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N.84 – Settembre 2007 - Mapei

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14<br />

REFERENZE<br />

LA SCELTA ARCHITETTONICA<br />

La filosofia<br />

seguita nella<br />

r i c o s t r u z i o -<br />

ne ha tenuto<br />

conto del fatto<br />

che gli interventi<br />

avrebbero<br />

dovuto dialogare<br />

con le<br />

preesistenze, così da rappresentarne una<br />

naturale e coerente evoluzione, tesi a<br />

correggerne i difetti, migliorarne le qualità,<br />

aggiungervi ciò che mancava, il tutto in un<br />

linguaggio non estraneo alla costruzione<br />

originaria.<br />

La stessa logica di migliorare ciò che c’era<br />

è stata seguita anche nella progettazione e<br />

nella realizzazione delle opere di finitura e<br />

restauro e negli arredi, operando scelte in<br />

giustapposizione con l’ambiente architettonico<br />

ricostruito, oltre che nel pieno rispetto<br />

dello stile tardo barocco dell’edificio sacro.<br />

5 6 7<br />

Le scelte progettuali operate per ogni<br />

elemento, sia costruttivo che decorativo,<br />

sono state tutte improntate sulla coerenza<br />

con quanto già presente nella fabbrica<br />

o comunque riscontrabile nelle architetture<br />

dell’area, stilisticamente coeve alla<br />

Cattedrale. Per ogni nuovo elemento è<br />

stata prioritariamente effettuata un’analisi<br />

su quanto esisteva nella precedente<br />

Chiesa, espresso un giudizio sull’affinità<br />

stilistica e in alcuni casi compiuta una<br />

ricerca su analoghi elementi, presenti in<br />

altre chiese barocche.<br />

La scelta più significativa, dal punto di<br />

vista del restauro, è stata quella di riportare<br />

la Chiesa non tanto all’ultima definizione<br />

figurativa risalente agli anni ’50, quanto<br />

a quella precedente che vedeva la Chiesa<br />

totalmente bianca, un bianco quasi metafisico<br />

nel quale i volumi e le decorazioni<br />

barocche, sotto l’effetto della luce, vengono<br />

esaltati in un gioco di chiaro-scuri.<br />

8<br />

proprio campo prove in cui ha simulato<br />

l’intero ciclo di posa delle lastre inviate<br />

dal cantiere e ha assicurato, infine, una<br />

costante presenza in cantiere a supporto<br />

delle maestranze nelle varie fasi esecutive.<br />

Il massetto di sottofondo realizzato<br />

con TOPCEM PRONTO*, posto in<br />

opera sul riscaldamento a pavimento,<br />

è stato scelto per garantire adeguate<br />

caratteristiche meccaniche e di trasmittanza.<br />

Un attento studio è stato poi<br />

condotto per la definizione dei tagli da<br />

fare sul massetto stesso, coniugando la<br />

necessità di eseguire i giunti a regola<br />

d’arte con l’esigenza architettonica di<br />

una pavimentazione che fosse percepita<br />

pressoché continua.<br />

Per scongiurare il rischio della formazione<br />

di qualsiasi efflorescenza sulle lastre<br />

di pietra, si è scelto di adoperare come<br />

adesivo GRANIRAPID*, nella versione di<br />

colore bianco, precedentemente testato<br />

in laboratorio sullo specifico litotipo.<br />

Particolare attenzione è stata posta<br />

Seguendo questa linea sono stati mantenuti<br />

e riproposti, laddove erano andati<br />

perduti, gli elementi architettonici e le<br />

decorazioni originarie.<br />

Non bisogna infatti dimenticare che il<br />

crollo, che aveva interessato in massima<br />

parte, oltre la navata centrale, tutta la<br />

navata laterale destra ed il braccio destro<br />

del transetto, aveva risparmiato tutti gli<br />

altari delle cappelle di sinistra che sono<br />

stati restaurati e riportati al loro splendore<br />

originario.<br />

Quelli delle cappelle di destra, andati interamente<br />

distrutti, in attesa degli scultorei<br />

definitivi, sono stati sostituiti, in via provvisoria,<br />

con altri in gesso dipinto che ne<br />

ripropongono il volume in modo semplificato<br />

sulla base degli stilemi degli altari<br />

superstiti.<br />

Arch. Salvatore Tringali<br />

Progettista e Direttore dei Lavori

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