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Numero Giugno 2007 del 01.06.2007 - Provincia di San Michele ...

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ne <strong>di</strong> Gesù con il Padre: Gesù è il Figlio<br />

<strong>di</strong> Dio, la Parola <strong>di</strong> Dio in persona; «Gesù<br />

intende se stesso come la Torah» (p.<br />

137). «È questo il punto che esige una<br />

decisione e perciò è il punto che conduce<br />

alla croce e alla risurrezione» (cfr. p. 86).<br />

L'esodo verso la vera «Terra promessa»,<br />

verso la vera libertà, richiede la sequela<br />

<strong>di</strong> Cristo. Il credente deve inserirsi nella<br />

stessa comunione <strong>del</strong> Figlio col Padre.<br />

Solo così l'uomo può «realizzarsi» pienamente,<br />

perché la sua natura più profonda<br />

è orientata verso la relazione con<br />

Dio. Ciò significa che un elemento fondamentale<br />

<strong>del</strong>la sua vita è il parlare con<br />

Dio e 1'ascoltare Dio. Per questo Benedetto<br />

XVI de<strong>di</strong>ca un capitolo intero alla<br />

preghiera, spiegando il Padre nostro, che<br />

Gesù stesso ci ha insegnato (cap. 5). Il<br />

contatto profondo degli uomini con Dio<br />

Padre me<strong>di</strong>ante Gesù nello Spirito <strong>San</strong>to<br />

li raccoglie nel «noi» <strong>di</strong> una nuova famiglia<br />

che, me<strong>di</strong>ante la scelta dei Do<strong>di</strong>ci,<br />

rimanda alle origini <strong>di</strong> Israele (i do<strong>di</strong>ci<br />

Patriarchi) e, insieme, apre la visione<br />

verso la nuova Gerusalemme (cfr. Ap<br />

21,9-14), la meta definitiva <strong>del</strong>l'intera<br />

storia - <strong>del</strong> nuovo esodo sotto la guida<br />

<strong>del</strong> «nuovo Mosè». Stando con Gesù, i<br />

Do<strong>di</strong>ci devono «dalla comunanza esteriore<br />

[...] arrivare alla comunione interiore<br />

con Lui», per essere poi in grado<br />

<strong>di</strong> testimoniare il suo essere uno col<br />

Padre e «<strong>di</strong>ventare inviati “apostoli”<br />

appunto - <strong>di</strong> Gesù che portano il suo<br />

messaggio nel mondo» (p. 207). Pur<br />

nella sua composizione quanto mai eterogenea,<br />

la nuova famiglia <strong>di</strong> Gesù, la<br />

Chiesa <strong>di</strong> tutti i tempi, trova in Lui il<br />

suo centro unificante e l'orientamento<br />

per vivere il carattere universale <strong>del</strong> suo<br />

Vangelo (cap. 6). Per rendere più accessibile<br />

il contenuto <strong>del</strong> suo messaggio e<br />

farlo <strong>di</strong>ventare, appunto, orientamento<br />

pratico, Gesù si serve <strong>del</strong>la forma <strong>del</strong>la<br />

parabola. Egli avvicina le realtà che intende<br />

comunicare - in definitiva si tratta<br />

sempre <strong>del</strong> suo stesso mistero - alla comprensione<br />

<strong>del</strong>l'ascoltatore attraverso il<br />

ponte <strong>del</strong>la similitu<strong>di</strong>ne con le realtà a<br />

lui ben conosciute.<br />

Accanto a questo aspetto umano c'è però<br />

anche una spiegazione puramente teologica<br />

<strong>del</strong> senso <strong>del</strong>le parabole, che Joseph<br />

Ratzinger evidenzia con un' analisi<br />

<strong>di</strong> rara profon<strong>di</strong>tà. Egli si inoltra poi nel<br />

commento più specifico <strong>di</strong> tre parabole,<br />

me<strong>di</strong>ante le quali illustra la ricchezza<br />

inesauribile <strong>del</strong> messaggio <strong>di</strong> Gesù e la<br />

sua perenne attualità (cap. 7). Anche il<br />

capitolo seguente tratta <strong>di</strong> similitu<strong>di</strong>ni<br />

usate da Gesù per spiegare il suo mistero:<br />

sono le gran<strong>di</strong> immagini giovannee. Prima<br />

<strong>di</strong> analizzarle, il Papa espone un<br />

riassunto molto interessante dei vari<br />

risultati <strong>del</strong>la ricerca scientifica su chi<br />

era l'evangelista Giovanni. Con ciò, come<br />

poi nella spiegazione <strong>del</strong>le immagini stesse,<br />

egli apre al lettore nuovi orizzonti che<br />

rivelano Gesù in modo sempre più chiaro<br />

come il «Verbo <strong>di</strong> Dio» fattosi uomo per<br />

la nostra salvezza, come il «Figlio <strong>di</strong> Dio»,<br />

venuto per ricondurre l'umanità verso<br />

l'unità col Padre - la realtà <strong>di</strong> cui Mosè<br />

era la figura (cap. 8).<br />

Questa visione viene ulteriormente ampliata<br />

negli ultimi due capitoli. «Il racconto<br />

<strong>del</strong>la trasfigurazione <strong>di</strong> Gesù [...] spiega<br />

e approfon<strong>di</strong>sce la confessione <strong>di</strong> Pietro<br />

e, al tempo stesso, la collega al mistero<br />

<strong>del</strong>la morte e <strong>del</strong>la risurrezione» (pp.<br />

333s). Ambedue gli eventi sono momenti<br />

decisivi per il Gesù terreno come anche<br />

per i suoi <strong>di</strong>scepoli. Ora viene stabilito<br />

definitivamente qual è la vera missione<br />

<strong>del</strong> Messia <strong>di</strong> Dio e qual è il destino <strong>di</strong> chi<br />

vuole seguirlo. Ambedue gli eventi <strong>di</strong>ventano<br />

comprensibili in tutta la loro portata<br />

solo in base a una visione d'insieme<br />

<strong>del</strong>l'Antico e <strong>del</strong> Nuovo Testamento. Gesù,<br />

il Figlio <strong>del</strong> Dio vivente, è il Messia atteso<br />

da Israele che, attraverso lo scandalo <strong>del</strong>la<br />

Croce, conduce l'umanità nel «regno <strong>di</strong><br />

Dio», alla libertà definitiva (cap. 9). Una<br />

profonda analisi dei titoli che, secondo i<br />

Vangeli, Gesù ha utilizzato per sé conclude<br />

il libro <strong>del</strong> Pontefice (cap. l0). Ancora una<br />

volta si palesa che solo una lettura <strong>del</strong>le<br />

Scritture come un tutt'uno può rivelare<br />

il significato dei tre termini «Figlio<br />

<strong>del</strong>l'uomo», «Figlio» e «Io Sono».<br />

Quest'ultimo è il nome misterioso con<br />

cui Dio si rivelò a Mosè nel roveto ardente.<br />

Ora questo nome lascia intravedere che<br />

Gesù è quello stesso Dio. In tutti e tre i<br />

titoli «Gesù insieme vela e svela il mistero<br />

<strong>di</strong> sé. [...] Tutte e tre le espressioni <strong>di</strong>mostrano<br />

il suo profondo ra<strong>di</strong>camento nella<br />

parola <strong>di</strong> Dio, la Bibbia <strong>di</strong> Israele, l'Antico<br />

Testamento [...], ricevono tuttavia il loro<br />

significato pieno solo in Lui; hanno, per<br />

cosi <strong>di</strong>re, atteso Lui» (p. 404).<br />

Accanto all'uomo <strong>di</strong> fede, che cerca <strong>di</strong><br />

spiegare il mistero <strong>di</strong>vino soprattutto a<br />

se stesso, accanto al coltissimo teologo,<br />

che spazia sui risultati <strong>del</strong>le analisi dottrinali<br />

antiche e recenti, emerge nel libro<br />

anche il pastore che riesce davvero a «favorire<br />

nel lettore la crescita <strong>di</strong> un vivo<br />

rapporto» con Gesù Cristo (cfr. p. 20)<br />

quasi coinvolgendolo pian piano nella sua<br />

amicizia personale col Signore. In questa<br />

prospettiva il Pontefice non teme <strong>di</strong> denunciare<br />

un mondo che, escludendo Dio<br />

e aggrappandosi solo alle realtà visibili e<br />

materiali, rischia <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>struggersi nella<br />

ricerca egoistica <strong>di</strong> un benessere solo<br />

materiale <strong>di</strong>ventando sordo per la vera<br />

chiamata <strong>del</strong>l' essere umano a <strong>di</strong>venire,<br />

nel Figlio, figlio <strong>di</strong> Dio e a raggiungere<br />

così la vera libertà nella «Terra promessa»<br />

<strong>del</strong> «Regno <strong>di</strong> Dio».<br />

Attualità<br />

Il Figlio <strong>di</strong> Dio è il Gesù storico<br />

Un estratto <strong>del</strong> libro <strong>di</strong> Joseph<br />

Ratzinger-Benedetto XVI: “Gesù <strong>di</strong><br />

Nazaret”.<br />

[ ... ] ho voluto fare il tentativo <strong>di</strong><br />

presentare il Gesù dei Vangeli come il<br />

Gesù reale, come il «Gesù storico» in<br />

senso vero e proprio. lo sono convinto,<br />

e spero che se ne possa rendere conto<br />

anche il lettore, che questa figura è<br />

molto più logica e dal punto <strong>di</strong> vista<br />

storico anche più comprensibile <strong>del</strong>le<br />

ricostruzioni con le quali ci siamo<br />

dovuti confrontare negli ultimi decenni.<br />

Io ritengo che proprio questo Gesù -<br />

quello dei Vangeli - sia una figura<br />

storicamente sensata e convincente.<br />

Solo se era successo qualcosa <strong>di</strong><br />

straor<strong>di</strong>nario, se la figura e le parole <strong>di</strong><br />

Gesù avevano superato ra<strong>di</strong>calmente<br />

tutte le speranze e le aspettative<br />

<strong>del</strong>l'epoca, si spiega la sua crocifissione<br />

e si spiega la sua efficacia.<br />

Già circa vent' anni dopo la morte <strong>di</strong><br />

Gesù troviamo pienamente <strong>di</strong>spiegata<br />

nel grande inno a Cristo <strong>del</strong>la Lettera<br />

ai Filippesi (cfr. 2,6-11) una cristologia,<br />

in cui si <strong>di</strong>ce che Gesù era uguale a Dio<br />

ma spogliò se stesso, si fece uomo, si<br />

umiliò fino alla morte sulla croce e che<br />

a Lui spetta l'omaggio <strong>del</strong> creato,<br />

l'adorazione che nel profeta Isaia (cfr.<br />

45,23) Dio aveva proclamata come<br />

dovuta a Lui solo. La ricerca critica si<br />

pone a buon <strong>di</strong>ritto la domanda: che<br />

cosa è successo in questi vent'anni dalla<br />

crocifissione <strong>di</strong> Gesù? Come si è giunti<br />

a questa cristologia? L'azione <strong>di</strong><br />

formazioni comunitarie anonime, <strong>di</strong><br />

cui si cerca <strong>di</strong> trovare gli esponenti, in<br />

realtà non spiega nulla. Come mai dei<br />

raggruppamenti sconosciuti poterono<br />

essere così creativi, convincere e in tal<br />

modo imporsi?<br />

Non è più logico, anche dal punto <strong>di</strong><br />

vista storico, che la grandezza si<br />

collochi all'inizio e che la figura <strong>di</strong> Gesù<br />

abbia fatto nella pratica saltare tutte le<br />

categorie <strong>di</strong>sponibili e abbia potuto così<br />

essere compresa solo a partire dal<br />

mistero <strong>di</strong> Dio? Naturalmente, credere<br />

che proprio come uomo egli era Dio e<br />

che abbia fatto conoscere questo<br />

velatamente nelle parabole e tuttavia<br />

in un modo sempre più chiaro, va al <strong>di</strong><br />

là <strong>del</strong>le possibilità <strong>del</strong> metodo storico.<br />

Al contrario, se alla luce <strong>di</strong> questa<br />

convinzione <strong>di</strong> fede si leggono i testi<br />

con il metodo storico e con la sua<br />

apertura a ciò che è più grande, essi si<br />

schiudono, per mostrare una via e una<br />

figura che sono degne <strong>di</strong> fede.<br />

Diventano allora chiari anche la ricerca<br />

complessa presente negli scritti <strong>del</strong><br />

Nuovo Testamento intorno alla figura<br />

<strong>di</strong> Gesù e, nonostante tutte le <strong>di</strong>versità,<br />

il profondo accordo <strong>di</strong> questi scritti.<br />

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