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trionfo di vita e di bellezza - Chiesa Cattolica Italiana

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9 agosto 2008 - n. 28 - anno 56° – Poste Italiane s.p.a. - sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB Reggio Emilia – Euro 0,78<br />

CLANDESTINI<br />

Silenzio della <strong>Chiesa</strong>?<br />

Hanno fatto <strong>di</strong>scutere, all’inizio <strong>di</strong> agosto,<br />

la richiesta del ministero dell’Interno<br />

<strong>di</strong> sistemare a Reggio un centinaio <strong>di</strong><br />

clandestini sbarcati a Lampedusa ed il rifiuto<br />

opposto dai sindaci Delrio e Iotti<br />

(Correggio). Oltre alle strumentalizzazioni<br />

politiche del caso, che ancora tengono<br />

banco, dagli organi <strong>di</strong> stampa è venuta<br />

qualche voce critica nei confronti<br />

della <strong>Chiesa</strong>, accusata <strong>di</strong> silenzio o <strong>di</strong><br />

inerzia. Ebbene, questo intervento <strong>di</strong> don<br />

Romano Zanni e il “primo piano” <strong>di</strong> pagina<br />

3 <strong>di</strong>mostrano non solo che la <strong>Chiesa</strong><br />

non tace, ma soprattutto che essa “fa”.<br />

E preferisce un silenzio operoso al vuoto<br />

blaterare <strong>di</strong> questi ultimi giorni.<br />

La <strong>Chiesa</strong> reggiana tace sulla richiesta<br />

del governo <strong>di</strong> ospitare immigrati<br />

clandestini? Il suo silenzio stupisce?<br />

Sì, è vero, la <strong>Chiesa</strong> reggiana, anziché fare<br />

proclami per sollecitare altri a gesti <strong>di</strong><br />

“accoglienza”, anche in questa occasione<br />

ha preferito attivarsi subito per verificare<br />

le possibilità concrete <strong>di</strong> un suo <strong>di</strong>retto<br />

intervento. A questo scopo il sottoscritto<br />

come Delegato vescovile della Caritas,<br />

con il <strong>di</strong>rettore Gianmarco Marzocchini,<br />

lunedì scorso 4 agosto ha avuto<br />

un incontro con il rappresentante<br />

territoriale del governo.<br />

Il primo punto da chiarire è che nel caso<br />

in questione non si tratta <strong>di</strong> fare una generosa<br />

accoglienza, come del resto la<br />

Caritas in Italia, e a Reggio in particolare,<br />

sta facendo in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>.<br />

Se con la precedente normativa si trattava<br />

<strong>di</strong> attuare dei CPT (Centri <strong>di</strong> Permanenza<br />

Temporanea), ora la richiesta governativa<br />

mira, secondo quanto previsto<br />

dal recente decreto, a costituire un CIE<br />

(Centro <strong>di</strong> Identificazione ed Espulsione).<br />

Se già i primi non potevano rientrare nello<br />

stile ecclesiale dell’accoglienza, i secon<strong>di</strong><br />

vi si contrappongono ra<strong>di</strong>calmente.<br />

In altre parole ci verrebbe richiesto <strong>di</strong><br />

essere coinvolti in una sorta <strong>di</strong> regime<br />

carcerario in vista dell’espulsione. Questo<br />

non può essere spacciato per accoglienza.<br />

L’accostamento all’accoglienza<br />

<strong>di</strong> alluvionati o terremotati, prospettato<br />

in questi giorni da qualcuno su un quoti<strong>di</strong>ano<br />

locale, è totalmente fuori luogo.<br />

Passando poi alla verifica concreta <strong>di</strong> ambienti<br />

ecclesiali eventualmente rispondenti<br />

ai requisiti <strong>di</strong> tali Centri <strong>di</strong> Identificazione<br />

ed Espulsione, non ne abbiamo<br />

intravisti.<br />

Tanto per essere chiari, il seminario non<br />

risponde strutturalmente ai requisiti. E sarebbe<br />

in ogni caso inidoneo, perché la<br />

parte non messa a norma è totalmente<br />

inagibile. Se fosse agibile, sarebbe da<br />

tempo occupata da realtà <strong>di</strong>ocesane <strong>di</strong><br />

notevole importanza.<br />

La <strong>Chiesa</strong> reggiana, tramite la Caritas ed<br />

altre istituzioni proprie, quanto alla accoglienza<br />

degli immigrati è impegnata su<br />

<strong>di</strong>versi fronti e in molti mo<strong>di</strong>. C’è invece<br />

chi si espone a parole, caso mai per in<strong>di</strong>care<br />

ad altri quanto dovrebbe fare.<br />

don Romano Zanni<br />

Delegato vescovile della Caritas <strong>di</strong>ocesana<br />

Maria Assunta<br />

<strong>trionfo</strong> <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> be lezza<br />

Basilica <strong>di</strong> S. Prospero, Reggio E., L’Assunta (scuola del Carracci). In S. Prospero, anziché in Cattedrale,<br />

il Vescovo presiederà la Concelebrazione nella solennità dell’Assunta, venerdì 15 agosto, alle 11.<br />

L<br />

a Madonna è passata anima e<br />

corpo nell’al<strong>di</strong>là, nella resurrezione<br />

della <strong>vita</strong> eterna. Maria<br />

in cielo non è <strong>di</strong>ventata più lontana.<br />

È maggiormente vicina, prossima,<br />

accessibile a noi <strong>di</strong> quanto non lo<br />

fosse nella scena evangelica. La contemplazione<br />

del grande mistero della<br />

Madonna assunta in cielo ci conferma<br />

che c’è un mondo anche al <strong>di</strong><br />

fuori del nostro spazio misurabile.<br />

Paolo VI<br />

pag. 5<br />

Oratori<br />

È uscita la legge<br />

regionale sulle<br />

politiche giovanili:<br />

sovvenzioni per<br />

progetti qualificati<br />

degli oratori<br />

Ancora lutto nel clero<br />

Don Giuseppe<br />

Ferrari, per 30 anni<br />

benedettino all’eremo<br />

<strong>di</strong> Bismantova<br />

e per altri 30<br />

prete <strong>di</strong>ocesano<br />

pag. 6<br />

Trent’anni fa<br />

il 6 agosto 1978<br />

moriva Paolo VI.<br />

Una pagina<br />

ricorda i tratti<br />

del suo pontificato<br />

pag. 9<br />

Paolo VI<br />

INSERTO SPECIALE<br />

Al centro <strong>di</strong> questo numero<br />

il 5° inserto speciale 2008 <strong>di</strong><br />

“Memoria Ecclesiae”<br />

a cura del Centro Diocesano<br />

Stu<strong>di</strong> Storici “Mons. F. Milani”.<br />

Otto pagine staccabili che,<br />

ripiegate e tagliate, formano un<br />

fascicolo autonomo <strong>di</strong> 16 pagine.<br />

Da leggere e conservare.<br />

AI LETTORI<br />

Il prossimo numero<br />

de “La Libertà” uscirà<br />

SABATO 30 agosto.<br />

Dal numero successivo<br />

(6 settembre) riprenderanno<br />

le uscite regolari.<br />

Buon Ferragosto.


2<br />

9 agosto 2008<br />

Comunicato della Curia<br />

NO ANIMALI VIVI<br />

IN LOTTERIE ECC.<br />

A tutti i Parroci e agli organizzatori<br />

<strong>di</strong> manifestazioni<br />

parrocchiali.<br />

Le tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> paese vogliono<br />

che spesso durante<br />

le feste e le sagre estive<br />

si pongano quali premi<br />

<strong>di</strong> pesche, lotterie, giochi<br />

vari, degli animali vivi<br />

(pesciolini rossi, pulcini,<br />

anatroccoli, coniglietti,<br />

gattini, ecc.); si segnala a<br />

tutti che dal 2005 tale<br />

pratica costituisce illecito<br />

in base alla Legge regionale<br />

n. 5/2005, art. 7,<br />

comma 2 che recita testualmente:<br />

«gli animali<br />

sia adulti che piccoli o<br />

cuccioli non possono essere<br />

messi in palio o in<br />

omaggio o come vincita<br />

a nessun titolo, né per<br />

giochi, lotterie o spettacolo.<br />

Sanzione euro<br />

2.500,00».<br />

Si fa pertanto esplicito invito<br />

a tutte la Parrocchie<br />

(ed aventi causa) <strong>di</strong> EVI-<br />

TARE in modo assoluto il<br />

protrarsi <strong>di</strong> tale pratica illegale<br />

le cui conseguenze,<br />

anche economiche,<br />

non risultano trascurabili.<br />

Domenica 10 agosto, XIX del tempo or<strong>di</strong>nario<br />

* Nella nostra Diocesi, 9 sono le parrocchie intitolate<br />

a San Lorenzo e che questa domenica possono<br />

celebrare la solennità del Patrono: Baiso,<br />

Cerredolo <strong>di</strong> Toano, Febbio e Morsiano <strong>di</strong> Villa<br />

Minozzo, Gavasseto, Montalto, Prignano sulla<br />

Secchia, Rosano, Vetto. A queste se ne aggiunge<br />

una decima: Sant’Agostino in città, originariamente<br />

intitolata a S. Lorenzo, per cui si scrive ancora<br />

“parrocchia <strong>di</strong> San Lorenzo in Sant’Agostino”.<br />

San Lorenzo, <strong>di</strong>acono della <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> Roma,<br />

fu martirizzato il 10 agosto del 258, quin<strong>di</strong> quest’anno<br />

si celebrano i 1750 anni del martirio.<br />

• San Lorenzo è venerato patrono dei <strong>di</strong>aconi e<br />

nella nostra Diocesi, anche quest’anno, i <strong>di</strong>aconi<br />

permanenti sono in<strong>vita</strong>ti a celebrare il loro patrono<br />

nella chiesa <strong>di</strong> Montalto. Il motivo è che<br />

questa parrocchia del vezzanese è come un memoriale<br />

<strong>di</strong> don Alberto Altana, Servo della <strong>Chiesa</strong><br />

e per quasi 30 anni promotore instancabile a<br />

Reggio e in tutta Italia del ripristino del <strong>di</strong>aconato<br />

permanente come fattore <strong>di</strong> rinnovamento ecclesiale.<br />

A Montalto, Alberto Altana era <strong>di</strong> casa,<br />

essendo la parrocchia originaria della mamma.<br />

Da giovane vi aveva fondato il gruppo <strong>di</strong> Azione<br />

<strong>Cattolica</strong> e la sua seconda messa come prete novello,<br />

la domenica 27 marzo 1949, la celebrò a<br />

Montalto. Quest’anno, poi, la Messa delle 11 è<br />

presieduta per la prima volta dal Vescovo Adriano,<br />

e, oltre che dal parroco don Gianfranco Rossi,<br />

sarà concelebrata da Mons. Francesco Marmiroli,<br />

vicario episcopale per il <strong>di</strong>aconato.<br />

• Si ricorda nella preghiera il Vescovo Ausiliare<br />

nel suo giorno onomastico.<br />

Lunedì 11 agosto, Memoria <strong>di</strong> Santa Chiara,<br />

patrona della televisione<br />

• Si celebra la memoria <strong>di</strong> Santa Chiara <strong>di</strong> Assisi;<br />

è festa nelle comunità religiose francescane e<br />

solennità a Correggio, nella chiesa del monastero<br />

delle Clarisse a lei intitolata.<br />

• Santa Chiara, a motivo <strong>di</strong> una notte <strong>di</strong> Natale<br />

in cui, ammalata, potè contemplare sulle pareti<br />

della cella il presepe e i riti delle funzioni solenni<br />

che si svolgevano ad Assisi, il 14 febbraio 1957<br />

fu proclamata da Pio XII patrona della tv.<br />

Martedì 12 agosto<br />

• Secondo il nuovo calendario liturgico, in questo<br />

giorno si può fare memoria <strong>di</strong> Santa Giovanna<br />

Francesca <strong>di</strong> Chantal, fondatrice con San Francesco<br />

<strong>di</strong> Sales, dell’Or<strong>di</strong>ne delle Suore della Visitazione<br />

(finora la memoria era al 12 <strong>di</strong>cembre!).<br />

• Il Vescovo emerito mons. Paolo Gibertini, ricorda<br />

in questo giorno il 63° anniversario della<br />

sua Or<strong>di</strong>nazione presbiterale.<br />

Mercoledì 13 agosto, Marce penitenziali del 13<br />

• È possibile fare la memoria dei Santi martiri<br />

Ponziano papa e Ippolito presbitero († 235).<br />

• Alla sera, nei Santuari mariani della Diocesi si<br />

tengono le tra<strong>di</strong>zionali Marce del 13 del mese,<br />

vissute ad agosto come una vigilia della grande<br />

solennità dell’Assunta. In questo anno del 150°<br />

delle apparizioni a Lourdes, l’Unitalsi reggiana<br />

animerà la marcia penitenziale presso il Santua-<br />

CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO<br />

rio B. V. della Neve a Fellegara e la Messa, in preparazione<br />

al pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano a Lourdes<br />

<strong>di</strong> fine mese, sarà presieduta dall’Ausiliare.<br />

Giovedì 14 agosto, Memoria <strong>di</strong><br />

San Massimiliano Kolbe e vigilia dell’Assunta<br />

• San Massimiliano Maria Kolbe, presbitero polacco<br />

nei Minori Conventuali, morì ad Auschwitz,<br />

nel bunker della fame, il 14 agosto 1941,<br />

avendo offerto la propria <strong>vita</strong> al posto <strong>di</strong> un padre<br />

<strong>di</strong> famiglia. Giovanni Paolo II lo definì il “patrono<br />

del nostro <strong>di</strong>fficile secolo”, così bisognoso<br />

<strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> riconciliazione tra i popoli, ma anche<br />

<strong>di</strong> luce sul senso della <strong>vita</strong> e della morte.<br />

La memoria è obbligatoria ma, essendo vigilia<br />

dell’Assunta, può essere celebrata solo al mattino.<br />

• Nelle Messe vespertine si celebra la Messa propria<br />

della Vigilia dell’Assunta.<br />

• La Vigilia vissuta come momento forte <strong>di</strong> preghiera,<br />

<strong>di</strong> vigile attesa, sul modello della notte <strong>di</strong><br />

Pasqua, è celebrata nel monastero delle Serve <strong>di</strong><br />

Maria a Montecchio. La Veglia, a partire dalle<br />

ore 21.15, è presieduta dall’Ausiliare Lorenzo.<br />

VENERDÌ 15 AGOSTO, SOLENNITÀ<br />

DELL’ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA<br />

L’Assunzione <strong>di</strong> Maria in corpo ed anima è mistero<br />

<strong>di</strong> risurrezione e <strong>di</strong> gloria, segno <strong>di</strong> consolazione<br />

e sicura speranza per i credenti.<br />

• Ben 28 parrocchie della nostra Diocesi festeggiano<br />

Santa Maria Assunta come titolare della<br />

chiesa parrocchiale e della comunità: innanzitutto<br />

la Cattedrale, poi Àncora <strong>di</strong> Sassuolo, Arceto,<br />

Bibbiano, Casola Querciola, Castellarano, Castello<br />

Querciola, Castelnovo ne’ Monti, Castelvecchio<br />

<strong>di</strong> Prignano, Debbia e Visignolo <strong>di</strong> Baiso,<br />

Dinazzano, Fabbrico, Felina, Gombio <strong>di</strong> Castelnovo<br />

Monti, Minozzo, Miscoso, Nigone e<br />

Succiso <strong>di</strong> Ramiseto, Pianzo <strong>di</strong> Casina, Poiago e<br />

Pontone <strong>di</strong> Carpineti, Puianello, Quara <strong>di</strong> Toano,<br />

Reggiolo, Sesso, Toano, Ventoso <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>ano. Tra<br />

le chiese non parrocchiali si segnala la Ba<strong>di</strong>a Romanica<br />

<strong>di</strong> Marola. Le parrocchie citate sono quasi<br />

tutte tra le più antiche della Diocesi, per <strong>di</strong>re come<br />

il titolo dell’Assunta si sia <strong>di</strong>ffuso, dalla chiesa<br />

Cattedrale, dal Po al Cerreto.<br />

• L’Assunzione della B.V. è l’unica festa mariana,<br />

insieme a quella della Natività della Vergine (8<br />

settembre), che cade alla medesima data, il 15<br />

agosto, appunto, nei rispettivi calendari liturgici<br />

delle <strong>di</strong>verse confessioni cristiane (cattolici occidentali,<br />

greco-cattolici e ortodossi, anglicani, copti<br />

ed etiopici, maroniti, siro-occidentali e siroorientali):<br />

è un’occasione per pregare in comunione<br />

con gli altri cristiani e per invocare per l’intercessione<br />

<strong>di</strong> Maria il dono dell’unità.<br />

• Si ricorda nella preghiera l’ultimo Vescovo <strong>di</strong><br />

Guastalla, mons. Angelo Zambarbieri, spentosi il<br />

15 agosto 1970 e sepolto nella Concattedrale.<br />

• Tra le celebrazioni del 15 agosto, si segnalano<br />

le seguenti presiedute dai nostri Vescovi:<br />

* Il Vescovo Adriano presiede la solennità <strong>di</strong> Santa<br />

Maria Assunta con i sacerdoti e le comunità<br />

parrocchiali del Centro storico. La concelebra-<br />

Vita <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong><br />

A partire dal 1° settembre, Giornata nazionale per la Salvaguar<strong>di</strong>a del Creato<br />

Papa Benedetto XVI: "Prima che sia troppo tar<strong>di</strong>!"<br />

Un programma <strong>di</strong> iniziative che coinvolgono le parrocchie e le scuole<br />

Porsi il problema dell’ambiente,<br />

“prima che<br />

sia troppo tar<strong>di</strong>” significa<br />

anzitutto decidersi per<br />

una inversione <strong>di</strong> rotta. Lo ha<br />

proclamato chiaramente anche<br />

Papa Benedetto XVI già<br />

lo scorso settembre, all’Agorà<br />

dei giovani riuniti a Loreto:<br />

“Prima che sia troppo tar<strong>di</strong>,<br />

occorre adottare scelte coraggiose<br />

che sappiano ricreare<br />

una forte alleanza tra l’uomo<br />

e la terra. Serve un “SÌ” deciso<br />

alla tutela del creato e un impegno<br />

forte per invertire quelle<br />

tendenze che rischiano <strong>di</strong><br />

portare a situazioni <strong>di</strong> degrado<br />

irreversibile”.<br />

I Vescovi italiani, nel messaggio<br />

inviato per la celebrazione<br />

della prossima Giornata<br />

per la Salvaguar<strong>di</strong>a del Creato,<br />

il 1° settembre, riprendono<br />

lo stesso tema, esplicitando:<br />

“Un efficace rinnovamento<br />

delle pratiche – personali,<br />

familiari e comunitarie – non<br />

potrà realizzarsi senza una<br />

vera e propria «conversione<br />

ecologica», cioè senza uno<br />

sguardo rinnovato sulle nostre<br />

esistenze e sui beni che<br />

la caratterizzano”. Il titolo del<br />

messaggio è “Una nuova sobrietà<br />

per abitare la terra”.<br />

Terra casa comune da<br />

abitare o terra fossa comune<br />

in cui sprofondare?!<br />

“Un’alleanza tra l’uomo e la<br />

terra… prima che sia troppo<br />

tar<strong>di</strong>…”, <strong>di</strong>ce il Papa. Ma non<br />

lo è già?! Che sia tar<strong>di</strong> e che<br />

sia ora <strong>di</strong> svegliarsi lo pensiamo<br />

in tanti. Che non sia ormai<br />

“troppo” tar<strong>di</strong>, tutti osiamo<br />

sperarlo....<br />

Per questo ci mobilitiamo, lasciandoci<br />

coinvolgere da chi<br />

si è mosso prima <strong>di</strong> noi e desiderando<br />

coinvolgere chi sta<br />

vicino a noi: persone, famiglie,<br />

comunità, istituzioni.<br />

Per questo proponiamo per i<br />

prossimi mesi in terra reggiano-guastallese<br />

una prima<br />

tappa <strong>di</strong> percorso con iniziative<br />

<strong>di</strong> vario genere, atte a ridestare<br />

l’attenzione, a scuotere<br />

le coscienze, a creare<br />

sensibilità, a mettere in circolo<br />

energie.<br />

Vorremmo trovare le porte<br />

aperte della mente e del cuo-<br />

CALENDARIO LITURGICO<br />

zione inizierà alle 11 (sono sospese nella fascia<br />

oraria dalle 10 alle 12 le Messe nelle altre chiese<br />

parrocchiali) e sarà in via straor<strong>di</strong>naria nella Basilica<br />

<strong>di</strong> S. Prospero, a motivo della chiusura del<br />

Duomo fino al 15 novembre.<br />

* L’Ausiliare Lorenzo presiede la solennità alle<br />

10.30 nella chiesa <strong>di</strong> S. Pietro a Fazzano, dove il<br />

parroco da settimane è ricoverato in ospedale.<br />

* Il Vescovo emerito Paolo presiede la solenne celebrazione<br />

eucaristica alle 6.45 presso l’oratorio<br />

della B.V. a S. Michele de’ Mucchietti (Sassuolo),<br />

al termine della 153 a processione penitenziale a<br />

pie<strong>di</strong> scalzi e con un cero in mano.<br />

Sabato 16 agosto, Memoria popolare <strong>di</strong> S. Rocco<br />

• Mentre il calendario della <strong>Chiesa</strong> universale in<strong>di</strong>ca<br />

al 16 agosto la memoria <strong>di</strong> S. Stefano - “re<br />

apostolico <strong>di</strong> Ungheria” per quasi 40 anni agli<br />

inizi del II millennio dell’era cristiana -, nella nostra<br />

Diocesi, come in tante altre <strong>di</strong> Italia e <strong>di</strong> Francia,<br />

viene festeggiato il più popolare San Rocco,<br />

pellegrino nell’Europa cristiana del XIV secolo.<br />

Sei sono le parrocchie a lui intitolate: Acquabona<br />

<strong>di</strong> Collagna, Caprara <strong>di</strong> Campegine, Casalino<br />

<strong>di</strong> Ligonchio, Gazzolo <strong>di</strong> Ramiseto, Piagnolo, San<br />

Rocco <strong>di</strong> Guastalla e Villarotta <strong>di</strong> Luzzara; e almeno<br />

in una ventina vi sono oratori o immagini<br />

<strong>di</strong> San Rocco particolarmente cari ai fedeli: Arceto,<br />

Barco, Bibbiano, Castelvecchio, Fontanaluccia,<br />

Ligonchio Alto, Massa <strong>di</strong> Toano, Montecavolo,<br />

Montericco, Monzone, San Martino in<br />

Rio, San Quirino <strong>di</strong> Correggio, San Romano <strong>di</strong><br />

Baiso, S. Ilario, Boretto...<br />

• L’Ausiliare Lorenzo, alle 11, è a Ligonchio per<br />

la tra<strong>di</strong>zionale Sagra legata al piccolo e antico<br />

oratorio <strong>di</strong> San Rocco, a Ligonchio Alto.<br />

Domenica 17 agosto, XX del tempo or<strong>di</strong>nario<br />

Martedì 19 agosto, Memoria <strong>di</strong> S. Giovanni Eudes<br />

• È possibile la memoria <strong>di</strong> San Giovanni Eudes,<br />

sacerdote francese vissuto nel XVII secolo, apostolo<br />

del culto liturgico del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù.<br />

Mercoledì 20 agosto, Memoria <strong>di</strong> S. Bernardo<br />

• È obbligatoria la memoria <strong>di</strong> San Bernardo,<br />

abate nel XII secolo, uno dei padri dell’Or<strong>di</strong>ne Cistercense.<br />

Maestro <strong>di</strong> guida spirituale, educatore<br />

<strong>di</strong> generazioni <strong>di</strong> santi, ha lasciato un’opera notevole<br />

<strong>di</strong> commento alla Bibbia e alla liturgia, per<br />

questo è considerato uno dei gran<strong>di</strong> dottori della<br />

<strong>Chiesa</strong>. Ha ispirato un devoto affetto all’umanità<br />

<strong>di</strong> Cristo e alla Vergine Madre.<br />

Giovedì 21 agosto, Memoria <strong>di</strong> S. Pio X<br />

• È obbligatoria la memoria <strong>di</strong> San Pio X, Giuseppe<br />

Sarto, pontefice dal 4 agosto 1903 al 20<br />

agosto 1914. Canonizzato nel 1954, solo alcune<br />

realtà ecclesiali recenti nella nostra Diocesi sono<br />

intitolate a San Pio X: la parrocchia citta<strong>di</strong>na, fondata<br />

nel 1963 (e anche la scuola materna), ora in<br />

unità pastorale con Pieve e Roncocesi; la chiesa<br />

non parrocchiale a Sorbolo Levante (del 1967)<br />

re, soprattutto nelle parrocchie<br />

(cui è stato inviato il manifesto<br />

e un intero dossier) e<br />

nelle scuole, per quella <strong>di</strong>mensione<br />

educativa che da<br />

sempre caratterizza la loro<br />

natura e la loro azione e che<br />

oggi deve esprimersi anche<br />

nella capacità <strong>di</strong> formare a<br />

comportamenti responsabili,<br />

a stili <strong>di</strong> <strong>vita</strong> corretti, ad<br />

una <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> <strong>vita</strong> rispettosa<br />

delle leggi <strong>di</strong> madre-natura<br />

e delle voci dell’intera famiglia<br />

umana.<br />

Come educatori, chie<strong>di</strong>amoci<br />

e riflettiamo<br />

insieme ai nostri concitta<strong>di</strong>ni:<br />

<strong>di</strong> quanti ettari <strong>di</strong><br />

terra, <strong>di</strong> mare, <strong>di</strong> cielo… abbiamo<br />

bisogno per sod<strong>di</strong>sfare<br />

i nostri consumi e per assorbire<br />

i nostri rifiuti?<br />

Non sarebbe più utile, coraggioso<br />

e urgente preoccuparci<br />

delle nostre impronte “ecologiche”,<br />

sempre più pesanti,<br />

<strong>di</strong>ffuse, tossiche, anziché fissarci<br />

su quelle “<strong>di</strong>gitali”?<br />

Prima che sia toppo tar<strong>di</strong>!...<br />

don Emauele Benatti<br />

nella parrocchia <strong>di</strong> Lentigione (Brescello) e la<br />

scuola materna de La Vecchia <strong>di</strong> Vezzano.<br />

• Il calendario liturgico ricorda in questo giorno<br />

anche la Beata Victoire Rasoamanarivo, vedova<br />

e principessa del Madagascar, morta a 46 anni il<br />

21 agosto 1894: <strong>di</strong>fese con tenacia la fede e la<br />

<strong>Chiesa</strong> cattolica in un grave momento <strong>di</strong> persecuzione,<br />

in cui furono espulsi dall’isola tutti missionari.<br />

È la patrona della <strong>Chiesa</strong> malgascia. Il<br />

fondatore delle Case della Carità, don Mario<br />

Pran<strong>di</strong>, fece pregare ogni giorno nel Rosario in tutte<br />

le Case per la “glorificazione” <strong>di</strong> questa donna<br />

laica; così la prima beata <strong>di</strong> questo popolo è stata<br />

proclamata tale da Giovanni Paolo II nella sua<br />

visita storica in Madagascar, il 29 aprile 1989.<br />

Venerdì 22 agosto, Beata Vergine Maria Regina<br />

• Pio XII nel 1955 fissò questa memoria, <strong>di</strong> origine<br />

devozionale, a otto giorni dall’Assunta.<br />

• Si ricorda il car<strong>di</strong>nale reggiano Giovanni Mercati,<br />

bibliotecario e archivista <strong>di</strong> Santa Romana<br />

<strong>Chiesa</strong>, nel 51° della morte, avvenuta a Roma.<br />

Sabato 23 agosto, memoria <strong>di</strong> S. Rosa da Lima<br />

• Al mattino, è possibile fare la memoria <strong>di</strong> Santa<br />

Rosa da Lima, vergine, vissuta in Perù tra il XVI<br />

e il XVII secolo, modello <strong>di</strong> <strong>vita</strong> penitente e <strong>di</strong><br />

preghiera continua nella semplicità della <strong>vita</strong> laicale.<br />

È la prima santa del Continente americano.<br />

Domenica 24 agosto, XXI del tempo or<strong>di</strong>nario<br />

• Nella nostra Diocesi, sono 9 le parrocchie intitolate<br />

a San Bartolomeo apostolo e che questa<br />

domenica possono celebrare la solennità del Patrono:<br />

Borzano d’Enza, Camporella <strong>di</strong> Ramiseto,<br />

Casalgrande Alto, Casina, Collagna, Enzola <strong>di</strong> Poviglio,<br />

Paullo <strong>di</strong> Casina, San Bartolomeo in Sassoforte,<br />

Secchio <strong>di</strong> Villa Minozzo.<br />

Lunedì 25 agosto, S. Ludovico re <strong>di</strong> Francia<br />

• È possibile fare la memoria <strong>di</strong> San Ludovico (re<br />

<strong>di</strong> Francia nel XIII secolo) o <strong>di</strong> San Giuseppe Calasanzio,<br />

grande figura <strong>di</strong> educatore dei giovani<br />

nella Spagna del XVI-XVII secolo.<br />

• A Brescello si festeggia, come patrono titolare<br />

della parrocchia, il vescovo San Genesio, secondo<br />

la tra<strong>di</strong>zione inviato nelle nostre terre da Sant’Ambrogio<br />

<strong>di</strong> Milano. L’antica <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Brescello<br />

è rimasta solo come sede titolare; attualmente<br />

il vescovo titolare è mons. Istvan Katona,<br />

ausiliare emerito <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ocesi ungherese.<br />

• A Fabbrico si festeggia come compatrono il<br />

martire romano san Genesio, secondo la tra<strong>di</strong>zione<br />

un attore da burla, che si convertì mentre<br />

irrideva i misteri del cristianesimo, come il Battesimo,<br />

e che pagò la fede con il martirio.<br />

Martedì 26 agosto<br />

• Trent’anni fa veniva eletto papa Albino Luciani,<br />

che assunse il nome <strong>di</strong> Giovanni Paolo I.<br />

Mercoledì 27 agosto, Memoria <strong>di</strong> Santa Monica,<br />

mamma <strong>di</strong> Sant’Agostino<br />

Giovedì 28 agosto, Memoria <strong>di</strong> Sant’Agostino,<br />

vescovo e dottore della <strong>Chiesa</strong>


Primo Piano 9 agosto 2008 3<br />

Immigrazione in Italia: la <strong>Chiesa</strong> c’è<br />

Il lavoro quoti<strong>di</strong>ano svolto dalle Caritas sul territorio<br />

Da "L'Osservatore Romano" del 2<br />

agosto ripren<strong>di</strong>amo questo articolo<br />

che aiuta a costruire una visione<br />

d'insieme dell'impegno della<br />

<strong>Chiesa</strong> italiana sul fronte sempre<br />

più caldo dell'immigrazione.<br />

Dal 1970 a oggi si è passati<br />

da 143.838 presenze<br />

<strong>di</strong> stranieri in Italia a<br />

4 milioni, con un aumento <strong>di</strong><br />

quasi trenta volte. Prima questa<br />

presenza era marginale nella<br />

società italiana, ora ne è <strong>di</strong>ventata<br />

uno dei fenomeni più rilevanti.<br />

La <strong>Chiesa</strong>, con le Caritas<br />

in prima linea, continua a<br />

svolgere opera <strong>di</strong> supplenza su<br />

più fronti.<br />

"Quando dunque la Caritas<br />

parla <strong>di</strong> immigrazione - ha detto<br />

a "L'Osservatore Romano",<br />

don Vittorio Nozza, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />

Caritas italiana - tutti sanno,<br />

perché lo sperimentano sul territorio,<br />

che <strong>di</strong>etro le parole c'è<br />

un lavoro quoti<strong>di</strong>ano per il bene<br />

comune <strong>di</strong> incontro, ascolto,<br />

accoglienza, me<strong>di</strong>azione culturale<br />

e sociale, tutela della persona<br />

immigrata e della sua famiglia".<br />

Un lavoro nelle 220 Caritas<br />

<strong>di</strong>ocesane presenti su tutto<br />

il territorio italiano, nei luoghi<br />

<strong>di</strong> accoglienza alle frontiere<br />

del nostro Paese, nei centri <strong>di</strong><br />

ascolto, nelle numerose cooperative<br />

promosse per favorire<br />

l'inserimento lavorativo delle<br />

persone immigrate, nei progetti<br />

e percorsi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione culturale<br />

e sociale, nelle parrocchie<br />

piccole e gran<strong>di</strong>, e negli<br />

oratori, in cui giocano e crescono<br />

bambini immigrati e bambini<br />

italiani.<br />

Negli ultimi anni si è sviluppata<br />

una forte azione<br />

<strong>di</strong> collegamento che<br />

vede Caritas italiana impegnata<br />

a coor<strong>di</strong>nare oltre 100 realtà<br />

<strong>di</strong>ocesane sui temi della tratta,<br />

dell'asilo e dell'immigrazione<br />

in generale.<br />

Il primo impegno è l'accoglienza<br />

or<strong>di</strong>naria, che si traduce prevalentemente<br />

in funzioni <strong>di</strong><br />

ascolto, sod<strong>di</strong>sfacimento dei bi-<br />

sogni primari, promozione della<br />

solidarietà. Solo negli ultimi<br />

5 anni, le Caritas <strong>di</strong>ocesane<br />

hanno avviato, grazie anche ai<br />

fon<strong>di</strong> Cei dell'otto per mille,<br />

ben 164 progetti specifici per<br />

immigrati, rifugiati e richiedenti<br />

asilo, vittime della tratta, con<br />

un impegno economico <strong>di</strong> oltre<br />

13,5 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

La Caritas fino a oggi ha<br />

anche garantito un supporto<br />

al Governo nelle fasi<br />

più critiche degli sbarchi mettendo<br />

a <strong>di</strong>sposizione ulteriori<br />

posti sul territorio nazionale.<br />

Con riferimento all'ultima circolare<br />

Morcone con la quale si<br />

chiedeva alle prefetture <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

sul territorio organizzazioni<br />

<strong>di</strong>sposte a fornire accoglienze<br />

in previsione dell'aumento<br />

degli sbarchi nel periodo<br />

estivo, la Caritas italiana, in<br />

stretta collaborazione con le delegazioni<br />

regionali Caritas, si è<br />

attivata in<strong>di</strong>viduando solamen-<br />

Sui problemi legati all'immigrazione clandestina,<br />

che riguardano da vicino anche Reggio Emilia,<br />

abbiamo raccolto il pensiero <strong>di</strong> don Giuseppe<br />

Dossetti, parroco <strong>di</strong> San Pellegrino in città, da anni<br />

impegnato in prima linea al fianco degli stranieri<br />

(per lo più provenienti dall'Est europeo).<br />

Don Giuseppe, l'ipotesi <strong>di</strong> istituire un "Cpt"<br />

(o meglio un "Cie": centro <strong>di</strong> identificazione<br />

ed espulsione) a Reggio Emilia le sembra<br />

percorribile?<br />

Un Cpt a Reggio potrebbe anche servire. Il problema<br />

è che non si capisce con quali criteri le<br />

persone sono mandate in questi centri. Di fatto<br />

si trovano a conviverci stranieri fermati più volte<br />

per gli stessi reati e che poi tornano impunemente<br />

a delinquere ed altri, per lo più donne,<br />

arrivati in Italia per lavorare onestamente ma<br />

che hanno avuto la sventura <strong>di</strong> essere catturati<br />

in una retata <strong>di</strong> polizia. A Reggio ci saranno tra<br />

i 10 e i 15.000 "irregolari", ma fra questi quanti<br />

dovrebbero realmente essere esplusi perché socialmente<br />

pericolosi sono solo poche centinaia.<br />

Manca una logica <strong>di</strong> fondo.<br />

Da dove si dovrebbe partire per affrontare<br />

una questione così complessa e apparentemente<br />

incontrollabile come l'immigrazione<br />

"irregolare"?<br />

Il problema è <strong>di</strong>fficilissimo: ma non aiutano a<br />

trovare una soluzione gli slogan emotivi, le ipocrisie,<br />

come quella <strong>di</strong> fingere che gli stranieri in<br />

attesa <strong>di</strong> permesso siano a casa loro, o le crudeltà<br />

burocratiche. Il nodo della questione è la<br />

clandestinità. La clandestinità genera illegalità,<br />

delinquenza, sfruttamento. Ma la clandestinità<br />

sta <strong>di</strong>ventando in Italia, e forse in tutta Europa,<br />

Foto <strong>di</strong> repertorio: immigrati in coda alle Poste centrali <strong>di</strong> Reggio per una delle prime “regolarizzazioni”.<br />

te in Sicilia oltre 200 posti, mentre<br />

30 posti per categorie vulnerabili<br />

sono stati in<strong>di</strong>viduati nella<br />

città <strong>di</strong> Pescara e altri se ne<br />

stanno in<strong>di</strong>viduando. Anche la<br />

presenza <strong>di</strong> Caritas nelle strutture<br />

<strong>di</strong> prima accoglienza è particolarmente<br />

significativa: vale<br />

la pena ricordare che nel Cpa <strong>di</strong><br />

Sant'Anna, il più grande d'Italia<br />

e forse d'Europa, dove attual-<br />

mente si trovano 1.800 ospiti a<br />

fronte <strong>di</strong> una capienza massima<br />

<strong>di</strong> circa 1.200, la Caritas <strong>di</strong>ocesana<br />

<strong>di</strong> Crotone è presente con<br />

ben 25 operatori che svolgono<br />

eminentemente un'attività <strong>di</strong><br />

consulenza ed accompagna-<br />

mento degli utenti.<br />

Sono stati inoltre aperti<br />

centri <strong>di</strong> ascolto specifici<br />

per immigrati o, in realtà<br />

<strong>di</strong>ocesane più piccole, destinati<br />

sia a italiani in <strong>di</strong>fficoltà che a<br />

immigrati. I centri <strong>di</strong>ocesani<br />

sono oltre 200 (migliaia sono<br />

quelli a livello parrocchiale), ormai<br />

presenti in tutte le <strong>di</strong>ocesi e<br />

Solo negli ultimi 5 anni,le Caritas <strong>di</strong>ocesane hanno<br />

avviato,grazie anche ai fon<strong>di</strong> Cei dell'otto per mille,<br />

ben 164 progetti specifici per immigrati,rifugiati e<br />

richiedenti asilo,vittime della tratta,con un<br />

impegno economico <strong>di</strong> oltre 13,5 milioni <strong>di</strong> euro<br />

una con<strong>di</strong>zione ine<strong>vita</strong>bile.<br />

Allude ai "buchi" della legge italiana sull'immigrazione?<br />

La nostra legge prescinde dalla realtà, e mi permetto<br />

<strong>di</strong> insistere sul fatto che non c'è sostanziale<br />

<strong>di</strong>fferenza tra la Turco-Napolitano del centro<br />

sinistra e la Bossi-Fini del centrodestra. Di<br />

fatto oggi è impossibile entrare<br />

in Italia per lavoro in<br />

modo regolare. Il meccanismo<br />

delle quote prevede<br />

che il lavoratore sia là. Mi<br />

chiedo: come fa il datore <strong>di</strong><br />

lavoro a conoscerlo? Evidente<br />

che lui è già qua, e<br />

magari lavora già in nero.<br />

Inoltre la lentezza burocratica<br />

è tale per cui chi ha<br />

bisogno <strong>di</strong> un lavoratore è<br />

spinto a cercarlo sul mercato<br />

nero.<br />

Ma non dovrebbe essere<br />

proprio il mercato<br />

del lavoro a regolare<br />

"naturalmente" i flussi?<br />

In teoria. Ma gli ostacoli<br />

burocratici che sono stati<br />

innalzati servono solo a<br />

complicare la <strong>vita</strong> ai poveri cristi, che subiscono<br />

ulteriori taglieggiamenti: per esempio, il tanto<br />

sospirato visto <strong>di</strong> ingresso viene concesso<br />

dall'Ambasciata italiana del Paese d'origine del<br />

lavoratore. Costui è ovviamente in Italia; ha in<br />

mano il nullaosta rilasciato al datore <strong>di</strong> lavoro;<br />

deve spendere dei sol<strong>di</strong> per andare al Paese suo.<br />

Quando scende all'aeroporto, la guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fron-<br />

oltre la metà degli incontri quoti<strong>di</strong>ani<br />

che vi si svolgono sono<br />

con gli immigrati. Insieme agli<br />

osservatori delle povertà e delle<br />

risorse e ai laboratori per le Caritas<br />

parrocchiali rappresentano<br />

luoghi quoti<strong>di</strong>ani del lavoro<br />

tiera gli <strong>di</strong>ce: "Ma il tuo visto è scaduto, magari<br />

da due anni; ti metto un timbro sul passaporto<br />

per cui non potrai più tornare in Italia". E<strong>vita</strong>re<br />

il timbro costava all'aeroporto <strong>di</strong> Kiev una cinquantina<br />

<strong>di</strong> euro, oggi ne costa centocinquanta.<br />

Non parliamo poi delle richieste <strong>di</strong> nullaosta per<br />

lavori fasulli, fatte da italiani che si fanno pagare<br />

tre, quattromila euro<br />

per una firma.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una prassi <strong>di</strong>ffusa?<br />

Sono convinto che almeno<br />

un terzo delle 750.000 domande<br />

presentate con<br />

l'ultimo decreto flussi sono<br />

appunto per lavori fasulli.<br />

Ma siccome quest'anno<br />

è stata introdotta<br />

la lotteria informatica, che<br />

ha rimescolato le graduatorie<br />

in modo incomprensibile,<br />

persone che avrebbero<br />

un lavoro vero si vedranno<br />

passare davanti<br />

persone che verranno licenziate<br />

quin<strong>di</strong>ci giorni<br />

dopo aver firmato il contratto<br />

<strong>di</strong> lavoro davanti al<br />

prefetto. Ma che avranno il permesso <strong>di</strong> soggiorno...<br />

Non pensa che la "clandestinità" sia anche<br />

un problema <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> attesa?<br />

Certo. Dal momento in cui uno straniero entra<br />

in Italia - con gommone o pulmino, con visto<br />

turistico o senza alcun visto - a quello in cui egli<br />

ha in mano il tanto agognato permesso <strong>di</strong> sog-<br />

<strong>di</strong> ascolto e osservazione, in cui<br />

coinvolgere sempre <strong>di</strong> più la comunità<br />

in tutte le sue articolazioni.<br />

Anche qui ci sono dati significativi:<br />

dal 2000 al 2005 sono<br />

stati 230 i progetti <strong>di</strong> ascolto,<br />

orientamento e accoglienza avviati<br />

grazie ai fon<strong>di</strong> otto per mille<br />

per quasi 4,5 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

A<br />

questo si aggiunge la<br />

promozione del volontariato<br />

sul territorio <strong>di</strong>ocesano<br />

e la realizzazione <strong>di</strong> vere<br />

e proprie mense con il contributo<br />

essenziale delle parrocchie;<br />

l'organizzazione della <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> pasti da parte <strong>di</strong><br />

istituti religiosi o singole parrocchie.<br />

La promozione della<br />

solidarietà avviene dunque attraverso<br />

il coinvolgimento delle<br />

risorse sul territorio della <strong>di</strong>ocesi<br />

(parrocchie, istituti religiosi,<br />

famiglie) con la sperimentazione<br />

<strong>di</strong> varie formule <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> accoglienza notturna;<br />

con l'apertura <strong>di</strong> vere e pro-<br />

prie comunità <strong>di</strong> accoglienza;<br />

con la ricerca <strong>di</strong> alloggi <strong>di</strong>gnitosi;<br />

con l'attivazione <strong>di</strong> un vero e<br />

proprio servizio sanitario alternativo,<br />

promosso da tante Caritas<br />

<strong>di</strong>ocesane, grazie al quale<br />

immigrati <strong>di</strong> ogni Paese ricevono<br />

le cure <strong>di</strong> cui necessitano.<br />

Accanto a questi impegni<br />

<strong>di</strong> aiuto imme<strong>di</strong>ato, Caritas<br />

italiana e le Caritas<br />

<strong>di</strong>ocesane hanno cercato <strong>di</strong> privilegiare<br />

scelte che favoriscono<br />

sempre più l'integrazione tra<br />

popolazioni straniere e citta<strong>di</strong>ni<br />

italiani, offrendo opportunità<br />

<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento della lingua<br />

e della cultura e tra<strong>di</strong>zione<br />

italiane e della legislazione italiana<br />

in materia <strong>di</strong> immigrazione,<br />

oltre che progetti <strong>di</strong> inclusione,<br />

lavoro, prevenzione. Negli<br />

ultimi due anni sono stati<br />

spesi quasi 27 milioni <strong>di</strong> euro<br />

per avviare 357 progetti <strong>di</strong> questo<br />

tipo, a vantaggio anche <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni italiani. Altri 3 milioni<br />

<strong>di</strong> euro hanno riguardato l'impegno<br />

per progetti nazionali <strong>di</strong><br />

sensibilizzazione, promozione<br />

e integrazione che riguardano<br />

anche progetti <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />

culturale.<br />

Caritas italiana, con una<br />

rete <strong>di</strong> Caritas <strong>di</strong>ocesane,<br />

ha inoltre avuto<br />

un'attenzione particolare per i<br />

richiedenti asilo e i rifugiati.<br />

Pur ribadendo la necessità <strong>di</strong><br />

una legge specifica sul <strong>di</strong>ritto<br />

d'asilo, la Caritas sostiene tutte<br />

le forme <strong>di</strong> accoglienza, ascolto<br />

e tutela nei loro confronti. La rete<br />

Caritas è anche parte del sistema<br />

nazionale <strong>di</strong> protezione<br />

per richiedenti asilo e rifugiati.<br />

All'interno <strong>di</strong> questo sistema sono<br />

attivi circa mille posti gestiti<br />

dalle Caritas <strong>di</strong>ocesane e destinati<br />

a una particolare categoria<br />

<strong>di</strong> migranti: si tratta per lo più <strong>di</strong><br />

persone fuggite dai propri Paesi<br />

<strong>di</strong> origine in quanto vittime<br />

<strong>di</strong> persecuzione. In queste<br />

strutture non si garantisce solo<br />

vitto e alloggio, ma un serio accompagnamento.<br />

“Di fatto oggi è impossibile entrare in Italia per lavoro in modo regolare”. Colpa della burocrazia e dei tempi d’attesa del permesso <strong>di</strong> soggiorno<br />

DON DOSSETTI: IL VERO NODO È LA CLANDESTINITÀ<br />

Don Giuseppe Dossetti<br />

giorno, passano quattro anni. Che cosa succede<br />

in questo lasso <strong>di</strong> tempo? Di tutto, tranne il ritorno<br />

a casa. Infatti, quasi tutti si sono indebitati<br />

per somme altissime per i loro Paesi, quattromila<br />

euro, quando la paga, se c'è, è <strong>di</strong> 70 -<br />

100 euro. Chi presta loro il denaro, privato o<br />

banca, chiede dei tassi <strong>di</strong> interesse anche del<br />

<strong>di</strong>eci per cento al mese. Tornare a casa, vorrebbe<br />

<strong>di</strong>re perdere ogni speranza in saecula saeculorum.<br />

Quin<strong>di</strong>, rimangono qui. E si arrangiano.<br />

Come si potrebbe iniziare ad affrontare la<br />

questione?<br />

Ad esempio rendendo possibile l'ingresso regolare<br />

in Italia a quanti trovano un'occupazione<br />

reale e <strong>di</strong>mostrabile, con la conversione del visto<br />

turistico in permesso <strong>di</strong> soggiorno per lavoro.<br />

Una mega-sanatoria come quella del 2002<br />

non è certo auspicabile; la via è probabilmente<br />

quella <strong>di</strong> sanatorie mirate, che connettano l'ottenimento<br />

del permesso <strong>di</strong> soggiorno a percorsi<br />

<strong>di</strong> alfabetizzazione, inserimento, formazione,<br />

gestiti dagli enti locali, che dovrebbero avere il<br />

polso del fabbisogno del territorio.<br />

Vivere anni da "clandestini", oggi, rimane<br />

dunque un passaggio obbligato...<br />

Il paradosso è che <strong>di</strong> queste persone noi abbiamo<br />

bisogno. Solo che le costringiamo all'illegalità<br />

poiché non esistono percorsi praticabili in<br />

tempi ragionevoli per transitare nella legalità.<br />

Ma se noi non togliamo quest'ostacolo all'ingresso<br />

legale in Italia o a una ragionevole legalizzazione,<br />

gli interventi repressivi saranno degli<br />

spauracchi senza effetto reale. Sarebbe come<br />

voler svuotare una <strong>di</strong>ga con un secchio.<br />

Edoardo Tincani


4<br />

VICARIATO 5<br />

9 agosto 2008<br />

Pastorale giovanile<br />

Cinquanta giovani <strong>di</strong> Poviglio, Castelnovo Sotto e Praticello con don Paolo Crotti: <strong>di</strong>eci giorni in Germania, Repubblica Ceca e Polonia<br />

Coi martiri della pace, un tuffo nell'Europa del XX secolo<br />

Alla scoperta dei testimoni che per Dio e per l'uomo hanno dato passione <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> <strong>vita</strong><br />

Un viaggio nel cuore<br />

dell’Europa, alla scoperta<br />

non solo <strong>di</strong> città<br />

e paesi incantevoli, ma anche<br />

<strong>di</strong> luminosi esempi <strong>di</strong> coraggio<br />

e <strong>di</strong> fede: si potrebbe sintetizzare<br />

così il "campeggio<br />

viaggiante" che per la prima<br />

volta hanno vissuto insieme<br />

una cinquantina <strong>di</strong> ragazzi<br />

delle superiori delle parrocchie<br />

<strong>di</strong> Poviglio, Praticello e<br />

Castelnovo Sotto (del vicariato<br />

numero 5, <strong>di</strong> Castelnovo<br />

Sotto - S. Ilario).<br />

Se all'inizio serpeggiava un<br />

po' <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza, alla fine ci si<br />

è salutati con qualche lacrima:<br />

anche questo va annoverato<br />

fra i frutti più belli del<br />

campo... Ma an<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne.<br />

Equipaggiati <strong>di</strong> tutto<br />

punto, tra il 18 e il 25 luglio<br />

abbiamo intrapreso<br />

un cammino che ha toccato,<br />

fra le tappe più importanti,<br />

Monaco, Praga, Cracovia,<br />

Czestochowa. Oltre ad averci<br />

colpito per le bellezze artistiche,<br />

queste città ci hanno<br />

permesso <strong>di</strong> conoscere personaggi<br />

straor<strong>di</strong>nari, in parte<br />

<strong>di</strong>versi tra loro ma accomunati<br />

da un filo rosso molto<br />

forte: l’opposizione al totalitarismo<br />

nazista e, più in generale,<br />

la volontà <strong>di</strong> far prevalere<br />

i valori della coscienza,<br />

dell'umanesimo e del dono <strong>di</strong><br />

sé, piuttosto che l'egoismo,<br />

l'ingiustizia e il ricorso ad<br />

atrocità <strong>di</strong> ogni tipo.<br />

A Monaco, ad esempio, abbiamo<br />

potuto visitare l’Università<br />

“Ludwig-Maximilian”,<br />

frequentata nei primi anni<br />

'40 dai componenti de “La<br />

Rosa Bianca”: un gruppo <strong>di</strong><br />

giovanissimi studenti che, tra<br />

il giugno 1942 e il febbraio<br />

1943, pubblicò sei opuscoli in<br />

cui si chiamavano i tedeschi<br />

alla resistenza passiva contro<br />

il regime nazista. Essi rigettavano<br />

la violenza e credevano<br />

Foto 1: un ricordo <strong>di</strong> gruppo, nelle vie <strong>di</strong> Monaco. Foto 2: ad Auschwitz, la fila delle baracche del famigerato campo <strong>di</strong> sterminio nazista,<br />

in una livida giornata <strong>di</strong> pioggia. Foto 3: Monaco, l'Università "Ludwig-Maximilian", dove i giovani della Rosa Bianca stu<strong>di</strong>avano e<br />

<strong>di</strong>ffondevano i loro messaggi <strong>di</strong> non violenza e <strong>di</strong> rifiuto del nazismo. Foto 4: a Praga in battello, alla scoperta della città.<br />

in un’Europa che aderisse ai<br />

princìpi cristiani <strong>di</strong> tolleranza<br />

e giustizia: purtroppo, tra<br />

il febbraio e l’aprile del ’43,<br />

tutti i membri del gruppo furono<br />

scoperti dalla Gestapo e<br />

condannati a morte.<br />

Lasciata Monaco, ci hanno<br />

accompagnati altri<br />

testimoni eccezionali.<br />

Come il beato Franz Jägerstätter,<br />

austriaco, che ebbe il<br />

coraggio <strong>di</strong> fare obiezione <strong>di</strong><br />

coscienza (era stato chiamato<br />

alle armi dai nazisti), ritenendo<br />

che la sua fede cattolica<br />

fosse incompatibile con il nazionalsocialismo.<br />

O come la<br />

scrittrice olandese Etty Hillesum,<br />

ebrea, che nel suo travagliato<br />

percorso interiore arrivò<br />

a fare della propria <strong>vita</strong><br />

una preghiera continua a Dio.<br />

O come San Massimiliano<br />

Maria Kolbe, francescano,<br />

che ad Auschwitz offrì la pro-<br />

Grazie a questi testimoni una risposta l’abbiamo<br />

potuta scorgere: è la croce <strong>di</strong> Cristo. Una croce<br />

che è coraggio,coerenza,fede,amore per la <strong>vita</strong>,<br />

dono <strong>di</strong> sé; un “sì”pieno all’amore <strong>di</strong> Dio<br />

pria <strong>vita</strong> in cambio <strong>di</strong> quella<br />

<strong>di</strong> un altro prigioniero.<br />

Proprio ad Auschwitz abbiamo<br />

toccato il culmine terribi-<br />

le del nostro viaggio: là, nel<br />

profondo della campagna<br />

polacca, sono state uccise più<br />

<strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> persone, nei<br />

mo<strong>di</strong> più crudeli. Più <strong>di</strong> 60<br />

anni sono passati, ma il dolore<br />

è ancora più che tangibile,<br />

colpisce forte al cuore e allo<br />

stomaco, attraverso i volti impressi<br />

nelle fotografie, attraverso<br />

gli oggetti rimasti, attraverso<br />

le baracche in cui<br />

tantissimi uomini venivano<br />

ammassati come e peggio <strong>di</strong><br />

bestie. È strana la sensazione<br />

che ci ha lasciato Auschwitz:<br />

non o<strong>di</strong>o, ma stupore e sgomento<br />

profon<strong>di</strong>ssimi.<br />

Davvero ci è venuto da chiederci<br />

come sia stato possibile<br />

tutto ciò, e quale risposta si<br />

possa dare, come cristiani, <strong>di</strong><br />

fronte a tali trage<strong>di</strong>e.<br />

Eppure, in questo nostro<br />

viaggio, grazie ai “nostri”<br />

testimoni, una risposta<br />

l’abbiamo potuta<br />

scorgere: è la croce <strong>di</strong> Cristo.<br />

Una croce che è coraggio, coerenza,<br />

fede forte nei propri<br />

valori, al punto <strong>di</strong> ritenerli più<br />

importanti della propria <strong>vita</strong><br />

(La Rosa Bianca e Franz Jägerstätter);<br />

una croce che è<br />

amore profon<strong>di</strong>ssimo per la<br />

<strong>vita</strong> (nonostante fosse oppressa<br />

dal regime nazista,<br />

Etty Hillesum arrivò a <strong>di</strong>re:<br />

“Trovo bella la <strong>vita</strong>, e mi sento<br />

libera”); una croce che è<br />

dono <strong>di</strong> sé per il prossimo<br />

(padre Kolbe). Una croce che,<br />

in sostanza, è amore infinito<br />

e un “sì” pieno e completo all’amore<br />

<strong>di</strong> Dio. Ce lo ha fatto<br />

vedere Maria, e continua a<br />

farcelo vedere nel suo santuario<br />

<strong>di</strong> Czestochowa; ce lo<br />

ha testimoniato, nella sua <strong>vita</strong><br />

e nel suo papato, Giovanni<br />

Paolo II. A Cracovia abbiamo<br />

potuto vedere i “suoi” luoghi:<br />

la cattedrale dov’è stato vescovo,<br />

la chiesa mariana dove<br />

ogni giorno era solito pregare...<br />

Un’ultima cosa da sottolineare.<br />

In questi 8<br />

giorni abbiamo cercato<br />

<strong>di</strong> conoscerci meglio, <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>videre queste esperienze,<br />

<strong>di</strong> fare comunità, <strong>di</strong> vedere<br />

il bello che c’è nell’altro:<br />

anche questa è una risposta,<br />

perché solo nella conoscenza<br />

e nell’amore reciproco c’è<br />

l’antidoto all’o<strong>di</strong>o e all’intolleranza.<br />

Tommaso Lan<strong>di</strong>ni<br />

VILLA AIOLA, campo-giochi: 130 ragazzini dai 5 ai 12 anni, con 20 educatori-animatori; 15 giorni in attività lu<strong>di</strong>che e aggregative, con una saggia regia educativa<br />

“SULLA STRADA DEI COLORI”: COL MAGO DI OZ ALLA SCOPERTA DI SÉ, DEGLI ALTRI E DELLA COMUNITÀ<br />

uin<strong>di</strong>ci giorni <strong>di</strong> campo-giochi<br />

con 130 ragazzini 5-<br />

12enni <strong>di</strong> Aiola e zone vicine<br />

e con una ventina fra educatori<br />

e animatori: com'è possibile sintetizzarli<br />

in poche righe? Com'è possibile<br />

riassumere le relazioni, gli incontri,<br />

la ricchezza reciproca, gli<br />

scambi, le risate, il “clima”, sì, il clima<br />

<strong>di</strong> questo campo 2008 “Sulla strada<br />

dei colori”, ispirato alla storia del Mago<br />

<strong>di</strong> Oz? No, non è facile concentrare<br />

in poche righe:<br />

- l’avvio <strong>di</strong> giornata in chiesa, con una<br />

lettura e spiegazione essenziale <strong>di</strong> un<br />

brano <strong>di</strong> Vangelo sul tema della giornata,<br />

sotto lo sguardo sorridente e rassicurante<br />

del parroco mons. Antenore<br />

Vezzosi;<br />

- la drammatizzazione, a cura dei ragazzi<br />

<strong>di</strong> 2a e 3a Q<br />

me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> della<br />

storia del Mago <strong>di</strong> Oz, alla ricerca<br />

<strong>di</strong> cuore, cervello, coraggio;<br />

- la proposta della parola-chiave della<br />

giornata e la sua con<strong>di</strong>visione nei singoli<br />

gruppi;<br />

- i giochi del pomeriggio;<br />

- le attività manuali e creative;<br />

- la caccia al tesoro (dove il tesoro era - lo spettacolo finale pieno <strong>di</strong> colori,<br />

il fare insieme, il <strong>di</strong>videre e lo scopri- canti, balli, luci e musica...<br />

re i piccoli talenti <strong>di</strong> ciascuno);<br />

- i pranzi insieme in allegria; Se è <strong>di</strong>fficile riassumere, è facile<br />

- la “biciclettata a Correggio”;<br />

però render grazie reciproca-<br />

- le gite “fuori porta”, per gruppi <strong>di</strong> età; mente: ognuno ha fatto la sua<br />

- la nottata in tenda, sotto le stelle; parte e tutto è <strong>di</strong>ventato non solo pos-<br />

- il pomeriggio in piscina;<br />

sibile, ma anche migliore <strong>di</strong> quanto<br />

- i “giochi senza frontiere”;<br />

fosse ipotizzabile. Si è infatti respirata<br />

- le deliziose merende preparate dalle aria <strong>di</strong> Comunità, <strong>di</strong> famiglia, <strong>di</strong> ami-<br />

mamme a turno;<br />

cizia, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> collabora-<br />

1 2<br />

3 4<br />

zione e stima. Tutto in allegria.<br />

Tutti hanno sentito <strong>di</strong> essere accolti,<br />

adulti e bambini, <strong>di</strong> aggiungere quel<br />

proprio dono speciale e prezioso che<br />

è il dono <strong>di</strong> sé, ognuno a suo modo.<br />

Credeteci… è stato un crescendo: dalla<br />

partenza preoccupata degli animatori/educatori,<br />

riuniti in un ritiro preparatorio<br />

per con<strong>di</strong>videre gli obiettivi<br />

del campo-giochi e lo stile educativo<br />

del campo, ma spauriti per l'elevato<br />

numero <strong>di</strong> bimbi iscritti, alla conoscenza<br />

graduale dei bambini, al sentirsi<br />

parte <strong>di</strong> un gruppo, alla ricerca del<br />

linguaggio giusto per ciascuno dei ragazzi,<br />

alla totale con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> spazi,<br />

giochi, tempo e abilità...<br />

Insieme ai bambini abbiamo constatato<br />

come ognuno <strong>di</strong> noi abbia<br />

un potenziale <strong>di</strong> cui non conosciamo<br />

né l’intensità né la misura e<br />

che ci <strong>di</strong>stingue l’uno dall’altro. Svilupparlo<br />

è il compito <strong>di</strong> tutta la <strong>vita</strong>,<br />

che va svolto personalmente e non<br />

può essere copiato da altri.<br />

Abbiamo riscoperto l’importanza <strong>di</strong><br />

guardare in alto, <strong>di</strong> rivolgere più spesso<br />

lo sguardo al cielo e abbiamo visto<br />

tutta una <strong>vita</strong> meravigliosa che sta sopra,<br />

oltre <strong>di</strong> noi…<br />

Abbiamo toccato con mano come insieme<br />

si raggiungono obiettivi impensabili:<br />

davvero l’unione fa la forza!<br />

Abbiamo preso sul serio la chiamata<br />

alla responsabilità, che altro non è se<br />

non la capacità <strong>di</strong> sentirsi parte in causa<br />

in tutto ciò che ci riguarda e coinvolge.<br />

Abbiamo sentito che in questa<br />

chiamata occorre giocare tutto il nostro<br />

cuore, coraggio e cervello.<br />

C<br />

ome bilancio finale restano<br />

nel cuore tutti i bimbi, piccoli<br />

compagni <strong>di</strong> viaggio, con<br />

le proprie timidezze, esuberanze, fragilità<br />

ed unicità. Resta nel cervello l’organizzazione<br />

minuziosa della regia <strong>di</strong><br />

tutte le iniziative messe in campo, sapientemente<br />

connessa al filo conduttore<br />

comune che ci ha accompagnato<br />

in questo viaggio estivo davvero profondo<br />

ed interiore.<br />

Resta il coraggio <strong>di</strong> scrivere con gioia<br />

<strong>di</strong> questa esperienza perché, cre<strong>di</strong>amo,<br />

”la <strong>bellezza</strong> va con<strong>di</strong>visa”!<br />

Resta il coraggio <strong>di</strong> ripartire da qui.<br />

Grazie Signore!<br />

Gli educatori e animatori<br />

del campo-giochi 2008 <strong>di</strong> Villa Aiola


Pastorale giovanile 9 agosto 2008 5<br />

Oratori, la Regione premierà i progetti<br />

Nuova normativa-quadro regionale:approccio laico e "<strong>di</strong> rete"<br />

Dopo una gestazione<br />

complessa durata circa<br />

3 anni e un’attesa<br />

ancora più lunga, l’Emilia-<br />

Romagna si è dotata <strong>di</strong> una<br />

normativa organica “in materia<br />

<strong>di</strong> politiche per le giovani<br />

generazioni”. Si tratta della<br />

legge n. 14, pubblicata sul<br />

Bollettino Ufficiale Regionale<br />

n. 129 del 28 luglio 2008, la<br />

cui approvazione è stata annunciata<br />

e commentata nell’ultima<br />

e<strong>di</strong>zione del settimanale<br />

(cf. La Libertà del 26 luglio,<br />

pag. 7).<br />

Accompagnare i giovani<br />

Il testo licenziato dall’assemblea<br />

legislativa bolognese<br />

nell’ultima seduta<br />

che precede la sospensione<br />

estiva si pone come una legge<br />

quadro regionale che ri<strong>di</strong>segna<br />

l’architettura del welfare<br />

per le politiche giovanili<br />

in Emilia-Romagna: dalla<br />

scuola ai servizi sociali, dalla<br />

sanità all’accesso al cre<strong>di</strong>to,<br />

dall’integrazione sociale alle<br />

opportunità d’inserimento<br />

nel mondo del lavoro.<br />

Si rivolge a infanzia, adolescenza<br />

e gioventù, dunque<br />

abbraccia un orizzonte anagrafico<br />

che va da zero a trentacinque<br />

anni, senza la pretesa<br />

– che risulterebbe in verità<br />

alquanto bislacca – <strong>di</strong> de-<br />

finire i confini tra l’una e l’altra<br />

età all’interno <strong>di</strong> questo<br />

continuum temporale, già<br />

peraltro protratto secondo il<br />

concetto <strong>di</strong> “giovane generazione”<br />

attualmente in auge.<br />

“Abbiamo approvato una legge<br />

che consente <strong>di</strong> accompagnare<br />

la crescita dei ragazzi<br />

con interventi che vanno dal<br />

sostegno scolastico ai campeggi,<br />

dall’educazione <strong>di</strong><br />

strada agli spazi giovani”,<br />

commenta sul web il presidente<br />

Vasco Errani. Con essa<br />

– prosegue – “vogliamo essere<br />

vicini alle famiglie, alle<br />

agenzie formative e dell’as-<br />

Parla<br />

MARCO BARBIERI<br />

(foto sopra),<br />

reggiano <strong>di</strong><br />

Vezzano sul Crostolo,<br />

consigliere regionale<br />

per il Pd, protagonista<br />

nella stesura<br />

del testo <strong>di</strong> legge.<br />

Un provve<strong>di</strong>mento<br />

fortemente innovativo,<br />

un unicum nel<br />

panorama europeo.<br />

sociazionismo, laiche e cattoliche,<br />

alle Istituzioni locali”.<br />

È prevista l’istituzione <strong>di</strong> un<br />

Fondo regionale, nonché la<br />

possibilità <strong>di</strong> accedere ai fon<strong>di</strong><br />

europei.<br />

Una rete educativa<br />

Ma l’aspetto che oggi<br />

ci interessa approfon<strong>di</strong>re<br />

è quello che<br />

riguarda il ruolo degli oratori.<br />

“La legge riconosce che<br />

La nuova legge riconosce la funzione<br />

sociale degli oratori e dello scoutismo<br />

come parte importante e permanente<br />

dell'offerta formativa sul territorio<br />

per i giovani il territorio non<br />

offre abbastanza opportunità<br />

– spiega il vezzanese Marco<br />

Barbieri, consigliere regionale<br />

in forza al Pd, già assessore<br />

alla Cultura nella legislatura<br />

precedente – e parte<br />

dal presupposto che per<br />

affrontare in modo adeguato<br />

l’emergenza educativa sia<br />

necessario mettere in campo<br />

tutti i soggetti portatori <strong>di</strong><br />

proposte vere <strong>di</strong> socializzazione”.<br />

In tal modo, si superano i<br />

“tra<strong>di</strong>zionali” steccati tra<br />

pubblico e privato, anche se<br />

scorrendo i 52 articoli del te-<br />

È<br />

domenica, 3 agosto. Nella suggestiva<br />

cornice della Pieve settecentesca del<br />

borgo me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Vedriano il vescovo<br />

Adriano Caprioli si concede una mattinata <strong>di</strong><br />

semplice e spontanea <strong>vita</strong> ecclesiale insieme agli<br />

scout del CNGEI <strong>di</strong> Valmadrera, che stanno vivendo<br />

l’esperienza del Campo estivo nella Casa<br />

<strong>di</strong> caccia della sezione <strong>di</strong> Reggio Emilia, ricavata<br />

nel vecchio asilo parrocchiale recentemente ristrutturato.<br />

Arriva da solo, a pie<strong>di</strong>, un ampio sorriso sul volto;<br />

è seguito da una dolcissima suorina in<strong>di</strong>ana<br />

della casa del vescovado, nessun seguito, solo lo<br />

sfondo della campagna e del Monte Staffola.<br />

La tonaca leggermente increspata dalla brezza,<br />

che attenua la calura estiva, ma soprattutto il passo<br />

veloce. Si <strong>di</strong>rige verso i bambini chiamandoli<br />

"i miei cari scout". Poi scopre che vengono da<br />

Valmadrera, citta<strong>di</strong>na così vicina a Legnano, sua<br />

ultima parrocchia prima della nomina a vescovo<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia.<br />

Nelle sue parole è un susseguirsi <strong>di</strong> aneddoti ed<br />

episo<strong>di</strong> legati sia alla <strong>vita</strong> parrocchiale che all’esperienza<br />

ventennale <strong>di</strong> assistente religioso degli<br />

scout. Come quello <strong>di</strong> una pentola rovesciata sul<br />

prato e riciclata come "nuova ricetta". O <strong>di</strong> quella<br />

parrocchia in cui il Vangelo fu collocato aperto<br />

davanti alla porta della chiesa, perché i passanti<br />

potessero leggerlo...<br />

Per la Messa arrivano i paesani, alcuni villeggianti,<br />

la chiesa è insolitamente gremita,<br />

le uniformi dei ragazzi e dei capi si pongono<br />

verso l’esterno come testimonianza <strong>di</strong> va-<br />

sto, l’impressione netta è che<br />

l’impianto burocratico resti<br />

pesante, valorizzando sì le<br />

esperienze che funzionano<br />

ma anche attirando l’intera<br />

materia sotto l’ombrello della<br />

programmazione amministrativa,<br />

secondo i vari gra<strong>di</strong><br />

del governo locale (Regione,<br />

Provincia e Comune). Sussi<strong>di</strong>arietà<br />

ma non troppo, insomma,<br />

pur nell’implicita,<br />

apprezzabile ammissione<br />

che l’amministrazione pubblica<br />

non può occuparsi da<br />

sé del bisogno <strong>di</strong> stare insieme<br />

<strong>di</strong> bambini, adolescenti e<br />

ragazzi.<br />

Qualcosa <strong>di</strong> cattolico<br />

Trattando <strong>di</strong> “offerta territoriale<br />

per il tempo libero<br />

e opportunità<br />

educative”, l’art. 14 stabilisce<br />

che “la Regione riconosce e<br />

incentiva la funzione sociale<br />

svolta, me<strong>di</strong>ante le attività <strong>di</strong><br />

oratorio o similari, dalle parrocchie<br />

e dagli enti ecclesiastici<br />

della <strong>Chiesa</strong> cattolica,<br />

nonché dalle altre confessioni<br />

religiose con le quali lo Stato<br />

ha stipulato un’intesa ai sensi<br />

dell’articolo 8, terzo comma,<br />

della Costituzione”, così<br />

al comma 3. Particolarmente<br />

positivo anche il comma 4,<br />

dove si afferma che “la Regione<br />

valorizza e incentiva lo<br />

scoutismo, quale modello<br />

educativo che si realizza attraverso<br />

l’appren<strong>di</strong>mento dell’esperienza,<br />

in un contesto <strong>di</strong><br />

<strong>vita</strong> comunitaria, che consente<br />

<strong>di</strong> curare lo sviluppo graduale<br />

e globale della persona”.<br />

Marco Barbieri, che ha contribuito<br />

non poco alla stesura<br />

della legge, ci tiene a sottolineare<br />

lo sguardo laico e “globale”<br />

alla questione educativa.<br />

In Emilia-Romagna, ricorda,<br />

il tema “oratori” era<br />

stato fino a ieri sdoganato all’interno<br />

dei piani socio-sanitari;<br />

ma questo era un approccio<br />

‘patologico’, mentre<br />

“la legge 14/2008 non guarda<br />

ai giovani come problema,<br />

ma come fattore positivo <strong>di</strong><br />

crescita per la società”. In tale<br />

contesto, “gli oratori sono<br />

a tutti gli effetti un pezzo importante<br />

e permanente dell’offerta<br />

in<strong>di</strong>rizzata alle nuove<br />

generazioni”.<br />

La via emiliana<br />

Altre Regioni, spiega ancora<br />

Barbieri, hanno<br />

imboccato piste <strong>di</strong>fferenti.<br />

Il Lazio, ad esempio, fu<br />

tra le prime a <strong>di</strong>sciplinare la<br />

materia con una legge specifica,<br />

in cui però gli oratori<br />

erano identificati tout court<br />

con le parrocchie. Le maglie<br />

troppo larghe del provve<strong>di</strong>mento<br />

lo resero in sostanza<br />

Fra gli scout del CNGEI, l’associazione scautistica non confessionale, <strong>di</strong> un paese vicino a Legnano<br />

IL VESCOVO SI RIPROPONE ASSISTENTE SCOUT<br />

inefficace, con una <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> tanti mini-contributi<br />

a pioggia. Le Regioni che<br />

hanno puntato solo sugli oratori<br />

più strutturati, invece,<br />

hanno spesso finito per non<br />

garantire il sostegno, tagliando<br />

i fon<strong>di</strong> negli anni… non<br />

pre-elettorali.<br />

L’Emilia-Romagna, primo caso<br />

in Europa, ha scelto <strong>di</strong><br />

considerare le esigenze <strong>di</strong><br />

bambini, adolescenti e giovani<br />

nella loro globalità. La<br />

nuova legge-quadro cancella<br />

numerosi testi precedenti<br />

(art. 50) e li mette a sistema<br />

chiarendo tutti i momenti<br />

della programmazione per i<br />

giovani (art. 33) e definendo<br />

le competenze degli Enti locali.<br />

Per <strong>di</strong>alogare con il territorio,<br />

la Regione in<strong>di</strong>rà perio<strong>di</strong>camente<br />

una conferenza denominata<br />

“Forum giovani”, in<br />

cui è significativo che tra gli<br />

interlocutori stabili, insieme<br />

a università e terzo settore, la<br />

legge nomini il Servizio <strong>di</strong>ocesano<br />

per la pastorale giovanile<br />

(art. 34, comma 3, let-<br />

POLITICHE GIOVANILI<br />

COME UTILIZZARE<br />

LA LEGGE 14/2008<br />

DELL'EMILIA-ROMAGNA<br />

tera f).<br />

Progetti. Meritevoli<br />

Approccio <strong>di</strong> “rete”, dunque,<br />

ma anche meritocratico,<br />

con l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> sostenere e possibilmente<br />

potenziare l’offerta <strong>di</strong> occasioni<br />

aggregativo-formative.<br />

“Le risorse andranno a chi è<br />

capace <strong>di</strong> progettare e attuare<br />

progetti educativi qualificati”,<br />

sintetizza Barberi. Un’eco<br />

alle sue parole si trova al<br />

comma 6 dell’art. 47: “Per<br />

l’attuazione <strong>di</strong> quanto previsto<br />

all’articolo 43, la Regione<br />

concede contributi agli enti<br />

locali e loro forme associate e<br />

ai soggetti pubblici e privati<br />

per progetti con finalità educative,<br />

culturali, sportive, <strong>di</strong><br />

socializzazione e <strong>di</strong> aggregazione”.<br />

A proposito <strong>di</strong> conquibus,<br />

non è dato ancora sapere lo<br />

stanziamento complessivo,<br />

<strong>di</strong> cui parlerà il bilancio <strong>di</strong><br />

previsione 2009. Gli interventi<br />

finanziati potranno essere<br />

sia “attività” che “investimenti”<br />

(strutture). Nel frattempo<br />

i tecnici regionali sono<br />

impegnati a scrivere regolamenti<br />

attuativi e ban<strong>di</strong>. Ma<br />

l’attesa può essere utilmente<br />

riempita facendo conoscere<br />

le opportunità della legge nei<br />

nostri oratori parrocchiali.<br />

Gli stanziamenti regionali andranno<br />

a strutture e a progetti qualificati "con<br />

finalità educative,culturali,sportive,<br />

<strong>di</strong> socializzazione e <strong>di</strong> aggregazione"<br />

Con una duplice annotazione<br />

conclusiva, anche per e<strong>vita</strong>re<br />

una cieca caccia al finanziamento:<br />

là dove un oratorio<br />

propriamente organizzato<br />

non esiste (non basta<br />

una stanza con due biliar<strong>di</strong>ni,<br />

specie se è chiusa sei giorni<br />

su sette), potrebbe esserci<br />

ora un motivo in più per impiantarlo;<br />

là dove già funziona,<br />

si tratterà <strong>di</strong> preparare<br />

adeguatamente i progetti illustrativi.<br />

La “Comunità educante”<br />

necessita <strong>di</strong> idee, sostanza<br />

e… forma.<br />

Edoardo Tincani<br />

lori con<strong>di</strong>visi, come <strong>di</strong>rà mons. Caprioli nell’omelia.<br />

Il Vescovo si esprime con parole semplici,<br />

adatte ai ragazzi, ai quali chiede <strong>di</strong> aiutarlo a<br />

fare del Vangelo il libro della strada. Quella strada<br />

che è un simbolo per gli scout. Simbolo della<br />

meta che ciascuno deve raggiungere attraverso<br />

il proprio cammino, un cammino in<strong>di</strong>viduale<br />

ma con<strong>di</strong>viso, che trae gioia dal conseguimento<br />

degli obiettivi.<br />

Ritornano alla mente le parole <strong>di</strong> Baden Powell:<br />

“Guardate lontano e anche quando credete <strong>di</strong><br />

guardare lontano, guardate ancora più lontano”...<br />

Elisabetta Benassi<br />

Filosofia del camminare<br />

Ho bisogno dello zaino e della pazienza<br />

del cammino.<br />

Ho bisogno <strong>di</strong> avere sete, qualche volta<br />

<strong>di</strong> avere fame.<br />

Ho bisogno <strong>di</strong> piantare la tenda tutte le sere<br />

e <strong>di</strong> smontarla tutte le mattine.<br />

Ho bisogno che tutto questo mi strappi fuori<br />

dalla como<strong>di</strong>tà in cui mi adagio.<br />

Ho bisogno che tutto questo mi liberi<br />

dal dormiveglia<br />

e mi ridoni il gusto della <strong>vita</strong>.<br />

Ho bisogno del silenzio, dei tratti <strong>di</strong> strada<br />

senza parole,<br />

per accorgermi che non devo<br />

avere paura <strong>di</strong> niente,<br />

neanche della mia debolezza.<br />

Baden Powell


6<br />

9 agosto 2008<br />

MORTO IL 5 AGOSTO<br />

ORDINATO SACERDOTE<br />

A 58 ANNI, DOPO 30<br />

COME FRATE BENEDETTINO Monaco<br />

Don Giuseppe Ferrari, <strong>di</strong> 88<br />

anni, si è spento nella Casa<br />

del Clero <strong>di</strong> Montecchio, dove<br />

era ospite da due anni, alle<br />

9.30 <strong>di</strong> lunedì 4 agosto.<br />

Al rito funebre, celebrato la<br />

mattina del 5 agosto a Montecchio,<br />

nel Santuario della<br />

Madonna dell’Olmo, erano<br />

presenti una quarantina <strong>di</strong> sacerdoti.<br />

Tra i parenti in prima<br />

fila, la sorella novantaduenne<br />

suor Marina, Orsolina <strong>di</strong> Verona,<br />

che ha prestato servizio a<br />

Reggiolo fino a 7 anni fa.<br />

Presiedeva la celebrazione il<br />

Vescovo Adriano, che nella<br />

seconda parte dell’omelia,<br />

molto apprezzata, ha evidenziato<br />

i tratti umani e spirituali<br />

<strong>di</strong> don Giuseppe.<br />

Nato il 22 aprile 1920 a<br />

Portiolo <strong>di</strong> S. Benedetto<br />

Po (Mantova),<br />

già da giovane Giuseppe si<br />

sentì chiamato alla <strong>vita</strong> religiosa<br />

nell’or<strong>di</strong>ne benedettino,<br />

dove entrò come semplice<br />

fratello (non sacerdote),<br />

con il nome <strong>di</strong> fra Remigio.<br />

Due trentenni scan<strong>di</strong>scono la<br />

<strong>vita</strong> <strong>di</strong> don Ferrari: fra Remigio<br />

benedettino, che ha assunto<br />

quel nome e che è vissuto<br />

per 30 anni nell’eremo<br />

<strong>di</strong> Bismantova; e don Giuseppe,<br />

sacerdote <strong>di</strong>ocesano che<br />

ha servito la Diocesi reggiana<br />

per altri 30 anni.<br />

Fra Remigio, quando era<br />

all’eremo <strong>di</strong> Bismantova<br />

- ha detto il Vescovo -<br />

“per ben trent’anni ha rappresentato<br />

una figura <strong>di</strong> monaco<br />

operoso, apprezzato dai<br />

conta<strong>di</strong>ni del posto che lavoravano<br />

i fazzoletti <strong>di</strong> terra per<br />

Lutto nel Clero<br />

e prete dell'Ora et labora<br />

Don Giuseppe Ferrari,per 30 anni benedettino a Bismantova e per altri 30 prete <strong>di</strong>ocesano<br />

A sinistra, l'eremo <strong>di</strong> Bismantova, dove don Giuseppe operò per 30 anni come fratello benedettino, col nome <strong>di</strong> fra Remigio. Al centro,<br />

insieme ai bambini della parrocchia <strong>di</strong> S. Sisto. A destra, una delle ultime foto, ospite della Casa del Clero <strong>di</strong> Montecchio.<br />

moltiplicare il pane per sé e<br />

per la propria famiglia; con<br />

loro è <strong>di</strong>ventato anche capo<br />

cantiere per salvare santuario<br />

e monastero dalle infiltrazioni<br />

<strong>di</strong> acqua che ne minacciavano<br />

la stabilità: un miracolo<br />

<strong>di</strong> ingegneria locale!”.<br />

Con gabbie <strong>di</strong> enormi pietre<br />

si è così riusciti nell’opera <strong>di</strong><br />

consolidamento, salvando<br />

l’eremo e il santuario de<strong>di</strong>cato<br />

alla Madonna <strong>di</strong> Bismantova.<br />

Ha veramente vissuto il<br />

motto benedettino "Ora et<br />

labora".<br />

“Non la preghiera - ha spiegato<br />

mons. Caprioli - doveva<br />

interrompere il lavoro, come<br />

raccomanderebbe l’attuale<br />

cultura del fare, dell’intraprendere,<br />

del fare interminabile,<br />

ma, al contrario, il lavoro<br />

<strong>di</strong>ventava lungo la giornata<br />

del monaco una sosta, una<br />

doverosa attesa <strong>di</strong> riprendere<br />

l’ininterrotta preghiera”.<br />

“ E<br />

per offrire ogni<br />

giorno il pane e il<br />

vino, frutto della<br />

terra e del lavoro umano, don<br />

Giuseppe nella sua inquieta<br />

volontà <strong>di</strong> servizio ha chiesto<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare sacerdote”.<br />

Il vescovo Baroni volle consultare<br />

sacerdoti della montagna,<br />

che espressero subito<br />

parere favorevole. Così, fra<br />

Remigio fu accolto nel seminario<br />

<strong>di</strong> Marola per la preparazione.<br />

Gli fu assegnato un<br />

percorso personale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>,<br />

un triennio, con l’accompagnamento<br />

<strong>di</strong> un professore,<br />

don Gianni Gariselli.<br />

Venne infine or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />

dal Vescovo Gilberto il 1°<br />

luglio 1978 nell'abbazia <strong>di</strong><br />

Marola. Nei primi tre anni <strong>di</strong><br />

ministero sacerdotale si impegnò<br />

nei vari interventi <strong>di</strong><br />

trasformazione dell’ex seminario.<br />

Ma gli mancava il servizio<br />

<strong>di</strong> pastore d’anime.<br />

In risposta al suo desiderio<br />

<strong>di</strong> pastorale parrocchiale<br />

fu nominato parroco a<br />

Migliara, dove rimase per sei<br />

anni (1979-1985), poi parroco<br />

a S. Sisto e Enzola <strong>di</strong> Poviglio<br />

per 14 anni (1985-1999);<br />

nel contempo amministratore<br />

parrocchiale a Casalpò per<br />

12 anni (1987-1999).<br />

A S. Sisto fece eccellenti restauri<br />

alla chiesa e a opere<br />

parrocchiali. Ma a rallegrarlo<br />

era soprattutto l’aver potuto<br />

dar <strong>vita</strong> a un coro <strong>di</strong> bambini,<br />

che però - venendo a mancare<br />

sul luogo la scuola primaria<br />

- <strong>di</strong>minuirono fino quasi<br />

a scomparire, preferendo andare<br />

con gli amici <strong>di</strong> scuola a<br />

Poviglio.<br />

Allora nell’estate del ’99, ha<br />

proseguito il Vescovo, “mi<br />

venne a chiedere <strong>di</strong> ritornare<br />

in montagna”: Sologno e Carù<br />

dal 1999-2001. Ma gli<br />

mancavano i bambini, cosa<br />

che lo amareggiava. Nel 2001<br />

fu nominato collaboratore al<br />

santuario <strong>di</strong>ocesano della<br />

Madonna della Pietra e anche,<br />

sempre dal 2001, collaboratore<br />

alla parrocchia <strong>di</strong><br />

Ginepreto. A causa delle peggiorate<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute è<br />

stato ospitato nella Casa del<br />

Clero <strong>di</strong> Montecchio a fine<br />

agosto 2006.<br />

Don Giuseppe si è caratterizzato<br />

per la sua<br />

sensibilità, che lo<br />

portava spesso alla commozione<br />

fino alle lacrime, per la<br />

capacità <strong>di</strong> accoglienza, per<br />

la <strong>di</strong>sponibilità all’aiuto, per<br />

l’amore alle celebrazioni liturgiche,<br />

animate dal canto<br />

da lui accompagnato con la<br />

pianola, e per la spiritualità<br />

solida, spesso nascosta dalla<br />

sua modestia e riservatezza.<br />

Diversi rappresentanti delle<br />

parrocchie servite da lui nel<br />

ministero pastorale hanno<br />

fatto preghiere particolari.<br />

Alla fine della Messa ha<br />

espresso commossa gratitu<strong>di</strong>ne<br />

un rappresentante <strong>di</strong> Ginepreto.<br />

Per ultima una giovane<br />

mamma e catechista <strong>di</strong><br />

S. Sisto lo ha così ricordato:<br />

Come scordare il lungo<br />

vestito nero e l'interminabile<br />

fila <strong>di</strong> bottoni<br />

che partiva dal colletto e arrivava<br />

fino in fondo a toccare le<br />

gran<strong>di</strong> scarpe nere?<br />

Come scordare le tasche sempre<br />

piene <strong>di</strong> caramelle per i<br />

suoi amati bambini, a cui de<strong>di</strong>cava<br />

molto tempo?<br />

Come <strong>di</strong>menticare il catechismo<br />

del sabato, il suo corso <strong>di</strong><br />

"pianola" e le prove <strong>di</strong> canto<br />

in stile gregoriano per la Messa<br />

della domenica o gli emozionanti<br />

cori e poesie per la<br />

vigilia <strong>di</strong> Natale?<br />

Come <strong>di</strong>menticare la sua instancabile<br />

forza e sicurezza<br />

nel superare tutti i problemi,<br />

anche quelli <strong>di</strong> <strong>vita</strong> quoti<strong>di</strong>ana?<br />

Come <strong>di</strong>menticare la sua<br />

perseveranza e tenacia nel restaurare<br />

in breve tempo le nostre<br />

chiese, gravemente danneggiate<br />

dal terremoto del<br />

’96? Come <strong>di</strong>menticare tutte<br />

le volte che si commuoveva<br />

quasi fino alle lacrime, quando<br />

parlava dei suoi ragazzi o<br />

quando era lì con loro?<br />

Caro don Giuseppe, hai sempre<br />

dato tutto te stesso, senza<br />

risparmiarti per S. Sisto, Casalpò,<br />

Enzola, e ci sembra giusto<br />

ricordarlo oggi, mentre ti<br />

accompagniamo verso le porte<br />

del Para<strong>di</strong>so.<br />

Un profondo grazie da tutti<br />

noi.


Val <strong>di</strong> Sole. Settimana <strong>di</strong> formazione per giovani<br />

con il Movimento "Familiaris Consortio"<br />

Brevi <strong>di</strong> cronaca e appuntamenti<br />

Si intitola "Per grazia <strong>di</strong> Dio sono quello che sono" - Sulle orme<br />

<strong>di</strong> San Paolo, per testimoniare Cristo con la propria <strong>vita</strong><br />

la settimana <strong>di</strong> formazione 2008 proposta a ragazzi e giovani<br />

- a partire dai 17 anni - dal Movimento "Familiaris Consortio".<br />

La Settimana - da domenica 10 a domenica 17 agosto<br />

- si terrà in località Marilleva (al centro della Val <strong>di</strong> Sole, immersa<br />

nelle Dolomiti) a 1.400 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne.<br />

L'iniziativa - aperta a chiunque sia interessato - intende offrire<br />

ai giovani la possibilità <strong>di</strong> trascorrere insieme momenti<br />

<strong>di</strong> formazione e svago, nella con<strong>di</strong>visione comunitaria degli<br />

spazi e del tempo, immersi nella <strong>bellezza</strong> del creato. Il<br />

campo sarà guidato da una collaudata équipe <strong>di</strong> animatori<br />

formata da sacerdoti, consacrati e giovani famiglie, affinché<br />

i ragazzi possano sperimentare - nella varietà delle vocazioni<br />

- la <strong>di</strong>mensione della <strong>Chiesa</strong> come "famiglia <strong>di</strong> Dio".<br />

Per informazioni e iscrizioni (ultimi giorni!) contattare<br />

Massimiliano (335.336255) o Silvia (334.6115632).<br />

Dobbiaco (BZ). Seminario del Movimento per la Vita<br />

Si chiudono domenica<br />

10 agosto<br />

le iscrizioni al<br />

IX seminario <strong>di</strong><br />

Formazione per<br />

adulti promosso<br />

dal Movimento<br />

per la Vita (MpV)<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia<br />

in collaborazione<br />

col "Centro <strong>di</strong><br />

Iniziativa culturale" <strong>di</strong> Bologna Uciim. "30 anni <strong>di</strong> 194 - 30<br />

anni del MpV - 30 anni per continuare a sperare" è il tema<br />

del seminario, che si terrà da domenica 24 a domenica 31<br />

agosto all'ex Grand Hotel - ora Centro culturale - <strong>di</strong> Dobbiaco<br />

<strong>di</strong> Bolzano, in via Dolomiti.<br />

Sette giorni improntati, come sempre<br />

- spiegano gli organizzatori - a<br />

grande amicizia e grande desiderio<br />

<strong>di</strong> collaborazione. Tra i temi e i relatori,<br />

spicca l'on. Carlo Casini (fondatore<br />

e presidente del MpV italiano,<br />

foto), che tratterà <strong>di</strong> "194: ieri, oggi,<br />

domani". Quota <strong>di</strong> partecipazione:<br />

380 euro per camere con bagno. Info<br />

e prenotazioni: Maria Martelli, tel.<br />

360.905776. (m. g.)<br />

Guastalla. Il saluto a Ilde Ferrari, madre del dr. Franzini<br />

Sono stati celebrati<br />

giovedì 24 luglio, alle<br />

10, in Concattedrale a<br />

Guastalla, i funerali<br />

della signora Ilde Ferrari,<br />

92 anni, madre<br />

del dr. Mario Franzini,<br />

primario emerito del<br />

reparto <strong>di</strong> Chirurgia<br />

all'ospedale <strong>di</strong> Guastalla.<br />

Erano presenti<br />

alcuni me<strong>di</strong>ci guastallesi,<br />

tra cui il dr. Benaglia<br />

e il dr. Germani,<br />

quattro nipoti e tanti<br />

conoscenti della cara<br />

Ilde. Da Parma è giunto<br />

anche il cav. Roberto<br />

Bertazzoni. A presiedere<br />

la liturgia eucaristica<br />

(nella foto in<br />

alto, da sinistra: mons.<br />

Ambrogio Morani,<br />

mons. Luigi Brioni,<br />

don Roberto Gial<strong>di</strong>ni,<br />

mons. Giancarlo Bellani,<br />

don Mario Pini) è<br />

stato mons. Paolo Piron<strong>di</strong>ni,<br />

che da tempo<br />

conosceva la signora<br />

Ilde, una donna sempre<br />

pronta e <strong>di</strong>sponibile,<br />

che ha <strong>di</strong>mostrato<br />

davvero una grande<br />

de<strong>di</strong>zione verso tutta la sua famiglia. (l. m.)<br />

Reggio. Azione <strong>Cattolica</strong>: presto <strong>di</strong>sponibile un libretto<br />

con i <strong>di</strong>scorsi del Papa ai giovani alla Gmg <strong>di</strong> Sydney<br />

Sarà <strong>di</strong>sponibile a partire da metà agosto, presso gli uffici <strong>di</strong><br />

Azione <strong>Cattolica</strong> <strong>di</strong> Reggio Emilia (via Prevostura 4) un libretto<br />

contenente i <strong>di</strong>scorsi del Papa alla Giornata mon<strong>di</strong>ale<br />

della Gioventù <strong>di</strong> Sydney 2008; l'opuscolo comprende<br />

anche alcune catechesi dei vescovi. Per ulteriori chiarimenti:<br />

info@azionecattolicare.it; tel. 0522.437773.<br />

Vita <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong> 9 agosto 2008 7<br />

Reggio-Lourdes. In pellegrinaggio coi Servi <strong>di</strong> Maria<br />

Dal 27 al 31 ottobre la<br />

Famiglia dei Servi <strong>di</strong><br />

Maria organizza un<br />

pellegrinaggio a Lourdes<br />

in pullman (con<br />

partenza da varie città)<br />

guidato dal priore generale<br />

dell'Or<strong>di</strong>ne, fr.<br />

Ángel M. Ruiz Garnica.<br />

Al pellegrinaggio - proposto<br />

nel 150° anniversario<br />

della prima apparizione<br />

- sono in<strong>vita</strong>ti a partecipare tutti i membri e gli amici<br />

della Famiglia ser<strong>vita</strong>na in Italia e negli altri Paesi. Termine<br />

ultimo per iscriversi: venerdì 12 settembre. Per conoscere<br />

il programma e ulteriori informazioni, contattare il<br />

referente per il reggiano, padre Cesare M. Antonelli (tel.<br />

333.3822691, in<strong>di</strong>rizzo e-mail cesare3@interfree.it).<br />

Vaglie <strong>di</strong> Ligonchio. La parrocchia festeggia il ritorno<br />

del campanile dopo quasi novant’anni d’attesa<br />

Campane sciolte a festa, mercoledì 6 agosto, al borgo <strong>di</strong> Vaglie<br />

<strong>di</strong> Ligonchio: presso la chiesa del SS. Salvatore, in occasione<br />

della Sagra parrocchiale, è stato finalmente inaugurato<br />

il nuovo campanile. Un momento <strong>di</strong> gioia grande<br />

per tutta la comunità, che con l'inizio ufficiale dei lavori -<br />

nel maggio 2004 - si era unita in un Comitato "pro campanile"<br />

grazie al quale ciascuno ha potuto liberamente offrire<br />

un proprio contributo. Alla cerimonia del 6 agosto, accanto<br />

al parroco don Daniele Patti, hanno voluto essere presenti<br />

- fra gli altri - il Vescovo Adriano (che nella fase conclusiva<br />

dei lavori, tra 2007 e 2008, aveva fatto dono alla comunità<br />

della terza campana da installare sulla torre), i vicepresidenti<br />

della Provincia e della Fondazione Manodori,<br />

il presidente del Parco Nazionale, parroci e fedeli <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

parrocchie limitrofe, sindaci e assessori dell'Unione dei<br />

Comuni del territorio. C'era anche una ligonchiese illustre<br />

qual è Iva Zanicchi. Al termine della Messa, presieduta da<br />

mons. Caprioli, si è proceduto con la bene<strong>di</strong>zione del campanile<br />

e della nuova campana, presente anche il progettista<br />

Paolo Bedogni.<br />

Parrocchiani e abitanti <strong>di</strong> Vaglie erano effettivamente orfani<br />

<strong>di</strong> un "vero" campanile da quel lontanissimo 6 settembre<br />

1920 in cui una spaventosa scossa <strong>di</strong> terremoto (10° grado<br />

della scala Mercalli) sconvolse la Garfagnana e il crinale appenninico<br />

confinante, compresa la cinquecentesca chiesa<br />

parrocchiale. Dopo sacrifici, tribolazioni e non pochi passaggi<br />

<strong>di</strong> testimone (ossia i vari parroci succedutisi lungo i<br />

decenni, che hanno fatto - ciascuno - quanto possibile per<br />

non lasciar cadere nel vuoto l'opportunità <strong>di</strong> una riqualificazione<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio sacro), si è arrivati finalmente ai giorni<br />

più recenti. Gli aiuti - delle provenienze più <strong>di</strong>verse, e<br />

giunti sotto i più svariati titoli - sono stati tutti "provvidenziali"<br />

nel rendere possibile il completamento dell'opera. Un<br />

sogno con<strong>di</strong>viso che s'avvera, dopo tanta attesa. (m. g.)<br />

Reggio. Giornata dei volontari <strong>di</strong> Reggio Terzo Mondo<br />

Si terrà domenica 7 settembre la Giornata 2008 dei volontari<br />

<strong>di</strong> Reggio Terzo Mondo (Rtm); una bella occasione <strong>di</strong><br />

incontro e riflessione - spiegano da Rtm - quest'anno in occasione<br />

della campagna nazionale "Con le Nazioni Unite<br />

per un'impresa umana", promossa dalla Federazione Organizzazioni<br />

Cristiane <strong>di</strong> Servizio Internazionale Volontario<br />

(Focsiv), che promuove la cultura della mon<strong>di</strong>alità e la cooperazione<br />

all'interno del più ampio obiettivo Target 2015.<br />

Il programma. Prima parte (presso la parrocchia S.Luigi<br />

Gonzaga, via Torricelli 31, Reggio): ore 9.30 aggiornamento<br />

dei progetti approvati e dei volontari in azione ed eventuali<br />

gruppi <strong>di</strong> lavoro; ore 11 S. Messa (durante la quale riceverà<br />

il mandato missionario Annalisa Mansutti, in partenza<br />

per il Madagascar); ore 12.30 pranzo (necessaria la prenotazione<br />

presso segreteria <strong>di</strong> Rtm).<br />

Seconda parte (presso Aula Mater Oratorio <strong>di</strong> Santa Croce,<br />

via Adua 79, Reggio): ore 15.30 "Per un'impresa più umana",<br />

panoramica sulla situazione dei lavoratori in Madagascar<br />

(con p. Sylvain Urfer, missionario gesuita in Madagascar,<br />

che si è visto togliere il permesso <strong>di</strong> permanenza senza motivazioni<br />

ufficiali ed è stato espulso dal Paese in 48 ore), presentazione<br />

della campagna nazionale "Con le Nazioni Unite..."<br />

(col responsabile Focsiv Alberta Guerra) e aggiornamento<br />

dei progetti Rtm volti al miglioramento della situazione<br />

lavorativa della popolazione; ore 18 aperitivo e rinfresco.<br />

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522.514205.<br />

Prignano sulla Secchia. Sagra <strong>di</strong> San Lorenzo<br />

È in festa per la sagra patronale, domenica 10 agosto, la<br />

parrocchia <strong>di</strong> San Lorenzo <strong>di</strong>acono e martire in Prignano<br />

sulla Secchia (sito web www.comunitaincammino.net).<br />

Momenti centrali della sagra, come ogni anno, saranno la<br />

Messa solenne delle 11.15 e la processione delle 20.30. Quest'anno<br />

inoltre la festa è arricchita<br />

da una ricorrenza particolare:<br />

il 70° anniversario del<br />

campanile, costruito nel 1938.<br />

Su <strong>di</strong> esso verrà collocata una<br />

nuova campana che la comunità<br />

ha voluto de<strong>di</strong>care a San<br />

Francesco e alla Beata Suor<br />

Maria Rosa Pellesi, che in questa<br />

terra ha le sue ra<strong>di</strong>ci. Per<br />

l'occasione sarà pubblicato un<br />

volumetto sulla storia del campanile<br />

ad opera del prignanese<br />

Giuseppe Fantini.<br />

ACCADRÀ<br />

Reggio, Uciim: una firma per le terre matil<strong>di</strong>che<br />

Al Centro Giovanni XXIII (via Prevostura, Reggio) l’Uciim<br />

in<strong>vita</strong> a firmare la proposta <strong>di</strong> inserire le terre matil<strong>di</strong>che nel<br />

patrimonio mon<strong>di</strong>ale Unesco (lunedì-sabato 8.30-12.30).<br />

Marola. Messa in ricordo <strong>di</strong> Giovanna Gabbi<br />

Domenica 10 agosto, alle 11, nella chiesa abbaziale <strong>di</strong> Marola,<br />

gli amici <strong>di</strong> Casina e del Centro <strong>di</strong> Spiritualità <strong>di</strong> Marola<br />

ricorderanno Giovanna Gabbi, dell'Ordo Virginum <strong>di</strong>ocesano,<br />

nella Santa Messa ad un anno dalla morte.<br />

Prignano. Sagra <strong>di</strong> S. Lorenzo e 70° del campanile<br />

Domenica 10 agosto, sagra <strong>di</strong> S. Lorenzo a Prignano: ore<br />

11.15, S. Messa solenne; ore 20.30, Processione (v. a fianco).<br />

Re (Verbania). Esercizi spirituali con il C.V.S.<br />

Dal 10 al 16 agosto, a Re (Verbania), esercizi spirituali per<br />

adulti con il Centro Volontari della Sofferenza. Pullman attrezzato<br />

per trasporto <strong>di</strong>sabili. Quota per il soggiorno: 185<br />

euro + viaggio. Per informazioni: 328.3349593; 0522.550391.<br />

Val <strong>di</strong> Sole (TR). Settimana formativa per ragazzi/e<br />

Si terrà dal 10 al 17 agosto, a Marilleva (Val <strong>di</strong> Sole), la "settimana<br />

<strong>di</strong> formazione" per ragazzi/e dai 17 anni in su promossa<br />

dal movimento "Familiaris Consortio". Info e iscrizioni:<br />

Massimiliano 335.336255, Silvia 334.6115632 (v. a lato).<br />

Reggio, S. Filippo. In suffragio <strong>di</strong> Giovanna Gabbi<br />

Mercoledì 13 agosto, alle 18.30, nella restaurata chiesa <strong>di</strong><br />

San Filippo a Reggio città, le sorelle dell'Ordo Virginum <strong>di</strong>ocesano<br />

ricordano Giovanna Gabbi, ad un anno dalla morte,<br />

nella Santa Messa presieduta dal Vescovo Adriano.<br />

Bagno. Ricordo <strong>di</strong> don Berselli a un anno dalla morte<br />

Mercoledì 13 agosto, ore 20.30, chiesa <strong>di</strong> Bagno: l'Unità pastorale<br />

<strong>di</strong> Bagno e Cacciola in<strong>vita</strong> alla S. Messa in ricordo <strong>di</strong><br />

don Giuliano Berselli nel 1° anniversario della morte.<br />

Olmo <strong>di</strong> Gattatico. Messa nel 25° <strong>di</strong> don Giovanni Davoli<br />

Mercoledì 13 agosto, a Olmo <strong>di</strong> Gattatico, alle 21, marcia<br />

penitenziale animata dall'Unità pastorale Campegine-Caprara;<br />

alle 21.30, S. Messa presieduta da don Giovanni Davoli<br />

nel 25° della sua or<strong>di</strong>nazione sacerdotale.<br />

S. Michele de' Mucchietti. Processione dell'Assunta<br />

Tra<strong>di</strong>zionale processione a pie<strong>di</strong> scalzi, dalle 6.00 <strong>di</strong> venerdì<br />

15 agosto, a S. Michele de' Mucchietti, che si concluderà con<br />

la S. Messa presieduta dal Vescovo emerito mons. Gibertini.<br />

Barbiana (Firenze). Ritiro delle Case della Carità<br />

Da domenica 17 a martedì 19 agosto, a Barbiana (Firenze),<br />

ritiro vocazionale delle Case della Carità "Sulle orme <strong>di</strong> don<br />

Lorenzo Milani". Info: suor Teresa Cristina 0522.294839,<br />

suor Katia 0522.438675, fratel Luca 349.7242865.<br />

Reggio, Seminario. Orario estivo della portineria<br />

Fino a lunedì 18 agosto la portineria del seminario (tel.<br />

0522.406811) è aperta solo al mattino, dalle 8 alle 12 circa.<br />

Affi (Verona). Esercizi spirituali per i giovani<br />

Dal 22 al 24 agosto, a Villa Elena (Affi - Verona), esercizi spirituali<br />

per i giovani della <strong>di</strong>ocesi guidati da don Gabriele<br />

Burani (v. anche "La Libertà" del 26 luglio).<br />

Reggio, S. Giuseppe. Campo estivo<br />

Da lunedì 25 a sabato 30 agosto in orario 8-13, per i ragazzi<br />

<strong>di</strong> 1 a elementare-1 a me<strong>di</strong>a, campo estivo della parrocchia<br />

<strong>di</strong> S. Giuseppe (R.E.): sport, gite, laboratori, pittura...<br />

Iscrizioni: M. Chiara 334.3297461, Filippo 347.4357668.<br />

Collevalenza (PG). Comunità delle Beatitu<strong>di</strong>ni: esercizi<br />

Dal 28 al 31 agosto, al Collevalenza (PG), la "Comunità delle<br />

Beatitu<strong>di</strong>ni" tiene gli annuali esercizi spirituali, aperti a<br />

tutti, sul tema paolino "Ai santi che sono nella tua comunità".<br />

Info: Emilia 348.7490013, Elena 349.3691776.<br />

Gazzata. Veglia per la Salvaguar<strong>di</strong>a del Creato<br />

Lunedì 1° settembre, nella 3 a Giornata per la Salvaguar<strong>di</strong>a<br />

del Creato, veglia <strong>di</strong> preghiera alle 21nella chiesa <strong>di</strong> Gazzata.<br />

Parrocchia <strong>di</strong> Veggia. Pellegrinaggio a Lourdes<br />

La parrocchia <strong>di</strong> S. Antonino-Veggia organizza un pellegrinaggio<br />

in pullman a Lourdes nei giorni 1-5 settembre. Costo<br />

490 euro. Info: tel. 349.4676891.<br />

Castelnovo Monti. Meeting "CreativeMenti"<br />

Da giovedì 4 a domenica 7 settembre, 3 a e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> "CreativeMenti"<br />

a Castelnovo Monti, meeting nazionale per educatori<br />

sull'appren<strong>di</strong>mento creativo, promosso da Creativ in<br />

collaborazione con Csi, Anspi e Confcooperative. Per informazioni:<br />

tel. 0522.873011, sito www.creativementi.it.<br />

Brescello. Festa dell'Oratorio<br />

Dal 2 al 7 settembre, a Brescello, "Festa dell'Oratorio" sul<br />

tema La Speranza ("Io ho vinto il mondo", Gv 16,23). Messa<br />

<strong>di</strong> apertura martedì 2 alle 18.30 nella chiesa parrocchiale;<br />

durante la settimana: ore 19.30, liturgia penitenziale e Vespri;<br />

incontri <strong>di</strong> formazione, torneo <strong>di</strong> pallavolo, cene, paninoteca,<br />

giochi per bambini, karaoke, spettacoli vari, mostre<br />

del libro e fotografica (sui 20 anni dell'oratorio).<br />

Reggio, S. Luigi e Oratorio Santa Croce. Giornata Rtm<br />

Domenica 7 settembre, dalle 9.30 alle 18, Giornata dei volontari<br />

Reggio Terzo Mondo; ve<strong>di</strong> notizia in questa pagina.<br />

Guastalla. Professione <strong>di</strong> suor Elisa Codeluppi<br />

Domenica 7 settembre, ore 10, Concattedrale <strong>di</strong> Guastalla:<br />

Professione perpetua <strong>di</strong> suor Elisa Codeluppi (della parrocchia<br />

Duomo) fra le "Orsoline Figlie <strong>di</strong> Maria Immacolata".


Vita <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong><br />

8 9 agosto 2008<br />

Paolo VI - 30 anni dalla morte 9 agosto 2008 9<br />

FONTANALUCCIA. L’Oratorio <strong>di</strong> S. Maria Maddalena, a Casa Farioli<br />

UNA BORGATA MISSIONARIA<br />

Con qualche giorno <strong>di</strong> ritardo sulla festa <strong>di</strong> Santa Maria<br />

Maddalena (22 luglio), la ricorrenza è stata celebrata<br />

anche in una delle borgate <strong>di</strong> Fontanaluccia, Casa Farioli,<br />

il sabato successivo, 26 luglio. In questa borgata, chissà<br />

da quanti secoli, c'era un antico Oratorio de<strong>di</strong>cato appunto alla<br />

Maddalena. Quando, nei primi decenni del 1800, la vecchia<br />

chiesa <strong>di</strong> Fontanaluccia, situata in località detta "Campanile",<br />

fu spazzata via da una gigantesca frana, l'Oratorio <strong>di</strong> S.<br />

Maria Maddalena in Casa Farioli fece funzione anche <strong>di</strong> chiesa<br />

parrocchiale con Messe, battesimi, matrimoni e tutte le altre<br />

funzioni religiose.<br />

Ma la popolazione non si arrese all'inclemenza della natura<br />

e con tenacia e tanta buona volontà ricostruì la nuova chiesa<br />

parrocchiale. Fu costruita su uno sperone <strong>di</strong> roccia, dove ancora<br />

la possiamo ammirare bella e solenne. L'allora Duca <strong>di</strong><br />

Modena, Francesco IV, per venire incontro al paese - danneggiato<br />

appunto dalla frana - fece dono alla comunità <strong>di</strong> un appezzamento<br />

<strong>di</strong> bosco che ogni famiglia avrebbe potuto gestire<br />

per le proprie necessità, e <strong>di</strong> una foresta sull'Alpe, amministrata<br />

da una Commissione frazionale eleggibile.<br />

Durante il terremoto del 1921 l'Oratorio <strong>di</strong> Casa Farioli fu<br />

molto danneggiato e restò inservibile al culto. Lo si dovette<br />

sconsacrare. La famiglia Bimbi, che ne era proprietaria, lo trasformò<br />

in fonderia per campane, perché questa era la professione<br />

dei suoi membri. E molti concerti <strong>di</strong> campane furono fusi<br />

in questo nuovo ambiente.<br />

Col cambiare dei tempi anche questa attività si esaurì e l'e<strong>di</strong>ficio,<br />

già molto malandato, si degradò ulteriormente: la borgata<br />

era rimasta, insomma, senza Oratorio, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> tante<br />

altre che ne avevano uno, casomai ancora funzionante.<br />

Sopra: 1978, l’inaugurazionedell’Oratorio<br />

<strong>di</strong> S. Maria<br />

Maddalena, nella borgata<br />

<strong>di</strong> Casa Farioli<br />

Sotto: l’Oratorio<br />

come si presenta oggi<br />

Su iniziativa <strong>di</strong> alcuni parrocchiani e con la collaborazione<br />

<strong>di</strong> tutte le famiglie <strong>di</strong> Casa Farioli, nel 1978 fu ricostruito<br />

un nuovo Oratorio, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più ridotte rispetto<br />

al precedente. È un piccolo gioiello <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> fede,<br />

punto <strong>di</strong> riferimento per i credenti e gli abitanti della zona. Ora<br />

è <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> tutta la borgata, e una volta l'anno tutte le famiglie<br />

si ritrovano per pregare e fare festa, rinverdendo quella<br />

fratellanza e solidarietà che per secoli ha tenuto unita la piccola<br />

comunità dell'«Alta Valle del Dolo».<br />

Siccome la borgata ha dato alla <strong>Chiesa</strong> molte vocazioni sacerdotali,<br />

religiose e missionarie, ogni anno si fanno nuove iniziative<br />

a favore del Madagascar, o della Sierra Leone o del<br />

Brasile... Quest'anno, essendo venuto a meno la scorsa primavera<br />

padre Dario Asti, nato qui a due passi dall'Oratorio e<br />

grande missionario gesuita in Madagascar, si è pensato alla<br />

sua missione e si è <strong>di</strong>stribuito un opuscolo, redatto con molta<br />

cura, che illustra la sua <strong>vita</strong> <strong>di</strong> religioso e <strong>di</strong> missionario.<br />

La S. Messa, partecipata non solo dalle famiglie della borgata<br />

ma da tutto il paese, è stata presieduta da don Paolo Ghini,<br />

parroco <strong>di</strong> Barco, nato proprio nella borgata <strong>di</strong> Casa Farioli,<br />

che ha ricordato i suoi 60 anni <strong>di</strong> sacerdozio. Hanno concelebrato<br />

don Davide Castagnetti, parroco <strong>di</strong> Fontanaluccia,<br />

e don Alpino Gigli, parroco <strong>di</strong> Monzone, lui pure nativo della<br />

borgata. (p. g.)<br />

D<br />

* * * IL L I B R O<br />

PAULLO - BERGOGNO<br />

SUOR LUCIA, 50 ANNI<br />

CONSACRATI A DIO E AI FRATELLI Ha salutato la parrocchia dei Ss. Quirico e Giulitta -<br />

in Villa Minozzo - domenica 3 agosto, suor Tersilla<br />

Carbognani,“chiamata” altrove a un nuovo ministero.<br />

Ma prima <strong>di</strong> partire ha potuto toccare il profondo<br />

senso <strong>di</strong> vicinanza e riconoscenza <strong>di</strong> tutta la comunità.<br />

A suor Tersilla, appartenente alle «Piccole Figlie dei Sacri<br />

Cuori <strong>di</strong> Gesù e Maria» (fino ad oggi è stata Madre superiora<br />

e <strong>di</strong>rettrice della locale scuola dell'infanzia "Iori e Olmi"),<br />

la parrocchia ha rivolto parole commosse, colme <strong>di</strong><br />

gratitu<strong>di</strong>ne, ricordando anzitutto il suo intraprendente spirito<br />

d'iniziativa nell'aprire "strade nuove e poco praticate":<br />

il teatro, le recite con i bambini, il Rosario nelle frazioni, le<br />

Paullo, domenica 3 agosto: suor Lucia rinnova le promesse <strong>di</strong><br />

consacrazione nell'Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Gesù Buon Pastore; sulla sinistra,<br />

don Gianni Bedogni, che ha celebrato la Messa.<br />

omenica 3 agosto le comunità <strong>di</strong> Paullo e Bergogno si<br />

sono strette attorno a suor Lucia Fontanili in occasione<br />

del suo 50° <strong>di</strong> consacrazione alla <strong>vita</strong> religiosa. È stata<br />

la millenaria chiesa romanica <strong>di</strong> Paullo a far da cornice alla<br />

partecipata funzione religiosa officiata da don Gianni Bedogni<br />

e animata dai canti del coro della parrocchia. Nell'omelia il sacerdote,<br />

ricordando il miracolo della moltiplicazione del pane<br />

e dei pesci, ha fatto riferimento ai tanti "concorrenti" che Gesù<br />

ha ora nel mondo, riferendosi a quanti speculano per esempio<br />

sulla produzione dei cereali. E sono quelli che in base alle<br />

politiche agricole sbagliate ci guadagnano. Gesù con questo<br />

miracolo ha dato risposte concrete alle genti che avevano fame,<br />

mentre gli speculatori <strong>di</strong> oggi non danno risposte ai poveri<br />

e creano instabilità sociale. Concludendo, infine, il sacerdote<br />

ha chiesto al Signore <strong>di</strong> guardare con bontà suor Lucia, che<br />

alla presenza della <strong>Chiesa</strong> rinnova ancora una volta, fiduciosa<br />

in Dio, la professione dei «consigli evangelici».<br />

S<br />

uor Lucia, nativa <strong>di</strong> Bergogno, entrò nel convento delle<br />

suore dell'Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Gesù Buon Pastore (Pastorelle) giovanissima,<br />

nel 1958, ad Albano Laziale, Roma. Qualche<br />

anno dopo gli stu<strong>di</strong> religiosi, partì per le missioni colombiane,<br />

prima a Bogotà poi a Medellin, dove trascorse alcuni lustri; qui<br />

ebbe modo <strong>di</strong> farsi valere per la sua generosa e spontanea voglia<br />

<strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi alla cura dei più bisognosi. Tornata da qualche<br />

anno in Italia, ora è pronta <strong>di</strong> nuovo per un ritorno in terra<br />

latino-americana, che avverrà nel prossimo autunno.<br />

Una festa grande e sentita, quella che le hanno tributato i suoi<br />

cinque fratelli, i parenti e i tanti amici. Persone care che lei -<br />

prendendo la parola - commossa più che mai ha ringraziato,<br />

promettendo che li ricorderà sempre tutti; come sempre ha ricordato<br />

il suo paese, Bergogno, e la sua bella chiesa, dove nel<br />

Battesimo ha ricevuto il seme della vocazione e nella quale ha ricevuto<br />

il sacramento dell'Eucaristia e quello della Cresima. Durante<br />

la Messa la comunità ha donato a suor Lucia un quadro della<br />

Madonna e uno della "sua" Pieve romanica, affinché - anche<br />

se lontana - possa averla sempre vicina. Il ricco buffet preparato<br />

da parenti e amici, e consumato sul sagrato, ha poiconcluso<br />

una giornata speciale per tutti. (Domenico Amidati)<br />

PER ANNI MISSIONARIA IN COLOMBIA<br />

IN AUTUNNO RIPARTIRÀ PER IL SUD AMERICA<br />

Gabriele Burani<br />

GESÙ INCONTRA GLI AMMALATI<br />

NEL VANGELO DI MARCO<br />

Sussi<strong>di</strong> Biblici n. 99, Ed. S. Lorenzo,<br />

R.E. 2008, 224 pagine, 13 euro<br />

“I testi qui presentati - scrive l’autore<br />

nell’introduzione - derivano da me<strong>di</strong>tazioni<br />

fatte al noviziato delle Case<br />

della Carità, alle Missionarie dell'Immacolata-padre<br />

Kolbe <strong>di</strong> Bologna<br />

e alle parrocchie in cui ho prestato<br />

servizio. Non sono un esegeta,<br />

non ho le competenze per fare un<br />

commento biblico scientificamente<br />

corretto”. Semplicemente, “ho immaginato<br />

Gesù in visita ai vari reparti<br />

<strong>di</strong> un ospedale”.<br />

“I vangeli - è sempre don Burani che<br />

scrive - narrano tanti incontri <strong>di</strong> Gesù<br />

con persone ammalate: lebbrosi,<br />

ciechi, sordomuti, paralitici.... Gesù<br />

incontra le persone sofferenti, si lascia<br />

incontrare da loro ed educare alla misericor<strong>di</strong>a rendendosi<br />

partecipe della loro debolezza. I miracoli <strong>di</strong> Gesù, e nello<br />

specifico le guarigioni, sono azioni simboliche che riassumono<br />

in sé <strong>di</strong>verse valenze. La cura e la guarigione <strong>di</strong> un ammalato<br />

rivelano che in Gesù è presente un potere speciale, che<br />

in lui è presente la potenza <strong>di</strong> Dio. Nello stesso tempo ci viene<br />

annunciato che la potenza <strong>di</strong> Dio è misericor<strong>di</strong>a, è amore<br />

che incontra e sana l'uomo, è salvezza che coinvolge tutta<br />

la persona. I miracoli <strong>di</strong> Gesù sono la manifestazione del<br />

<strong>di</strong>ffondersi del Regno <strong>di</strong> Dio e annunciano il compimento<br />

delle attese messianiche”.<br />

“Ho colto negli incontri <strong>di</strong> Gesù con gli ammalati una valenza<br />

simbolica e <strong>di</strong>verse linee <strong>di</strong> interpretazione si uniscono:<br />

VILLA MINOZZO. Lacrime e abbracci, dopo 15 anni insieme<br />

“ARRIVEDERCI, SUOR TERSILLA!”<br />

Messe cantate, il Presepe vivente, le Missioni al popolo, la<br />

Compagnia teatrale «degli Instabili» (a nome della quale<br />

Benedetto Valdesalici ha salutato con affetto suor Tersilla),<br />

la «Passio Marie»... Anche la Croce Verde - il presidente e i<br />

suoi volontari - hanno voluto omaggiarla. "Quin<strong>di</strong>ci anni<br />

- ha letto un fedele in chiesa, a nome della comunità - costituiscono<br />

una buona parte della nostra esistenza terrena,<br />

ognuno <strong>di</strong> noi ti sente parte della sua <strong>vita</strong>... Resteremo vicini<br />

anche se siamo chiamati a nuovi e <strong>di</strong>fferenti percorsi:<br />

terreni nuovi in cui seminare, perle e tesori da cercare. Tu<br />

lo sai <strong>di</strong> avere trovato il tesoro, Dio in Gesù, e tale incontro<br />

con Lui è così totalizzante... che <strong>di</strong>venta possibile e 'logico'<br />

perdere tutto il resto... Ti abbracciamo con gioia".<br />

Anche suor Tersilla ha voluto esprimere la sua riconoscenza.<br />

"Carissimi fratelli e sorelle, è giunto il momento<br />

della mia partenza... Dopo quin<strong>di</strong>ci anni vissuti<br />

insieme a voi, con<strong>di</strong>videndo problemi, preoccupazioni,<br />

dolori, sofferenze e <strong>di</strong>fficoltà, ma anche momenti <strong>di</strong><br />

gioia, è <strong>di</strong>fficile lasciarsi... Chiedo scusa per il bene che non<br />

ho fatto e che aspettavate da me, e perdono se in qualche<br />

modo fossi stata motivo <strong>di</strong> sofferenza per qualcuno...Vi ho<br />

amato tutti in<strong>di</strong>stintamente <strong>di</strong> un amore sincero e <strong>di</strong>sinteressato,<br />

sentendovi come fratelli; ho amato la scuola, i vostri<br />

bambini, i vostri ragazzi come se mi appartenessero,<br />

come fossero miei... Il mio assillante desiderio in questi anni<br />

è stato quello <strong>di</strong> unire,<br />

creare unità; non si può essere<br />

una vera comunità cristiana<br />

se si è <strong>di</strong>visi e in contrasto.<br />

Non perdete mai <strong>di</strong><br />

vista questo meraviglioso<br />

obiettivo, unica e vera testimonianza<br />

della presenza <strong>di</strong><br />

Cristo... Sono commossa per<br />

le tante manifestazioni <strong>di</strong><br />

affetto che in questi giorni<br />

mi avete <strong>di</strong>mostrato... Parto<br />

portandovi tutti nel cuore.<br />

Assicuro per ognuno un ricordo<br />

nella preghiera perché<br />

il Signore... vi protegga<br />

nel vostro cammino e vi<br />

conceda salute e pace.Vi affido<br />

a Maria".<br />

Suor Tersilla<br />

• scopriamo l'amore <strong>di</strong> Dio per gli<br />

ammalati nella loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

sofferenza;<br />

• scopriamo chi è Gesù nel suo manifestarsi;<br />

• consideriamo la valenza psicologica<br />

della malattia;<br />

• consideriamo le malattie fisiche come<br />

simbolo <strong>di</strong> quelle spirituali;<br />

• ve<strong>di</strong>amo negli ammalati i <strong>di</strong>scepoli<br />

che devono essere sanati, liberati<br />

per poter seguire Gesù”.<br />

“Queste <strong>di</strong>mensioni, e anche altre,<br />

entrano nella mia interpretazione del<br />

testo, talvolta sovrapponendosi le<br />

une sulle altre o contrapponendosi:<br />

la ricchezza della parola <strong>di</strong> Dio genera<br />

una pluralità <strong>di</strong> significati; le nostre<br />

interpretazioni non sempre sono<br />

corrette ma le inseriamo nella nostra<br />

storia <strong>di</strong> ricchezze e limiti, nella ricerca<br />

dell'incontro con Dio”.<br />

Il percorso è, dunque, un viaggio nei<br />

reparti <strong>di</strong> un ospedale in compagnia del Gesù del Vangelo <strong>di</strong><br />

Marco: geriatria e me<strong>di</strong>cina (la suocera <strong>di</strong> Simone: 1,29-31);<br />

infettivi (la preghiera <strong>di</strong> Gesù e la guarigione del lebbroso:<br />

1,35-45), ortope<strong>di</strong>a (paralisi, guarigione e perdono: 2,1-12),<br />

neurologia (l’uomo dalla mano inari<strong>di</strong>ta: 3,1-6), pe<strong>di</strong>atria (la<br />

figlia <strong>di</strong> Giairo: 5,21-24.35-43), ginecologia (l’emorroissa:<br />

5,24b-34), oculistica (la guarigione del cieco a Betzaida: 8,22-<br />

26; il cieco <strong>di</strong> Gerico: 10,46-52).<br />

Il testo conserva tutta la freschezza e la semplicità <strong>di</strong> una comunicazione<br />

orale: come tale risulta <strong>di</strong> agile - spesso go<strong>di</strong>bile<br />

- lettura, come sa e apprezza chi è solito ascoltare la parola<br />

chiara e accattivante <strong>di</strong> don Gabriele Burani, esegeta tutt’altro<br />

che inesperto.<br />

1978 - 2008<br />

MONTINI: IL PAPA<br />

DI UN POST-CONCILIO<br />

DIFFICILE ED ESALTANTE Primavera e tempesta <strong>di</strong> un papato<br />

"<br />

Noi moderni vogliamo<br />

il Cristo<br />

del Vangelo e<br />

nessun altro Cristo".<br />

Il sasso era lanciato e un giovanotto<br />

si... fiondava nel<br />

mondo del giornalismo:<br />

1918, fromboliere Battista<br />

Montini, esor<strong>di</strong>ente sul primo<br />

numero del giornale fondato<br />

con alcuni giovani amici,<br />

la "Fionda" appunto. Istinti<br />

bellicosi, degni <strong>di</strong> un guerrafondaio<br />

o <strong>di</strong> un istrione?<br />

Buon sangue non mente: a<br />

ventuno anni il rampollo <strong>di</strong><br />

un famoso giornalista si lancia;<br />

con proiettili <strong>di</strong> carta<br />

stampata ma la fionda - e lo<br />

sanno tutti - con una buona<br />

mira non perdona, colpisce.<br />

Lo sguardo del giovanotto era<br />

magnetico, coglieva tutto e<br />

tutto valutava: due occhi azzurri<br />

intensi e ardenti.<br />

Un Davide del XX secolo?<br />

Con sassi tramutati in parole<br />

e pensieri, svuotati dal potere<br />

violento ed intrisi del germe<br />

evangelico. Battista da tre<br />

anni era seminarista esterno...<br />

per cagionevole salute.<br />

Chi l'avrebbe mai detto che<br />

quel ragazzo, magro e malaticcio,<br />

avrebbe potuto portare<br />

non solo il peso <strong>di</strong> una <strong>vita</strong><br />

sacerdotale, ma anche quello<br />

<strong>di</strong> una <strong>vita</strong>, logorante e faticosa,<br />

da Papa?<br />

Un sasso della fionda cartacea<br />

<strong>di</strong> quei tempi apre uno<br />

spiraglio sul futuro inimmaginabile,<br />

mentre Battista<br />

stendeva sul foglio, con scrittura<br />

minuta e nitida, quanto<br />

in seguito avrebbe a lungo<br />

me<strong>di</strong>tato, soppesato e...<br />

scontato: "Guai a chi abusa<br />

della <strong>vita</strong>. Quando la creatrice<br />

mano <strong>di</strong> Dio delineava in<br />

un or<strong>di</strong>ne meraviglioso i confini<br />

della <strong>vita</strong>, poneva altresì<br />

custode <strong>di</strong> questi confini la<br />

morte, vin<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> quanti li<br />

avrebbero varcati in cerca <strong>di</strong><br />

<strong>vita</strong> più ampia, <strong>di</strong> felicità<br />

maggiore". Insieme Dna e<br />

imprinting, con lo Spirito che<br />

se la rideva e cominciava a<br />

collezionare i tiri <strong>di</strong> quel<br />

fromboliere <strong>di</strong> carta, nutrito<br />

Questo il ricordo che <strong>di</strong> Papa Paolo VI ha<br />

fatto Benedetto XVI all'Angelus <strong>di</strong> domenica<br />

3 agosto, a Bressanone:<br />

"Ora, cari amici, vi invito<br />

a fare insieme<br />

con me memoria devota<br />

e filiale del Servo<br />

<strong>di</strong> Dio, il Papa Paolo<br />

VI, <strong>di</strong> cui, fra tre giorni,<br />

commemoreremo<br />

il 30° anniversario<br />

della morte. Era infatti<br />

la sera del 6 agosto<br />

1978 quando egli rese<br />

lo spirito a Dio; la sera<br />

della festa della<br />

Trasfigurazione <strong>di</strong><br />

Gesù, mistero <strong>di</strong> luce<br />

<strong>di</strong>vina che sempre<br />

esercitò un fascino<br />

singolare sul suo animo.<br />

Quale supremo<br />

Pastore della <strong>Chiesa</strong>,<br />

Paolo VI guidò il popolo<br />

<strong>di</strong> Dio alla contemplazione<br />

del volto<br />

<strong>di</strong> Cristo, Redentore<br />

dell’uomo e Signore della storia. E proprio<br />

l’amorevole orientamento della mente e del<br />

cuore verso Cristo fu uno dei car<strong>di</strong>ni del<br />

Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale<br />

che il venerato mio predecessore<br />

Giovanni Paolo II ere<strong>di</strong>tò e rilanciò nel<br />

grande Giubileo del 2000. Al centro <strong>di</strong> tutto,<br />

sempre Cristo: al centro delle Sacre Scrittu-<br />

6 agosto ,Festa della Trasfigurazione: 30 anni dalla morte <strong>di</strong> Paolo VI<br />

Foto 1: lo storico incontro con Atenagora, Patriarca ortodosso <strong>di</strong> Costantinopoli (1964). Foto 2: il <strong>di</strong>scorso all'Onu (1965). Foto 3: col<br />

card. Wojtyla, futuro papa Giovanni Paolo II. Foto 4: impone il berretto car<strong>di</strong>nalizio a Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI. Foto<br />

5: con Ratzinger, allora arcivescovo <strong>di</strong> Monaco <strong>di</strong> Baviera. Foto 6: mons. Luciano Monari, Vescovo <strong>di</strong> Brescia, la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> G. B. Montini.<br />

e mosso solo dal fuoco del<br />

messaggio del Signore Gesù:<br />

carità intellettuale in un indagatore<br />

della fede.<br />

Due le cinghie della<br />

fionda: chiarezza <strong>di</strong><br />

idee sul bersaglio e<br />

carità evangelica con la persona.<br />

"Lascia andare il capo<br />

trattenuto con il pollice e la<br />

carta parte per la tangente",<br />

sembra il motto <strong>di</strong> "Giemmebi",<br />

giovane assistente della<br />

Fuci.<br />

Un fromboliere con la linea<br />

<strong>di</strong> reticolo sempre in ampliamento:<br />

"Vivere con la fede, e<br />

non <strong>di</strong> fede, non basta; anzi<br />

questa concomitanza può ritorcersi<br />

in una grave respon-<br />

sabilità e in un'accusa: il<br />

mondo spesso la lancia verso<br />

l'uomo che si <strong>di</strong>ce cristiano e<br />

non vive da cristiano". Con<br />

una certezza incrollabile che<br />

rendeva lieto il quoti<strong>di</strong>ano:<br />

"Tu hai <strong>di</strong>sposto le tappe del<br />

mio cammino".<br />

La fionda rotea e fischia...:<br />

• Concilio Vaticano II: la<br />

<strong>Chiesa</strong> si interroga e si rinnova<br />

ma "aspettavamo la pri-<br />

Bressanone. L’Angelus <strong>di</strong> Benedetto XVI per il 30° <strong>di</strong> Paolo VI<br />

CRISTO AL CENTRO DEL CONCILIO E DELLA CHIESA<br />

mavera ed è venuta la tempesta".<br />

• Terra Santa, 6 gennaio<br />

1964: "Il Patriarca Ecumenico<br />

<strong>di</strong> Costantinopoli, Atenagora,<br />

con ben un<strong>di</strong>ci metro-<br />

"Vivere con la fede,e non <strong>di</strong> fede,non basta;<br />

anzi questa concomitanza può ritorcersi<br />

in una grave responsabilità e in un'accusa:<br />

il mondo spesso la lancia verso l'uomo che<br />

si <strong>di</strong>ce cristiano e non vive da cristiano" (Paolo VI)<br />

re e della Tra<strong>di</strong>zione, nel cuore della <strong>Chiesa</strong>,<br />

del mondo e dell’intero universo.<br />

La Divina Provvidenza chiamò Giovanni<br />

Battista Montini dalla Cattedra <strong>di</strong> Milano a<br />

quella <strong>di</strong> Roma nel<br />

momento più delicato<br />

del Concilio –<br />

quando l’intuizione<br />

del beato Giovanni<br />

XXIII rischiava <strong>di</strong> non<br />

prendere forma.<br />

Come non ringraziare<br />

il Signore per la sua<br />

feconda e coraggiosa<br />

azione pastorale?<br />

Man mano che il nostro<br />

sguardo sul passato<br />

si fa più largo e<br />

consapevole, appare<br />

sempre più grande,<br />

<strong>di</strong>rei quasi sovrumano,<br />

il merito <strong>di</strong> Paolo<br />

VI nel presiedere l’Assise<br />

conciliare, nel<br />

condurla felicemente<br />

a termine e nel governare<br />

la movimentata<br />

fase del post-Concilio.<br />

Potremmo veramente <strong>di</strong>re, con l’apostolo<br />

Paolo, che la grazia <strong>di</strong> Dio in lui “non è stata<br />

vana” (cfr 1 Cor 15,10): ha valorizzato le<br />

sue spiccate doti <strong>di</strong> intelligenza e il suo<br />

amore appassionato alla <strong>Chiesa</strong> ed all’uomo.<br />

Mentre ren<strong>di</strong>amo grazie a Dio per il dono<br />

<strong>di</strong> questo grande Papa, ci impegniamo a<br />

far tesoro dei suoi insegnamenti".<br />

1 2<br />

3 4<br />

politi è venuto incontro a me<br />

e ha voluto abbracciarmi come<br />

si abbraccia un fratello,<br />

ha voluto stringermi la mano<br />

e condurmi lui la mano nella<br />

mano nel salotto in cui si do-<br />

Trent’anni or sono il 6 agosto 1978, festa della<br />

Trasfigurazione del Signore, moriva Paolo VI,<br />

nativo <strong>di</strong> Concesio in provincia <strong>di</strong> Brescia. Divenuto<br />

vescovo nel 1954, scelse come motto<br />

episcopale “In nomine Domini”, cioè: nel nome<br />

del Signore. Una puntuale lettura ed interpretazione<br />

<strong>di</strong> tale scelta viene proposta da<br />

mons. Luciano Monari, ora vescovo <strong>di</strong> Brescia<br />

- la <strong>di</strong>ocesi natale <strong>di</strong> Giovanni<br />

Battista Montini –<br />

nell’ultimo “Notiziario dell’Istituto<br />

Paolo VI”. Sono<br />

poche pagine, ma molto<br />

intense e ricche <strong>di</strong> riferimenti<br />

biblici, che giungono<br />

provvidenziali alla vigilia<br />

del trentennale della<br />

morte del Papa, che portò a<br />

termine il Concilio, guidò<br />

il rinnovamento liturgico e<br />

si rivolse agli “uomini delle<br />

Brigate Rosse” perché liberassero<br />

Moro, per comprendere<br />

la logica del suo<br />

ministero.<br />

Mons. Monari, sulla scorta<br />

<strong>di</strong> un appunto dello stesso<br />

Montini - documento che e<strong>vita</strong> fantasiose interpretazioni<br />

- innanzitutto precisa che nella<br />

scelta del proprio motto episcopale ciascun vescovo<br />

coglie un aspetto privilegiato della propria<br />

<strong>vita</strong>, del personale rapporto con Dio, “quasi<br />

un punto <strong>di</strong> osservazione a partire dal quale<br />

egli desidera dare unità e significato a tutti i <strong>di</strong>versi<br />

aspetti della sua esperienza <strong>di</strong> fede e del<br />

suo ministero episcopale”. Giovanni Battista<br />

vevano scambiare alcune parole...".<br />

• 1965, all'Onu: il fragile fisico<br />

<strong>di</strong> Paolo VI è scosso da un<br />

grido possente: "Non più la<br />

guerra, non più la guerra! La<br />

pace, la pace!".<br />

• 1966, Catechismo olandese<br />

e <strong>di</strong>ssenso <strong>di</strong> mons. Lefebvre<br />

<strong>di</strong> fronte alla nuova liturgia<br />

della Messa: due gran<strong>di</strong> lacerazioni<br />

fra quelle quoti<strong>di</strong>ane...<br />

• 1968, "Credo del Popolo <strong>di</strong><br />

Dio": il card. Poupard ha precisato:<br />

"Credere e trasmettere<br />

la fede sono stati in Paolo<br />

VI nel cuore della sua <strong>vita</strong> <strong>di</strong><br />

credente, del suo apostolato<br />

<strong>di</strong> sacerdote, del suo magistero<br />

<strong>di</strong> arcivescovo e <strong>di</strong> suc-<br />

cessore <strong>di</strong> Pietro". Nella passione<br />

più ardente e fiduciosa,<br />

con intelligenza lucida e perspicace<br />

nelle contrastanti<br />

opinioni e vicende dell'era<br />

contemporanea.<br />

• "Humanae Vitae": quanta<br />

amarezza gli suscitò dal 25<br />

luglio 1968 in cui fu promulgata:<br />

"Non mai abbiamo sentito<br />

come in questa occasione<br />

il peso del nostro ufficio".<br />

Il card. Journet commentò:<br />

"Il Papa non ha preso la sua<br />

decisione per compiacere i<br />

tanti, ma <strong>di</strong> fronte a Dio, con<br />

gli occhi negli occhi <strong>di</strong> Gesù.<br />

Solo, come nell'orto degli<br />

Ulivi".<br />

Il peso della fionda <strong>di</strong>venta<br />

sempre più carico e<br />

Paolo VI sempre più sottile,<br />

solo gli occhi non demordono,<br />

mentre i proiettili <strong>di</strong><br />

carta della fionda sibilano<br />

sempre più pesantemente:<br />

• 1970, la legge del <strong>di</strong>vorzio,<br />

con le sue pesanti ripercussioni.<br />

• 1975, Cappella Sistina: con<br />

una decisione del tutto personale<br />

Paolo VI si inginocchiò<br />

davanti al metropolita<br />

Melitone, gli baciò i pie<strong>di</strong>. Fu<br />

la sua risposta alla richiesta...<br />

del 1439: il Patriarca ortodosso<br />

<strong>di</strong> Costantinopoli avrebbe<br />

dovuto baciare il piede del<br />

Papa e non lo fece.<br />

• 1978, Legge 194: normativa<br />

sull'aborto con la trage<strong>di</strong>a<br />

dell'uccisione dei piccoli<br />

inermi.<br />

Il testimone e maestro della<br />

fede ci lascia ine<strong>di</strong>to un<br />

messaggio nella Solennità<br />

della Trasfigurazione, perché<br />

ormai è trasfigurato:<br />

"Una sorte incomparabile ci<br />

attende, se avremo fatto onore<br />

alla nostra vocazione cristiana:<br />

se saremo vissuti nella<br />

logica consequenzialità <strong>di</strong><br />

parole e <strong>di</strong> comportamento,<br />

che gli impegni del nostro<br />

battesimo ci impongono".<br />

Cristiana Dobner<br />

carmelitana scalza<br />

Brescia. Il vescovo Monari ricorda l’illustre figlio della sua <strong>di</strong>ocesi<br />

IL MOTTO DI PAPA MONTINI: “IN NOMINE DOMINI”<br />

Montini con il motto “nel nome del Signore” affermava<br />

<strong>di</strong> riporre tutta la sua fiducia esclusivamente<br />

nell’assistenza <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> rinunciare a<br />

trovare in se stesso o nelle forze del mondo il sostegno<br />

per la sua opera <strong>di</strong> vescovo; quin<strong>di</strong> “tutto<br />

riferire al Signore e tutto derivare da lui”. Così<br />

l’arcivescovo Montini intendeva l’episcopato:<br />

il suo ministero poteva ricevere la forza solo da<br />

Dio e non dal mondo e<br />

dalle sue potenze. Tale atteggiamento,<br />

osserva ancora<br />

“don” Luciano Monari<br />

nella sua acuta analisi, richiede<br />

un processo continuo<br />

<strong>di</strong> purificazione ”perché<br />

le motivazioni spurie,<br />

che facilmente si inseriscono<br />

nelle azioni dell’uomo,<br />

vengano smascherate e superate<br />

in modo che l’intenzione<br />

sia sempre a onore<br />

del Signore”. Esso si accompagna<br />

ad una profonda<br />

fiducia nella sapienza e<br />

nella forza con cui Dio governa<br />

la storia. Il vescovo<br />

Monari, che è anche vicepresidente<br />

della CEI, aggiunge questa annotazione<br />

<strong>di</strong> valore universale: l’affermazione che<br />

tutto viene da Dio dà al vescovo un atteggiamento<br />

<strong>di</strong> profonda fiducia nel Signore - quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> rifiuto <strong>di</strong> ogni autosufficienza - e <strong>di</strong> umile fierezza<br />

“nel riconoscimento che attraverso il niente<br />

che noi siamo passa il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> salvezza <strong>di</strong><br />

Dio”.<br />

Giuseppe Adriano Rossi


10<br />

9 agosto 2008<br />

MORIVA IL 9 AGOSTO 1988<br />

SABATO 9 AGOSTO, ORE 18.30,<br />

S. MESSA DI SUFFRAGIO<br />

IN S. GIORGIO A SASSUOLO<br />

Sarà commemorato a Sassuolo<br />

sabato 9 agosto, alle 18.30,<br />

nella chiesa <strong>di</strong> San Giorgio,<br />

con una Messa <strong>di</strong> suffragio<br />

nel 20° anniversario<br />

dell'improvvisa scomparsa.<br />

In ricordo del compianto<br />

don ERCOLE MAGNANI,<br />

che a Sassuolo fu dal 1956<br />

<strong>di</strong>rettore dell'Oratorio Don<br />

Bosco, poi, dal '75, vicario<br />

parrocchiale e infine, dal 1982,<br />

parroco <strong>di</strong> S. Giorgio, è stato<br />

pubblicato un volume,<br />

a cura degli amici e<br />

collaboratori, che sarà<br />

ufficialmente presentato<br />

alle 17 <strong>di</strong> sabato 13 settembre,<br />

in occasione della venuta a<br />

Sassuolo del card. Camillo<br />

Ruini, che alle 18.30<br />

presiederà la concelebrazione<br />

eucaristica a ricordo dei suoi<br />

25 anni <strong>di</strong> episcopato.<br />

Nelle tre foto in questa pagina:<br />

don Ercole col giovane Luciano<br />

Monari nel cortile dell’Oratorio<br />

Don Bosco, pochi giorni prima<br />

del suo ingresso in seminario;<br />

don Ercole all'altare e,<br />

sotto, in un tipico<br />

atteggiamento <strong>di</strong> preghiera.<br />

"Sulla tua parola getterò le reti"<br />

( Lc 5,5).<br />

Quante ne gettò <strong>di</strong> reti<br />

don Ercole, con quelle<br />

sue mani da gigante<br />

buono e quel suo cuore<br />

smisuratamente grande<br />

che lo spingeva ad “andare al<br />

largo” raccogliendo l’invito<br />

del Suo Signore; “Duc in altum!”.<br />

Una pesca fruttuosa<br />

Con Pietro, poi, aveva in<br />

comune la “specialità”<br />

delle chiavi: ne perdeva<br />

e ritrovava in continuazione<br />

mazzi rumorosi e compositi.<br />

Anche a lui, senza dubbio,<br />

come al pescatore <strong>di</strong> Galilea,<br />

toccarono notti infruttuose,<br />

ma ogni volta seppe salpare<br />

senza paura, per riprendere<br />

con fiducia la pesca: nell’Oratorio<br />

Don Bosco con i suoi<br />

ragazzi, nella Parrocchia <strong>di</strong><br />

San Giorgio, <strong>di</strong> cui fu parroco,<br />

nell’accoglienza degli immigrati<br />

e poi degli extracomunitari,<br />

come assistente<br />

Onarmo nelle fabbriche, impegnato<br />

nell’aiuto a parrocchie<br />

e chiese sorelle (in Polonia<br />

come in Camerun o nell’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale...): intra<br />

moenia ed extra moenia.<br />

Nella Sassuolo ricca <strong>di</strong> materie<br />

prime e <strong>di</strong> gente intraprendente,<br />

fervente <strong>di</strong> ceramiche,<br />

<strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> piastrelle,<br />

seppe chiedere e ottenere<br />

generosi contributi in pensieri,<br />

parole, opere e... soldoni:<br />

in primis per l’Oratorio<br />

nuovo, ma anche per tutte le<br />

forme <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />

che inventava o,<br />

dove già esistevano, valorizzava,<br />

accompagnando la co-<br />

Sassuolo. 20° <strong>di</strong> don Ercole Magnani<br />

Don Ercole, il dono <strong>di</strong> un "grande" prete<br />

A 20 anni dalla prematura scomparsa,un volume su don Ercole Magnani<br />

Un breve profilo <strong>di</strong> don Ercole, morto per <strong>di</strong>fficoltà car<strong>di</strong>ache il 9 agosto 1988, all’età <strong>di</strong> 50 anni<br />

TRENTADUE ANNI A SASSUOLO, FRA ORATORIO E PARROCCHIA DI S. GIORGIO<br />

Quinto dei sei figli <strong>di</strong> Giuseppe Magnani e Lina<br />

Bertacchi, Ercole nasce giovedì 16 gennaio<br />

1930 a Montecavolo <strong>di</strong> Quattro Castella (Reggio<br />

Emilia), dove la famiglia risiede con gli zii<br />

paterni Angiola e Pellegrino. Nel 1934 la famiglia<br />

si trasferisce a Reggio per dar modo ai<br />

figli più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> frequentare la scuola me<strong>di</strong>a;<br />

l’abitazione è prima in via Ferrari Bonini, poi<br />

in via Roma e da ultimo in via Mascagni.<br />

II piccolo Ercole già <strong>di</strong>mostra spiccato interesse<br />

per l’ambiente religioso e per la <strong>Chiesa</strong>: la<br />

zia Angiola, "perpetua" a Compiano, asseconda<br />

e cerca <strong>di</strong> coltivare questa spontanea attrazione<br />

che, durante gli anni delle elementari,<br />

comincia a manifestarsi come vera vocazione<br />

al sacerdozio.<br />

Ercole entra nel seminario <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Marola<br />

nel 1940 per frequentare la 1 a me<strong>di</strong>a (allora<br />

I ginnasio) e il corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> prosegue regolarmente<br />

nonostante gli anni <strong>di</strong> guerra. Al termine<br />

dell’anno scolastico 1947-’48 consegue<br />

il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> maturità classica, presentandosi<br />

come privatista al Liceo Ariosto <strong>di</strong> Reggio.<br />

In seminario, dove <strong>di</strong>viene ben presto riferimento<br />

per gli amici seminaristi, sia per l’uma-<br />

munità nel prendere a cuore<br />

le nuove e antiche povertà,<br />

con grande “fantasia della carità”.<br />

Il suo essere "tanto",<br />

come uomo e come prete<br />

Per sé era <strong>di</strong> una povertà<br />

francescana: come “gli<br />

uccelli dell’aria e i gigli<br />

del campo” si abbandonava<br />

alla Provvidenza.<br />

Sapeva <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico e<br />

stu<strong>di</strong>ava giurisprudenza: una<br />

sorpresa il prete universitario!<br />

Le sue omelìe ci apparvero<br />

nuove nel fraseggio e nello<br />

spessore: con attenzione alla<br />

città degli uomini e in ascol-<br />

to della cultura del mondo,<br />

non rinunciava alla trascendenza<br />

del Vangelo.<br />

Valorizzò la liturgìa, tenendo<br />

per sé il ruolo <strong>di</strong> cerimoniere<br />

nelle celebrazioni. Ben presto<br />

capimmo che in questo era<br />

motivato non dalla ricerca <strong>di</strong><br />

spettacolarità, bensì dall’intento<br />

<strong>di</strong> educarci al vero senso<br />

della liturgìa cristiana e<br />

dalla sensibilità ai fermenti<br />

che erano nell’aria anche prima<br />

della riforma liturgica del<br />

Vaticano II.<br />

Difficile <strong>di</strong>re cose che non<br />

siano state dette: sul suo essere<br />

“tanto”, come uomo e<br />

come sacerdote; sul suo non<br />

“Tra le miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> foto dei suoi 32 anni<br />

a Sassuolo non mancano quelle in cui stava<br />

pregando:in intenso raccoglimento,<br />

le “manone”giunte o le braccia allargate<br />

a ringraziare,ad accettare,a chiedere...”<br />

saper <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no a nessuno;<br />

sulle piccole vanità e le innocenti<br />

presunzioni <strong>di</strong> cui egli<br />

stesso sorrideva; sul suo essere<br />

“avanti” nel <strong>di</strong>scerni-<br />

nità generosa che per lo spirito pronto, ricopre,<br />

negli ultimi anni <strong>di</strong> frequenza, la carica <strong>di</strong> "prefetto",<br />

cioè <strong>di</strong> accompagnatore ed educatore<br />

dei seminaristi minori.<br />

Riceve l'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale il 28 giugno<br />

del 1953, insieme a don Remo Carri, nella cattedrale<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia, dalle mani del vescovo<br />

mons. Beniamino Socche.<br />

Inviato come "curato" nella parrocchia <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>ano,<br />

dopo pochi mesi, il 14 <strong>di</strong>cembre 1953<br />

è parroco <strong>di</strong> Coriano e contemporaneamente<br />

coa<strong>di</strong>utore a Minozzo, dove è parroco don Venerio<br />

Fontana. Nel 1956 viene trasferito a Sassuolo<br />

come <strong>di</strong>rettore dell’Oratorio Don Bosco,<br />

poi sarà coa<strong>di</strong>utore della parrocchia <strong>di</strong> San<br />

Giorgio dal 1975, con <strong>di</strong>ritto alla successione,<br />

e <strong>di</strong>venterà parroco nel 1982 dopo il ritiro <strong>di</strong><br />

mons. Zelindo Pellati.<br />

Muore a Sassuolo, improvvisamente, il 9 agosto<br />

1988.<br />

Nel 1954 si era iscritto alla facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza<br />

dell’Università <strong>di</strong> Bologna ma, dati<br />

i numerosi e intensissimi impegni pastorali, non<br />

riuscì mai a conseguire la laurea, nonostante<br />

avesse sostenuto un certo numero <strong>di</strong> esami.<br />

mento pastorale e nella <strong>di</strong>sponibilità<br />

a “conversioni<br />

pastorali”, fossero esse suggerite<br />

dal Concilio o dalla<br />

lettura illuminata dei segni<br />

dei tempi.<br />

In<strong>di</strong>menticabile la sua mozzetta<br />

porpora sulla cotta <strong>di</strong><br />

tulle ricamato, come pure il<br />

modo con cui interveniva sul<br />

microfono quando "Monsignore"<br />

(mons. Zelindo Pellati)<br />

si <strong>di</strong>lungava…<br />

Prete d'azione<br />

e <strong>di</strong> preghiera<br />

Quando venne a Sassuolo,<br />

ci trovò ragazzi<br />

e ci vide man mano fidanzati<br />

e giovani spo-<br />

si, padri e madri <strong>di</strong> famiglia,<br />

sparsi nelle giovani parrocchie<br />

che andavano nascendo<br />

nella periferia.<br />

Con noi ragazze era quasi rude:<br />

erano i tempi in cui i sacerdoti<br />

tutelavano il loro celibato<br />

fuggendo le occasioni.<br />

Per anni lo conoscemmo un<br />

po’ “da lontano”, come prete<br />

dei nostri amici, dei nostri<br />

fratelli, dei nostri futuri fidanzati.<br />

Avevamo un nostro<br />

prete (prima don Raffaele<br />

Ferrari e poi don Pellegrino<br />

Tognoni) e trovavamo ospitalità<br />

all’Istituto San Giuseppe:<br />

all’Oratorio ci era concesso il<br />

cinema domenicale col talento<br />

del dopo “bene<strong>di</strong>zione”,<br />

al pomeriggio.<br />

Battibeccavamo con don Ercole<br />

all’infinito, convinte che<br />

tenesse per i “suoi”; poi vennero<br />

i tempi del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />

anche per noi all’Oratorio,<br />

con iniziative pastorali<br />

e catechesi comuni<br />

per i due sessi.<br />

Tra le miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> foto che lo ritraggono<br />

nei 32 anni passati a<br />

Sassuolo - nella liturgìa, nella<br />

carità, nella catechesi, nel<br />

servizio alla gioia e alla speranza<br />

<strong>di</strong> ogni uomo, nelle avventurose<br />

gite all’estero su<br />

un “torpedone” stracarico <strong>di</strong><br />

oratoriani, all’Abetina Reale<br />

o in Val Daone, alla mensa del<br />

Lavoratore, all’Ostello per gli<br />

immigrati, o seduto ad improbabili<br />

tavolini su se<strong>di</strong>e per<br />

lui sempre troppo piccole… -<br />

non mancano quelle in cui<br />

stava pregando: con gli occhi<br />

chiusi, in intenso raccoglimento,<br />

le “manone” giunte o<br />

le braccia allargate a ringraziare,<br />

ad accettare, a chiedere<br />

perché, a <strong>di</strong>re “Signore, se tu<br />

fossi stato qui...”.<br />

Non c’è quella in cui, il 9 agosto<br />

del 1988, <strong>di</strong>sse: “Ecco, io<br />

vengo” (Salmo 40).<br />

In una sinfonia <strong>di</strong> preti<br />

tutti preziosi<br />

Il cielo ha donato a Sassuolo<br />

gran<strong>di</strong> e santi sacerdoti.<br />

Sarebbe sterile il<br />

nostro ricordo se non comprendesse<br />

nel suo abbraccio<br />

<strong>di</strong> affetto e riconoscenza tutti<br />

quelli che abbiamo avuto<br />

prima, durante e dopo don<br />

Ercole. Quelli che ne hanno<br />

compreso le capacità e gli<br />

hanno spianato la strada,<br />

quelli che con umiltà gli hanno<br />

magari ceduto il passo,<br />

quelli che avevano già preparato<br />

il terreno, quelli che hanno<br />

“gettato le reti” con lui,<br />

quelli che con coraggio e spirito<br />

<strong>di</strong> servizio ne hanno raccolto<br />

la grande quanto impegnativa<br />

ere<strong>di</strong>tà, quelli che la<br />

Provvidenza ha condotto ad<br />

altri li<strong>di</strong> e ad alti incarichi,<br />

quelli che la gente vorrebbe<br />

“santo subito”...<br />

Grazie Signore, perché nella<br />

<strong>Chiesa</strong> ci vuoi non strumenti<br />

solisti, ma splen<strong>di</strong>da sinfonia.<br />

Pellegrina Pinelli<br />

testimonianza<br />

per il volume su don Ercole


CONTRATTO NAZIONALE DEL COMMERCIO<br />

Nel rinnovo del contratto<br />

nazionale del commercio<br />

si è giunti ad<br />

una intesa per ora firmata separatamente<br />

solo da Cisl e Uil,<br />

mentre la Cgil si è smarcata.<br />

Uno dei punti cal<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />

riguarda il lavoro domenicale.<br />

L'intesa raggiunta prevede<br />

l'obbligatorietà del lavoro<br />

domenicale non solo per le<br />

13 domeniche previste dalla<br />

legge Bersani nel 1998, ma anche<br />

per il 30% delle domeniche<br />

che le Regioni e i Comuni<br />

decidono <strong>di</strong> aprire. Si tratta <strong>di</strong><br />

una norma nazionale che non<br />

può essere <strong>di</strong>sattesa nelle<br />

contrattazioni aziendali e territoriali.<br />

Avere così sancito il<br />

principio della obbligatorietà<br />

del lavoro domenicale non va<br />

certamente nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

una maggiore tutela del riposo<br />

domenicale.<br />

Certo è molto importante<br />

l'esenzione dal lavoro<br />

prevista per madri o<br />

padri con bambini sino a 3 anni<br />

e per i lavoratori che assistono<br />

portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap o<br />

persone non autosufficienti. È<br />

pure apprezzabile la preoccupazione<br />

<strong>di</strong> limitare il numero<br />

<strong>di</strong> domeniche obbligatorie per<br />

ragazzi e ragazze assunti con<br />

l'obbligatorietà del lavoro domenicale.<br />

Basterà questo a<br />

impe<strong>di</strong>re assunzioni con l'obbligo<br />

del lavoro domenicale?<br />

Ciò che deve molto<br />

preoccupare è avere <strong>di</strong><br />

fatto introdotto il lavoro<br />

domenicale come orario <strong>di</strong><br />

lavoro normale, obbligatorio<br />

anche per i lavoratori assunti<br />

con un contratto che escludeva<br />

tale obbligatorietà per i <strong>di</strong>pendenti<br />

del commercio.<br />

Sotto questo aspetto il rinnovo<br />

del contratto per il commercio<br />

appare come un'occasione<br />

persa: la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> valori importanti<br />

comporta anche un<br />

prezzo <strong>di</strong> impopolarità da affrontare<br />

per contrastare l'egemonia<br />

dell'economia per<br />

un'azione politica a favore<br />

della comunità familiare e civile.<br />

Non convince per nulla la<br />

spiegazione che l'intesa limita<br />

i danni dell'esistente, è<br />

piuttosto una resa alle pres-<br />

C'<br />

è "fortissima preoccupazione"<br />

nella stampa cattolica per<br />

i tagli all'e<strong>di</strong>toria previsti dal<br />

decreto legge 112/08. La esprime, a nome<br />

delle 172 testate <strong>di</strong>ocesane che rappresenta,<br />

la Federazione italiana settimanali<br />

cattolici (Fisc), in una nota<br />

a firma del presidente, don<br />

Giorgio Zucchelli. Il decreto<br />

legge 112/08, recante "Disposizioni<br />

urgenti per lo sviluppo<br />

economico, la semplificazione,<br />

la competitività, la<br />

stabilizzazione della finanza<br />

pubblica e la perequazione<br />

tributaria", è stato approvato<br />

dalla Camera dei deputati<br />

il 24 luglio e, ora, attende l'esame<br />

da parte del Senato.<br />

Un gravissimo danno<br />

Il testo si occupa, all'art. 44, della<br />

"semplificazione e rior<strong>di</strong>no delle<br />

procedure <strong>di</strong> erogazione dei contributi<br />

all'e<strong>di</strong>toria". Se venissero introdotti<br />

i tagli previsti, afferma Zucchelli,<br />

"molti giornali no profit subirebbero<br />

un gravissimo danno, al punto da ri-<br />

sioni e a certe prassi.<br />

L'<br />

L’allarme della Fisc: coi tagli previsti molti giornali no profit rischierebbero la chiusura<br />

EDITORIA, LA SCURE DEL GOVERNO ANCHE SUI “DIOCESANI”<br />

schiare la chiusura. Il che significherebbe<br />

il venir meno del pluralismo informativo".<br />

Nei<br />

giorni scorsi<br />

tutti i <strong>di</strong>rettori dei settimanali cattolici<br />

hanno ricevuto una nota tecnica in<br />

cui sono stati informati della gravità<br />

Società & Cultura 9 agosto 2008 11<br />

Il <strong>di</strong>ritto al riposo domenicale compromesso da una recente intesa<br />

LA DOMENICA, UN BENE PER TUTTI<br />

L'aumentato obbligo <strong>di</strong> lavoro festivo? Per nulla "normale"<br />

Un centro commerciale <strong>di</strong> Reggio Emilia in uno dei sempre più rari momenti <strong>di</strong> chiusura. Nell'intesa per il<br />

rinnovo del contratto nazionale del commercio, firmata dalla Cisl, viene sancita l'obbligatorierà del lavoro<br />

domenicale per un numero <strong>di</strong> giorni festivi superiore ai 13 già previsti dalla legge Bersani.<br />

obbligatorietà del lavoro<br />

domenicale per i<br />

<strong>di</strong>pendenti del commercio<br />

non era stata sancita<br />

neppure per le 13 domeniche<br />

<strong>di</strong> apertura previste dalla legge<br />

Bersani.<br />

Né ci si può appellare alle strane<br />

aperture del recente decreto<br />

112 del ministro Sacconi,<br />

peraltro non ancora convertito<br />

in legge. Al contrario era<br />

questo il momento per mandare<br />

un messaggio forte anche<br />

al governo.<br />

Il testo del rinnovo del contratto,<br />

approvato dalla Cisl,<br />

non contiene alcun elemento<br />

veramente efficace per <strong>di</strong>sincentivare<br />

la rincorsa alle aperture<br />

domenicali.<br />

Non si intendono ignorare<br />

i mutamenti avvenuti<br />

nel contesto sociale<br />

ben oltre i confini nazionali<br />

e sotto la pressione delle<br />

gran<strong>di</strong> catene <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione,<br />

che vorrebbero legittimare la<br />

ricerca ad oltranza <strong>di</strong> profitti<br />

come risposta ai "bisogni" e<br />

alle richieste <strong>di</strong> consumatori.<br />

Resta comunque ancora qualche<br />

spazio per la contrattazio-<br />

Ciò che deve molto preoccupare è avere<br />

<strong>di</strong> fatto introdotto il lavoro domenicale<br />

come orario <strong>di</strong> lavoro normale...<br />

Il testo del rinnovo del contratto non contiene<br />

alcun elemento veramente efficace per<br />

<strong>di</strong>sincentivare la rincorsa alle aperture domenicali<br />

ne a livello aziendale e territoriale,<br />

a con<strong>di</strong>zione che nella<br />

concertazione vengano ascoltate<br />

anche voci spesso <strong>di</strong>sattese,<br />

come ad esempio le associazioni<br />

familiari.<br />

Dobbiamo riconoscere che a<br />

Reggio sindacati e istituzioni<br />

hanno <strong>di</strong>mostrato in questi<br />

anni una notevole sensibilità<br />

nella <strong>di</strong>fesa del riposo dome-<br />

nicale, trovando spesso <strong>di</strong>sponibilità<br />

nella controparte impren<strong>di</strong>toriale.<br />

Molti sono i soggetti<br />

privati e istituzionali<br />

implicati, e molte le<br />

componenti coinvolte, come<br />

stili <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> costume. È in<strong>di</strong>spensabile<br />

il concorso <strong>di</strong><br />

tutti, a partire dagli stessi<br />

"clienti", i quali non possono<br />

ignorare che migliaia <strong>di</strong> lavoratori<br />

del commercio e del terziario<br />

hanno il <strong>di</strong>ritto e il bisogno<br />

al riposo non semplicemente<br />

settimanale, ma domenicale.<br />

E questo non in nome<br />

<strong>di</strong> una istanza religiosa cristiana.<br />

Basta ricordare che è alla<br />

domenica che i figli non vanno<br />

a scuola e possono non solo<br />

far vacanza, ma vivere momenti<br />

<strong>di</strong> festa con genitori,<br />

fratelli e amici.<br />

Se per i cristiani la domenica è<br />

il giorno <strong>di</strong> un particolare incontro<br />

con il Signore, per tutti<br />

deve rappresentare un'irrinunciabile<br />

opportunità per far<br />

festa insieme. La domenica è<br />

un bene per tutti.<br />

della situazione che potrebbe venire a<br />

crearsi.<br />

Il ruolo delle testate no profit<br />

È<br />

"<br />

don Emilio Lan<strong>di</strong>ni<br />

necessario - <strong>di</strong>ce<br />

Zucchelli - che i contributi<br />

alle testate no<br />

profit non vengano assolutamente<br />

ridotti. Esse svolgono<br />

un alto servizio sociale nel<br />

Paese. E <strong>di</strong> questo occorre<br />

tenere conto".<br />

La Fisc, riba<strong>di</strong>sce il presidente,<br />

"chiede che venga<br />

riconosciuto il ruolo <strong>di</strong><br />

queste testate alle quali va,<br />

tra l'altro, una minima parte<br />

del budget dell'e<strong>di</strong>toria. Questi<br />

giornali non possono essere<br />

penalizzati". Da qui, assicura<br />

Zucchelli, "l'iniziativa imme<strong>di</strong>ata<br />

e capillare della Fisc a impegnare i<br />

politici <strong>di</strong> tutti gli schieramenti, a partire<br />

dai singoli territori, perché in sede<br />

parlamentare siano <strong>di</strong>fesi i <strong>di</strong>ritti dell'e<strong>di</strong>toria<br />

no profit".<br />

a cura <strong>di</strong> Vincenzo Corrado<br />

Dopo il delitto <strong>di</strong> Luzzara, né buonismi né complicità<br />

Sicurezza, emergenza generale<br />

Dalle risse alla spe<strong>di</strong>zione punitiva, anzi criminale. Sì,<br />

perché a Villarotta <strong>di</strong> Luzzara, questa volta, non si è<br />

trattato solo <strong>di</strong> "lite per futili motivi": è stata una vera<br />

e propria esecuzione. Se l'itala criminalità organizzata, nei nostri<br />

territori, si "limita" ad infiltrarsi e impregnare il nostro tessuto<br />

economico, nello sparger sangue per le strade - magari non<br />

con revolver o mitragliette, solo con coltelli e bastoni - gruppi <strong>di</strong><br />

immigrati si sono dati il loro bel daffare. Effimera speranza,<br />

quella <strong>di</strong> chi, sottovoce, commenta, tra la sorpresa e lo spavento,<br />

"finché si ammazzano tra <strong>di</strong> loro...", o più banalmente, "basta<br />

che non ci <strong>di</strong>ano fasti<strong>di</strong>o". Una grettezza istintiva, facile, a<br />

buon mercato, temibile quanto il preconcetto ideologico e l'inconsapevolezza,<br />

o il non volere vedere, che è peggio.<br />

Fa pensare non tanto il rifiuto in sé ma le motivazioni dello<br />

stesso opposte alla richiesta <strong>di</strong> accogliere un centinaio <strong>di</strong> extracomunitari,<br />

espresse non tanto dall'Amministrazione quanto<br />

da alcuni politici. Se il Ministro dell'Interno avesse offerto<br />

l'opportunità <strong>di</strong> avvalersi <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> soldati per presi<strong>di</strong>are<br />

il territorio, quale risposta avrebbe avuto? La stessa?<br />

Se emergenza è, emergenza sia. A tutti i livelli. Non credo<br />

ci si possa più permettere festival multiculturali prestigiosi<br />

ma onerosi (ve<strong>di</strong> i 270.000 euro <strong>di</strong> Novellara), nemmeno<br />

iniziative decorativamente buoniste o prese <strong>di</strong> posizione<br />

demagogicamente censorie, <strong>di</strong> rifuto ra<strong>di</strong>cale. In entrambi i casi<br />

non si tiene conto <strong>di</strong> una realtà cambiata, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi non solo<br />

denunciati ma bisogni sofferti, del bene delle persone, <strong>di</strong> tutte.<br />

Si tratta allora <strong>di</strong> assumersi responsabilità personali, <strong>di</strong> educazione<br />

e <strong>di</strong> cura: "perché tutti siamo responsabili <strong>di</strong> tutti" (SrS<br />

38). Tutti siamo chiamati ad essere educatori, attenti a chi lavora<br />

con noi, ad essere sinceri e coraggiosi nel denunciare reati,<br />

sfruttamenti e comportamenti incivili, così come a segnalare<br />

situazioni <strong>di</strong> degrado, barbarie e bisogno grave, come estrema<br />

povertà e violenze familiari. La cultura della buona e giusta<br />

convivenza non si proclama, si vive, se poi si vuole con<strong>di</strong>videre,<br />

senza <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> provenienza.<br />

A TUTTO SLOW<br />

L’angolo acuto<br />

<strong>di</strong> don Gianni Bedogni<br />

Villarotta <strong>di</strong> Luzzara. Due immagini scattate nella tarda serata <strong>di</strong><br />

domenica 3 agosto sulla piazza dove l'operaio pakistano Shahbaz<br />

Akhtar è stato barbaramente ucciso a colpi <strong>di</strong> spranghe da un<br />

gruppo <strong>di</strong> connazionali (foto <strong>di</strong> Ermes Lasagna).<br />

Visto da E. T.<br />

Una <strong>vita</strong> più "slow" (lenta). Nel vostro mondo che corre senza<br />

prendersi, la parola magica per addomesticare il futuro sembra <strong>di</strong>ventata<br />

questo aggettivo, rigorosamente inglese forse per esaltare<br />

chi è più lento <strong>di</strong> comprendonio.<br />

Da 8 anni c'è pure il festival delle città slow. Napoli, per esempio,<br />

l'anno scorso ha vinto il premio come città extra-slow nello smaltire<br />

la monnezza. E quest'estate è toccato a Felina ospitare un weekend<br />

tra abbuffate <strong>di</strong> specialità enogastronomiche (garanzia <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>gestione slow) e <strong>di</strong>stese <strong>di</strong> bancarelle dell'artigianato artistico. Più<br />

che slow, uno show da 20.000 visitatori. Con le vie principali chiuse<br />

alle macchine, infatti, il traffico scorreva particolarmente adagio.<br />

A scanso <strong>di</strong> malintesi, sulla statale - qui Gatta (o comunque Felina)<br />

ci cova - era stato piazzato un bell'autovelox: lenti o multati.<br />

Le città slow sono un network internazionale, oggi presieduto dal<br />

sindaco <strong>di</strong> Castelnovo Monti. Dopo che con le sue intuizioni un<br />

Marconi (Guglielmo) ha dato il via all'inarrestabile accelerazione<br />

delle comunicazioni umane, un altro - Gianluca - si fa promotore<br />

del loro rallentamento. Battaglia giusta: vivere a ritmi più umani<br />

un'esistenza libera e sorniona (felina?), con meno scadenze e meno<br />

spot da subire, aiuta ad allontanare lo stress e fa star bene.<br />

Meglio capirlo prima dei 70 anni - altrimenti non si è lenti, ma tar<strong>di</strong><br />

- e magari non vantare troppe pretese verso gli altri. In uno slogan:<br />

vivere slow e volare low (basso). Che serva un nuovo marchio?


12<br />

9 agosto 2008<br />

INFORMANZIANI<br />

Rubrica della F.N.P.<br />

Federazione<br />

Nazionale<br />

Pensionati<br />

CISL<br />

a cura <strong>di</strong> Pietro Ferri<br />

pietro.ferri@cislreggioemilia.it<br />

Un'estate tutta "da ricordare..."<br />

L'attuale governo, presentandosi agli elettori, chiese il voto<br />

per attuare un programma basato su tre principali obiettivi:<br />

abbassamento delle tasse e introduzione del federalismo<br />

fiscale, ripresa dei consumi, aumento degli investimenti e,<br />

<strong>di</strong> conseguenza, dell'occupazione, nonché il rientro dal deficit<br />

<strong>di</strong> bilancio richiesto dall'Europa e accettato, a suo tempo,<br />

dal precedente governo <strong>di</strong> centro-sinistra.<br />

Gli atti compiuti nei primi cento giorni <strong>di</strong>mostrano che le<br />

promesse elettorali, per il momento, non sono mantenute,<br />

perché:<br />

* non può definirsi federalismo fiscale e abbassamento della<br />

pressione fiscale l'eliminazione dell'Ici (già parzialmente decisa<br />

dal precedente governo);<br />

* la previsione del "bonus" sconto <strong>di</strong> 400 euro può considerarsi<br />

"un'elemosina <strong>di</strong> Stato" a fronte della precedente 14 a<br />

mensilità trattata e ottenuta con lo scorso governo (qualcuno<br />

ricorda i vecchi sussi<strong>di</strong> ECA?);<br />

* la non tassazione degli straor<strong>di</strong>nari è limitata a una modesta<br />

platea <strong>di</strong> beneficiari.<br />

"Prudenza sindacale"<br />

Ciò si verifica mentre il governatore della Banca d'Italia e l'Ocse<br />

(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)<br />

ricordano che gli stipen<strong>di</strong> e i salari corrisposti in Italia<br />

sono me<strong>di</strong>amente inferiori del 20% rispetto agli altri Paesi<br />

europei. Dal canto loro, i sindacati denunciano da tempo<br />

che gli stanziamenti per la sanità, la previdenza e il sociale sono<br />

tra i più bassi in Europa. Dati, questi, che confermano<br />

l'ansia della gente e dei ceti più deboli della popolazione.<br />

In particolare stiamo ascoltando un governo che non assume<br />

iniziative per calmierare i prezzi e varare una campagna contro<br />

la speculazione, asserendo che non è possibile alcun blocco<br />

perché siamo in un libero mercato! Ci chie<strong>di</strong>amo ancora<br />

dove sia finito l'accordo 23 luglio 2007 (proposto dalle organizzazionisindacali),<br />

votato da oltre<br />

5milioni <strong>di</strong> lavoratori<br />

e pensionati, che<br />

vincola il governo a<br />

contrattare nell'ambito<br />

<strong>di</strong> quel "tavolo",<br />

peraltro concesso lo<br />

scorso inverno dall'allora<br />

ministro del<br />

lavoro.<br />

Un'esigenza imprescin<strong>di</strong>bile,<br />

anche alla<br />

luce della constatazione<br />

della «in-<br />

Il governatore della Banca<br />

d’Italia Mario Draghi<br />

fiammata» del caro<strong>vita</strong><br />

con tasso d'inflazione<br />

attestato<br />

oggi al 4,1%, mentre<br />

l'inflazione programmata lo prefigura solo all'1,7%.<br />

Non basta <strong>di</strong>re che aumenta il costo della <strong>vita</strong> e che la gente<br />

non arriva a fine mese quando il senso <strong>di</strong> responsabilità e la<br />

prudenza <strong>di</strong>mostrata dal sindacato nel valutare le prime mosse<br />

dell'Esecutivo rischiano <strong>di</strong> venire manipolati dai ministri<br />

del governo. Nonostante questo atteggiamento tutti i giorni<br />

registriamo novità che, in un senso o nell'altro, chiamano alla<br />

ribalta le classi più deboli del Paese: dall'attacco al pubblico<br />

impiego alla proposta <strong>di</strong> riforma del rapporto per il precariato,<br />

dall'emendamento (poi mo<strong>di</strong>ficato) della Finanziaria<br />

che proponeva una stretta sulle pensioni sociali al ripristino<br />

delle norme riguardanti la tracciabilità degli assegni<br />

(quale lotta all'evasione fiscale?), alla cancellazione delle norme<br />

fissate dal governo Pro<strong>di</strong> riguardanti le "<strong>di</strong>missioni in<br />

bianco", per non parlare dei tagli alla sanità, alla scuola e alla<br />

ricerca. Un giar<strong>di</strong>netto d'iniziative da lasciare interdetto<br />

chi segue la quoti<strong>di</strong>ana evoluzione della politica, senza lasciarsi<br />

<strong>di</strong>strarre dai proclami sulla sicurezza (soldati in piazza<br />

ecc.) o sul prossimo varo della nuova Alitalia, che lascerà<br />

a terra non meno <strong>di</strong> 5mila esuberi.<br />

Il ministro Tremonti ha <strong>di</strong>chiarato che la pressione fiscale<br />

non può essere ridotta, anzi troverà un ritocco all'insù nel<br />

2009. Infatti i pesanti tagli a Enti locali e Regioni in materia sanitaria<br />

produrranno aumenti della pressione fiscale a livello<br />

locale con ricaduta su utenti e famiglie, altrimenti l'alternativa<br />

- una sola - è quella <strong>di</strong> tagliare i servizi agli anziani, agli<br />

adolescenti, ai giovani ed alle famiglie. Questo è quanto ci<br />

chiama a <strong>di</strong>gerire la programmazione finanziaria del nuovo<br />

governo, approvata con grande fretta dal Parlamento. Basti<br />

pensare che il solo Consiglio dei Ministri ha fatto proprio il<br />

documento del ministro dell'Economia in solo 9 minuti e che<br />

alcuni parlamentari della maggioranza, interpellati dai giornalisti<br />

sulla sostanza della Finanziaria, hanno can<strong>di</strong>damente<br />

risposto <strong>di</strong> non sapere <strong>di</strong> preciso che cosa hanno votato.<br />

Una ricetta amara per tutto il Paese, che sta vivendo la criticità<br />

dell'affannosa situazione economica i cui risvolti negativi<br />

(tra cui la continua erosione del potere d'acquisto <strong>di</strong><br />

salari e pensioni) gravano sulle spalle più deboli. Peccato. Le<br />

promesse elettorali urlate a destra e a manca la scorsa primavera<br />

erano un'altra cosa...<br />

Società & Cultura<br />

Reggio. Bici sul Crostolo<br />

Ora a Reggio si possono percorrere<br />

fluidamente 10 km in<br />

bici, dal Liceo "Moro" fino alla Vasca <strong>di</strong> Corbelli; è quanto reso<br />

possibile dall'inaugurazione della nuova pista ciclopedonale<br />

che segue il corso del Crostolo, presentata (e testata in<br />

prima persona) dal sindaco Delrio e dall'assessore ai lavori<br />

pubblici Carla Colzi il<br />

26 luglio scorso. Nei<br />

prossimi mesi la pista<br />

sarà estesa e attraverserà<br />

il territorio comunale,<br />

da confine e<br />

a confine. Un impegno<br />

- ha <strong>di</strong>chiarato<br />

Delrio - anche e anzitutto<br />

"per la sicurezza<br />

stradale". "Mettiamo<br />

in campo", ha aggiunto, "tutti gli interventi strutturali<br />

possibili per <strong>di</strong>fendere la <strong>vita</strong> degli utenti della strada, soprattutto<br />

i più deboli. Le ciclabili, le zone a 30 all'ora, le rotonde,<br />

gli interventi per rallentare la velocità...".<br />

Reggio. Stecco incontra Isi e i giovani latino-americani<br />

Il 31 luglio, nella sede della Provincia <strong>di</strong> Reggio Emilia a Palazzo<br />

Allende, l'assessore provinciale alla Solidarietà e alle<br />

Politiche sociali Marcello Stecco ha incontrato i giovani volontari<br />

dell'associazione reggiana I Sant'Innocenti (Isi) e una<br />

delegazione <strong>di</strong> giovani provenienti da <strong>di</strong>versi Paesi dell'America<br />

Latina (tra cui El Salvador, Honduras, Messico e Venezuela)<br />

ospitati in questi giorni in Italia nell'ambito <strong>di</strong> uno<br />

stage interculturale promosso dall'associazione.<br />

Isiè un'organizzazione<br />

non lucrativa<br />

<strong>di</strong> utilità sociale<br />

che opera nell'arealatino-americana<br />

con progetti<br />

educativi, sanitario<br />

e <strong>di</strong> formazione<br />

professionale.<br />

Reggio-Paderborn. Imprese reggiane in vetrina<br />

Era guidata da Aldo Ferrari (presidente della Camera <strong>di</strong><br />

Commercio <strong>di</strong> Reggio Emilia) e da Pierluigi Saccar<strong>di</strong> (vicepresidente<br />

della Provincia) la delegazione reggiana che ha<br />

partecipato alla Fiera <strong>di</strong> S. Liborio a Paderborn, in Germania,<br />

dal 26 luglio al 3 agosto. Per il 3° anno consecutivo la città<br />

della Westfalia ha offerto la possibilità a Reggio e alle sue imprese<br />

<strong>di</strong> portare in terra tedesca le proprie eccellenze enogastronomiche;<br />

un'importante occasione <strong>di</strong> visibilità.<br />

Reggio. Carlo Pellacani romanza il Correggio<br />

È uscito <strong>di</strong> recente, per i tipi delle E<strong>di</strong>zioni Consulta, il nuovo<br />

romanzo <strong>di</strong> Carlo Pellacani, Il <strong>di</strong>lemma del Correggio -<br />

Arte, intrighi e speranze nell'età <strong>di</strong> Antonio Allegri (404 pp., 18<br />

euro). È un'opera che, basandosi sulle fonti documentarie<br />

<strong>di</strong>sponibili, ricostruisce per la prima volta <strong>vita</strong> e attività artistica<br />

<strong>di</strong> Antonio Allegri e i rapporti che il pittore instaurò<br />

con la sua città natale e con Reggio,<br />

Parma, S. Benedetto Po, Mantova.<br />

Il libro intende raccontare<br />

quarant'anni <strong>di</strong> storia ed eventi<br />

che coinvolgono conti e duchi,<br />

imperatori e papi, con un'attenzione<br />

particolare al ruolo determinante<br />

assunto da conta<strong>di</strong>ni e<br />

artigiani, commercianti e artisti<br />

nell'in<strong>di</strong>viduare nuove stagioni<br />

politiche e civili. Il volume sarà in<br />

ven<strong>di</strong>ta nelle principali librerie<br />

del reggiano, parmense e mantovano<br />

da settembre.<br />

Info: e<strong>di</strong>zioniconsulta@virgilio.it.<br />

Mendola/Ruffré. Seminario sulla Costituzione<br />

Promosso da Agire politicamente, coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> "cattolici<br />

democratici", si terrà da mercoledì 27 a domenica 31<br />

agosto a Mendola/Ruffré (in Val <strong>di</strong> Non, Trento), presso l'-<br />

Hotel Tavern, il seminario estivo 1948-2008: 60 anni <strong>di</strong> Costituzione.<br />

"Nel messaggio per la ricorrenza della festa nazionale<br />

del 2 giugno - spiegano i promotori - il presidente<br />

Napolitano ha colto l'occasione<br />

per ricordare come nacque, 60<br />

anni fa, la Repubblica: «tra gran<strong>di</strong><br />

speranze e potendo contare<br />

sulla volontà allora <strong>di</strong>ffusa tra gli<br />

italiani <strong>di</strong> ricostruire e far rinascere<br />

il Paese, in un clima <strong>di</strong> libertà,<br />

attraverso uno sforzo<br />

straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> solidarietà e<br />

unità»". "Il nostro seminario -<br />

prosegue il comunicato degli<br />

organizzatori - si propone <strong>di</strong> riandare<br />

a quella straor<strong>di</strong>naria<br />

stagione che seppe fornire alla<br />

nascente democrazia le ragioni fondative <strong>di</strong> una nuova<br />

convivenza sociale. De<strong>di</strong>cheremo sufficiente attenzione al<br />

contributo dato dal cattolicesimo democratico alla elaborazione<br />

della nostra Carta costituzionale e ricorderemo il<br />

sacrificio <strong>di</strong> Aldo Moro, a 30 anni dalla morte".<br />

Notizie da Città & Paesi<br />

Toano. Croce Rossa, 20°<br />

Celebra vent'anni <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e attività,<br />

in questo 2008, la Croce<br />

Rossa <strong>di</strong> Toano. Per la ricorrenza, l'associazione ha ricevuto<br />

in dono una nuova ambulanza VW Transporter 4x4;<br />

grande riconoscenza della Cri toanese va al donatore William<br />

Gualtieri, che ha voluto così onorare la memoria dei genitori<br />

defunti. La nuova ambulanza è stata inaugurata dal vicesindaco<br />

e da Gualtieri durante l'ormai tra<strong>di</strong>zionale manifestazione<br />

Per <strong>di</strong>re Grazie! tenutasi domenica 3 agosto a Massa,<br />

dopo la Messa animata dal coro S. Rocco <strong>di</strong> Gusciola.<br />

Civago-Minozzo-Casalino. "Al Chiaro <strong>di</strong> Luna"<br />

Si avvia a conclusione la rassegna <strong>di</strong> concerti estivi Al chiaro<br />

<strong>di</strong> luna, promossa dalla Comunità Montana dell'Appennino<br />

Reggiano e "ambientata" in luoghi significativi dell'Appennino<br />

sotto il profilo storico, architettonico, urbanistico<br />

e naturalistico (borghi, e<strong>di</strong>fici e chiese storiche). Ecco<br />

le ultime iniziative previste: domenica 10 agosto, ore 17: il<br />

pomeriggio "storico-naturalistico", camminata seguìta da<br />

momenti culturali-gastronomico-musicali al Rifugio <strong>di</strong> S.<br />

Leonardo al Dolo presso Civago, Comune <strong>di</strong> Villaminozzo, in<br />

un antico Ospizio <strong>di</strong> Pellegrini intitolato a S. Leonardo e recentemente<br />

restaurato dopo più <strong>di</strong> un secolo <strong>di</strong> abbandono;<br />

sempre il 10 agosto (la sera, ai pie<strong>di</strong> della storica Rocca <strong>di</strong> Minozzo)<br />

e lunedì 11 agosto (al Mulino dell'Ozola <strong>di</strong> Casalino),<br />

due appuntamenti musicali, entrambi alle 21.<br />

Collagna-Busana-Canossa-Castelnovo. "TraMonti"<br />

Ultime date anche per TraMonti, rassegna <strong>di</strong> incontri musicali<br />

fra culture e tra<strong>di</strong>zioni del mondo, sull'Appennino. Nel<br />

weekend <strong>di</strong> sabato 9 agosto (al lago Pranda <strong>di</strong> Collagna) e domenica<br />

10 agosto (a Ca' Ferrari <strong>di</strong> Busana), doppio appuntamento:<br />

protagoniste le sonorità del gruppo Sarawan (strumenti<br />

a percussione delle varie tra<strong>di</strong>zioni popolari dell'area<br />

iranica); titolo del concerto: Davamand. Musiche delle montagne<br />

iraniche. Giovedì 14 agosto, alle 18, al Castello <strong>di</strong> Canossa,<br />

serata italo-argentina; venerdì 15 agosto, a Castelnovo<br />

Monti, in piazza Peretti, si esibirà Martin Lubenov, uno dei<br />

maggiori fisarmonicisti dei Balcani, con il suo gruppo.<br />

Cavriago. Formati nuovi bibliotecari<br />

17 giovani "tecnici dei servizi<br />

<strong>di</strong> biblioteca" sono appena<br />

usciti dal corso apposito<br />

tenutosi al Centro Stu<strong>di</strong>o e<br />

Lavoro "La Cremeria" <strong>di</strong><br />

Cavriago e co-finanziato da<br />

Regione, Provincia e Ministero<br />

del Lavoro. La qualifica,<br />

ottenuta superando l'esame<br />

finale e dopo uno stage<br />

<strong>di</strong> 120 ore nelle biblioteche<br />

comunali del Reggiano,<br />

è valida a livello regionale.<br />

Provincia <strong>di</strong> Modena. "Poesia Festival" per giovani<br />

È scaricabile dal sito www.poesiafestival.it il bando del IV<br />

concorso nazionale Poesia Festival, rivolto a ragazzi e giovani<br />

dai 15 ai 29 anni. C'è tempo fino al 4 settembre per inviare<br />

i propri componimenti<br />

nella speranza <strong>di</strong> essere selezionati<br />

per le fasi finali<br />

della manifestazione, interamente<br />

de<strong>di</strong>cata alla poesia,<br />

che si svolgerà dal 25 al<br />

28 settembre nel modenese,<br />

nei borghi antichi <strong>di</strong> Castelnuovo<br />

Rangone, Castelvetro,<br />

Savignano, Spilamberto,<br />

Vignola, Maranello e<br />

Marano. Per informazioni:<br />

tel. 059.534802.<br />

IN VAL DI NON E A PERUGIA. Le proposte dell’associazione “Agire politicamente” e delle Acli<br />

ESTATE & FORMAZIONE, CATTOLICI A CONVEGNO<br />

Quota <strong>di</strong> partecipazione: 200 euro (220 per camera singola).<br />

Programma e prenotazioni: tel. 333.2159157.<br />

Perugia. 41° Incontro nazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> delle Acli<br />

Destra e Sinistra dopo le ideologie: è il titolo del 41° Incontro<br />

nazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> delle Acli, che si terrà a Perugia<br />

dall’11 al 13 settembre. A meno <strong>di</strong> 6 mesi dalle ultime elezioni<br />

- spiegano gli organizzatori<br />

- caratterizzate dalla ra<strong>di</strong>cale<br />

semplificazione del quadro<br />

politico italiano e dalla scomparsa<br />

dal Parlamento <strong>di</strong> alcuni<br />

partiti storici, le Associazioni<br />

cristiane dei lavoratori italiani si<br />

interrogano sul futuro della politica<br />

e della democrazia. Diversi<br />

e tutti <strong>di</strong> elevato livello gli interventi<br />

e i relatori; fra questi, lo<br />

storico Andrea Riccar<strong>di</strong>, il sottosegretario<br />

al Lavoro, Salute e<br />

Politiche sociali Eugenia Roccella,<br />

mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare <strong>di</strong><br />

Milano; e il 13 settembre - sul rapporto tra democrazia rappresentativa<br />

e d'opinione - Joaquin Navarro Valls, per oltre<br />

20 anni <strong>di</strong>rettore della Sala Stampa Vaticana. Informazioni<br />

e prenotazioni: tel. 065840684, mail congressi@entour.it.


Società & Cultura 9 agosto 2008 13<br />

Tutti i dubbi delle matricole<br />

L'orientamento negli stu<strong>di</strong> universitari:vasta offerta,tante incertezze<br />

Lasciato alle spalle lo<br />

stress degli esami <strong>di</strong> maturità,<br />

per molti <strong>di</strong>plomati<br />

novelli è giunto il momento<br />

della scelta universitaria. Il "clima"<br />

in cui sono chiamati a<br />

compiere questo passo non è<br />

mai dei più sereni, vuoi per le<br />

aspettative familiari a volte eccessive,<br />

vuoi per la necessità <strong>di</strong><br />

prendere la decisione in tempi<br />

tutto sommato stretti, in mezzo<br />

ad una gamma <strong>di</strong> percorsi <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o e professionali veramente<br />

sconfinata. Tutti gli studenti,<br />

più o meno esplicitamente,<br />

sono poi esortati a crescere<br />

"flessibili", secondo l'incertezza<br />

generale che contrad<strong>di</strong>stingue<br />

la situazione economica<br />

e sociale del nostro Paese.<br />

Gap italiano<br />

Difficile quantificare le<br />

prospettive <strong>di</strong> lavoro.<br />

Oltretutto i giovani italiani,<br />

rispetto a tanti coetanei<br />

europei, scontano un sensibile<br />

ritardo culturale. La recente indagine<br />

Iard, commissionata<br />

dagli Stati generali dell'e<strong>di</strong>toria,<br />

fornisce al riguardo dati<br />

eloquenti. Il Belpaese ha una<br />

quota <strong>di</strong> laureati tra i 20 e 29<br />

anni del 31,8%, contro il 34,7%<br />

della Spagna o il 55,9% della<br />

Gran Bretagna. Se si osserva la<br />

corrispondente quota <strong>di</strong> giovani<br />

<strong>di</strong>soccupati, si scopre che in<br />

Italia essa supera il 20%, più<br />

elevata del 14,4% degli inglesi e<br />

del 18,2% degli iberici.<br />

Il <strong>di</strong>vario risulta ancora più<br />

marcato se si pensa che i nostri<br />

studenti evidenziano un'istruzione<br />

con minori qualità e<br />

competenze: -6% in quelle <strong>di</strong><br />

comprensione linguistica rispetto<br />

ai ragazzi tedeschi, -7%<br />

rispetto al Regno Unito, -5% rispetto<br />

alla Francia, dati che<br />

non variano molto considerando<br />

la matematica e le materie<br />

scientifiche.<br />

Inoltre i giovani italiani, spiega<br />

lo Iard presentando la ricerca,<br />

leggono meno - al nostro 53,8%<br />

corrisponde il 66% della Francia<br />

o il 72,3% della Spagna - e<br />

utilizzano meno le nuove tecnologie:<br />

l'accesso ad internet<br />

nelle famiglie italiane è del 43%<br />

a fronte del 67% del Regno Unito<br />

e del 71% della Germania.<br />

Non solo tecnica<br />

I<br />

l ruolo del sistema educativo,<br />

della cultura, della scuola,<br />

dell'università e della ricerca<br />

è e sarà sempre più decisivo.<br />

In tale quadro va dato atto<br />

che gli standard qualitativi, da<br />

<strong>di</strong>versi anni a questa parte, si<br />

sono gradualmente affievoliti,<br />

complice un'ancora troppo<br />

scarsa capacità <strong>di</strong> premiare i<br />

meritevoli (senza guardare al<br />

red<strong>di</strong>to familiare o alla classe<br />

sociale <strong>di</strong> provenienza) a tutti i<br />

livelli dell'istruzione. Nel contempo<br />

si avverte l'esigenza <strong>di</strong><br />

allargare la prospettiva del sapere<br />

oltre un pur in<strong>di</strong>spensabile<br />

bagaglio tecnico che deve accompagnare<br />

il viaggio degli<br />

universitari, puntando sulla<br />

formazione umanistica e sullo<br />

spirito <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e collaborazione<br />

tra esperienze <strong>di</strong>verse,<br />

così importanti per non rimanere<br />

schiacciati tra gli ingranaggi<br />

della macchina competitiva<br />

globale. Ma poi, fatte tutte<br />

le analisi e le controanalisi del<br />

caso, si torna sempre alla fati<strong>di</strong>ca<br />

domanda concludente:<br />

"Che fare dopo la maturità?".<br />

Imbarazzo della scelta<br />

Oggi, grazie per lo più alla<br />

grande Rete, è <strong>di</strong>sponibile<br />

un volume <strong>di</strong> da-<br />

ti inimmaginabile solo <strong>di</strong>eci anni<br />

fa. Eppure, in sé, questo non<br />

agevola la scelta. Anzi, senza<br />

l'accompagnamento dei familiari<br />

e <strong>di</strong> docenti preparati, la<br />

vastità dell'arcipelago formativo<br />

può persino aumentare il<br />

senso <strong>di</strong> confusione, quando<br />

non <strong>di</strong> ansia. All'Università <strong>di</strong><br />

Modena e Reggio Emilia iscrizioni<br />

e immatricolazioni sono<br />

iniziate il 21 luglio e termineranno<br />

il 17 ottobre.<br />

L'anno accademico 2008-2009<br />

presenta al nastro <strong>di</strong> partenza<br />

la <strong>bellezza</strong> <strong>di</strong> 91 corsi <strong>di</strong> laurea,<br />

<strong>di</strong> cui 47 lauree <strong>di</strong> primo livello<br />

(triennali), 23 <strong>di</strong> secondo livello<br />

(specialistiche biennali) e 21<br />

lauree magistrali e a ciclo unico.<br />

Fra le novità, i corsi <strong>di</strong> laurea<br />

in Marketing e Organizzazione<br />

<strong>di</strong> Impresa e in Scienze della<br />

Cultura, nonché le lauree ma-<br />

gistrali in Scienze pedagogiche<br />

e in Informatica.<br />

Orientamento cercasi<br />

Anche nell'epoca dell'informazione<br />

<strong>di</strong>gitale, un<br />

valido termometro per<br />

misurare dubbi e certezze dei<br />

nuovi universitari rimane il<br />

"Punto incontro matricole - Informastudenti",<br />

che a Reggio si<br />

trova in viale Allegri 15 (tel.<br />

0522.522010, fax 0522.522199, email<br />

informastudenti@unimore.it;<br />

orario <strong>di</strong> apertura al pubblico:<br />

lunedì e mercoledì 15 - 17.30;<br />

martedì, giovedì e venerdì 9 -14,<br />

chiuso fino al 15 agosto).<br />

"Me<strong>di</strong>amente gli studenti arrivano<br />

qui già informati e con le<br />

idee piuttosto chiare sulla professione<br />

che vorranno esercitare<br />

domani - <strong>di</strong>ce Angelo Salierno,<br />

operatore dello sportello<br />

reggiano -, anche se in qualche<br />

caso si presentano i genitori,<br />

con o senza figli, che vengono<br />

a chiedere spiegazioni<br />

sui corsi. Quasi tutti hanno<br />

consultato le pagine web dell'Ateneo,<br />

tramite le quali il nostro<br />

Servizio risponde alle domande<br />

dei ragazzi e invia la<br />

guida dello studente in formato<br />

elettronico". Nel solo mese<br />

<strong>di</strong> luglio l'Informastudenti citta<strong>di</strong>no<br />

ha già ricevuto oltre una<br />

cinquantina <strong>di</strong> visite. "In questi<br />

anni - spiega ancora Salier-<br />

no - si è registrato un aumento<br />

degli studenti stranieri, ma anche<br />

dei 'fuori quota', già lavoratori,<br />

interessati alla Formazione<br />

a <strong>di</strong>stanza, oggi attiva<br />

per Scienze dell'Amministrazione,<br />

Scienze della Comunicazione<br />

e Marketing e Organizzazione<br />

d'Impresa".<br />

I corsi più gettonati? "Ingegneria,<br />

sia a Modena che a<br />

Reggio, le professioni sanitarie<br />

collegate alla facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

e Chirurgia; a seguire,<br />

Economia e Scienze della Formazione<br />

primaria".<br />

L'<br />

importante, alla fine,<br />

è che il neo-<strong>di</strong>plomato<br />

sia messo in con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> fare una scelta consapevole<br />

- delle sue attitu<strong>di</strong>ni<br />

personali e delle ine<strong>vita</strong>bili incognite<br />

che lo aspettano - così<br />

come "psicologicamente libera"<br />

dai con<strong>di</strong>zionamenti indotti<br />

dall'ambiente parentale<br />

o anche solo dalla tivù, che<br />

con fiction e altri prodotti facilmente<br />

presenta versioni<br />

edulcorate dei mestieri "<strong>di</strong><br />

successo". (e. t.)<br />

08/08/08: via ai Giochi più "osservati"<br />

Iniziano le Olimpia<strong>di</strong> cinesi,tra allarme terrorismo e incognite ambientali<br />

Ci siamo. Inizia una delle<br />

più memorabili, almeno<br />

dal punto <strong>di</strong> vista<br />

politico e me<strong>di</strong>atico, e<strong>di</strong>zioni<br />

delle Olimpia<strong>di</strong> moderne e gli<br />

scienziati a Pechino continuano<br />

a sfogliare la margherita.<br />

Siamo infatti <strong>di</strong> fronte a un<br />

paradosso: mentre il regime<br />

ha proseguito a marce forzate<br />

e con sforzi immani l'ultimazione<br />

delle opere legate alle<br />

gare (sta<strong>di</strong>, palasport, piscine<br />

e villaggio olimpico), ora si sta<br />

tutti con il naso all'insù nella<br />

speranza che l'inquinamento,<br />

che incombe con la sua solita<br />

pesante cappa <strong>di</strong> smog sulla<br />

capitale, lasci finalmente il<br />

teatro dei Giochi. In certe ore<br />

della giornata infatti l'aria è<br />

così irrespirabile che qualche<br />

zelante giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gara, nei<br />

prossimi giorni e in con<strong>di</strong>zioni<br />

simili, potrebbe decretare<br />

la fine <strong>di</strong> una delle tante competizioni<br />

all'aperto ancora<br />

prima del suo inizio.<br />

Con<strong>di</strong>zioni ambientali a<br />

parte, la cerimonia <strong>di</strong><br />

apertura del villaggio<br />

olimpico è stato il primo grande<br />

momento ufficiale prima<br />

dell'arrivo della fiaccola. I primi<br />

ad entrare sono stati naturalmente<br />

i padroni <strong>di</strong> casa,<br />

guidati dal cestista Yao Ming.<br />

Così, in un crescendo ormai<br />

inarrestabile, la kermesse da 37<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari prenderà finalmente<br />

<strong>vita</strong>, sotto la tutela<br />

<strong>di</strong> impressionanti misure <strong>di</strong> sicurezza<br />

e con un esercito <strong>di</strong><br />

110 mila uomini che vigileranno<br />

giorno e notte sulla <strong>vita</strong><br />

dei circa 16 mila atleti, a cui<br />

sarà vietato (brutta tegola per<br />

i nostri!) portare cibo proprio<br />

all'interno del villaggio. In<br />

compenso oltre cento chef<br />

stranieri e 2.700 cinesi cucineranno<br />

per gli atleti e i <strong>di</strong>rigenti<br />

nella sala da pranzo da 5.000<br />

posti. Intanto stanno ormai<br />

terminando le ultime scorte<br />

degli oltre 12 milioni <strong>di</strong> biglietti<br />

già quasi tutti esauriti<br />

da tempo, per le 300 gare in<br />

programma, cui parteciperanno<br />

202 Paesi <strong>di</strong>stribuiti in 37<br />

<strong>di</strong>scipline.<br />

Certo, scor<strong>di</strong>amoci gli<br />

slanci alla De Coubertin:<br />

ai Giochi andranno<br />

fior <strong>di</strong> professionisti e i <strong>di</strong>lettanti<br />

tutta passione & tenerez-<br />

"In questi anni all'Università <strong>di</strong> Modena<br />

e Reggio Emilia si è registrato un aumento degli<br />

studenti stranieri, ma anche dei 'fuori quota'<br />

interessati alla Formazione a <strong>di</strong>stanza..."<br />

za alla Dorando Pietri saranno<br />

autentiche mosche bianche.<br />

Così, accanto ai big della<br />

Nba del basket americano, sfileranno<br />

i consacrati campioni<br />

multimilionari del calcio e i re<br />

degli Slam Federer e Nadal si<br />

contenderanno l'oro del tennis.<br />

Casa Italia accoglierà i 346<br />

azzurri, a caccia della medaglia<br />

numero 500, capitanati<br />

dal portaban<strong>di</strong>era Antonio<br />

Rossi, mago della canoa, favorito<br />

per l'oro anche per i Gio-<br />

chi cinesi. Ma il pa<strong>di</strong>glione azzurro<br />

<strong>di</strong>venterà non solo il<br />

quartier generale agonistico,<br />

ma un'autentica vetrina del<br />

"made in Italy", dove anche gli<br />

sponsor potranno imbastire<br />

futuri affari con i manager del-<br />

Nella foto la<br />

segreteria<br />

degli studenti<br />

dell'Ateneo<br />

reggiano,<br />

in viale Allegri,<br />

affollata anche<br />

in estate.<br />

A fianco,<br />

un particolare<br />

dello sportello<br />

Punto incontro<br />

matricole,<br />

che risponde ai<br />

quesiti degli<br />

utenti pure<br />

attraverso<br />

internet<br />

(www.unimore.it).<br />

l'Impero Celeste.<br />

Ultima curiosità: a Pechino<br />

2008 l'atleta più<br />

anziano sarà Hiroshi<br />

Hoketsu, 67 anni, che <strong>di</strong>fenderà<br />

i colori del Giappone nella<br />

<strong>di</strong>sciplina del dressage. Il<br />

cavaliere nipponico ha già<br />

partecipato a un'Olimpiade:<br />

quella <strong>di</strong> Tokyo 1964, in quell'e<strong>di</strong>zione<br />

però ha gareggiato<br />

nel salto ostacoli. E ora, dopo<br />

44 anni, ripete l'impresa! Lo<br />

stesso primato <strong>di</strong> Hoketsu appartiene<br />

anche a un nostro<br />

connazionale, dressagista anche<br />

lui. Ai Giochi Olimpici <strong>di</strong><br />

Atlanta 1996, infatti, l'atleta<br />

più anziano a prendervi parte<br />

è stato il nostro Fausto Puccini<br />

in sella a Fiffikus. Il primato<br />

<strong>di</strong> atleta olimpico più vecchio<br />

resta saldamente nelle mani<br />

del tiratore svedese Oscar<br />

Swahn che vinse una medaglia<br />

ai Giochi <strong>di</strong> Anversa 1920,<br />

quando aveva 72 anni e 280<br />

giorni. L'atleta più giovane è<br />

stato invece il ginnasta greco<br />

Dimitrios Loundras, in gara ad<br />

Atene 1896 all'età <strong>di</strong> 10 anni.<br />

Leo Gabbi


14<br />

AGENDA DEL VESCOVO<br />

AGENDA DELL’AUSILIARE<br />

9 agosto 2008<br />

Chiusura estiva della Curia<br />

Si comunica che gli Uffici della Curia Vescovile resteranno<br />

chiusi da sabato 9 a giovedì 21 agosto. La Curia riprenderà le<br />

attività il giorno 22 agosto. Gli Uffici dell’Istituto Diocesano<br />

Sostentamento del Clero resteranno chiusi da sabato 9 a<br />

venerdì 22 agosto compresi e riapriranno lunedì 25 agosto.<br />

Domenica 10 agosto<br />

Alle 11, a Montalto <strong>di</strong> Vezzano,<br />

il Vescovo presiede<br />

la celebrazione eucaristica<br />

nella solennità del titolare<br />

San Lorenzo, a conclusione<br />

del giubileo laurentiano<br />

per i 1.750 anni del<br />

martirio del <strong>di</strong>acono <strong>di</strong> Roma,<br />

Lorenzo, e in occasione dell'annuale incontro<br />

dei <strong>di</strong>aconi permanenti in questa parrocchia dove<br />

abitò da giovane e a cui rimase sempre legato don<br />

Alberto Altana, pioniere del ripristino del <strong>di</strong>aconato<br />

permanente in Italia.<br />

Mercoledì 13 agosto<br />

Alle 18.30, nella chiesa restaurata <strong>di</strong> S. Filippo Neri<br />

a Reggio, il Vescovo presiede la celebrazione eucaristica<br />

in memoria e a suffragio <strong>di</strong> Giovanna Gabbi,<br />

prima consacrata nell'Ordo Virginum <strong>di</strong> Reggio<br />

Emilia-Guastalla, ad un anno dalla tragica morte.<br />

Venerdì 15 agosto<br />

Alle 11, nella Basilica <strong>di</strong> San Prospero, il Vescovo<br />

presiede la celebrazione eucaristica con le comunità<br />

parrocchiali del Centro Storico per la Solennità<br />

<strong>di</strong> Santa Maria Assunta, titolare della Cattedrale.<br />

Sabato 16 agosto<br />

Alle 19, presso l'oratorio secentesco <strong>di</strong> Castellaro<br />

(parrocchia <strong>di</strong> S. Stefano <strong>di</strong> Pineto), mons. Caprioli<br />

presiede la celebrazione eucaristica a conclusione<br />

della Rassegna <strong>di</strong> poesia <strong>di</strong>alettale «Castellaro<br />

2008».<br />

Venerdì 29 agosto<br />

Il Vescovo partirà in treno dalla stazione <strong>di</strong> Reggio<br />

con i partecipanti del pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano a<br />

Lourdes in occasione del 150° delle apparizioni <strong>di</strong><br />

Maria Immacolata a Santa Bernardette.<br />

Mercoledì 13 agosto<br />

Alle 21, presso il Santuario<br />

della B. V. della Neve a Fellegara,<br />

l'Ausiliare presiede<br />

la Marcia penitenziale del<br />

13 del Mese con la preghiera<br />

del Rosario animata dall'Unitalsi<br />

in preparazione al<br />

pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong><br />

Lourdes e con la celebrazione eucaristica.<br />

Giovedì 14 agosto<br />

Alle 21.15, presso il Monastero delle Serve <strong>di</strong> Maria<br />

a Montecchio, mons. Ghizzoni presiede l'Ufficio<br />

delle Letture e la celebrazione eucaristica nella Vigilia<br />

della Solennità <strong>di</strong> Santa Maria Assunta.<br />

Venerdì 15 agosto<br />

Alle 10.30, nella chiesa <strong>di</strong> S. Pietro in Fazzano, l'Ausiliare<br />

presiede la Solennità <strong>di</strong> Santa Maria Assunta.<br />

Sabato 16 agosto<br />

Alle 11, a Ligonchio, l'Ausiliare presiede la Concelebrazione<br />

eucaristica nella solennità <strong>di</strong> San Rocco,<br />

titolare dell'antico oratorio a Ligonchio Alto.<br />

La Libertà<br />

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Chiuso in redazione alle 18.00 <strong>di</strong> mercoledì 6 agosto 2008<br />

Tiratura del 26 luglio 2008: 5.110 copie<br />

La Settimana<br />

IL SANTO DELLA SETTIMANA<br />

11 agosto<br />

Santa Chiara d’Assisi<br />

Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253<br />

"Una chiara luce che illuminerà il mondo..."<br />

Assisi, oltre a Francesco, vanta d'aver dato i natali a un'altra<br />

figura che insieme a lui ha lasciato una traccia profon<strong>di</strong>ssima<br />

nella <strong>vita</strong> e nella storia della <strong>Chiesa</strong> e del mondo:<br />

Chiara. La santa nasce da Favarone <strong>di</strong> Offreduccio <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no<br />

e da Ortolana - nobile famiglia della città umbra - nel 1194.<br />

La madre, Ortolana, è donna <strong>di</strong> preghiera, de<strong>di</strong>ta al lavoro, aperta<br />

alle opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a anche oltre la cerchia dei vicini; vi<br />

è in lei un'attenzione assidua alla formazione umana e religiosa<br />

della figlia. È anche sotto il suo esempio che Chiara inizia ad avere<br />

attenzioni per i poveri. Alla vigilia del parto, recatasi a pregare<br />

nel Duomo <strong>di</strong> S. Rufino (tuttora Cattedrale), Ortolana sente una<br />

voce che le pre<strong>di</strong>ce: "Oh, donna, non temere, perché felicemente<br />

partorirai una chiara luce che illuminerà il mondo". La bambina<br />

viene chiamata Chiara e battezzata in quella stessa chiesa.<br />

L'incontro con Francesco<br />

Per Chiara l'incontro con Francesco e con la sua esperienza<br />

è determinante. A lui confida la chiamata <strong>di</strong> Dio e gli<br />

chiede aiuto; Francesco la in<strong>vita</strong> ad unirsi all'amore <strong>di</strong> Cristo.<br />

L'esperienza della completa rinuncia e della pre<strong>di</strong>cazione in<br />

Francesco rivela gradualmente al suo cuore il desiderio <strong>di</strong> fuggire<br />

il mondo coi suoi agi per donarsi completamente a Dio in una<br />

<strong>vita</strong> offerta in preghiera e contemplazione. Il momento decisivo<br />

è la sera <strong>di</strong> una Domenica delle Palme (del 1211 o 1212). Chiara,<br />

<strong>di</strong>ciottenne, va in chiesa con le altre nobildonne; durante la<br />

celebrazione, mentre le altre processionalmente si avvicinano al<br />

Vescovo, Chiara resta immobile al suo posto; è il Vescovo stesso<br />

che si <strong>di</strong>rige verso <strong>di</strong> lei consegnandole la palma.<br />

È il segno. La notte seguente, Chiara fugge dalla casa paterna e<br />

scende nella chiesa rurale <strong>di</strong> S. Maria degli Angeli - alla «Porziuncola»<br />

- dove l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati<br />

minori, che le fanno indossare un saio da penitente e le tagliano<br />

i capelli. Ora Chiara è per sempre consacrata a Dio.<br />

Sacrificio e preghiera per il mondo<br />

Chiara prende <strong>di</strong>mora nel piccolo fabbricato annesso alla<br />

chiesa <strong>di</strong> S. Damiano, che Francesco aveva restaurato.<br />

Qui viene raggiunta dalla sorella Agnese e dall'altra sorella,<br />

Beatrice, ma anche da gruppi <strong>di</strong> ragazze e donne: saranno<br />

presto una cinquantina. Costantemente consigliata e ispirata dal<br />

Santo, fino alla morte <strong>di</strong> lui (del quale, teneramente e umilmente,<br />

si definisce «pianticella»), Chiara intraprende la meravigliosa<br />

avventura claustrale. E proprio da Francesco ottiene una prima regola,<br />

fondata sulla povertà. I suoi nobili parenti si oppongono, anche<br />

con la forza, alla sua scelta <strong>di</strong> <strong>vita</strong>, ma invano; anzi, alcuni<br />

anni dopo anche sua madre la raggiunge in monastero.<br />

Chiara vuole dar <strong>vita</strong> a una famiglia <strong>di</strong> consacrate in clausura ra<strong>di</strong>calmente<br />

povere, come singole<br />

e come monastero, viventi<br />

del loro lavoro e <strong>di</strong> qualche<br />

aiuto dei frati minori, immerse<br />

nella preghiera per sé e<br />

per gli altri, al servizio <strong>di</strong> tutti,<br />

preoccupate per tutti. Chiamate<br />

popolarmente «Damianite»<br />

e da Francesco «Povere<br />

Dame», saranno poi per sempre<br />

note come «Clarisse». In<br />

un certo senso, Chiara preannuncia<br />

la forte iniziativa femminile<br />

che il suo secolo e il<br />

successivo vedranno svilupparsi<br />

nella <strong>Chiesa</strong>.<br />

Povertà come privilegio<br />

Il car<strong>di</strong>nale Ugolino, vescovo <strong>di</strong> Ostia e protettore dei frati<br />

minori, le dà una nuova regola che attenua la povertà, ma<br />

Chiara non accetta sconti: così Ugolino, <strong>di</strong>venuto Papa Gregorio<br />

IX (1227-41) le concede il «privilegio della povertà», poi<br />

confermato da Innocenzo IV con solenne bolla del 1253, presentata<br />

a Chiara pochi giorni prima della morte. Austerità sempre:<br />

un rigore che Chiara - Madre Badessa non per volontà sua<br />

ma per spirito <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza a Francesco - esige senza eccezioni<br />

da se stessa e non impone mai alle consorelle. La fermezza <strong>di</strong><br />

carattere, la dolcezza del suo animo, il modo <strong>di</strong> governare la sua<br />

comunità con la massima carità e avvedutezza, le procurano la<br />

stima dei Papi, che vogliono persino recarsi a visitarla.<br />

La riscoperta del carisma spirituale <strong>di</strong> Santa Chiara<br />

Seguire il Signore Gesù è Pace: sembra questo uno dei messaggi<br />

più forti che ci ha affidato Chiara con la sua <strong>vita</strong>, e<br />

persino con la sua morte, vissuta come una «sorella». L'11<br />

agosto 1253, circondata dalle sorelle accorse al suo capezzale,<br />

Chiara pronuncia le parole dell'innamorata che va incontro al<br />

suo Sposo per restare accanto a Lui sempre: "Va' secura - <strong>di</strong>ce<br />

a se stessa e alla sua anima - perché hai buona scorta nel viaggio.<br />

Va' perché Colui che t'ha creata, ti ha santificata e sempre<br />

guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero<br />

amore". A soli due anni dalla morte, Papa Alessandro IV la<br />

proclama santa. Le sue spoglie riposano oggi ad Assisi, nella Basilica<br />

<strong>di</strong> Santa Chiara.<br />

La figura e la profonda spiritualità <strong>di</strong> Chiara sono oggetto, anche<br />

recentemente, <strong>di</strong> giusta riscoperta e valorizzazione. Oltre a svariate<br />

pubblicazioni librarie, persino un musical - Chiara <strong>di</strong> Dio -<br />

è stato realizzato per farne conoscere meglio la straor<strong>di</strong>naria ricchezza<br />

e santità <strong>di</strong> <strong>vita</strong>, e lo scorso anno una miniserie tv Rai -<br />

Chiara e Francesco - ha inteso raccontare il loro percorso spirituale<br />

parallelo, sottolineando con la stessa forza e incisività il valore<br />

<strong>di</strong> entrambe le esperienze.<br />

Due santi straor<strong>di</strong>nari, che si completano a vicenda.<br />

UNO SGUARDO ALLE LETTURE<br />

10 agosto 2008<br />

XIX Domenica del Tempo Or<strong>di</strong>nario<br />

1 a lettura:<br />

1 Re 19,9.11-13<br />

Fermati<br />

sul monte<br />

alla presenza<br />

del Signore.<br />

Dal Salmo 84<br />

Donaci,<br />

Signore, la<br />

tua presenza<br />

<strong>di</strong> pace.<br />

2 a lettura:<br />

Rm 9,1-5<br />

Vorrei essere io<br />

stesso separato da Cristo per i miei fratelli.<br />

Vangelo: Mt 14,22-33<br />

Comanda che io venga da te sulle acque.<br />

Finito il <strong>di</strong>scorso in parabole, sono ora gli incontri, le<br />

scelte, i fatti <strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Gesù e degli apostoli che rivelano<br />

il loro grande e perenne valore simbolico: oggi<br />

contempliamo un Uomo solo in preghiera sulla Montagna<br />

e una Barca agitata dalle Onde.<br />

La stabilità e il <strong>di</strong>namismo, la Fonte inesauribile e il fiume<br />

che scorre. La montagna, luogo dell'incontro con Dio, della<br />

quiete prima della tempesta, del consolidamento interiore<br />

prima <strong>di</strong> riprendere il cammino e la barca <strong>di</strong> Pietro,<br />

simbolo della <strong>Chiesa</strong> che, lungo la traversata della storia,<br />

sempre fluttua, ma mai viene sommersa.<br />

Montagna, roccia, Pietro: stabilità, certezza, ra<strong>di</strong>ci feconde,<br />

ciò che non muta nel tempo, luogo al quale tornare<br />

sempre per ricordare chi siamo. Mare, barca, tempesta: il<br />

pellegrinaggio della <strong>vita</strong> in mezzo alle avversità, la lotta<br />

che caratterizza ogni serio cammino <strong>di</strong>etro a Cristo. Nel<br />

momento della prova, ricor<strong>di</strong>amoci del grido <strong>di</strong> Pietro che<br />

aggancia la mano sicura <strong>di</strong> Gesù, sempre presente accanto<br />

a chi ha fede. Noi a Chi gri<strong>di</strong>amo? Ci ricor<strong>di</strong>amo che<br />

"lassù" c'è sempre Qualcuno che ci ascolta? Riusciamo a<br />

considerare e ad ammettere che gli smarrimenti, i turbamenti,<br />

le angosce a volte sono determinati da una situazione<br />

<strong>di</strong> peccato, da mancanze <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong><br />

una coltivata <strong>di</strong>rezione spirituale e <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Grazia? Quante<br />

ombre, quanta nebbia, quanto ribollire <strong>di</strong> tentazioni se<br />

non permettiamo che il Sole dello Spirito ci rischiari la<br />

realtà immutabile della Salvezza!<br />

Ma c'è, oggi, un pericolo ben maggiore delle tempeste,<br />

delle persecuzioni, delle avversità: il pericolo<br />

sottile e nascosto della calma piatta che affloscia<br />

le vele, dell'adeguamento allo spirito del mondo,<br />

del concor<strong>di</strong>smo a tutti i costi, del compromesso col potere.<br />

In tanti mo<strong>di</strong> rischiamo così <strong>di</strong> far perdere al Vangelo<br />

il suo sapore: - con un atteggiamento "estetico" che nella<br />

pre<strong>di</strong>cazione privilegia la bella forma rispetto alla denuncia,<br />

- con un pacifismo vuoto che si illude <strong>di</strong> mettere<br />

tutti d'accordo ma non educa nessuno all'impegno e alla<br />

testimonianza; - con uno spiritualismo <strong>di</strong>sincarnato, che<br />

rimanda tutto alla "preghiera" e alla soluzione "magica"<br />

dell'intervento <strong>di</strong>vino; - con belle formulette catechistiche<br />

e parole desuete che non parlano più al cuore e non danno<br />

ragione della <strong>di</strong>fferenza reale nella qualità <strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> chi<br />

crede rispetto a chi non crede; - con la paura antiprofetica<br />

<strong>di</strong> chi, prima <strong>di</strong> parlare, pensa alle per<strong>di</strong>te pratiche, politiche,<br />

economiche e <strong>di</strong> consenso.<br />

Opportunamente, la prima lettura ci ricorda il profeta<br />

Elia: rimasto fedele dopo la vittoriosa prova<br />

contro le centinaia <strong>di</strong> profeti tra<strong>di</strong>tori, ora paga il<br />

suo focoso zelo con la minaccia <strong>di</strong> morte che gli rivolge<br />

Gezabele. Solo l'incontro a tu per tu con Dio rinfranca il<br />

suo cuore e gli permette <strong>di</strong> riprendere il cammino.<br />

Similmente, è il rapporto col Padre, la Roccia che permette<br />

al Signore <strong>di</strong> padroneggiare la tempesta. Ed è il nostro<br />

rapporto con Lui, che rende stabile la nostra <strong>vita</strong>, come già<br />

San Paolo ci rassicurava domenica scorsa: "Fratelli, chi ci<br />

separerà dall'amore <strong>di</strong> Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia,<br />

la persecuzione, la fame, la nu<strong>di</strong>tà, il pericolo, la<br />

spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori<br />

grazie a colui che ci ha amati".<br />

don Carlo Castellini<br />

LA DIOCESI NEL WEB<br />

www.reggioemilia.chiesacattolica.it<br />

Contiene le informazioni sulla <strong>di</strong>ocesi e<br />

il notiziario <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Pace Redazione Reggiana


La pagina dei Lettori 9 agosto 2008 15<br />

In questa pagina ospitiamo lettere, opinioni o contributi dei lettori, purché non inviati anche ad altri giornali. Scritti eccedenti le 1.500 battute potrebbero non trovare spazio o essere necessariamente<br />

tagliati. NON VERRANNO IN OGNI CASO PUBBLICATE LETTERE NON FIRMATE. Recapiti per scriverci: viale Timavo 93, 42100 Reggio Emilia; fax 0522.434058; e-mail: laliberta@libero.it<br />

DOPO LA GMG AUSTRALIANA<br />

Doni <strong>di</strong> Sydney<br />

La mia quarta Gmg<br />

Ecco le mie impressioni a caldo appena tornata dalla<br />

Gmg. In Australia ero l'unica della mia parrocchia (Boretto),<br />

così ci sono voluti un po' <strong>di</strong> giorni per conoscere<br />

qualcuno all'interno del gruppo. A parte questo, ottima è stata<br />

l'accoglienza nelle comunità italo-australiane: sia a Melbourne<br />

che a Sydney ci hanno fatto sentire a casa, anche se <strong>di</strong><br />

giovani locali - a parte qualcuno - ne ho visti pochi. Non sono<br />

mancati però gli altri australiani e naturalmente tutto il resto<br />

del mondo per accogliere Benedetto XVI... ore e ore per aspettarlo,<br />

ma ne è valsa la pena! L'ospitalità australiana? Ci hanno<br />

viziato come se fossimo i loro figli... dal mangiare ai panni da<br />

lavare, alle chiaccherate anche con il mio inglese me<strong>di</strong>o. A Melbourne<br />

le famiglie erano per la maggior parte italiane; abbiamo<br />

fatto una serata cantando canti dal Nord al Sud dell'Italia...<br />

Sydney è una città piena <strong>di</strong> uomini in giacca e cravatta e <strong>di</strong><br />

donne eleganti, ma mi ha colpito il giove<strong>di</strong> che è arrivato il Papa<br />

perché tutti i passanti si sono fermati ad aspettarlo. (...)<br />

La Via Crucis ha aperto il culmine delle giornate, poi le parole<br />

del Papa sulla fede, le testimonianze sui doni dello Spirito,<br />

Sant'Agostino, l'effetto <strong>di</strong> stare insieme al mondo... mi hanno<br />

emozionato come ad ogni Gmg.<br />

Dopo i sacrifici economici e <strong>di</strong> adattamento (in un gruppo si<br />

può pensarla <strong>di</strong>versamente...), vedremo cosa porterà questa<br />

Gmg, perché delle tre che ho fatto negli anni scorsi ognuna ha<br />

portato "qualcosa" che si è visto nella mia famiglia, in oratorio,<br />

nelle nuove amicizie...<br />

Il viaggio è stato proprio un arrivare fino ai confini della terra e<br />

mi ha impressionato la partecipazione <strong>di</strong> Paesi come la Corea<br />

o l'Iran... l'altra parte del mondo!<br />

Lorenza Artoni<br />

Sydney, Gmg 2008: un gruppo <strong>di</strong> nostri pellegrini in attesa<br />

dell’arrivo <strong>di</strong> Papa Benedetto XVI.<br />

Il segno della neve<br />

Lo scorso 27 luglio, cioè la prima domenica dopo la partenza<br />

del Papa da Sydney, gli abitanti della città si sono<br />

svegliati sotto una leggera coltre <strong>di</strong> neve. La sorpresa è<br />

stata talmente grande (era dal 1836 che non accadeva) che<br />

l'avvenimento ha fatto pure notizia attraverso i mass me<strong>di</strong>a<br />

internazionali.<br />

Certo che anche la venuta <strong>di</strong> un Papa a Sydney non è un avvenimento<br />

che accade così <strong>di</strong> frequente!<br />

Davanti ad un simile avvenimento meteorologico qualcuno<br />

può soffermarsi alla pura casualità (dopotutto anche a Roma<br />

sul colle Esquilino, nella notte tra il 4 e il 5 agosto <strong>di</strong> circa 1.650<br />

anni fa, è scesa un po' <strong>di</strong> neve); ma per chi riesce a intravedere<br />

anche nelle cose piccole dei segni gran<strong>di</strong>, ogni avvenimento<br />

può apparire trasformato sotto una luce <strong>di</strong>versa.<br />

Lo scorso 13 luglio, cioè la prima domenica in cui il Papa era<br />

in territorio australiano, la liturgia domenicale (XV anno A) ci<br />

aveva proposto come prima lettura un brano tratto dal libro<br />

del profeta Isaia (55,10-11), il quale recitava così: "Come la<br />

pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza<br />

aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare,<br />

perché <strong>di</strong>a il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così<br />

sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a<br />

me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza<br />

aver compiuto ciò per cui l'ho mandata".<br />

Se noi fossimo stati gli abitanti <strong>di</strong> Sydney e avessimo assistito<br />

ad un simile avvenimento pochi giorni dopo che il Papa aveva<br />

appena finito <strong>di</strong> seminare la Sua parola, e <strong>di</strong> aver operato ciò<br />

che Lui desiderava e <strong>di</strong> aver compiuto ciò per cui Dio l'ha mandato...<br />

non ci saremmo posti qualche riflessione?<br />

E la casualità che la neve sia scesa proprio nella notte fra il sabato<br />

e la domenica, non ci fa ricordare il momento in cui è avvenuta<br />

la resurrezione <strong>di</strong> Cristo? (...)<br />

In Australia è molto conosciuto il vecchio detto secondo il quale<br />

per chi crede in Dio nessuna prova è necessaria, mentre per<br />

chi non crede nessuna prova è mai sufficiente. C'è anche un<br />

vecchio aforisma che recita così: "Chi non si meraviglia <strong>di</strong><br />

niente, non farà mai niente <strong>di</strong> meraviglioso". (...)<br />

Io credo che davanti agli innumerevoli avvenimenti quoti<strong>di</strong>ani,<br />

a volte forse anche banali, non dobbiamo mai perdere la capacità<br />

<strong>di</strong> meravigliarci, ma cercare <strong>di</strong> conservare quella naturale<br />

capacità <strong>di</strong> meravigliarsi che è così particolarmente spontanea<br />

nei bambini. Dopotutto non è scritto che se non ritorneremo<br />

come bambini non entreremo nel Regno dei cieli? O<br />

preferiamo <strong>di</strong>ventare razionali sostenitori del proverbiale scetticismo<br />

<strong>di</strong> San Tommaso?<br />

Archimede Corra<strong>di</strong><br />

PRONTA A SUONARE A FESTA<br />

Nella foto (<strong>di</strong> Gabriele Spaggiari, 21 anni) il Campanòun della<br />

Cattedrale <strong>di</strong> Reggio. All’esterno si vede l’effigie dell’Assunta. In testa al<br />

Campanòun all’intorno si vede il martirio dei santi Crisanto e Daria, più<br />

in basso in lettere maiuscole Sanctus Deus - Sanctus Fortis - Sanctus<br />

Immortalis rifuso da Vincenzo Riatti (anno MDCCXCI), più in basso ancora<br />

una decorazione <strong>di</strong> angeli. Nella fascia, il medaglione dell’Assunta<br />

sollevata da tre angeli e sopra la testa una corona <strong>di</strong> rose sostenuta da<br />

due angeli; vi sono altri tre medaglioni (San Crisanto, il Crocefisso,<br />

Santa Daria) e, sotto ogni medaglione, le due chiavi incrociate.<br />

Ha l’orlo “colmo” (cioè con rinforzo in bronzo) che dà un suono più<br />

armonioso e prolungato, <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 1,60 m., peso 2.923 kg (360 “pesi”<br />

reggiani), nota “si grave”. Il battaglio pesa 105 kg. Per farlo girare all’intorno<br />

occorrono 6 campanari e un altro campanaro “a banchètt” (cioè<br />

seduto), con dei rintocchi alle altre campane ferme. Le sonate sono state<br />

scritte dal maestro Guglielmo Mattioli nel 1922, gloria musicale reggiana.<br />

È il secondo campanone più pesante dell’Emilia Romagna, dopo quello<br />

della cattedrale <strong>di</strong> Bologna, montato a slancio. (Mario Ferrari)<br />

Eluana, sete d'Amore<br />

(...) Come si può in un contesto<br />

legale così aleatorio procedere<br />

per una sentenza <strong>di</strong> tale<br />

portata? Quale "dolce morte" se<br />

più me<strong>di</strong>ci sostengono che<br />

Eluana si trova attualmente in<br />

una <strong>di</strong>mensione dove non soffre,<br />

mentre, privata <strong>di</strong> acqua e<br />

cibo, proverà atroci dolori? Si<br />

toglie acqua a chi ha sete ed alimentazione<br />

a chi ha fame? (...)<br />

Tutti abbiamo una responsabilità:<br />

e<strong>vita</strong>re che si creino precedenti<br />

giuri<strong>di</strong>ci che osteggino<br />

in un qualunque modo quello<br />

che ritengo un postulato: "La<br />

<strong>vita</strong> è sacra ed inviolabile!".<br />

Questa sentenza è una sconfitta<br />

per le suore, per noi cristiani,<br />

per la <strong>Chiesa</strong>, per i laici,<br />

per il "Valore Vita". Quante<br />

Eluane ci saranno poi, con un<br />

verdetto che crea tali precedenti?<br />

Non <strong>di</strong>amo alle generazioni<br />

a venire un esempio negativo <strong>di</strong><br />

morte, condannando a "sentenza<br />

capitale" Eluana!<br />

- Umiltà e Amore: chi siamo<br />

noi per stabilire che una creatura<br />

deve morire e ad<strong>di</strong>rittura<br />

soffrire per farlo?<br />

- Libertà: quale? Di chi? Per<br />

chi? Quella forse <strong>di</strong> volere interpretare<br />

le frasi dette 16 anni<br />

fa, "in un momento", da una<br />

ragazza <strong>di</strong> venti anni piena <strong>di</strong><br />

voglia <strong>di</strong> vivere? Chi non ha<br />

mai detto, <strong>di</strong>nanzi al dolore<br />

più estremo, <strong>di</strong> volere che finisse<br />

imme<strong>di</strong>atamente e <strong>di</strong> preferire<br />

la morte? Ad esempio i dolori<br />

durante il travaglio della<br />

partoriente sono chiamati "il<br />

male che si scorda": io li ho <strong>di</strong>menticati<br />

quando ho abbracciato<br />

una nuova <strong>vita</strong>... quella<br />

<strong>di</strong> mia figlia!<br />

Se Eluana potesse parlare,<br />

siamo convinti che sceglierebbe<br />

per sé l'eutanasia, o vorrebbe<br />

combattere, come già sta facendo,<br />

per la sua Vita?<br />

Ci sarà una motivazione, se<br />

questa ragazza non è ancora<br />

morta, nel progetto che Dio ha<br />

per lei!<br />

Cristina Bassoli<br />

presidente provinciale Centro Italiano<br />

Femminile - Reggio Emilia<br />

Al <strong>di</strong>acono Enrico Grassi<br />

Vi presento il corridore <strong>di</strong> Dio.<br />

Non confondetevi... non è Bartali:<br />

è il <strong>di</strong>acono Enrico Grassi.<br />

Silenziosamente, senza fischiettare<br />

percorre corso Garibal<strong>di</strong><br />

e pedala, pedala velocemente,<br />

fugge come un fulmine<br />

a ciel sereno; solo Id<strong>di</strong>o sa<br />

Congregazione Presbiterale Diocesana <strong>di</strong> Felina<br />

Comunico agli iscritti che il 4 agosto 2008<br />

è deceduto il Confratello<br />

DON GIUSEPPE FERRARI<br />

già parroco a S. Sisto, Enzola e Casalpò<br />

con preghiera <strong>di</strong> celebrare (o far celebrare)<br />

quanto prima una Santa Messa <strong>di</strong> suffragio,<br />

a norma dello Statuto.<br />

La presente comunicazione sostituisce la<br />

consueta lettera in<strong>di</strong>viduale, secondo quanto<br />

deliberato nell’Assemblea Generale della<br />

Congregazione dell’anno 2000.<br />

Il Cancelliere<br />

don Pietro Romagnani<br />

<br />

4° ANNIVERSARIO<br />

AGOSTINO MENOZZI<br />

Il tuo ricordo è sempre con noi.<br />

I tuoi cari, la moglie e i figli<br />

Una Santa Messa sarà celebrata<br />

domenica 17 agosto,<br />

alle 11, nella chiesa parrocchiale<br />

<strong>di</strong> Santa Maria Assunta,<br />

a Villa Sesso.<br />

quanti chilometri percorrerà.<br />

Finalmente la maratona a<br />

sera cesserà: è stata tutta una<br />

corsa per fare del bene all'umanità.<br />

(...)<br />

Assomiglia a S. Vincenzo de'<br />

Paoli o a S. Gaetano, che provvedevano<br />

al cibo materiale e<br />

spirituale per tutti i poveri assetati<br />

ma fiduciosi <strong>di</strong> trovare<br />

un <strong>di</strong>acono come Enrico che dà<br />

gioia, consolazione nelle tristi<br />

<strong>di</strong>fficoltà che la <strong>vita</strong> presenta<br />

ad ogni piè sospinto...<br />

Caro Enrico, il tuo sacrificio è<br />

già a metà strada, quin<strong>di</strong> il<br />

Para<strong>di</strong>so l'hai già rubato a Dio,<br />

però un pezzetto <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so<br />

conservalo anche per me. Saluti<br />

e buon proseguimento nel<br />

tuo prezioso lavoro. Io ormai<br />

sento la vecchiaia che galoppa<br />

(allegria).<br />

Domitilla (Tilde) Fabbi<br />

Quattro amiche sui monti<br />

Quest'anno ho passato una<br />

settimana <strong>di</strong> vacanza estiva<br />

con le mie amiche - Carmen<br />

Setti, Eglia Iori, Carla Ruggerini<br />

- in montagna, precisamente<br />

nella Val <strong>di</strong> Fassa, a Pera.<br />

Abbiamo sperato che la convivenza<br />

assieme risultasse positiva,<br />

perché ognuna <strong>di</strong> noi ha<br />

Fiocco azzurro<br />

in redazione<br />

Giovedì 24 luglio è venuto alla luce SAMUEL, il primogenito <strong>di</strong><br />

Pamela Cavaletti e del nostro redattore Matteo Gelmini, <strong>di</strong> San<br />

Giacomo <strong>di</strong> Guastalla. Ecco il nuovo arrivato in una delle prime<br />

foto, anche se per ora non ha rilasciato <strong>di</strong>chiarazioni ai colleghi<br />

del papà... Con simpatia, da tutta la famiglia del settimanale<br />

<strong>di</strong>ocesano, il più affettuoso abbraccio a Samuel!<br />

<br />

un carattere <strong>di</strong>verso, le proprie<br />

idee, le proprie opinioni. È Carmen<br />

la nostra guida sulle montagne.<br />

Eglia e Carla sono le due<br />

camminatrici più instancabili...<br />

e io faccio quello che posso<br />

per star loro <strong>di</strong>etro! (...)<br />

La cosa più importante è stare<br />

insieme, camminare e sorridere<br />

serene. Alla fine della settimana<br />

ci siamo rese conto che<br />

questa nostra <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> caratteri<br />

ha fatto sì che la nostra<br />

amicizia risultasse più solida e<br />

sincera.<br />

La sorpresa più imprevista -<br />

e che ha fatto piacere a tutti - è<br />

stato l'arrivo <strong>di</strong> mons. Angelo<br />

Melegoni, per un giorno, nel<br />

nostro hotel; quest'anno ha festeggiato<br />

70 anni <strong>di</strong> sacerdozio!<br />

Prima <strong>di</strong> partire ci ha regalato<br />

una bellissima preghiera intitolata<br />

"Per chi ama la montagna",<br />

<strong>di</strong> G. Perico.<br />

Una strofa la vorrei de<strong>di</strong>care<br />

alle mie amiche, ringraziandole:<br />

"Signore, fa' che io porti<br />

con me queste voci dei monti,<br />

che mi avvicinano a Te. Che io<br />

senta vivo il senso <strong>di</strong> chi cammina<br />

con me, come in cordata,<br />

dove la stessa sorte ci unisce<br />

in un sol corpo, tesi verso<br />

l'unica meta. Così sia".<br />

Bernardetta Iori<br />

AUGUSTO E SILVANO SEMPER<br />

In ricordo <strong>di</strong> Augusto (5 anni) e <strong>di</strong> Silvano (3 mesi) Semper, sarà<br />

celebrata una Santa Messa domenica 17 agosto, alle 10.30, nella<br />

chiesa parrocchiale <strong>di</strong> Luzzara.<br />

Le famiglia Semper e gli amici


dall ’ archivio fotografico <strong>di</strong> don francesco milani<br />

gite estive degli insegnanti del seminario <strong>di</strong> marola<br />

16<br />

N. 5<br />

9 agosto 2008<br />

Supplemento al N. 28<br />

9 agosto 2008<br />

del settimanale cattolico reggiano<br />

“La Libertà”<br />

3Il Car<strong>di</strong>nale Raffaele<br />

Scapinelli <strong>di</strong> Leguigno a<br />

150 anni dalla nascita 8<br />

1648-1649: il lungo viaggio<br />

<strong>di</strong> un missionario reggiano<br />

verso l’In<strong>di</strong>a misteriosa<br />

Stu<strong>di</strong> e <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> storia<br />

della <strong>Chiesa</strong> reggiano-guastallese<br />

il santo marinaio da<br />

oltre un millennio protettore<br />

12Venerio,<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia


In questo numero<br />

Copertina Il Car<strong>di</strong>nale Scapinelli<br />

in un ritratto a olio <strong>di</strong> R. Mandola,<br />

1920 (Biblioteca del Seminario<br />

Vescovile <strong>di</strong> Reggio Emilia)<br />

2 Colloqui con i Lettori<br />

3 G. Giovanelli – Il car<strong>di</strong>nale<br />

Raffaele Scapinelli protagonista della<br />

<strong>di</strong>plomazia vaticana del primo ‘900<br />

8 Red. – 1648-1649: il lungo<br />

viaggio <strong>di</strong> un missionario reggiano<br />

verso l’In<strong>di</strong>a<br />

9 U. M. Zappi – Giuseppe Turri,<br />

lo storico con la passione del documento<br />

11 Red. – Venerio, il santo marinaio<br />

comprotettore <strong>di</strong> Reggio<br />

12 Il Golfo della Spezia alla riscoperta<br />

del suo santo eremita<br />

7 G. Costi – Il servizio del<br />

Car<strong>di</strong>nale Scapinelli durante i primi<br />

quattro pontificati del ‘900<br />

Questo inserto<br />

è un omaggio del<br />

Centro Diocesano Stu<strong>di</strong> Storici<br />

Diocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia-Guastalla<br />

Direzione:<br />

Giovanni Costi<br />

Giuseppe Giovanelli<br />

Redazione:<br />

Seminario, Via San Donnino 138<br />

42033 Marola (RE)<br />

Tel/fax 0522 813527<br />

e-mail: conv.marola@libero.it<br />

“Memoria Ecclesiæ”<br />

è parte integrante de “La Libertà” settimanale<br />

della Diocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia,<br />

separatamente dal quale non può essere<br />

ceduto. A garanzia della sua ricezione si<br />

consiglia l’abbonamento al settimanale.<br />

Don Vito Fancinelli<br />

Colloqui con i Lettori<br />

Da Cacciola, dopo aver letto l’articolo<br />

“La ricerca <strong>di</strong> don Vito Fancinelli: dall’etnografia<br />

alla sapienza<br />

cristiana popolare”<br />

(Memoria<br />

Ecclesiæ N. 4) ci<br />

ricordano che don<br />

Vito è stato anche<br />

parroco a Cacciola<br />

e, nell’articolo questo<br />

non compare.<br />

Ringraziamo della<br />

segnalazione che<br />

<strong>di</strong>mostra quanto sia<br />

forte il ricordo dei nostri buoni parroci e ci<br />

scusiamo del “vuoto” segnalato. L’articolo<br />

non voleva però tessere il profilo biografico<br />

<strong>di</strong> don Vito (e lo meriterebbe!), ma richiamare<br />

il significato culturale della sua ricerca<br />

sulle “Testimonianze <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> credenze”,<br />

molte delle quali certamente raccolte<br />

anche a Cacciola. A buon conto, ecco la sua<br />

scheda biografica giacente presso l’Archivio<br />

della Curia Vescovile:<br />

“FANCINELLI DON VITO <strong>di</strong> Eusebio,<br />

nato a Rubiera il 17 Marzo 1887. Or<strong>di</strong>nato<br />

sacerdote, 21 luglio 1912. Curato a Castelnovo<br />

Sotto, luglio 1915. Studente al Leoniano<br />

<strong>di</strong> Roma, novembre 1914. Curato <strong>di</strong><br />

nuovo a Castelnovo Sotto, luglio 1915. Coa<strong>di</strong>utore<br />

e Pro-parroco a Cacciola, febbraio<br />

1924. Ivi Economo Spirituale, 29 gennaio<br />

1925. Ivi Rettore nominato, 26 febbraio<br />

1925. Rinuncia alla parrocchia con atto del<br />

12 aprile 1932 e va a Parma presso i Padri<br />

Benedettini. Nell’aprile 1933 ritorna in<br />

<strong>di</strong>ocesi. Economo Spirituale a Coviolo, 12<br />

novembre 1933. Ivi priore, 16 luglio 1934.<br />

Partecipa al concorso per Rivalta, 19 ottobre<br />

1943. Rinuncia alla parrocchia <strong>di</strong> Coviolo,<br />

18 maggio 1946 e si ritira a Tortona<br />

nella Casa della Divina Provvidenza <strong>di</strong> don<br />

Orione. Morto il 19 giugno 1946.”<br />

San Venerio<br />

“E’ corsa voce (se ho ben capito) ci scrive<br />

la signora Maria C. <strong>di</strong> Carù (Villaminozzo)<br />

che si voglia cancellare San Venerio dal<br />

calendario della<br />

<strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> Reggio<br />

perché non avrebbe<br />

nulla a che fare con<br />

la nostra <strong>di</strong>ocesi.<br />

C’è forse qualcosa<br />

<strong>di</strong> vero?”.<br />

Per quanto ne<br />

sappiamo non c’è<br />

nulla <strong>di</strong> tutto ciò.<br />

Nessuno ha detto -<br />

perché non può <strong>di</strong>rsi<br />

- che San Venerio “non c’entra niente con<br />

Reggio”. E compren<strong>di</strong>amo bene come una<br />

parrocchiana originaria <strong>di</strong> Carù (anche se<br />

residente a Milano come appare dal timbro<br />

postale) possa sentirsi “male” per una simile<br />

voce. Quello che Lei ha sentito, infatti,<br />

è forse il parere personale <strong>di</strong> qualche persona<br />

certamente non informata su ciò che<br />

San Venerio ha significato per la <strong>Chiesa</strong> e<br />

per la società reggiana per oltre un millennio.<br />

La sua Carù, con l’antico Ospitale <strong>di</strong><br />

San Venerio fondato nel 1102 ne è una<br />

preziosa testimonianza <strong>di</strong> come e quanto<br />

il culto <strong>di</strong> san Venerio sia ra<strong>di</strong>cato fin nelle<br />

più remote località reggiane.<br />

Su questo santo avevamo già da tempo<br />

altre richieste <strong>di</strong> più approfon<strong>di</strong>te conoscenze<br />

del profilo biografico e dei significati<br />

cultuali. La sua lettera ci induce ad anticiparne<br />

la pubblicazione in questo stesso<br />

numero <strong>di</strong> Memoria Ecclesiæ.<br />

Lei ci chiede anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>carle una biografia<br />

del santo scritta con stile accessibile<br />

a chi non è troppo addentro alle specializzazioni<br />

della storia. Le consigliamo “Il<br />

Tino, L’isola <strong>di</strong> Venerio santo marinaio”, <strong>di</strong><br />

autori vari (tra i quali anche la nostra Teresa<br />

Romei Correggi), e<strong>di</strong>to nel 1965 a Sarzana<br />

da “Canale Stampatore”.<br />

Le fotografie <strong>di</strong> don Milani<br />

Il riscontro dei Lettori è <strong>di</strong> un accentuato<br />

gra<strong>di</strong>mento: i più anziani vi riconoscono<br />

persone e situazioni del passato<br />

che l’immagine richiama meglio <strong>di</strong> ogni<br />

descrizione; i più giovani vi scoprono un<br />

passato cui li lega il filo <strong>di</strong> una storia ininterrotta<br />

e che volentieri gra<strong>di</strong>scono conoscere.<br />

Perciò continueremo a pubblicarle.<br />

Compatibilmente con lo spazio, tenteremo <strong>di</strong><br />

pubblicarne qualche “paginata” su singoli<br />

soggetti, così come richiesto da alcuni dei<br />

più attenti Lettori. Ci risulta che, all’interno<br />

del nuovo Consiglio <strong>di</strong> Presidenza della<br />

Congregazione Presbiterale Diocesana, sia<br />

emersa l’idea <strong>di</strong> pubblicare un libro con le<br />

fotografie più significative <strong>di</strong> don Milani<br />

per ricordarlo, entro l’anno prossimo, nel<br />

centenario della nascita. Ci auguriamo che<br />

l’iniziativa possa trovare una pronta realizzazione<br />

e qualche attento “sponsor”.<br />

Non rientra invece nelle nostre possibilità<br />

costituire una fototeca generale, anche se<br />

volentieri accettiamo <strong>di</strong> conservare raccolte<br />

fotografiche, sia <strong>di</strong> negativi che <strong>di</strong> copie<br />

cartacee, <strong>di</strong> argomento atinente la storia<br />

della <strong>Chiesa</strong> reggiana.<br />

Il “Memoriale” <strong>di</strong> don Vasco Casotti<br />

E’ un documento prezioso che, come<br />

già quello <strong>di</strong> don Enea Asti, <strong>di</strong>ce – in presa<br />

<strong>di</strong>retta – quello che è stato l’atteggiamento<br />

del clero nei territori della guerra partigiana.<br />

Stava bene su “Memoria Ecclesiæ”,<br />

ma sta anche meglio pubblicato, in fascicolo<br />

a parte, a cura dell’Unità pastorale<br />

<strong>di</strong> Vetto e Cola, dove don Casotti è stato<br />

paroco dal 1945 al 1988.. E’ appena uscito<br />

e può essere richiesto, finché ce ne sono<br />

copie, al parroco don Carlo Castellini, tel.<br />

0522.815556, posta elettronica: .<br />

2 15<br />

<strong>di</strong> posizione determinata e precisa del<br />

Pontefice. Il suo atteggiamento e le sue<br />

dure affermazioni spesso non furono<br />

capite, anche in campo cattolico, ma<br />

soprattutto nella valutazione dei governi<br />

belligeranti e dei politici interventisti, al<br />

Papa venne rivolta l’accusa <strong>di</strong> incentivare<br />

la demoralizzazione e il <strong>di</strong>simpegno. Non<br />

si era pronti, ma anche tra i cattolici, ad<br />

accogliere una visione così ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong><br />

condanna nei confronti della guerra. In<br />

nome <strong>di</strong> un lealismo politico nei confronti<br />

della propria nazione, e ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong><br />

pretesi interessi religiosi da salvaguardare,<br />

si cercavano fondate giustificazioni alla<br />

guerra.<br />

Erano pochi quelli che, come<br />

Bernard Shaw, pensavano che<br />

sarebbe stato meglio chiudere le<br />

chiese, piuttosto che andarvi a pregare per<br />

la vittoria sul nemico. In merito, riportiamo<br />

una testimonianza del pensiero del Papa,<br />

riferita all’allora prefetto della Biblioteca<br />

Apostolica Vaticana mons. Ratti: “Vogliono<br />

condannarmi al silenzio. Il Vicario <strong>di</strong><br />

Cristo non dovrebbe invocare la pace. Non<br />

riusciranno mai sigillare il mio labbro.<br />

Guai se il Vicario del Principe della pace<br />

fosse muto nell’ora della tempesta! La<br />

paternità spirituale universale, <strong>di</strong> cui<br />

sono investito, mi fa un dovere preciso <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>care la pace ai figli che dalle opposte<br />

barricate si trucidano a vicenda. Sono e<br />

mi sento il padre spirituale dei combattenti<br />

nell’uno o nell’altro campo. Nessuno potrà<br />

impe<strong>di</strong>re al padre <strong>di</strong> gridare <strong>di</strong> propri figli:<br />

pace, pace, pace”.<br />

Tutta la riflessione della morale<br />

cattolica sulla “guerra giusta” ha dovuto<br />

riproporzionarsi <strong>di</strong>nanzi alle innovazioni<br />

del magistero <strong>di</strong> Benedetto XV sul tema<br />

della pace.<br />

La prima sua Enciclica “Ad beatissimi<br />

Apostolorum” (1 novembre 1914) e la sua<br />

“Esortazione ai Capi dei popoli belligeranti”<br />

(1 agosto 1917) <strong>di</strong>venteranno capisal<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

ispirazione per i gran<strong>di</strong> interventi sulla pace<br />

nei pontificati <strong>di</strong> Pio XI e Pio XII, trovando<br />

ancora sorprendenti riscontri nella grande<br />

Enciclica <strong>di</strong> Giovanni XXIII “Pacem in<br />

terris” dell’11 aprile 1963.<br />

D urante<br />

PONTIFICATO<br />

DI PIO XI (1922-1939<br />

il suo pontificato Pio XI,<br />

passato alla storia come Papa dei<br />

Concordati, svolse un’intensa azione<br />

politica, per favorire la presenza della<br />

<strong>Chiesa</strong> nella società, servendosi soprattutto<br />

dello strumento giuri<strong>di</strong>co concordatario.<br />

Attraverso la stipulazione <strong>di</strong> Concordati<br />

il Papa vedeva la possibilità <strong>di</strong> inserire<br />

nella legislazione degli Stati alcuni <strong>di</strong>ritti<br />

determinanti per la <strong>vita</strong> della <strong>Chiesa</strong>, come<br />

la legislazione matrimoniale e scolastica<br />

e, soprattutto, il <strong>di</strong>ritto della Santa Sede <strong>di</strong><br />

scegliere liberamente i Vescovi.<br />

Nella valutazione vaticana i Concordati<br />

costituivano quasi l’unico mezzo per<br />

tenere a freno gli emergenti nazionalismi<br />

che, il più delle volte, sfociavano in rigi<strong>di</strong><br />

assolutismi <strong>di</strong> Stato. Tale visione politico-<br />

Pio XI. Sotto il suo pontificato va segnalata<br />

la profonda partecipazione del car<strong>di</strong>nale<br />

Scapinelli ai colloqui per la definizione del<br />

concordato con lo stato italiano<br />

ecclesiale portò Pio XI a privilegiare intese<br />

<strong>di</strong>plomatiche <strong>di</strong>rette del Vaticano con gli<br />

Stati, nella speranza <strong>di</strong> promuovere una<br />

presenza più ra<strong>di</strong>cata della pace cristiana<br />

nella realtà giuri<strong>di</strong>co-istituzionale delle<br />

singole Nazioni, prescindendo così da<br />

altre me<strong>di</strong>azioni interme<strong>di</strong>e, quali i partiti<br />

politici, sia pure <strong>di</strong> ispirazione cristiana, o<br />

altre forme <strong>di</strong> associazionismo cattolico.<br />

Su tale linea Pio XI non esitò, nel 1922 e<br />

nel 1930, <strong>di</strong> ricercare coraggiosamente,<br />

nonostante circostanze per nulla favorevoli,<br />

un rapporto <strong>di</strong>plomatico anche con la<br />

Russia.<br />

Il Pontificato <strong>di</strong> Pio XI si iscrive inoltre<br />

in un complicato dopoguerra: quattro <strong>di</strong>ttatori<br />

(Mussolini – Hitler – Stalin – Franco),<br />

la grande crisi economica del 1929, le<br />

guerre <strong>di</strong> espansione coloniale, la spietata<br />

persecuzione della <strong>Chiesa</strong> in Messico, la<br />

guerra civile in Spagna, le leggi razziali<br />

e l’antisemitismo in Germania e in Italia,<br />

le premesse drammatiche, sullo scenario<br />

europeo del secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale,<br />

costituirono l’orizzonte oscuro e complesso,<br />

su cui il magistero <strong>di</strong> Pio XI dovette<br />

misurarsi, con una molteplicità <strong>di</strong> interventi<br />

su drammatiche emergenze storiche.<br />

Da una parte, nel Magistero del Pontefice,<br />

emergono posizioni “possibiliste”, legate<br />

ad una intensa azione <strong>di</strong>plomatica, nella<br />

prospettiva sia <strong>di</strong> un male minore, sia <strong>di</strong><br />

un rafforzamento della presenza storicosociale<br />

della <strong>Chiesa</strong>, come salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

pace, all’interno della società; dall’altra,<br />

riscontriamo posizioni precise <strong>di</strong> refutazione<br />

e condanna, impegnando il papato e la<br />

<strong>Chiesa</strong> tutta ad una testimonianza della<br />

verità, a costo della persecuzione.<br />

In merito, sembra <strong>di</strong> poter leggere una<br />

<strong>di</strong>versa accentuazione politico-<strong>di</strong>plomatica<br />

dell’azione della Sante Sede, agli inizi<br />

rispetto alla fine del pontificato <strong>di</strong> Pio XI,<br />

attraverso il graduale affermarsi <strong>di</strong> una<br />

visione <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong>, che rinuncia anche a<br />

forme <strong>di</strong> temporalismo spirituale, per una<br />

nuova identità e missione, che troverà<br />

la sua piena affermazione nel Concilio<br />

Vaticano II.<br />

In sintesi, <strong>di</strong>nanzi al ra<strong>di</strong>carsi dei<br />

nazionalismi e al costituirsi dei<br />

gran<strong>di</strong> regimi totalitari, a volte tra<br />

loro contrapposti, Pio XI non si limitò<br />

unicamente a pronunciare una condanna,<br />

a livello <strong>di</strong> principi, ma con una misurata<br />

e sofferta azione <strong>di</strong>plomatica, cercò <strong>di</strong><br />

mitigare le estreme conseguenze.<br />

Il fascismo in Italia, il nazismo in<br />

Germania, il bolscevismo comunista in<br />

Russia, gli estremismi destroi<strong>di</strong> della<br />

“Action française” in Francia, la guerra<br />

civile spagnola tra repubblicani e franchisti,<br />

la persecuzione religiosa in Messico, gli<br />

insorgenti fenomeni <strong>di</strong> nazionalismi ecclesiastici<br />

nella stessa Polonia, costituiscono<br />

lo scenario complicato e preoccupante, che<br />

il lungo Pontificato <strong>di</strong> Pio XI ha dovuto<br />

affrontare.<br />

In or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, Pio XI prese<br />

posizione, attraverso documenti ufficiali<br />

del suo magistero, contro la persecuzione<br />

della <strong>Chiesa</strong> in Messico: “Iniquis<br />

afflictisque” (1926), “Acerba animi”<br />

(1932), “Firmissimam constantiam”<br />

(1937); poi <strong>di</strong>nanzi alla persecuzione della<br />

<strong>Chiesa</strong> spagnola, nel periodo della guerra<br />

civile: “Dilectissima nobis” (1933).<br />

Seguirà infine la sua azione <strong>di</strong><br />

magistero, profetica e irremovibile, contro<br />

il fascismo, il nazismo e il comunismo:<br />

“Non abbiamo bisogno” (1931), “Mit<br />

brennenender Sorge” (1937), “Divini<br />

Redemptoris” (1937).<br />

Al momento della sua morte (10 febbraio<br />

1939) Pio XI si qualificava come il<br />

Papa della triplice condanna nei confronti<br />

dei tre regimi totalitari presenti in Europa.<br />

Negli anni del pontificato <strong>di</strong> Pio XI va<br />

sottolineata la profonda partecipazione<br />

del card. Scapinelli agli intricati colloqui<br />

<strong>di</strong>plomatici della Santa Sede, sotto la guida<br />

del Segretario <strong>di</strong> Stato, card. Gasparri, con<br />

lo Stato italiano, in vista della definizione<br />

dei Patti Lateranensi e del Concordato del<br />

1929.<br />

La salute minata del card. Scapinelli<br />

non gli permise <strong>di</strong> partecipare ai successivi<br />

risvolti <strong>di</strong> applicazione del concordato<br />

tra Santa Sede e l’Italia, sia negli aspetti<br />

promozionali della intesa <strong>di</strong> conciliazione,<br />

sia nei paralleli aspetti problematici, presto<br />

emersi, in tutta una serie <strong>di</strong> tensioni e<br />

contrasti così gravi, tanto da ipotizzare una<br />

denuncia <strong>di</strong> rottura del Concordato stesso,<br />

per abusi e ingerenze indebite del governo<br />

fascista nella <strong>vita</strong> della <strong>Chiesa</strong> in Italia.<br />

Q uattro<br />

BILANCIO<br />

pontificati, una molteplicità<br />

<strong>di</strong> eventi storici complessi e<br />

problematici, <strong>di</strong>verse accentuazioni<br />

della missione pastorale della <strong>Chiesa</strong>, in<br />

circa cinquant’anni <strong>di</strong> esercizio attivo <strong>di</strong><br />

ministero, hanno costituito il terreno in<br />

cui il card. Raffaele Scapinelli, da uomo<br />

schivo e mite, ha gettato il seme della sua<br />

competenza umana ed ecclesiale.


presso il Seminario <strong>di</strong>ocesano, a partire<br />

dal 1884 perfezionò i suoi stu<strong>di</strong> per un<br />

anno a Bologna, poi a Roma iscrivendosi<br />

all’Università Gregoriana, dove si laureò<br />

in Diritto canonico, in<strong>di</strong> alla Facoltà<br />

dell’Apollinare, dove si laureò in<br />

Diritto civile. Il 2 febbraio 1887 entrava<br />

nell’Accademia dei Nobili. Terminati<br />

gli stu<strong>di</strong>, Leone XIII lo destina, prima<br />

Segretario della Nunziatura <strong>di</strong> Lisbona, poi<br />

U<strong>di</strong>tore alla Nunziatura dell’Aja presso la<br />

Corte olandese.<br />

Richiamato a Roma a collaborare alla<br />

Segreteria <strong>di</strong> Stato, Scapinelli raggiunse,<br />

per <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong>, l’Ufficio <strong>di</strong> Segretario<br />

degli Affari ecclesiastici straor<strong>di</strong>nari,<br />

uno dei due Dicasteri in cui si <strong>di</strong>videva<br />

la Segreteria <strong>di</strong> Stato. A tale attività si<br />

aggiunse il suo compito <strong>di</strong> consultore delle<br />

Congregazioni Concistoriale e del Santo<br />

Ufficio, <strong>di</strong> Segretario della Commissione<br />

per la co<strong>di</strong>ficazione del <strong>di</strong>ritto canonico e<br />

<strong>di</strong> professore <strong>di</strong> stile <strong>di</strong>plomatico presso<br />

l’Accademia dei Nobili ecclesiastici.<br />

PONTIFICATO<br />

DI PIO X (1903-1914)<br />

Da Pio X - confermato successivamente da Benedetto<br />

XV - il car<strong>di</strong>nale Scapinelli ebbe l’incarico<br />

più delicato: quello <strong>di</strong> agire alla corte<br />

<strong>di</strong> Vienna per e<strong>vita</strong>re l’esplodere <strong>di</strong> quella che<br />

sarà la prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

P unto<br />

<strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> grande<br />

responsabilità per Scapinelli è il<br />

1912, quando Pio X, lo invia Nunzio<br />

Apostolico a Vienna, a contatto con eventi<br />

che già costituivano una premessa alla<br />

prima grande guerra mon<strong>di</strong>ale. Scapinelli,<br />

interprete ed esecutore della volontà del<br />

Pontefice, mise in atto tutte le sue capacità<br />

per scongiurare la guerra, tentando <strong>di</strong><br />

influire positivamente sulle decisioni del<br />

vecchio Imperatore, anche se gli in<strong>di</strong>rizzi<br />

politico-<strong>di</strong>plomatici del successore <strong>di</strong><br />

Leone XIII risultavano meno implicati<br />

<strong>di</strong>rettamente, e meno esposti sulle vicende<br />

storico nazionali. Fin dagli inizi del suo<br />

pontificato (4 agosto 1903), infatti Pio X<br />

<strong>di</strong>ede l’impressione <strong>di</strong> voler accentuare la<br />

<strong>di</strong>mensione pastorale rispetto all’azione<br />

<strong>di</strong>plomatica del suo predecessore. Le<br />

questioni politiche della Santa Sede, nei<br />

confronti dei governi nazionali, venivano<br />

da lui affrontate soprattutto nell’ambito <strong>di</strong><br />

pronunciamenti morali, o <strong>di</strong> valore, come<br />

espressione <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione papale.<br />

Il suo programma pastorale “instaurare<br />

omnia in Christo” portava ad una azione<br />

convergente <strong>di</strong> riforma della <strong>Chiesa</strong>,<br />

prevalentemente al suo interno, con una forte<br />

accentuazione <strong>di</strong>fensiva contro le teorie del<br />

liberalismo, del modernismo politico, del<br />

naturalismo filosofico e del modernismo<br />

teologico. Il Pontefice sembrava segnato<br />

da alcuni insuccessi della politica <strong>di</strong><br />

negoziato, e perplesso <strong>di</strong>nanzi allo stile <strong>di</strong><br />

compromesso del suo predecessore.<br />

In questa luce va compreso l’irrigi<strong>di</strong>mento<br />

pontificio contro il regime <strong>di</strong> separazione<br />

Stato-<strong>Chiesa</strong> della Repubblica francese e la<br />

<strong>di</strong>ffidenza e opposizione contro le esperienze<br />

dei cattolici in campo socio-politico.<br />

La scelta del Segretario del Conclave<br />

Merry del Val, nell’ottobre del 1903, come<br />

Segretario <strong>di</strong> Stato fu interpretata come<br />

scelta per far prevalere in ogni campo<br />

l’unità dottrinale e conseguenti forme <strong>di</strong><br />

comunione <strong>di</strong>sciplinare in tutta la <strong>Chiesa</strong>.<br />

Il consolidamento interno della <strong>Chiesa</strong>,<br />

sul piano giuri<strong>di</strong>co-istituzionale e dottrinale,<br />

il prevalente interesse alla formazione<br />

intellettuale e spirituale del clero e dei<br />

fedeli, il <strong>di</strong>rigismo centrale anche nelle<br />

“cose sociali e politiche”, rispondevano<br />

all’esigenza <strong>di</strong> far valere le norme morali<br />

della <strong>Chiesa</strong>, in un clima <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa verso<br />

aggressioni provenienti dall’esterno.<br />

La tendenza del precedente pontificato<br />

<strong>di</strong> Leone XIII al riavvicinamento e ad una<br />

maggiore armonia tra <strong>Chiesa</strong> e società civile<br />

fu scartata come una strategia sospetta.<br />

Allo scoppio del conflitto dell’Austria<br />

contro la Serbia, dopo l’assassinio<br />

dell’arciduca Francesco Fer<strong>di</strong>nando, nel<br />

giugno 1914, la posizione della Santa<br />

Sede non apparve del tutto imparziale,<br />

data la simpatia manifestata dal Papa e dal<br />

suo Segretario <strong>di</strong> Stato per la monarchia<br />

asburgica e gli imperi centrali, contro<br />

il pericolo <strong>di</strong> una espansione slava nei<br />

Balcani.<br />

In questo clima <strong>di</strong> accentuazioni <strong>di</strong>verse<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong>plomatici, va situato il ruolo e<br />

la missione <strong>di</strong>plomatica del card. Scapinelli<br />

a Vienna. Negli ultimi mesi della sua<br />

Nunziatura (1915), continuò ad occuparsi<br />

dei problemi, emergenti dalla guerra:<br />

la con<strong>di</strong>zione dei prigionieri italiani, i<br />

bombardamenti aerei su obiettivi civili, lo<br />

scambio <strong>di</strong> prigionieri ammalati o invali<strong>di</strong>.<br />

PONTIFICATO<br />

DI BENEDETTO XV (1914-1922)<br />

Bisognerà attendere il pontificato<br />

<strong>di</strong> Benedetto XV, a partire dal<br />

settembre 1914, per cogliere l’azione<br />

innovativa e straor<strong>di</strong>naria della Santa<br />

Sede, sul problema della pace. La <strong>Chiesa</strong><br />

si presenta come strumento <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo<br />

super partes, nella salvaguar<strong>di</strong>a legittima<br />

dei <strong>di</strong>ritti dei popoli. Sul tema della pace<br />

Si può riconoscere che l’animo <strong>di</strong> Scapinelli, in<br />

conformità alla sua indole e alla sua formazione,<br />

si sia ritrovato pienamente nel forte magistero<br />

sulla pace <strong>di</strong> Benedetto XV.<br />

e sulla promozione effettiva <strong>di</strong> un contesto<br />

<strong>di</strong> pace, il magistero <strong>di</strong> Benedetto XV ha<br />

delineato le caratteristiche autentiche <strong>di</strong> una<br />

profezia della <strong>Chiesa</strong>, tuttora determinanti<br />

e influenti.<br />

Nel 1916, Benedetto XV richiama a<br />

Roma Scapinelli, insignendolo della <strong>di</strong>gnità<br />

car<strong>di</strong>nalizia. Nel 1918-19 il Car<strong>di</strong>nale<br />

<strong>di</strong>venta Prefetto della Congregazione dei<br />

religiosi, che però dovrà lasciare dopo<br />

pochi mesi per motivi <strong>di</strong> salute. Nel 1930<br />

viene nominato Datario <strong>di</strong> Santa Romana<br />

<strong>Chiesa</strong>.<br />

Si può riconoscere che l’animo <strong>di</strong><br />

Scapinelli, in conformità alla sua indole<br />

e alla sua formazione, si sia ritrovato<br />

pienamente nel forte magistero sulla pace<br />

<strong>di</strong> Benedetto XV.<br />

Dinanzi allo “spettacolo più tetro e più<br />

luttuoso nella storia dei tempi …, <strong>di</strong>nanzi<br />

alle rovine e alle stragi”, ripetutamente<br />

il Pontefice lancia il suo accorato appello<br />

alla pace. Suggerisce le vie pacifiche per<br />

il ripristino dei legittimi <strong>di</strong>ritti. In<strong>vita</strong> a<br />

rimuovere le cause della “guerra furibonda<br />

che rode le viscere dell’o<strong>di</strong>erna società”,<br />

quali l’o<strong>di</strong>o, l’ingiustizia tra le classi sociali,<br />

l’assolutizzazione dei beni materiali. Alle<br />

cause che fomentano la guerra, <strong>di</strong>chiara<br />

Benedetto XV, e <strong>di</strong>laniano la convivenza<br />

civile, non apportano alcun rime<strong>di</strong>o né il<br />

socialismo, né la lotta <strong>di</strong> classe, ma soltanto<br />

l’amore fraterno.<br />

La denuncia della guerra nel magistero<br />

del Papa è fortemente critica, con una<br />

valutazione etico-politica del tutto negativa,<br />

senza lasciar spazio alcuno alla casistica<br />

tra<strong>di</strong>zionale sulla guerra giusta e sulle<br />

armi lecite. Tutta una serie <strong>di</strong> designazioni<br />

della guerra, come “orrenda carneficina”,<br />

“suici<strong>di</strong>o dell’Europa”, “fosca trage<strong>di</strong>a<br />

dell’o<strong>di</strong>o umano” e soprattutto quella <strong>di</strong><br />

“inutile strage”, nella nota del 1° agosto<br />

1917, evidenziano nettamente la presa<br />

14 3<br />

car<strong>di</strong>nali reggiani Un breve profilo biografico per ricordarlo a 150 anni dalla nascita e 75 dalla morte<br />

Il Car<strong>di</strong>nale Raffaele Scapinelli <strong>di</strong> Léguigno<br />

protagonista della <strong>di</strong>plomazia vaticana del primo ‘900<br />

GIUSEPPE GIOVANELLI<br />

Raffaele Scapinelli nasceva a<br />

Modena il 25 aprile 1858, dove il<br />

nonno paterno Antonio era governatore<br />

della città proprio sullo scadere dell’antico<br />

dominio estense. Il papà, Pietro,<br />

era stato cancelliere della Curia Vescovile<br />

<strong>di</strong> Reggio dove aveva sposato la Nobil<br />

Donna Cristina, nipote del vescovo Pietro<br />

Raffaelli.<br />

In seguito alla caduta dello stato estense<br />

nel giugno 1859, la famiglia, iscritta<br />

nell’Albo d’Oro della Nobiltà italiana con<br />

il titolo <strong>di</strong> Conti <strong>di</strong> Léguigno, si stabilì<br />

a Reggio città alla quale, per espressa<br />

<strong>di</strong>chiarazione del Car<strong>di</strong>nale, si sentiva<br />

appartenente. Anche <strong>di</strong>ventato<br />

vescovo e car<strong>di</strong>nale, riven<strong>di</strong>cò sempre<br />

la sua incar<strong>di</strong>nazione – spirituale<br />

se non <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto – nella<br />

<strong>di</strong>ocesi reggiana. Qui ebbe la sua<br />

prima educazione e la sua formazione<br />

sacerdotale. Dal 1865<br />

al 1874 frequentò le scuole del<br />

seminario urbano come alunno<br />

esterno. Nel 1875 vi iniziò,<br />

come alunno interno, il corso<br />

teologico concludendolo “con<br />

sommo plauso” nel 1878 a soli<br />

venti anni <strong>di</strong> età.<br />

Gli restavano tre anni per raggiungere<br />

l’età minima per accedere<br />

all’or<strong>di</strong>nazione sacerdote. Egli li<br />

trascorse in un attento percorso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scernimento vocazionale sia durante<br />

l’anno <strong>di</strong> servizio militare a Piacenza, sia<br />

organizzando in città un circolo giovanile<br />

<strong>di</strong> Azione <strong>Cattolica</strong> con il quale fondò il<br />

settimanale Il Reggianello, da lui in gran<br />

parte finanziato e personalmente <strong>di</strong>retto<br />

fino al 1886, quando ne lasciò la <strong>di</strong>rezione<br />

a don Antonio Colli e quin<strong>di</strong> a don Emilio<br />

Cottafavi. Con le cronache dalla città e<br />

dalla provincia, con un largo spazio dato<br />

agli eventi del cattolicesimo locale, Il<br />

Reggianello ha tutte le buone ragioni per<br />

lasciarsi definire il primo vero e proprio<br />

settimanale <strong>di</strong>ocesano reggiano.<br />

Egli era tra i primi esponenti <strong>di</strong> quel<br />

“gruppetto <strong>di</strong> preti, modesto per numero<br />

ma formidabile per intelletto e decisione”,<br />

come scriverà don Carlo Lindner,<br />

che caratterizzava il clero reggiano sul<br />

finire dell’Ottocento e che annoverava<br />

don Giovanni Mercati, futuro Car<strong>di</strong>nale<br />

Biliotecario <strong>di</strong> Santa Romana <strong>Chiesa</strong>, suo<br />

fratello don Angelo, don Antonio Colli rettore<br />

del Seminario, don Prospero Scurani,<br />

don Arturo Mamoli, don Emilio Cottafavi,<br />

don Pietro Tesauri e altri.<br />

In tutte queste attività – dalle iniziative<br />

a pro’ dei giovani, alle scelte politiche<br />

me<strong>di</strong>ate e concrete fino alla valorizzazione<br />

della stampa, don Scapinelli ha un modello<br />

in don Giovanni Bosco <strong>di</strong> cui è fervido<br />

ammiratore e che segue come Cooperatore<br />

salesiano. Nel 1881 riceveva l’or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale e celebrava la prima Messa il<br />

24 settembre nella chiesa parrocchiale citta<strong>di</strong>na<br />

<strong>di</strong> San Giacomo.<br />

Nonostante il legame della sua famiglia<br />

alla Casa d’Este e senza nulla rinunciare<br />

alle tra<strong>di</strong>zioni nobiliari, il<br />

giova- ne don<br />

Raffaele con questo<br />

settimanale seppe introdurre nel <strong>di</strong>battito<br />

culturale e politico del suo tempo quelle<br />

prime novità che indussero il cattolicesimo<br />

reggiano non a rinunciare all’intransigentismo,<br />

ma a viverlo in un contesto <strong>di</strong><br />

apertura e partecipazione alla <strong>vita</strong> sociale<br />

del nuovo stato sabaudo. Con garbato<br />

realismo e grande intelligenza delle cose,<br />

Il Reggianello invitò i cattolici ad essere<br />

presenti nella <strong>vita</strong> sociale e politica, ad<br />

organizzarsi, ad associarsi, a star pronti<br />

per entrare appena possibile nell’agone<br />

politico, a far sentire la propria voce<br />

dando inizio a quella felice stagione <strong>di</strong><br />

fervido attivismo che vide il cattolicesimo<br />

reggiano pronto ad accogliere la Rerum<br />

Novarum e a organizzarsi contro gli attacchi<br />

del socialismo.<br />

Grazie a lui, a don Antonio Colli e don<br />

Emilio Cottafavi, che proseguiranno la sua<br />

opera mentre lui passerà a Roma, la parola<br />

d’or<strong>di</strong>ne “organizzamoci” <strong>di</strong>venta pienamente<br />

operante.<br />

G ià<br />

Un lungo servizio<br />

nella <strong>di</strong>plomazia vaticana<br />

in queste primizie sacerdotali<br />

emergevano i tre aspetti che,<br />

a detta del vescovo Brettoni,<br />

caratterizzeranno la sua <strong>vita</strong>: “lo stu<strong>di</strong>o, la<br />

virtù (che è perfezionamento interiore), la<br />

carità (che è effusione <strong>di</strong> zelo per il bene<br />

delle anime)”. Il 26 settembre 1881 veniva<br />

nominato insegnante <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico in<br />

seminario, incarico che svolse fino al 1884,<br />

allorché si recò per il perfezionamento dei<br />

suoi stu<strong>di</strong> a Bologna e quin<strong>di</strong> a Roma dove,<br />

in nemmeno tre anni, si laureò in <strong>di</strong>ritto<br />

canonico e in <strong>di</strong>ritto civile. Non aveva<br />

ancora ricevuto le due lauree che già si<br />

era iscritto all’Accademia dei Nobili<br />

Ecclesiastici <strong>di</strong> Roma, superando in<br />

breve anche quest’ultimo corso <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> formazione che lo in<strong>di</strong>rizzò<br />

al servizio <strong>di</strong>plomatico della<br />

Santa Sede. I mutamenti epocali in<br />

atto nell’Europa <strong>di</strong> fine Ottocento<br />

chiedevano ai rappresentanti della<br />

Santa Sede una non comune capacità<br />

<strong>di</strong> leggere i “segni” dei tempi;<br />

<strong>di</strong> far penetrare in società in<br />

rapida evoluzione, spesso tentate<br />

dal materialismo e dall’ateismo, la<br />

dottrina sociale della <strong>Chiesa</strong>; <strong>di</strong> tessere<br />

fra stati avversari i delicatissimi<br />

equilibri della pace. E tutto ciò nelle<br />

<strong>di</strong>fficoltà create dal governo italiano che<br />

non riconosceva alcuna natura statuale<br />

ala Santa Sede. Don Raffaele ebbe subito<br />

la piena fiducia <strong>di</strong> Leone XIII che, già nel<br />

1877, lo nominò U<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Nunziatura a<br />

Lisbona accanto a monsignor Jacobini; poi<br />

(1894) U<strong>di</strong>tore alla Nunziatura dell’Aja con<br />

monsignor Lorenzelli. Una sede, quest’ultima,<br />

che, stante la lunga assenza del titolare,<br />

lo indusse molto spesso ad accollarsi responsabilità<br />

e funzioni <strong>di</strong> Nunzio.<br />

Concluse queste prime prove, fu richiamato<br />

a Roma per collaborare con la<br />

Segreteria <strong>di</strong> Stato, dove – proprio negli anni<br />

<strong>di</strong> più intenso confronto con il modernismo<br />

– ebbe incarichi via via più importanti che<br />

gli meritarono la più ampia stima e fiducia<br />

dei papi Leone XIII e Pio X. Essi lo impegnarono<br />

come uomo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (Segretario<br />

della Commissione per la Co<strong>di</strong>ficazione<br />

del Diritto Canonico, “opus sane arduum”,<br />

nella quale ebbe a collaboratore monsignor<br />

Eugenio Pacelli; Docente <strong>di</strong> stile <strong>di</strong>plomatico<br />

all’ Accademia dei Nobili Ecclesiastici)<br />

e come uomo <strong>di</strong> governo (Consultore delle<br />

Congregazioni Concistoriale e del Santo<br />

Ufficio). Nel 1907 successe al neo eletto car<strong>di</strong>nal<br />

Gasparri come Segretario della Sacra<br />

Congregazione degli Affari Straor<strong>di</strong>nari e<br />

Prefetto dei Sacri palazzi Apostolici.


A questo punto, nel 1912, si può davvero<br />

<strong>di</strong>re che fosse pronto per l’incarico<br />

<strong>di</strong>plomatico più delicato del momento: la<br />

Nunziatura presso la corte imperiale <strong>di</strong><br />

Vienna, alla quale, nel 1912, lo chiamò<br />

la fiducia <strong>di</strong> Pio X che, nel contempo, lo<br />

nominò arcivescovo titolare <strong>di</strong> Lao<strong>di</strong>cea.<br />

Gli era richiesto <strong>di</strong> sostituire il precedente<br />

Nunzio, monsignor Alessandro<br />

Bavona, morto improvvisamente dopo soli<br />

un<strong>di</strong>ci mesi dall’assunzione della nunziatura.<br />

La sua nomina rivestiva i caratteri<br />

dell’urgenza, come ben ricorda don Carlo<br />

Lindner riportando l’episo<strong>di</strong>o in “Nostri<br />

Preti”. Giunta in Vaticano la notizia della<br />

morte improvvisa <strong>di</strong> monsignor Bavona,<br />

Pio X convocò per la mattina dopo monsignor<br />

Scapinelli: «“Sa perché l’ho mandata<br />

a chiamare” chiese infatti a bruciapelo<br />

il Santo Padre. “Purtroppo lo penso,<br />

Santità”, rispose Monsignore. “Allora<br />

– riprese il papa – faccia le sue valigie e<br />

parta”».<br />

Monsignor Scapinelli oppose ragioni<br />

<strong>di</strong> famiglia e <strong>di</strong> salute. Temeva <strong>di</strong> non<br />

sopravvivere al clima per lui insalubre <strong>di</strong><br />

Vienna. Al che Pio X gli <strong>di</strong>ede la celebre<br />

risposta: “Capisco, Monsignore. Guar<strong>di</strong><br />

però che la <strong>di</strong>stanza dal Para<strong>di</strong>so è uguale<br />

sia da Vienna che da Roma”. E, per<br />

incoraggiarlo, sfilò dal <strong>di</strong>to il suo anello<br />

episcopale recante il Leone <strong>di</strong> san Marco<br />

e gliene fece dono per la sua imminente<br />

consacrazione ad arcivescovo titolare <strong>di</strong><br />

Lao<strong>di</strong>cea. Lo <strong>di</strong>spensò anche dagli esercizi<br />

spirituali <strong>di</strong> norma richiesti prima della<br />

consacrazione che ricevette in tutta fretta<br />

dal car<strong>di</strong>nale Segretario <strong>di</strong> Stato Rafael<br />

Merry del Val (già suo compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici)<br />

nella Cappella Matilde del Palazzo<br />

Apostolico. Quin<strong>di</strong> si trasferì subito a<br />

Vienna.<br />

Me<strong>di</strong>atore <strong>di</strong> pace nella<br />

capitale dell’Impero Austro-Ungarico<br />

Resse quella che era una delle nunziature<br />

più importanti d’Europa<br />

nei tre anni che condussero allo<br />

scoppio della grande guerra. Una targa<br />

nella sede della Nunziatura ricorda che<br />

essa fu costruita ex novo ai tempi del<br />

Nunzio Scapinelli, dopo che la sede antica,<br />

dove la Nunziatura era presente fin dal<br />

1630, era <strong>di</strong>ventata obsoleta. Ma questo<br />

fu certamente l’onere meno pressante per<br />

monsignor Scapinelli. Non c’era infatti<br />

spazio per onori o cose <strong>di</strong> facciata, ma soltanto<br />

per gli impegni richiesti dalla complessità<br />

delle situazioni politiche e religiose<br />

dell’Impero e dell’area slavo-balcanica<br />

ne facevano una posizione chiave per la<br />

<strong>di</strong>plomazia della Santa Sede.<br />

Ne è un esempio il caso suscitato dalla<br />

erezione nel 1912 della <strong>di</strong>ocesi grecoromena<br />

<strong>di</strong> Hajdúdorog fortemente voluta<br />

dalla Santa Sede per la cura pastorale dei<br />

cattolici <strong>di</strong> rito bizantino sud<strong>di</strong>ti dell’Austria-Ungheria,<br />

insieme al già esistente<br />

esarcato apostolico <strong>di</strong> Miskolc. Nelle<br />

intenzioni della Santa Sede, la nuova<br />

<strong>di</strong>ocesi doveva costituire un elemento <strong>di</strong><br />

pacificazione religiosa e <strong>di</strong> equilibrio in<br />

un territorio e in un momento storico <strong>di</strong><br />

forti tensioni. Ma l’operazione veniva a<br />

toccare una complessità eccezionale <strong>di</strong><br />

interessi <strong>di</strong>vergenti o anche totalmente<br />

opposti: la corte imperiale <strong>di</strong> Vienna, il<br />

governo ungherese, le Chiese greco-cattoliche<br />

rumena e rutena. Fra i più tenaci<br />

oppositori c’era l’erede al trono della<br />

“duplice monarchia” l’arciduca Francesco<br />

Fer<strong>di</strong>nando che ne temeva gran<strong>di</strong> rischi<br />

sia per la <strong>Chiesa</strong> cattolica, sia per la sua<br />

<strong>di</strong>nastia e che, due anni dopo, cadrà a<br />

Serajievo, insieme alla moglie Sophia.<br />

Con lui però, tenace assertore <strong>di</strong> una una<br />

riforma federalista dell’impero, moriva<br />

anche un protagonista che molto avrebbe<br />

potuto collaborare con la Nunziatura alla<br />

causa dela pace.<br />

Monsignor Scapinelli dovette perciò<br />

me<strong>di</strong>are pazientemente fra tanti e tanto<br />

<strong>di</strong>versi interessi che spaziavano dalla<br />

politica ai vari nazionalismi, dalle esigenze<br />

unitarie della <strong>Chiesa</strong> al rispetto delle<br />

tra<strong>di</strong>zioni e dei <strong>di</strong>ritti dei cattolici <strong>di</strong> rito<br />

bizantino <strong>di</strong> lingua rutena e romena. Stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> recente pubblicazione su questa lunga<br />

e sofferta vicenda mostrano in monsignor<br />

Scapinelli la paziente dote dell’ascolto e<br />

del <strong>di</strong>alogo per giungere a soluzioni il più<br />

possibilmente con<strong>di</strong>vise, ma nello stesso<br />

tempo, una solida fermezza per la <strong>di</strong>fesa<br />

dei <strong>di</strong>ritti della Santa Sede.<br />

Altra grave questione che monsignor<br />

Scapinelli dovette affrontare fu il movi-<br />

L’attentato <strong>di</strong> Serajevo del 28 giugno 1914 nel quale persero la <strong>vita</strong> il Principe ere<strong>di</strong>tario d’Austria-Ungheria<br />

Francesco Fer<strong>di</strong>nando e la moglie Sophia nella celebre tavola <strong>di</strong> Achille Beltrame<br />

(Corriere della Sera, 5-12 luglio 1914). Francesco Fer<strong>di</strong>nando si era lungamente opposto alle<br />

scelte <strong>di</strong> Scapinelli tese a regolarizzare la posizione dei cattolici <strong>di</strong> rito bizantino residenti in<br />

Ungheria. Propugnatore <strong>di</strong> riforme <strong>di</strong> tipo federalistico, la sua morte lasciò campo libero alle<br />

tensioni che portarono imme<strong>di</strong>atamente alla prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

mento così detto “Lost von Rom” (via da<br />

Roma) che, se da una parte propugnava<br />

l’unione dell’Austria alla Germania, dall’altra,<br />

soprattutto allo scadere del primo<br />

decennio del secolo XX, sollecitava gli<br />

austriaci ad abbandonare la <strong>Chiesa</strong> cattolica.<br />

Il movimento, benché meno rilevato<br />

dagli storici rispetto ad altri eventi coevi,<br />

mostra tuttavia uno dei ribollimenti più<br />

profon<strong>di</strong> <strong>di</strong> quella grande polveriera in<br />

via <strong>di</strong> esplosione che era la Mitteleuropa<br />

presso la cui capitale monsignor Scapinelli<br />

doveva rappresentare la voce della ragionevolezza,<br />

del <strong>di</strong>ritto, della pacificazione.<br />

E certamente in cor suo ebbe fondate<br />

speranze <strong>di</strong> pace quando, poco dopo il suo<br />

4 13<br />

la chiesa del secolo xx Riservato e taciturno, i Pontefici gli affidarono ruoli <strong>di</strong> primo piano<br />

Il servizio del Car<strong>di</strong>nale Scapinelli<br />

durante i primi quattro pontificati del ‘900<br />

GIOVANNI COSTI<br />

L<br />

’esercizio della lunga missione<br />

<strong>di</strong>plomatica del card. Raffaele<br />

Scapinelli si è necessariamente<br />

ispirata alle gran<strong>di</strong> scelte strutturali della<br />

<strong>di</strong>plomazia della Santa Sede, sotto i<br />

pontificati <strong>di</strong> Leone XIII (1878-1903),<br />

Pio X (1903-1914), Benedetto XV (1914-<br />

1922), Pio XI (1922-1939).<br />

Dalle linee fondanti della <strong>di</strong>plomazia<br />

dei quattro Pontefici, tradotte e me<strong>di</strong>ate<br />

storicamente dai rispettivi Segretari <strong>di</strong><br />

Stato e dalla corrispondente Segreteria,<br />

va colto l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> una precisa azione<br />

<strong>di</strong> Scapinelli, in un tempo quanto mai<br />

complesso e determinante per la <strong>vita</strong> della<br />

<strong>Chiesa</strong>.<br />

PONTIFICATO<br />

DI LEONE XIII (1878-1903)<br />

“E’ titolo <strong>di</strong> segnalato onore e in<strong>di</strong>zio non<br />

dubbio <strong>di</strong> eminenti qualità il fatto che il<br />

grande pontefice Leone XIII, certo <strong>di</strong> non<br />

facile contentatura, abbia avuto carissimo lo<br />

Scapinelli” (Mons. Eduardo Brettoni)<br />

Leone XIII (1878-1903) emerge<br />

come un pastore capace <strong>di</strong> contemperare<br />

la fermezza dottrinale con<br />

un grande talento <strong>di</strong>plomatico.<br />

Dopo gli anni problematici della per<strong>di</strong>ta<br />

del potere temporale con l’annessione dei<br />

territori dello Stato pontificio e della città<br />

<strong>di</strong> Roma, da parte del nuovo Regno d’Italia,<br />

e il conseguente relegamento del Papa<br />

Pio IX, quasi a domicilio coatto, nei palazzi<br />

vaticani, il pontificato <strong>di</strong> Leone XIII inaugura<br />

un nuovo confronto tra la <strong>Chiesa</strong> e la<br />

società.<br />

In merito, l’originalità del pontificato <strong>di</strong><br />

Leone XIII non va tanto ricercata nella definizione<br />

<strong>di</strong> nuovi principi, ma in un nuovo<br />

stile <strong>di</strong> governo. Gli anni della sua nunziatura<br />

a Bruxelles (1843-1845) lo misero a<br />

contatto con l’impegno straor<strong>di</strong>nario dei<br />

cattolici, promosso al vertice con la presenza<br />

<strong>di</strong> loro rappresentanti in Parlamento<br />

e, alla base, attraverso una puntuale campagna<br />

<strong>di</strong> stampa. Da questa presenza attiva<br />

del cattolicesimo belga, verosimilmente,<br />

maturò in Leone XIII un atteggiamento<br />

determinato anche sulla questione romana,<br />

nella ricerca <strong>di</strong> una sua regolazione<br />

internazionale, capace <strong>di</strong> garantire anche<br />

una in<strong>di</strong>pendenza temporale al papato. Si<br />

spiega così la sua azione a vasto raggio,<br />

con l’intento <strong>di</strong> reinserire la Santa Sede nel<br />

concerto delle Nazioni, e la <strong>Chiesa</strong> tutta in<br />

<strong>di</strong>alogo con le nuove forme societarie.<br />

Costituzioni liberali e democrazia politica,<br />

anche se ancora in maniera confusa<br />

e limitata, erano ormai <strong>di</strong>ventate quasi<br />

patrimonio comune delle vecchie e nuove<br />

Nazioni. Attraverso esse la libertà <strong>di</strong> pensiero,<br />

le nuove <strong>di</strong>mensioni politiche ed<br />

economiche, dominavano ormai la scena<br />

della storia, se pure avevano, a loro volta,<br />

creato nuovi grossi problemi.<br />

L’<br />

idea <strong>di</strong> una nuova presenza <strong>di</strong><br />

<strong>Chiesa</strong> nel mondo e il ruolo<br />

della civiltà cristiana restano sullo<br />

sfondo della visione politica <strong>di</strong> Leone XIII.<br />

Questo progetto comportava da parte della<br />

<strong>Chiesa</strong> un’azione attenta a superare i conflitti,<br />

attraverso il riconoscimento dei nuovi<br />

governi stabili, l’apertura <strong>di</strong> negoziati da<br />

parte della <strong>Chiesa</strong> sulle materie miste, e<br />

un processo <strong>di</strong> ravvicinamento della Santa<br />

Sede alle nuove forme democratiche <strong>di</strong><br />

governo, richieste dall’opinione pubblica,<br />

“padrona del mondo”.<br />

La <strong>Chiesa</strong>, nel pensiero del Pontefice,<br />

può accettare qualsiasi forma <strong>di</strong> governo,<br />

derivante da principi legittimistici o da<br />

elezioni popolari, purché giusto, cioè<br />

rivolto al bene comune. Le libertà politiche,<br />

nella forma costituzionale, non contrastano<br />

per principio né con la dottrina, né con la<br />

prassi della <strong>Chiesa</strong>; <strong>Chiesa</strong> e Stato sono due<br />

istituzioni sovrane, ciascuna con un ambito<br />

<strong>di</strong> potestà reciprocamente in<strong>di</strong>pendente,<br />

anche se dovere dell’entità statale è<br />

quello <strong>di</strong> collaborare con la <strong>Chiesa</strong> per il<br />

raggiungimento del fine ultimo dell’uomo.<br />

Su tale linea va interpretata l’azione<br />

politico-<strong>di</strong>plomatica <strong>di</strong> Leone XIII, non<br />

limitata all’Italia, ma aperta alla mon<strong>di</strong>alità,<br />

attraverso interventi con la Germania,<br />

la Francia, gli Stati Uniti d’America, la<br />

Russia, la Spagna, il Brasile, la Bolivia …<br />

Interessante, in merito, l’azione pontificia<br />

per la liberazione degli schiavi, e verso<br />

i nuovi Stati sorti dal <strong>di</strong>sfacimento degli<br />

imperi coloniali spagnolo e portoghese.<br />

L’azione del Pontefice si impose<br />

all’attenzione pubblica, come dato<br />

altamente significativo, al Congresso<br />

dell’Aja (1898-1899) che, per iniziativa<br />

dello Zar Nicola II, doveva gettare le basi<br />

<strong>di</strong> una pace internazionale. Pur impe<strong>di</strong>to<br />

a partecipare, tramite suoi Legati, per una<br />

precisa opposizione del governo italiano, il<br />

Papa riuscì ugualmente, anche se a lavori<br />

compiuti, a presentare le sue proposte.<br />

“L’autorità del Pontefice supera le<br />

frontiere delle Nazioni e abbraccia tutti<br />

i popoli, allo scopo <strong>di</strong> confederarli nella<br />

vera pace del Vangelo; la sua azione per<br />

promuovere il bene generale dell’umanità si<br />

eleva al <strong>di</strong> sopra degli interessi particolari,<br />

a cui mirano i capi dei <strong>di</strong>versi Stati e,<br />

meglio <strong>di</strong> qualsiasi altro, sa piegare a sensi<br />

<strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a stirpi tanto numerose e <strong>di</strong><br />

genio così <strong>di</strong>verso”.<br />

La politica <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> Leone<br />

XIII è stata senz’altro promossa,<br />

in modo decisivo, con la scelta, nel<br />

giugno del 1887, <strong>di</strong> Mariano Rampolla,<br />

Nunzio a Madrid, come Segretario <strong>di</strong> Stato,<br />

all’età <strong>di</strong> 44 anni. Ne derivò un primo<br />

ravvicinamento con la Francia, sullo stile<br />

<strong>di</strong> una precedente intesa maturata con la<br />

Germania <strong>di</strong> Bismarck.<br />

La presenza della <strong>Chiesa</strong>, nella visione<br />

del Papa, doveva trovare spazio nelle nuove<br />

forme <strong>di</strong> società e governo, emerse dai<br />

lunghi processi rivoluzionari e nazionali<br />

del secolo XIX.<br />

Si trattava anzitutto <strong>di</strong> tenere sotto<br />

controllo varie forme <strong>di</strong> cattolicesimo<br />

<strong>di</strong> impostazione assoluta e reazionaria,<br />

lavorando per una crescita <strong>di</strong> una coscienza<br />

storico-ecclesiale <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, pur nella<br />

<strong>di</strong>fesa dell’impegno politico dei cattolici<br />

ad ogni livello. Veniva così reinserita<br />

gradualmente la presenza della <strong>Chiesa</strong> nel<br />

tessuto societario e politico.<br />

Va pure ricordato l’interesse <strong>di</strong> Leone<br />

XIII per il <strong>di</strong>alogo scienza e fede e il<br />

conseguente suo incoraggiamento alla<br />

celebrazione <strong>di</strong> congressi scientifici, così<br />

pure il suo sforzo per riaprire un <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong><br />

comunione tra Roma e le Chiese separate.<br />

La politica ecclesiale e la <strong>di</strong>plomazia<br />

del Pontefice assicurano alla Santa Sede<br />

un prestigio internazionale. Veniva così<br />

superato l’isolamento preoccupante del<br />

Vaticano, verificatosi negli ultimi anni<br />

del pontificato <strong>di</strong> Pio IX. In questa chiave<br />

<strong>di</strong> fermezza e <strong>di</strong> contemporanea apertura,<br />

va collocata la formazione ecclesiale in<br />

campo politico e <strong>di</strong>plomatico del card.<br />

Scapinelli. Compiuti gli stu<strong>di</strong> teologici


estituito alla neo costituita <strong>di</strong>ocesi de La<br />

Spezia che ha san Venerio come suo primo<br />

e particolare protettore.<br />

Naturalmente, i monaci reggiani <strong>di</strong>ffusero<br />

in tutti i loro posse<strong>di</strong>menti il culto <strong>di</strong><br />

San Venerio, particolarmente in montagna<br />

dove ebbe un centro nell’eremo-hospitale<br />

<strong>di</strong> San Venerio in Carù, già esistente in età<br />

matil<strong>di</strong>ca. La figura paterna <strong>di</strong> san Venerio<br />

trovò facile incontro nella nostra gente.<br />

Non ai viaggi <strong>di</strong> mare essa era abituata,<br />

ma alle non meno lunghe e non meno<br />

pericolose transumanze, alle migrazioni<br />

stagionali nelle maremme, nelle coste liguri<br />

e tirreniche dove, ritrovando tanta devozione<br />

a questo santo abate, pareva alle nostre<br />

popolazioni <strong>di</strong> ritrovarsi in un certo senso a<br />

casa. Anche per loro, il santo del mare era<br />

orientamento nelle vicende della <strong>vita</strong>, era<br />

esempio <strong>di</strong> come essere accolti e <strong>di</strong> come<br />

accogliere e , soprattutto, <strong>di</strong> come costruire<br />

una società a misura d’uomo, amando Dio<br />

amando il prossimo come e più <strong>di</strong> se stessi.<br />

Sorprendenti alcune analogie fra i<br />

tempi <strong>di</strong> san Venerio e i nostri, ben<br />

sottolineate, peraltro, da una preghiera<br />

che mette in risalto come il santo marinario<br />

abbia colto il valore <strong>di</strong> alcune nuove tecnologie<br />

(la vela latina, <strong>di</strong>ce la tra<strong>di</strong>zione)<br />

e le abbia <strong>di</strong>ffuse quali strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

e miglioramento della <strong>vita</strong> umana; come<br />

si sia pro<strong>di</strong>gato per guidare i naviganti<br />

al porto; e, ancor più, come abbia saluto<br />

guidare i suoi confratelli monaci e i suoi<br />

fedeli attraverso le tempeste degli scontri <strong>di</strong><br />

civiltà.<br />

Dice infatti questa preghiera a san<br />

Venerio: “Sostienici ... a <strong>di</strong>re ‘sì’con fiducia<br />

al Vangelo e a trovare in esso la guida nei<br />

gran<strong>di</strong> mutamenti tecnologici e culturali del<br />

nostro tempo perché l’umanità intera viva<br />

concorde nella pace fraterna. A noi e a tutti<br />

i naviganti nel grande mare della <strong>vita</strong>, oggi<br />

più che mai irto <strong>di</strong> ammalianti tentazioni<br />

e <strong>di</strong> pericoli mortali, accen<strong>di</strong> alto il fuoco<br />

dell’amore <strong>di</strong> Dio che, come faro, ci ad<strong>di</strong>ti<br />

il porto sicuro che è Gesù, nel quale solo è<br />

la salvezza del mondo e dell’umanità”.<br />

L o<br />

Venerio, il santo<br />

segue da pag. 11<br />

Bibliografia<br />

stu<strong>di</strong>oso reggiano potrà agevolmente<br />

consultare la “Vita Sancti<br />

Venerii, ex cod, mas. monasterii<br />

[Sancti Prosperi reggiensis]” riportata da<br />

C. AffArosi, Ad monasterii Divi Prosperi<br />

Regiensis Commentaria historica appen<strong>di</strong>x,<br />

seu pars tertia, Padova, 1746, pag. 153 e<br />

segg. La Vita, spoglia del corredo critico e<br />

riportata in lingua italiana per solo scopo<br />

<strong>di</strong>ovulgativo e devozionale, è pubblicata<br />

dallo stesso Affarosi nel vol. I, pag. 139<br />

e segg. Sul culto <strong>di</strong> san Venerio si veda<br />

anche: PAolo Golinelli, Culto dei santi e<br />

<strong>vita</strong> citta<strong>di</strong>na a Reggio Emilia (secoli IX-<br />

XII), Modena 1980; AA.VV., Il Tino, l’isola<br />

<strong>di</strong> Venerio santo marinaio, II e<strong>di</strong>zione,<br />

Sarzana, 1965.<br />

(Red)<br />

casa d’ altri Con un crescendo <strong>di</strong> scavi, stu<strong>di</strong>, celebrazioni e feste<br />

Il Golfo della Spezia da 60 anni<br />

alla riscoperta del suo santo eremita<br />

Se a Reggio san Venerio è venuto<br />

come ospite in cerca <strong>di</strong> rifugio<br />

(ma tanto gra<strong>di</strong>to da essere<br />

presto “uno <strong>di</strong> famiglia”), nel Golfo<br />

della Spezia è invece a casa sua, nella<br />

terra che gli ha dato i natali, che ne ha<br />

visto <strong>vita</strong> e miracoli, che ne ha rivoluto<br />

le reliquie quando, nel 1959, il<br />

papa Giovanni XXIII dava alla nuova<br />

<strong>di</strong>ocesi la sistemazione definitiva dei<br />

confini includendovi anche il Tino e<br />

Portovenere e mettendo il Golfo sotto<br />

la protezione <strong>di</strong> San Venerio (decreto<br />

“Ad animarum saluti” del 25 luglio;<br />

breve “Ad fovendam augendamque<br />

immemoratam” del 24 ottobre).<br />

La costituzione della <strong>di</strong>ocesi<br />

spezzina riproponeva senz’altro una<br />

rinascita del culto <strong>di</strong> san Venerio, mai<br />

<strong>di</strong>menticato, ma, come osservano<br />

gli storici locali, passato in secondo<br />

piano con il decadere dell’or<strong>di</strong>ne<br />

benedettino in quei luoghi. L’inclusione<br />

del Tino nei confini <strong>di</strong>ocesani<br />

<strong>di</strong>ventava l’occasione per la rinascita<br />

effettiva. In quegli anni si costituiva<br />

l’associazione “Pro Insula Tyro” con<br />

lo scopo si promuovere e valorizzare<br />

il culto <strong>di</strong> san Venerio, grazie al<br />

vescovo <strong>di</strong>ocesano monsignor Stella<br />

e – come scrive Eliana Vecchi – “alla<br />

tenace e generosa attività <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong><br />

cultura e <strong>di</strong> fede, quali Ubaldo Fornelli,<br />

monsignor Mazzi e Carlo Tricerri”.<br />

L’associazione otteneva da subito<br />

un grande risalto fino a giungere a<br />

livello internazionale, grazie anche<br />

alla partecipazione delle massime autorità<br />

religiose. Iniziavano in tal modo<br />

campagne <strong>di</strong> scavi nei siti veneriani<br />

(Pieve <strong>di</strong> San Venerio, isola del Tino)<br />

e campagne <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla figura del<br />

santo eremita. Ricor<strong>di</strong>amo, nel 1982,<br />

La Spezia,<br />

La Pieve <strong>di</strong> San<br />

Venerio.<br />

Ricostruita dai<br />

da Vezzano, nel<br />

1084, conserva<br />

testimonianze<br />

<strong>di</strong> più antiche<br />

stratificazioni<br />

inse<strong>di</strong>ative,<br />

scaglionate fra<br />

l’età romana,<br />

l’altome<strong>di</strong>oevo<br />

e gli esor<strong>di</strong> del<br />

protoromanico.<br />

(www.laspezia.<br />

net/lapieve)<br />

il convegno “San Venerio del Tino:<br />

<strong>vita</strong> religiosa e civile tra isole e terraferma<br />

in età me<strong>di</strong>oevale”.<br />

G uardando,<br />

pur sommariamente,<br />

gli atti <strong>di</strong> questi eventi, si<br />

coglie un crescendo <strong>di</strong> interesse<br />

per la figura del santo, come a ritrovare<br />

in lui un elemento identitario <strong>di</strong><br />

fondo per le genti del Golfo. La ricorrenza<br />

del 13 settembre si colloca ora<br />

tra le festività più solenni del Golfo. Il<br />

giorno antecedente la reliquia del santo,<br />

quella ceduta da Reggio nel 1959 e<br />

custo<strong>di</strong>ta nella chiesa <strong>di</strong> San Venerio a<br />

Migliarina, viene trasportata all’isola<br />

del Tino con una imponente processione-pellegrinaggio<br />

<strong>di</strong> barche alle quali<br />

partecipano le autorità militari e civili<br />

(san Venerio è protettore dei fanalisti)<br />

della Spezia, <strong>di</strong> Lerici e Portovenere.<br />

Uno spettacolo, sì, ma <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> preghiera<br />

che coinvolge tutti gli operatori<br />

del mare. Il 13, ricorrenza tra<strong>di</strong>zionale<br />

della “nascita al cielo” del santo, le<br />

solenni celebrazioni all’isola del Tino<br />

si concludono con la bene<strong>di</strong>zione dei<br />

natanti. Quello è anche l’unico giorno<br />

in cui si possono visitare i luoghi dove<br />

il santo eremita visse, essendo l’isola<br />

area militare e preclusa ai civili tutto il<br />

resto dell’anno.<br />

Tutto ciò mentre a Reggio il culto<br />

del santo sembra andare piuttosto verso<br />

l’oblio, dopo un millennio <strong>di</strong> vivaci<br />

iniziative e <strong>di</strong> ininterrotta tra<strong>di</strong>zione.<br />

Si salvano iniziative locali come Reggiolo,<br />

in pianura, e Costabona e Carù<br />

in montagna. Proprio per questo una<br />

partecipazione reggiana alle celebrazioni<br />

spezzine del 12/13 settembre<br />

potrebbe suonare come un tonificante<br />

svegliarino.<br />

12 5<br />

arrivo, potè celebrare a Vienna il grande<br />

Congresso Eucaristico durante il quale<br />

egli portò processionalmente il Santissimo<br />

Sacramento, alla testa <strong>di</strong> un corteo oltre<br />

152 mila persone e <strong>di</strong> altre cinquecentomila<br />

che vi facevano rispettosamente ala.<br />

Per quella solennissima processione alla<br />

quale partecipava lo stesso Imperatore, le<br />

artiglierie austriache sparavano una salva<br />

ogni cinque minuti. E facilmente intuibile<br />

come il nuovo Nunzio pregasse che mai<br />

esse avessero a sparare in una guerra fortemente<br />

temuta e già da troppi sprezzantetemente<br />

voluta.<br />

Nell’anticamera dell’Imperatore<br />

Dei suoi quattro anni presso la<br />

Nunziatura <strong>di</strong> Vienna resta una<br />

mole <strong>di</strong> atti che solo ora – come<br />

abbiamo visto nel caso della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Hajdúdorog – comincia ad entrare sotto<br />

il vaglio degli storici. Da lui ben poco si è<br />

saputo perché una delle note fondamentali<br />

del suo “stile <strong>di</strong>plomatico” era appunto la<br />

riservatezza, il silenzio rigoroso su quanto<br />

avveniva nel suo ufficio, anche a costo <strong>di</strong><br />

essere definito “taciturno” o <strong>di</strong> non poter<br />

reagire a voci <strong>di</strong>sinformate e calunniose<br />

verso la sua persona.<br />

Qualcosa <strong>di</strong> più i reggiani (e cioè i<br />

compagni d’or<strong>di</strong>nazione o <strong>di</strong> battaglie<br />

giornalistiche al Reggianello, i superiori e<br />

gli alunni del seminario) potevano venire<br />

a sapere da don Antonio Colli, compagno<br />

<strong>di</strong> numerosi viaggi <strong>di</strong>plomatici. Ma erano<br />

perlopiù curiosità esteriori. La sostanza<br />

della sua azione <strong>di</strong>plomatica rimase consegnata<br />

alla Segreteraia <strong>di</strong> Stato e ai soli<br />

archivi.<br />

Il suo impegno per impe<strong>di</strong>re la deflagrazione<br />

della grande guerra e i suoi tentativi<br />

<strong>di</strong> far arrivare al vecchio Imperatore<br />

Francesco Giuseppe la voce implorante<br />

pace <strong>di</strong> Pio X non sfuggirono comunque<br />

ai contemporanei più attenti e più obiettivi.<br />

Soltanto molti anni dopo, nella quiete<br />

del castello <strong>di</strong> Leguigno, gli avvenne <strong>di</strong><br />

raccontare ai famigliari qualcosa <strong>di</strong> quei<br />

giorni che segnarono – e non certo in<br />

positivo – le sorti dell’Europa.<br />

Quando sembrava che nulla più ci<br />

fosse da fare, Pio X incaricò monsignor<br />

Scapinelli, Nunzio apostolico presso la<br />

corte <strong>di</strong> Vienna, <strong>di</strong> recapitare un suo personale<br />

messaggio <strong>di</strong> pace all’Imperatore<br />

Francesco Giuseppe. Monsignor Scapinelli<br />

si recò <strong>di</strong> mattina, prestissimo, a Palazzo.<br />

Nella sua qualità <strong>di</strong> Nunzio e decano del<br />

corpo <strong>di</strong>plomatico accre<strong>di</strong>tato a corte,<br />

aveva precedenza assoluta su tutti. Invece<br />

l’imperatore <strong>di</strong>ede or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> non lasciarlo<br />

passare sapendo che gli sarebbe stato <strong>di</strong>fficile<br />

<strong>di</strong>re <strong>di</strong> no al papa.<br />

Monsignor Scapinelli attese dal mattino<br />

alla sera, praticamente prigioniero degli<br />

“aiutanti <strong>di</strong> campo” dell’imperatore che<br />

gli impe<strong>di</strong>vano <strong>di</strong> farsi ricevere. Non si<br />

mosse <strong>di</strong> un passo da quella porta <strong>di</strong>etro<br />

la quale Francesco Giuseppe, facendo<br />

finta <strong>di</strong> ignorare il messaggio <strong>di</strong> pace del<br />

papa, lasciò ipocritamente che la guerra<br />

si scatenasse il 28 luglio 1914. Ne <strong>di</strong>ede<br />

l’annuncio alla Segreteria <strong>di</strong> Stato con un<br />

telegramma laconico, due sole parole, il<br />

cui significato apparve subito ben chiaro<br />

al car<strong>di</strong>nale Segretario <strong>di</strong> Stato Merry<br />

Del Val: “Janus patet”. Il riferimento era<br />

ovviamente all’antichità romana quando,<br />

scoppiando una guerra, si aprivano le<br />

porte del tempio <strong>di</strong> Giano.<br />

Il 28 agosto successivo moriva Pio X.<br />

Come noto, anche Benedetto XV, appe-<br />

L’Imperatore Francesco Giuseppe in una cartolina<br />

postale del 1914<br />

na eletto papa (3 settembre 1914) aveva<br />

concentrato ogni sforzo per e<strong>vita</strong>re l’ingresso<br />

in guerra dell’Italia, proponendo<br />

per essa concessioni territoriali dall’Austria-Ungheria.<br />

In attuazione <strong>di</strong> questa<br />

proposta, il car<strong>di</strong>nale Scapinelli, sostenuto<br />

anche da monsignor Eugenio Pacelli, allora<br />

segretario della Congregazione degli<br />

Affari Ecclsiatici, lui pure a Vienna, proponeva<br />

la cessione del Trentino all’Italia<br />

perché questa restasse neutrale.<br />

Tentativi generosi e sofferti, resi<br />

putroppo vani dalla stessa Italia che aveva<br />

aderito alla triplice intesa con il patto <strong>di</strong><br />

Londra, chiedendo, nella firma <strong>di</strong> questo<br />

stesso patto, che la Santa Sede fosse tenuto<br />

fuori dalle future trattative <strong>di</strong> pace.<br />

Intanto, però, l’u<strong>di</strong>enza rifiutata al<br />

Nunzio monsignor Scapinelli aveva<br />

avuto il dovuto risalto sulla stampa.<br />

All’imperatore, per scusarsi <strong>di</strong> un’ipocrisia<br />

imperdonabile, non restò che assentire<br />

alle richieste <strong>di</strong> aiuto, <strong>di</strong> grazia e quant’altro<br />

che il car<strong>di</strong>nale – entrata nel conflitto<br />

anche l’Italia – gli rivolgeva in favore dei<br />

prigionieri italiani. «Una fitta corrispondenza<br />

– scrive ancora Giulio Fornaciari<br />

– si intessé fra Vienna e Roma, innumerevoli<br />

patrioti <strong>di</strong> Trento e Trieste, arruolati<br />

nell’ esercito italiano e catturati al fronte,<br />

ebbero salva la <strong>vita</strong> per intercessione del<br />

Nunzio al quale nulla poteva negare l’imperatore<br />

dopo l’offesa della porta chiusa<br />

in faccia».<br />

Ma <strong>di</strong> tutta la sua azione <strong>di</strong> sostegno,<br />

presso la Cancelleria dell’Imperatore<br />

Francesco Giuseppe, del buon <strong>di</strong>ritto<br />

della verità e della giustizia contro ogni<br />

oppressione anche delle minoranze italiane,<br />

egli non menò mai vanto ed è <strong>di</strong>fficile<br />

<strong>di</strong>re quanto la sua segretezza fosse<br />

motivata dalle ragioni evangeliche della<br />

carità (“quando fate del bene non suonate<br />

le trombe...”) e quanto dalle esigenze<br />

<strong>di</strong>plomatiche. E nemmeno reagì a quanti<br />

in Italia, lo qualificavano coll’epiteto <strong>di</strong><br />

austriacante (anzi, senz’altro austriaco)<br />

interpretando con troppa superficialità<br />

fatti e parole mal conosciuti e soprattutto<br />

prendendo spunto dal fatto che egli vantava<br />

il titolo <strong>di</strong> “conte del Sacro Romano<br />

Impero” e <strong>di</strong>scendeva da una famiglia già<br />

al servizio degli Austria-Este.<br />

“La verità invece è – affermava più<br />

tar<strong>di</strong> il vescovo Brettoni – che egli fece<br />

con amore e con impegno degni <strong>di</strong> un’anima<br />

nobilissima <strong>di</strong> Vescovo e <strong>di</strong> Italiano<br />

quanto fu possibile per alleviare le sofferenze<br />

dei prigionieri e <strong>di</strong> quanti dei nostri<br />

potevano giovarsi dell’opera <strong>di</strong> lui come<br />

Nunzio della Santa Sede in paese nemico”.<br />

Il vescovo Brettoni ben conosceva<br />

il valore <strong>di</strong> questi gesti, poiché anch’egli<br />

aveva visitato i prigionieri austriaci giunti<br />

in provincia <strong>di</strong> Reggio, sfidando l’impopolarità<br />

da parte <strong>di</strong> quanti in un gesto <strong>di</strong><br />

pura carità cristiana vedevano volentieri<br />

connivenze e tra<strong>di</strong>menti.<br />

Disse ancora <strong>di</strong> lui il vescovo Brettoni:<br />

“Chi ha conosciuto un po’ da vicino il<br />

car<strong>di</strong>nale Scapinelli sa quanto fosse rigido<br />

e pronto in lui il senso <strong>di</strong> ogni dovere e<br />

quanto propenso l’animo alla carità”.<br />

Car<strong>di</strong>nale,<br />

e uomo <strong>di</strong> governo della <strong>Chiesa</strong><br />

Il 15 <strong>di</strong>cembre 1915 veniva creato<br />

car<strong>di</strong>nale col titolo presbiterale <strong>di</strong><br />

San Girolamo degli Illirici, il titolo<br />

che meglio si confaceva al suo ruolo<br />

<strong>di</strong> Nunzio particolarmente attento alle<br />

tematiche dei cristiani d’oltre Adriatico.<br />

Con lui, venivano nominati altri cinque<br />

car<strong>di</strong>nali tra i quali il salesiano monsignor<br />

Giovanni Cagliero, nunzio apostolico in<br />

America Centrale, e monsignor Frühwirtz,<br />

nunzio apostolico in Baviera. Il momento,<br />

però, era troppo delicato per lasciare<br />

la sede e venire a Roma per la cerimonia<br />

della imposizione del galero. Rimase a<br />

Vienna fino alla conclusione del suo mandato<br />

nel <strong>di</strong>cembre 1916 quando, decorato<br />

dall’imperatore con la Gran Croce dell’Or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> Santo Stefano, potè rientrare<br />

a Roma e ricevere le insegne car<strong>di</strong>nalizie<br />

nel Concistoro del 7 <strong>di</strong>cembre. Mai come<br />

in quegli anni <strong>di</strong> guerra la porpora fu per<br />

lui simbolo <strong>di</strong> sofferenza, quasi <strong>di</strong> «angoscioso<br />

martirio», come ancora ebbe a <strong>di</strong>re<br />

il vescovo Brettoni.<br />

Inutile <strong>di</strong>re con quanta gioia a Reggio<br />

fu salutata la sua nomina, dopo quattro<br />

secoli che nessun reggiano era più assurto<br />

a tale <strong>di</strong>gnità. Era un onore per tutta la<br />

<strong>di</strong>ocesi al cui clero il neo car<strong>di</strong>nale riba<strong>di</strong>va<br />

<strong>di</strong> voler ancora essere parte. Per festeggiarlo,<br />

pur nei monenti tristi della guerra,<br />

si recò a Roma una delegazione guidata<br />

dal vescovo e composta, tra altri, dai fede-


lissimi monsignori Antonio Colli, Emilio<br />

Cottafavi e Pietro Tesauri. Tra i famigliari<br />

più stretti, anche il nipote don Antonio<br />

Fornaciari che ne sarà il geloso custode<br />

reggiano delle memorie.<br />

Nell’offrirgli in dono un calice “espressione<br />

<strong>di</strong> memore affetto”, che “quoti<strong>di</strong>anamente<br />

gli ricordasse i devoti e affezionati<br />

suoi Concitta<strong>di</strong>ni mentre celebrerà<br />

il Divino sacrificio”, monsignor Brettoni<br />

affermava: “Mi faccio interprete anche<br />

della gratitu<strong>di</strong>ne della Diocesi per le sollecitu<strong>di</strong>ni<br />

da Voi, Eminentissimo, spiegate<br />

nelle presenti luttuose circostanze con le<br />

quali avete pietosamente alleviato dolori<br />

in<strong>di</strong>cibili in molte famiglie fornendo<br />

intorno alla sorte dei loro cari combattenti,<br />

notizie lungamente attese invano”.<br />

Piena, totale e spontanea fu la corresponsione<br />

del car<strong>di</strong>nale a questo desiderio.<br />

Anzi, ringraziando del dono e delle buone<br />

parole precisò che “da quando si era<br />

allontanato da Reggio portò sempre con sé<br />

il più gra<strong>di</strong>to ricordo della sua Diocesi che<br />

anche <strong>di</strong> lontano pur sentiva <strong>di</strong> amare profondamente.<br />

Né colla sua assunzione alla<br />

<strong>di</strong>gnità car<strong>di</strong>nalizia intende <strong>di</strong> rinunciare<br />

affatto all’incar<strong>di</strong>nazione almeno spirituale,<br />

nella sua antica Diocesi; giacché vi si<br />

sente strettamente legato coi vincoli dell’affetto<br />

e della gratitu<strong>di</strong>ne”.<br />

Espressione <strong>di</strong> questo legame sarà il<br />

dono posto mortem che egli farà delle sue<br />

insegne car<strong>di</strong>nalizie ai vescovi <strong>di</strong> Reggio,<br />

compreso l’anello <strong>di</strong> Pio X che fu poi<br />

sempre portato da monsignor Beniamino<br />

Socche.<br />

A Roma il car<strong>di</strong>nale Scapinelli fu membro<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse Congregazioni (<strong>di</strong>remmo<br />

oggi: “Ministeri” vaticani): Concistoriale,<br />

Concilio, Religiosi, Riti Orientali,<br />

Università e Seminari, Propaganda<br />

Fide, Affari Ecclesiastici, Cerimoniale,<br />

Comunione per la Russia. Della<br />

Congregazione dei Religiosi fu anche<br />

Prefetto nel 1918–’19, ma dovette presto<br />

lasciare l’incarico per ragioni <strong>di</strong> salute.<br />

Nel 1930 fu nominato Car<strong>di</strong>nale<br />

Datario <strong>di</strong> Sua Santità, carica fra le più<br />

alte della <strong>Chiesa</strong>, ma relativamente più<br />

tranquilla e più compatibile con le già<br />

preoccupanti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute. Le sue<br />

attribuzioni erano <strong>di</strong> rendere esecutive<br />

le nomine che il Santo Padre faceva dei<br />

Canonici, Prelati e Parroci la cui elezione<br />

era riservata alla Santa Sede. Qui – stando<br />

ai ricor<strong>di</strong> del nipote Giulio Fornaciari –<br />

ebbe per segretario il reggiano don Enrico<br />

Ceresoli (1873-1936).<br />

Nella ricorrenza dei suoi 50 anni <strong>di</strong><br />

sacerdozio, che il car<strong>di</strong>nale voleva passare<br />

sotto silenzio, il vescovo Eduardo Brettoni<br />

gli scriveva: «Reggio sente tutto l’onore<br />

che gli viene dalla eccelsa Dignità Vostra<br />

e Vi è profondamente grato, ma insieme<br />

alla grandezza della Porpora Romana<br />

sente e accoglie con profonda riconoscenza<br />

la bontà del Vostro nobilissimo animo e<br />

si compiace dell’affetto che conservate per<br />

la città e <strong>di</strong>ocesi».<br />

Fu proprio in quei mesi che si manifestarono<br />

i primi sintomi della malattia che,<br />

il 16 settembre 1933, lo avrebbe portato a<br />

morire a Forte dei Marmi dove era andato<br />

in cerca <strong>di</strong> sollievo ai suoi mali, presso<br />

la casa del clero dei Padri Camilliani. La<br />

salma venne traslata a Roma, dove si celebrarono<br />

i solenni funerali, e inumata nella<br />

<strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> San Carlo al Corso.<br />

La Diocesi reggiana nel suo cuore<br />

Nonostante gli alti impegni ricoperti<br />

a Roma, nel suo cuore c’era<br />

sempre un posto per la sua <strong>di</strong>ocesi<br />

reggiana <strong>di</strong> cui seguiva con interesse gli<br />

eventi grazie anche ai contatti delle sua<br />

vecchia cerchia <strong>di</strong> amici e collaboratori e,<br />

in particolare grazie alle corrispondenze<br />

<strong>di</strong> monsignor Antonio Colli. Data l’importanza<br />

<strong>di</strong> queste lettere, già alcuni decenni<br />

or sono monsignor Simonelli, scrivendo<br />

per La Libertà un succinto profilo del car<strong>di</strong>nale,<br />

ne auspicava la pubblicazione certo<br />

che avrebbero fatto luce su molte vicende<br />

della <strong>vita</strong> cattolica e civile reggiana.<br />

Il car<strong>di</strong>nale fu molto lieto <strong>di</strong> essere<br />

in<strong>vita</strong>to a presiedere il primo Congresso<br />

Eucaristico Diocesano che si celebrava il<br />

28, 29 e 30 aprile 1922, una celebrazione<br />

che già da anni si desiderava organizzare,<br />

sopratutto dopo gli esiti positivi del primo<br />

Congresso Eucaristico Emiliano tenutosi<br />

nella vicina Modena nel 1913. La guerra e<br />

i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni del dopoguerra l’avevano sempre<br />

fatto rimandare, ma anche sempre più<br />

desiderare così che la sua partecipazione,<br />

stimata in oltre cinquantamila presenze,<br />

fu davvero imponente. Per l’occasione fu<br />

composto l’inno “Su dall’alme si levino i<br />

canti” che segnò fino a tempi recenti l’impegno<br />

<strong>di</strong> testimonianza pubblica della fede<br />

del cattolicesimo reggiano come recitava<br />

la strofe ultima dell’inno: “Tu l’Italia, Tu<br />

il mondo rinnova / nell’amore tuo santo, o<br />

Signor”.<br />

L’arrivo del car<strong>di</strong>nale sconcertò il<br />

gruppo <strong>di</strong> giovani d’Azione <strong>Cattolica</strong> che<br />

erano andati alla stazione per riceverlo e<br />

ossequiarlo. Videro, all’ora prevista, scendere<br />

da una carrozza <strong>di</strong> prima classe un<br />

sacerdote anziano “alto, eretto nella persona,<br />

dai lineamenti <strong>di</strong>gnitosi e marcati,<br />

dal passo deciso, senza <strong>di</strong>stintivi <strong>di</strong> sorta”,<br />

ricordava don Carlo Lindner che era tra<br />

quei giovani.<br />

Si aspettavano un “Principe della<br />

<strong>Chiesa</strong>” con tutte le insegne della sua<br />

<strong>di</strong>gnità e chissà quali accompagnatori.<br />

Così non lo riconobbero e soltanto il<br />

giorno dopo poterono salutarlo. Fu un<br />

saluto <strong>di</strong> magro: “Eminenza – <strong>di</strong>ssero – Le<br />

La cartolina postale del 1° Congresso Eucaristo Diocesano <strong>di</strong> Reggio Emilia svoltosi in città nei<br />

giorni 28, 29 e 30 aprile 1922 e presieduto car<strong>di</strong>nale Scapinelli.L’inno ufficiale “Su dall’alme si<br />

levino i canti” era un invito ad impegnarsi per la pacificazione dopo il violento “biennio rosso”.<br />

presentiamo gli omaggi della Gioventù<br />

<strong>Cattolica</strong> <strong>di</strong> Reggio”. “Grazie – rispose<br />

il Car<strong>di</strong>nale – ci vedremo domani al<br />

Congresso”. Si capiva bene, da quella<br />

risposta il carattere <strong>di</strong> un uomo che amava<br />

i fatti più delle parole, la sostanza più <strong>di</strong><br />

tante futili apparenze. Colpì, in quell’occasione,<br />

la sua figura ieratica che reggeva<br />

il Santissimo Sacramento dalla Cattedrale<br />

al Largo del Cristo, in una città affollata<br />

da settantamila fedeli. Carlo Lindner e<br />

tantissimi reggiani ebbero poche altre<br />

occasioni <strong>di</strong> rivederlo; ma quei suoi occhi<br />

continuamente fissi sull’Ostia bianca<br />

non furono mai più <strong>di</strong>menticati perché<br />

<strong>di</strong>cevano <strong>di</strong> una fede e <strong>di</strong> una pietà eucaristica<br />

imparagonabilmente più ricca del<br />

pur ricco ostensorio <strong>di</strong> oro e <strong>di</strong> argento<br />

che racchiudeva l’Eucaristia. E <strong>di</strong>cevano<br />

anche <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> <strong>vita</strong> la cui semplicità<br />

era inversamente proporzionale alle finezze<br />

e alle sottigliezze della <strong>vita</strong> <strong>di</strong>plomatica<br />

<strong>di</strong> cui pure era necessariamente maestro.<br />

Il forte legame<br />

con il castello avito <strong>di</strong> Léguigno<br />

Questo, in estrema sintesi, il profilo<br />

dell’ultimo degli Scapinelli<br />

che legò – nient’altro che in bene<br />

6 11<br />

Particolare della statua <strong>di</strong> San Venerio nella<br />

chiesa parrocchiale <strong>di</strong> Costabona<br />

P ortava<br />

nel suo stesso nome il legame<br />

alla sua terra e al suo mare:<br />

Venerio, nato e vissuto, secondo le<br />

datazioni più accettabili, fra 500 e 600<br />

dopo Cristo, nella zona <strong>di</strong> Porto Venere,<br />

oggi provincia e <strong>di</strong>ocesi della Spezia. Non<br />

esistono racconti della sua <strong>vita</strong> scritta con<br />

la precisione <strong>di</strong> date e <strong>di</strong> fatti come desidereremmo<br />

oggi, ma <strong>di</strong>verse tra<strong>di</strong>zioni che,<br />

costruite sui più usuali schemi dell’agiografia<br />

me<strong>di</strong>evale, tendono a darci in primo<br />

luogo il ritratto sostanziale della sua <strong>vita</strong> <strong>di</strong><br />

cristiano, <strong>di</strong> monaco, <strong>di</strong> missionario.<br />

Giovane ed esperto marinaio, fiero della<br />

libertà che gli dona l’orizzonte infinito del<br />

mare, abituato ad affrontare i rischi <strong>di</strong> navigazioni<br />

tempestose, è attratto dal silenzio,<br />

dal clima <strong>di</strong> contemplazione e dallo spirito<br />

<strong>di</strong> povertà che trova nel monastero benedettino<br />

dell’isola Palmaria, <strong>di</strong>nnanzi a Porto<br />

Venere. E qui decide <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care interamente<br />

la sua sua <strong>vita</strong> ad amare Dio, nella penitenza<br />

e nella preghiera, e gli uomini della<br />

sua terra, con l’aiuto materiale e spirituale<br />

che caratterizza la regola <strong>di</strong> san Benedetto.<br />

I suoi progressi nella <strong>vita</strong> monastica sono<br />

tali che il vecchio abate lo designa ben presto<br />

come suo successore, anche se la critica<br />

storiografica moderna è restia a riconoscergli<br />

il titolo <strong>di</strong> abate.<br />

Poi - continuano ancora unanimente i<br />

<strong>di</strong>versi racconti della sua <strong>vita</strong> -, forse infasti<strong>di</strong>to<br />

dalla troppa rinomanza del suo nome<br />

o forse anche da certa rilassatezza dei suoi<br />

confratelli monaci cui non riusciva a porre<br />

rime<strong>di</strong>o, lascia l’abbazia <strong>di</strong> Porto Venere e<br />

si ritira a <strong>vita</strong> eremitica nella vicina isola<br />

del Tino. Ma va ricordato che, per l’eremita<br />

<strong>di</strong> ogni tempo, la “fuga dal mondo”<br />

La sua festa cade il 13 settembre<br />

Venerio, il santo marinaio<br />

comprotettore <strong>di</strong> Reggio<br />

Le reliquie furono trasferite a Reggio nel IX secolo per salvarle<br />

dalle incursioni saracene – Un culto <strong>di</strong> sorprendente attualità<br />

nel nostro secolo che vede l’incontro-scontro fra civiltà<br />

significa fuga dalle tentazioni del potere,<br />

del lusso, dei go<strong>di</strong>menti vari per poter vivere<br />

più intensamente l’amore <strong>di</strong> Dio che è<br />

anche – e non può non essere – amore per<br />

gli uomini. Così, mentre da una parte ricerca<br />

Dio seguendo alla lettera i consigli del<br />

Vangelo, dall’altra è largo <strong>di</strong> aiuto ai marinai,<br />

introducendo nelle loro imbarcazioni la<br />

più sicura e maneggevole vela latina e altre<br />

innovazioni tecniche utili a rendere meno<br />

precaria la <strong>vita</strong> degli uomini <strong>di</strong> mare. E,<br />

stando sulle barche dei pescatori per insegnare<br />

loro i miglioramenti tecnologici più<br />

utili al loro duro mestiere, non manca <strong>di</strong><br />

parlare <strong>di</strong> quegli altri pescatori che furono<br />

gli apostoli, in<strong>vita</strong>ti da Gesù a <strong>di</strong>ventare<br />

“pescatori <strong>di</strong> anime”, <strong>di</strong>ffusori del Vangelo.<br />

Nel suo eremo del Tino, Venerio alterna<br />

la preghiera con l’accoglienza ai marinai e<br />

agli uomini della terra ferma che ricorrono<br />

a lui per aiuti materiali ma, soprattutto, per<br />

consigli che li gui<strong>di</strong>no a <strong>di</strong>stricarsi nelle<br />

<strong>di</strong>fficoltà della <strong>vita</strong> quoti<strong>di</strong>ana. E, <strong>di</strong> questi,<br />

improntati alla più schietta saggezza<br />

evangelica, Venerio è quanto mai ricco, non<br />

d’altri beni.<br />

A quanti, in segno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, vorrebbero<br />

donargli cibo, vesti o altro, egli rivolge<br />

l’invito <strong>di</strong> donarli ai poveri, suscitando<br />

in tal modo, nelle sue popolazioni, un clima<br />

<strong>di</strong> attenzione cristiana ai bisogni degli altri.<br />

Per sé chiede <strong>di</strong> vivere, per quanto possibile,<br />

col solo lavoro delle sue mani. E con<br />

le sue mani, raccogliendo legna dalla folta<br />

vegetazione che circonda l’eremo, nelle<br />

notti <strong>di</strong> buio e <strong>di</strong> tempesta, accende un<br />

grande fuoco nel punto più alto dell’isola:<br />

una grande luce che orienta quanti stanno<br />

navigando attorno alla Palmaria, a Porto<br />

Venere e perfino nel non lontano golfo <strong>di</strong><br />

Luni.<br />

Dietro gli aneddoti e i racconti <strong>di</strong><br />

stile leggendario, tipici dell’agiografia<br />

me<strong>di</strong>evale, emerge la santità<br />

autentica <strong>di</strong> Venerio, che ricerca e trova<br />

Dio non in astratte e solitarie verità intellettuali,<br />

ma facendosi prossimo ai poveri della<br />

sua terra, con energia salda e creativa e con<br />

tutta l’abnegazione richiesta dal “comandamento<br />

nuovo” dell’amore.<br />

Dice ancora la tra<strong>di</strong>zione che, nuovamente<br />

infasti<strong>di</strong>to dalla troppa fama che<br />

viene a circondare la sua persona, egli<br />

fugge una seconda volta, per un po’ <strong>di</strong><br />

tempo, nell’isola <strong>di</strong> Corsica, per ritornare<br />

poi al suo eremo dove muore in fama <strong>di</strong><br />

santità attorno all’anno 630 dopo Cristo.<br />

Sulla sua tomba verrà poi e<strong>di</strong>ficato un<br />

monastero dal quale i monaci, sul suo<br />

esempio, continueranno a <strong>di</strong>ffondere il<br />

Vangelo tra gli abitanti delle montagne dell’entro<br />

terra e proseguiranno, ininterrotta, la<br />

sua opera <strong>di</strong> bene.<br />

La storia italiana ed europea <strong>di</strong> quegli<br />

anni segna mutamenti epocali. Sulla terraferma<br />

stanno irrompendo le così dette<br />

popolazioni barbariche; negli anni <strong>di</strong><br />

Venerio, in particolare, sono i Longobar<strong>di</strong><br />

che occupano gran parte <strong>di</strong> Liguria e<br />

Toscana. Il mare è tenuto sempre più debolmente<br />

dalle navi bizantine, ma non passeranno<br />

che pochi decenni e si manifesterà il<br />

terrore delle navi saracene e normanne. In<br />

questo contesto, l’insegnamento e l’esempio<br />

<strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Venerio rimangono come un<br />

faro che guida le genti del Golfo e dell’entroterra<br />

lunense a ritrovare, nel Vangelo, la<br />

luce che li guida fuori dall’oscurità delle<br />

barbarie e dalle incertezze del cambiamento<br />

sociale e politico.<br />

Anche da morto, Venerio è nel<br />

cuore delle popolazioni del Golfo,<br />

tanto che, quando, circa un secolo<br />

dopo la sua morte, queste terre e questi<br />

paesi saranno attaccati dalle navi saracene<br />

e poi normanne, il primo pensiero<br />

degli abitanti <strong>di</strong> Porto Venere sarà quello<br />

<strong>di</strong> mettere al sicuro la venerata salma del<br />

santo.<br />

In questa circostanza avviene l’incontro<br />

<strong>di</strong> san Venerio con le popolazioni reggiane.<br />

È infatti il vescovo <strong>di</strong> Reggio che, per<br />

<strong>di</strong>sposizione dell’Impero, ha l’incarico <strong>di</strong><br />

proteggere con i suoi soldati le genti e le<br />

città del Golfo dalle incursioni saracene e<br />

normanne. Ed è così che, per salvarla, la<br />

preziosa reliquia <strong>di</strong> San Venerio viene trasportata<br />

a Reggio attorno all’anno 830.<br />

Di Reggio san Venerio <strong>di</strong>venta presto<br />

comprotettore insieme a San Prospero. Un<br />

abbinamento che si riperà ovunque parrocchie,<br />

oratori o semplici altari verranno<br />

de<strong>di</strong>cati al santo vescovo <strong>di</strong> Reggio, come<br />

ad esempio a Costabona o a Cagnola. Il<br />

corpo <strong>di</strong> San Venerio sarà custo<strong>di</strong>to successivamente<br />

dai monaci benedettini dell’abbazia<br />

reggiana <strong>di</strong> San Prospero fuori<br />

le mura che, dopo alterne vicende, verrà<br />

ad avere la sua sede attorno a quella che<br />

è l’attuale chiesa citta<strong>di</strong>na dei Santi Pietro<br />

e Prospero dove ancora è custo<strong>di</strong>to il suo<br />

corpo. Non il capo, però. Questo, riposto in<br />

un reliquiario a parte, per una <strong>di</strong>sposizione<br />

del papa Giovanni XXIII del 1959, venne<br />

segue a pag. 12


storiografi della chiesa reggiana Amministratore, polemista e, soprattuto, raccoglitore <strong>di</strong> memorie – il suo nome a quello <strong>di</strong> Léguigno, dal<br />

1645 contea dei suoi antenati, firmandosi<br />

sempre, soprattutto da <strong>di</strong>plomatico della<br />

Santa Sede e da car<strong>di</strong>nale, come “Raffaele<br />

Giuseppe Turri: lo storico con<br />

la passione per il ‘documento’<br />

Nato il 30 novembre 1802 a<br />

Modena, stu<strong>di</strong>ò <strong>di</strong>ritto nel<br />

Convitto legale <strong>di</strong> Reggio. Fu<br />

podestà <strong>di</strong> Castelnovo Sotto e presidente<br />

dell’Opera Pia <strong>di</strong> Carità e della Casa <strong>di</strong><br />

Ricovero. Dopo il 1859, oltre a intensificare<br />

gli stu<strong>di</strong> storici, si impegnò nella<br />

<strong>di</strong>fesa della fede e dei <strong>di</strong>ritti del Sommo<br />

Pontefice (famosa la sua polemica giornalistica<br />

con il <strong>di</strong>rettore del quoti<strong>di</strong>ano<br />

reggiano L’Italia Centrale). Fondò a<br />

tale scopo il settimanale Il Consigliere<br />

del Popolo. Quando morì, il 14 giugno<br />

1879, scrissero <strong>di</strong> lui i contemporanei:<br />

“Fu <strong>di</strong> costumi gentili, d’animo liberale<br />

ed onesto, benefico coi poveri, agli amici<br />

carissimo, sì che in <strong>vita</strong> ebbe l’amore, in<br />

morte il compianto <strong>di</strong> tutti i buoni”.<br />

La poliedricità della sua figura<br />

rende <strong>di</strong>fficile inquadrarlo in una<br />

categoria piuttosto che in un’altra.<br />

Uomo impegnato nel mondo della<br />

<strong>Chiesa</strong>, nel sociale, nel politico (e, va<br />

detto, nel senso ottimale della parola),<br />

nella cultura. Il ruolo <strong>di</strong> primo piano che<br />

ha avuto nella storia risorgimentale <strong>di</strong><br />

Reggio e nei primi due decenni dell’unità<br />

d’Italia ha fatto sì che dai suoi contemporanei<br />

fosse visto più come uomo d’azione<br />

che non come protagonista della ricerca<br />

storica. Il suo legame con l’amministrazione<br />

estense (era anche Guar<strong>di</strong>a Nobile<br />

del Duca) e l’opposizione intransigente<br />

alla politica anti-ecclesiale postunitaria<br />

che ha contrassegnato la sua attività <strong>di</strong><br />

uomo pubblico ha certamente contribuito<br />

a far sì che <strong>di</strong>versi storiografi dell’Ottocento<br />

tentassero <strong>di</strong> confinarlo a lato delle<br />

vicende reggiane. “Detestabile ministro<br />

della occhiuta tirannide” si tenta <strong>di</strong> definirlo<br />

quando e perché <strong>di</strong>fende le suore<br />

della Carità. Ma, riletta con obiettiva<br />

imparzialità, la sua figura politica non può<br />

che risaltare per il <strong>di</strong>sinteresse personale,<br />

lo spirito <strong>di</strong> servizio, la ricerca del bene<br />

comune sulla base dei valori “super partes”<br />

del Cristianesimo. Valori affermati<br />

prima <strong>di</strong> tutto con una testimonianza coerente<br />

che valse a meritargli stima, affetto<br />

e benevolenza <strong>di</strong> quanti lo conobbero.<br />

Tutto ciò va premesso per comprendere<br />

il suo interesse per la storia, uno stu<strong>di</strong>o<br />

coltivato fin da giovane e che, ben lungi<br />

dall’essere un mero “<strong>di</strong>letto” intellettuale,<br />

<strong>di</strong>ventava per lui il luogo dove riflettere<br />

sui fatti della società presente e dove trovare<br />

gli orientamenti per essere conciliante<br />

nelle cose <strong>di</strong> carattere solo amministrativo,<br />

ma intransigente sui principi fondanti<br />

della società, ra<strong>di</strong>ci della civiltà cristiana,<br />

porta <strong>di</strong> salvezza dell’umanità.<br />

I n<br />

rapporto alla mole <strong>di</strong> lavoro svolto<br />

nella sua <strong>vita</strong>, attiva fino all’ultimo,<br />

gli stu<strong>di</strong> storici non sono molti. Il<br />

Bocconi, in un breve profilo biografico<br />

apparso su L’Azione <strong>Cattolica</strong> del<br />

20 ottobre 1933, fa cenno <strong>di</strong> parecchie<br />

memorie lette alla Deputazione <strong>di</strong> Storia<br />

Patria, <strong>di</strong> cui era membro, e <strong>di</strong> parecchie<br />

pubblicazioni d’indole storica le quali<br />

“fanno fede dell’ingegno suo e <strong>di</strong> una<br />

non comune sicurezza in fatto <strong>di</strong> critica<br />

e giustezza <strong>di</strong> vedute”. Tra queste cita<br />

gli stu<strong>di</strong> sull’introduzione della stampa<br />

in Reggio e provincia, su <strong>vita</strong> e opere <strong>di</strong><br />

Celestino Cavedoni, su chiesa e convento<br />

<strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Reggio, su Lodovico<br />

Ariosto. Nel 1873 fu sua l’iniziativa <strong>di</strong><br />

pubblicare la “Vita <strong>di</strong> Mons. Ottavio<br />

Picenar<strong>di</strong>” <strong>di</strong> don Natale Tedeschi.<br />

Ma il suo principale merito resta indubbiamente<br />

la passione per i documenti<br />

storici, quali primi strumenti del fare storia.<br />

Cosa ovvia, si <strong>di</strong>rebbe, ma Giuseppe<br />

Turri doveva riaffermarla in momenti nei<br />

quali la lotta politica utilizzava contro la<br />

<strong>Chiesa</strong> una storia basata non su fatti provati,<br />

ma su “luoghi comuni” argomentati<br />

ideologicamente. Non credo esagerato<br />

affermare che in questo suo amore per il<br />

documento Turri anticipa <strong>di</strong> fatto le tesi<br />

contro le falsificazioni storiche contenute<br />

nella lettera “Saepenumero considerantes”<br />

che Leone XIII invierà, il 18 agosto<br />

1883 ai Prefetti degli Archivi e della<br />

Biblioteca Vaticana; lettera che, tra l’altro,<br />

in<strong>vita</strong>va gli storiografi a tener sempre<br />

presente che “la prima regola della storia<br />

è non osare affermare nulla <strong>di</strong> falso,<br />

né tacere qualcosa <strong>di</strong> vero; perché nello<br />

scrivere non ci siano sospetti <strong>di</strong> partigianeria<br />

o <strong>di</strong> avversione”.<br />

Si motiva così il continuo impegno<br />

<strong>di</strong> Turri a raccogliere e salvare<br />

documenti sia <strong>di</strong> interesse generale<br />

che locale, in tal quantità che numerosi<br />

stu<strong>di</strong>osi italiani e stranieri venivano<br />

da lui a consultarli. L’Archivio Storico<br />

Italiano, e<strong>di</strong>to in Firenze da Viessieux<br />

nel 1861, attribuiva al Turri una raccolta<br />

<strong>di</strong> oltre quattromila pergamene, tra le<br />

quali i cartolari dei signori <strong>di</strong> Canossa e<br />

del monastero reggiano <strong>di</strong> San Raffaele.<br />

Con il testamento, redatto il 28 aprile<br />

1870, lasciava tutto ciò al al Comune <strong>di</strong><br />

Reggio. Così alla sua morte l’ingente<br />

raccolta <strong>di</strong> libri e documenti finiva in<br />

parte alla Biblioteca Municipale, in parte<br />

all’Archivio Generale Provinciale (ora<br />

Archivio <strong>di</strong> Stato). Il “fondo Turri” della<br />

Panizzi conta attualmente circa duemila<br />

manoscritti, alcuni dei quali <strong>di</strong> inestimabile<br />

valore: il co<strong>di</strong>ce trecentesco del<br />

poema sulla <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Matilde <strong>di</strong> Canossa<br />

del monaco Donizone, illustrato con<br />

<strong>di</strong>segni a penna in rosso e nero; le comme<strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong> Terenzio in un co<strong>di</strong>ce miniato<br />

del Quattrocento; il De Re publica dell’umanista<br />

Tito Livio Frulovisi del sec.<br />

XV e numerosi altri co<strong>di</strong>ci umanistici.<br />

Arricchiscono la raccolta molti manoscritti<br />

<strong>di</strong> interesse locale anche attinenti<br />

il mondo cattolico ed ecclesiale. Il fondo<br />

Turri dell’Archivio <strong>di</strong> Stato, noto impropriamente<br />

come “Archivio Turri”, comprende<br />

oggi un totale <strong>di</strong> 439 pergamene<br />

e 193 fra registri e mazzi con tematiche<br />

che vanno dal 1065 al 1878. Da segnalare<br />

tre mazzi <strong>di</strong> carte vescovili, uno <strong>di</strong> scritti<br />

<strong>di</strong> religione, uno <strong>di</strong> carte della <strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Reggio, senza contare tutte le carte<br />

attinenti alla storia della <strong>Chiesa</strong> reggiana<br />

sparse fra i più <strong>di</strong>versi carteggi.<br />

Difficilmente lo storiografo moderno<br />

può compilare monografie <strong>di</strong> persone o<br />

luoghi <strong>di</strong> casa senza fare ricorso a questi<br />

due fon<strong>di</strong>, peraltro oggi facilmente consultabili<br />

grazie a in<strong>di</strong>ci ed elenchi. Un<br />

patrimonio <strong>di</strong> documenti molti dei quali<br />

inesplorati o da riesplorare alla luce <strong>di</strong><br />

nuove acquisizioni storiche e che fa rinnovare<br />

agli stu<strong>di</strong>osi il giu<strong>di</strong>zio sull’animo<br />

gentile, generoso, de<strong>di</strong>to al bene comune<br />

<strong>di</strong> tanto donatore.<br />

Umberto M. Zappi<br />

10 7<br />

Scapinelli <strong>di</strong> Léguigno”, portando il nome<br />

del paese avito e <strong>di</strong> Reggio in tutte le<br />

capitali europee.<br />

E a Leguigno, nel castello <strong>di</strong> cui la<br />

famiglia aveva riottenuto il possesso dopo<br />

l’esproprio napoleonico, volle tornare per<br />

riposanti perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferie. Fu lui che volle<br />

togliere alla costruzione un po’ <strong>di</strong> quell’aspetto<br />

<strong>di</strong> chiusa fortezza e darle l’aria <strong>di</strong><br />

famigliare, per quanto rustica, residenza.<br />

Fece abbassare le mura <strong>di</strong> recinzione nel<br />

lato sud–est, sui “terragli” ancor coperti<br />

<strong>di</strong> vigne”, abbattendo quin<strong>di</strong> il cammino<br />

<strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a che le sovrastava dalla parte<br />

interna; restaurò la cappella, abbellì le<br />

stanze <strong>di</strong> abitazione ricavandovi un appartamento<br />

per sé e per i pochi famigliari che<br />

lo accompagnavano lassù. Rivolle in sesto<br />

orto e frutteto.<br />

Giunto a Leguigno, lasciava gli abiti<br />

car<strong>di</strong>nalizi per una semplice talare nera e<br />

le scarpe con fibbia d’argento per un paio<br />

<strong>di</strong> scarponi ferrati; indumenti certamente<br />

adatti ai percorsi campestri <strong>di</strong> Leguigno,<br />

ma non a farlo sembrare un semplice<br />

parroco <strong>di</strong> montagna come forse avrebbe<br />

voluto. Chi lo incontrava coglieva nel suo<br />

volto i lineamenti austeri dell’ aristocrazia<br />

<strong>di</strong> famiglia, ed anche – incancellabile – lo<br />

sguardo penetrante, pensoso, ma sereno,<br />

del Principe della <strong>Chiesa</strong>.<br />

Comunque a Leguigno poteva vivere<br />

in quella semplicità e povertà che a Roma<br />

era mascherata dalle convenienze del protocollo<br />

e dalla solennità del Palazzo del<br />

Santo Uffizio nel quale aveva l’appartamento<br />

d’abitazione.<br />

Osservava muratori e falegnami chiamati<br />

a lavorare nel castello e con loro<br />

– lui sempre così taciturno e riservato – si<br />

metteva a conversare con tutta semplicità.<br />

Diceva: «Mi piace venire a Leguigno<br />

perché c’è gente buona». Era la quiete <strong>di</strong><br />

Leguigno (dove, proprio per questo, non<br />

avrebbe mai voluto veder arrivare la strada<br />

carrozzabile) quel riposo dell’ anima,<br />

che lo toglieva dalla riservatezza consueta<br />

dei palazzi romani, facendolo riandare<br />

– ma solo tra i famigliari più intimi – a<br />

qualche ricordo dei tanti incontri della sua<br />

<strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>plomatico.<br />

Diplomatici e galli ruspanti in castello<br />

Nonostante Leguigno fosse ben<br />

defilato rispetto alle capitali<br />

d’Europa, capitava però, talvolta,<br />

che qualche <strong>di</strong>plomatico riuscisse a<br />

scovarlo sulla carta geografica e a capitarvi<br />

all’improvviso. Così il nipote Giulio<br />

Fornaciari racconta come un giorno, nella<br />

semplicità della “corte car<strong>di</strong>nalizia”, ne<br />

venne accolto uno:<br />

«Anni or sono (era il dolce tempo<br />

delle castagne e dei rosati tramonti), io,<br />

ragazzetto <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci o quin<strong>di</strong>ci anni,<br />

ero ospite del car<strong>di</strong>nale a Leguigno. La<br />

piccola corte era composta da mia zia, la<br />

contessa Maria Anna Scapinelli che con<br />

l’eminentissimo fratello viveva anche a<br />

Roma, da un mio cugino e coetaneo e dal<br />

cameriere, un “marcantonio biondo” che<br />

aveva, per il padron <strong>di</strong> casa, la grande<br />

qualità <strong>di</strong> pronunciare quattro parole al<br />

giorno.<br />

Un bel mattino capitò lassù un ambasciatore<br />

rumeno, persona ragguardevolissima<br />

che mise a soqquadro tutto il paese<br />

a motivo del suo abito da cerimonia con<br />

cilindro e coda <strong>di</strong> ron<strong>di</strong>ne. Mia zia allibì.<br />

Sua Eccellenza l’Ambasciatore doveva<br />

restare a pranzo, ma la mensa frugalissima<br />

del car<strong>di</strong>nale non offriva che minestra<br />

<strong>di</strong> verdura e verdura come piatto principale<br />

e verdura come frutta, giacché le<br />

pere <strong>di</strong> Leguigno erano ver<strong>di</strong> e dure come<br />

poche al mondo.<br />

lo e mio cugino fummo allora spe<strong>di</strong>ti<br />

in caccia <strong>di</strong> un galletto che razzolava.<br />

inconscio, per il cortile. Galletto indemoniato.<br />

Contro due ragazzi sani e agili,<br />

come eravamo noi a quel tempo, pose una<br />

tattica <strong>di</strong> astuzia fenomenale. Invano lo<br />

inseguivamo attraverso cespugli, invano<br />

procedevamo a complicate manovre <strong>di</strong><br />

accerchiamento. Lui sfuggiva sempre e ci<br />

guardava, ricordo, con una impagabile<br />

espressione <strong>di</strong> ironia. E la contessa Maria<br />

Anna, ai fornelli, col tegame pronto, col<br />

con<strong>di</strong>mento che prendeva il bruciaticcio,<br />

con le mani nei capelli, implorava:<br />

«Forza, ragazzi!» mentre il cameriere la<br />

guardava intontito. Finalmente la malnata<br />

bestia fu in nostro potere. Erano le due e<br />

mezza del pomeriggio e pelarla, sbudellarla<br />

e cuocerla fu l’affare d’un momento.<br />

Risultò – a <strong>di</strong>r vero – cotta in modo<br />

piuttosto sommario, ma Sua Eccellenza<br />

l’Ambasciatore ne ingollò beatamente le<br />

cosce con tutti i nostri auguri, silenziosi,<br />

<strong>di</strong> buona <strong>di</strong>gestione.<br />

Quando, la sera, il car<strong>di</strong>nale seppe<br />

della nostra fortunosa caccia, delle nostre<br />

corse, dei nostri sudori e della scena<br />

comica <strong>di</strong> sua sorella <strong>di</strong>nanzi ai fornelli,<br />

col con<strong>di</strong>mento pronto e il galletto ancora<br />

in pieno brio, su per il bosco, lo vi<strong>di</strong> chinare<br />

il capo, mentre impercettibilmente le<br />

spalle gli sussultavano.<br />

Incuriosito, guardai meglio.<br />

Diplomaticamente quanto si vuole, sommessamente<br />

quanto è più possibile, Sua<br />

Eminenza faceva una cosa che rarissimamente<br />

nella sua <strong>vita</strong> aveva fatto. Rideva».<br />

Il pianto della gente comune<br />

Però il suo affetto per Leguigno<br />

volle manifestarlo. Risale a lui il<br />

portellino del tabernacolo regalato<br />

dalla Santa Sede alla chiesa parrocchiale,<br />

con i simboli eucaristici (il pellicano con<br />

grappoli e spighe) testimonianza del rinnovato<br />

culto eucaristico voluto dal papa<br />

san Pio X.<br />

Da lui proviene la statua bronzea <strong>di</strong><br />

Gesù fanciullo ora collocata nel fondo<br />

della chiesa e, lui vivente, nel salone<br />

del castello. E’ tra<strong>di</strong>zione che essa fosse<br />

stata regalata dall’imperatore Francesco<br />

Giuseppe al papa Leone XIII e, da questi,<br />

al car<strong>di</strong>nale Scapinelli.<br />

Alla parrocchia finì anche la campana<br />

del castello. Si ricorda che don Tincani<br />

la appese alla canonica, sopra la finestra<br />

della sua camera, perché, timoroso della<br />

solitu<strong>di</strong>ne intendeva usarla come strumento<br />

<strong>di</strong> allarme in caso <strong>di</strong> furti o emergenze<br />

simili. Negli anni della guerra aveva buoni<br />

motivi per nutrire questi timori, ma non<br />

certo dalla gente del paese.<br />

E fu anche in sua memoria che i famigliari,<br />

nove anni dopo la morte, vendettero<br />

volentieri il castello al Seminario <strong>di</strong> Carpi,<br />

quasi come un impegno a far sì che quelle<br />

antiche mura continuassero ancora la presenza<br />

formativa del car<strong>di</strong>nale. E non solo,<br />

ma con la porpora del car<strong>di</strong>nale confezionarono<br />

tre casule una delle quali fu donata<br />

alla chiesa <strong>di</strong> Leguigno.<br />

Quando il 17 settembre 1933 giunse<br />

da Forte dei Marmi il grande biglietto<br />

nero che confermava la notizia telegrafica<br />

del decesso, don Armando Tincani<br />

non seppe nascondere la commozione; lo<br />

aiutarono, per fortuna, alcuni insegnanti<br />

del Seminario <strong>di</strong> Marola nell’ organizzare<br />

il viaggio a Forte dei Marmi insieme ad<br />

una rappresentanza <strong>di</strong> parrocchiani. Il loro<br />

pianto, lungo l’accompagnamento fino a<br />

Roma e durante la celebrazione delle esequie,<br />

fu notato da tutti i presenti e molti,<br />

in quell’occasione, ricordarono quanto il<br />

car<strong>di</strong>nale – in apparenza così <strong>di</strong>staccato<br />

– amava invece intrattenersi con la gente<br />

comune.<br />

Bibliografia minima<br />

Bollettino della Diocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia, nn.<br />

vari, ma specialmente: 12/1916, 7-8/1930,<br />

9/1931. Notizie interessanti, ma non sempre<br />

esatte, anche sui giornali reggiani del 1908,<br />

1912, 1915, 1916, 1917, 1927, 1933, ecc.<br />

L’Azione <strong>Cattolica</strong>, Organo settimanale della<br />

Giunta Diocesana <strong>di</strong> A.C., nn. vari, ma specialmente:<br />

20 ottobre 1933<br />

Annali dell’Italia <strong>Cattolica</strong>, 1934, Ed. “Pro<br />

Familia”, Milano<br />

Annuario Cattolico Italiano 1925, Roma, ed.<br />

Fides Romana<br />

A. fornACiAri, Memorie, Reggio E.,<br />

Bizzocchi e<strong>di</strong>tore, 2005<br />

G. fornACiAri, Reggiani <strong>di</strong> ieri, Reggio E.<br />

Ed. AGE, 1951<br />

C. lindner, Nostri Preti, Reggio Emilia, Ed.<br />

AGE, 1950<br />

d. squiCCiArini, I Nunzi Apostolici a Vienna,<br />

Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana, 1998<br />

G. fornACiAri, Il car<strong>di</strong>nale Scapinelli <strong>di</strong><br />

Leguigno <strong>di</strong>plomatico taciturno, in Reggio<br />

Democratica, 30 luglio1946<br />

ion CArjA*, Francesco Fer<strong>di</strong>nando e i romeni<br />

greco-cattolici nel contesto della creazione<br />

della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Hajdúdorog (*Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> “Babeº-Bolyai” <strong>di</strong> Cluj-Napoca/<br />

Accademia <strong>di</strong> Romania in Roma, consultato<br />

l’8/7/2008 sul sito “www.geocities.com/<br />

marin_serban/carja3.html”)<br />

G. GiovAnelli - P.l. Ghirelli, Léguigno,<br />

Vicende <strong>di</strong> contea e <strong>di</strong> parrocchia, Ed.<br />

Parrocchia <strong>di</strong> Leguigno, 1998<br />

AA.VV., I° Congresso Eucaristico Emiliano,<br />

Modena 1913, Atti Ufficiali, Modena 1913<br />

Mons. Gildo BeGGi, L’anello <strong>di</strong> San Pio X, in<br />

Perio<strong>di</strong>co Annuale degli Allievi <strong>di</strong> Marola, a<br />

cura <strong>di</strong> don Gaetano Incerti, anno 2004


1648-1649: il lungo viaggio <strong>di</strong> un missionario reggiano verso l’In<strong>di</strong>a<br />

Partito da Firenze il 27 febbraio 1648 appena or<strong>di</strong>nato sacerdote, “tra il camminare e lo stare fermi” giunse alla sede della sua missione,<br />

nella città <strong>di</strong> Goa, il 5 febbraio 1649 – Un anno <strong>di</strong> continui rischi mortali , contento <strong>di</strong> dar tutto se stesso, senza riserve, a Gesù Cristo<br />

T utto<br />

ciò che sappiamo <strong>di</strong> lui, è contenuto in una sua lettera inviata<br />

il 16 <strong>di</strong>cembre 1649 da Goa al padre. Anagraficamente<br />

è davvero poco, neppure sufficiente per identificarne l’appartenza<br />

familiare (anche se appare evidente la nobiltà della sua stirpe) e religiosa.<br />

Sappiamo il nome: “don” Carlo Ferrarini e, da come si firma, che era<br />

“de’ Chierici reggiani”. E sappiamo peripezie e motivazioni del viaggio<br />

per come lui stesso le racconta. Il raffronto tra un passo finale della sua<br />

lettera e una nota in margine alla storia napoletana dei “Chierici regolari,<br />

detti Teatini”, contenuta nel libro <strong>di</strong> Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong>, Memorie<br />

storiche della città <strong>di</strong> Napoli, del 1857, consente <strong>di</strong> fugare ogni dubbio<br />

sull’appartenenza <strong>di</strong> don Carlo Ferrarini all’or<strong>di</strong>ne religioso fondato nel<br />

1524 da da San Gaetano Thiene e Giampietro Carafa. I primi due teatini,<br />

Antonio Maria Ar<strong>di</strong>zzoni e Francesco Manchi erano giunti a Goa nel<br />

1640. Il loro apostolato, tuttavia, più che nella colonia portoghese, già<br />

ampiamente ser<strong>vita</strong> da altri or<strong>di</strong>ni religiosi, si rivolgeva ai nativi dei regni<br />

limitrofi <strong>di</strong> Idelca, Warsin e Golgonda. La missione dava risultati molto<br />

buoni. Un padre gesuita affermò che, <strong>di</strong> norma, per fare ciò che essi avevano<br />

fatto, sarebbero occorsi non meno <strong>di</strong> cento anni. Nel 1648, partiva<br />

in loro rinforzo la spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tre altri teatini dei quali faceva parte<br />

anche don Carlo Ferrarini. Sul racconto della partenza inizia la lettera.<br />

Appena or<strong>di</strong>nato prete, senza neppure aver ancora celebrato la<br />

prima messa, il 27 febbraio 1648 don Carlo e compagni s’imbarcano<br />

su un naviglio che, da Firenze, li trasporta a Livorno. Qui,<br />

su una tartana francese, si <strong>di</strong>rigono a Marsiglia dove possono sperare in<br />

un imbarco per il Me<strong>di</strong>o Oriente che eviti loro <strong>di</strong> metter piede in Turchia.<br />

Già in questo breve tratto s’imbattono in una nave pirata turca che li<br />

costringe a un fortunoso sbarco nei pressi Brégançon da dove, un po’ a<br />

pie<strong>di</strong> e un po’ a cavallo, raggiungono Marsiglia. Fanno vela per Malta il<br />

26 marzo dove giungono il due aprile. Il primo maggio nuovamente in<br />

nave per Alessandretta; quin<strong>di</strong> via terra, con <strong>di</strong>versi contrattempi, per<br />

• Aleppo, dove don Ferrarini può finalmente celebrare la prima messa,<br />

ma dove anche lui e i compagni si ammalano ed uno d’essi muore;<br />

• per il Libano, dove il patriarca maronita li in<strong>vita</strong> nel suo monastero <strong>di</strong><br />

Canobino (Quannoubin, nella famosa valle <strong>di</strong> Quadrisha) per celebrare<br />

insieme la festa dell’Assunzione;<br />

• Damasco, dove giungono il 22 agosto. Qui, con un funzionario cristiano,<br />

certo Tupici Bascì, s’accordano per il viaggio in carovana verso la<br />

Mesopotamia;<br />

• Bagada (Baghdad) dove giungono il 9 novembre, ripartendone dopo<br />

<strong>di</strong>eci in giorni, in barca per Bassora che raggiungono il 27 novembre.<br />

Riprendono il viaggio “lungo i due fiumi” e, raggiunto il Golfo Persico,<br />

iniziano a navigarlo a bordo <strong>di</strong> una zattera fatta <strong>di</strong> giunchi e corde.<br />

Il viaggio nel Golfo Persico si interrompe per celebrare il Natale nella<br />

piccola città-porto <strong>di</strong> Congo (<strong>di</strong>fficilissima, oggi, da identificare). Il 27<br />

<strong>di</strong>cembre, a bordo <strong>di</strong> un’altra zattera s’imbarcano per Mascati che raggiungono<br />

il 13 gennaio 1649. Mascati, oggi Mascat, capitale dell’Oman,<br />

è il porto da cui partono le navi per Goa dove, finalmente, sbarcano il 5<br />

febbraio 1649.<br />

Raccontato così, il viaggio può sembrare una piacevole crociera<br />

soprattuto se ci si attarda sulle meraviglie storiche e paesaggistiche<br />

via via brevemenrte accennate. Ma ecco, nella parte seconda<br />

della lettera, il riassunto dei principali rischi occorsi durante il lungo<br />

viaggio. Un elenco scritto non per vantare alcunché <strong>di</strong> eroico da parte<br />

sua, ma semmai, pur senza miracolismi, per testimoniare la protezione<br />

<strong>di</strong>vina nonché la bravura <strong>di</strong> tante guide o compagni <strong>di</strong> viaggio.<br />

“Questo – scrive riferendosi a Mascati - fu il nostro ultimo imbarco,<br />

doppo il quale, e doppo havere passati pericoli:<br />

- d’esser fatti schiavi da una caravella turchestra tra Livorno e Marsiglia,<br />

ma liberati dal ricovero d’una fortezza nella Provenza detta Briganzone,<br />

e dell’esser fuggiti in terra; <strong>di</strong> rimaner stroppiato tra Briganzo-<br />

ne e Marsiglia, havendo camminato a pie<strong>di</strong> con i stivali e speroni molte<br />

miglia fra sterpi, sassi, montagne e precipitij, ma sanato dal lungo riposo<br />

e qualche me<strong>di</strong>camento;<br />

- d’esser messo prigione con gli altri stranieri in Marsiglia per il tra<strong>di</strong>mento<br />

or<strong>di</strong>to <strong>di</strong> bruciare l’armata, ma licentiato come religioso;<br />

- <strong>di</strong> essere sommerso da molte tempeste, et in particolare da tre pericolosissime,<br />

una nell’uscir dal porto <strong>di</strong> Marsiglia, havendo il vento spezzato<br />

l’antenna, l’altro tra il Golfo <strong>di</strong> Lione e Malta in un vascello, e l’altra nel<br />

seno Persico tra Bolsorà et il Congo in una barca tutta cucita <strong>di</strong> corde e<br />

giunchi, senza ne pure un chiodo <strong>di</strong> ferro, aperta nella prua, con la vela<br />

squarciata in tre parti, e con il timone spezzato, ma scampato per miracolo<br />

a mio credere fatto dall’anime del Purgatorio e dalla gloriosa Vergine e<br />

Martire santa Catterina, la <strong>di</strong> cui reliquia portava un nostro compagno;<br />

- <strong>di</strong> naufragare in Malta tra gli scogli che cingono il porto, ma scampato<br />

per la gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>ligenza de’ marinari;<br />

- d’essere assassinato dagli arabi molte volte et in particolare tra Alessandretta<br />

et Aleppo, ma uscito con l’aiuto dell’armi da fuoco, delle quali<br />

assieme con il giannizzero che ci accompagnava era provvista tutta la<br />

mia compagnia, cioè tre padri Teatini e tre padri Scalzi, et il suddetto<br />

giannizzero, oltre tre vetturini a pie<strong>di</strong>;<br />

- d’essere ammazzato nel Monte Libano da soldati maroniti per causa<br />

d’un francese, ch’essendosi a noi accompagnato in Aleppo per Damasco<br />

volse fare alcune impertinenze, ma protetto da un cortigiano del bascià<br />

<strong>di</strong> Tripoli, sotto al <strong>di</strong> cui comando sta il detto Monte;<br />

- d’esser bastonato in Balbech per causa del nostro vetturino turco, che<br />

dovendo pagare il cafarro, o tributo che vogliamo <strong>di</strong>re, per noi come<br />

Franchi, andava sfuggendo li gabellieri per guadagnarsi quel danaro,<br />

ma mi fu perdonato per essersi scoperto con testimonij il tra<strong>di</strong>mento e<br />

furto dell’infedele;<br />

- d’esser ingoiato dai vortici del mare nel capo <strong>di</strong> Mozzandone dentro<br />

al seno Persico, ove tra scogli, caverne horride e monti altissimi l’acque<br />

bollono, s’aggirano e saltano in alto con fracasso incre<strong>di</strong>bile, ma salvato<br />

dalla forza de’ remi e del vento che, levatosi all’improvviso in poppa<br />

spinse la nave in un sicuro ricovero;<br />

- d’esser sbranato da’ leoni, avvelenato da serpenti, morsicato da mastini<br />

selvaggi, ucciso da ladroni e <strong>di</strong>vorato da lupi nel deserto, ma sfuggito<br />

per li molti tiri d’archibugi, per li molti gri<strong>di</strong> de li quali tengono gran<br />

timore queste bestie, che con proprij occhi, e con molto mio spavento in<br />

gran<strong>di</strong>ssima copia vedevo”.<br />

Cio nonostante, don Carlo è sereno. Scrive da Goa mentre si ritempra<br />

le forze: “Hora sto, come ho detto, molto travagliato, non però tanto che<br />

non possa ringraziare assaissimo Sua Divina Maestà dello stato in cui<br />

mi trovo, in riguardo degli altri, uno de’quali morì questo luglio passato<br />

e l’altro stette molto vicino, et ancora pare convalescente (parlo de’ nostri<br />

compagni). In tutto però sto molto contento, perché non ad altro fine<br />

qua venni che per le Missioni, et in conseguenza per patire e dar tutto me<br />

stesso, senza riserbo alcuno, a Gesù Christo”.<br />

Sarà mai più ritornato in patria? Non solo al momento non lo sappiamo,<br />

ma è più facile supporre <strong>di</strong> no. Lui stesso lo lascia intravvedere in<br />

chiusura <strong>di</strong> lettera: “Il rivederci sarà nel Cielo, perché il venire più in<br />

queste parti d’Italia non credo mi sarà mai comandato dall’obbe<strong>di</strong>enza,<br />

oltre che chi viene per dare il proprio sangue e <strong>vita</strong> per la fede <strong>di</strong> Christo<br />

in terre barbare et infedeli non è <strong>di</strong> mestieri che pensi ad altro che ad<br />

effettuare il suo fine”.<br />

La lettera, in una copia fattane nel 1717 dal priore dell’Argine<br />

don Alfonso Tedeschi e nuovamente salvata da Giuseppe<br />

Turri - poderoso raccoglitore <strong>di</strong> memorie patrie – , è stata pubblicata<br />

da Battista Lolli, in occasione delle nozze Marini-Codeluppi il 19<br />

<strong>di</strong>cembre 1887 (Bibl. Panizzi. Misc. Regg. 126/17). Da allora, per quanto<br />

emerge da vari schedari, non risulta aver avuto altre pubblicazioni.<br />

(Red)

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