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SPECIALE CONVEGNO<br />

Relazioni genitori-figli<br />

<strong>in</strong> situazioni particolari<br />

di Domenico Passafiume<br />

Professore Associato - Presidente del Corso di laurea <strong>in</strong> Servizio Sociale presso la Facoltà di Medic<strong>in</strong>a e Chirurgia<br />

Vorrei esam<strong>in</strong>are le relazioni<br />

tra genitori e figli da<br />

un punto di vista un po’ diverso<br />

dal solito. In che senso<br />

“diverso”? Nel senso di occuparci<br />

di questo rapporto <strong>in</strong> età<br />

adulta ed <strong>in</strong> situazioni di particolare<br />

sconvolgimento degli<br />

equ<strong>il</strong>ibri relazionali.<br />

I rapporti genitori-figli sembra<br />

che merit<strong>in</strong>o attenzione o che<br />

rivestano una problematicità<br />

<strong>in</strong>teressante per l’assistente<br />

sociale f<strong>in</strong>o a quando i figli<br />

sono “a carico” dei genitori, e<br />

più o meno f<strong>in</strong>o alla maggiore<br />

età; dopo di che, diventano<br />

più un argomento di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

sociologiche quando non di costume.<br />

A meno che non ci<br />

siano situazioni di handicap,<br />

nel qual caso <strong>il</strong> fuoco viene a<br />

spostarsi più su problemi oggettivi,<br />

che non di tipo relazionale.<br />

Si dà cioè per acquisito<br />

che tranne <strong>in</strong> situazioni di<br />

handicap, i rapporti genitorifigli,<br />

quando <strong>il</strong> figlio si rende<br />

autonomo anche economicamente<br />

dalla famiglia di orig<strong>in</strong>e,<br />

cessano di avere una <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca<br />

problematicità, perdendo<br />

di <strong>in</strong>teresse, ad eccezione<br />

dei casi <strong>in</strong> cui i genitori<br />

e figli si “elim<strong>in</strong>ano” a vicenda,<br />

casi nei quali di nuovo<br />

vengono considerati primari i<br />

cosiddetti motivi economici e<br />

di <strong>in</strong>teresse.<br />

Ammettiamo pure che da un<br />

certo “stadio” del processo<br />

evolutivo, i rapporti tra genitori<br />

e figli non present<strong>in</strong>o una<br />

problematica “<strong>in</strong>teressante”<br />

per l’Assistente Sociale: <strong>il</strong> figlio<br />

(figura precedentemente<br />

debole) acquisisce la propria<br />

autonomia ed <strong>in</strong>dipendenza;<br />

<strong>in</strong>oltre, se c’è accordo i rapporti<br />

sono <strong>in</strong> misura maggiore<br />

NEWS NEWS<br />

ABRUZZO<br />

o m<strong>in</strong>ore affettuosi, cordiali,<br />

di mutua soddisfazione e sostegno;<br />

<strong>in</strong> caso contrario, <strong>il</strong><br />

rapporto si allenta f<strong>in</strong>o all’<strong>in</strong>terruzione<br />

nei casi estremi.<br />

Voglio richiamare la vostra attenzione<br />

sulle situazioni <strong>in</strong> cui<br />

l’andamento normale, direi la<br />

“normalizzazione”, delle relazioni<br />

tra genitori e figli viene<br />

sconvolta. È ovvio che questo<br />

avviene per motivi traumatici<br />

che <strong>in</strong>terrompono e sovvertono<br />

quello che si pensa e si<br />

spera sia <strong>il</strong> normale e tranqu<strong>il</strong>lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo della vita ed <strong>il</strong><br />

succedersi delle diverse età.<br />

Quando gli avvenimenti scard<strong>in</strong>ano<br />

la normalità delle relazioni,<br />

le conseguenze possono<br />

essere sostanzialmente di due<br />

tipi: <strong>in</strong> un caso, c’è una sorta<br />

di regressione, ed i genitori ritornano<br />

al ruolo che avevano<br />

quando <strong>il</strong> figlio era piccolo;<br />

nell’altro caso, le relazioni si<br />

<strong>in</strong>vertono, ed <strong>il</strong> figlio assume<br />

quel ruolo di assistenza, protezione,<br />

riferimento che era<br />

stato dei genitori. Questi<br />

“stravolgimenti” possono essere<br />

temporanei e funzionali<br />

al superamento di difficoltà<br />

quali malattie, lutti, nascite,<br />

etc. Ci sono dei casi <strong>in</strong> cui, al<br />

contrario, non si tratta più di<br />

situazioni temporanee, bensì<br />

di sconvolgimenti dest<strong>in</strong>ati a<br />

durare molto a lungo se non<br />

<strong>in</strong>def<strong>in</strong>itivamente. Ciò richiede<br />

agli elementi della relazione<br />

di ristrutturare i rapporti<br />

<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i non previsti e<br />

per i quali non sono pronti;<br />

<strong>in</strong>oltre <strong>in</strong> questo sforzo, di solito,<br />

i soggetti della relazione<br />

sono soli.<br />

Due di queste situazioni limite<br />

serviranno per <strong>il</strong>lustrare<br />

quanto detto.<br />

Dunque, nella progressione<br />

delle relazioni genitori-figli,<br />

come abbiamo detto, si strutturano<br />

dei rapporti <strong>in</strong> certo<br />

qual modo paritari, <strong>in</strong> una relazione<br />

di rispetto e di reciproca<br />

autonomia. Il verificarsi,<br />

ad esempio, di un<br />

trauma cranico, o meglio, le<br />

conseguenze di un trauma cranico<br />

stravolge questa realtà.<br />

In relazione alla gravità, alla<br />

sede ed alla estensione della<br />

lesione cerebrale, <strong>il</strong> trauma<br />

cranico può comportare deficit<br />

motori più o meno gravi,<br />

deficit cognitivi che vanno<br />

dalla perdita della capacità di<br />

memorizzare nuove <strong>in</strong>formazioni<br />

alla amnesia totale, dal<br />

disturbo della concentrazione<br />

alla impossib<strong>il</strong>ità di mantenere<br />

l’attenzione su uno stimolo,<br />

f<strong>in</strong>o ad arrivare ad una<br />

vera e propria demenza di<br />

tipo traumatico (<strong>in</strong> passato,<br />

tipica quasi esclusivamente<br />

dei pug<strong>il</strong>i) con la perdita di<br />

tutte le funzioni cognitive.<br />

Spesso si <strong>in</strong>staurano disturbi<br />

del comportamento, che variano<br />

dalla apatia alla aggressività,<br />

e disturbi dell’emozione.<br />

Il trauma cranico<br />

spesso colpisce giovani adulti,<br />

ed i genitori <strong>in</strong>tervengono ovviamente<br />

f<strong>in</strong> dai primi momenti<br />

dell’evento, per assistere<br />

<strong>il</strong> figlio e dare supporto<br />

all’eventuale partner. A poco<br />

a poco l’atteggiamento dei genitori<br />

subisce un cambiamento,<br />

e se non c’è uno<br />

“stop”, si verifica una sorta di<br />

regressione della relazione: i<br />

genitori assumono nuovamente<br />

N. <strong>12</strong> - SETTEMBRE 2004 13

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