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forse è il racconto della vita<br />
del protagonista?) è tanto<br />
vago quanto affascinante.<br />
Journey è minimalismo in<br />
forma di videogioco. E, nonostante<br />
rischi di essere<br />
stucchevole, una rappresentazione<br />
dello snobismo, il<br />
minimalismo ha per definizione<br />
il pregio della sintesi.<br />
Dire poco e dirlo bene è un<br />
atto rivoluzionario in un<br />
mondo come quello della<br />
cultura popolare, in cui tutto<br />
funziona secondo la regola<br />
del “more is more”. Uno dei<br />
più tristi difetti della cultura<br />
geek è l’incapacità di apprezzare<br />
il mistero, di capire perché<br />
le pause e i silenzi sono<br />
importanti, di non sapere<br />
apprezzare la sintesi.<br />
Il minimalismo di Journey<br />
non è solo tematico, ma si<br />
estende anche alla parte giocata:<br />
il giocatore può camminare,<br />
scivolare sulla sabbia,<br />
saltare ed emettere suoni.<br />
Una levetta e due tasti sono<br />
gli unici strumenti che Journey<br />
fornisce. Con questa limitata<br />
tavolozza si risolvono<br />
enigmi, si intessono conversazioni<br />
e, in genere, si affronta<br />
una delle più potenti<br />
esperienze di esplorazione<br />
della storia dei videogiochi.<br />
Riducendo tutto all’osso,<br />
Journey è un platform. Il<br />
salto diventa presto una<br />
sorta di breve volo o planata,<br />
e gran parte degli ostacoli<br />
vanno affrontati usando<br />
questa abilità. Il senso fisico<br />
della vertigine è reso perfettamente,<br />
ed è centellinato<br />
con cura. In Journey non c’è<br />
la solita progressione dei<br />
platform, con salti sempre<br />
più difficili o esigenti. Piuttosto,<br />
i designer scelgono sempre<br />
di fare uno scarto subito<br />
dopo aver presentato una<br />
variazione alle meccaniche<br />
di base. Nuove idee vengono<br />
introdotte e scartate subito<br />
prima che diventino prevedibili.<br />
I poteri del proprio avatar<br />
vengono rimossi o<br />
amplificati per creare un<br />
senso quasi tattile del fallimento<br />
o dell’apoteosi. Descrivere<br />
in dettaglio queste<br />
variazioni distruggerebbe il<br />
senso di scoperta che è alla<br />
base di Journey, ma basti<br />
dire che difficilmente si è<br />
visto un gioco con un tale disprezzo<br />
per ciò che è efficiente.<br />
Due elementi, in particolare,<br />
danno profondità a<br />
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