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games | Review<br />
Scelte, decisioni. Nulla è più soggettivo. Mass<br />
Effect ha fatto di questa soggettività la sua<br />
raison d'être. Inserito il disco conclusivo della<br />
trilogia è, allora, normale ripensare alle esperienze<br />
passate, rispolverare quei ricordi che i<br />
mesi di attesa hanno solo in parte offuscato. Realizzi<br />
subito, però, che Mass Effect 3 non è qui per farti rivivere<br />
le stesse emozioni che provasti alla lettura di<br />
quell'incipit starwarsiano; quello sì, da brivido lungo<br />
la schiena. Mass Effect 3 è qui per un'altra ragione:<br />
chiudere l'avventura del Comandante Shepard. Ed è<br />
tempo di salvarla, quella galassia. Non più di ammirarla.<br />
Emozioni diverse, dunque, ma comunque emozioni.<br />
Mass Effect 3 non ha certo l'impatto che ebbe il primo<br />
episodio nel 2007. In quel caso, le conseguenze del-<br />
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l'esperienza ludica sul fruitore riflettevano appieno le<br />
vicende narrate; lo stupore e la meraviglia dei primi<br />
minuti di gioco erano simili a quelli che, probabilmente,<br />
vivremmo se l'uomo facesse una scoperta<br />
tanto importante come quella dei portali galattici, i<br />
cosiddetti mass relay. Il transfert verso il giocatore era<br />
fortissimo, insomma, e lo è anche oggi, ma per ragioni<br />
e con modalità diverse. Poco importa, potremmo dire,<br />
se hai già giocato i primi due episodi o ti stai immergendo<br />
per la prima volta nell'universo creato da Bio-<br />
Ware: se stai creando da zero il tuo (o la tua)<br />
Comandante Shepard, sarai già costretto ad affrontare<br />
una scelta che modificherà l'esperienza di gioco; e ovviamente,<br />
l'importazione dei salvataggi dai prequel<br />
avrà conseguenze ben più profonde, nel bene e nel<br />
male. Ancora una volta: soggettività.