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LO SCARPONE 01 - Club Alpino Italiano

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dossia del partito con la quale Bobo entra a<br />

volte in conflitto.<br />

Così un giovedì d’agosto alle 17,30, una<br />

delegazione della Sottosezione del <strong>Club</strong> alpino<br />

di Scandicci si è presentata nello studio<br />

del noto disegnatore a San Martino alla<br />

Palma. L’ incontro, al quale hanno partecipato<br />

il reggente Alfio Ciabatti e i componenti<br />

del direttivo Paolo Brandani e Luciano<br />

Rutigliano, era stato richiesto dal reggente<br />

stesso per ringraziare Staino per la realizzazione<br />

del logo della sottosezione. Nel corso<br />

di un’improvvisata e suggestiva cerimonia è<br />

stata così consegnata al disegnatore una<br />

targa ricordo come espressione di stima<br />

della sottosezione del CAI.<br />

Durante l’incontro, molto cordiale e simpatico,<br />

sullo sfondo delle colline i soci di<br />

Scandicci hanno avuto l’opportunità di illustrare<br />

a Staino e a sua moglie Bruna, interessatissima<br />

alle escursioni, l’attività e i programmi<br />

della sottosezione con l’impegno di<br />

inserire il nominativo della coppia nella mailing-list<br />

per informarli in tempo reale dei percorsi.<br />

“Chissà che in un prossimo futuro non<br />

si possa ottenere una cronaca grafica su<br />

qualche escursione: con lo stile di Sergio<br />

potremo vederne delle belle!”, ha commentato<br />

Rutigliano. E ora, con il consenso degli<br />

amici di Scandicci, Lo Scarpone è fiero di<br />

poter utilizzare il bellissimo logo di Staino<br />

per arricchire queste pagine. ■<br />

Ambiente Acqua e montagna<br />

La salute idrica<br />

compromessa<br />

La questione dell’acqua è indissolubilmente legata a quella delle montagne e la<br />

Convenzione delle Alpi è la cornice adatta in cui può compiersi una ricerca di politiche<br />

sovranazionali efficaci per la salvaguardia di questi due patrimoni. In questa logica i<br />

governi dell’arco alpino hanno istituito una Piattaforma per la gestione dell’acqua nello<br />

spazio alpino e la Conferenza dei ministri delle Alpi, tenutasi a Evian nel 2009, ha affidato<br />

all’Italia l’organizzazione della III Conferenza internazionale sull’acqua nelle Alpi, svoltasi a<br />

Venezia il 25 e 26 novembre presso l’Università internazionale a San Servolo. In questa circostanza<br />

sono stati esposti i risultati di tre workshop tematici internazionali svoltisi nei mesi precedenti<br />

a Trento, Torino e Sondrio, trattando temi di grande attualità quali: aspetti e dinamiche<br />

dei rischi idrogeologici, con particolare riguardo alla sicurezza delle popolazioni e ai criteri<br />

di prevenzione; piani di gestione dell’acqua in relazione ai mutamenti climatici in corso;<br />

approcci per una equilibrata produzione idroelettrica nel rispetto della vitalità dei corsi d’acqua<br />

montani. Numerosi sono gli spunti di grande interesse forniti dai relatori, che risulterebbe<br />

troppo lungo qui descrivere. Tuttavia gli atti della Conferenza saranno a breve disponibili<br />

sui siti web del Ministero dell’ambiente e della Convenzione delle Alpi. Di particolare importanza<br />

i dati sulla non sostenibilità a lungo termine dei prelievi idrici, e relativi investimenti per<br />

l’innevamento artificiale, a fronte dei cambiamenti climatici in corso e sugli aspetti economici<br />

e produttivi dell’idroelettrico, incentivato a seguito delle direttive CE. Dati che confermano<br />

anche per il resto dell’arco alpino quelli emersi nel Convegno CAI – TAM 2009 sull’Energia dall’acqua<br />

in montagna; cioè che le migliaia di piccoli impianti idroelettrici realizzati ultimamente<br />

nelle valli alpine contribuiscono in modo minimale all’incremento energetico rispetto ai<br />

grandi e preesistenti impianti analoghi. Per cui il minihydro, con gli impatti che produce sottraendo<br />

gli ultimi corsi d’acqua all’ambiente montano, si giustifica principalmente per i notevoli<br />

ritorni economici assicurati dalle forti incentivazioni in atto e per l’arrendevolezza al consenso<br />

dei comuni montani, a fronte di royalty che possano sanare le ristrettezze di bilancio.<br />

Appare poi limitato, rispetto agli scopi della conferenza, il compromesso cui tendono le sue<br />

conclusioni sulla questione idroelettrica, che vedono quasi intoccabili gli incentivi in atto e<br />

quindi pressoché ineluttabile la captazione delle ultime risorse idriche alpine, con la sola contropartita<br />

di compensazioni ambientali (previste nelle recenti linee guida per le energie rinnovabili)<br />

che potranno medicare qualche ferita, ma non restituire la doverosa salute idrica<br />

alle montagne.<br />

Carlo Brambilla (CCTAM)<br />

Cansiglio, la minaccia infinita<br />

Ventitre anni di mobilitazioni. È un primato da Guinness quello realizzato nella<br />

storica foresta del Cansiglio dove ancora una volta, il 14 novembre, quattrocento<br />

amanti della montagna si sono dati appuntamento per protestare contro la<br />

minaccia della creazione di impianti per il collegamento con l’area sciistica di<br />

Piancavallo. Affacciato sulla pianura veneta in vista dell’Adriatico, il Cansiglio è un sito<br />

d’importanza comunitaria (SIC). Appartengono al demanio i suoi preziosi e intoccabili<br />

alberi che fornirono legname alla flotta dei dogi impegnata a Lepanto contro i turchi.<br />

Eppure la minaccia è concreta, tanto da mobilitare gruppi, associazioni tra le quali il CAI,<br />

amanti della montagna. Bruno Zannatonio ha portato i saluti del CAI Veneto e del suo<br />

presidente e ha ribadito l’appoggio a chi si impegna contro il collegamento.<br />

Ma come mai in tanti anni non si è riusciti a risolvere il problema? E come è possibile<br />

pensare ancora a nuovi impianti a quote piuttosto modeste, e in tempi di riscaldamento<br />

globale? “In realtà i problemi si ripresentano in modo strisciante”, spiega Toio De<br />

Savorgnani, uno dei principali organizzatori dell’evento. “Piancavallo è un’area sciistica<br />

creata dal nulla in un’area carsica, sopravvissuta fino adesso con un’iniezione di enormi<br />

somme di denaro pubblico. Uno spreco con conseguenze gravissime per i comuni lasciati<br />

a secco della pedemontana. Di là il Friuli Venezia Giulia, di qua il Veneto e la storica foresta<br />

in cui dovrebbe aprirsi un varco una telecabina che alla modica cifra di 20 milioni potrebbe<br />

portare un po’ di gente sull’uno o l’altro versante. Ma una volta realizzata la telecabina, è<br />

inevitabile che nel giro di qualche anno si crei un ulteriore buco nel bilancio”.<br />

<strong>LO</strong> <strong>SCARPONE</strong>, GENNAIO 2<strong>01</strong>1 - 19

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