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Marzo - Ex-Alunni dell'Antonianum

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STAGIONE IMPEGNATA<br />

Per il Cineforum è ormai giunto il momento di tracciare un<br />

primo bilancio di questo 24° anno di attività. Nelle premesse<br />

questo si presentava come un anno di transizione, con un programma<br />

di film alleggerito rispetto alle precedenti stagioni, con<br />

una ristrutturazione dei criteri di scelta delle opere e con una<br />

impostazione nuova della tradizionale distinzione in sezione del<br />

Martedì e sezione del Mercoledì. Quali sono state su questo<br />

piano le indicazioni di massima, che a mio avviso si sono potute<br />

trarre dall'attività di quest'anno, pur tenendo presente che<br />

essa non si è ancora conclusa? L'articolazione del programma<br />

in una vasta, esauriente panoramica di nazioni ha dimostrato<br />

una certa validità, avendo stimolato e a volte « acceso » la discussione<br />

più di quanto, in passato, non vi fosse riuscita la<br />

strutturazione in tematiche, troppo spesso incerta nella sua delineazione.<br />

Si è altresì evidenziato che la distinzione in sezioni<br />

ha ormai fatto il suo tempo e che si è determinata l'esigenza<br />

di una riunificazione delle due serate in una sola. Ma al di là<br />

di queste considerazioni, che forse sono di carattere più strettamente<br />

tecnico-organizzativo, è opportuno passare brevemente<br />

in rassegna le opere, che fin qui sono state proposte al giudizio<br />

e all'interpretazione dei soci.<br />

Dopo l'avvio, segnato dai due film comici americani del periodo<br />

muto « II monello » e « The college », è stato presentato<br />

«Una vecchia signora indegna» di Rene Alilo, opera di chiara<br />

lettura, che propone con sensibilità e poesia l'eterno problema<br />

della vecchiaia, inserendo note psicologiche originali e per molti<br />

aspetti valide.<br />

Sempre per il cinema francese è stata poi la volta di « Morir<br />

d'amore » dell'avvocato Andre Cayatte, regista, che instancabilmente<br />

rappresenta il volto umanamente dolente di alcuni fra<br />

i casi giudiziari più clamorosi.<br />

La rassegna italiana si è aperta con « Sacco e Vanzetti »,<br />

film in cui Giuliano Montaldo denunciando l'ingiustizia, che<br />

venne perpetrata ai danni dei due anarchici italiani in nome di<br />

un'aberrante intolleranza, tenta di rifrangere la fosca luce nata<br />

da quell'episodio su vicende in cui tutti, recentemente, siamo<br />

stati spettatori e testimoni.<br />

Avvenimento di cui giustamente il Cineforum va fiero, è stato<br />

quello di assicurarsi la presenza del regista Carlo Tuzii alla<br />

proiezione del film da lui diretto «Ciao Gulliver». Tuzii, un veneziano<br />

arguto e sottilmente polemico, ha reso partecipe il pubblico,<br />

che costituiva una cornice numerosa e attenta, del suo<br />

pessimismo di artista imbrigliato dalia ragnatela del potere, condizione<br />

insuperabile, e di cui egli ha colto, nel «suo» Gulliver<br />

l'aspetto sconsolato e struggente. Accusato in un intervento di<br />

fare una polemica sterile e vagamente qualunquistica, Tuzii ha<br />

replicato con spregiudicatezza non priva di un certo autocompiacimento,<br />

che all'artista, il quale voglia realmente esprimersi<br />

affrancato da qualsiasi vincolo politico-economico, che tenda a<br />

condizionarlo, non resta altro che sopprimersi. Il nostro Tuzii,<br />

comunque, non covando tali propositi di foscoliana memoria,<br />

ha preannunciato la preparazione del suo prossimo film, girato<br />

(guarda un po'!) per la televisione, che svolgerà il tema della<br />

emigrazione.<br />

Film di denuncia sociale è stato anche « Confessione di un<br />

commissario di polizia al Procuratore della Repubblica » di Damiano<br />

Damiani, seguito da un altro film sulla mafia e sulle sue<br />

collisioni con il potere politico e giudiziario: « II sasso in bocca »,<br />

opera-dossier di Giuseppe Ferrara, che abbiamo accertato non<br />

essere un entusiasta estimatore del partito dello scudo crociato.<br />

Le opere italiane, in verità scelte fra le più significative della<br />

passata stagione, sono state concluse degnamente da « II conformista<br />

» di Bertolucci, che ripropone una interpretazione in<br />

chiave freudiana del fenomeno fascista.<br />

E' stata poi la volta del film tedesco « Scene di caccia in<br />

bassa Baviera », che ci è parso piuttosto debole, e di « II rosso<br />

e l'oro » opera del polacco Lenardowicz. L'ultimo film presentato<br />

è stato il cecoslovacco « II disertore e i nomadi » di Juro<br />

II regista di « Ciao Gulliver », Carlo Tuzii (a sinistra) intervistato durante il<br />

dibattito dal Dr. Giorgio Fornasiero<br />

Jakubisko, in cui morte e vita si rincorrono in un'esplosione<br />

onirica di immagini, che pur non essendo priva di una certa<br />

discontinuità di effetti, raggiunge sovente vette di ispirato lirismo.<br />

Questa, in breve sintesi, è l'attività svolta dal Cineforum.<br />

Ad essa dobbiamo affiancare il Corso di Filmologia e quello di<br />

Regìa cinematografica. Quest'ultimo (diretto da P. Covi con la<br />

consueta dedizione e competenza) è organizzato dal Cineforum<br />

in collaborazione con il « Centro Studi Nicolo Rezzara » di Vicenza.<br />

Gli allievi, in tutto, toccano la sessantina. Nell'incontro<br />

del 23 febbraio ha parlato il noto regista padovano Dott. Costantino<br />

De Luca sui rapporti tra la regia teatrale e quella cinematografica.<br />

Le due sezioni stanno iniziando ora le esercitazioni<br />

pratiche, con la ripresa di film sperimentali (ideati e diretti dagli<br />

allievi) che poi si monteranno e proietteranno a fine corso. A<br />

conclusione dei lavori, il presidente del Cineforum, dr. G. Pizzamiglio,<br />

il 25 aprile terrà la lezione finale di Filmologia.<br />

Massimo Querini<br />

RINASCITA TEATRALE<br />

Una bella novità per gli amici vecchi e nuovi <strong>dell'Antonianum</strong>. Dopo<br />

anni di silenzio la gloriosa «S.F.A. » (Società Filodrammatica Antonianum)<br />

è nata a nuova vita, con una sigla un po' diversa «S.T.A.S.» (Sezione Teatrale<br />

Antonianum-Sperimentale). - L'occasione è stata data da una «Serata<br />

Comunitaria» di tutta la famiglia <strong>dell'Antonianum</strong>, con uno spettacolo di Arte<br />

varia, svoltosi nel nostro Teatro GIOVEDÌ 16 MARZO. Dopo i suggestivi<br />

Canti della Montagna del CORO TRE PINI, diretto da Gianni Malatesta, la<br />

S.T.A.S. ha esordito con un lavoro drammatico originale, scritto da uno<br />

studente interno, il veneziano ALBERTO TAMBOSSO, dal titolo «La sua giornata<br />

giusta». La regìa fu curata da P. A. Covi; le scene di Pinù; aiuto-regista:<br />

L. Zanco. Tecnico delle luci: F. Pianezze. Tra i vari attori si sono distinti:<br />

G. Corbatto (Antonio), V. Romor (il Narratore),G. Silvestrin (il prof.<br />

Pecori) e poi G. Cornolti, P. Grava, L. Mattarolo, F. Gioeli. La modernità<br />

dell'ideazione teatrale e il suo sottofondo spirituale sono stati vivamente<br />

apprezzati. Un primo passo... coraggioso. Auguri!<br />

Molto bene anche il COMPLESSO MUSICALE MODERNO, che ha concluso<br />

la serata, diretto da Giampaolo Vadori e con la partecipazione di ottimi<br />

suonatori e cantanti. Grazie alla collaborazione di tutti la serata ha<br />

incontrato. Organizzata dal GRUPPO DEL TERZO MONDO, a beneficio di<br />

questo a devoluto tutto il ricavato delle offerte. E così, anche nel campo<br />

artistico-ricreativo, la giovane COMUNITÀ' DELL'ANTONIANUM ha fatto sentire<br />

la sua presenza gioiosa.<br />

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