01 LA SPIGA SETTEMBRE 2010 - rione Terravecchia

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SETTEMBRE 2010 Nuovo Regolamento Urbanistico Pisticci si torna a costruire Il Consiglio Comunale approva con voti unanimi Buone notizie per l’edilizia pisticcese ferma ormai da tempo.Il Consiglio Comunale, infatti, con voti unanimi, ha espresso la presa d’atto del Nuovo Regolamento Urbanistico (illustrato dall’Assessore ai LL.PP. Arch.Giovanni D’Onofrio), un passaggio che rappresentava il presupposto fondamentale per la convocazione della Conferenza di Pianificazione con gli enti sovraordinati, nonché per la stesura del Piano Strutturale Comunale (ex Prg). Il R.U. adesso, sarà oggetto di discussione nella Conferenza Regionale e, dopo le eventuali modifiche legate alle valutazioni dell’organo interistituzionale, dovrà tornare in Consiglio per l’approvazione definitiva. L’atto, tuttavia, produce già effetti concreti poiché consente di sbloccare le concessioni edilizie ferme da tempo rappresentando, pertanto, già di per sé un passaggio storico di straordinaria rilevanza per un territorio che attendeva da diversi anni di veder create quelle condizioni utili alla ripresa dell’attività edilizia.In apertura di assemblea il Sindaco, Michele Leone, ha mostrato un documento storico del 1970, il primo Prg,conseguente al decreto di trasferimento del centro storico. Un atto dettato dalle circostanze e dalla necessità di individuare a Marconia le aree per garantire un’abitazione a chi l’aveva persa in seguito alla frana. Quell’atto, che Leone progettò come funzionario del Genio Civile ed approvò da Assessore ai LL.PP. e Consigliere, Sindaco Rocco Grieco, ha rappresentato la base anche per i Piani successivi, ( Mecca - Lacava e poi Corazza). Ed è risultato attuale anche oggi, nel LA SPIGA Periodico di attualità, politica, cultura e sport. Edito dall’Ass. Culturale “La Spiga” Pisticci Redazione: C.so Margherita, 132 75015 Pisticci (MT) Reg. Tribunale di Matera n. 179 del 05/05/1999 Direttore Responsabile: Angelo Dell’Osso Direttore: Pietro Quinto Collaboratori: Margherita Agata Antonio Capistrano Giulio Caputi Giuseppe Coniglio Roberto D’Alessandro Dino D’Angella Gianfranco D’Angella Pino Gallo Carmine Grillo Alessandro Lopergolo Piero Miolla Vito Pelazza Michele Selvaggi Viviana Verri Grafica:Stefano Falotico Impaginazione e Stampa: I.M.D. Lucana s.n.c. Pisticci lavoro di stesura del nuovo R.U. “Un documento - ha spiegato Leone - che è frutto di una visione precisa della nostra Amministrazione, in base alla quale il territorio di Pisticci ha potenzialità in grado di abbracciare tutto il metapontino. In tal senso - ha continuato -la politica deve avere la capacità di prevedere ed organizzare il futuro. Noi riteniamo di averlo fatto tenendo in considerazione la centralità di un territorio molto vasto come quello di Pisticci che solo in questo modo può ambire ad uno sviluppo di grande portata”. Successivamente l’Assessore ai LL.PP. Giovanni D’Onofrio, ha illustrato le modifiche apportate al R.U. dopo il 10 agosto 2010, data in cui è stato definito il rapporto professionale con l’equipe del professor Piroddi, con conseguente affidamento all’Ufficio Tecnico Comunale per apportare modeste variazioni suggerite anche dall’urgenza di dare compiutezza al percorso amministrativo di un vecchio documento di programmazione. Per Pisticci centro, per buona parte dell’abitato quindi, la novità è rappresentata dalla possibilità di poter costruire (Piano terra e I° piano), nel rispetto dei vincoli idrogeo-logici, ambientali, architettonici e paesaggistici. Possibile, inoltre, riempire i vuoti tra edifici esistenti.Per Marconia, alla base del documento approvato, si è imposta la necessità di una riduzione degli indici di fabbricabilità per le aree C1- C2-C3. Ripristinata inoltre la normativa già prevista nei precedenti strumenti urbanistici. MICHELE SELVAGGI Importante sentenza in materia patrimoniale del TAR Importante sentenza in materia patrimoniale del TAR di Basilicata che con recente ordinanza ha rigettato la richiesta di sospensiva prodotta con ricorso da alcuni cittadini, avverso una delibera di Giunta, con la quale il comune di Pisticci aveva disposto la revoca di un precedente deliberato avente per oggetto: “Autorizzazione alla Regione di Basilicata per la retrocessione di aree in località Marconia”. I terreni interessati erano compresi tra quelli che recentemente la stessa Regione di Basilicata aveva trasferito al Comune di Pisticci, una parte dei quali, ricordiamo, destinati alla realizzazione della seconda chiesa nell’abitato di Marconia.L’amministrazione comunale, difesa dall’avvocato Anio D’Angella responsabile l’ufficio legale del comune,ha visto così accogliere le proprie tesi difensive di inammissibilità del ricorso.Un motivo di soddisfazione per l’ente comunale guidato dal sindaco Michele Leone,dal momento che la stessa riveste carattere di importanza sia sotto il profilo urbanistico che economico, trattandosi infatti, di terreni inseriti nel piano PEP dell’abitato di Marconia (Edilizia Popolare)e destinati al trasferimento dell’abitato.Nel caso il ricorso prodotto dagli ex proprietari fosse stato accolto,sarebbe stato infatti vanificato l’assetto urbanistico che l’amministrazione si è dato, oltre,naturalmente, ad una evidente consistente compromissione patrimoniale del comune, a cui sarebbero stati sottratti circa 25 ettari di terreni in una zona semicentrale della popolosa frazione pisticcese. Per di più, non sarebbe stato possibile la edificazione della seconda chiesa (l’unica è quella di via San Giovanni Bosco intitolata alla Madonna delle Grazie patrona della città) come da tempo richiesta da gran parte della popolazione marconense. Attualità SPIGA 2 MICHELE SELVAGGI In caso di chiusura della galleria San Rocco Scongiurato il pericolo di isolamento dell’abitato di Pisticci Stanziati dalla Provincia circa 200 mila euro per la vecchia Pisticci-Pozzitello Scongiurato il pericolo di isolamento dell’abitato di Pisticci verso la valle del Basento (in caso di chiusura della galleria San Rocco).Con un recente provvedimento della Giunta Provinciale guidata da Franco Stella,è stata infatti stanziata una somma di circa 200 mila euro, approvando un progetto che prevede, tra l’altro, la esecuzione di lavori di messa in sicurezza di diversi tratti della vecchia provinciale Pisticci- Pozzitello, le cui condizioni di viabilità e percorribilità, da qualche mese si erano ulteriormente aggravate.Della cosa, di cui occorre dare atto, si era interessato l’unico consigliere provinciale di Pisticci il medico Vito Di Trani (DS) presidente della Commissione Lavori Pubblici della stessa Amministrrazione Provinciale, che aveva preso a cuore la vicenda e che ora ha comunicato la notizia di interventi risolutori di un annoso problema.La sede stradale infatti, è quasi tutta interessata da smottamenti laterali e da notevoli fendituture trasversali e longitudinali e, quel che più preoccupa, da lunghi avvallamenti che penalizzano e in alcuni casi impedi- Sono stati completati a Marconia i lavori di urbanizzazione lungo via Anzio, adesso collegata con l’incrocio di via Pucchieta attraverso il prolungamento della strada che in precedenza andava a terminare in un’area sterrata, impropriamente adibita a discarica e fortemente degradata. La zona d’intervento è stata asfaltata e completata con marciapiedi su ambo i lati nonché integrata con un parcheggio. Contestualmente si è provveduto a servire la nuova porzione di strada con tutte le infrastrutturazioni necessarie: pubblica illuminazione, reti elettriche, idriche, fognarie, del gas e del telefono. Il progetto di Edilizia Residenziale Pubblica è stato curato dall’Ufficio Tecnico Comunale e realizzato dalla ditta Donatiello Benedetto di Monteverde (AV). L’importo del progetto era pari a 400 mila euro, mentre quello dei lavori a base d’asta ammontava a 215.176 euro, reperiti attraverso vecchi finanziamenti di scono il transito dei mezzi leggeri e pesanti. Circa quattro chilometri, dall’ex mattatoio nella omonima località, fino all’uscita a valle della galleria san Rocco, passando per le zone di Madonnina, Rupe, Sant’Anna e Ciampa di Cavallo. In tutto una cinquantina di curve che anche a causa della loro precaria condizione di manutenzione e stabilità,rendono praticamente sconsigliabile l’uso delle stesse.Il problema, proprio di problema si tratta, è tornato di attualità dopo la recente temporanea chiusura della galleria San Rocco, che aveva costretto gli automobilisti diretti nella valle del Basento o in direzione di Craco Peschiera, Montalbano, ma anche verso l’abitato di Pisticci, a intraprendere il percorso alternativo della vecchia provinciale, la con tutte le conseguenze che lo stesso determina.Da quì la urgente ma anche improro gabile necessità di intervenire subito affinchè questo tratto di strada venisse interessato da consistenti lavori di manutenzione e di messa in sicurezza di diversi tratti interessati dal momento che il persistere di una tale condizione poteva essere la causa di incidenti più o meno gravi per gli utenti, loro malgrado, costretti a transitare. Lo stesso provvedimento riguarda anche lavori di ristrutturazione della Pozzitello -Craco Peschiera.In passato, ricordiamo,della vicenda si era interessato anche il sindaco Michele Leone che in più occasioni aveva sollecato la Provincia ad intervenire. MICHELE SELVAGGI Completati i lavori in Via Anzio a Marconia La zona è stata asfaltata e completata con marciapiedi su ambo i lati nonché integrata con un parcheggio E.r.p. riattivati da quest’Amministrazione. In tal modo sono stati creati i presupposti per un ulteriore sviluppo della zona residenziale. “Abbiamo definito ed organizzato – ha commentato soddisfatto il Sindaco di Pisticci, Michele Leone - un pezzo di città, risolvendo un altro vecchio caso irrisolto e realizzando un importantissimo lavoro di urbanizzazione che va contestualmente a risolvere un annoso problema legato alla presenza in loco di una discarica abusiva. L’area sulla quale siamo intervenuti era squallida e degradata, mentre adesso è stata riqualificata adeguatamente nell’ambito di un intervento più esteso che ha interessato la zona nord-est dell’abitato”. I lavori, infatti, hanno consentito di collegare via Anzio a via Pucchieta che a sua volta è stata riasfaltata fino all’incrocio con lo snodo della centralissima via San Giovanni Bosco. Nello stesso tempo via Anzio è stata collegata a via Togliatti attraverso la sistemazione e il completamento di via Berlinguer. “Con questi lavori – ha aggiunto il Sindaco – abbiamo risolto tutti i problemi della zona dove adesso sarà possibile iniziare l’opera di costruzione di 31 alloggi su aree già assegnate dal Comune di Pisticci a tre cooperative e ad un’impresa alle quali, adesso, chiederemo, pena la decadenza delle assegnazioni, di procedere alla realizzazione di questi importanti progetti costruendo gli edifici cui sono destinate le aree ricadenti nel Piano di Edilizia Economica e Popolare”. I nuovi alloggi saranno costruiti in un terreno compreso tra via Anzio, via Pucchieta e via Berlinguer Comunicato stampa
SETTEMBRE 2010 di Giulio Caputi Un’ipotesi sulla questione Tinchi potrebbe muovere da due considerazioni di fondo. Non si capisce, in effetti, perché il Consiglio e la Giunta regionali non riescano a prendere atto che l’organizzazione territoriale da loro voluta non risponde alle aspettative delle popolazioni locali. E non si capisce se valgano ancora i vecchi schemi organizzativi tradizionali — istituti come i vari consigli comunali, privinciali, regionali, le giunte, i sindaci e presidenti, tutti quegli organi eletti cioè democraticamente ed ai quali si conferisce il cosiddetto mandato elettorale — o invece si debba procedere ogni volta a colpi di manifestazioni e proteste per approvare piani, promulgare leggi e difendere o governare i territori. Ma viviamo ancora in regime di democrazia, oppure siamo entrati in una sorta di forma governativa mutante in cui il riconoscimento dell’autorità delle istituzioni è destinato ad essere continuamente messo in discussione dalla piazza? E, soprattutto, dove va ad attingere consigli questa straordinaria, benedetta “piazza” al momento — ordinario — di scegliersi gli uomini da porre al governo della regione se poi, nove volte su dieci, deve contestarne l’operato a colpi di slogan e striscioni? L’ospedale di Tinchi, dunque. Istintivamente direi che il tentativo di azzerare Tinchi ha denotato, caratterizzato, marchiato la forma mentis ed il modus operandi di tutte le amministrazioni regionali a partire dalla metà degli anni ’90. La storia di Tinchi ha fatto registrare, proprio come una fortezza medioevale a più riprese assediata dai barbari, la nascita non so quanto spontanea di innumerevoli comitati e sottocomitati messi in piedi periodicamente per la difesa dell’ospedale. Innumerevoli i sitin di sindaci, assessori regionali, presidenti provinciali e regionali, politici navigati e non, oratori, tribuni e similia. Un parterre de roi da far gola al miglior Maurizio Costanzo Show. E Innumerevoli azioni, atti amministrativi, documenti, manifesti prodotti in questi anni da singoli e gruppi più o meno organizzati, da sezioni partitiche, da enti preposti ed emerite cancellerie. Da quando, appunto, si propone la chiusura dell’ospedale di Tinchi, Territorio Il risveglio di Alice Breve ipotesi sulla chiusura dell’ospedale di Tinchi perché oggi non è certo possibile parlare di fulmine a ciel sereno. Chi vive da queste parti in maniera stabile, chi non ha la vista obnubilata da slogan di partito e non soccombe periodicamente sotto l’influsso dell’affinità elettiva verso questa o quella associazione politica dovrebbe ricordare che di chiusura la maggioranza regionale targata centrosinistra parla oramai da circa quindici anni. Ma ci sono altri punti fermi. La sanità, nel nostro ordinamento, è di competenza regionale. E’ la regione che decide, è la giunta regionale che propone ed è il consiglio regionale che approva quanto si abbia in animo di fare in termini di sanità. Ed ogni cosa è trascritta con dedicata minuzia in documenti definiti Piani regionali. Che, in ultima analisi, sono il testo cui attenersi per la realizzazione e la fornitura del cosiddetto servizio sanitario. Documenti pubblici, consultabili, emendabili quando sono ancora in discussione presso il consiglio regionale. Ma, una volta pubblicati, essi diventano norma da far rispettare, linee operative da seguire, principi da concretizzare in atti ed opere. E soldi da spendere, soprattutto. Questo, almeno, c’è scritto sui manuali di educazione civica che i nostri ragazzi utilizzano nelle scuole. Ciò detto, è necessario ribadire come per Tinchi si sia trattato di una lenta, interminabile agonia. Perché quindici anni fa ha avuto inizio un periodo di risveglio per l’intero sistema Italia. Da quindici anni a questa parte l’unica grande preoccupazione dei governi nazionali è stata la quadratura del bilancio, ricercata quasi esclusivamente attraverso tagli allo stato sociale. La chiusura di Tinchi parte da qui. Pensate ora ai governanti regionali dell’epoca — siamo a metà degli anni ’90 — alle prese con l’imperativo categorico di limitare, ridimensionare, sopprimere strutture per arrivare alla quadratura del cerchio. Il nuovo orientamento al risparmio implicava allora un riordino della sanità regionale. A Matera, nel contempo, nasceva l’attuale ospedale, una nuova struttura in grado di soddisfare praticamente da sola i ristretti parametri imposti dal governo centrale. Una struttura che il capoluogo meritava e chiedeva da tempo, ma che imponeva ora la revisione drastica del rapporto fra i territori e la sanità. Il grande ospedale implicava la chiusura di almeno due strutture periferiche. Tinchi, appunto. Ed una fra Stigliano e Policoro. L’oggi relativo a Tinchi è dunque il finale già scritto di un film surrealista. Un inutile consiglio regionale tenutosi il 27 luglio scorso. Superfluo davvero, eccezion fatta per le cose dette dal governatore De Filippo il quale, reo del solo fatto di essere il mero esecutore materiale di una sentenza antica, ha provato a chiarire anche a se stesso i motivi alla base delle scelte impopolari che portano al tassativo ridimensionamen- I giovani democratici di Pisticci seguono con preoccupazione le vicende relative all’ospedale di Tinchi e sollecitano le istituzioni a lavorare per garantire alla nostra comunità il diritto alla salute nella maniera più compiuta possibile. Riteniamo opportuno che venga fatta chiarezza e si eviti che la vicenda assuma il carattere di una guerra locale tra opposte fazioni. La sanità è un bene supremo che sta a cuore a tutti e non solo a chi grida, a volte in maniera spropositata, nella convinzione di essere unico depositario della verità, negando dignità e legittimità al pensiero altrui. L’arbitrarietà nell’assumere deleghe e responsabilità universali senza una generale e convinta legittimazione si chiama anarchia, altra cosa rispetto al faticoso cammino della democrazia rappresentativa in cui le necessità universali vengono to di Tinchi. E manifesti in cui si tenta di spaccare in due il Consiglio regionale, separando banalmente i buoni – quelli che hanno votato contro la chiusura di Tinchi – dai cattivi – ovviamente, i favorevoli alla chiusura. E ordini del giorno di consigli comunali sempre più affranti che continuano ad esprimere con le stesse parole gli stessi concetti di sempre. E comitati, infine, stranamente zeppi di noti e meno noti aficionados della nomenklatura dominante che rappresentano in qualche modo il disagio di un territorio che sta per essere privato dell’ennesimo, importante elemento caratterizzante. L’attuale maggioranza regionale, esercitando democraticamente il suo potere, tenterà di chiudere l’ospedale di Tinchi perché tanto rientra nelle sue possibilità e perché questo prevede, oramai da tempo, un piano regionale di riordino e ridimensionamento della sanità che, elemento surreale fra tutti, non risponde alle aspettative delle popolazioni locali. Chi ha sostenuto a spada tratta l’attuale maggioranza regionale — e le liste a sostegno dei candidati alla presidenza sono consultabili su http:// www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/ basilicata.html — avrebbe però dovuto aspettarselo, visto che la parabola discendente di Tinchi è iniziata 15 anni addietro ed il colore dell’amministrazione regionale, da allora, non è mai cambiato. Non si capisce davvero se i grandi elettori locali riconducibili al centrosinistra fossero nella piena consapevolezza, quando hanno presentato sui palchi elettorali i loro referenti regionali, spendendo la propria faccia e la personale credibilità. Era forse quello il momento giusto di chiedere a quei candidati in che modo avrebbero risolto la questione di Tinchi. E la questione ambientale; e la questione occupazionale; e l’urbanistica; e, infine, la questione morale. Era forse quello il momento giusto, non certamente ora. A questo punto sulle spalle delle popolazioni locali direttamente interessate si la SPIGA 3 getta la croce della protesta in pubblica piazza contro chi intende ridimensionare la sanità decentrata in provincia di Matera. Magari coordinati e guidati dagli stessi grandi elettori che qualche mese fa si accompagnavano ai loro paternalistici referenti ora comodi e praticamente irremovibili al governo della regione. Questo è, alla fine, il dato surreale. Ma c’è il dato palpitante, livido e concreto della questione. Il dato costituito dalla gente comune e dalla domanda di servizi. Per tutti coloro che usufruivano fino a ieri dell’ospedale di Tinchi, per i semplici cittadini residenti nelle comunità di Pisticci, Marconia, Bernalda, per i dializzati, per gli anziani, i bambini, per chiunque abbia mai tratto un qualche giovamento dall’esistenza di quella struttura, si tratterà di cambiare abitudini e di fare riferimento a plessi ospedalieri ubicati altrove. Sarà come assistere, una volta ancora, al risveglio di Alice dal sogno che l’aveva portata nel paese delle meraviglie. E forse molti fra noi capiranno che non è più il caso di sostenere generazioni su generazioni di dirigenti politici solo sulla base della fedeltà ad un credo politico o alla promessa scambiata con un grande elettore. Qualcuno dovrà dire ad Alice che dalle nostre parti la politica è morta, ormai. Ed al suo posto c’è una vaga, indistinta sensazione di assoluta e totale impotenza. Garantire alla nostra comunità il diritto alla salute I giovani democratici di Pisticci seguono con preoccupazione le vicende relative all’ospedale di Tinchi sistematizzate secondo criteri condivisi, razionali, logici e di oggettiva utilità. Non siamo tecnici e pertanto ci affidiamo alle nostre intuizioni e alle informazioni a cui riusciamo ad accedere, ma certamente non ci sfugge che non sempre alle grida corrisponde la verità e non sempre il lavoro più proficuo è quello che affiora. Nel merito delle vicende ospedaliere sul tavolo esistono sostanzialmente due linee di pensiero: da una parte la richiesta di mantenimento dell’ospedale con la tipologia precedente e dall’altra, anche in relazione a necessità di modernizzazione e diversificazione, la realizzazione di una struttura in grado di erogare servizi nell’ottica di una territorializzazione della sanità. Quest’ultima sembra essere una grande sfida per il futuro che, se seguita in maniera intelligente e coerente, potrebbe rappresentare la chiave di volta per garantire il diritto alla salute. Se è vero che la medicina è sempre più prevenzione e deospedalizzazione, noi chiediamo che Tinchi rappresenti un modello di sanità nuova e moderna per dare un senso compiuto alla sana lotta di quanti, in maniera più o meno visibile ed appariscente, hanno scommesso su un futuro migliore. Una piccola considerazione sulla vicenda della “Stella Maris”. Assistiamo ad una incomprensibile, assurda, preconcetta e violenta avversione da parte di qualche tribuno all’ipotesi della presenza a Tinchi di una struttura destinata alla diagnosi e cura di malattie neuropsichiatriche infantili. Se tale ipotesi dovesse diventare concreta andrà affrontata con l’intelligenza e la razionalità necessarie. Non capiamo la strumentalizzazione esagerata di tale evenienza visto che da tempi remoti è stato affermato che questa non andrebbe a pregiudicare la prioritaria destinazione del presidio di Tinchi. La battaglia contro l’ipotesi Stella Maris ci sembra esageratamente pretestuosa. Il sindaco di Pisticci durante l’intervento conclusivo del Cons. Comunale sulla vicenda dell’ospedale ha fatto cenno ad una imponente struttura privata presente in territorio di Bernalda con finalità affini a quelle di Stella Maris. Abbiamo visto il sindaco di Bernalda con fascia e gonfalone alla manifestazione per il mantenimento dell’ospedale nella forma tradizionale. Siamo veramente certi che questo sia il futuro della Sanità? Nel frattempo chiediamo alla politica e in particolare al PD regionale, come già fatto in maniera insistita e continuativa dal PD locale, di farsi carico delle istanze della nostra comunità e dare risposte rapide, concrete ed efficaci per superare la pericolosa congiuntura. Non pretendiamo di dettare l’agenda della politica, ma chiediamo a questa di farsi garante della adeguata programmazione del nostro futuro. Giovani Democratici Pisticci-Marconia
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