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Guida alle fonti per la storia del brigantaggio postunitario conservate ...

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XVI Brigantaggio meridionale <strong>postunitario</strong><br />

<strong>del</strong>l'esercito e <strong>del</strong><strong>la</strong> Guardia nazionale, mentre Pinelli nel novembre<br />

minacciava <strong>la</strong> fuci<strong>la</strong>zione immediata agli insorti ed ai sobil<strong>la</strong>torP.<br />

Al<strong>la</strong> violenza <strong>del</strong><strong>la</strong> repressione, resa necessaria dal <strong>per</strong>sistere <strong>del</strong>l'insurrezione,<br />

il giovane re si richiamava <strong>per</strong> chiedere al<strong>la</strong> diplomazia<br />

europea il ristabilimento <strong>del</strong><strong>la</strong> situazione precedente. L'unità <strong>del</strong><strong>la</strong> peniso<strong>la</strong><br />

si era realizzata in meno di due anni <strong>per</strong> una serie di avvenimenti<br />

imprevisti ed imprevedibili. Tra l'aprile <strong>del</strong> 1859 e l'ottobre <strong>del</strong> 1860<br />

erano scomparsi il granducato di Toscana, i ducati di Modena e di<br />

Parma, il regno <strong>del</strong>le Due Sicilie; lo Stato <strong>del</strong><strong>la</strong> Chiesa si era ridotto al<br />

Lazio; l'Austria era stata spogliata <strong>del</strong><strong>la</strong> Lombardia. "E un simile cambiamento<br />

(è stato osservato), così improvviso e così radicale nel panorama<br />

politico-territoriale <strong>del</strong>l'Italia <strong>del</strong>l'Ottocento, non poteva non produrre<br />

uno shock, uno smarrimento in tutto il resto <strong>del</strong>l'Europa, accompagnato<br />

-proprio nei confronti <strong>del</strong> neonato Stato nazionale unitario- da un'impressione<br />

che si trattasse di un quid novi, <strong>per</strong> nul<strong>la</strong> solido e duraturo"s.<br />

C'era, non bisogna dimenticarlo, il grande problema <strong>del</strong><strong>la</strong> Questione<br />

Rom na: <strong>la</strong> mutil zione <strong>del</strong> dominio pontificio e i colpi inferti <strong>alle</strong> prerogative<br />

de<strong>la</strong> . Chiesa dal regime liberale in Piemonte e di conseguenza<br />

nello Stato 1tahano mettevano contro il nuovo regno l'opinione pubblica<br />

cattolica e conservatrice in tutta Europa, anche in quel<strong>la</strong> Francia che<br />

aveva favorito l'ascesa dei Savoia; d'altra parte, <strong>la</strong> convinzione che una<br />

federzione di Stati fosse più rispondente <strong>alle</strong> condizioni <strong>del</strong><strong>la</strong> peniso<strong>la</strong><br />

era diffusa anche tra esponenti <strong>del</strong><strong>la</strong> democrazia e <strong>del</strong> socialismo ' dal<br />

mi<strong>la</strong>nese Cattaneo al francese Proudhon.<br />

Nel<strong>la</strong> dissoluzione <strong>del</strong>l'ancora malferma unità s<strong>per</strong>avano i legittimisti<br />

npoletani. L congiuntura internazionale che aveva <strong>per</strong>messo l'improvvisa<br />

aggregaz10ne di gran parte <strong>del</strong><strong>la</strong> peniso<strong>la</strong> sotto lo scettro dei Savoia<br />

oteva cambiare: come nel 1799 e nel 1815 il Borbone poteva essere<br />

nportato sul trono da eserciti amici. Occorreva, <strong>per</strong>ò, dimostrare all'<br />

Europa che l'assetto stabilito nel '60 era precario, destinato al fallimento:<br />

<strong>la</strong> presenza di bande armate era <strong>la</strong> prova più evidente <strong>del</strong><strong>la</strong> debolezza<br />

di uno Stato incapace di ottenere il consenso dei cittadini e <strong>del</strong><strong>la</strong> necessità<br />

di restituire il potere al sovrano legittimo.<br />

Per questa ragione il <strong>brigantaggio</strong>, male endemico <strong>del</strong> Mezzogiorno<br />

negli anni <strong>del</strong>l'unificazione italiana ebbe una inusitata risonanza interna<br />

zionale. Già nel Decennio al <strong>brigantaggio</strong> era stata data una dimensione<br />

politica ed il cappello "al<strong>la</strong> ca<strong>la</strong>brese" era assurto in Europa a simbolo<br />

; Cfr. F. MoLFESE, Storia <strong>del</strong> bri antaggio dopo l'Unità, Mi<strong>la</strong>no 1964, p. 65.<br />

n. 1-2, p. 9.<br />

G. SPADOLINI, Mzto ed eredzta <strong>del</strong> Rzsorgimento, in "Il Risorgimento", a. XLVII, 1995,<br />

Introduzione XVII<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> resistenza popo<strong>la</strong>re <strong>alle</strong> armate napoleoniche. Ora, di nuovo, <strong>la</strong><br />

monarchia borbonica nel mobilitare le masse contadine si proponeva,<br />

più che l'ambizioso intento di riconquistare il regno con le sue sole<br />

forze, quello di sollecitare l'intervento <strong>del</strong>le grandi potenze <strong>per</strong> eliminare<br />

un foco<strong>la</strong>io insurrezionale <strong>per</strong>icoloso <strong>per</strong> <strong>la</strong> pace europea.<br />

Le due linee di azione si svolsero in par<strong>alle</strong>lo. Fin dal settembre '60,<br />

dopo l'abbandono <strong>del</strong><strong>la</strong> capitale, mentre l'esercito si organizzava <strong>per</strong><br />

l'ulteriore resistenza tra Capua e Gaeta, nelle zone ancora control<strong>la</strong>te dai<br />

borbonici, tra Terra di Lavoro, Abruzzi e Molise, gruppi di contadini<br />

furono aggregati ai reparti rego<strong>la</strong>ri e masse di insorti sostennero le truppe<br />

di Francesco II: era l'inizio di quel<strong>la</strong> specie di guerriglia che i borbonici<br />

cercarono di attuare organizzando in territorio pontificio squadre<br />

armate che tentarono scorrerie nelle provincie limitrofe <strong>del</strong>l'ex regno e<br />

favorendo in tutto il Mezzogiorno <strong>la</strong> formazione di bande.<br />

Contemporaneamente all'appello ai sudditi <strong>la</strong> monarchia borbonica si<br />

rivolse all'Europa conservatrice. Austria e Spagna, le potenze più vicine<br />

al<strong>la</strong> caduta dinastia, non erano in grado di assicurare un appoggio politico-militare,<br />

né un effettivo aiuto diedero i difensori <strong>del</strong><strong>la</strong> legittimità<br />

accorsi da ogni parte in difesa <strong>del</strong> trono e <strong>del</strong>l'altare, come il belga de<br />

Trazègnies, l'austriaco Zimmermann, il tedesco Kalckreuth, il francese<br />

de Christen, gli spagnoli Borges e Tristany: in pochi mesi l'esercito italiano<br />

si assicurò il controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> frontiera e <strong>del</strong> paese.<br />

Svanita <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza di riconquistare il regno con le armi, a Francesco<br />

II restava l'altra strada, quel<strong>la</strong> di sollecitare l'intervento <strong>del</strong><strong>la</strong> diplomazia<br />

europea con l'incessante denunzia <strong>del</strong><strong>la</strong> situazione esplosiva determinatasi<br />

nel Mezzogiorno d'Italia e <strong>del</strong>l'incapacità <strong>del</strong> governo sabaudo di<br />

mantenere l'ordine e ottenere il consenso.<br />

Alle note inviate ai governi dal<strong>la</strong> diplomazia borbonica abbiamo già<br />

accennato, e non più di un cenno faremo riguardo al<strong>la</strong> pubblicazione di<br />

opuscoli di vari autori ed <strong>alle</strong> lettere a<strong>per</strong>te che Pietro Calà Ulloa, presidente<br />

<strong>del</strong> ministero formato a Roma da Francesco II, rivolse incessantemente<br />

a <strong>per</strong>sonaggi <strong>del</strong><strong>la</strong> politica e <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura ostili all'unità italiana9.<br />

Vogliamo, invece, richiamare l'attenzione su un altro aspetto <strong>del</strong><strong>la</strong> propaganda<br />

borbonica: con maggiore efficacia <strong>la</strong> lotta fu combattuta con<br />

l'utilizzazione di una vasta documentazione, tesa a dimostrare <strong>la</strong>mpantemente<br />

<strong>la</strong> ribellione <strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni meridionali ad un dominio che<br />

sentivano estraneo, con l'elencazione degli episodi di "guerra partigiana"<br />

e <strong>del</strong>le misure arbitrarie e disumane cui l'esercito "occupante" era<br />

costretto a ricorrere.<br />

9 Sull'azione svolta dal ministero borbonico ancora utile P. CALÀ ULLOA, Un re in esilio.<br />

La corte di Francesco II a Roma dal1861 al1870, a cura di G. Doria, Bari 1928.

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