Da Piazza Padella alla Reeperbahn - I ROKKETTI

Tristezza e paura sono il risultato di una decisione, seppur tribolata, allo stato delle cose,
sicuramente presa in maniera avventata!
Piagnucola Santino, quattordici anni, il più
piccolo della compagnia.
Non si parla il tedesco. Non si conosce nessuno. Non ci sono più soldi. Non ci sono
prospettive di lavoro. E, quel che è peggio, non si ha un posto dove dormire.
Fa eco Gianni, l'altro ragazzino della
compagnia, il cui parere non era stato minimamente considerato dai colleghi più grandi.
Fare la guardia ai bagagli e agli strumenti, ti costringe a dormire all'aperto, sui marciapiedi
della stazione, con il freddo che non si riesce a contrastare.
E ti dice bene, se la polizia ancora non ti ha scoperto a vagabondare senza fissa dimora.
Vagabondando... vagabondando... forse è già passata una settimana.
Si è persa completamente la cognizione del tempo.
Ormai sono troppi giorni che non si mette qualcosa di decente sotto i denti.
Purtroppo è in arrivo la nemica più pericolosa.
Quella capace di annientare ogni facoltà cognitiva. Quella che metterà duramente alla prova la già
difficile condizione fisica e psichica dei ragazzi di Piazza Padella: la fame!
La madre di tutte le tribolazioni, con cui se la dovranno vedere cinque ragazzi della provincia
italiana, trapiantati in una grande città di un paese straniero, all'apparenza tanto inospitale.
Si tratta della più brutta esperienza che si possa immaginare. Insopportabile!
Quel briciolo di ragione che ancora permane nelle loro teste, fortunatamente riesce a
prevalere sull'istinto animalesco di commettere azioni inconsulte, che potrebbero dare origine a
conseguenze molto pericolose.
E' una situazione completamente sconosciuta. Proprio per questo, ancora più difficile da tenere sotto
controllo. L'idea di "prendere" di nascosto qualcosa da mangiare in un supermercato, è tentatrice.
Ma si tratterebbe di furto... Il solo pensiero li terrorizza.
La fame caccia il lupo dalla tana.
I ragazzi di Piazza Padella, figli di semplici operai, sono cresciuti, prima che all'Oratorio,
alla "Scuola dell'Onestà", caparbiamente inculcata dai rispettivi genitori.
Per attenuare la fame e poter comprare qualcosa da mangiare, sarebbero tentati a chiedere un aiuto
ai passanti, mediante qualche sonatina per la strada, nei pressi della stazione.
Basterebbe soltanto Mario, con la sua fisarmonica... chissà? Magari insieme a un po' di spiccioli,
potrebbe arrivare anche qualche proposta di lavoro. E' talmente bravo...