salute. Temeva <strong>di</strong> non<br />
sopravvivere al clima per lui insalubre <strong>di</strong><br />
Vienna. Al che Pio X gli <strong>di</strong>ede la celebre<br />
risposta: “Capisco, Monsignore. Guar<strong>di</strong><br />
però che la <strong>di</strong>stanza dal Para<strong>di</strong>so è uguale<br />
sia da Vienna che da Roma”. E, per<br />
incoraggiarlo, sfilò dal <strong>di</strong>to il suo anello<br />
episcopale recante il Leone <strong>di</strong> san Marco<br />
e gliene fece dono per la sua imminente<br />
consacrazione ad arcivescovo titolare <strong>di</strong><br />
Lao<strong>di</strong>cea. Lo <strong>di</strong>spensò anche dagli esercizi<br />
spirituali <strong>di</strong> norma richiesti prima della<br />
consacrazione che ricevette in tutta fretta<br />
dal car<strong>di</strong>nale Segretario <strong>di</strong> Stato Rafael<br />
Merry del Val (già suo compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici)<br />
nella Cappella Matilde del Palazzo<br />
Apostolico. Quin<strong>di</strong> si trasferì subito a<br />
Vienna.<br />
Me<strong>di</strong>atore <strong>di</strong> pace nella<br />
capitale dell’Impero Austro-Ungarico<br />
Resse quella che era una delle nunziature<br />
più importanti d’Europa<br />
nei tre anni che condussero allo<br />
scoppio della grande guerra. Una targa<br />
nella sede della Nunziatura ricorda che<br />
essa fu costruita ex novo ai tempi del<br />
Nunzio Scapinelli, dopo che la sede antica,<br />
dove la Nunziatura era presente fin dal<br />
1630, era <strong>di</strong>ventata obsoleta. Ma questo<br />
fu certamente l’onere meno pressante per<br />
monsignor Scapinelli. Non c’era infatti<br />
spazio per onori o cose <strong>di</strong> facciata, ma soltanto<br />
per gli impegni richiesti dalla complessità<br />
delle situazioni politiche e religiose<br />
dell’Impero e dell’area slavo-balcanica<br />
ne facevano una posizione chiave per la<br />
<strong>di</strong>plomazia della Santa Sede.<br />
Ne è un esempio il caso suscitato dalla<br />
erezione nel 1912 della <strong>di</strong>ocesi grecoromena<br />
<strong>di</strong> Hajdúdorog fortemente voluta<br />
dalla Santa Sede per la cura pastorale dei<br />
cattolici <strong>di</strong> rito bizantino sud<strong>di</strong>ti dell’Austria-Ungheria,<br />
insieme al già esistente<br />
esarcato apostolico <strong>di</strong> Miskolc. Nelle<br />
intenzioni della Santa Sede, la nuova<br />
<strong>di</strong>ocesi doveva costituire un elemento <strong>di</strong><br />
pacificazione religiosa e <strong>di</strong> equilibrio in<br />
un territorio e in un momento storico <strong>di</strong><br />
forti tensioni. Ma l’operazione veniva a<br />
toccare una complessità eccezionale <strong>di</strong><br />
interessi <strong>di</strong>vergenti o anche totalmente<br />
opposti: la corte imperiale <strong>di</strong> Vienna, il<br />
governo ungherese, le Chiese greco-cattoliche<br />
rumena e rutena. Fra i più tenaci<br />
oppositori c’era l’erede al trono della<br />
“duplice monarchia” l’arciduca Francesco<br />
Fer<strong>di</strong>nando che ne temeva gran<strong>di</strong> rischi<br />
sia per la <strong>Chiesa</strong> cattolica, sia per la sua<br />
<strong>di</strong>nastia e che, due anni dopo, cadrà a<br />
Serajievo, insieme alla moglie Sophia.<br />
Con lui però, tenace assertore <strong>di</strong> una una<br />
riforma federalista dell’impero, moriva<br />
anche un protagonista che molto avrebbe<br />
potuto collaborare con la Nunziatura alla<br />
causa dela pace.<br />
Monsignor Scapinelli dovette perciò<br />
me<strong>di</strong>are pazientemente fra tanti e tanto<br />
<strong>di</strong>versi interessi che spaziavano dalla<br />
politica ai vari nazionalismi, dalle esigenze<br />
unitarie della <strong>Chiesa</strong> al rispetto delle<br />
tra<strong>di</strong>zioni e dei <strong>di</strong>ritti dei cattolici <strong>di</strong> rito<br />
bizantino <strong>di</strong> lingua rutena e romena. Stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> recente pubblicazione su questa lunga<br />
e sofferta vicenda mostrano in monsignor<br />
Scapinelli la paziente dote dell’ascolto e<br />
del <strong>di</strong>alogo per giungere a soluzioni il più<br />
possibilmente con<strong>di</strong>vise, ma nello stesso<br />
tempo, una solida fermezza per la <strong>di</strong>fesa<br />
dei <strong>di</strong>ritti della Santa Sede.<br />
Altra grave questione che monsignor<br />
Scapinelli dovette affrontare fu il movi-<br />
L’attentato <strong>di</strong> Serajevo del 28 giugno 1914 nel quale persero la <strong>vita</strong> il Principe ere<strong>di</strong>tario d’Austria-Ungheria<br />
Francesco Fer<strong>di</strong>nando e la moglie Sophia nella celebre tavola <strong>di</strong> Achille Beltrame<br />
(Corriere della Sera, 5-12 luglio 1914). Francesco Fer<strong>di</strong>nando si era lungamente opposto alle<br />
scelte <strong>di</strong> Scapinelli tese a regolarizzare la posizione dei cattolici <strong>di</strong> rito bizantino residenti in<br />
Ungheria. Propugnatore <strong>di</strong> riforme <strong>di</strong> tipo federalistico, la sua morte lasciò campo libero alle<br />
tensioni che portarono imme<strong>di</strong>atamente alla prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
mento così detto “Lost von Rom” (via da<br />
Roma) che, se da una parte propugnava<br />
l’unione dell’Austria alla Germania, dall’altra,<br />
soprattutto allo scadere del primo<br />
decennio del secolo XX, sollecitava gli<br />
austriaci ad abbandonare la <strong>Chiesa</strong> cattolica.<br />
Il movimento, benché meno rilevato<br />
dagli storici rispetto ad altri eventi coevi,<br />
mostra tuttavia uno dei ribollimenti più<br />
profon<strong>di</strong> <strong>di</strong> quella grande polveriera in<br />
via <strong>di</strong> esplosione che era la Mitteleuropa<br />
presso la cui capitale monsignor Scapinelli<br />
doveva rappresentare la voce della ragionevolezza,<br />
del <strong>di</strong>ritto, della pacificazione.<br />
E certamente in cor suo ebbe fondate<br />
speranze <strong>di</strong> pace quando, poco dopo il suo<br />
4 13<br />
la chiesa del secolo xx Riservato e taciturno, i Pontefici gli affidarono ruoli <strong>di</strong> primo piano<br />
Il servizio del Car<strong>di</strong>nale Scapinelli<br />
durante i primi quattro pontificati del ‘900<br />
GIOVANNI COSTI<br />
L<br />
’esercizio della lunga missione<br />
<strong>di</strong>plomatica del card. Raffaele<br />
Scapinelli si è necessariamente<br />
ispirata alle gran<strong>di</strong> scelte strutturali della<br />
<strong>di</strong>plomazia della Santa Sede, sotto i<br />
pontificati <strong>di</strong> Leone XIII (1878-1903),<br />
Pio X (1903-1914), Benedetto XV (1914-<br />
1922), Pio XI (1922-1939).<br />
Dalle linee fondanti della <strong>di</strong>plomazia<br />
dei quattro Pontefici, tradotte e me<strong>di</strong>ate<br />
storicamente dai rispettivi Segretari <strong>di</strong><br />
Stato e dalla corrispondente Segreteria,<br />
va colto l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> una precisa azione<br />
<strong>di</strong> Scapinelli, in un tempo quanto mai<br />
complesso e determinante per la <strong>vita</strong> della<br />
<strong>Chiesa</strong>.<br />
PONTIFICATO<br />
DI LEONE XIII (1878-1903)<br />
“E’ titolo <strong>di</strong> segnalato onore e in<strong>di</strong>zio non<br />
dubbio <strong>di</strong> eminenti qualità il fatto che il<br />
grande pontefice Leone XIII, certo <strong>di</strong> non<br />
facile contentatura, abbia avuto carissimo lo<br />
Scapinelli” (Mons. Eduardo Brettoni)<br />
Leone XIII (1878-1903) emerge<br />
come un pastore capace <strong>di</strong> contemperare<br />
la fermezza dottrinale con<br />
un grande talento <strong>di</strong>plomatico.<br />
Dopo gli anni problematici della per<strong>di</strong>ta<br />
del potere temporale con l’annessione dei<br />
territori dello Stato pontificio e della città<br />
<strong>di</strong> Roma, da parte del nuovo Regno d’Italia,<br />
e il conseguente relegamento del Papa<br />
Pio IX, quasi a domicilio coatto, nei palazzi<br />
vaticani, il pontificato <strong>di</strong> Leone XIII inaugura<br />
un nuovo confronto tra la <strong>Chiesa</strong> e la<br />
società.<br />
In merito, l’originalità del pontificato <strong>di</strong><br />
Leone XIII non va tanto ricercata nella definizione<br />
<strong>di</strong> nuovi principi, ma in un nuovo<br />
stile <strong>di</strong> governo. Gli anni della sua nunziatura<br />
a Bruxelles (1843-1845) lo misero a<br />
contatto con l’impegno straor<strong>di</strong>nario dei<br />
cattolici, promosso al vertice con la presenza<br />
<strong>di</strong> loro rappresentanti in Parlamento<br />
e, alla base, attraverso una puntuale campagna<br />
<strong>di</strong> stampa. Da questa presenza attiva<br />
del cattolicesimo belga, verosimilmente,<br />
maturò in Leone XIII un atteggiamento<br />
determinato anche sulla questione romana,<br />
nella ricerca <strong>di</strong> una sua regolazione<br />
internazionale, capace <strong>di</strong> garantire anche<br />
una in<strong>di</strong>pendenza temporale al papato. Si<br />
spiega così la sua azione a vasto raggio,<br />
con l’intento <strong>di</strong> reinserire la Santa Sede nel<br />
concerto delle Nazioni, e la <strong>Chiesa</strong> tutta in<br />
<strong>di</strong>alogo con le nuove forme societarie.<br />
Costituzioni liberali e democrazia politica,<br />
anche se ancora in maniera confusa<br />
e limitata, erano ormai <strong>di</strong>ventate quasi<br />
patrimonio comune delle vecchie e nuove<br />
Nazioni. Attraverso esse la libertà <strong>di</strong> pensiero,<br />
le nuove <strong>di</strong>mensioni politiche ed<br />
economiche, dominavano ormai la scena<br />
della storia, se pure avevano, a loro volta,<br />
creato nuovi grossi problemi.<br />
L’<br />
idea <strong>di</strong> una nuova presenza <strong>di</strong><br />
<strong>Chiesa</strong> nel mondo e il ruolo<br />
della civiltà cristiana restano sullo<br />
sfondo della visione politica <strong>di</strong> Leone XIII.<br />
Questo progetto comportava da parte della<br />
<strong>Chiesa</strong> un’azione attenta a superare i conflitti,<br />
attraverso il riconoscimento dei nuovi<br />
governi stabili, l’apertura <strong>di</strong> negoziati da<br />
parte della <strong>Chiesa</strong> sulle materie miste, e<br />
un processo <strong>di</strong> ravvicinamento della Santa<br />
Sede alle nuove forme democratiche <strong>di</strong><br />
governo, richieste dall’opinione pubblica,<br />
“padrona del mondo”.<br />
La <strong>Chiesa</strong>, nel pensiero del Pontefice,<br />
può accettare qualsiasi forma <strong>di</strong> governo,<br />
derivante da principi legittimistici o da<br />
elezioni popolari, purché giusto, cioè<br />
rivolto al bene comune. Le libertà politiche,<br />
nella forma costituzionale, non contrastano<br />
per principio né con la dottrina, né con la<br />
prassi della <strong>Chiesa</strong>; <strong>Chiesa</strong> e Stato sono due<br />
istituzioni sovrane, ciascuna con un ambito<br />
<strong>di</strong> potestà reciprocamente in<strong>di</strong>pendente,<br />
anche se dovere dell’entità statale è<br />
quello <strong>di</strong> collaborare con la <strong>Chiesa</strong> per il<br />
raggiungimento del fine ultimo dell’uomo.<br />
Su tale linea va interpretata l’azione<br />
politico-<strong>di</strong>plomatica <strong>di</strong> Leone XIII, non<br />
limitata all’Italia, ma aperta alla mon<strong>di</strong>alità,<br />
attraverso interventi con la Germania,<br />
la Francia, gli Stati Uniti d’America, la<br />
Russia, la Spagna, il Brasile, la Bolivia …<br />
Interessante, in merito, l’azione pontificia<br />
per la liberazione degli schiavi, e verso<br />
i nuovi Stati sorti dal <strong>di</strong>sfacimento degli<br />
imperi coloniali spagnolo e portoghese.<br />
L’azione del Pontefice si impose<br />
all’attenzione pubblica, come dato<br />
altamente significativo, al Congresso<br />
dell’Aja (1898-1899) che, per iniziativa<br />
dello Zar Nicola II, doveva gettare le basi<br />
<strong>di</strong> una pace internazionale. Pur impe<strong>di</strong>to<br />
a partecipare, tramite suoi Legati, per una<br />
precisa opposizione del governo italiano, il<br />
Papa riuscì ugualmente, anche se a lavori<br />
compiuti, a presentare le sue proposte.<br />
“L’autorità del Pontefice supera le<br />
frontiere delle Nazioni e abbraccia tutti<br />
i popoli, allo scopo <strong>di</strong> confederarli nella<br />
vera pace del Vangelo; la sua azione per<br />
promuovere il bene generale dell’umanità si<br />
eleva al <strong>di</strong> sopra degli interessi particolari,<br />
a cui mirano i capi dei <strong>di</strong>versi Stati e,<br />
meglio <strong>di</strong> qualsiasi altro, sa piegare a sensi<br />
<strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a stirpi tanto numerose e <strong>di</strong><br />
genio così <strong>di</strong>verso”.<br />
La politica <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> Leone<br />
XIII è stata senz’altro promossa,<br />
in modo decisivo, con la scelta, nel<br />
giugno del 1887, <strong>di</strong> Mariano Rampolla,<br />
Nunzio a Madrid, come Segretario <strong>di</strong> Stato,<br />
all’età <strong>di</strong> 44 anni. Ne derivò un primo<br />
ravvicinamento con la Francia, sullo stile<br />
<strong>di</strong> una precedente intesa maturata con la<br />
Germania <strong>di</strong> Bismarck.<br />
La presenza della <strong>Chiesa</strong>, nella visione<br />
del Papa, doveva trovare spazio nelle nuove<br />
forme <strong>di</strong> società e governo, emerse dai<br />
lunghi processi rivoluzionari e nazionali<br />
del secolo XIX.<br />
Si trattava anzitutto <strong>di</strong> tenere sotto<br />
controllo varie forme <strong>di</strong> cattolicesimo<br />
<strong>di</strong> impostazione assoluta e reazionaria,<br />
lavorando per una crescita <strong>di</strong> una coscienza<br />
storico-ecclesiale <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, pur nella<br />
<strong>di</strong>fesa dell’impegno politico dei cattolici<br />
ad ogni livello. Veniva così reinserita<br />
gradualmente la presenza della <strong>Chiesa</strong> nel<br />
tessuto societario e politico.<br />
Va pure ricordato l’interesse <strong>di</strong> Leone<br />
XIII per il <strong>di</strong>alogo scienza e fede e il<br />
conseguente suo incoraggiamento alla<br />
celebrazione <strong>di</strong> congressi scientifici, così<br />
pure il suo sforzo per riaprire un <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong><br />
comunione tra Roma e le Chiese separate.<br />
La politica ecclesiale e la <strong>di</strong>plomazia<br />
del Pontefice assicurano alla Santa Sede<br />
un prestigio internazionale. Veniva così<br />
superato l’isolamento preoccupante del<br />
Vaticano, verificatosi negli ultimi anni<br />
del pontificato <strong>di</strong> Pio IX. In questa chiave<br />
<strong>di</strong> fermezza e <strong>di</strong> contemporanea apertura,<br />
va collocata la formazione ecclesiale in<br />
campo politico e <strong>di</strong>plomatico del card.<br />
Scapinelli. Compiuti gli stu<strong>di</strong> teologici
estituito alla neo costituita <strong>di</strong>ocesi de La<br />
Spezia che ha san Venerio come suo primo<br />
e particolare protettore.<br />
Naturalmente, i monaci reggiani <strong>di</strong>ffusero<br />
in tutti i loro posse<strong>di</strong>menti il culto <strong>di</strong><br />
San Venerio, particolarmente in montagna<br />
dove ebbe un centro nell’eremo-hospitale<br />
<strong>di</strong> San Venerio in Carù, già esistente in età<br />
matil<strong>di</strong>ca. La figura paterna <strong>di</strong> san Venerio<br />
trovò facile incontro nella nostra gente.<br />
Non ai viaggi <strong>di</strong> mare essa era abituata,<br />
ma alle non meno lunghe e non meno<br />
pericolose transumanze, alle migrazioni<br />
stagionali nelle maremme, nelle coste liguri<br />
e tirreniche dove, ritrovando tanta devozione<br />
a questo santo abate, pareva alle nostre<br />
popolazioni <strong>di</strong> ritrovarsi in un certo senso a<br />
casa. Anche per loro, il santo del mare era<br />
orientamento nelle vicende della <strong>vita</strong>, era<br />
esempio <strong>di</strong> come essere accolti e <strong>di</strong> come<br />
accogliere e , soprattutto, <strong>di</strong> come costruire<br />
una società a misura d’uomo, amando Dio<br />
amando il prossimo come e più <strong>di</strong> se stessi.<br />
Sorprendenti alcune analogie fra i<br />
tempi <strong>di</strong> san Venerio e i nostri, ben<br />
sottolineate, peraltro, da una preghiera<br />
che mette in risalto come il santo marinario<br />
abbia colto il valore <strong>di</strong> alcune nuove tecnologie<br />
(la vela latina, <strong>di</strong>ce la tra<strong>di</strong>zione)<br />
e le abbia <strong>di</strong>ffuse quali strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />
e miglioramento della <strong>vita</strong> umana; come<br />
si sia pro<strong>di</strong>gato per guidare i naviganti<br />
al porto; e, ancor più, come abbia saluto<br />
guidare i suoi confratelli monaci e i suoi<br />
fedeli attraverso le tempeste degli scontri <strong>di</strong><br />
civiltà.<br />
Dice infatti questa preghiera a san<br />
Venerio: “Sostienici ... a <strong>di</strong>re ‘sì’con fiducia<br />
al Vangelo e a trovare in esso la guida nei<br />
gran<strong>di</strong> mutamenti tecnologici e culturali del<br />
nostro tempo perché l’umanità intera viva<br />
concorde nella pace fraterna. A noi e a tutti<br />
i naviganti nel grande mare della <strong>vita</strong>, oggi<br />
più che mai irto <strong>di</strong> ammalianti tentazioni<br />
e <strong>di</strong> pericoli mortali, accen<strong>di</strong> alto il fuoco<br />
dell’amore <strong>di</strong> Dio che, come faro, ci ad<strong>di</strong>ti<br />
il porto sicuro che è Gesù, nel quale solo è<br />
la salvezza del mondo e dell’umanità”.<br />
L o<br />
Venerio, il santo<br />
segue da pag. 11<br />
Bibliografia<br />
stu<strong>di</strong>oso reggiano potrà agevolmente<br />
consultare la “Vita Sancti<br />
Venerii, ex cod, mas. monasterii<br />
[Sancti Prosperi reggiensis]” riportata da<br />
C. AffArosi, Ad monasterii Divi Prosperi<br />
Regiensis Commentaria historica appen<strong>di</strong>x,<br />
seu pars tertia, Padova, 1746, pag. 153 e<br />
segg. La Vita, spoglia del corredo critico e<br />
riportata in lingua italiana per solo scopo<br />
<strong>di</strong>ovulgativo e devozionale, è pubblicata<br />
dallo stesso Affarosi nel vol. I, pag. 139<br />
e segg. Sul culto <strong>di</strong> san Venerio si veda<br />
anche: PAolo Golinelli, Culto dei santi e<br />
<strong>vita</strong> citta<strong>di</strong>na a Reggio Emilia (secoli IX-<br />
XII), Modena 1980; AA.VV., Il Tino, l’isola<br />
<strong>di</strong> Venerio santo marinaio, II e<strong>di</strong>zione,<br />
Sarzana, 1965.<br />
(Red)<br />
casa d’ altri Con un crescendo <strong>di</strong> scavi, stu<strong>di</strong>, celebrazioni e feste<br />
Il Golfo della Spezia da 60 anni<br />
alla riscoperta del suo santo eremita<br />
Se a Reggio san Venerio è venuto<br />
come ospite in cerca <strong>di</strong> rifugio<br />
(ma tanto gra<strong>di</strong>to da essere<br />
presto “uno <strong>di</strong> famiglia”), nel Golfo<br />
della Spezia è invece a casa sua, nella<br />
terra che gli ha dato i natali, che ne ha<br />
visto <strong>vita</strong> e miracoli, che ne ha rivoluto<br />
le reliquie quando, nel 1959, il<br />
papa Giovanni XXIII dava alla nuova<br />
<strong>di</strong>ocesi la sistemazione definitiva dei<br />
confini includendovi anche il Tino e<br />
Portovenere e mettendo il Golfo sotto<br />
la protezione <strong>di</strong> San Venerio (decreto<br />
“Ad animarum saluti” del 25 luglio;<br />
breve “Ad fovendam augendamque<br />
immemoratam” del 24 ottobre).<br />
La costituzione della <strong>di</strong>ocesi<br />
spezzina riproponeva senz’altro una<br />
rinascita del culto <strong>di</strong> san Venerio, mai<br />
<strong>di</strong>menticato, ma, come osservano<br />
gli storici locali, passato in secondo<br />
piano con il decadere dell’or<strong>di</strong>ne<br />
benedettino in quei luoghi. L’inclusione<br />
del Tino nei confini <strong>di</strong>ocesani<br />
<strong>di</strong>ventava l’occasione per la rinascita<br />
effettiva. In quegli anni si costituiva<br />
l’associazione “Pro Insula Tyro” con<br />
lo scopo si promuovere e valorizzare<br />
il culto <strong>di</strong> san Venerio, grazie al<br />
vescovo <strong>di</strong>ocesano monsignor Stella<br />
e – come scrive Eliana Vecchi – “alla<br />
tenace e generosa attività <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong><br />
cultura e <strong>di</strong> fede, quali Ubaldo Fornelli,<br />
monsignor Mazzi e Carlo Tricerri”.<br />
L’associazione otteneva da subito<br />
un grande risalto fino a giungere a<br />
livello internazionale, grazie anche<br />
alla partecipazione delle massime autorità<br />
religiose. Iniziavano in tal modo<br />
campagne <strong>di</strong> scavi nei siti veneriani<br />
(Pieve <strong>di</strong> San Venerio, isola del Tino)<br />
e campagne <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla figura del<br />
santo eremita. Ricor<strong>di</strong>amo, nel 1982,<br />
La Spezia,<br />
La Pieve <strong>di</strong> San<br />
Venerio.<br />
Ricostruita dai<br />
da Vezzano, nel<br />
1084, conserva<br />
testimonianze<br />
<strong>di</strong> più antiche<br />
stratificazioni<br />
inse<strong>di</strong>ative,<br />
scaglionate fra<br />
l’età romana,<br />
l’altome<strong>di</strong>oevo<br />
e gli esor<strong>di</strong> del<br />
protoromanico.<br />
(www.laspezia.<br />
net/lapieve)<br />
il convegno “San Venerio del Tino:<br />
<strong>vita</strong> religiosa e civile tra isole e terraferma<br />
in età me<strong>di</strong>oevale”.<br />
G uardando,<br />
pur sommariamente,<br />
gli atti <strong>di</strong> questi eventi, si<br />
coglie un crescendo <strong>di</strong> interesse<br />
per la figura del santo, come a ritrovare<br />
in lui un elemento identitario <strong>di</strong><br />
fondo per le genti del Golfo. La ricorrenza<br />
del 13 settembre si colloca ora<br />
tra le festività più solenni del Golfo. Il<br />
giorno antecedente la reliquia del santo,<br />
quella ceduta da Reggio nel 1959 e<br />
custo<strong>di</strong>ta nella chiesa <strong>di</strong> San Venerio a<br />
Migliarina, viene trasportata all’isola<br />
del Tino con una imponente processione-pellegrinaggio<br />
<strong>di</strong> barche alle quali<br />
partecipano le autorità militari e civili<br />
(san Venerio è protettore dei fanalisti)<br />
della Spezia, <strong>di</strong> Lerici e Portovenere.<br />
Uno spettacolo, sì, ma <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> preghiera<br />
che coinvolge tutti gli operatori<br />
del mare. Il 13, ricorrenza tra<strong>di</strong>zionale<br />
della “nascita al cielo” del santo, le<br />
solenni celebrazioni all’isola del Tino<br />
si concludono con la bene<strong>di</strong>zione dei<br />
natanti. Quello è anche l’unico giorno<br />
in cui si possono visitare i luoghi dove<br />
il santo eremita visse, essendo l’isola<br />
area militare e preclusa ai civili tutto il<br />
resto dell’anno.<br />
Tutto ciò mentre a Reggio il culto<br />
del santo sembra andare piuttosto verso<br />
l’oblio, dopo un millennio <strong>di</strong> vivaci<br />
iniziative e <strong>di</strong> ininterrotta tra<strong>di</strong>zione.<br />
Si salvano iniziative locali come Reggiolo,<br />
in pianura, e Costabona e Carù<br />
in montagna. Proprio per questo una<br />
partecipazione reggiana alle celebrazioni<br />
spezzine del 12/13 settembre<br />
potrebbe suonare come un tonificante<br />
svegliarino.<br />
12 5<br />
arrivo, potè celebrare a Vienna il grande<br />
Congresso Eucaristico durante il quale<br />
egli portò processionalmente il Santissimo<br />
Sacramento, alla testa <strong>di</strong> un corteo oltre<br />
152 mila persone e <strong>di</strong> altre cinquecentomila<br />
che vi facevano rispettosamente ala.<br />
Per quella solennissima processione alla<br />
quale partecipava lo stesso Imperatore, le<br />
artiglierie austriache sparavano una salva<br />
ogni cinque minuti. E facilmente intuibile<br />
come il nuovo Nunzio pregasse che mai<br />
esse avessero a sparare in una guerra fortemente<br />
temuta e già da troppi sprezzantetemente<br />
voluta.<br />
Nell’anticamera dell’Imperatore<br />
Dei suoi quattro anni presso la<br />
Nunziatura <strong>di</strong> Vienna resta una<br />
mole <strong>di</strong> atti che solo ora – come<br />
abbiamo visto nel caso della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Hajdúdorog – comincia ad entrare sotto<br />
il vaglio degli storici. Da lui ben poco si è<br />
saputo perché una delle note fondamentali<br />
del suo “stile <strong>di</strong>plomatico” era appunto la<br />
riservatezza, il silenzio rigoroso su quanto<br />
avveniva nel suo ufficio, anche a costo <strong>di</strong><br />
essere definito “taciturno” o <strong>di</strong> non poter<br />
reagire a voci <strong>di</strong>sinformate e calunniose<br />
verso la sua persona.<br />
Qualcosa <strong>di</strong> più i reggiani (e cioè i<br />
compagni d’or<strong>di</strong>nazione o <strong>di</strong> battaglie<br />
giornalistiche al Reggianello, i superiori e<br />
gli alunni del seminario) potevano venire<br />
a sapere da don Antonio Colli, compagno<br />
<strong>di</strong> numerosi viaggi <strong>di</strong>plomatici. Ma erano<br />
perlopiù curiosità esteriori. La sostanza<br />
della sua azione <strong>di</strong>plomatica rimase consegnata<br />
alla Segreteraia <strong>di</strong> Stato e ai soli<br />
archivi.<br />
Il suo impegno per impe<strong>di</strong>re la deflagrazione<br />
della grande guerra e i suoi tentativi<br />
<strong>di</strong> far arrivare al vecchio Imperatore<br />
Francesco Giuseppe la voce implorante<br />
pace <strong>di</strong> Pio X non sfuggirono comunque<br />
ai contemporanei più attenti e più obiettivi.<br />
Soltanto molti anni dopo, nella quiete<br />
del castello <strong>di</strong> Leguigno, gli avvenne <strong>di</strong><br />
raccontare ai famigliari qualcosa <strong>di</strong> quei<br />
giorni che segnarono – e non certo in<br />
positivo – le sorti dell’Europa.<br />
Quando sembrava che nulla più ci<br />
fosse da fare, Pio X incaricò monsignor<br />
Scapinelli, Nunzio apostolico presso la<br />
corte <strong>di</strong> Vienna, <strong>di</strong> recapitare un suo personale<br />
messaggio <strong>di</strong> pace all’Imperatore<br />
Francesco Giuseppe. Monsignor Scapinelli<br />
si recò <strong>di</strong> mattina, prestissimo, a Palazzo.<br />
Nella sua qualità <strong>di</strong> Nunzio e decano del<br />
corpo <strong>di</strong>plomatico accre<strong>di</strong>tato a corte,<br />
aveva precedenza assoluta su tutti. Invece<br />
l’imperatore <strong>di</strong>ede or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> non lasciarlo<br />
passare sapendo che gli sarebbe stato <strong>di</strong>fficile<br />
<strong>di</strong>re <strong>di</strong> no al papa.<br />
Monsignor Scapinelli attese dal mattino<br />
alla sera, praticamente prigioniero degli<br />
“aiutanti <strong>di</strong> campo” dell’imperatore che<br />
gli impe<strong>di</strong>vano <strong>di</strong> farsi ricevere. Non si<br />
mosse <strong>di</strong> un passo da quella porta <strong>di</strong>etro<br />
la quale Francesco Giuseppe, facendo<br />
finta <strong>di</strong> ignorare il messaggio <strong>di</strong> pace del<br />
papa, lasciò ipocritamente che la guerra<br />
si scatenasse il 28 luglio 1914. Ne <strong>di</strong>ede<br />
l’annuncio alla Segreteria <strong>di</strong> Stato con un<br />
telegramma laconico, due sole parole, il<br />
cui significato apparve subito ben chiaro<br />
al car<strong>di</strong>nale Segretario <strong>di</strong> Stato Merry<br />
Del Val: “Janus patet”. Il riferimento era<br />
ovviamente all’antichità romana quando,<br />
scoppiando una guerra, si aprivano le<br />
porte del tempio <strong>di</strong> Giano.<br />
Il 28 agosto successivo moriva Pio X.<br />
Come noto, anche Benedetto XV, appe-<br />
L’Imperatore Francesco Giuseppe in una cartolina<br />
postale del 1914<br />
na eletto papa (3 settembre 1914) aveva<br />
concentrato ogni sforzo per e<strong>vita</strong>re l’ingresso<br />
in guerra dell’Italia, proponendo<br />
per essa concessioni territoriali dall’Austria-Ungheria.<br />
In attuazione <strong>di</strong> questa<br />
proposta, il car<strong>di</strong>nale Scapinelli, sostenuto<br />
anche da monsignor Eugenio Pacelli, allora<br />
segretario della Congregazione degli<br />
Affari Ecclsiatici, lui pure a Vienna, proponeva<br />
la cessione del Trentino all’Italia<br />
perché questa restasse neutrale.<br />
Tentativi generosi e sofferti, resi<br />
putroppo vani dalla stessa Italia che aveva<br />
aderito alla triplice intesa con il patto <strong>di</strong><br />
Londra, chiedendo, nella firma <strong>di</strong> questo<br />
stesso patto, che la Santa Sede fosse tenuto<br />
fuori dalle future trattative <strong>di</strong> pace.<br />
Intanto, però, l’u<strong>di</strong>enza rifiutata al<br />
Nunzio monsignor Scapinelli aveva<br />
avuto il dovuto risalto sulla stampa.<br />
All’imperatore, per scusarsi <strong>di</strong> un’ipocrisia<br />
imperdonabile, non restò che assentire<br />
alle richieste <strong>di</strong> aiuto, <strong>di</strong> grazia e quant’altro<br />
che il car<strong>di</strong>nale – entrata nel conflitto<br />
anche l’Italia – gli rivolgeva in favore dei<br />
prigionieri italiani. «Una fitta corrispondenza<br />
– scrive ancora Giulio Fornaciari<br />
– si intessé fra Vienna e Roma, innumerevoli<br />
patrioti <strong>di</strong> Trento e Trieste, arruolati<br />
nell’ esercito italiano e catturati al fronte,<br />
ebbero salva la <strong>vita</strong> per intercessione del<br />
Nunzio al quale nulla poteva negare l’imperatore<br />
dopo l’offesa della porta chiusa<br />
in faccia».<br />
Ma <strong>di</strong> tutta la sua azione <strong>di</strong> sostegno,<br />
presso la Cancelleria dell’Imperatore<br />
Francesco Giuseppe, del buon <strong>di</strong>ritto<br />
della verità e della giustizia contro ogni<br />
oppressione anche delle minoranze italiane,<br />
egli non menò mai vanto ed è <strong>di</strong>fficile<br />
<strong>di</strong>re quanto la sua segretezza fosse<br />
motivata dalle ragioni evangeliche della<br />
carità (“quando fate del bene non suonate<br />
le trombe...”) e quanto dalle esigenze<br />
<strong>di</strong>plomatiche. E nemmeno reagì a quanti<br />
in Italia, lo qualificavano coll’epiteto <strong>di</strong><br />
austriacante (anzi, senz’altro austriaco)<br />
interpretando con troppa superficialità<br />
fatti e parole mal conosciuti e soprattutto<br />
prendendo spunto dal fatto che egli vantava<br />
il titolo <strong>di</strong> “conte del Sacro Romano<br />
Impero” e <strong>di</strong>scendeva da una famiglia già<br />
al servizio degli Austria-Este.<br />
“La verità invece è – affermava più<br />
tar<strong>di</strong> il vescovo Brettoni – che egli fece<br />
con amore e con impegno degni <strong>di</strong> un’anima<br />
nobilissima <strong>di</strong> Vescovo e <strong>di</strong> Italiano<br />
quanto fu possibile per alleviare le sofferenze<br />
dei prigionieri e <strong>di</strong> quanti dei nostri<br />
potevano giovarsi dell’opera <strong>di</strong> lui come<br />
Nunzio della Santa Sede in paese nemico”.<br />
Il vescovo Brettoni ben conosceva<br />
il valore <strong>di</strong> questi gesti, poiché anch’egli<br />
aveva visitato i prigionieri austriaci giunti<br />
in provincia <strong>di</strong> Reggio, sfidando l’impopolarità<br />
da parte <strong>di</strong> quanti in un gesto <strong>di</strong><br />
pura carità cristiana vedevano volentieri<br />
connivenze e tra<strong>di</strong>menti.<br />
Disse ancora <strong>di</strong> lui il vescovo Brettoni:<br />
“Chi ha conosciuto un po’ da vicino il<br />
car<strong>di</strong>nale Scapinelli sa quanto fosse rigido<br />
e pronto in lui il senso <strong>di</strong> ogni dovere e<br />
quanto propenso l’animo alla carità”.<br />
Car<strong>di</strong>nale,<br />
e uomo <strong>di</strong> governo della <strong>Chiesa</strong><br />
Il 15 <strong>di</strong>cembre 1915 veniva creato<br />
car<strong>di</strong>nale col titolo presbiterale <strong>di</strong><br />
San Girolamo degli Illirici, il titolo<br />
che meglio si confaceva al suo ruolo<br />
<strong>di</strong> Nunzio particolarmente attento alle<br />
tematiche dei cristiani d’oltre Adriatico.<br />
Con lui, venivano nominati altri cinque<br />
car<strong>di</strong>nali tra i quali il salesiano monsignor<br />
Giovanni Cagliero, nunzio apostolico in<br />
America Centrale, e monsignor Frühwirtz,<br />
nunzio apostolico in Baviera. Il momento,<br />
però, era troppo delicato per lasciare<br />
la sede e venire a Roma per la cerimonia<br />
della imposizione del galero. Rimase a<br />
Vienna fino alla conclusione del suo mandato<br />
nel <strong>di</strong>cembre 1916 quando, decorato<br />
dall’imperatore con la Gran Croce dell’Or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> Santo Stefano, potè rientrare<br />
a Roma e ricevere le insegne car<strong>di</strong>nalizie<br />
nel Concistoro del 7 <strong>di</strong>cembre. Mai come<br />
in quegli anni <strong>di</strong> guerra la porpora fu per<br />
lui simbolo <strong>di</strong> sofferenza, quasi <strong>di</strong> «angoscioso<br />
martirio», come ancora ebbe a <strong>di</strong>re<br />
il vescovo Brettoni.<br />
Inutile <strong>di</strong>re con quanta gioia a Reggio<br />
fu salutata la sua nomina, dopo quattro<br />
secoli che nessun reggiano era più assurto<br />
a tale <strong>di</strong>gnità. Era un onore per tutta la<br />
<strong>di</strong>ocesi al cui clero il neo car<strong>di</strong>nale riba<strong>di</strong>va<br />
<strong>di</strong> voler ancora essere parte. Per festeggiarlo,<br />
pur nei monenti tristi della guerra,<br />
si recò a Roma una delegazione guidata<br />
dal vescovo e composta, tra altri, dai fede-
lissimi monsignori Antonio Colli, Emilio<br />
Cottafavi e Pietro Tesauri. Tra i famigliari<br />
più stretti, anche il nipote don Antonio<br />
Fornaciari che ne sarà il geloso custode<br />
reggiano delle memorie.<br />
Nell’offrirgli in dono un calice “espressione<br />
<strong>di</strong> memore affetto”, che “quoti<strong>di</strong>anamente<br />
gli ricordasse i devoti e affezionati<br />
suoi Concitta<strong>di</strong>ni mentre celebrerà<br />
il Divino sacrificio”, monsignor Brettoni<br />
affermava: “Mi faccio interprete anche<br />
della gratitu<strong>di</strong>ne della Diocesi per le sollecitu<strong>di</strong>ni<br />
da Voi, Eminentissimo, spiegate<br />
nelle presenti luttuose circostanze con le<br />
quali avete pietosamente alleviato dolori<br />
in<strong>di</strong>cibili in molte famiglie fornendo<br />
intorno alla sorte dei loro cari combattenti,<br />
notizie lungamente attese invano”.<br />
Piena, totale e spontanea fu la corresponsione<br />
del car<strong>di</strong>nale a questo desiderio.<br />
Anzi, ringraziando del dono e delle buone<br />
parole precisò che “da quando si era<br />
allontanato da Reggio portò sempre con sé<br />
il più gra<strong>di</strong>to ricordo della sua Diocesi che<br />
anche <strong>di</strong> lontano pur sentiva <strong>di</strong> amare profondamente.<br />
Né colla sua assunzione alla<br />
<strong>di</strong>gnità car<strong>di</strong>nalizia intende <strong>di</strong> rinunciare<br />
affatto all’incar<strong>di</strong>nazione almeno spirituale,<br />
nella sua antica Diocesi; giacché vi si<br />
sente strettamente legato coi vincoli dell’affetto<br />
e della gratitu<strong>di</strong>ne”.<br />
Espressione <strong>di</strong> questo legame sarà il<br />
dono posto mortem che egli farà delle sue<br />
insegne car<strong>di</strong>nalizie ai vescovi <strong>di</strong> Reggio,<br />
compreso l’anello <strong>di</strong> Pio X che fu poi<br />
sempre portato da monsignor Beniamino<br />
Socche.<br />
A Roma il car<strong>di</strong>nale Scapinelli fu membro<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse Congregazioni (<strong>di</strong>remmo<br />
oggi: “Ministeri” vaticani): Concistoriale,<br />
Concilio, Religiosi, Riti Orientali,<br />
Università e Seminari, Propaganda<br />
Fide, Affari Ecclesiastici, Cerimoniale,<br />
Comunione per la Russia. Della<br />
Congregazione dei Religiosi fu anche<br />
Prefetto nel 1918–’19, ma dovette presto<br />
lasciare l’incarico per ragioni <strong>di</strong> salute.<br />
Nel 1930 fu nominato Car<strong>di</strong>nale<br />
Datario <strong>di</strong> Sua Santità, carica fra le più<br />
alte della <strong>Chiesa</strong>, ma relativamente più<br />
tranquilla e più compatibile con le già<br />
preoccupanti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute. Le sue<br />
attribuzioni erano <strong>di</strong> rendere esecutive<br />
le nomine che il Santo Padre faceva dei<br />
Canonici, Prelati e Parroci la cui elezione<br />
era riservata alla Santa Sede. Qui – stando<br />
ai ricor<strong>di</strong> del nipote Giulio Fornaciari –<br />
ebbe per segretario il reggiano don Enrico<br />
Ceresoli (1873-1936).<br />
Nella ricorrenza dei suoi 50 anni <strong>di</strong><br />
sacerdozio, che il car<strong>di</strong>nale voleva passare<br />
sotto silenzio, il vescovo Eduardo Brettoni<br />
gli scriveva: «Reggio sente tutto l’onore<br />
che gli viene dalla eccelsa Dignità Vostra<br />
e Vi è profondamente grato, ma insieme<br />
alla grandezza della Porpora Romana<br />
sente e accoglie con profonda riconoscenza<br />
la bontà del Vostro nobilissimo animo e<br />
si compiace dell’affetto che conservate per<br />
la città e <strong>di</strong>ocesi».<br />
Fu proprio in quei mesi che si manifestarono<br />
i primi sintomi della malattia che,<br />
il 16 settembre 1933, lo avrebbe portato a<br />
morire a Forte dei Marmi dove era andato<br />
in cerca <strong>di</strong> sollievo ai suoi mali, presso<br />
la casa del clero dei Padri Camilliani. La<br />
salma venne traslata a Roma, dove si celebrarono<br />
i solenni funerali, e inumata nella<br />
<strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> San Carlo al Corso.<br />
La Diocesi reggiana nel suo cuore<br />
Nonostante gli alti impegni ricoperti<br />
a Roma, nel suo cuore c’era<br />
sempre un posto per la sua <strong>di</strong>ocesi<br />
reggiana <strong>di</strong> cui seguiva con interesse gli<br />
eventi grazie anche ai contatti delle sua<br />
vecchia cerchia <strong>di</strong> amici e collaboratori e,<br />
in particolare grazie alle corrispondenze<br />
<strong>di</strong> monsignor Antonio Colli. Data l’importanza<br />
<strong>di</strong> queste lettere, già alcuni decenni<br />
or sono monsignor Simonelli, scrivendo<br />
per La Libertà un succinto profilo del car<strong>di</strong>nale,<br />
ne auspicava la pubblicazione certo<br />
che avrebbero fatto luce su molte vicende<br />
della <strong>vita</strong> cattolica e civile reggiana.<br />
Il car<strong>di</strong>nale fu molto lieto <strong>di</strong> essere<br />
in<strong>vita</strong>to a presiedere il primo Congresso<br />
Eucaristico Diocesano che si celebrava il<br />
28, 29 e 30 aprile 1922, una celebrazione<br />
che già da anni si desiderava organizzare,<br />
sopratutto dopo gli esiti positivi del primo<br />
Congresso Eucaristico Emiliano tenutosi<br />
nella vicina Modena nel 1913. La guerra e<br />
i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni del dopoguerra l’avevano sempre<br />
fatto rimandare, ma anche sempre più<br />
desiderare così che la sua partecipazione,<br />
stimata in oltre cinquantamila presenze,<br />
fu davvero imponente. Per l’occasione fu<br />
composto l’inno “Su dall’alme si levino i<br />
canti” che segnò fino a tempi recenti l’impegno<br />
<strong>di</strong> testimonianza pubblica della fede<br />
del cattolicesimo reggiano come recitava<br />
la strofe ultima dell’inno: “Tu l’Italia, Tu<br />
il mondo rinnova / nell’amore tuo santo, o<br />
Signor”.<br />
L’arrivo del car<strong>di</strong>nale sconcertò il<br />
gruppo <strong>di</strong> giovani d’Azione <strong>Cattolica</strong> che<br />
erano andati alla stazione per riceverlo e<br />
ossequiarlo. Videro, all’ora prevista, scendere<br />
da una carrozza <strong>di</strong> prima classe un<br />
sacerdote anziano “alto, eretto nella persona,<br />
dai lineamenti <strong>di</strong>gnitosi e marcati,<br />
dal passo deciso, senza <strong>di</strong>stintivi <strong>di</strong> sorta”,<br />
ricordava don Carlo Lindner che era tra<br />
quei giovani.<br />
Si aspettavano un “Principe della<br />
<strong>Chiesa</strong>” con tutte le insegne della sua<br />
<strong>di</strong>gnità e chissà quali accompagnatori.<br />
Così non lo riconobbero e soltanto il<br />
giorno dopo poterono salutarlo. Fu un<br />
saluto <strong>di</strong> magro: “Eminenza – <strong>di</strong>ssero – Le<br />
La cartolina postale del 1° Congresso Eucaristo Diocesano <strong>di</strong> Reggio Emilia svoltosi in città nei<br />
giorni 28, 29 e 30 aprile 1922 e presieduto car<strong>di</strong>nale Scapinelli.L’inno ufficiale “Su dall’alme si<br />
levino i canti” era un invito ad impegnarsi per la pacificazione dopo il violento “biennio rosso”.<br />
presentiamo gli omaggi della Gioventù<br />
<strong>Cattolica</strong> <strong>di</strong> Reggio”. “Grazie – rispose<br />
il Car<strong>di</strong>nale – ci vedremo domani al<br />
Congresso”. Si capiva bene, da quella<br />
risposta il carattere <strong>di</strong> un uomo che amava<br />
i fatti più delle parole, la sostanza più <strong>di</strong><br />
tante futili apparenze. Colpì, in quell’occasione,<br />
la sua figura ieratica che reggeva<br />
il Santissimo Sacramento dalla Cattedrale<br />
al Largo del Cristo, in una città affollata<br />
da settantamila fedeli. Carlo Lindner e<br />
tantissimi reggiani ebbero poche altre<br />
occasioni <strong>di</strong> rivederlo; ma quei suoi occhi<br />
continuamente fissi sull’Ostia bianca<br />
non furono mai più <strong>di</strong>menticati perché<br />
<strong>di</strong>cevano <strong>di</strong> una fede e <strong>di</strong> una pietà eucaristica<br />
imparagonabilmente più ricca del<br />
pur ricco ostensorio <strong>di</strong> oro e <strong>di</strong> argento<br />
che racchiudeva l’Eucaristia. E <strong>di</strong>cevano<br />
anche <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> <strong>vita</strong> la cui semplicità<br />
era inversamente proporzionale alle finezze<br />
e alle sottigliezze della <strong>vita</strong> <strong>di</strong>plomatica<br />
<strong>di</strong> cui pure era necessariamente maestro.<br />
Il forte legame<br />
con il castello avito <strong>di</strong> Léguigno<br />
Questo, in estrema sintesi, il profilo<br />
dell’ultimo degli Scapinelli<br />
che legò – nient’altro che in bene<br />
6 11<br />
Particolare della statua <strong>di</strong> San Venerio nella<br />
chiesa parrocchiale <strong>di</strong> Costabona<br />
P ortava<br />
nel suo stesso nome il legame<br />
alla sua terra e al suo mare:<br />
Venerio, nato e vissuto, secondo le<br />
datazioni più accettabili, fra 500 e 600<br />
dopo Cristo, nella zona <strong>di</strong> Porto Venere,<br />
oggi provincia e <strong>di</strong>ocesi della Spezia. Non<br />
esistono racconti della sua <strong>vita</strong> scritta con<br />
la precisione <strong>di</strong> date e <strong>di</strong> fatti come desidereremmo<br />
oggi, ma <strong>di</strong>verse tra<strong>di</strong>zioni che,<br />
costruite sui più usuali schemi dell’agiografia<br />
me<strong>di</strong>evale, tendono a darci in primo<br />
luogo il ritratto sostanziale della sua <strong>vita</strong> <strong>di</strong><br />
cristiano, <strong>di</strong> monaco, <strong>di</strong> missionario.<br />
Giovane ed esperto marinaio, fiero della<br />
libertà che gli dona l’orizzonte infinito del<br />
mare, abituato ad affrontare i rischi <strong>di</strong> navigazioni<br />
tempestose, è attratto dal silenzio,<br />
dal clima <strong>di</strong> contemplazione e dallo spirito<br />
<strong>di</strong> povertà che trova nel monastero benedettino<br />
dell’isola Palmaria, <strong>di</strong>nnanzi a Porto<br />
Venere. E qui decide <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care interamente<br />
la sua sua <strong>vita</strong> ad amare Dio, nella penitenza<br />
e nella preghiera, e gli uomini della<br />
sua terra, con l’aiuto materiale e spirituale<br />
che caratterizza la regola <strong>di</strong> san Benedetto.<br />
I suoi progressi nella <strong>vita</strong> monastica sono<br />
tali che il vecchio abate lo designa ben presto<br />
come suo successore, anche se la critica<br />
storiografica moderna è restia a riconoscergli<br />
il titolo <strong>di</strong> abate.<br />
Poi - continuano ancora unanimente i<br />
<strong>di</strong>versi racconti della sua <strong>vita</strong> -, forse infasti<strong>di</strong>to<br />
dalla troppa rinomanza del suo nome<br />
o forse anche da certa rilassatezza dei suoi<br />
confratelli monaci cui non riusciva a porre<br />
rime<strong>di</strong>o, lascia l’abbazia <strong>di</strong> Porto Venere e<br />
si ritira a <strong>vita</strong> eremitica nella vicina isola<br />
del Tino. Ma va ricordato che, per l’eremita<br />
<strong>di</strong> ogni tempo, la “fuga dal mondo”<br />
La sua festa cade il 13 settembre<br />
Venerio, il santo marinaio<br />
comprotettore <strong>di</strong> Reggio<br />
Le reliquie furono trasferite a Reggio nel IX secolo per salvarle<br />
dalle incursioni saracene – Un culto <strong>di</strong> sorprendente attualità<br />
nel nostro secolo che vede l’incontro-scontro fra civiltà<br />
significa fuga dalle tentazioni del potere,<br />
del lusso, dei go<strong>di</strong>menti vari per poter vivere<br />
più intensamente l’amore <strong>di</strong> Dio che è<br />
anche – e non può non essere – amore per<br />
gli uomini. Così, mentre da una parte ricerca<br />
Dio seguendo alla lettera i consigli del<br />
Vangelo, dall’altra è largo <strong>di</strong> aiuto ai marinai,<br />
introducendo nelle loro imbarcazioni la<br />
più sicura e maneggevole vela latina e altre<br />
innovazioni tecniche utili a rendere meno<br />
precaria la <strong>vita</strong> degli uomini <strong>di</strong> mare. E,<br />
stando sulle barche dei pescatori per insegnare<br />
loro i miglioramenti tecnologici più<br />
utili al loro duro mestiere, non manca <strong>di</strong><br />
parlare <strong>di</strong> quegli altri pescatori che furono<br />
gli apostoli, in<strong>vita</strong>ti da Gesù a <strong>di</strong>ventare<br />
“pescatori <strong>di</strong> anime”, <strong>di</strong>ffusori del Vangelo.<br />
Nel suo eremo del Tino, Venerio alterna<br />
la preghiera con l’accoglienza ai marinai e<br />
agli uomini della terra ferma che ricorrono<br />
a lui per aiuti materiali ma, soprattutto, per<br />
consigli che li gui<strong>di</strong>no a <strong>di</strong>stricarsi nelle<br />
<strong>di</strong>fficoltà della <strong>vita</strong> quoti<strong>di</strong>ana. E, <strong>di</strong> questi,<br />
improntati alla più schietta saggezza<br />
evangelica, Venerio è quanto mai ricco, non<br />
d’altri beni.<br />
A quanti, in segno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, vorrebbero<br />
donargli cibo, vesti o altro, egli rivolge<br />
l’invito <strong>di</strong> donarli ai poveri, suscitando<br />
in tal modo, nelle sue popolazioni, un clima<br />
<strong>di</strong> attenzione cristiana ai bisogni degli altri.<br />
Per sé chiede <strong>di</strong> vivere, per quanto possibile,<br />
col solo lavoro delle sue mani. E con<br />
le sue mani, raccogliendo legna dalla folta<br />
vegetazione che circonda l’eremo, nelle<br />
notti <strong>di</strong> buio e <strong>di</strong> tempesta, accende un<br />
grande fuoco nel punto più alto dell’isola:<br />
una grande luce che orienta quanti stanno<br />
navigando attorno alla Palmaria, a Porto<br />
Venere e perfino nel non lontano golfo <strong>di</strong><br />
Luni.<br />
Dietro gli aneddoti e i racconti <strong>di</strong><br />
stile leggendario, tipici dell’agiografia<br />
me<strong>di</strong>evale, emerge la santità<br />
autentica <strong>di</strong> Venerio, che ricerca e trova<br />
Dio non in astratte e solitarie verità intellettuali,<br />
ma facendosi prossimo ai poveri della<br />
sua terra, con energia salda e creativa e con<br />
tutta l’abnegazione richiesta dal “comandamento<br />
nuovo” dell’amore.<br />
Dice ancora la tra<strong>di</strong>zione che, nuovamente<br />
infasti<strong>di</strong>to dalla troppa fama che<br />
viene a circondare la sua persona, egli<br />
fugge una seconda volta, per un po’ <strong>di</strong><br />
tempo, nell’isola <strong>di</strong> Corsica, per ritornare<br />
poi al suo eremo dove muore in fama <strong>di</strong><br />
santità attorno all’anno 630 dopo Cristo.<br />
Sulla sua tomba verrà poi e<strong>di</strong>ficato un<br />
monastero dal quale i monaci, sul suo<br />
esempio, continueranno a <strong>di</strong>ffondere il<br />
Vangelo tra gli abitanti delle montagne dell’entro<br />
terra e proseguiranno, ininterrotta, la<br />
sua opera <strong>di</strong> bene.<br />
La storia italiana ed europea <strong>di</strong> quegli<br />
anni segna mutamenti epocali. Sulla terraferma<br />
stanno irrompendo le così dette<br />
popolazioni barbariche; negli anni <strong>di</strong><br />
Venerio, in particolare, sono i Longobar<strong>di</strong><br />
che occupano gran parte <strong>di</strong> Liguria e<br />
Toscana. Il mare è tenuto sempre più debolmente<br />
dalle navi bizantine, ma non passeranno<br />
che pochi decenni e si manifesterà il<br />
terrore delle navi saracene e normanne. In<br />
questo contesto, l’insegnamento e l’esempio<br />
<strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Venerio rimangono come un<br />
faro che guida le genti del Golfo e dell’entroterra<br />
lunense a ritrovare, nel Vangelo, la<br />
luce che li guida fuori dall’oscurità delle<br />
barbarie e dalle incertezze del cambiamento<br />
sociale e politico.<br />
Anche da morto, Venerio è nel<br />
cuore delle popolazioni del Golfo,<br />
tanto che, quando, circa un secolo<br />
dopo la sua morte, queste terre e questi<br />
paesi saranno attaccati dalle navi saracene<br />
e poi normanne, il primo pensiero<br />
degli abitanti <strong>di</strong> Porto Venere sarà quello<br />
<strong>di</strong> mettere al sicuro la venerata salma del<br />
santo.<br />
In questa circostanza avviene l’incontro<br />
<strong>di</strong> san Venerio con le popolazioni reggiane.<br />
È infatti il vescovo <strong>di</strong> Reggio che, per<br />
<strong>di</strong>sposizione dell’Impero, ha l’incarico <strong>di</strong><br />
proteggere con i suoi soldati le genti e le<br />
città del Golfo dalle incursioni saracene e<br />
normanne. Ed è così che, per salvarla, la<br />
preziosa reliquia <strong>di</strong> San Venerio viene trasportata<br />
a Reggio attorno all’anno 830.<br />
Di Reggio san Venerio <strong>di</strong>venta presto<br />
comprotettore insieme a San Prospero. Un<br />
abbinamento che si riperà ovunque parrocchie,<br />
oratori o semplici altari verranno<br />
de<strong>di</strong>cati al santo vescovo <strong>di</strong> Reggio, come<br />
ad esempio a Costabona o a Cagnola. Il<br />
corpo <strong>di</strong> San Venerio sarà custo<strong>di</strong>to successivamente<br />
dai monaci benedettini dell’abbazia<br />
reggiana <strong>di</strong> San Prospero fuori<br />
le mura che, dopo alterne vicende, verrà<br />
ad avere la sua sede attorno a quella che<br />
è l’attuale chiesa citta<strong>di</strong>na dei Santi Pietro<br />
e Prospero dove ancora è custo<strong>di</strong>to il suo<br />
corpo. Non il capo, però. Questo, riposto in<br />
un reliquiario a parte, per una <strong>di</strong>sposizione<br />
del papa Giovanni XXIII del 1959, venne<br />
segue a pag. 12
storiografi della chiesa reggiana Amministratore, polemista e, soprattuto, raccoglitore <strong>di</strong> memorie – il suo nome a quello <strong>di</strong> Léguigno, dal<br />
1645 contea dei suoi antenati, firmandosi<br />
sempre, soprattutto da <strong>di</strong>plomatico della<br />
Santa Sede e da car<strong>di</strong>nale, come “Raffaele<br />
Giuseppe Turri: lo storico con<br />
la passione per il ‘documento’<br />
Nato il 30 novembre 1802 a<br />
Modena, stu<strong>di</strong>ò <strong>di</strong>ritto nel<br />
Convitto legale <strong>di</strong> Reggio. Fu<br />
podestà <strong>di</strong> Castelnovo Sotto e presidente<br />
dell’Opera Pia <strong>di</strong> Carità e della Casa <strong>di</strong><br />
Ricovero. Dopo il 1859, oltre a intensificare<br />
gli stu<strong>di</strong> storici, si impegnò nella<br />
<strong>di</strong>fesa della fede e dei <strong>di</strong>ritti del Sommo<br />
Pontefice (famosa la sua polemica giornalistica<br />
con il <strong>di</strong>rettore del quoti<strong>di</strong>ano<br />
reggiano L’Italia Centrale). Fondò a<br />
tale scopo il settimanale Il Consigliere<br />
del Popolo. Quando morì, il 14 giugno<br />
1879, scrissero <strong>di</strong> lui i contemporanei:<br />
“Fu <strong>di</strong> costumi gentili, d’animo liberale<br />
ed onesto, benefico coi poveri, agli amici<br />
carissimo, sì che in <strong>vita</strong> ebbe l’amore, in<br />
morte il compianto <strong>di</strong> tutti i buoni”.<br />
La poliedricità della sua figura<br />
rende <strong>di</strong>fficile inquadrarlo in una<br />
categoria piuttosto che in un’altra.<br />
Uomo impegnato nel mondo della<br />
<strong>Chiesa</strong>, nel sociale, nel politico (e, va<br />
detto, nel senso ottimale della parola),<br />
nella cultura. Il ruolo <strong>di</strong> primo piano che<br />
ha avuto nella storia risorgimentale <strong>di</strong><br />
Reggio e nei primi due decenni dell’unità<br />
d’Italia ha fatto sì che dai suoi contemporanei<br />
fosse visto più come uomo d’azione<br />
che non come protagonista della ricerca<br />
storica. Il suo legame con l’amministrazione<br />
estense (era anche Guar<strong>di</strong>a Nobile<br />
del Duca) e l’opposizione intransigente<br />
alla politica anti-ecclesiale postunitaria<br />
che ha contrassegnato la sua attività <strong>di</strong><br />
uomo pubblico ha certamente contribuito<br />
a far sì che <strong>di</strong>versi storiografi dell’Ottocento<br />
tentassero <strong>di</strong> confinarlo a lato delle<br />
vicende reggiane. “Detestabile ministro<br />
della occhiuta tirannide” si tenta <strong>di</strong> definirlo<br />
quando e perché <strong>di</strong>fende le suore<br />
della Carità. Ma, riletta con obiettiva<br />
imparzialità, la sua figura politica non può<br />
che risaltare per il <strong>di</strong>sinteresse personale,<br />
lo spirito <strong>di</strong> servizio, la ricerca del bene<br />
comune sulla base dei valori “super partes”<br />
del Cristianesimo. Valori affermati<br />
prima <strong>di</strong> tutto con una testimonianza coerente<br />
che valse a meritargli stima, affetto<br />
e benevolenza <strong>di</strong> quanti lo conobbero.<br />
Tutto ciò va premesso per comprendere<br />
il suo interesse per la storia, uno stu<strong>di</strong>o<br />
coltivato fin da giovane e che, ben lungi<br />
dall’essere un mero “<strong>di</strong>letto” intellettuale,<br />
<strong>di</strong>ventava per lui il luogo dove riflettere<br />
sui fatti della società presente e dove trovare<br />
gli orientamenti per essere conciliante<br />
nelle cose <strong>di</strong> carattere solo amministrativo,<br />
ma intransigente sui principi fondanti<br />
della società, ra<strong>di</strong>ci della civiltà cristiana,<br />
porta <strong>di</strong> salvezza dell’umanità.<br />
I n<br />
rapporto alla mole <strong>di</strong> lavoro svolto<br />
nella sua <strong>vita</strong>, attiva fino all’ultimo,<br />
gli stu<strong>di</strong> storici non sono molti. Il<br />
Bocconi, in un breve profilo biografico<br />
apparso su L’Azione <strong>Cattolica</strong> del<br />
20 ottobre 1933, fa cenno <strong>di</strong> parecchie<br />
memorie lette alla Deputazione <strong>di</strong> Storia<br />
Patria, <strong>di</strong> cui era membro, e <strong>di</strong> parecchie<br />
pubblicazioni d’indole storica le quali<br />
“fanno fede dell’ingegno suo e <strong>di</strong> una<br />
non comune sicurezza in fatto <strong>di</strong> critica<br />
e giustezza <strong>di</strong> vedute”. Tra queste cita<br />
gli stu<strong>di</strong> sull’introduzione della stampa<br />
in Reggio e provincia, su <strong>vita</strong> e opere <strong>di</strong><br />
Celestino Cavedoni, su chiesa e convento<br />
<strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Reggio, su Lodovico<br />
Ariosto. Nel 1873 fu sua l’iniziativa <strong>di</strong><br />
pubblicare la “Vita <strong>di</strong> Mons. Ottavio<br />
Picenar<strong>di</strong>” <strong>di</strong> don Natale Tedeschi.<br />
Ma il suo principale merito resta indubbiamente<br />
la passione per i documenti<br />
storici, quali primi strumenti del fare storia.<br />
Cosa ovvia, si <strong>di</strong>rebbe, ma Giuseppe<br />
Turri doveva riaffermarla in momenti nei<br />
quali la lotta politica utilizzava contro la<br />
<strong>Chiesa</strong> una storia basata non su fatti provati,<br />
ma su “luoghi comuni” argomentati<br />
ideologicamente. Non credo esagerato<br />
affermare che in questo suo amore per il<br />
documento Turri anticipa <strong>di</strong> fatto le tesi<br />
contro le falsificazioni storiche contenute<br />
nella lettera “Saepenumero considerantes”<br />
che Leone XIII invierà, il 18 agosto<br />
1883 ai Prefetti degli Archivi e della<br />
Biblioteca Vaticana; lettera che, tra l’altro,<br />
in<strong>vita</strong>va gli storiografi a tener sempre<br />
presente che “la prima regola della storia<br />
è non osare affermare nulla <strong>di</strong> falso,<br />
né tacere qualcosa <strong>di</strong> vero; perché nello<br />
scrivere non ci siano sospetti <strong>di</strong> partigianeria<br />
o <strong>di</strong> avversione”.<br />
Si motiva così il continuo impegno<br />
<strong>di</strong> Turri a raccogliere e salvare<br />
documenti sia <strong>di</strong> interesse generale<br />
che locale, in tal quantità che numerosi<br />
stu<strong>di</strong>osi italiani e stranieri venivano<br />
da lui a consultarli. L’Archivio Storico<br />
Italiano, e<strong>di</strong>to in Firenze da Viessieux<br />
nel 1861, attribuiva al Turri una raccolta<br />
<strong>di</strong> oltre quattromila pergamene, tra le<br />
quali i cartolari dei signori <strong>di</strong> Canossa e<br />
del monastero reggiano <strong>di</strong> San Raffaele.<br />
Con il testamento, redatto il 28 aprile<br />
1870, lasciava tutto ciò al al Comune <strong>di</strong><br />
Reggio. Così alla sua morte l’ingente<br />
raccolta <strong>di</strong> libri e documenti finiva in<br />
parte alla Biblioteca Municipale, in parte<br />
all’Archivio Generale Provinciale (ora<br />
Archivio <strong>di</strong> Stato). Il “fondo Turri” della<br />
Panizzi conta attualmente circa duemila<br />
manoscritti, alcuni dei quali <strong>di</strong> inestimabile<br />
valore: il co<strong>di</strong>ce trecentesco del<br />
poema sulla <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Matilde <strong>di</strong> Canossa<br />
del monaco Donizone, illustrato con<br />
<strong>di</strong>segni a penna in rosso e nero; le comme<strong>di</strong>e<br />
<strong>di</strong> Terenzio in un co<strong>di</strong>ce miniato<br />
del Quattrocento; il De Re publica dell’umanista<br />
Tito Livio Frulovisi del sec.<br />
XV e numerosi altri co<strong>di</strong>ci umanistici.<br />
Arricchiscono la raccolta molti manoscritti<br />
<strong>di</strong> interesse locale anche attinenti<br />
il mondo cattolico ed ecclesiale. Il fondo<br />
Turri dell’Archivio <strong>di</strong> Stato, noto impropriamente<br />
come “Archivio Turri”, comprende<br />
oggi un totale <strong>di</strong> 439 pergamene<br />
e 193 fra registri e mazzi con tematiche<br />
che vanno dal 1065 al 1878. Da segnalare<br />
tre mazzi <strong>di</strong> carte vescovili, uno <strong>di</strong> scritti<br />
<strong>di</strong> religione, uno <strong>di</strong> carte della <strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Reggio, senza contare tutte le carte<br />
attinenti alla storia della <strong>Chiesa</strong> reggiana<br />
sparse fra i più <strong>di</strong>versi carteggi.<br />
Difficilmente lo storiografo moderno<br />
può compilare monografie <strong>di</strong> persone o<br />
luoghi <strong>di</strong> casa senza fare ricorso a questi<br />
due fon<strong>di</strong>, peraltro oggi facilmente consultabili<br />
grazie a in<strong>di</strong>ci ed elenchi. Un<br />
patrimonio <strong>di</strong> documenti molti dei quali<br />
inesplorati o da riesplorare alla luce <strong>di</strong><br />
nuove acquisizioni storiche e che fa rinnovare<br />
agli stu<strong>di</strong>osi il giu<strong>di</strong>zio sull’animo<br />
gentile, generoso, de<strong>di</strong>to al bene comune<br />
<strong>di</strong> tanto donatore.<br />
Umberto M. Zappi<br />
10 7<br />
Scapinelli <strong>di</strong> Léguigno”, portando il nome<br />
del paese avito e <strong>di</strong> Reggio in tutte le<br />
capitali europee.<br />
E a Leguigno, nel castello <strong>di</strong> cui la<br />
famiglia aveva riottenuto il possesso dopo<br />
l’esproprio napoleonico, volle tornare per<br />
riposanti perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferie. Fu lui che volle<br />
togliere alla costruzione un po’ <strong>di</strong> quell’aspetto<br />
<strong>di</strong> chiusa fortezza e darle l’aria <strong>di</strong><br />
famigliare, per quanto rustica, residenza.<br />
Fece abbassare le mura <strong>di</strong> recinzione nel<br />
lato sud–est, sui “terragli” ancor coperti<br />
<strong>di</strong> vigne”, abbattendo quin<strong>di</strong> il cammino<br />
<strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a che le sovrastava dalla parte<br />
interna; restaurò la cappella, abbellì le<br />
stanze <strong>di</strong> abitazione ricavandovi un appartamento<br />
per sé e per i pochi famigliari che<br />
lo accompagnavano lassù. Rivolle in sesto<br />
orto e frutteto.<br />
Giunto a Leguigno, lasciava gli abiti<br />
car<strong>di</strong>nalizi per una semplice talare nera e<br />
le scarpe con fibbia d’argento per un paio<br />
<strong>di</strong> scarponi ferrati; indumenti certamente<br />
adatti ai percorsi campestri <strong>di</strong> Leguigno,<br />
ma non a farlo sembrare un semplice<br />
parroco <strong>di</strong> montagna come forse avrebbe<br />
voluto. Chi lo incontrava coglieva nel suo<br />
volto i lineamenti austeri dell’ aristocrazia<br />
<strong>di</strong> famiglia, ed anche – incancellabile – lo<br />
sguardo penetrante, pensoso, ma sereno,<br />
del Principe della <strong>Chiesa</strong>.<br />
Comunque a Leguigno poteva vivere<br />
in quella semplicità e povertà che a Roma<br />
era mascherata dalle convenienze del protocollo<br />
e dalla solennità del Palazzo del<br />
Santo Uffizio nel quale aveva l’appartamento<br />
d’abitazione.<br />
Osservava muratori e falegnami chiamati<br />
a lavorare nel castello e con loro<br />
– lui sempre così taciturno e riservato – si<br />
metteva a conversare con tutta semplicità.<br />
Diceva: «Mi piace venire a Leguigno<br />
perché c’è gente buona». Era la quiete <strong>di</strong><br />
Leguigno (dove, proprio per questo, non<br />
avrebbe mai voluto veder arrivare la strada<br />
carrozzabile) quel riposo dell’ anima,<br />
che lo toglieva dalla riservatezza consueta<br />
dei palazzi romani, facendolo riandare<br />
– ma solo tra i famigliari più intimi – a<br />
qualche ricordo dei tanti incontri della sua<br />
<strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>plomatico.<br />
Diplomatici e galli ruspanti in castello<br />
Nonostante Leguigno fosse ben<br />
defilato rispetto alle capitali<br />
d’Europa, capitava però, talvolta,<br />
che qualche <strong>di</strong>plomatico riuscisse a<br />
scovarlo sulla carta geografica e a capitarvi<br />
all’improvviso. Così il nipote Giulio<br />
Fornaciari racconta come un giorno, nella<br />
semplicità della “corte car<strong>di</strong>nalizia”, ne<br />
venne accolto uno:<br />
«Anni or sono (era il dolce tempo<br />
delle castagne e dei rosati tramonti), io,<br />
ragazzetto <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci o quin<strong>di</strong>ci anni,<br />
ero ospite del car<strong>di</strong>nale a Leguigno. La<br />
piccola corte era composta da mia zia, la<br />
contessa Maria Anna Scapinelli che con<br />
l’eminentissimo fratello viveva anche a<br />
Roma, da un mio cugino e coetaneo e dal<br />
cameriere, un “marcantonio biondo” che<br />
aveva, per il padron <strong>di</strong> casa, la grande<br />
qualità <strong>di</strong> pronunciare quattro parole al<br />
giorno.<br />
Un bel mattino capitò lassù un ambasciatore<br />
rumeno, persona ragguardevolissima<br />
che mise a soqquadro tutto il paese<br />
a motivo del suo abito da cerimonia con<br />
cilindro e coda <strong>di</strong> ron<strong>di</strong>ne. Mia zia allibì.<br />
Sua Eccellenza l’Ambasciatore doveva<br />
restare a pranzo, ma la mensa frugalissima<br />
del car<strong>di</strong>nale non offriva che minestra<br />
<strong>di</strong> verdura e verdura come piatto principale<br />
e verdura come frutta, giacché le<br />
pere <strong>di</strong> Leguigno erano ver<strong>di</strong> e dure come<br />
poche al mondo.<br />
lo e mio cugino fummo allora spe<strong>di</strong>ti<br />
in caccia <strong>di</strong> un galletto che razzolava.<br />
inconscio, per il cortile. Galletto indemoniato.<br />
Contro due ragazzi sani e agili,<br />
come eravamo noi a quel tempo, pose una<br />
tattica <strong>di</strong> astuzia fenomenale. Invano lo<br />
inseguivamo attraverso cespugli, invano<br />
procedevamo a complicate manovre <strong>di</strong><br />
accerchiamento. Lui sfuggiva sempre e ci<br />
guardava, ricordo, con una impagabile<br />
espressione <strong>di</strong> ironia. E la contessa Maria<br />
Anna, ai fornelli, col tegame pronto, col<br />
con<strong>di</strong>mento che prendeva il bruciaticcio,<br />
con le mani nei capelli, implorava:<br />
«Forza, ragazzi!» mentre il cameriere la<br />
guardava intontito. Finalmente la malnata<br />
bestia fu in nostro potere. Erano le due e<br />
mezza del pomeriggio e pelarla, sbudellarla<br />
e cuocerla fu l’affare d’un momento.<br />
Risultò – a <strong>di</strong>r vero – cotta in modo<br />
piuttosto sommario, ma Sua Eccellenza<br />
l’Ambasciatore ne ingollò beatamente le<br />
cosce con tutti i nostri auguri, silenziosi,<br />
<strong>di</strong> buona <strong>di</strong>gestione.<br />
Quando, la sera, il car<strong>di</strong>nale seppe<br />
della nostra fortunosa caccia, delle nostre<br />
corse, dei nostri sudori e della scena<br />
comica <strong>di</strong> sua sorella <strong>di</strong>nanzi ai fornelli,<br />
col con<strong>di</strong>mento pronto e il galletto ancora<br />
in pieno brio, su per il bosco, lo vi<strong>di</strong> chinare<br />
il capo, mentre impercettibilmente le<br />
spalle gli sussultavano.<br />
Incuriosito, guardai meglio.<br />
Diplomaticamente quanto si vuole, sommessamente<br />
quanto è più possibile, Sua<br />
Eminenza faceva una cosa che rarissimamente<br />
nella sua <strong>vita</strong> aveva fatto. Rideva».<br />
Il pianto della gente comune<br />
Però il suo affetto per Leguigno<br />
volle manifestarlo. Risale a lui il<br />
portellino del tabernacolo regalato<br />
dalla Santa Sede alla chiesa parrocchiale,<br />
con i simboli eucaristici (il pellicano con<br />
grappoli e spighe) testimonianza del rinnovato<br />
culto eucaristico voluto dal papa<br />
san Pio X.<br />
Da lui proviene la statua bronzea <strong>di</strong><br />
Gesù fanciullo ora collocata nel fondo<br />
della chiesa e, lui vivente, nel salone<br />
del castello. E’ tra<strong>di</strong>zione che essa fosse<br />
stata regalata dall’imperatore Francesco<br />
Giuseppe al papa Leone XIII e, da questi,<br />
al car<strong>di</strong>nale Scapinelli.<br />
Alla parrocchia finì anche la campana<br />
del castello. Si ricorda che don Tincani<br />
la appese alla canonica, sopra la finestra<br />
della sua camera, perché, timoroso della<br />
solitu<strong>di</strong>ne intendeva usarla come strumento<br />
<strong>di</strong> allarme in caso <strong>di</strong> furti o emergenze<br />
simili. Negli anni della guerra aveva buoni<br />
motivi per nutrire questi timori, ma non<br />
certo dalla gente del paese.<br />
E fu anche in sua memoria che i famigliari,<br />
nove anni dopo la morte, vendettero<br />
volentieri il castello al Seminario <strong>di</strong> Carpi,<br />
quasi come un impegno a far sì che quelle<br />
antiche mura continuassero ancora la presenza<br />
formativa del car<strong>di</strong>nale. E non solo,<br />
ma con la porpora del car<strong>di</strong>nale confezionarono<br />
tre casule una delle quali fu donata<br />
alla chiesa <strong>di</strong> Leguigno.<br />
Quando il 17 settembre 1933 giunse<br />
da Forte dei Marmi il grande biglietto<br />
nero che confermava la notizia telegrafica<br />
del decesso, don Armando Tincani<br />
non seppe nascondere la commozione; lo<br />
aiutarono, per fortuna, alcuni insegnanti<br />
del Seminario <strong>di</strong> Marola nell’ organizzare<br />
il viaggio a Forte dei Marmi insieme ad<br />
una rappresentanza <strong>di</strong> parrocchiani. Il loro<br />
pianto, lungo l’accompagnamento fino a<br />
Roma e durante la celebrazione delle esequie,<br />
fu notato da tutti i presenti e molti,<br />
in quell’occasione, ricordarono quanto il<br />
car<strong>di</strong>nale – in apparenza così <strong>di</strong>staccato<br />
– amava invece intrattenersi con la gente<br />
comune.<br />
Bibliografia minima<br />
Bollettino della Diocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia, nn.<br />
vari, ma specialmente: 12/1916, 7-8/1930,<br />
9/1931. Notizie interessanti, ma non sempre<br />
esatte, anche sui giornali reggiani del 1908,<br />
1912, 1915, 1916, 1917, 1927, 1933, ecc.<br />
L’Azione <strong>Cattolica</strong>, Organo settimanale della<br />
Giunta Diocesana <strong>di</strong> A.C., nn. vari, ma specialmente:<br />
20 ottobre 1933<br />
Annali dell’Italia <strong>Cattolica</strong>, 1934, Ed. “Pro<br />
Familia”, Milano<br />
Annuario Cattolico Italiano 1925, Roma, ed.<br />
Fides Romana<br />
A. fornACiAri, Memorie, Reggio E.,<br />
Bizzocchi e<strong>di</strong>tore, 2005<br />
G. fornACiAri, Reggiani <strong>di</strong> ieri, Reggio E.<br />
Ed. AGE, 1951<br />
C. lindner, Nostri Preti, Reggio Emilia, Ed.<br />
AGE, 1950<br />
d. squiCCiArini, I Nunzi Apostolici a Vienna,<br />
Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana, 1998<br />
G. fornACiAri, Il car<strong>di</strong>nale Scapinelli <strong>di</strong><br />
Leguigno <strong>di</strong>plomatico taciturno, in Reggio<br />
Democratica, 30 luglio1946<br />
ion CArjA*, Francesco Fer<strong>di</strong>nando e i romeni<br />
greco-cattolici nel contesto della creazione<br />
della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Hajdúdorog (*Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> “Babeº-Bolyai” <strong>di</strong> Cluj-Napoca/<br />
Accademia <strong>di</strong> Romania in Roma, consultato<br />
l’8/7/2008 sul sito “www.geocities.com/<br />
marin_serban/carja3.html”)<br />
G. GiovAnelli - P.l. Ghirelli, Léguigno,<br />
Vicende <strong>di</strong> contea e <strong>di</strong> parrocchia, Ed.<br />
Parrocchia <strong>di</strong> Leguigno, 1998<br />
AA.VV., I° Congresso Eucaristico Emiliano,<br />
Modena 1913, Atti Ufficiali, Modena 1913<br />
Mons. Gildo BeGGi, L’anello <strong>di</strong> San Pio X, in<br />
Perio<strong>di</strong>co Annuale degli Allievi <strong>di</strong> Marola, a<br />
cura <strong>di</strong> don Gaetano Incerti, anno 2004
1648-1649: il lungo viaggio <strong>di</strong> un missionario reggiano verso l’In<strong>di</strong>a<br />
Partito da Firenze il 27 febbraio 1648 appena or<strong>di</strong>nato sacerdote, “tra il camminare e lo stare fermi” giunse alla sede della sua missione,<br />
nella città <strong>di</strong> Goa, il 5 febbraio 1649 – Un anno <strong>di</strong> continui rischi mortali , contento <strong>di</strong> dar tutto se stesso, senza riserve, a Gesù Cristo<br />
T utto<br />
ciò che sappiamo <strong>di</strong> lui, è contenuto in una sua lettera inviata<br />
il 16 <strong>di</strong>cembre 1649 da Goa al padre. Anagraficamente<br />
è davvero poco, neppure sufficiente per identificarne l’appartenza<br />
familiare (anche se appare evidente la nobiltà della sua stirpe) e religiosa.<br />
Sappiamo il nome: “don” Carlo Ferrarini e, da come si firma, che era<br />
“de’ Chierici reggiani”. E sappiamo peripezie e motivazioni del viaggio<br />
per come lui stesso le racconta. Il raffronto tra un passo finale della sua<br />
lettera e una nota in margine alla storia napoletana dei “Chierici regolari,<br />
detti Teatini”, contenuta nel libro <strong>di</strong> Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong>, Memorie<br />
storiche della città <strong>di</strong> Napoli, del 1857, consente <strong>di</strong> fugare ogni dubbio<br />
sull’appartenenza <strong>di</strong> don Carlo Ferrarini all’or<strong>di</strong>ne religioso fondato nel<br />
1524 da da San Gaetano Thiene e Giampietro Carafa. I primi due teatini,<br />
Antonio Maria Ar<strong>di</strong>zzoni e Francesco Manchi erano giunti a Goa nel<br />
1640. Il loro apostolato, tuttavia, più che nella colonia portoghese, già<br />
ampiamente ser<strong>vita</strong> da altri or<strong>di</strong>ni religiosi, si rivolgeva ai nativi dei regni<br />
limitrofi <strong>di</strong> Idelca, Warsin e Golgonda. La missione dava risultati molto<br />
buoni. Un padre gesuita affermò che, <strong>di</strong> norma, per fare ciò che essi avevano<br />
fatto, sarebbero occorsi non meno <strong>di</strong> cento anni. Nel 1648, partiva<br />
in loro rinforzo la spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tre altri teatini dei quali faceva parte<br />
anche don Carlo Ferrarini. Sul racconto della partenza inizia la lettera.<br />
Appena or<strong>di</strong>nato prete, senza neppure aver ancora celebrato la<br />
prima messa, il 27 febbraio 1648 don Carlo e compagni s’imbarcano<br />
su un naviglio che, da Firenze, li trasporta a Livorno. Qui,<br />
su una tartana francese, si <strong>di</strong>rigono a Marsiglia dove possono sperare in<br />
un imbarco per il Me<strong>di</strong>o Oriente che eviti loro <strong>di</strong> metter piede in Turchia.<br />
Già in questo breve tratto s’imbattono in una nave pirata turca che li<br />
costringe a un fortunoso sbarco nei pressi Brégançon da dove, un po’ a<br />
pie<strong>di</strong> e un po’ a cavallo, raggiungono Marsiglia. Fanno vela per Malta il<br />
26 marzo dove giungono il due aprile. Il primo maggio nuovamente in<br />
nave per Alessandretta; quin<strong>di</strong> via terra, con <strong>di</strong>versi contrattempi, per<br />
• Aleppo, dove don Ferrarini può finalmente celebrare la prima messa,<br />
ma dove anche lui e i compagni si ammalano ed uno d’essi muore;<br />
• per il Libano, dove il patriarca maronita li in<strong>vita</strong> nel suo monastero <strong>di</strong><br />
Canobino (Quannoubin, nella famosa valle <strong>di</strong> Quadrisha) per celebrare<br />
insieme la festa dell’Assunzione;<br />
• Damasco, dove giungono il 22 agosto. Qui, con un funzionario cristiano,<br />
certo Tupici Bascì, s’accordano per il viaggio in carovana verso la<br />
Mesopotamia;<br />
• Bagada (Baghdad) dove giungono il 9 novembre, ripartendone dopo<br />
<strong>di</strong>eci in giorni, in barca per Bassora che raggiungono il 27 novembre.<br />
Riprendono il viaggio “lungo i due fiumi” e, raggiunto il Golfo Persico,<br />
iniziano a navigarlo a bordo <strong>di</strong> una zattera fatta <strong>di</strong> giunchi e corde.<br />
Il viaggio nel Golfo Persico si interrompe per celebrare il Natale nella<br />
piccola città-porto <strong>di</strong> Congo (<strong>di</strong>fficilissima, oggi, da identificare). Il 27<br />
<strong>di</strong>cembre, a bordo <strong>di</strong> un’altra zattera s’imbarcano per Mascati che raggiungono<br />
il 13 gennaio 1649. Mascati, oggi Mascat, capitale dell’Oman,<br />
è il porto da cui partono le navi per Goa dove, finalmente, sbarcano il 5<br />
febbraio 1649.<br />
Raccontato così, il viaggio può sembrare una piacevole crociera<br />
soprattuto se ci si attarda sulle meraviglie storiche e paesaggistiche<br />
via via brevemenrte accennate. Ma ecco, nella parte seconda<br />
della lettera, il riassunto dei principali rischi occorsi durante il lungo<br />
viaggio. Un elenco scritto non per vantare alcunché <strong>di</strong> eroico da parte<br />
sua, ma semmai, pur senza miracolismi, per testimoniare la protezione<br />
<strong>di</strong>vina nonché la bravura <strong>di</strong> tante guide o compagni <strong>di</strong> viaggio.<br />
“Questo – scrive riferendosi a Mascati - fu il nostro ultimo imbarco,<br />
doppo il quale, e doppo havere passati pericoli:<br />
- d’esser fatti schiavi da una caravella turchestra tra Livorno e Marsiglia,<br />
ma liberati dal ricovero d’una fortezza nella Provenza detta Briganzone,<br />
e dell’esser fuggiti in terra; <strong>di</strong> rimaner stroppiato tra Briganzo-<br />
ne e Marsiglia, havendo camminato a pie<strong>di</strong> con i stivali e speroni molte<br />
miglia fra sterpi, sassi, montagne e precipitij, ma sanato dal lungo riposo<br />
e qualche me<strong>di</strong>camento;<br />
- d’esser messo prigione con gli altri stranieri in Marsiglia per il tra<strong>di</strong>mento<br />
or<strong>di</strong>to <strong>di</strong> bruciare l’armata, ma licentiato come religioso;<br />
- <strong>di</strong> essere sommerso da molte tempeste, et in particolare da tre pericolosissime,<br />
una nell’uscir dal porto <strong>di</strong> Marsiglia, havendo il vento spezzato<br />
l’antenna, l’altro tra il Golfo <strong>di</strong> Lione e Malta in un vascello, e l’altra nel<br />
seno Persico tra Bolsorà et il Congo in una barca tutta cucita <strong>di</strong> corde e<br />
giunchi, senza ne pure un chiodo <strong>di</strong> ferro, aperta nella prua, con la vela<br />
squarciata in tre parti, e con il timone spezzato, ma scampato per miracolo<br />
a mio credere fatto dall’anime del Purgatorio e dalla gloriosa Vergine e<br />
Martire santa Catterina, la <strong>di</strong> cui reliquia portava un nostro compagno;<br />
- <strong>di</strong> naufragare in Malta tra gli scogli che cingono il porto, ma scampato<br />
per la gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>ligenza de’ marinari;<br />
- d’essere assassinato dagli arabi molte volte et in particolare tra Alessandretta<br />
et Aleppo, ma uscito con l’aiuto dell’armi da fuoco, delle quali<br />
assieme con il giannizzero che ci accompagnava era provvista tutta la<br />
mia compagnia, cioè tre padri Teatini e tre padri Scalzi, et il suddetto<br />
giannizzero, oltre tre vetturini a pie<strong>di</strong>;<br />
- d’essere ammazzato nel Monte Libano da soldati maroniti per causa<br />
d’un francese, ch’essendosi a noi accompagnato in Aleppo per Damasco<br />
volse fare alcune impertinenze, ma protetto da un cortigiano del bascià<br />
<strong>di</strong> Tripoli, sotto al <strong>di</strong> cui comando sta il detto Monte;<br />
- d’esser bastonato in Balbech per causa del nostro vetturino turco, che<br />
dovendo pagare il cafarro, o tributo che vogliamo <strong>di</strong>re, per noi come<br />
Franchi, andava sfuggendo li gabellieri per guadagnarsi quel danaro,<br />
ma mi fu perdonato per essersi scoperto con testimonij il tra<strong>di</strong>mento e<br />
furto dell’infedele;<br />
- d’esser ingoiato dai vortici del mare nel capo <strong>di</strong> Mozzandone dentro<br />
al seno Persico, ove tra scogli, caverne horride e monti altissimi l’acque<br />
bollono, s’aggirano e saltano in alto con fracasso incre<strong>di</strong>bile, ma salvato<br />
dalla forza de’ remi e del vento che, levatosi all’improvviso in poppa<br />
spinse la nave in un sicuro ricovero;<br />
- d’esser sbranato da’ leoni, avvelenato da serpenti, morsicato da mastini<br />
selvaggi, ucciso da ladroni e <strong>di</strong>vorato da lupi nel deserto, ma sfuggito<br />
per li molti tiri d’archibugi, per li molti gri<strong>di</strong> de li quali tengono gran<br />
timore queste bestie, che con proprij occhi, e con molto mio spavento in<br />
gran<strong>di</strong>ssima copia vedevo”.<br />
Cio nonostante, don Carlo è sereno. Scrive da Goa mentre si ritempra<br />
le forze: “Hora sto, come ho detto, molto travagliato, non però tanto che<br />
non possa ringraziare assaissimo Sua Divina Maestà dello stato in cui<br />
mi trovo, in riguardo degli altri, uno de’quali morì questo luglio passato<br />
e l’altro stette molto vicino, et ancora pare convalescente (parlo de’ nostri<br />
compagni). In tutto però sto molto contento, perché non ad altro fine<br />
qua venni che per le Missioni, et in conseguenza per patire e dar tutto me<br />
stesso, senza riserbo alcuno, a Gesù Christo”.<br />
Sarà mai più ritornato in patria? Non solo al momento non lo sappiamo,<br />
ma è più facile supporre <strong>di</strong> no. Lui stesso lo lascia intravvedere in<br />
chiusura <strong>di</strong> lettera: “Il rivederci sarà nel Cielo, perché il venire più in<br />
queste parti d’Italia non credo mi sarà mai comandato dall’obbe<strong>di</strong>enza,<br />
oltre che chi viene per dare il proprio sangue e <strong>vita</strong> per la fede <strong>di</strong> Christo<br />
in terre barbare et infedeli non è <strong>di</strong> mestieri che pensi ad altro che ad<br />
effettuare il suo fine”.<br />
La lettera, in una copia fattane nel 1717 dal priore dell’Argine<br />
don Alfonso Tedeschi e nuovamente salvata da Giuseppe<br />
Turri - poderoso raccoglitore <strong>di</strong> memorie patrie – , è stata pubblicata<br />
da Battista Lolli, in occasione delle nozze Marini-Codeluppi il 19<br />
<strong>di</strong>cembre 1887 (Bibl. Panizzi. Misc. Regg. 126/17). Da allora, per quanto<br />
emerge da vari schedari, non risulta aver avuto altre pubblicazioni.<br />
(Red)