la strategia mafiosa - Misteri d'Italia
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Ha detto che del progettato attentato a Costanzo si parlò all’interno del<strong>la</strong> famiglia di Catania. Sicuramente ne era a<br />
conoscenza anche Santapao<strong>la</strong>, nonché Aldo Erco<strong>la</strong>no.<br />
Ha aggiunto che vi erano rapporti frequenti tra <strong>la</strong> famiglia di Catania e quel<strong>la</strong> di Palermo. 95<br />
Infatti, ha detto, Gioè si recò varie volte a Catania per incontrare Santapao<strong>la</strong>, oppure Eugenio Galea.<br />
C’erano anche importanti scambi economici tra le due famiglie.<br />
Ha detto, infine, di aver visto una volta Giovanni Brusca per televisione, dopo l’arresto, e di aver avuto l’impressione<br />
che si trattasse del<strong>la</strong> stessa persona da lui vista una volta in compagnia di Gioè. In quel<strong>la</strong> occasione, però, non gli fu<br />
presentato, per cui non è sicuro che si trattasse veramente di Brusca.<br />
In ordine alle stragi per cui è processo ha detto:<br />
“ Io dico una cosa: quando par<strong>la</strong>i con Gioè, io stesso ci dissi a Gioè: 'perché non facciamo capire, insomma, facciamo<br />
qualche cosa di grosso per fare capire che c'è un terrorismo, e così mettiamo insomma questo distacco noialtri. E<br />
pensano a questo fatto'.<br />
E lui mi disse: 'ne devo par<strong>la</strong>re di questo fatto'.<br />
Così, vai, <strong>la</strong> discussione facemmo”.<br />
Ha ripetuto che, par<strong>la</strong>ndo con Gioè e con altri, parlò di azioni terroristiche progettate per deviare l’attenzione dello<br />
Stato, ma senza una conclusione precisa. 96<br />
Ha detto di non aver mai incontrato di persona Gioacchino La Barbera, ma di averne solo sentito par<strong>la</strong>re.<br />
Ha negato di essere mai stato sollecitato da Gioè a portare a termine l’attentato a Costanzo.<br />
Ha detto di non aver mai incontrato Leoluca Bagarel<strong>la</strong>, anche se sapeva che “era con noialtri, insomma, era del<strong>la</strong> nostra<br />
famiglia”.<br />
95 Per famiglia di Palermo il Pulvirenti intende i “corleonesi”, vale a dire tutto il mondo che girava<br />
intorno a Salvatore Riina. Infatti, ha precisato, <strong>la</strong> famiglia di Catania era anche formalmente unica,<br />
mentre quel<strong>la</strong> di Palermo contemp<strong>la</strong>va vari mandamenti (è evidente che il Pulvirenti usa, anche<br />
re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> mafia palermitana, un linguaggio ritagliato sull’organizzazione catanese).<br />
96 Dice al riguardo:<br />
“Si, di questi fatti par<strong>la</strong>vamo tutti. Però non ci fu poi una conclusione precisa, perché c'era: 'vediamo<br />
che cosa si può fare, vediamo che cosa si può fare'. Questo.<br />
Però par<strong>la</strong>vamo in famiglia, vai, non è mica che non par<strong>la</strong>vamo”.