la strategia mafiosa - Misteri d'Italia
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un “uomo d’onore” del<strong>la</strong> loro stessa famiglia) Leo Vasile si era dato da fare, personalmente o attraverso qualcuno dei<br />
suoi figli, per reperire, tramite un certo Agostino Imperatore, “un alloggio finalizzato nell'ottica di quelle stragi”.<br />
L’imperatore, a sua volta, si era rivolto a un certo Tosonotti, industriale mi<strong>la</strong>nese, con cui era in stretti rapporti.<br />
All’epoca, il Lombardo nominava i “Giorgiofili” per intendere le stragi fin’allora commesse (“Lui, per tutte le stragi,<br />
diceva: strage dei Giorgiofili. Perché forse lo aveva impressionato questo, il nome”).<br />
Agostino Imperatore, ha precisato, era book-maker all’ippodromo La Motta di Palermo ed era da lui conosciuto<br />
“almeno” fin dal 1975. Aveva due fratelli; Enea e Franco. Non sa se fosse vicino agli ambienti di “cosa nostra”.<br />
Enea si <strong>la</strong>ureò in medicina e sposò una sua collega, anch’essa <strong>la</strong>ureata in medicina.<br />
Il Tosonotti era un industriale mi<strong>la</strong>nese. Di lui gli par<strong>la</strong>rono, già al<strong>la</strong> fine degli anni ’70, il suo “rappresentante” (o il<br />
nipote del suo rappresentante), nonché lo stesso Leo Vasile, dicendogli “che questa persona era molto vicina agli<br />
ambienti mafiosi che gravitavano all'ippica di Mi<strong>la</strong>no”.<br />
Non l’ha mai conosciuto di persona.<br />
Leo Vasile era un imprenditore e gestiva una ditta, che si occupava del<strong>la</strong> pulizia delle vetture delle Ferrovie dello Stato.<br />
Possedeva una villetta nei pressi dell’hotel Zagarel<strong>la</strong>.<br />
Aveva tre figli: uno faceva il biologo, un altro il driver. Non sa cosa facesse il terzo.<br />
Uno dei tre figli di Vasile (forse il driver) si chiamava Giuseppe ed era sposato con <strong>la</strong> figlia del dr. Romano Puma, suo<br />
collega palermitano. 83<br />
- Ha dichiarato di aver conosciuto e frequentato, perlomeno dal 1975, il senatore Inzerillo. Gli fu presentato come<br />
“uomo d’onore” del<strong>la</strong> famiglia di Ciaculli. Ecco cosa dice di lui:<br />
“Il senatore Inzerillo, innanzitutto, a me mi fu presentato - prima che i Graviano, secondo me, fossero uomini d'onore -<br />
come uomo d'onore del<strong>la</strong> famiglia di Ciaculli.<br />
Successivamente, agendo in quel... operando in quel territorio non poteva fare a meno che di essere vicino ai fratelli<br />
Graviano.<br />
Non di meno, dovrei dire che io non li ho mai visti insieme”.<br />
Poi ha precisato che l’Inzerillo gli fu presentato da un altro “uomo d’onore”, Giuseppe Castel<strong>la</strong>no, congiunto di<br />
Michele Greco, verso <strong>la</strong> fine del 1980.<br />
In questa occasione egli accompagnava Giuseppe Di Maggio, che volle andare a fare visita al Castel<strong>la</strong>no. Giunti sul<br />
posto vi trovarono Castel<strong>la</strong>no Giuseppe e altre quattro persone, tra cui l’Inzerillo.<br />
83<br />
Il Pennino ha par<strong>la</strong>to diffusamente di Leonardo Vasile, di cui ha mostrato di conoscere, da lunga<br />
data, <strong>la</strong> qualità di mafioso. Era detto “Leo”.<br />
Ha detto, infatti, che conosceva Leonardo Vasile fin da ragazzo e che, intorno al 1975, il Vasile gli<br />
portò un “bis-fratello” di Gaetano Bada<strong>la</strong>menti perché gli facesse “una cortesia” (non specifica di che<br />
si tratta).<br />
Successivamente, lo stesso Leonardo Vasile lo accompagnò in una clinica privata (<strong>la</strong> Clinica<br />
Urologica Pavone di Palermo), dove si trovava, agli arresti ospedalieri, Gaetano Bada<strong>la</strong>menti, il quale<br />
volle ringraziarlo personalmente per <strong>la</strong> cortesia fatta al fratello (“Il Bada<strong>la</strong>menti mi disse che mi<br />
ringraziava per <strong>la</strong> cortesia che avevo fatto al fratello e che aveva avuto il piacere di conoscermi.<br />
Successivamente, quanto uscii insieme al Vasile, io ebbi a chiedere: 'ma perché quest’incontro?', e lui<br />
mi disse che Tanino aveva avuto il piacere di conoscermi”).<br />
In un periodo ancora successivo lo stesso Vasile (ma non è sicuro) gli chiese di procurargli una<br />
qualche sostanza che, versata nelle urine, simu<strong>la</strong>sse <strong>la</strong> tubercolosi renale.<br />
Egli si adoperò per procurare questa sostanza, che doveva servire a qualche noto mafioso (forse<br />
Buscetta, o Ger<strong>la</strong>ndo Alberti, o lo stesso Bada<strong>la</strong>menti).<br />
Sempre in quel periodo fu contattato dal Vasile perché desse un “contributo” per pagare gli avvocati.<br />
Infine, nel 1977, Vasile Leonardo fu presente al<strong>la</strong> sua formale affiliazione in “cosa nostra”, insieme a<br />
Giuseppe di Maggio e a casa di Giuseppe Savoca.<br />
Nel frattempo egli aveva capito, ovviamente, che Vasile Leonardo era formalmente affiliato a “cosa<br />
nostra”.