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2 L’EDITORIALE (continua da pag. 1) LAUREA A RISCHIO? Questa legge ha cambiato il profilo del welfare italiano, che non è più solo previdenza e sanità ma anche politica sociale che offre sostegno e aiuto alle persone lungo tutto l'arco della vita; valorizza pertanto le professioni del sociale, il no-profit ed il volontariato. Tutto ciò rischia di essere stravolto, se non annullato, dopo anni di faticosa e lenta conquista di spazi specifici che hanno contribuito enormemente all'affermazione dei diritti umani. Appare utile ricordare che con l'istituzione dell'Ordine Professionale (L. 84/93) l'attività dell'Assistente Sociale è diventata una professione sociale "che opera con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasi dell'intervento" ed è abilitata anche alla "dirigenza dei servizi ed allo svolgimento di attività didattico-formative (art. 1). Il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali ha redatto un documento sulla modifica del D.M. 509/99 e delle classi di laurea e condiviso da tutti gli Ordini Regionali nella giornata del 24 luglio, quale piattaforma comune di risposta al Governo su cui basare le trattative da intraprendere per conservare le specificità del nostro corso di laurea. Risulta oltremodo indispensabile la costruzione di una coalizione tra i diversi fronti in campo (accademico, politico, professionale e sindacale) al fine di avere maggiore risonanza e forza, per il raggiungimento degli obiettivi COMUNICAZIONE URGENTE NEWS ABRUZZO e degli interessi di parte. Il 28 luglio scorso il MIUR ha convocato un incontro con i Presidenti delle Conferenze dei Presidi di Facoltà, il CUP, gli Ordini Professionali, il sottosegretario Sen. Maria Grazia Siliquini, per discutere sull'accorpamento delle classi di laurea alla luce delle modifiche del D.M. 509/99. 1 molti input lanciati dall'Ordine sembrano aver trovato rispondenza; l'incontro ha dato un segnale di svolta verso un lavoro di concertazione, confermando le proposte dell'Ordine e la loro legittimità. È tuttavia opportuno non abbassare la guardia, dal momento che nulla è ancora definito formalmente. Infatti è a partire da settembre che verranno convocati tavoli di studio e commissioni tecniche di confronto per aree disciplinari, con rappresentanti sia delle professioni sia del mondo universitario. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali ha deliberato, relativamente al fenomeno delle aggressioni ad assistenti sociali, sia di organizzare una manifestazione di denuncia e di riflessione (di cui si darà informazione più dettagliata non appena la Commissione apposita ne avrà ultimato il programma) sia di presentare un dossier “nel quale… confluiscano testimonianze… di colleghi, denunce formali… presentate alle amministrazioni e agli organi giudiziari, illustrazione di casi particolarmente significativi: tale materiale deve consentire di trarre utili indicazioni in merito alle funzioni attribuite agli assistenti sociali (più o meno debitamente) e dagli stessi svolte, all’organizzazione dei servizi (e quindi anche ai carichi di lavoro gravanti sui colleghi), alle garanzie per la tutela messe in atto dalle amministrazioni di dipendenza (tutela fisica nelle sedi di lavoro, tutela legale), alle responsabilità sindacali relative alla materia”. Il Consiglio regionale, non disponendo di materiale utile ai fini indicati e ritenendo entrambe le iniziative necessarie in questo momento di nuovo fragile e fortunoso per la professione (si pensi oltre alle aggressioni fisiche anche alla proposta di modifica della legge n. 509/99 per l’accorpamento delle classi di laurea, anch’essa aggressione volta però a cancellare ogni specificità della professione), attende il contributo di tutte/i e ringrazia. Il Consiglio regionale dell’Ordine Periodico quadrimestrale dell’Ordine degli Assistenti Sociali Consiglio Regionale d’Abruzzo via Costa Masciarelli 47/49 - 67100 L’Aquila tel. 0862/401843 - fax 0862/480455 sito internet: www.orasabruzzo.it e-mail: info@orasabruzzo.it orari di apertura sede: lunedì (16-18) - martedì e giovedì (10-12) Iscrizione Registro Giornali del Tribunale dell’Aquila n. 469 del 28.6.2000 Presidente Filomena Cioppi Direttore responsabile Antonio Di Muzio Comitato di redazione Rachele Bergantino, Filomena Cioppi, Luana D’Antonio, Patrizia Di Benedetto, Maddalena Iavolato, Giampiero Petrucci Segreteria di redazione Luana D’Antonio Hanno collaborato Paola De Riù, Domenico Passafiume, Raffaella Peroni, Maria Cristina Truppi a questo numero Malta Zugaro Impaginazione e stampa Gruppo Tipografico Editoriale - Via Castiglione 29 - 67100 L’Aquila News Abruzzo è uno spazio di confronto e di informazione. In esso possono essere pubblicati articoli che i lettori vorranno inviare al Consiglio di questo ordine Professionale, Costa Masciarelli, 47/49 - 67100 L’Aquila. Gli elaborati non devono superare le due cartelle dattiloscritte. Essi devono pervenire, firmati e corredati dell’indirizzo e del recapito telefonico dell’autore, entro quindici giorni antecedenti la fine di ogni quadrimestre, in formato dattilografo, su floppy disk oppure via e-mail al seguente indirizzo: adimuzio@hotmail.com. La redazione si riserva di pubblicare gli scritti che resteranno di proprietà dell’Ordine e, pertanto, non saranno restituiti i supporti informatici (dischetti) e le relative stampate. LE COMMISSIONI ED I RELATIVI REFERENTI • Commissione stampa: Patrizia Di Benedetto, Maddalena Iavolato, Laura Tartaglia, Fausta De Rosa. Referente: Rachele BERGANTINO (cell. 328.9210756). • Commissione Rapporti con le Università, Formazione, Esami di Stato, Libera Professione: Cristina Gabriele, Laura Tartaglia, Fausta De Rosa. Referente: Giuseppina MARCHESANI (cell. 348.8294486). • Commissione Tutela e Deontologia Professionale, Regolamento Interno e Disciplinare: Rachele Bergantino, Maddalena Iavolato, Giuseppina Marchesani, Maria Palleschi. Referente: Patrizia DI BENEDETTO (cell. 339.7759692). • Commissione Settore Sociale e sanitario: Rossana Giancola, Giuseppina Marchesani. Referente: Malta ZUGARO (cell. 349.6605569). N. 12 - SETTEMBRE 2004 NEWS NEWS ABRUZZO
SPECIALE CONVEGNO Uno sguardo alla famiglia di oggi Introduzione agli atti del convegno di Filomena Cioppi Presidente Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Abruzzo Perché la famiglia il tema di questo nostro incontro? Semplicemente perché rimane la trama di fondo – pur variandone l’intreccio dei fili – con cui qualsiasi operatore del sociale deve riconfrontarsi direttamente e indirettamente e nell’agito e nel pensato professionale. Ed oggi della famiglia andremo a guardare e a riconsiderare sia alcune facce del bisogno, sia le metodiche di lettura e di intervento per le situazioni problematiche, e sia, infine, le risorse. Le trasformazioni della famiglia in Italia vanno ricondotte a quelle intervenute nei Paesi europei d’occidente, negli ultimi 30 anni, di carattere demografico, sociale, culturale, il cui senso unificante è la messa in discussione della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio e prole numerosa. Trasformazioni che ormai conosciamo bene: calo e ritardo dei matrimoni, riduzione delle nascite, aumenti delle convivenze, crescita delle separazioni e dei divorzi, diffusione di una gamma di forme familiari, di cui alcune derivate dalla rottura coniugale (famiglie con un solo genitore, famiglie ricomposte, persone che vivono sole) e altre passate dal “di fatto” alla richiesta di riconoscimento giuridico, come le famiglie gay. Due sono le ragioni più forti e significative di tali cambiamenti. La prima è certamente legata alla “deistituzionalizzazione” della famiglia medesima: è venuta meno cioè la coincidenza tra espressione NEWS NEWS ABRUZZO del sentimento amoroso e istituto matrimoniale, grande conquista della società moderna, affermandosi la rivendicazione del diritto del singolo a decidere in modo autonomo della propria vita (sessuale, affettiva, procreativa). È questo diritto, unito al desiderio di autorealizzazione, che ha costituito una molla potente nel mutamento, e verso la crescente fragilità coniugale, e verso appunto la diffusione di forme di coppia diverse da quelle previste sia dall’istituto matrimoniale che dal matrimonio canonico. La seconda ragione è relativa al cambiamento di status delle donne: matrimonio e figli non sono più l’unico destino femminile, che tra l’altro presupponevano, rinforzandola, l’inferiorità sociale femminile (e non tanto indietro nel tempo, anche quella giuridica). Di qui il rifiuto di un modello che ha tanto contribuito alla costruzione e al mante- nimento delle asimmetrie di genere. In questo quadro, l’Italia (insieme con altri Paesi mediterranei) occupa un posto particolare che si situa cioè fra tradizione e post modernità. Infatti, da una parte quello preferito rimane, per i più giovani, il modello familiare del matrimonio, oltre che crescere,controtendenzialmente agli altri Paesi europei, il numero dei giovani che prolungano la permanenza nella famiglia d’origine (per motivi economici e culturali); ma dall’altra, anche in Italia, si vanno affermando nuove forme di vita familiare, in ritardo e con incidenza inferiore rispetto ad altri Paesi europei occidentali (esempio unioni di fatto che non raggiungono il 2%). Altresì è vero che aumentano le percentuali di chi, specie tra i giovani, ha vissuto prima del matrimonio una convivenza coniugale (oltre il 10%). Altro dato è l’aumento dei nati fuori dal matrimonio (il 10% del totale delle nascite), figli di coppie di fatto (che spesso poi si sposano). Crescono le rotture coniugali in modo progressivo e costante con l’aumento perciò di altre forme familiari: adulti che vivono soli, famiglie monogenitoriali, famiglie ricostituite nel modo più vario. Va cambiando, infine, sebbene più lentamente, la divisione dei compiti all’interno della famiglia: dati Istat recenti indicano come quasi la metà di madri di bambini in età prescolare ha un lavoro retribuito, mentre 1/5 dei padri giovani accudisce con regolarità i figli piccoli. Forse è iniziato un indirizzo nuovo per la famiglia e per le famiglie italiane. N. 12 - SETTEMBRE 2004 3
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