01 LA SPIGA SETTEMBRE 2010 - rione Terravecchia
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<strong>SETTEMBRE</strong> 2<strong>01</strong>0<br />
la<br />
<strong>SPIGA</strong><br />
DAL<strong>LA</strong> PRIMA PAGINA DAL<strong>LA</strong> PRIMA PAGINA DAL<strong>LA</strong> PRIMA PAGINA DAL<strong>LA</strong> PRIMA PAGINA<br />
blicitari del territorio e che conterrebbe<br />
la soluzione a tutti i<br />
mali. Quel documento è datato<br />
ed è scritto in politichese. Non<br />
indica quanti posti letto dovrebbero<br />
essere garantiti, non<br />
indica chi e come dovrebbe<br />
essere investito di responsabilità<br />
all’interno della struttura<br />
sanitaria. Insomma, è una posizione<br />
che non rappresenta la<br />
soluzione adeguata al problema<br />
ospedale, ma che certamente<br />
risolve contingenti problemi<br />
di visibilità del PD a livello<br />
locale.<br />
E’ giusto non esprimere alcun<br />
giudizio “in nome della libertà<br />
di espressione e del principio<br />
di autodeterminazione” sul<br />
cambio repentino di rotta della<br />
protesta cosiddetta ufficiale e<br />
sulla sua adesione ad un testo<br />
redatto da una precisa parte e<br />
per di più qualche tempo fa’.<br />
Né conviene emettere sentenze<br />
gratuite sulla reale o presunta<br />
necessità che il PD ha di<br />
chiudere in fretta la questione<br />
di Tinchi prima che i clamori<br />
di una nuova campagna elettorale<br />
arrivino a turbare il nostro<br />
territorio. Mi limiterò pertanto<br />
a raccontare, con il solo intento<br />
di riempire lo spazio che mi<br />
avanza, la storia di una comunità<br />
che riponeva nel suo<br />
capovillaggio massima fiducia.<br />
Era l’anno Mille o giù di lì,<br />
erano servi della gleba e menavano<br />
vanto di coltivare il frutteto<br />
più bello della contea. Era<br />
in effetti un frutteto rigoglioso<br />
per il quale quella comunità<br />
veniva additata da molti come<br />
la più produttiva dell’intero<br />
regno. Ma un giorno il<br />
feudatario decise di rimuovere<br />
il frutteto perché sul terreno<br />
voleva costruire un casolare di<br />
caccia. Allora il capo riconosciuto<br />
di quella comune chiamò<br />
i suoi concittadini a raccolta<br />
e insieme decisero di occupare<br />
il frutteto così da impedire<br />
lo sradicamento delle piante.<br />
Solo il capovillaggio era capace<br />
di leggere e sapeva che, secondo<br />
il diritto all’epoca vigente,<br />
il feudatario era arbitro<br />
assoluto di quelle piante e del<br />
terreno su cui esse insistevano.<br />
Cionondimeno, sostenne la<br />
protesta dei suoi concittadini,<br />
anzi la alimentò giorno dopo<br />
giorno. Era ciò che i suoi concittadini<br />
volevano e non aveva<br />
intenzione di tradirne le aspettative<br />
perché timoroso di essere<br />
rimosso dalla sua carica. E<br />
anche perché, in fondo, quello<br />
che desiderava con ardore<br />
estremo era diventare egli stesso<br />
padrone di un pezzo di terra.<br />
Più volte il feudatario intimò ai<br />
contadini di sgombrare il terreno,<br />
ma essi decisero di restare<br />
abbarbicati agli alberi da frutto<br />
giorno e notte. Credevano in<br />
quello che facevano ed il signore<br />
non avrebbe mai ordinato<br />
ai cavalieri di spazzarli via<br />
con la forza perché essi rappre-<br />
La Sindrome di Münchhausen... Svolta nella vicenda di Tinchi<br />
sentavano comunque forza lavoro<br />
per l’economia del feudo.<br />
Ma quella situazione non poteva<br />
durare. Il feudatario confinante<br />
aveva già un bel casolare<br />
da caccia e presto sarebbe arrivato<br />
il tempo di rinnovare le<br />
investiture presso il sovrano. E<br />
si dava il caso che il sovrano<br />
fosse un vero maniaco della<br />
caccia e che amasse essere ospitato<br />
in appositi casolari ogni<br />
volta che visitava i possedimenti<br />
concessi in gestione ai<br />
suoi valvassini. Senza il suo<br />
casolare il feudatario avrebbe<br />
sicuramente perso l’investitura<br />
a vantaggio del suo vicino.<br />
Allora il feudatario decise di<br />
accordarsi con il capovillaggio.<br />
Promise di liberarlo dal legame<br />
di servitù che lo ancorava<br />
alla gleba, promise di dargli<br />
dieci acri di terra, gli propose<br />
di affrancarlo dallo jus primae<br />
noctis e da tutte le altre servitù<br />
individuali cui l’uomo, per legge,<br />
doveva sottostare e alla fine<br />
lo persuase a desistere.<br />
Il capovillaggio non impiegò<br />
molto a convincere i suoi concittadini.<br />
Erano stanchi di penzolare<br />
dai rami delle piante. E<br />
l’astio che provavano nei confronti<br />
del feudatario si era attenuato,<br />
per fare posto ad una<br />
vaga sensazione di stanchezza<br />
e demotivazione. Quando il<br />
capovillaggio raccontò loro di<br />
aver visto un diploma in cui il<br />
feudatario si impegnava a mantenere<br />
in piedi “alcune” piante,<br />
ma che “alcune altre” sarebbero<br />
state sradicate e trapiantate<br />
altrove, essi si precipitarono<br />
ad accettare la resa.<br />
Avvenne così che il feudatario<br />
poté avere il suo casolare e<br />
gareggiò ad armi pari con il<br />
signore confinante per l’investitura<br />
del sovrano. Il frutteto<br />
fu estirpato e pochissime piante<br />
furono mantenute in vita, ma<br />
solo per fungere da ornamento<br />
al nuovo casolare.<br />
Il capovillaggio, come promesso,<br />
ricevette dieci acri di terreno<br />
e la libertà, trasferendosi<br />
lontano dal suo villaggio. E gli<br />
ignari cittadini, quelli che erano<br />
rimasti aggrappati giorno e<br />
notte ai rami frondosi degli alberi<br />
del frutteto…..furono in<br />
seguito utilizzati dal feudatario<br />
nella coltivazione di granoturco<br />
e segale.<br />
Pisticci, coerente con le direttive<br />
regionali di partito. Per la<br />
drammaticità dei disservizi sanitari<br />
nel territorio e per la<br />
gravità del patimento e delle<br />
ansie dei cittadini che sono nel<br />
bisogno - continua la nota - la<br />
proposta sanitaria del PD per<br />
Tinchi deve avere immediata<br />
approvazione ed esecuzione.<br />
Ogni altro rinvio può essere<br />
fatale per gli ammalati.A fronte<br />
di decisioni istituzionali formalmente<br />
trascritte e di interventi<br />
che avviino il ripristino<br />
dei servizi sanitari sottratti, i<br />
Comitati lasceranno il presidio<br />
sul tetto più alto dell’Ospedale<br />
di Tinchi. L’Ospedale “Angelina<br />
Lo Dico” di Tinchi di<br />
Pisticci è essenziale in un’area<br />
16<br />
in cui la domanda sanitaria è<br />
cresciuta a dismisura.La salute<br />
pubblica e il benessere collettivo<br />
- conclude la nota - sono<br />
l’unico aspetto di desiderio e di<br />
lotta dei due Comitati. Ogni<br />
altra considerazione è fuori dai<br />
loro intenti e dalle ragioni dei<br />
loro sacrifici”.<br />
Ora la parola passa alla Regione<br />
e, naturalmente al PD locale<br />
affinchè si attivi perchè la sua<br />
proposta, accettata dai Comitati,<br />
si concretizzi, augurandoci<br />
che si possa scrivere la parola<br />
fine a questa dolorosa vicenda<br />
che interessa un vasto bacino<br />
di utenza di tutto il metapontino.<br />
MICHELE SELVAGGI