Escursionismo invernale Una nuova guida del CAI Con le ciaspe sull’Altopiano Un invito a percorrere le tante strade militari e mulattiere in un ambiente naturale integro Nella collana del <strong>Club</strong> <strong>Alpino</strong> <strong>Italiano</strong> dedicata agli itinerari naturalistici e geografici attraverso le montagne italiane un nuovo titolo è dedicato agli appassionati di escursionismo invernale. “Con le ciaspe sull’altopiano dei Sette Comuni” di Mario Busana e Alberto Manzan propone 21 itinerari nell’incomparabile scenario nordico di queste montagne care a Mario Rigoni Stern, con note storiche, botaniche e faunistiche. Il libro in vendita a 10 euro è stato realizzato con la collaborazione delle sezioni vicentine del CAI ed è un invito a percorrere le tante strade militari e mulattiere, superando trincee sepolte sotto la neve, facendo riaffiorare alla memoria gli eventi bellici, le sofferenze vissute nell’ampio teatro dell’Altopiano e i sacrifici di vite umane nella Grande guerra. A chi intende rivolgersi in particolare? “A quanti cercano un ambiente naturale, integro, con la neve, e vogliono ciaspolare nel silenzio ovattato dei boschi ed entrare in contatto, con discrezione, con la vita degli animali”, spiega Mario Bausana, uno dei due autori, nato a Bassano del Grappa, laureato in scienze forestali, docente di scienze naturali e libero professioni- sta nel settore dell’assestamento forestale e della pianificazione ambientale. Nella mecca dello sci nordico quale significato può avere 8 - <strong>LO</strong> <strong>SCARPONE</strong>, GENNAIO 2<strong>01</strong>1 Nel silenzio dei boschi le migliori soddisfazioni In aIto, sotto il titolo, i due autori Mario Bausana e Alberto Manzan (da destra). Come fondista, Bausana confessa che talvolta gli costa qualche fatica rinunciare agli sci per calzare le ciaspe. “Però quando cammino sulla neve immacolata di un bosco”, precisa, “la rinuncia allo sci non pesa, il silenzio e le tracce di un animale fanno dimenticare la velocità degli sci stretti”. muoversi con le ciaspe o ciaspole? “È un modo straordinario di vivere la montagna d’inverno come prosecuzione dell’escursionismo estivo. Su percorsi facili e sicuri muoversi con le racchette da neve è un’attività che non richiede conoscenze tecniche particolari ed è alla portata di tutti”. Per chi è alle prime armi, quali itinerari sarebbero da proporre? “Il n.4 Longalaita, il n.8 Val Formica, il n.16 Osservatorio astronomico di Cima Echar, il n 20 rifugio Barricata e rifugio Marcesina”. La morfologia della zona sembra prestarsi a questa forma di turismo. Lo stesso può dirsi per l’innevamento? “Si, la neve in altopiano cade abbondante anche negli inverni “siccitosi”, quando nel resto delle Alpi le precipitazioni sono scarse. L’altopiano infatti ha un clima particolarmente rigido in inverno (- 30 °C in Piana di Marcesina), inoltre la vicinanza con il mare Adriatico favorisce una particolare umidità e quindi sviluppo di sistemi nuvolosi con relative abbondanti precipitazioni nevose”. Nel libro vengono prospettati problemi d’orientamento. Quali precauzioni sono da prendere in proposito? “Problemi di orientamento sono possibili solo su qualche percorso per assenza o scarsità di riferimenti; è quindi necessario essere muniti di tre oggetti indispensabili: carta della zona del percorso (scala 1:25.000), bussola e altimetro; valutazione delle proprie capacità, scelta di giornate con tempo bello e stabile; eventualmente farsi accompagnare da esperti e/o conoscitori della zona”. Si può ipotizzare un impatto, per quanto lieve, dei ciaspolatori sul- l’ambiente naturale? E in tal caso c’è qualche particolare istruzione per l’uso? “Si, il numero negli ultimi anni è decisamente in crescente aumento e questo comporta, come spesso accade, un uso scorretto dell’ambiente naturale invernale nel suo complesso; le regole della montagna sono le stesse di sempre: rispetto, attenzione, non avventurarsi in ogni luogo, ascoltare il silenzio”. Infine, quali suggerimenti darebbe a chi si avventura di notte con la luna piena? “Scegliere percorsi battuti, facili e sicuri, oppure percorsi che si conoscono bene per averli già sperimentati alla luce del giorno; infine ricorrere a una guida o gruppo organizzato; non trascurare di portarsi una lampada frontale e bevande calde. Se questi sono i presupposti, non bisogna rinunciare al fascino e alla magia della luce lunare che fa brillare la neve proiettando l’escursionista in un mondo di sogno”. ■
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