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Zampi l lano le polemiche - La Gazzetta dell'Economia

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15 set-<br />

tembre 2012<br />

INDUSTRIA<br />

LA CRISI nIL PRESIDENTE PRETE HA UNA STRATEGIA PER TENTARE DI RIDURRE I DANNI<br />

Allarme rosso a Taranto<br />

Ilva e traffico dei cointaners preoccupano l'Autorità portua<strong>le</strong><br />

nA giugno -59% per cento della movimentazione<br />

dopo la f<strong>le</strong>ssione dei primi 4 mesi (-12,7%)<br />

PORTO E ACCIAIERIA UN DESTINO COMUNE<br />

Il nostro gigante<br />

ha piedi d'argilla<br />

nANTONELLA MILLARTE<br />

Porto di Taranto, altro che<br />

risorsa per la crescita<br />

del territorio: se cade<br />

l'Ilva, il suo destino rischia di<br />

essere analogo. E' il gigante dai<br />

piedi d'argilla quello che, a Taranto,<br />

si agita pro e contro lo<br />

stabilimento siderurgico che -<br />

lo sappiamo da sempre - inquina.<br />

Alla gogna andrebbe messa<br />

una classe politica che, da decenni,<br />

non ha mai cercato (se<br />

non a paro<strong>le</strong>) di porre solide basi<br />

per uno sviluppo che non fosse<br />

<strong>le</strong>gato a filo doppio con la produzione<br />

di acciaio e di morte.<br />

Siamo, però, alla resa dei conti<br />

ed in questi giorni è scattato il<br />

countdown: lo stop ai minerali<br />

toglierebbe la materia prima per<br />

la produzione dell'Ilva. Ma, al<br />

contempo, metterebbe in ginocchio<br />

il porto di Taranto che per<br />

oltre il 60% dei suoi traffici è <strong>le</strong>gato<br />

al siderurgico.<br />

Il condiziona<strong>le</strong> è d'obbligo, ma<br />

la magistratura sembra decisa<br />

ad andare avanti e a fare ciò che<br />

una mediocre classe politica<br />

non ha mai voluto e saputo fare:<br />

rispettare <strong>le</strong> rego<strong>le</strong>.<br />

Nel porto di Taranto, c'è un'aria<br />

stagnante di attesa. “Ad oggi, a<br />

seguito del sequestro del<strong>le</strong> aree<br />

Ilva, la previsione del<strong>le</strong> navi in<br />

arrivo del minera<strong>le</strong> non ha subito<br />

modifiche”, ci conferma l'Autorità<br />

Portua<strong>le</strong>. Ma, invece, se il<br />

blocco al<strong>le</strong> materie prime siderurgiche<br />

dovesse davvero acca-<br />

Nel 2011 merci per 40,8 mln di tonnellate<br />

(il 60% è del colosso siderurgico)<br />

L'allarme per il porto di Taranto colpisce uno dei più importanti scali italiani. Le<br />

merci movimentate, nel 2011, hanno portato a transitare in banchina 40,8<br />

milioni di tonnellate di merci (+17,1% rispetto al 2010) di cui i carichi classificati<br />

come rinfuse secche (iron ore, carbone, ecc.) rappresentano più della metà<br />

(21,7 milioni di tonnellate). L'Ilva sul tota<strong>le</strong> del<strong>le</strong> merci in importazione o in<br />

esportazione dal porto si traduce in circa il 60% del tota<strong>le</strong>.<br />

dere per il porto di Taranto sarebbe<br />

- senza mezzi termini -<br />

“una tragedia”.<br />

Fino a metà settembre, pare, ci<br />

sarà minera<strong>le</strong> sufficiente per la<br />

produzione, ma nei giorni scorsi<br />

il ministro per lo sviluppo economico<br />

Corrado Passera ha evidenziato<br />

come “Il costo di una<br />

eventua<strong>le</strong> chiusura dell'Ilva di Taranto<br />

avrebbe un impatto negativo<br />

che è stato valutato attorno<br />

a oltre otto miliardi di euro annui<br />

imputabi<strong>le</strong> per circa sei miliardi<br />

alla crescita del<strong>le</strong> importazioni,<br />

per 1,2 miliardi al sostegno al<br />

reddito e ai minori introiti per<br />

l'amministrazione pubblica e per<br />

circa 500 milioni in termini di<br />

minore capacità di spesa per il<br />

territorio direttamente interessato”.<br />

Un tracollo, insomma, pressoché<br />

tota<strong>le</strong>.<br />

Eppure, se l'Ilva non chiuderà i<br />

battenti e finalmente si deciderà<br />

che la salute ha la stessa importanza<br />

e dignità del lavoro, il<br />

primo a beneficiarne potrà essere<br />

proprio il porto di Taranto<br />

perché l'utilizzo del ciclo integrato<br />

(dal carbon fossi<strong>le</strong> e dai<br />

rottami ferrosi per arrivare alla<br />

produzione di laminati piani) richiede<br />

l'approvvigionamento di<br />

grandi quantità di materie prime<br />

da Paesi lontani (Brasi<strong>le</strong>, Sud<br />

Africa) tramite navi anche di<br />

grandi stazza (fino a 400mila<br />

tonnellate di portata) e la possibilità<br />

di utilizzare stoccaggi importanti<br />

in funzione del<strong>le</strong> esigenze<br />

produttive.<br />

nDidascalia<br />

Ma qua<strong>le</strong> futuro sta disegnando<br />

l'Autorità Portua<strong>le</strong> per<br />

Taranto? Le aspettative restano<br />

altissime verso il presidente tarantino<br />

Sergio Prete. “Uno degli<br />

obiettivi -sottolinea il presidente<br />

Prete - è equilibrare l'incidenza<br />

dell'Ilva sui traffici<br />

creando una serie di alternative<br />

che in qualche modo compensino<br />

o facciano scendere la percentua<strong>le</strong><br />

di movimentazione<br />

dell'Ilva in maniera ta<strong>le</strong> da spalmare<br />

il rischio su più clienti e<br />

più tipologie di traffico. Inoltre,<br />

entro breve tempo saranno avviati<br />

lavori per la piastra logistica,<br />

con un investimento da<br />

ENTRO 24 MESI<br />

Cantiere<br />

da 180<br />

milioni<br />

nPrima conseguenza: 500 lavori della TCT in<br />

cassa integrazione a rotazione per due anni<br />

219 milioni di euro”.<br />

Altra spada di Damoc<strong>le</strong> che<br />

grava sul porto di Taranto è la<br />

crisi durissima del traffico containers.<br />

Cala senza tregua tanto che a<br />

giugno scorso hanno fatto segnare<br />

il - 59% rispetto allo<br />

stesso mese del 2011. Un<br />

mese nero, ma in sintonia col<br />

calo che pare inarrestabi<strong>le</strong>, dei<br />

primi quattro mesi del 2012<br />

che hanno registrato una f<strong>le</strong>ssione<br />

media del 12,7% sul<br />

2011.<br />

Il risultato sulla pel<strong>le</strong> dei lavoratori<br />

brucia fortemente: 500<br />

dipendenti della TCT in cassa<br />

Una buona notizia per il<br />

Porto di Taranto c'è: dopo<br />

l'accordo di giugno sono<br />

stati già presentati i progetti<br />

definitivi per <strong>le</strong> opere<br />

necessarie allo sviluppo<br />

dei traffici containerizzati.<br />

Entro 24 mesi cantieri<br />

aperti per opere da 180 milioni<br />

di euro.<br />

9<br />

integrazione a rotazione per due<br />

anni.<br />

Altro colpo di grazia, al<strong>le</strong> speranze<br />

di un rapido decollo del<br />

porto ionico e dell'entroterra, è<br />

stato lo spostamento dei 35<br />

milioni di euro del finanziamento<br />

del Distripark ad altra<br />

destinazione. Saranno usati per<br />

il dragaggio dei fondali del molo<br />

polisettoria<strong>le</strong> ma con l'impegno<br />

dell'assessore regiona<strong>le</strong> ai trasporti<br />

Guglielmo Minervini di<br />

trovare a breve altre risorse da<br />

ridestinare al Distripark che, da<br />

circa un ventennio, continuare<br />

a subire rinvii e sembra davvero<br />

una chimera. A.Mill.

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