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Marzo - Ex-Alunni dell'Antonianum

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« Questo è il paradiso in terra !... E se il paradiso in terra<br />

è così, chissà quell'altro come sarà !... ».<br />

Questa semplice, spontaneissima frase, detta in un momento<br />

qua/siasi da una malata di Firenze, inchiodata ormai da anni<br />

in un letto, può in fondo esprimere tutto : può definire con<br />

profonda precisione che cos'è Lourdes, riassumerne lo spirito,<br />

rilevarne il clima. Lourdes, un secolo fa, era un piccolo, modesto<br />

paese di uno dei più dimenticati angoli della Francia, ora,<br />

invece, è un grosso centro, conta centinaia di alberghi, possiede<br />

pure un buon aeroporto. Il visitatore sprovveduto può forse<br />

rimanere turbato, o comunque sfavorevolmente impressionato,<br />

nel vedere quale formidabile complesso di negozi di oggetti religiosi<br />

infesti (è questo il termine) le vie della città.<br />

Ma il pericolo di ridurci ad oggetto di una bassa manovra<br />

consumistica, svanisce quando si entra nella vera vita di Lourdes,<br />

nella quale la medaglietta e il santino riescono a mala pena<br />

a conservare un valore, direi, sentimentale.<br />

Perché gente con malformazioni paurose o mali incurabili,<br />

per i quali una guarigione clinica è semplicemente assurda, va<br />

a Lourdes? I cosiddetti miracoli ci sono, è vero; ma in numero<br />

proporzionalmente bassissimo a quello dei malati. Un medico<br />

poi mi diceva che solo un centinaio di casi sono stati ufficialmente<br />

riconosciuti.<br />

La risposta a quell'interrogativo, penso sia dunque racchiusa<br />

nella frase riportata all'inizio. Lourdes è veramente un « paradiso<br />

in terra », cioè è una grossa esperienza di vita, un momento<br />

di carità, di fraternità, di comunità (oggi se ne parla tanto),<br />

di dedizione totale e disinteressata al prossimo. / malati accorrono<br />

a centinaia per ricevere un conforto, l'incitamento ad<br />

una rassegnazione più convinta, talvolta la fiducia in una guarigione,<br />

sempre la certezza di non essere aborti umani ed alienati<br />

sociali, ma pedine insostituibili di quell'incomprensibile disegno<br />

che è l'economia della Salvezza. Del resto, più volte, mi<br />

è accaduto di sentire da malati, che per la loro infermità potrebbero<br />

essere tranquillamente considerati esempi di pura vita<br />

vegetativa, l'accorata e sincerissima convinzione di non essere<br />

no/<br />

Lourdes:<br />

non droga, ma vita<br />

degni di una guarigione, in quanto altri, in condizioni a loro avviso<br />

ben peggiori, ne avrebbero legittimamente più bisogno.<br />

Una bambina di Treviso ha un tumore al cervello: i medici,<br />

impotenti, le hanno sentenziato la morte: avrà ancora due mesi<br />

— dicono — forse tre, poi davvero basta. La madre disfatta<br />

e istupidita dal dolore sembra ormai agire meccanicamente,<br />

senza più coscienza del suo stato.<br />

Sorregge delicatamente la bambina, guarda i presenti, guarda<br />

altri bambini sani, forse ormai ha rinunciato a rispondere al<br />

pressante interrogativo: « perché proprio a mia figlia e non a<br />

un altro? ». Avvicina la picco/a alla Grotta, la invita a toccare<br />

per devozione quelle quattro pietre che sono state calpestate<br />

dalla Vergine : « Prega la Madonna che ti faccia guarire ! », le<br />

dice. La bambina si volta di scatto, perde l'infantile espressione<br />

dei suoi sette anni, si fa seria, e, sicura, afferma : « No, non<br />

per me. Pregherò perché gli uomini diventino più buoni!».<br />

Tutti noi tacemmo : ci sentivamo troppo goffi nel nostro guscio<br />

di cuore sempre cosi maledettamente troppo umano.<br />

Ma il fatto più stupefacente che succede a Lourdes e che<br />

forse non è oggetto di troppa attenzione perché poco spettacolare,<br />

è senz'altro questo : nell'animo di ognuno, sano o malato,<br />

si diffonde una serenità, una lucidità ed un vigore di azione<br />

che consentono di guardare con fiducia alle difficoltà che<br />

ci attendono. Non è l'esperienza di Lourdes un tuffo in un altro<br />

mondo, un momento di euforica fuoriuscita dalla nostra "routine"_<br />

umana e spirituale : non è, insomma, una dose di hashish,<br />

che proietta in una dimensione irreale e, portando poi bruscamente<br />

a terra, prostra irreversibilmente, alienando. Lourdes non<br />

è tutto questo : è un soffio di Vita che aiuta a vivere non solo<br />

i malati, ma tutti.<br />

Ci sono andato per fare il barelliere, mia sorella invece per<br />

svolgere le mansioni di dama. C'erano tantissimi volontari come<br />

noi : la nostra giornata iniziava alle 5.30 con la Messa del<br />

personale, poi, alle 6.15, dopo un rapidissimo scambio di dettagli<br />

tecnici, ci recavamo ali' Ospedale e da quel momento fino<br />

a sera, salvo rapidissime scappate per rifocillarci, eravamo<br />

a totale servizio dei malati. Il compito di noi barellieri consisteva<br />

nel trasporto degli infermi sulle carrozzelle, da//' Ospedale<br />

alla Grotta o alla Basilica; ma molto spesso non si arrestava<br />

qui. Era nostro impegno impostare subito un dialogo col malato,<br />

soprattutto ascoltarlo, manifestandogli vivamente la nostra<br />

attenzione al suo racconto. Una nostra domanda su quel che<br />

ne pensava di Lourdes oppure anche, perché no, sul campionato<br />

di calcio, bastava a far partire il discorso, a farci entrare<br />

nel suo mondo di sofferenza, scoprendone le vibrazioni più intime<br />

e quindi, speriamo, ad aiutarlo.<br />

La riconoscenza che ci dimostravano, ci spingeva a dare<br />

tutti noi stessi, fingendo talvolta di non sentire la stanchezza<br />

che con i giorni si accumulava. Le frasi che ho sentito, la testimonianza<br />

umana e spirituale che mi è stata data sono per<br />

me un incentivo alla voglia di vivere, a non perdere inutilmente<br />

il tempo, e, per l'anno prossimo, a tornare con maggiore entusiasmo<br />

e determinazione.<br />

Lourdes è, dunque, un'esperienza fortissima: è compito poi<br />

di ognuno di noi considerarla la necessaria ricarica per andare<br />

avanti, e non un isolato ed episodico gesto, frutto magari di un<br />

desiderio di eroismo da quattro soldi.<br />

Francesco Sormani Zodo

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