Analisi e modellazione di impianti di produzione elettrica a ... - Enea
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RICERCA DI SISTEMA ELETTRICO pag. 7 <strong>di</strong> 177<br />
Tema <strong>di</strong> ricerca 5.2.5.2 “Centrali a polverino <strong>di</strong> carbone - Riduzione costi”<br />
<strong>Analisi</strong> e <strong>modellazione</strong> <strong>di</strong> <strong>impianti</strong> <strong>di</strong> <strong>produzione</strong> <strong>elettrica</strong> a carbone equipaggiati con sistemi CCS<br />
generazione <strong>di</strong>stribuita ha come svantaggio la per<strong>di</strong>ta dell’effetto scala per ridurre i costi, ma è<br />
incoraggiata da tre aspetti: la liberalizzazione del mercato elettrico in molte nazioni permette<br />
l’ingresso <strong>di</strong> nuovi produttori, i quali, per essere competitivi, non possono affrontare gli<br />
investimenti necessari per la costruzione <strong>di</strong> una centrale tra<strong>di</strong>zionale; inoltre le fonti rinnovabili<br />
risultano più vantaggiose se sfruttate in prossimità del luogo dove la risorsa naturale è <strong>di</strong>sponibile;<br />
infine la riduzione del rischio <strong>di</strong> black-out, dovuti a infrastrutture elettriche inadeguate a sostenere i<br />
crescenti consumi, e dell’estensione delle aree interessate dagli stessi.<br />
Accanto ai vantaggi, l’introduzione dell’idrogeno presenta ancora numerosi problemi connessi allo<br />
sviluppo delle tecnologie necessarie per rendere il suo impiego economico ed affidabile.<br />
Quest’aspetto è oggi al centro dei programmi <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> molti paesi. Uno dei problemi più critici è<br />
sicuramente quello della <strong>produzione</strong>; in prospettiva l’idrogeno si potrà ottenere dall’acqua<br />
(elettrolisi) ad emissioni zero sfruttando le energie rinnovabili. Attualmente però l’opzione più<br />
adoperata è rappresentata dai combustibili fossili (carbone tramite gassificazione, gas naturale<br />
tramite reforming). Inoltre le particolari caratteristiche <strong>di</strong> questo gas con<strong>di</strong>zionano pesantemente la<br />
scelta <strong>di</strong> sistemi opportuni che consentano <strong>di</strong> raggiungere facilità <strong>di</strong> stoccaggio e trasporto nel<br />
rispetto <strong>di</strong> requisiti quali la sicurezza, la tutela dell’ambiente e l’economicità <strong>di</strong> tali processi.<br />
Nonostante le complesse problematiche coinvolte nelle varie fasi della filiera tecnologica<br />
dell’idrogeno, al momento esso rappresenta la speranza più concreta per la realizzazione <strong>di</strong> un<br />
sistema energetico non incentrato sui combustibili fossili. La con<strong>di</strong>zione fondamentale, affinché ciò<br />
si verifichi, è che l’idrogeno si affermi al più presto come carburante nel settore dei trasporti.<br />
Negli anni avvenire si prospetta quin<strong>di</strong> un delicato periodo <strong>di</strong> transizione verso un’economia<br />
dell’idrogeno, la cui durata, stimata tra i venti e i quaranta anni, <strong>di</strong>penderà dagli sforzi congiunti<br />
tanto del mondo scientifico quanto <strong>di</strong> quello politico. Per affrontare questa fase, ogni Nazione sta<br />
cercando <strong>di</strong> organizzarsi a seconda delle proprie <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse, possibilità e necessità, ma è<br />
comune l’abbandono progressivo <strong>di</strong> petrolio e gas naturale, almeno nel settore della generazione<br />
<strong>elettrica</strong>. Se infatti una centrale termo<strong>elettrica</strong> ha una vita utile me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quaranta anni, realizzare<br />
oggi un impianto nuovo a gas naturale o olio combustibile sarebbe accompagnato dall’incertezza<br />
dei prezzi del carburante nella fase finale del suo funzionamento.<br />
La soluzione più conveniente risulta quin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> realizzare, in questo settore, il giusto mix tra<br />
centrali a carbone e nucleari <strong>di</strong> grossa taglia, e fonti rinnovabili per la mini e micro generazione.<br />
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili si assiste, in questi anni, a una crescita e una <strong>di</strong>ffusione<br />
notevole, spinta dalla sempre maggiore attenzione ai problemi ambientali e dalla necessità <strong>di</strong><br />
maggiore in<strong>di</strong>pendenza energetica da parte dei Paesi poveri <strong>di</strong> risorse. Nonostante questo non è<br />
pensabile, allo stato attuale, riuscire a utilizzare tali tecnologie per coprire in maniera significativa il<br />
fabbisogno energetico mon<strong>di</strong>ale; tali fonti, pertanto, non possono ancora intendersi come fonti<br />
“alternative”, bensì come fonti “integrative”, attraverso il contributo <strong>di</strong> qualche punto percentuale<br />
(10-20%) al fabbisogno complessivo [1].<br />
Anche l’argomento nucleare è soggetto sia a vantaggi che svantaggi; da una parte c’è<br />
l’approvvigionamento della materia prima, <strong>di</strong>sponibile e <strong>di</strong>stribuita in modo equilibrato, e la<br />
completa assenza <strong>di</strong> sostanze inquinanti riversate in atmosfera. Inoltre la tecnologia dei reattori<br />
autofertilizzanti, in fase <strong>di</strong> sviluppo, promette <strong>di</strong> abbattere sia la quantità <strong>di</strong> combustibile utilizzato,<br />
sia la quantità <strong>di</strong> scorie prodotte. Punti a sfavore si presentano nell’ambito economico, a causa degli<br />
ingenti costi <strong>di</strong> impianto e ai rischi dell’investimento che penalizzano i tassi <strong>di</strong> interesse, e<br />
nell’ambito dell’accettabilità sociale. Infatti non è ancora del tutto risolto il problema sicurezza; se