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assault risk assessment) ed è stato messo a<br />
punto in Canada.<br />
E’ incentrato sull’individuazione di alcuni<br />
fattori di rischio relativi alle caratteristiche<br />
del reo, della vittima, della relazione interpersonale<br />
esistente e del contesto sociale.<br />
Se ho letto bene e se la traduzione di cui mi<br />
sono avvalso è affidabile, il “Sara” così indica<br />
dieci fattori di rischio da valutarsi nei<br />
maltrattamenti in famiglia, per prevenire<br />
la prosecuzione delle violenze od il ripetersi<br />
delle stesse anche nei confronti di altri<br />
soggetti.<br />
I fattori prevedono che si valuti, nel singolo<br />
caso, la presenza, nell’ambito famigliare di:<br />
1. gravi violenze fi siche o sessuali (per esempio,<br />
lesioni che mettono in serio pericolo la<br />
vita della vittima o che richiedono cure mediche);<br />
2. gravi minacce di violenza, ideazione o intenzione<br />
di agire violentemente;<br />
3. inasprimento della violenza fi sica o sessuale<br />
e delle minacce o ideazioni o intenzioni<br />
di agire con violenza;<br />
4. violazione di misure cautelari o interdittive<br />
(divieto di espatrio, obbligo di presentazione<br />
alla polizia, divieto od obbligo di dimora,<br />
arresti domiciliari, obbligo di allontanamento<br />
dalla casa familiare, eccetera);<br />
5. atteggiamenti negativi nei confronti delle<br />
violenze interpersonali e intrafamiliari; incoraggiare<br />
o giustifi care il comportamento<br />
abusivo e violento minimizzando ogni responsabilità<br />
personale attraverso la colpevolizzazione<br />
della vittima o negando la gravità<br />
delle conseguenze delle proprie violenze;<br />
6. precedenti penali; nella valutazione vengono<br />
presi in considerazione condanne o imputazioni<br />
per altri reati non legati alla violenza<br />
domestica nei confronti della <strong>partner</strong>;<br />
7. problemi relazionali; separazione dal <strong>partner</strong><br />
o elevata confl ittualità all’interno della<br />
relazione attuale o in quelle pregresse;<br />
8. status occupazionale o problemi fi nanziari;<br />
status cronico di disoccupazione, lavoro instabile,<br />
gravi problemi fi nanziari;<br />
9. abuso di stupefacenti o alcolici;<br />
10. disturbi mentali; manie, allucinazioni,<br />
demenza, depressioni e ansia; disturbo della<br />
personalità, segnali di minacce, ideazione e<br />
intenzione di suicidio.<br />
Mi pare ovvio aggiungere che la valutazione<br />
e l’analisi dei fattori, soprattutto quando<br />
presenti in più ipotesi, debbano essere fatte<br />
da persone “addette ai lavori”, così da non<br />
creare inutili allarmismi, ovvero, e sarebbe<br />
molto peggio, sottovalutare specifi ci indizi di<br />
rischio.<br />
Ma se è vero che ho iniziato questa chiacchierata<br />
parlandovi della “prevenzione” così<br />
come intesa dal codice penale, non posso<br />
che concluderla ricordandovi che la prima<br />
“prevenzione” - quella che ho sopra chiamato<br />
“prevenzione domestica” è quella che<br />
ognuno di noi mette in atto ogni giorno nei<br />
confronti di se stesso.<br />
Si trova sempre - mi ripeto, SEMPRE - qualcuno<br />
di qualifi cato in grado di darci un aiuto<br />
od un semplice consiglio, anche tecnico.<br />
La speranza è quella di non leggere mai più<br />
articoli dal titolo «Ci sarebbe piaciuto aiutarla,<br />
invece dobbiamo ammettere la nostra<br />
sconfi tta» (letto in una testata nazionale<br />
nell’estate del 2007 in merito al presunto<br />
omicidio della propria fi glia da parte della<br />
madre).<br />
La diagnosi<br />
di Faringo<br />
tonsillite<br />
a cura della Dott. Giuseppe Migliori<br />
rubrica.otorino@fanoinforma.it<br />
Infiammazioni interessanti il distretto orale<br />
o orofaringeo in toto, accompagnate o meno<br />
da iperpiressia (febbre) definiscono le “faringo<br />
tonsilliti” che possono essere acute o<br />
croniche.<br />
Allo specialista Otorinolaringoiatra difficilmente<br />
afferiscono pazienti con forme acute<br />
di faringo tonsillite per le quali è prevalentemente<br />
referente il pediatra ma piuttosto<br />
quadri di faringo tonsillite ad andamento<br />
ricorrente – cronico.<br />
Da uno studio statistico del 1998 su 10.015<br />
casi di faringo tonsillite acute, si evidenzia<br />
come questa affezione interessi prevalentemente<br />
la fascia di età che va da 1 a 12<br />
anni e più in particolare colpisca il 19% dei<br />
bambini fra 1 e 3 anni, il 46% dei bambini<br />
dai 3 ai 6 anni, il 32% dei bambini fra i 6<br />
e i 12 anni e solo il 3% degli adolescenti<br />
maggiori di 12 anni.<br />
Quindi il 78% dei bambini fra i 3 e i 12 aa<br />
sono colpiti da episodi di faringotonsillite<br />
acuta.<br />
La causa di tale patologia è virale nel 70%<br />
dei casi e batterica nel restante 30%.<br />
E’ lungo l’elenco dei virus che possono determinare<br />
episodi di faringo tonsillite, dai<br />
Rhinovirus (responsabili anche dei comuni<br />
“ raffreddori”), a quello di Epstein Barr<br />
(responsabile anche della Mononucleosi),<br />
dell’HIV (AIDS) ma anche al più banale Enterovirus.<br />
Il grande numero e le loro grandi diversità<br />
hanno materialmente impedito la realizzazione<br />
di un vaccino che potesse essere efficace<br />
ma con scarsi effetti collaterali.<br />
Quindi solamente il 30% dei casi di “mal di<br />
gola con febbre” è causato da batteri che<br />
possono essere debellati da un adeguato<br />
trattamento antibiotico.<br />
Nei bambini il 15-30% dei casi di faringo<br />
tonsilliti batteriche vanno ricondotte al<br />
famigerato Streptococco beta emolitico di<br />
gruppo A (SBEA) responsabile di tante apprensioni,<br />
ripetuti esami e terapie iniettive<br />
poco gradite; negli adulti questa percentuale<br />
si abbassa al 5 – 17%.<br />
Poichè l’infezione da streptococco beta<br />
emolitico di gruppo A, se non correttamente<br />
tratta, può determinare complicazioni cosiddette<br />
“focali” (cioè a distanza) di una<br />
certa rilevanza, diviene importante poter<br />
effettuare una corretta diagnosi differenziale<br />
fra forma virali, meritevoli solamente<br />
di terapia sintomatica e forma batteriche<br />
da SBEA meritevoli invece di adeguato trattamento<br />
antibiotico.<br />
Sono innumerevoli gli studi che hanno cercato<br />
di individuare dei segni clinici, obiettivi<br />
o sintomatologici che potessero risolvere<br />
questo problema diagnostico. Oggi possiamo<br />
affermare serenamente che l’osservazione<br />
della bocca del nostro paziente e/o la sua<br />
sintomatologia o i segni di accompagnamento<br />
non ci permettono di formulare una<br />
diagnosi differenziale certa fra una faringo<br />
tonsillite virale piuttosto che batterica.<br />
La soluzione di questo quesito diagnostico<br />
quotidiano ma non banale è l’uso del RAD<br />
(test rapido per il rilevamento degli antigeni<br />
streptococcici) cioè di un tampone faringeo<br />
correlato ad una ricerca immuno enzimatica<br />
dello SBEA.<br />
Il test, che mostra una elevata specificità<br />
(maggiore del 90%) ed una buona sensibilità<br />
(maggiore dell’85%), è rapido ed eseguibile<br />
dal pediatra in ambulatorio con un<br />
grande risparmio di risorse, di tempo e di<br />
terapie non necessarie e/o dannose.<br />
fanoinforma.it<br />
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