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LO SCARPONE 01 - Club Alpino Italiano

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Mentre aggiorna il registro della<br />

diga, non riesce a trattenersi dal<br />

dipanare la matassa multicolore<br />

dei ricordi. “Un’altra volta mi affidano<br />

ancora in fasce a una cugina<br />

e lei mi depone sul prato per<br />

cogliere le ciliegie che il fratello<br />

le buttava dall’albero, mentre<br />

quel fagottino che ero io comin-<br />

Protagonisti<br />

della verticale<br />

Un incontro con Lucio<br />

Bonaldo, storico climber<br />

e icona dell’arrampicata<br />

in Veneto, riaprirà il mese<br />

prossimo in queste pagine la<br />

serie degli incontri con “I protagonisti<br />

della verticale” a<br />

cura di Augusto Angriman.<br />

cia a rotolare giù con grande spavento di tutti. E un giorno, a cinque<br />

anni, decidiamo di fuggire e un cacciatore apparso all’improvviso ci<br />

riporta a casa: volevamo scendere a valle a vedere da vicino quel<br />

treno che dall’alto sembrava una biscia”. Ma forse il ricordo più tenero<br />

riguarda il ritorno a casa del padre emigrato. “Partiva in aprile, lo<br />

rivedevamo in ottobre e ci prendeva il magone se ritardava anche di<br />

poche ore il rientro, ma poi era una grandissima gioia quando varcava<br />

la soglia di casa, accompagnato dall’odore inconfondibile che<br />

emanava lo zaino”.<br />

È stato in quegli anni che la montagna gli è entrata nel cuore. “C’era<br />

un prato dove la sera portavamo le pecore a pascolare e lì, mentre i<br />

miei compagni giocavano nel nostro accampamento costruito tra le<br />

caverne, io ogni tanto mi fermavo a guardare la montagna che stava<br />

di fronte e che mi attirava in modo irresistibile. Un segno premonitore<br />

già annunciato in precedenza da un’altra fuga verso un alpeggio<br />

misterioso e lontano.<br />

“Da adulto, sono stato l’unico del paese a prendere la via dell’alpinismo,<br />

del grande alpinismo sugli Ottomila. Dal quale oltre una decina<br />

d’anni fa mi sono tirato fuori perché sono venute meno certe<br />

motivazioni, soprattutto quel desiderio di salire, di emergere anche<br />

socialmente, di cui avevo bisogno. E perché, a un certo punto, con la<br />

morte di Battistino Bonali e altri compagni, mi sono detto che non<br />

era giusto giocare con la vita. E non riuscivo più ad accettare i sacrifici<br />

degli sherpa che sprofondavano nella neve facendo fatiche disumane<br />

per realizzare i nostri evanescenti sogni, quindi basta! E sono<br />

tornato alla montagna che amavo da ragazzo per scoprirne gli aspetti<br />

più genuini e più belli, che allora non ero riuscito a cogliere fino in<br />

fondo. Anche perché, lo ammetto, di quel bambino che ero mi è<br />

rimasto dentro parecchio, e quella specie di innocenza primordiale<br />

rimane un mio tratto caratteristico. A sessant’anni ho la meravigliosa<br />

sensazione di far parte di questa natura che mi circonda e che mi<br />

sta dando molto. Il mio sogno più grande è di riuscire, con i miei libri,<br />

a trasmettere le emozioni che essa mi regala”. ■<br />

pics: salewa, maloja, atomic, indigo, hansi heckmair, michael müller<br />

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