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Da Piazza Padella alla Reeperbahn - I ROKKETTI

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La situazione più difficile la vivono tutti quei poveracci che sono costretti a emigrare in<br />

paesi stranieri, per guadagnare qualche soldo e poter tornare a vivere umanamente.<br />

Anche se i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> non sono partiti dall'Italia come tanta povera gente - per<br />

andare a lavorare in fabbrica - di fatto, sono considerati emigranti come la gran parte della<br />

manovalanza che arriva dal profondo sud dell'Italia.<br />

E purtroppo, d<strong>alla</strong> maggior parte dei tedeschi, anche loro sono trattati da “italiani”! Con tanta<br />

diffidenza. A volte persino con disprezzo.<br />

Taluni, addirittura, quando ti sentono parlare e captano che sei italiano - per i tedeschi la nostra<br />

lingua è inconfondibile - ti provocano in qualsiasi maniera. All'aperto o al chiuso, non fa differenza.<br />

E se osi alzare la testa, rischi che ti riempiano di botte!<br />

I Ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> per evitare grane, spesso sono costretti a spacciarsi per spagnoli...<br />

Sia sul fronte italiano, che su quello tedesco, non si può dire che si sia ancora affievolito<br />

l'odio reciproco, nato e ingigantitosi proprio durante e in conseguenza del conflitto tra i due popoli.<br />

Tant'è che, purtroppo, all'ingresso di alcuni locali pubblici tedeschi, puoi ancora trovare la scritta:<br />

“Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani”.<br />

Incredibile! Ma tremendamente vero! Questa era l'atmosfera di quei tempi!<br />

Nella civilissima e democratica Repubblica Federale Tedesca di oggi, in quegli anni, l'odio razziale<br />

e il forte risentimento nei confronti dell'Italia erano molto accentuati e purtroppo, anche<br />

eccessivamente manifestati.<br />

Come già detto, il trascorrere dei decenni “oggi” rende inverosimile la realtà di un tempo,<br />

poi, non così lontano...<br />

Che fare?<br />

Enzo Galli, che del gruppo è il più anziano e anche il più temerario, fa di tutto per<br />

risollevare un po' il morale <strong>alla</strong> truppa. Particolare attenzione rivolge a Santino e Gianni.<br />

Sono ancora dei ragazzini e non sarebbero potuti espatriare, se non se ne fosse assunto la<br />

responsabilità di tutore - quale unico maggiorenne del gruppo - registrandoli sul suo passaporto.<br />

Come previsto, le cose non si mettono affatto bene, fin dall'arrivo a Francoforte.<br />

Inutilmente si fanno tentativi per avere qualche contatto con l'impresario tedesco che, almeno,<br />

avrebbe dovuto dare spiegazioni, in merito all'inatteso annullamento del contratto.<br />

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