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20<br />

A scuola di Moda<br />

Progetto Garibaldi<br />

Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”<br />

Corso di laurea in Design e Discipline della Moda<br />

di Gabriele Minelli<br />

La realizzazione del progetto nasce per rievocare<br />

in chiave moderna lo stile e l’abbigliamento<br />

dell’epoca nella quale è nato, vissuto<br />

e morto il grande mito italiano Giuseppe Garibaldi<br />

nella ricorrenza del bicentenario della<br />

sua nascita.<br />

Inizialmente, la nostra conoscenza della fi gura<br />

di Giuseppe Garibaldi, non andava oltre gli<br />

studi scolastici, nonostante la sua importanza<br />

storica. Infatti tutti ricordavamo la celebre<br />

canzone che faceva “Garibaldi fu ferito…”.<br />

Grazie all’incontro con il professor Mengozzi,<br />

che ci ha illustrato oltre il suo essere personaggio<br />

storico e politico, anche il Garibaldi in<br />

quanto uomo, siamo riusciti ad averne una<br />

concezione ben diversa, entrando effettivamente<br />

nel personaggio.<br />

Da qui è nata la nostra ricerca fi gurativa dell’abbigliamento<br />

e del suo signifi cato per poter<br />

rielaborare la versione antica e reinventare<br />

quella moderna.<br />

Non tutti gli sono grati, perché “ha fatto l’Italia”,<br />

ma anche per altri due meriti<br />

Ha lanciato il rosso;<br />

Ha inventato<br />

l’abbigliamento casual.<br />

Garibaldi è il solo, l’autentico, il vero inventore<br />

dell’ abbigliamento casual, non perché si vesta<br />

a caso, anzi per l’opposta ragione. Egli sapeva<br />

valutare perfettamente il valore simbolico e la<br />

popolarità di una moda.<br />

“I Mille” furono chiamati i Garibaldini, e già<br />

in questo nome si nota il genio della semplifi<br />

cazione comunicativa, dato che in realtà<br />

partirono in milleottocento.<br />

Secondo alcuni la camicia rossa fu utilizzata<br />

in quanto il generale, per via delle ristrettezze<br />

economiche della spedizione, abbia acquistato<br />

una partita di tela avanzata per fare le<br />

divise e solo il caso ne abbia deciso il colore.<br />

Altre fonti fanno derivare il colore rosso<br />

dalle giubbe usate nel macello dagli operai<br />

nell’Uruguay per non imbrattarsi troppo di<br />

sangue.<br />

Quale colore più generoso, quale miglior simbolo<br />

di giovinezza, irregolarità, ardore, di una<br />

camicia larga e colorata rispetto alle rigorose<br />

divise dell’epoca?<br />

“Un look garibaldino”: più che un’uniforme<br />

precisa, uno stile ben identifi cabile che rappresentava<br />

un modo di essere, un’idea di una<br />

generazione decisamente giovanile.<br />

In mezzo alla rigidità delle uniformi regolari,<br />

spente e conservatrici, ecco il fi ammeggiare<br />

di una moda giovanile… il casual. Il casual<br />

di Garibaldi diventa una moda pacifi ca, gioiosa,<br />

un po’ ironica.<br />

E’ un modello di uomo a cui sentirsi vicino,<br />

senza risonanze guerresche né sospetti di<br />

violenza. Garibaldi. Uno dei più grandi personaggi<br />

della nostra storia, il grande costruttore<br />

di un’immagine, il genio dell’immaginario<br />

collettivo capace di vendere anche la propria<br />

immagine:<br />

• Camicia rossa con i bordi ricamati accuratamente<br />

di rosso e bianco.<br />

• Fazzoletto colorato annodato al collo con<br />

un lembo triangolare lasciato cadere.<br />

• Un poncho che richiamava l’America Latina<br />

(la lotta per la libertà dei popoli ).<br />

• Blue jeans in quanto di tela forte, resistente,<br />

che non si logorava facilmente.<br />

• Cappello di velluto rosso cilindrico senza<br />

falde.<br />

• Orologio a cipolla da taschino.<br />

Superate le soglie del XXI sec., il mito indelebile<br />

ritorna a essere ancora vivo nell’età contemporanea<br />

attraverso il nostro estro e la fantasia.<br />

Da qui abbiamo deciso di ambientare il nuovo<br />

Garibaldi del 2007 nella frenetica Grande Mela<br />

aspettando la metropolitana vestito come un<br />

punk dalla cresta tricolore, dal mantello in vinile<br />

e ai piedi un paio di All Star griffate Garibaldi<br />

on the road o in sella di una Ducati con<br />

chiodo e texani, fi no all’estremo rifugio in una<br />

discarica con la sua tanto amata Anita vestita<br />

con un bustier in pizzo e autoreggente a rete.<br />

Il progetto è stato proposto e poi seguito rispettivamente<br />

dai professori Stefania Grossi,<br />

Galliano Crinella e Dino Mengozzi.<br />

Il percorso della progettazione si è sviluppato<br />

in diversi gruppi di lavoro, i quali hanno scelto<br />

temi personali legati ai periodi della sua vita.<br />

I temi principali scelti sono stati due:

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