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Numero Giugno 2007 del 01.06.2007 - Provincia di San Michele ...

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La prima volta che ho incontrato la sofferenza<br />

è stato a 23 anni, quando, studente<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, i me<strong>di</strong>ci mi hanno<br />

detto che la mia fidanzata era affetta da<br />

una grave malattia, la sclerosi multipla.<br />

Pochi giorni prima le era morto il padre<br />

ed avevano pensato <strong>di</strong> non comunicare<br />

la notizia alla madre ma a me.<br />

Fino a quel momento la mia vita era<br />

andata sempre a gonfie vele: primogenito,<br />

stimato in famiglia, bene gli stu<strong>di</strong>, non<br />

un problema nei rapporti sociali, mai un<br />

problema <strong>di</strong> salute; nel mio orgoglio ho<br />

pensato che le mie spalle fossero abbastanza<br />

larghe per portare quel peso e mi<br />

sono dato da fare.<br />

All'inizio tutto andava bene, ero sempre<br />

vicino a Clara confortandola nei momenti<br />

<strong>di</strong> riacutizzazione <strong>del</strong>la malattia: <strong>di</strong>fficoltà<br />

nel camminare, malessere generale, <strong>di</strong>fficoltà<br />

visive, che con alte dosi <strong>di</strong> cortisone<br />

(l'unica terapia allora possibile)<br />

regre<strong>di</strong>vano. Terminati i miei stu<strong>di</strong> ed il<br />

sevizio militare ci siamo sposati coronando<br />

un sogno che coltivavamo da tempo.<br />

Poco tempo dopo sono cominciati i problemi:<br />

la vita in comune con le normali<br />

incomprensioni, il progressivo aggravarsi<br />

<strong>del</strong>la malattia con le <strong>di</strong>fficoltà fisiche<br />

crescenti e le alterazioni <strong>di</strong> umore, anche<br />

queste dovute alla sclerosi multipla, che<br />

ci portavano a continui litigi e mi rendevano<br />

quasi impossibile l'esercitare la mia<br />

professione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co ospedaliero. Sono<br />

arrivato ad una grave crisi esistenziale<br />

vedendo il mio fallimento<br />

nell'impossibilità <strong>di</strong> gestire il problema<br />

20<br />

Approfon<strong>di</strong>menti<br />

dott. MASSIMO SELMI<br />

<strong>di</strong> mia moglie e non trovando nessuna<br />

via d'uscita possibile.<br />

Fin da bambino ho sempre frequentato<br />

la chiesa (dove, fra l'altro, ho conosciuto<br />

Clara) partecipando i Sacramenti ed anche<br />

gruppi parrocchiali, ma senza che<br />

questo mi <strong>di</strong>fferenziasse dagli altri amici<br />

che non la frequentavano: ero come loro<br />

salvo il tempo che de<strong>di</strong>cavo alle funzioni<br />

religiose.<br />

Quando sono stato umiliato nel mio orgoglio<br />

dalla croce <strong>del</strong>la malattia <strong>di</strong> mia<br />

moglie che ha messo a nudo la mia incapacità<br />

umana a risolvere i problemi e mi<br />

ha fatto, sentire morto dentro, ho gridato<br />

aiuto al Signore ed il Signore mi ha risposto.<br />

Frequentando, assieme a Clara, un gruppo<br />

presso la nostra attuale parrocchia,<br />

abbiamo fatto un cammino <strong>di</strong> fede dove<br />

ci è stato detto che Gesù Cristo, morendo<br />

sulla croce ha preso su <strong>di</strong> se tutto il male<br />

<strong>del</strong> mondo e risorgendo ha <strong>di</strong>strutto la<br />

morte, che la croce non è uno strumento<br />

<strong>di</strong> tortura, ma il mezzo con cui Dio padre<br />

ha voluto salvare il mondo, che non sono<br />

il denaro, il successo, la salute fisica a<br />

dare la vita, ma che solo facendo quella<br />

che è la volontà <strong>di</strong> Dio per noi possiamo<br />

vivere realizzati e nella pace in qualsiasi<br />

situazione ci troviamo. Volontà <strong>di</strong> Dio<br />

che non possiamo compiere con le nostre<br />

forze umane, ma solo affidandoci a Gesù<br />

Cristo. Che il cristianesimo non è un<br />

ombrello per ripararsi dalle malattie a<br />

dalle <strong>di</strong>sgrazie, ma è la capacità <strong>di</strong> leggere<br />

gli eventi <strong>del</strong>la vita con gli occhi <strong>di</strong> Dio,<br />

accettando la Sua volontà come ha fatto<br />

il Suo figlio. Così, a poco a poco, ho<br />

abbracciato la croce <strong>del</strong>la malattia <strong>di</strong><br />

Clara, accettandone gradualmente tutte<br />

le umiliazioni, ed ho visto che la croce<br />

non mi schiacciava più perché la portava<br />

il Signore Gesù Cristo: fra noi è tornata<br />

la serenità e anche sul lavoro riesco a<br />

svolgere i miei compiti al meglio.<br />

Un altro motivo <strong>di</strong> sofferenza all'inizio<br />

<strong>del</strong> nostro matrimonio è stato il problema<br />

dei figli: i me<strong>di</strong>ci ci avevano sconsigliato<br />

<strong>di</strong> averne perché, sempre a causa <strong>del</strong>la<br />

sclerosi multipla, si pensava che le gravidanze<br />

la potessero aggravare. Così eravamo<br />

chiusi alla vita e ci sentivamo menomati.<br />

Un giorno ascoltando una catechesi sulla<br />

famiglia, ci è stato detto che i figli, prima<br />

<strong>di</strong> essere nostri, sono figli <strong>di</strong> Dio, che ha<br />

per ciascuno <strong>di</strong> noi un piano, che<br />

l'apertura alla vita ci rende partecipi<br />

<strong>del</strong>l'azione creatrice <strong>di</strong> Dio. Ci siamo<br />

fidati <strong>di</strong> Dio che ci ha ricompensati con<br />

tre figli che oggi sono la nostra consolazione.<br />

Oggi siamo sposati da 26 anni, la malattia<br />

<strong>di</strong> Clara si è notevolmente aggravata: non<br />

cammina, ha <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> parola, ha bisogno<br />

<strong>di</strong> assistenza continua, nonostante<br />

questo è serena, come lo sono io.<br />

Frequentiamo la chiesa, preghiamo assieme<br />

e ringraziamo continuamente il<br />

Signore <strong>del</strong>la meravigliosa storia che ha<br />

fatto con noi.

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