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RELAZIONE TECNICA – GEOLOGICA E SEDIMENTOLOGICA<br />

1 – Premesse<br />

La costa calabrese, come del resto buona parte delle coste italiane, è da tempo<br />

soggetta a un fenomeno di arretramento le cui cause vengono di volta in volta<br />

attribuite a complessi fenomeni meteomarini, alle variazioni climatiche, all’effetto<br />

serra, alle azioni antropiche e, più in generale alle modificazioni ambientali.<br />

In effetti si tratta di fenomeni ancora mal conosciuti nella loro dinamica<br />

globale, ma i cui effetti, sono abbastanza noti per le pesanti conseguenze<br />

economiche che si riflettono sugli assetti urbanistici, sui trasporti, sull’economia e<br />

particolarmente su quella che ha per base il turismo costiero e la balneazione.<br />

Nella forma più semplice, la dinamica del fenomeno si sviluppa sotto forma di<br />

deficit tra il materiale solido che i corsi d’acqua trasportano fino al mare e quello<br />

che il moto ondoso e le correnti di deriva litoranea (long shore) allontanano dalla<br />

cosiddetta spiaggia sommersa per depositarlo su fondali la cui profondità è tale da<br />

consentire interazioni con l’equilibrio idrodinamico costiero solo in tempi<br />

geologici.<br />

Tentativi, più o meno riusciti, di porre rimedio al fenomeno sono stati attuati<br />

un po’ ovunque, per cui ormai la casistica e le tipologie di intervento sono<br />

abbastanza numerose ancorché non sempre risolutive, particolarmente quando gli<br />

interventi sono stati eseguiti per tamponare situazioni di emergenza .<br />

Il D. Lgs. n. 112/1998, in materia di decentramento, attribuisce alla <strong>Regione</strong> il<br />

compito di protezione e osservazione delle zone costiere, individuandoli nella<br />

programmazione, nella pianificazione e nella gestione integrata degli interventi di<br />

difesa delle coste e degli abitati costieri. Anche la legge n. 183/1989 in materia di<br />

difesa del suolo, ripresa della L.R. n. 9/1993 e dalla L.R. n. 13/1999, afferma il<br />

principio in base al quale le attività programmatorie, connesse alla pianificazione<br />

di bacino, devono tendere, tra l’altro, alla protezione delle coste e degli abitati<br />

dall’invasione e dall’erosione delle acque marine.<br />

A fronte di ciò la <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong> ha dato mandato ad un gruppo di<br />

specialisti del settore, coordinato dal Segretario Generale dell’Autorità di Bacino,<br />

di effettuare un’indagine conoscitiva su delle aree campione distribuite su tutto il<br />

territorio regionale e che presentano problemi connessi con i fenomeni di erosione<br />

costiera.<br />

1


In particolare dalle conclusioni della sopraccitata indagine relativa all’ area<br />

campione n. 19 all’interno della quale ricade il comune di Brancaleone, si evince<br />

che la fascia costiera soggetta ad erosione e che interessa il centro abitato misura<br />

un sviluppo longitudinale di circa 4,5 km.<br />

Dal monitoraggio della linea di costa nell’ arco temporale che va dal 1998 al<br />

2003 è emerso che:<br />

- per i tratti situati a nord e a sud dell’area indagata, l’erosione media è<br />

risultata dell’ordine di 2,5 m/anno;<br />

- la parte centrale, prospiciente l’abitato, è rimasta sostanzialmente<br />

stabile del quinquennio analizzato.<br />

Dallo studio sul trasporto solido condotto, sempre a cura dell’Autorità di<br />

Bacino, sulle fiumare che interessano il territorio comunale di Brancaleone è<br />

emerso che gli apporti solidi veicolati verso la foce dalla fiumara di Bruzzano si<br />

aggirano intorno ai 30.000 metri cubi all’anno mentre quelli della fiumara Altalia<br />

sono di circa 4.000 metri cubi annui.<br />

I risultati su modello, relativi al trasporto solido marino hanno evidenziato,<br />

inoltre, un scompenso di circa 5.000 metri cubi anno, per cui si evince che sarà<br />

necessario procedere, prima di ogni altra cosa, al ripristino del trasporto solido<br />

fluviale con interventi finalizzati a veicolare verso la foce tutto quanto le<br />

sopraccitate fiumare sono in grado di movimentare.<br />

Nella sottostante figura vengono riportati i risultati ottenuti da ricostruzioni<br />

su modello matematico esteso al quinquennio 1998 – 2003 ottenuti dal gruppo di<br />

specialisti incaricato. In essa sono evidenziati in rosso i tratti di spiaggia soggetti<br />

ad erosione ed in verde i tratti di spiaggia che il trasporto solido, movimentato<br />

dalle correnti marine, ha contribuito a ricostituire.<br />

2


Il lungo mare, che si estende per circa 1,3 km davanti al centro abitato è stato<br />

realizzato sulla spiaggia occupandone parte dell’arenile. Esso è caratterizzato, in<br />

atto, da dissesti localizzati, con evidenti segni di sifonamento delle strutture<br />

fondali del muro di sostegno posto sul lato di valle: quest’ultimo risulta, infatti,<br />

privo di qualsiasi di opera difesa verso mare.<br />

L’assenza di ogni opera di difesa comporta, in occasione delle mareggiate<br />

invernali l’ingressione marina sulle strutture urbane ivi esistenti.<br />

L’ostacolo al libero deflusso costituito dalla presenza del muro, a causa<br />

dell’elevata riflessione generata dalle onde che nei periodi di forte mareggiata su<br />

di esso vanno a frangersi è stata, molto probabilmente, la causa dei fenomeni<br />

erosivi riscontrati lungo il tratto di arenile interessato dalle opere di difesa.<br />

Una parete a profilo verticale posta nelle direzione del flusso determina,<br />

infatti, una significativa amplificazione, per riflessione, delle onde esaltando i<br />

processi erosivi per trasporto trasversale con il conseguente allontanamento del<br />

materiale solido verso il largo.<br />

A fronte di quanto appena evidenziato l’Amministrazione Comunale di<br />

Brancaleone ha ottenuto, dalla <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong>, un finanziamento di 900.000,00<br />

euro finalizzato alla realizzazione delle opere necessarie alla riqualificazione<br />

dell’arenile antistante il centro abitato.<br />

A fronte di ciò la stessa ha pubblicato un Avviso Pubblico per il conferimento<br />

dell’incarico a professionisti eterni per la redazione della relativa progettazione.<br />

3


Al bando ha partecipato l’A.T.P. costituita dagli ingg. Saverio Infantino,<br />

Vincenzo Freno e dal geol. Patrizio Iacopino che è rimasta anche aggiudicataria<br />

dell’incarico.<br />

4


2 – Indagini e ricognizioni preliminari<br />

Considerata la particolare problematica da affrontare e lo stato di rischio che<br />

caratterizza l’arenile antistante il centro abitato di Brancaleone, i tecnici incaricati<br />

hanno ritenuto che fosse necessario acquisire, prima di ogni altra cosa, i dati<br />

conoscitivi di base necessari per poter effettuare uno studio basato su dati certi<br />

per, poi, passare alla fase progettuale delle opere da eseguire.<br />

In particolare è stata evidenziata la necessità di acquisire:<br />

- rilievi batimetrici, topografici e sedimentologici;<br />

- studi meteomarini;<br />

- studi sul trasporto litoraneo.<br />

Gli interventi da progettare, in coerenza con quanto previsto nel Piano per<br />

l’Assetto Idrogeologico e le linee guida della Misura 1.4a, saranno finalizzati alla<br />

realizzazione di opere di prevenzione e mitigazione del rischio di erosione uniti ad<br />

opere di risanamento per la riduzione del rischio ed al suo contenimento entro<br />

livelli programmabili.<br />

Tali obiettivi saranno perseguiti mediante interventi strutturali tendenti ad<br />

aumentare la difesa e protezione delle strutture urbane e degli insediamenti<br />

turistici che si trovano lungo l’arenile che, perdurando così le cose, sono quasi<br />

sicuramente suscettibili di essere coinvolti in fenomeni di erosione della costa.<br />

Il progetto prevede, quindi, la realizzazione di opere strutturali di difesa e<br />

protezione delle coste intergate da azioni di ripascimento da eseguire mediante il<br />

riutilizzo dela materiale proveniente dallo scanno sottocosta e, nel caso non<br />

bastasse con altro materiale compatibile da reperire da apposite cave o da scolmi<br />

autorizzati delle vicine fiumare alla luce di quanto accennato in premessa.<br />

Si cercherà così di raggiungere condizioni di equilibrio e di ottenere, nello<br />

stesso tempo, il recupero di un ambiente fisico già da tempo destinato ad attività<br />

turistica.<br />

5


3 – Aspetti generali connessi al trasporto solido litoraneo<br />

La prima cosa da fare per lo studio di un intervento mirato alla protezione e/o<br />

alla salvaguardia di un litorale consiste nell'individuare i fenomeni evolutivi che<br />

hanno determinato le attuali condizioni dei litorale e che probabilmente ne<br />

condizioneranno l'evoluzione futura.<br />

L' individuazione di tali fenomeni e la conseguente formulazione di uno<br />

schema generale di evoluzione dei litorale, dei quali ci si servirà per identificare la<br />

tipologia degli interventi che andranno eseguiti, costituisce sicuramente la parte<br />

più delicata dello studio perché da essa dipendono gran parte delle scelte<br />

progettuali future. L'impostazione e l'esecuzione di uno studio di questo tipo non<br />

può prescindere dalla conoscenza dei fenomeni fisici che determinano il trasporto<br />

dei sedimenti.<br />

Nel presente capitolo viene, pertanto, fornita una descrizione qualitatíva di tali<br />

fenomeni con l'obbiettivo di pervenire ad una schematizzazione dei processi<br />

applicabile per uno studio di evoluzione dei litorali.<br />

3.1 - Morfodinamica.<br />

Con tale termine si intende l'evoluzione spazio-temporale di una forma<br />

morfologica.<br />

In particolare si possono individuare tre fasi fondamentali di uno studio<br />

rivolto alla modifica dei fondali:<br />

• idrodinamica;<br />

• trasporto solido iniziale,<br />

• morfodinamica.<br />

E' importante sottolineare che il passaggio dal trasporto solido iniziale alla<br />

morfodinamica costituisce una delle frontiere della ricerca che opera nel settore.<br />

Una delle principali difficoltà che si incontrano nello studio della morfodinamica<br />

dei fondali è causata dall'elevato grado di non linearìtà dei processi fisici<br />

coinvolti. Conseguentemente, modesti errori nella definizione delle condizioni al<br />

contorno possono amplificarsi nel tempo causando il divergere della soluzione<br />

ipotizzata da quella reale.<br />

E' evidente che la riproduzione completa su modello, matematico o fisico, dei<br />

processi legati alla morfodinamica dei fondali richiede quindi una completa<br />

6


descrizione dell'idrodinamica, delle proprietà dei materiale di fondo e dei<br />

fenomeni di interazione tra matrice fluida e solida.<br />

3.2 - Idrodinamica<br />

Lo studio della morfodinamica dei litorali si dífferenzia da quella fluviale<br />

principalmente per la parte idrodinamica, che costituisce "il motore" dei processo<br />

"trasporto solido".<br />

Prendendo in esame la circolazione media (media lungo la verticale e nel<br />

tempo) che si instaura lungo un litorale soggetto all'azione di un moto ondoso<br />

incidente da largo si evidenzia quanto di seguito.<br />

Prima della zona dei frangenti e in assenza di correnti di base pre-esistenti, le<br />

onde di oscillazione sono caratterizzate da un trasporto di massa estremamente<br />

modesto. Questo trasporto è così modesto che per le applicazioni di ingegneria<br />

viene generalmente trascurato.<br />

Tuttavia le onde di oscillazione trasportano nella loro propagazione energia<br />

(cinetica + potenziale, complessivamente proporzionale al quadrato dell'altezza<br />

d'onda): l’energia totale media per unità di superficie di un’onda è, infatti, pari<br />

alla somma dell’energia potenziala e dell’energia cinetica la cui espressione è:<br />

1 2<br />

E= ⋅ ρ ⋅ g ⋅ H ⋅ L<br />

8<br />

Quando il rapporto tra l'altezza d'onda e il tirante idrico locale assume valori<br />

prossimi all'unità, avviene il frangimento delle onde. Il frangimento determina<br />

una sostanziale modifica delle caratteristiche delle onde che da onde di<br />

oscillazione diventano onde di traslazione alle quali risulta associato un elevato<br />

trasporto di massa.<br />

Al frangimento delle onde è associata la produzione di una elevata turbolenza<br />

nella corrente fluida che determina, tra l'altro, la dissipazione di energia delle<br />

onde.<br />

Inoltre questa turbolenza determina la messa in sospensione del materiale di<br />

fondo il quale viene trasportato dalla stessa corrente generata dalle onde frangenti.<br />

Gran parte del trasporto solido litoraneo risulta quindi compreso tra la zona dei<br />

frangenti e la linea di costa.<br />

La "fascia" o "zona" costiera dove avviene il trasporto solido litoraneo prende<br />

il nome di "zona attiva". L'estensione verso il largo della zona attiva dipende dalla<br />

7


posizione della linea dei frangenti. Generalmente nei nostri mari questa zona è<br />

compresa tra la linea di battìgia e la batimetrica –10/-15 m s.l.m.m.<br />

Lungo un litorale possono essere distinti due sistemi di correnti: un sistema<br />

longitudinale (longshore - parallela alla costa) ed un sistema trasversale (rip -<br />

ortogonale alla costa). L'intensità della corrente longitudinale dipende<br />

principalmente dai seguenti fattori:<br />

• altezza delle onde al frangimento;<br />

• angolo formato tra la direzione di propagazione delle onde e la normale alla<br />

linea di costa.<br />

Evidentemente sia l'altezza delle onde che la loro direzione al frangimento<br />

dipendono dai fenomeni evolutivi subiti dalle onde nella loro propagazione da<br />

largo verso riva e che sono essenzialmente i seguenti:<br />

• rifrazione;<br />

• shoaling;<br />

• diffrazione.<br />

In alcuni casi l'evoluzione delle onde nella zona costiera può essere<br />

influenzata dal processo generativo dovuto al vento e dalle dissipazioni di energia<br />

per attrito sul fondo.<br />

In conclusione si può affermare che la circolazione costiera è causata<br />

prevalentemente dal moto ondoso frangente. I campi di velocità medi (nel tempo)<br />

integrati lungo la verticale permettono di distinguere un sistema di corrente diretto<br />

parallelamente alla linea di costa interrotto da correnti trasversali, dirette verso il<br />

largo.<br />

3.3 -Trasporto solido<br />

Come si può intuire da quanto esposto nel paragrafo precedente, lo studio dei<br />

trasporto solido costiero risulta particolarmente complesso perchè è complessa<br />

l'idrodinamica che lo governa. Allo scopo di pervenire ad una valutazione<br />

quantitativa delle variazioni dei fondo marino, si è soliti suddividere il trasporto<br />

solido costiero in due componenti principali individuate sulla base delle direzioni<br />

dominanti assunte dal trasporto stesso:<br />

• trasporto solido trasversale alla linea di battigia (cross-shore);<br />

• trasporto solido longitudinale parallelo alla linea di battigia (Iongshore).<br />

8


Il trasporto solido trasversale è causato principalmente dalla velocità orbitale<br />

delle particelle idriche indotta dalle onde di oscillazione e dalla corrente di<br />

ritorno, mentre il trasporto solido longitudinale è causato dalla corrente<br />

longítudinale indotta dalle onde frangenti.<br />

A causa del fenomeno di shoaling (diminuzione della lunghezza e aumento<br />

dell'altezza delle onde), l'altezza delle onde tende ad aumentare al diminuire della<br />

profondità fino a raggiungere una condizione di instabilità che determina il<br />

frangimento delle onde in corrispondenza a tiranti idrici dello stesso ordine di<br />

grandezza della loro altezza. Nella zona dei frangenti l'altezza d'onda diminuisce a<br />

causa delle dissipazioni di energia dovute alla turbolenza presente nelle onde<br />

frante.<br />

La variazione di altezza d'onda al diminuire della profondità è accompagnata<br />

da corrispondenti variazioni delle velocità orbitali delle particelle idriche sul<br />

fondo che raggiungono un valore massimo in corrispondenza della linea dei<br />

frangenti. In condizioni di acqua profonda la velocità delle particelle idriche sul<br />

fondo è pressocchè nulla e quindi non è in grado di muovere i sedimenti.<br />

In acqua bassa all'aumentare della velocità orbitale delle particelle sul fondo si<br />

osserva progressivamente:<br />

trasporto solido di fondo (bed load);<br />

trasporto solido in sospensione (sediment suspension) in prossimità delle<br />

forme di fondo tipo “ripples";<br />

trasporto solido laminare (sheet flow) e scomparsa delle forme di fondo.<br />

Nella zona dei frangenti l'elevata turbolenza indotta dalle onde aumenta<br />

notevolmente il trasporto solido in sospensione. Nella zona di riva il trasporto<br />

solido è di tipo laminare.<br />

La complessa interazione tra i sedimenti e il fluido è causata, oltre che dal<br />

moto oscillatorio delle particelle idriche, anche da altri fattori secondari quali ad<br />

esempio le variazioni dei livello medio maríno indotte dalla marea, dall'azione del<br />

vento (wind set-up) e dalle onde frangenti (wave set-up), l'effetto delle onde<br />

stazionarie (causate da fenomeni di riflessione), delle onde di lungo periodo e<br />

della pendenza locale del fondale che influisce sulla stabilità dei sedimenti.<br />

3.4 Schema generale per l'impostazíone e l'esecuzione dello studio sulla<br />

dinamica del un litorale<br />

9


Fase 1: Analisi preliminare<br />

Reperimento della cartografia attuale e pregressa e analisi storica dei litorale e<br />

della batimetria costiera;<br />

Reperimento di studi già eseguiti sul litorale;<br />

Reperimento dei dati esistenti sulle caratteristiche meteomarine e<br />

sedimentologiche dei litorale;<br />

Individuazione dell'unità fisiografica;<br />

Individuazione dei morfotipi costieri;<br />

Individuazione delle sorgenti di afflusso e di perdita di materiale solido;<br />

Osservazioni visive;<br />

Individuazione di possibili elementi per la calibrazione di un modello di<br />

evoluzione costiera;<br />

Individuazione della necessità di eseguire eventuali campagne di misura in<br />

campo.<br />

Fase 2: Analisi delle caratteristiche meteomarine e sedimentologiche del<br />

litorale<br />

Esecuzione di eventuali campagne di misura in campo per il reperimento di<br />

dati integrativi sulle caratteristiche meteomarine e sedimentologiche dei litorale e<br />

per la calibrazione di un modello di evoluzione costiera;<br />

Regime dei venti,<br />

Variazione dei livelli idrici;<br />

Correnti costiere di origine mareale;<br />

Regime del moto ondoso (clima) e statistica degli eventi estremi,<br />

Caratteristiche sedimentologiche;<br />

Apporti solidi fluviali,<br />

Movimentazione dei sedimenti per via eolica.<br />

Fase 3: Formulazione di uno schema evolutivo dei litorale<br />

Valutazione della direzione dei flusso di energia medio longitudinale per<br />

alcune sezioni del litorale;<br />

Valutazione dei bilancio globale dei sedimenti nella zona di interesse;<br />

Calibrazione di un modello di evoluzione costiera<br />

Applicazione dei modello di evoluzione per la ricostruzione dell'evoluzione<br />

storica dei litorale.<br />

Fase 4: Individuazione della tipologia degli interventi da eseguire<br />

10


Analisi critica delle possibili tipologie di intervento;<br />

Applicazione/i dei modello di evoluzione in presenza delle tipologie di<br />

intervento selezionate per la previsione dell'evoluzione futura dei litorale;<br />

Scelta delle tipologie di intervento;<br />

Individuazione della sequenza temporale ottimale per la realizzazione delle<br />

opere;<br />

Individuazione di un programma di monitoraggio del litorale.<br />

Fase 5: Progettazione esecutiva degli interventi.<br />

11


4) CARATTERIZZAZIONE DELLE UNITA' FISIOGRAFICA<br />

4.1 - Introduzione<br />

Le spiagge, presenti in natura con forme planimetriche varie e particolarì (es.<br />

lingue, tomboli, cuspidi), sono classificate in base alle caratteristiche<br />

sedimentologiche (mineralogiche e granulometriche) e topobatimetriche, ricavate<br />

in base ad opportune indagini, come indicato nel seguito.<br />

Il profilo trasversale di una spiaggia presenta fasce e morfotipi caratteristici: la<br />

spiaggia propriamente detta è la fascia compresa tra il livello di bassa marea ed il<br />

primo brusco cambiamento geomorfologico terrestre (es.la duna), ma in senso lato<br />

essa abbraccia anche il profilo sommerso. L'elemento distintivo più rilevante è<br />

forse la linea di spiaggia o di riva o di battigia, confine sempre mutevole tra terra<br />

e mare, compreso nella fascia di "bagnasciuga" tra il livello di bassa marea e la<br />

quota di massima risalita dell'onda. La linea di spiaggia è infatti soggetta a<br />

variazioni temporali che vanno dal periodo di un onda (pochi secondi) alle ere<br />

geologiche.<br />

Dal punto di vista dell'evoluzione a medio - lungo termine del litorale, essa<br />

riveste il maggiore interesse. E’ quindi necessaria l'analisi della cartografia storica<br />

ed attuale (basata su affidabili rilievi planimetrici) estesa per tratti di lunghezza<br />

finita, distinti secondo i criteri di seguito descritti.<br />

E' comunque importante sottolineare ancora la intrinseca mutevolezza di<br />

questa posizione e la dinamicità della fascia litoranea, area destinata al “libero<br />

sfogo” del mare.<br />

4.2 Definizione dell’unità fisiografica.<br />

I litorali sono contraddistinti da una successione di tratti più o meno lunghi,<br />

denominati "unità fisiografiche", ove i sedimenti che formano o contribuiscono a<br />

formare la spiaggia presentano movimenti "confinati" all'interno di ciascuna unità,<br />

poiché gli scambi con le spiagge limitrofe sono nulli o comunque caratterizzati da<br />

quantitativi di flusso trascurabili. Dal punto di vista ingegneristico essa<br />

comprende in pratica la zona di influenza di ogni intervento realizzato al suo<br />

interno.<br />

L’individuazione dell’unità fisiografica deriva dalla necessità di definire i<br />

limiti (in generale non invariabili) all’interno dei quali sviluppare gli studi degli<br />

effetti evolutivi della dinamica costiera. L’identificazione dell'unità fisiografica<br />

12


viene condotta sulla base dei seguenti fattori che consentono di investigare le<br />

cause e gli effetti dei trasporto solido:<br />

individuazione delle zone di erosione e di deposito attraverso rilievi<br />

topografici, batimetrici ed aerofotogrammetrici;<br />

caratteristiche sedimentologiche della fascia costiera;<br />

analisi degli apporti solidi fluviali;<br />

analisi dei regimi delle maree e della variazione nel tempo della escursione del<br />

livello medio marino;<br />

esposizione del paraggio al moto ondoso;<br />

analisi d’insieme dei fenomeni di trasporto solido litoraneo;<br />

elementi antropici di impatto sul litorale.<br />

La prima caratterizzazione dell’unità fisiografica è condotta in funzione della<br />

morfologia costiera.<br />

Si procede in prima fase al confronto di cartografie storiche individuando così<br />

gli ambienti litoranei "storicamente" stabili che costituiscono i limiti estremi<br />

dell'area da investigare. Successivamente viene condotta l’analisi di rilievi<br />

topografici o aerofotogrammetrici recenti, che vanno integrati con rilievi<br />

batimetrici e vanno successivamente correlati alle caratteristiche tessiturali dei<br />

sedimenti, la cui distribuzione fornisce un'ulteriore caratterizzazione dell'unità<br />

fisiografica.<br />

I sedimenti che costituiscono la spiaggia sono condizionati dalla dinamica<br />

litoranea in quanto, lungo gli assi di transito longitudinalí e trasversali, le<br />

componenti granulometriche tendono a convergere verso il fondale in cui si<br />

trovano mediamente in equilibrio sotto l'azione del moto ondoso.<br />

Il prelievo di campioni di sedimenti lungo la fascia costiera emersa e<br />

sommersa e la successiva analisi granulometrica e sedìmentologica consentono di<br />

valutare gli effetti di questa selezione.<br />

E' possibile così definire la distribuzione trasversale ed areale dei sedimenti<br />

(riferite generalmente al D50) individuandone la tendenza selettiva.<br />

E' anche opportuna la caratterizzazione dell'unità fisiografica in funzione dei<br />

regime delle onde e delle correnti.<br />

4.3 - Rilievi topografico-batimetrici<br />

13


La caratterizzazione topografica della spiaggia emersa e sommersa è<br />

fondamentale per la verifica della evoluzione morfologica e dovrebbe essere<br />

eseguita ad intervalli periodici, possibilmente nello stesso periodo dell'anno, per<br />

evitare l’influenza della variabilità stagionale del profilo d'equilibrio.<br />

Il rilievo topografico viene condotto su di una fascia di larghezza di almeno<br />

50 m dalla linea di costa o fino ad incontrare opere e recinzioni.<br />

4.4 - Analisi sedimentologica<br />

La definizione delle caratteristiche morfologiche e tessiturali dei sedimenti<br />

della spiaggia fornisce utili indicazioni sulla loro origine e sulle tendenze<br />

evolutive. L'analisi delle composizioni petrografiche, infatti, consente<br />

l'individuazione delle possibili fonti di alimentazione della matrice detritica.<br />

Le analisi vanno eseguite su campioni superficiali. L'ubicazione dei punti di<br />

prelievo si sceglierà in rapporto alla morfologia dei sito su sezioni trasversali in<br />

corrispondenza di fasce tipiche dei morfotipo trasversale quali:<br />

al piede dei cordone dunale lungo l'eventuale scarpata di incisione<br />

in corrispondenza della linea di riva<br />

lungo il truogolo<br />

alla sommità ed al piede della barra ovvero a diverse quote prestabilite (es. +1,<br />

0, -2, -5 m s.m.).<br />

Tra le caratteristiche sedimentologiche la principale è la granulometria, ossia<br />

la misura delle dimensioni dei granuli e la loro distribuzione statistica.<br />

Nel caso di riuso balneare di sabbie di ripascimento si effettueranno specifiche<br />

analisi chimiche dei campioni per accertare la presenza di sostanze tossiche ed<br />

inquinanti.<br />

4.4.- 1 Analisi granulometríca<br />

La caratterizzazione dimensionale dei sedimenti può essere di tipo idraulico o<br />

geometrico.<br />

La prima si basa sul principio della velocità di caduta dei granuli in acqua,<br />

proporzionale al diametro ed al peso specifico delle particelle, oltrechè funzione<br />

della loro forma, ed è adatta soprattutto per i sedimenti coesivi più fini.<br />

Per le consuete spiagge incoerenti è comunemente utilizzata la classificazione<br />

geometrica, eseguita per vibrazione su setacci standardizzati in serie, ricavando le<br />

14


percentuali in peso dei granuli di diverso diametro (D) passanti attraverso i fori di<br />

dimensioni decrescenti (curva granulometrica) .<br />

Le spiagge più comuni hanno sabbie medio - fini (D = 0,2~0,3 mm) che si<br />

riducono al largo; una distribuzione generalmente unimodale, una modesta<br />

variabilità intorno al diametro medio ("ben classate"), asimmetria quasi nulla sulla<br />

riva e marcata verso il largo ed un indice di vuoti pari al 30-40%.<br />

Generalmente le spiagge costituite da materiali più grossolani presentano<br />

pendenze trasversali più elevate.<br />

Unità fisiografica in cui ricadono gli interventi di progetto<br />

Per quanto riguarda gli aspetti geologici e sedimentologici - per come<br />

evidenziato in altre parti del presente lavoro – è caratterizzata da:<br />

- una barriera naturale che si trova a pochi metri dalla battigia ed è<br />

localizzata a profondità variabili tra i 2 e 4 metri;<br />

- la spiaggia si presentava originariamente con un’ampia riserva di<br />

oscillazione (dell’ordine delle decine di metri) che consentiva il<br />

trasferimento stagionale spiaggia emersa-fondale e spostamenti<br />

longitudinali di sabbia, in destra ed in sinistra, con minima dispersione<br />

di materiale, fino in mare aperto;<br />

- dallo studio dell’evoluzione della linea di costa risulta una variazione<br />

morfologica progressiva di generale arretramento;<br />

Dal monitoraggio della linea di costa nell’ arco temporale che va dal 1998 al<br />

2003 è emerso che:<br />

- per i tratti situati a nord e a sud dell’area indagata, l’erosione media è<br />

risultata dell’ordine di 2,5 m/anno;<br />

- la parte centrale, prospiciente l’abitato, è rimasta sostanzialmente<br />

stabile del quinquennio analizzato.<br />

Dallo studio sul trasporto solido sulle fiumare che interessano il territorio<br />

comunale di Brancaleone è emerso che gli apporti solidi veicolati verso la foce<br />

dalla fiumara di Bruzzano si aggirano intorno ai 30.000 metri cubi all’anno<br />

mentre quelli della fiumara Altalia sono di circa 4.000 metri cubi annui.<br />

I risultati su modello, relativi al trasporto solido marino hanno evidenziato,<br />

invece, un scompenso di circa 5.000 metri cubi anno, per cui si evince che sarà<br />

necessario procedere, prima di ogni altra cosa, al ripristino del trasporto solido<br />

15


fluviale con interventi finalizzati a veicolare verso la foce tutto quanto le<br />

sopraccitate fiumare sono in grado di movimentare.<br />

Nessun tipo di opera è mai stata fatta per proteggere l’arenile dai processi<br />

erosivi che tendono a minarlo nei periodi di forte mareggiate.<br />

Per i tratti di arenile posti in prossimità delle numerose strutture ricettive<br />

realizzate sul lungomare, considerata la peculiarità del fondale marino ad esso<br />

antistante caratterizzato dalla presenza di scogli che, a tratti, fuoriescono<br />

dall’acqua, si valuterà, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, l’ipotesi di<br />

utilizzare gli stessi come opere di difesa dall’attacco del moto ondoso integrandoli<br />

dove necessario evitando, così, che il moto ondoso possa continuare ad aggredire<br />

quei pochi tratti di spiaggia integre poste delle sopraccitate strutture a mare.<br />

Per contenere gli effetti indotti dai sopraccitati fenomeni è necessario<br />

procedere, ove possibile, alla realizzazione di opere radenti a bassa riflessione<br />

che, se opportunamente eseguite, possono contribuire a ricostruire, almeno in<br />

parte, il tratto di arenile distrutto dall’azione erosiva del moto ondoso (lato sud del<br />

lungo mare posto in destra idraulica della fiumara Altalia.<br />

Per dare un idea più precisa di quanto fin qui detto si allega uno stralcio delle<br />

ortofoto relativo al lungo mare di Brancaleone sul quale si possono gli scogli a<br />

mare nella parte antistante l’arenile e i tratti di spiaggia in erosione e che bisogna<br />

proteggere dall’attacco del moto ondoso..<br />

16


Si valuterà, inoltre, l’ipotesi di effettuare un ripascimento artificiale delle zone<br />

più in crisi in maniera tale da allontanare le stesse dai frangenti (shoal zone)<br />

durante i periodi di forti mareggiate.<br />

Si sottolinea, sin da ora, che si scarterà l’idea di procedere ad un ripascimento<br />

libero in quanto per garantire la sua piena efficienza sono necessari elevati costi di<br />

gestione che, molto probabilmente, vanno al di là delle risorse finanziarie che un<br />

piccolo comune, come quello di Brancaleone, ha a disposizione.<br />

Si valuterà, infine, l’idea di poter utilizzare le scogliere esistenti come sistemi<br />

in grado di proteggere il ripascimento che si andrà a realizzare dall’attacco del<br />

moto ondoso. Così facendo si riuscirà a contenere le perdite di materiale che, in<br />

assenza di adeguate opere di contenimento, si potrebbero registrare a causa dell’<br />

allontanamento verso il largo del materiale versato.<br />

Si riporta, a puro titolo indicativo, lo schema di ripascimento che si andrà a<br />

realizzare se le risorse finanziarie disponibili lo permetteranno. Si evidenzia,<br />

17


ancora, che il materiale dragato per poggiare lo scanno di fondazione sarà<br />

riutilizzato come materiale per il rinascimento stesso.<br />

18


5 - ITER REALIZZATIVO DELLE OPERE<br />

Per una opportuna visione d'insieme, "integrata" su tutto l'intervento, sembra<br />

utile esplicitare l'intero iter realizzativo di un'opera di difesa costiera, includendo<br />

anche i momenti pre-progettuali, esecutivi (sia pur in via sintetica) e gestionali.<br />

In buona sostanza, la "scaletta procedurale" può essere così riassunta:<br />

definizione degli obiettivi progettuali (strettamente tecnici e non);<br />

individuazione delle condizioni al contorno e dei vincoli operanti sulla<br />

progettazione,<br />

esecuzione degli studi di base (definizione dello stato dell'ambiente costiero);<br />

individuazione delle possibili opzioni progettuali in conformità con i già<br />

definiti obbiettivi, condizioni al contorno e vincoli;<br />

studio delle differenti opzioni e loro eventuale ottimizzazione (con l'ausilio<br />

della modellistica);<br />

confronto tra le differenti opzioni e scelta (sulla base di una valutazione<br />

"costi-benefici" che implementi anche gli aspetti turistíco - balneari, sociali,<br />

ambientali e paesaggistici);<br />

progettazione esecutiva delle opere e redazione dei programma di<br />

manutenzione (con l'ausilio della modellistica);<br />

costruzione (e monitoraggio in corso d'opera);<br />

collaudo e successiva gestione (intesa come sfruttamento dei bene, con<br />

associato monitoraggío delle opere e manutenzione delle stesse, in conformità a<br />

quanto preventivamente stabilito).<br />

6 – ASPETTI TECNICI DELL’INTERVENTO<br />

Nella progettazione dell’intervento si è terrà conto dell’intensa attività<br />

antropica e dello sviluppo urbanistico avvenuto negli ultimi decenni in prossimità<br />

della spiaggia. Si cercherà, quindi, di perseguire come obbiettivo primario quello<br />

di difesa dall’attacco ondoso delle infrastrutture urbane localizzate<br />

immediatamente a monte del litorale oggetto di studio, nonché di risanare la<br />

spiaggia per la fruibilità ai fini balneari.<br />

Si è cercherà dunque di effettuare un ripascimento artificiale in modo da<br />

allontanare il tratto interessato dai frangenti (shoal zone) dall’infrastruttura<br />

durante le mareggiate che si verificano per lo più durante il periodo invernale.<br />

19


A causa dell’intensa attività erosiva verificatasi di recente tenterà di prevedere<br />

una barriera soffolta posta alla base del ripascimento in modo da proteggere la<br />

nuova spiaggia dalle mareggiate e da contenere le perdite di materiale.<br />

Il progetto della barriera soffolta consiste nella costruzione di una berma<br />

costituita da un nucleo centrale in massi di 1a categoria (fino ad una tonnellata) e<br />

pietrame al 50% , da una mantellata interna di massi di 1a categoria e da una<br />

mantellata esterna in massi di 2a categoria (da 1 a 3 tonnellate) l’opera appoggerà<br />

su un opportuno scanno di fondazione in touvenant di cava dello spessore di 0,3<br />

m in modo da evitare slittamenti durante la posa in opera della gettata di massi.<br />

Il materiale dragato per poggiare lo scanno fondazione potrà essere utilizzato<br />

come parziale volume di ripascimento.<br />

La barriera soffolta sarà elevata dal fondo marino ad una profondità di circa 2<br />

m fino a raggiungere una sommergenza di 0,5 m dal livello di medio mare ed<br />

infine si procederà con il versamento del materiale che andrà a costituire il nuovo<br />

arenile.<br />

Opere rigide<br />

La stabilità idraulica dell'opera<br />

L'azione di progetto esercitata sull'opera è quella dovuta ad eventi estremi di<br />

moto ondoso, in condizioni di frangimento ai piedi della stessa (le strutture sono<br />

solitamente imbasate su fondali che costituiscono fattore limitante per il moto<br />

ondoso, secondo i ben noti criteri di frangimento di corrente uso ingegneristico).<br />

In questo caso, assume una grande importanza la conoscenza delle variazioni dei<br />

livelli del mare su base statistica, per la definizione di un “livello mare di<br />

progetto".<br />

L'opera atta a resistere a questa azione idrodinamica è usualmente in materiali<br />

sciolti, con una organizzazione spaziale della sezione trasversale in funzione<br />

dell'azione esercitata dal moto ondoso. L'elemento di protezione è solitamente<br />

rappresentato da una mantellata in materiale lapideo (più raramente realizzata con<br />

l'uso di elementi artificiali di calcestruzzo cementizio). La resistenza della<br />

mantellata è il risultato della combinazione di caratteristiche morfologiche e<br />

strutturali, tra le quali:<br />

• forma, peso proprio e peso specifico dell'elemento lapideo;<br />

• pendenza e permeabilità della mantellata;<br />

• quota sommitale dell'opera.<br />

20


Obiettivo da perseguire nella progettazione strutturale è, quindi, la verifica<br />

della stabilità idraulica della mantellata dell'opera emersa o sommersa (stabilità<br />

statica o dinamica). Ciò attraverso l'uso di apposite formule empiriche, come più<br />

avanti illustrato, e/o mediante prove su modello fisico bidimensiorrale (in<br />

canaletta).<br />

Stabilità del piede lato mare dell'opera (potenziali fenomeni di scalzamento al<br />

piede per effetto del moto ondoso parzialmente riflesso)<br />

Verifica della portanza e dei cedimenti del sedime di fondazione, sottoposto al<br />

peso proprio dell'opera.<br />

Stabilizzazione della spiaggia naturale e/o artificiale interessata dalle opere.<br />

Si perviene a detta stabilizzazione mediante una accurata scelta dei<br />

posizionamento planimetrico e della geometria delle opere (progettazione<br />

funzionale delle strutture) al fine di produrre, in funzione delle diverse tipologie, i<br />

seguenti risultati<br />

dissipazione dei moto ondoso incidente l'opera (scelta della lunghezza e della<br />

quota della berma sommitale per garantire un contenuto coefficiente di<br />

trasmissione dei moto ondoso, nel caso di barriere distaccate a cresta bassa o<br />

sommerse);<br />

regimazione della dinamica modellatrice trasversale, con l'effetto di contenere<br />

le perdite di materiale granulare al largo dell'opera (nel caso di barriere<br />

distaccate);<br />

regimazione della dinamica longitudinale e dell'associato trasporto solido.<br />

L'obiettivo è quello di diminuire (al più di annullare) il gradiente dei trasporto<br />

longitudinale netto;<br />

regimazione delle correnti idriche dirette verso il largo ("rip currents") che<br />

possono instaurarsi in presenza di una morfologia progettuale costituita da un<br />

campo di pennelli trasversali. Queste correnti possono risultare pericolose per i<br />

bagnanti, oltre a ingenerare fosse di erosione da valutare in fase di progetto per<br />

salvaguardare la stabilità delle opere.<br />

Contenimento degli effetti indotti sul litorale posto sottoflutto.<br />

Occorre prevedere e (se possibile) minimare “1’effetto collaterale" indotto sul<br />

segmento costiero posto sottoflutto (rispetto alla direzione dei trasporto<br />

longitudinale netto), effetto che va valutato depurandolo dall'erosione costiera<br />

21


preesistente (cosiddetta "background erosion"), cioè dal tasso di arretramento<br />

annuo in assenza di intervento di difesa sul tratto latistante.<br />

La sottoalimentazione detritica che ne segue (riduzione dei trasporto<br />

longitudinale netto entrante) produce un aumento del gradiente dei trasporto con<br />

effetti negativi sull’equilibrio dinamico di questo tratto di litorale. Il progetto<br />

dell'opera, pertanto, dovrà essere integrato da opportune misure mitigatrici, con<br />

l'obìettivo di migliorare il locale bilancio sedimentario. Ciò attraverso:<br />

• una riduzione del trasporto longitudinale netto uscente;<br />

• una periodica ricarica del segmento costiero sottoflutto con materiale<br />

granulare.<br />

Mantenimento di un'idonea qualità delle acque a tergo delle opere.<br />

Specie in presenza di barriere distaccate continue, con quota sommitale posta<br />

poco al di sotto dei l.m.m., o di barriere longitudinali emerse con varchi<br />

relativamente contenuti, va preventivamente accertata l'idoneità della<br />

progettazione nei confronti della necessità di assicurare allo specchio acqueo<br />

protetto un sufficiente grado di vivifícazìone, atto a garantire una soddisfacente<br />

qualità delle acque.<br />

Opere morbide (con o senza opere rigide di contenimento trasversali e/o<br />

longitudinali)<br />

Stabilità dinamica dell'opera<br />

Occorre assicurare una soddisfacente stabilità dinamica al versamento di<br />

materiale granulare sulla spiaggia emersa e sommersa, che costituisce il<br />

ripascimento. Si definisce una stabilità dinamica trasversale e longitudinale:<br />

La prima è legata alla presenza di un potenziale profilo di equilibrio<br />

compatibile con la morfologia della spiaggia sommersa preesistente e con i<br />

prefissati requisiti progettuali (tra i quali, l'avanzamento medio della linea di<br />

battigia). Le caratteristiche sedimentologiche dei materiale granulare di apporto (e<br />

l'eventuale presenza di una scogliera sommersa di contenimento) influenzano<br />

l'assetto trasversale della spiaggia ricostruita;<br />

la seconda è legata alla presenza di una configurazione planimetrica finale in<br />

sostanziale stabilità temporale, risultato di una modellazìone d'insieme (ad opera<br />

del trasporto longitudinale) che conduca ad una disposizione della linea di battigia<br />

il più possibile ortogonale alla direzione statistica media dei vettore risultante<br />

22


dell'energia dei moto ondoso incidente; da ciò, infatti, deriva un abbattimento del<br />

valore numerico del trasporto longitudinale e dei suo gradiente.<br />

Contenimento delle perdite. Definizione del programma di<br />

manutenzione.<br />

Pur in presenza di una sostanziale stabilità dinamica d'insieme dei<br />

ripascimento, è inevitabile che l'opera ammetta delle perdite (depauperamento di<br />

materiale granulare nell’unità di controllo), come risultato della sovrapposizíone<br />

spaziale degli effetti delle dinamiche litoranee sopra individuate (altre cause<br />

producenti perdite sono l'azione eolica e, evidentemente, locali escavì).<br />

Un sensibile contributo all'abbattimento delle perdite è fornito, ovviamente,<br />

dalla presenza di opere "rigide" di contenimento trasversale e/o longitudinale.<br />

Il modello matematico di evoluzione costiera è utile strumento per provvedere<br />

alla ottìmizzazione della configurazione progettuale al fine della minimazione<br />

delle perdite. Il modello, inoltre, può fornire l'andamento nel tempo delle perdite<br />

volumetriche di materiale granulare in prefissate "unità di controllo".<br />

In ogni caso costituisce un primario obiettivo della progettazione integrata<br />

delle opere prevedere un contestuale piano di monitoraggio e manutenzione<br />

dell'opera, in linea peraltro con le recenti disposizioni di legge in materia di<br />

appalti di lavori pubblici. Il monitoraggio avrà il preciso scopo di verificare su<br />

prototipo la fondatezza delle previsioni fornite dal modello matematico, al fine di<br />

porre in essere le eventuali "correzioni di tiro" rispetto al preventivato programma<br />

di manutenzione.<br />

Contenimento degli effetti indotti sul litorale sottoflutto.<br />

Per la soluzione di questa problematica, occorre distinguere il caso di opere<br />

"morbide" accoppiate con "rigide" e quello di opere "morbide" a sè stanti. Nel<br />

primo caso si possono sostanzialmente replicare le considerazioni già<br />

precedentemente espresse. Quale possibile differenziazione rispetto alla<br />

fenomenologia già descritta, occorre valutare l'eventualità che parte del materiale<br />

granulare di apporto “perduto" dalla "unità di controllo" per trasporto<br />

longitudinale possa andare ad alimentare il litorale posto sottoflutto compensando,<br />

almeno in parte, la tendenza alla sottoalimentazione detrifica indotta dalle opere<br />

rigide.<br />

Nel secondo caso (ripascimento non protetto) il tratto sottoflutto si alimenta a<br />

spese di quello oggetto di ripascimento. Nel caso in cui l'intervento di<br />

23


ipascimento si spinga fino alla profondità di chiusura, le portate solide entranti<br />

nel segmento costiero sottoflutto coincidono, per necessaria continuità, con le<br />

portate solide uscenti dalla “unità di controllo" definente l'intervento stesso.<br />

6.1 - Ulteriori obiettivi della progettazione. Le condizioni al contorno<br />

Si sono descritti nel precedente paragrafo gli obiettivi strettamente tecnici<br />

della progettazione di un'opera di difesa costiera. E' ormai pratica consolidata,<br />

nella corrente attività progettuale, l’adozione di un approccio “integrato" al<br />

molteplici aspetti sottesi a questo tipo di intervento. Occorre soddisfare, infatti,<br />

ulteriori requisiti di fondamentale importanza se si intende condurre la<br />

progettazione dell'opera oltre lo stretto recinto costituito dal rispetto degli<br />

obiettivi meramente ingegneristici (strutturali e funzionali). Si possono ricondurre<br />

a questo secondo "gruppo" di obiettivi i seguenti aspetti:<br />

il rispetto dell'ecosistema costiero (con particolare riferimento alla<br />

salvaguardia della fauna marina);<br />

la conformità della progettazione tecnica con l’esigenza di pubblica fruízione<br />

(in chiave turistico - balneare e igienico - sanítaria) della costa oggetto<br />

d'intervento;<br />

il rispetto (o il miglioramento, se possibile) degli aspetti paesaggistico -<br />

ambientali dei luoghi.<br />

Accanto a questi ulteriori obiettivi della "progettazione integrata" bisogna<br />

porre inoltre, alcune essenziali condizioni al contorno, che non possono essere<br />

disattese, poiché incidono sulle modalità di soddisfacimento degli obiettivi stessi.<br />

Tra queste:<br />

i vincoli sul territorio imposti dalla pianificazione urbanistica, ambientale e<br />

paesaggistica;<br />

il quadro normativo tecnico - amministrativo in materia;<br />

la conformità con la locale pianificazione delle opere di difesa costiera;<br />

l'esistenza di una fattibilità tecnico-economica dell'intervento (reperimento dei<br />

materiale da costruzione a costi accettabili e in sufficiente quantità; presenza di<br />

idonei vettori di trasporto; rispetto dei budget di spesa e dei tempi previsti).<br />

6.2 - La gestione dell'opera di difesa costiera.<br />

Si è già detto sui tre momenti, successivi al collaudo, che caratterizzano la<br />

gestione dell'opera durante il periodo di vita tecnica della stessa:<br />

24


lo sfruttamento del bene (nel senso economico, sociale e turistico balneare);<br />

il monitoraggio dei tratto di costa in esame e di quello sottoflutto;<br />

il piano di manutenzione già programmato in fase progettuale.<br />

Si sofferma l'attenzione sugli ultimi due aspetti.<br />

Il monitoraggio<br />

Si espone il caso di ripascimento protetto, in quanto in esso convivono le<br />

problematiche proprie delle opere "rigide" e di quelle "morbide".<br />

Distinguiamo una fase di indagini di campagna, da ripetere con periodicità<br />

assegnata, e una fase parallela (ad essa collegata) di studi a "tavolino".<br />

Le indagini di campagna sono solitamente così concepite:<br />

rilevamento delle caratteristiche dei moto ondoso mediante installazione e<br />

gestione di un ondametro direzionale (attività in continuo). Questa importante<br />

attività (che sarebbe opportuno cominciare in corso d'opera così da poter disporre<br />

di un più significativo periodo temporale di misura) fornisce informazioni sul<br />

clima e sugli eventi estremi dei moto ondoso, permettendo utili correlazioni con le<br />

concomitanti modificazioni della spiaggia e consentendo di aggiornare la<br />

definizione deì clima del moto ondoso posto a base del modello matematico dì<br />

evoluzione costiera utilizzato in fase progettuale;<br />

periodici rilievi topo - batimetrici della spiaggia emersa e sommersa e delle<br />

opere "rigide", estesi al tratto sottoflutto ed alla spiaggia sommersa posta al largo<br />

dell'intervento (fino alla profondità di chiusura). I rilievi producono la nuova<br />

posizione della linea di battigia (confrontata con le precedenti); i profili trasversali<br />

di spiaggia e delle opere "rigide" ad interasse prestabilito (confrontati con i<br />

precedenti per l'individuazione delle perdite volumetriche dei materiale granulare<br />

e delle variazioni di sagoma delle opere “rigide”, dovute a dislocamenti e/o<br />

cedimenti delle stesse);<br />

periodici prelievi su profili trasversali del materiale granulare superficiale<br />

della spiaggia emersa e sommersa (al fine di porre in essere utili correlazioni con<br />

le caratteristiche morfologiche evidenziate dai rilievi);<br />

periodico volo aerofotografico (consente una verifica incrociata con ì risultati<br />

dei rilievi e fornisce una efficace visione d'insieme delle opere).<br />

Onde consentire di valutare le eventuali variazioni delle condizioni<br />

dell’ambiente marino a seguito della realizzazione delle opere, nel presente<br />

25


progetto sono state accantonate le somme necessarie ad effettuare una serie di<br />

indagini e prove di biologia marina.<br />

Le stesse dovranno portare alla valutazione qualitativa e quantitative degli<br />

organismi bentonici ed alla identificazione della biocenosi.<br />

Le indagini stesse andranno periodicamente ripetute durante la vita dell’opera.<br />

Gli studi a "tavolino" consistono nella sintesi ragionata dei risultati salienti di<br />

ogni campagna. Le previsioni su modello della fase sperimentale vanno verificate<br />

con i risultati dei prototipo. Da ciò ne può scaturire una nuova taratura dei<br />

modello matematico al fine di fornire una nuova previsione di evoluzione<br />

temporale.<br />

Laddove i risultati si scostassero sensibilmente dalle previsioni, occorre<br />

modificare il piano di manutenzione dell'opera (presenza di tassi medi annui di<br />

perdita dei materiale di apporto diversi da quelli preventivati, ad esempio). In<br />

aggiunta, possono ipotizzarsi (sempre con il modello matematico) interventi di<br />

integrazione/ottimizzazione delle opere realizzate (con particolare riferimento alle<br />

opere "rigide"), individuando l'effetto netto delle stesse nel tempo (confronto tra<br />

l'evoluzione temporale con e senza opere di integrazione/ottimizzazione).<br />

La manutenzione<br />

Si è già affrontata la problematica della stretta (e imprescindibile)<br />

interrelazione esistente tra il progetto e la manutenzione, così come si è appena<br />

detto dei fondamentale ruolo dei monitoraggio nell'individuare le eventuali<br />

"correzioni di tiro" nel programma di manutenzione.<br />

Si distinguono i casi di opere "rigide" e "morbide".<br />

Nel primo caso la manutenzione è volta a ripristinare, per quanto possibile, le<br />

originarie sagome delle opere.<br />

Ciò mediante il cosiddetto "rifiorimento", realizzato solitamente con massi<br />

lapidei mediante l'esecuzione di piste di servizio che occorre poi "salpare" in<br />

chiusura di intervento. Mentre tutto ciò è solitamente fattibile per le opere emerse,<br />

per quelle sommerse sorgono difficoltà realizzative di non facile soluzione.<br />

Alla luce di quanto osservato, sembra opportuno suggerire l'adozione di<br />

dimensionamenti relativamente conservativi nella progettazione delle opere<br />

sommerse, con riferimento a bassi livelli di danno ammissibili.<br />

Accanto a ciò, e sempre in fase progettuale, occorre prevedere il<br />

miglioramento delle caratteristiche meccaniche dei terreni di fondazione delle<br />

26


opere al fine dì contrastare i potenziali cedimenti verticali della struttura ed<br />

evitare, pertanto, le necessarie quanto dispendiose ricariche.<br />

Nel caso delle opere "morbide", l'intervento di manutenzione si concreta come<br />

un versamento di materiale granulare, solitamente in corrispondenza dell'estremità<br />

dell'opera in deficit detritico. In tal modo, la corrente longitudinale può utilmente<br />

operare il trasferimento e la distribuzione dei materiale granulare di ricarica lungo<br />

tutto l'intervento.<br />

27


7 – STUDIO DEL MOTO ONDOSO AL LARGO<br />

L’analisi del moto ondoso al largo sarà effettuata a partire dai dati di moto<br />

ondoso reperibili dal progetto MEDATLAS.<br />

Le funzioni base per la descrizione del clima ondoso di un paraggio sono:<br />

( H h)<br />

P s f<br />

a probabilità che l’altezza d’onda significativa Hs superi una qualsiasi soglia<br />

assegnata h, ovvero la frazione di tempo in cui la Hs si mantiene al di sopra di una<br />

qualsiasi soglia assegnata h, nella località in esame vale:<br />

( H f h)<br />

; ϑ1 p ϑ p ϑ2<br />

P s<br />

La probabilità che la Hs superi una qualsiasi assegnata soglia h con direzione<br />

di propagazione delle onde entro un assegnato settore;<br />

b(a) la regressione basi – altezze delle mareggiate triangolari equivalenti, vale<br />

a dire la durata di tempo media delle mareggiate nelle quali la Hs tocchi un valore<br />

massimo pari ad a.<br />

sono:<br />

Due funzioni fondamentali per l’analisi di rischio di eventi ondosi estremi<br />

( H h)<br />

R s f<br />

il periodo di ritorno di una mareggiata nella quale la Hs superi una qualsiasi<br />

assegnata soglia h;<br />

( H f h)<br />

; ϑ1 p ϑ p ϑ2<br />

R s<br />

il periodo di ritorno di una mareggiata nella quale la Hs superi una qualsiasi<br />

assegnata soglia h con direzione di propagazione delle onde contenuta entro un<br />

assegnato settore.<br />

Nel Mediterraneo la ( H f h)<br />

per P minore di 0,20 è ben rappresentata da un<br />

espressione del tipo:<br />

P s<br />

u ⎡ ⎛ h ⎞ ⎤<br />

P( H sf<br />

h)<br />

= exp⎢−<br />

⎜ ⎟ ⎥<br />

⎢⎣<br />

⎝ w ⎠ ⎥⎦<br />

con i parametri w e u che variano da località a località.<br />

P s ; ϑ per P minore di 0,01, è ben rappresentata dalla<br />

La ( H f h)<br />

ϑ1 p ϑ p 2<br />

seguente espressione:<br />

28


P<br />

( H f h)<br />

s<br />

u ⎡ ⎛ h ⎞ ⎤ ⎡ ⎛<br />

; ϑ ⎢ ⎥ − ⎢−<br />

⎜<br />

⎜<br />

⎟<br />

1 p ϑ p ϑ2<br />

= exp − exp<br />

⎢ ⎥ ⎢ ⎜<br />

⎣ ⎝ wα<br />

⎠ ⎦ ⎣ ⎝<br />

h<br />

w<br />

β<br />

u<br />

⎞ ⎤<br />

⎟ ⎥<br />

⎟<br />

⎠ ⎥<br />

⎦<br />

dove wα e wβ variano da settore a settore oltre che da località a località.<br />

Per tutti i mari vale la seguente relazione:<br />

b<br />

⎛<br />

⎜<br />

⎝<br />

( ) ⎟ a = K ⋅ b ⋅ exp⎜<br />

K ⋅<br />

1<br />

10<br />

Il parametro K2 è minore di zero in tutti i mari per cui la regressione e<br />

monotona decrescente: debolmente decrescente nel Mediterraneo, decrescente in<br />

modo più marcato nell’Atlantico ed in modo ancora più marcato nel Pacifico.<br />

Per il periodo di ritorno ( H f h)<br />

vale la soluzione analitica<br />

R<br />

R s<br />

( H f h)<br />

s<br />

=<br />

h<br />

p<br />

⋅<br />

2<br />

a<br />

a<br />

10<br />

( H<br />

b(<br />

h)<br />

= h)<br />

+ P(<br />

H f h)<br />

dove ( H h è la densità di probabilità di superamento<br />

p s<br />

s<br />

= ) ( ) h H<br />

⎞<br />

⎠<br />

s<br />

P s<br />

f .<br />

Per il settore di traversia principale si può assumere che<br />

R( H s f h)<br />

; ϑ1 p ϑ p ϑ2<br />

coincida con R( H s h)<br />

f .<br />

Per gli altri settore, invece, si può operare la costruzione grafica indicata nella<br />

figura seguente:<br />

nel quale in funzione dell’altezza h corrispondente ad un assegnato tempo di<br />

ritorno R( H s h si ricava la probabilità corrispondente a tale valore in base alla<br />

f )<br />

( H f h)<br />

; 1<br />

P s ϑ p ϑ p ϑ del settore di traversia principale.<br />

2<br />

Si trova, ancora, il valore di h corrispondente al valore di P attraverso la<br />

P s ; ϑ del generico settore di interesse. Tale valore di h<br />

relazione ( H f h)<br />

ϑ1 p ϑ p 2<br />

29


appresenta la soglia di altezza significativa superata con periodo di ritorno R nel<br />

generico settore direzionale di interesse.<br />

Per il punto Med Atlas 38 N 17 E si sono ricavati i seguenti diagrammi<br />

relativi all’evento omnidirezionale.<br />

30


e all’evento del settore di massima energia (120°).<br />

Per le condizioni estreme in ingresso il modello locale si è determinato il<br />

clima ondoso sottocosta ed i campi di corrente da esso generati per le due<br />

condizioni:<br />

- stato di fatto<br />

- barriere soffolte<br />

i cui grafici sono qua riportati<br />

31


Clima ondoso allo stato di fatto e di progetto<br />

32


Campi di corrente allo stato di fatto e di progetto<br />

33


dai quali si evince che:<br />

- il clima ondoso viene adeguatamente smorzato in corrispondenza del<br />

lungomare e dei tre varchi che le formazioni naturali (reef) hanno determinato con<br />

l’inserimento di tre barriere soffolte; in corrispondenza del complesso Altalia la<br />

barriera smorza il moto ondoso in una zona dove lo stesso si concentra<br />

maggiormente perché adiacente ad una zona protetta naturalmente;<br />

- particolarmente più vistoso ed efficace è il risultato ottenuto con<br />

l’inserimento progettuale delle barriere soffolte, per quanto riguarda i campi di<br />

corrente, si ottiene una notevole uniformità con riduzione dei valori assoluti con il<br />

risultato di attenuare notevolmente i mulinelli che, localmente, avevano un<br />

notevole effetto erosivo in corrispondenza dei tre varchi lasciati dalle barriere<br />

naturali e nelle rocce a Nord e a Sud (complesso Altalia) una riduzione<br />

estremamente efficace delle componenti erosive verso Nord e Sud<br />

rispettivamente;<br />

- il rinascimento artificiale acquista un notevole grado di stabilità con<br />

l’attenuazione dei campi di corrente e, in particolare, quelli concentrati a forte<br />

azione erosiva.<br />

8 – CRITERI DI DIMENSIONAMENTO<br />

8.1 - BARRIERA SOFFOLTA<br />

Proporzionamento idraulico<br />

Il proporzionamento idraulico di una struttura è condizionato da:<br />

- run – upu (run – down);<br />

- overtopping;<br />

- trasmissione<br />

secondo gli schemi qui riportati:<br />

34


Il parametro che influenza il comportamento idraulico della struttura e che, di<br />

conseguenza, ne condiziona il dimensionamento è il numero di Irribarren:<br />

in cui<br />

è la pendenza dell’onda al largo calcolata con T = periodo di picco.<br />

35


Se Ru è il massimo livello di quiete, reso adimensionale con Hs, indicando con<br />

Ru(2%) la media del 2% dei massimo valori di Ru , Van der Merr (1993) ha<br />

proposto le seguenti espressioni:<br />

in cui rf è un fattore che tiene conto offerto dalla mantellata, dell’angolo di<br />

attacco e dalla tridimensionalità delle onde (rf = 0,5 per massi naturali).<br />

La quota massima del run – up influenza la scelta della struttura. In generale<br />

la quota di run – up diminuisce<br />

- all’aumentare della scabrezza;<br />

- in presenza di una berma orizzontale;<br />

- in presenza di un attacco obliquo del moto ondoso.<br />

Viceversa la quota di run – up aumenta<br />

- all’aumentare della profondità de fondale;<br />

- all’aumentare della pendenza della mantella.<br />

Anche la portata di overtopping influenza la scelta della struttura. Infatti la<br />

quota massima di coronamento sarà scelta in maniera tale da avere dei dani<br />

connessi alla portata tracimata contenuti.<br />

La portata di tracimazione, in m 3 /s, sarà calcolata tramite la seguente<br />

espressione:<br />

Il dimensionamento della mantella sarà effettuato con la seguente espressione<br />

(Hudson):<br />

36


dove Ns è indicato come numero di stabilità, Da è il diametro nominale<br />

dell’elemento lapideo e KD è un coefficiente di stabilità i cui valori, nel caso di<br />

massi naturale sono riportati nella sottostante tabella<br />

Se la scogliera è sommersa (hc = altezza cresta sul fondo ξlim<br />

si evidenzia che tale metodo tiene conto di:<br />

tan(α )<br />

1) periodo dell’onda attraverso il parametro di Irribarren ξ = ;<br />

S<br />

37


2) della permeabilità della struttura;<br />

3) del grado di danno ammissibile;<br />

4) del tipo di frangivento;<br />

5) della pendenza della struttura;<br />

6) del numero di onde nella mareggiata.<br />

Larghezza della cresta<br />

L’entità del run – up e della tracimazione (portate di overtoppig) influenzano<br />

anche la larghezza della scogliera.<br />

Lo spessore dello strato di copertura e dei sottostrati ed il numero di massi di<br />

mantellata richiesto potrà essere determinato tramite la seguente di relazione<br />

con KΔ funzione del tipo di elemento ricavabile dalla tabella sottostante<br />

La densità di posa in opera dei massi sarà<br />

Stabilità della berma al piede<br />

La berma al piede assolve il compito di impedire che le onde frangenti sulla<br />

struttura provochino l’erosione del piede della mantellata e, quindi, lo<br />

scivolamento in massa degli elementi che la compongono.<br />

Il dimensionamento degli elementi lapidei costituenti il piede della mantellata<br />

verrà effettuato utilizzando la seguente espressione<br />

38


essendo il significato dei vari simboli riportato nel sottostante grafico<br />

La quota e l'ampiezza trasversale della berma sommitale dell'opera<br />

La contestuale scelta di questi due importanti parametri ha fondamentale<br />

rilevanza nei seguenti aspetti:<br />

• la dissipazione del moto ondoso incidente;<br />

• il contenimento delle perdite verso il largo (nel caso di scogliere<br />

sommerse poste a protezione di retrostanti ripascimenti);<br />

• la vivificazione dello specchio acqueo retrostante;<br />

• la balneabilità e la sicurezza dei luoghi (fruizione degli specchi acquei).<br />

39


9 - RIPASCIMENTO PROTETTO<br />

L’intervento di ripascimento di un litorale consiste nel versamento di un<br />

notevole volume di sedimenti di idonea granulometria allo scopo allo scopo di<br />

spostare in avanti la linea di costa. Gli obiettivi sono principalmente quelli di<br />

ricostruire aree fruibili ed offrire, nel contempo, protezione dall’attacco del moto<br />

ondoso.<br />

Gli studi estensivamente condotti da Dean hanno condotto alla esplicitazione<br />

di un profilo di equilibrio teorico di una spiaggia sommersa sottoposta alla<br />

modellazione dei moto ondoso:<br />

L’ipotesi del metodo in questione è che quando si aggiunge al profilo<br />

preesistente un volume di materiale V per unità di lunghezza, esso si riequlibrerà<br />

secondo un profilo che tenderà a quello di equilibrio dato dalla espressione sotto<br />

riportata:<br />

dove h è la profondità di un punto del profilo in funzione della sua distanza y<br />

dalla linea di battigia ed A è un parametro di scala che dipende dal diametro dei<br />

sedimenti costituenti la spiaggia e, in particolare dalla loro velocità di<br />

sedimentazione.<br />

40


10.G – GEOLOGIA<br />

G. 1 PREMESSE<br />

La <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong> ha stipulato con i Ministeri dello Sviluppo Economico e della Tutela del<br />

Territorio e del Mare l’Accordo di programma quadro ( A.P.Q.) “ Difesa del Suolo”- Erosione<br />

delle coste.<br />

Detto accordo e’ stato firmato il 29 Settembre 2006 e, con i fondi della Delibera CIPE n. 35 del 27<br />

Maggio 2005, ha destinato 45 mln di Euro per finanziare n° 47 interventi, finalizzati alla difesa<br />

delle coste e al Ripascimento degli arenili.<br />

Il II° comma dell’art. 2 del suddetto A.P.Q., prevede “ …..L’attivazione……specifiche direttive e<br />

prescrizioni ( LINEE GUIDA) predisposte dall’A.B.R. ……..ricostruzione degli arenili……..messa<br />

in sicurezza degli ambiti costieri interessati …..”<br />

Il geologo fa proprie le Linee Guida citate, nel contempo segue l’indirizzo delle Linee Guida<br />

redatte dal Comitato Istituzionale della <strong>Regione</strong> Campania, specialmente per definire le<br />

caratteristiche tessiturali dei sedimenti della spiaggia emersa e dei sedimenti di fondo.<br />

Altresi’, sono stati esaminati gli studi ed i rilievi eseguiti, per conto della <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong>, “<br />

Indagine conoscitiva delle coste calabresi “-ATI Thecnital et Alii, anno 2003.<br />

G.2 CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA. ( pag. 7 delle linee guida )<br />

Spiaggia viva o area di Run-up<br />

L’arenile prospiciente l’abitato di Brancaleone, tra le foci del T. Fiumarella o Pantano Piccolo<br />

( N-E) e la foce della f.ra Altalia (S-W) si sviluppa tra l’attuale cordolatura di sostegno al<br />

marciapiede della via Marina e la linea di riva stagionale; tale cordolatura, localmente e’<br />

raccordata da muri di sostegno a gravita’ con paramento di valle verticale.<br />

In quattro punti della via marina, con ciclica ricorrenza ( 1984, 1991, 1996, 2001, 2004, 2006) , i<br />

getti alla riva tracimano la cordolatura del lungomare e depositano sabbie nella carreggiata Sud e<br />

sul marciapiede.<br />

Mentre si rileva, dal 1954, una variazione di pochi metri della linea di riva, oggi si rileva una<br />

significativa perdita volumetrica della spiaggia emersa.<br />

Spiaggia morta antropizzata<br />

L’antropizzazione della spiaggia morta, tra le FF.SS. ed il marciapiede del Lungomare e’ invasiva<br />

in quanto le case per civile abitazione coprono totalmente l’area di retrospiaggia o spiaggia<br />

morta.<br />

Lungo la via Marina corre l’attuale Collettore Fognario di valle nonche’ le altre Reti<br />

Tecnologiche, alcuni tombini assicurano il deflusso del ruscellamento dei valloni che attraversano<br />

il centro abitato.<br />

Sul Demanio della spiaggia viva, a valle del lungomare, sorgono un Ristorante ( Liberta’) ed un<br />

ritrovo (Morello) oltre i Gazebo stagionali , impostati su opere precarie e rimovibili ogni<br />

stagione.<br />

41


Subito a S-W della foce della f.ra Altalia sorge il “ Villaggio Altalia la cui capacita’ abitativa e’<br />

di 750 posti letto : il muro paraonde a presidio del Villaggio e’ stato sifonato e ribaltato per ben<br />

due volte nel lto Ovest..<br />

Oggi, la parte estrema, lato S-W e’ stata ricostruita e presidiata con una difesa radente di cubi di<br />

c.c. e di massi naturali, insufficiente ad azzerare il Rischio (R) di eventi meteomarini estremi.<br />

Un relitto di duna vegetata, comunque stagionale anche se pluriennale, si rileva a 200 metri dalla<br />

foce del T. Fiumarella.<br />

A N-E di tale foce si sviluppa la spiaggia viva e la duna vegetata fino al tratto antropizzato prima<br />

del casello ferroviario.<br />

A S-W della foce della F.ra Altalia si sviluppa la spiaggia viva e la Duna vegetata fino all’area<br />

antropizzata sottoferrovia di contrada Caldara.<br />

- L’ erosione della spiaggia viva non e’ significativa in ampiezza ma in volume.<br />

- Le dune stabilizzate o vegetate a N-E e S-W dell’abitato, tra le FF.SS. ed il limite della<br />

spiaggia viva non presenta significativi cicli erosivi.<br />

- Non si rilevano sbancamenti o significative movimentazioni delle sabbie, varchi e percorsi<br />

abusivi, scarichi di macerie e d’immondizie ( se non quelle portate a vale dai torrenti); e’ presente<br />

una vegetazione arbustiva ornamentale nelle aiuole oltre le Palme.<br />

G.3 Spiaggia Sommersa ( Linee Guida). Surf-zone<br />

- Prelevamento campioni<br />

Il braccio di mare antistante l’abitato e’ caratterizzato da fondali con sedimenti sabbiosi a fondo<br />

mobile da cui emergono scogli emersi s.l.m. e scogli sommersi la cui litologia e’ costituita da<br />

Arenarie stratiformi oligomioceniche,. i piu’ significativi hanno nomi indigeni : “scojiu longu,<br />

parallelo alla costa, scojiu longu normale alla costa, scojiu lettu etc.<br />

Tali affioramenti litoidi hanno costituito una valida difesa costiera in quanto lavorano come<br />

scogliere soffolte e scogliere emerse frangiflutti, smorzando l’energia del moto ondoso ed<br />

incrementando tale energia nelle aree sabbiose a fondo mobile i cui effetti sono trasmessi sulle<br />

difese del lungomare.<br />

Purtroppo, non e’ stato possibile eseguire rilievi Multibeam ( batimetrie multirange ) perche’ i<br />

fondali sono bassi e ci sono risonanze per cui i rilievi sono stati eseguiti con Singol Beam.<br />

Lungo due Km. di spiaggia emersa, prospiciente l’abitato, si sono prelevati sotto la D.L. del<br />

geologo 36 campioni campioni sulla spiaggia emersa e 76 sui sedimenti di fondo mobile oltre<br />

altri 8 campioni da analizzare.<br />

Le sabbie che costituiscono la spiaggia emersa ed i sedimenti di fondo sono<br />

metamorficocristalline con trascurabile percentuale carbonatica. Si eseguiranno prove<br />

geochimiche e sezioni sottili per la caratterizzazione petrografica.<br />

- Analisi sedimentologiche applicate<br />

Sulla spiaggia emersa saranno eseguite analisi granulometriche e sedimentologiche per definire il<br />

D50,<br />

42


σφ ( Deviation Standard ), S0 ( Coefficiente di Trask ), asimmetria (σkg ) etc. onde poter definire<br />

le caratteristiche tessiturali delle sabbie,dei granuli e delle ghiaie, scala WentWorth, in<br />

prospettiva RIPASCIMENTO piu’ o meno protetto.<br />

Si allegheranno i Diagrammi , relativi alle distribuzioni granulometriche ( Wisher, Doeglas, Fuso<br />

granulometrico, Equazioni di Sahu etc.)<br />

Sui sedimenti di fondo saranno eseguite analisi sedimentologiche applicate per la determinazione<br />

delle caratteristiche tessiturali finalizzate ad individuare i Percorsi di transito mediante analisi<br />

Dinamica ( Diagrammi di Rivière); se necessario, saranno ricostruite le curve di isodensita’<br />

modale, individuando le subpopolazioni dei sedimenti di fondo per individuare le Rip-Current o<br />

correnti di risucchio, causa dell’erosione localizzata lungo un arenile.<br />

Si allegheranno i diagrammi sedimentologici ( Triangolare di Blampied, Pearso-Craig-Leroy,<br />

Friedman, Passega etc.)<br />

Le Analisi granulometriche sono state eseguite dal laboratorio calabrese LAGIC srl, scelto dalla<br />

P3A, assegnataria delle indagini<br />

Carte tematiche evidenzieranno le distribuzioni granulometriche nonche’ gli Indici satistici in<br />

forma Grafica di Folk&Ward, di Inman e Folk, di Mc Cammon.<br />

Le Indagini granulometriche sono contenute in due tomi di 108 pagine ( analisi granulometriche<br />

sulla Spiaggia emersa) e di 204 pagine ( sedimenti di fondo).<br />

G.4 DINAMICA DEI SEDIMENTI ( Linee Guida)<br />

L’evoluzione storica della linea di riva sara’ documentata con un elaborato grafico. Le variazioni<br />

volumetriche saranno valutate con i dati storici e quelli acquisiti in sede preprogettuale esecutivo ed<br />

evidenziate su elaborato grafico.<br />

L’evoluzione volumetrica dei fondali si puo’ stimare dal 2003 ( dati regionali) al 2007 ( batimetrie di<br />

progetto), sara’ evidenziata su elaborato grafico.<br />

Analisi del profilo trasversale: le Indagini geomorfologiche , le Analisi granulometriche e le Analisi<br />

sedimentologiche delle due aree deposizionali, primo screening, consentono d’identificare le cause<br />

dell’erosione o dell’espansione delle spiagge:<br />

• cause fisiche ( scarse precipitazioni atmosferili che di fatto riducono i valori energetici dei<br />

volumi defluenti con conseguente riduzione dei volumi delle portate solide versate in mare),<br />

• concause antropiche ( regimazione idraulica non corretta lungo il reticolo idrografico che<br />

insiste sull’ Unita’ fisiografica del territorio e sul Paraggio in esame, infrastrutture pubbliche<br />

e private, presidiate da difese rigide come muri paraonde, scogliere radenti, ad alta e media<br />

riflessione, interagenti con il moto ondoso), .<br />

L’erosione sara’ valutata secondo 4 parametri morfosedimentari:<br />

a) Evoluzione linea di riva, b) altezza di spiaggia, c) tipologia profilo trasversale morfodinamico, d)<br />

parametri sedimentologici : parametri statistici di Folk e Ward, Inman e Folk, Trask (s0), Folk-<br />

Inman in termini di φ,s0<br />

aa- L’evoluzione della linea di riva sara’ valutata confrontando le carte storiche<br />

disponibili (Catasto del 1932- 35 ad oggi)<br />

43


- la situazione morfodinamica delle spiagge sara’ valutata , confrontando la sua forma<br />

geometrica ed i livelli del moto ondoso ( confronto tra profilo trasversale e Run-up,<br />

indici di Mase).<br />

cc- si possono considerare due parametri:<br />

w , funzione delle carattteristiche tessiturali dei<br />

sedimenti<br />

e , funzione pendenza della spiaggia e delle<br />

caratteristiche meteomarine.<br />

dd- i parametri statistici, Classazione e Asimmetria, consentono di valutare le<br />

caratteristiche tessiturali dei sedimenti di spiaggia che se in erosione si avranno<br />

valori bassi di ( spiccata classazione) e Skw negativo ( asimmetria ).<br />

Ovviamente saranno determinati i parametri Mein Size, Kurtosis, sara’<br />

diagrammato il granulo medio con la profondita’ (Mc Cammon), Saranno<br />

evidenziate le caratteristiche granulmetriche con i diagrammi gia’ citati<br />

G. 5. MODELLO FISICO DI COMPENSO<br />

La situazione morfodinamica del paraggio in esame evidenzia un’ evoluzione morfologica<br />

progressiva di leggero arretramento della linea di riva e significativa sottrazione in volume della<br />

spiaggia emersa per cui e’ necessario adottare interventi a mare e di Ripascimento parzialmente<br />

protetto per riequilibrare gli effetti erosivi in atto.<br />

RIPASCIMENTO<br />

• Acclarato che la linea di riva della spiaggia emersa (area di Battigia) ha subito ,<br />

statisticamente, limitata regressione per erosione, mentre ha subito significati riduzioni di<br />

volume non valutabili senza misure e rilievi pluriennali di controllo da capisaldi<br />

topografici.<br />

• Rilevato che gli affioramenti degli scogli emersi e sommersi hanno costituito una<br />

significativa difesa della costa, fino ad oggi<br />

• Che la cordolatura verticale ed i muri a gravita’ di sostegno alla via Marina, con paramento<br />

di valle verticale, localmente, sono stati sifonati per scalzamento al piede dai getti alla riva<br />

dei frangenti con morfologia Plunging e Surging<br />

• Che questi affioramenti litoidi sparsi, tra la foce del T. Fiumarella o Pantano Piccolo e la<br />

foce della F.ra Altalia, modellati dal moto ondoso e dai granuli e sabbie in sospensione,<br />

costituiscono una “ scogliera soffolta di notevole efficienza “ ( questi scogli disordinati,<br />

costituiscono “ a sicca “, nome indigeno, di questo complesso litoide costiero di arenarie<br />

oligomioceniche ).<br />

44


la geologia propone il seguente modello di compenso per la Difesa costiera e riqualificazione<br />

dell’arenile prospiciente l’abitato di Brancaleone Marina, in sede di Progetto preliminare :<br />

• le opere che possono contrastare il moto ondoso estremo e piu’ frequente incidente,<br />

proveniente da S-E , da S e da S-W, sono strutture o scogliere soffolte di massi naturali di<br />

II° e III° categoria , compensanti ed integranti l’attuale difesa litoide naturale<br />

• questi interventi, comunque invasivi, per fenomeni di Diffrazione intorno alle testate e di<br />

Rifrazione sulla battigia con relative correnti di risucchio o Rip-carrent nel tratto tra le<br />

soglie e nei tratti esterni degli interventi, saranno compensati a terra mediante<br />

Ripascimento e Pennelli stabilizzatori ancorati a terra .<br />

Dopo avere confrontato le carte di analisi, dopo aver valutato la rilevanza dello studio<br />

idraulicomarittimo, dell’andamento morfologico dei fondali, dopo aver analizzato le Granulometrie<br />

onde definire le caratteristiche tessiturali dei sedimenti della spiaggia emersa e dei sedimenti a<br />

fondo mobile ,lungo transetti significativi, viene indicato il Modello di Compenso alle eventuali<br />

azioni erosive postintervento.<br />

Le indicazioni progettuali d’impostare le scogliere soffolte nei punti indicati in planimetria ( Carta<br />

degli Interventi) presuppongono Ripascimento mirato a ridurre gli effetti erosivi nelle aree<br />

dell’arenile, esterne al fronte delle scogliere,con realizzazione di uno o due Pennelli stabilizzatori,<br />

ancorati a terra in massi naturali .<br />

Il Pennello a S-W del muro paraonde del Villaggio Altalia va realizzato per presidiare il<br />

Ripascimento, funzionante anche come “volume di controllo”.<br />

Il secondo Pennello , previsto e da verificare in sede di Progetto Definitivo, sara’ impostato a N-E,<br />

vicino alla foce del T. Fiumarella, per contrastare a terra l’onda obliqua, proveniente da Est – SW e<br />

per contrastare il trasporto dei sedimenti che si sviluppano fino all’isobata – 3,00 m., con deriva<br />

netta da definire dopo l’analisi dinamica dei sedimenti di fondo relazionati con i sedimenti della<br />

spiaggia emersa.<br />

Le aree di Ripascimento sono evidenziate nell’elaborato Carta degli interventi. I volumi necessari<br />

sono stati valutati, utilizzando le formule proposte dal Shore Protection Manual (1984) e le formule<br />

del prof. Dean, proposte nel 1992 a Venezia oltre che con la regola V = (B + h) Y.<br />

Onde valutare , in sede di Progetto Preliminare, le quantita’ minime in volume dei versamenti<br />

sabbiosi da effettuare si sono utilizzati il parametro D50 ( rappresentativo delle condizioni medie) e<br />

i parametri D75 e D85 , ovvero i diametri delle frazioni piu’ grossolane del 75% ed 85% del<br />

45


passante che rappresentano meglio i sedimenti durante mareggiate significative.Tale valutazione e’<br />

simile a quella usata per l’altezza d’onda significativa.<br />

Il D50 medio delle sabbie “native” risulta 0,73 mm; questo diametro evidenzia una buona pezzatura<br />

delle sabbie native per cui le sabbie di Ripascimento dovranno avere un diametro, compreso tra 0,<br />

90 e 1,20 mm, salvo altre dimensioni, dopo l’esame dei sedimenti di fondo mobile..<br />

In ogni caso , il conto economico per la messa in opera dei volumi delle sabbie di Ripascimento, e’<br />

uguale per qualunque diametro entro cui si collocano le sabbie ed i granuli<br />

( scala Wentworth).<br />

Il prezziario regionale prevede di pagare le sabbie 18,87 euro, a Tonnellata, evidentemente, se si<br />

tratta di mero errore di trascrizione, il prezzo va cambiato con urgenza, oppure si accettano<br />

analisi dei prezzi, in sede progettuale, o altra soluzione. In caso contrario s’innescheranno<br />

contenziosi, in sede di contabilita’.<br />

Le sabbie pagate a tonnellata si trasformano in “ sabbie d’oro” per l’incremento di prezzo : oggi,<br />

sul mercato locale la sabbia, di buona qualita’, costa 12, 00 euro a mc, quindi 6,666 euro a<br />

tonnellata.<br />

Nel prezziario, invece, il prezzo della sabbia e’ 18,87 euro/tonn., per cui un metro cubo di sabbia<br />

costerebbe 33,97, pagato a tonnellata, invece di 17,29 euro, quotazione vecchio prezziario.<br />

Cio’ rende il ripascimento una pratica quasi impossibile per la difesa e riqualificazione degli<br />

arenili in erosione.<br />

STIMA VOLUMI IN SEDE DI PROGETTO PRELIMINARE.<br />

Non considerando la deriva netta dei sedimenti lungocosta nonche’ le movimentazioni, dovute ai<br />

campi di corrente, in sede di progetto preliminare, le Analisi granulometriche<br />

(allegati G.01, G.02: Piano di Campionamento e Schede Monografiche) consentono di stimare i<br />

volumi del Ripascimento di compenso , per ml (ΔY ) di avanzamento della linea di riva.<br />

I parametri presi in considerazione sono : An (sabbie “native”) e Af (sabbie di Ripascimento)<br />

ovvero sono i valori di A, parametro adimensionale che caratterizza i sedimenti ( Bruun 1954,<br />

Dean 1991)<br />

A = An (0,730) , Af (0,920)<br />

h = profondita’ di frangimento = 2,940 m.<br />

W = distanza frangimento= 80 m.<br />

B = altezza berma tempesta = 1,5 m.<br />

46


Per fare avanzare di un metro (ΔY ) la linea di riva sono necessari 1,975 mc.; per l’avanzamento di<br />

tre metri, sarebbero necessari 7,533 mc, ovviamente si tratta di una stima ragionata ma non<br />

definitiva.<br />

INDAGINI TOPOBATIMETRICHE<br />

Le indagini topobatimetriche sono state affidate, mediante gara pubblica, alla P3A Engineering srl.,<br />

la quale si e’ relazionata con il Laboratorio Geotecnico LAGIC.<br />

A detto Laboratorio, il geologo, nella qualita’ di direttore dei lavori operativo per gli aspetti<br />

geotecnosedimentologici di pertinenza geologica , ha chiesto modifiche alle schede monografiche<br />

rituali granulometriche.<br />

Le modifiche richieste riguardano la rappresentazione degli indici statistici granulometrici di<br />

Folk&Ward ed Inman& Folk oltre le curve cumulative del passante e del trattenuto, i Percentili,<br />

mediante una serie opportuna di setacci ( da 71 mm. a 0,0625 mm). L’Ente ha affidato l’incarico<br />

alla P3A, per redigere il modello numerico a due linee ( Mike 21) del Clima Ondoso sottocosta.<br />

Il tipo ed il numero delle indagini topobatimetriche, granulometriche e sedimentologiche da<br />

eseguire sono state indicate alla Ditta assegnataria.<br />

Il geologo , nella qualita’ di direttore operativo dei lavori per gli aspetti geologici, ha indicato le<br />

indagini batimetriche e topografiche da eseguire nonche’ il piano di campionamento sui sedimenti<br />

di fondo e sulla spiaggia emersa.<br />

I campioni sui sedimenti di fondo mobile sono stati prelevati l’undici Novembre 2007; gli ultimi<br />

otto, prospicienti il Villaggio Altalia, sono stati prelevati il 7 Dicembre 2007. I campioni sulla<br />

spiaggia emersa sono stati prelevati il 27 Ottobre 2007.<br />

INDICAZIONI SULLE CAVE DI PRESTITO<br />

Nella provincia di Reggio <strong>Calabria</strong> non ci sono cave di prestito per l’escavazione di massi naturali<br />

litoidi (arenarie e Rocce dure il cui peso specifico è maggiore di 2,65 T/MC)<br />

Esistono, invece, cave con autorizzazione provvisoria per lo spietramento di terreni agricoli.<br />

I litotipi affioranti nelle cave a cielo aperto di Motta San Giovanni, Montebbello, Melito,<br />

Condofuri, Bova, Bova Marina e Palazzi sono arenarie poligeniche calcareniti, calcari giurassici e<br />

brecce calcaree.<br />

In Sicilia esistono diverse cave che possono fornire massi naturali di seconda terza e quarta<br />

categoria alle falde dell’Etna e nella provincia di Messina intorno a Sant’Alessio Siculo.<br />

Per quanto riguarda le sabbie per il rinascimento esistono cave autorizzate nell’alveo delle fiumare<br />

Ammendolea, Tuccio Melito, Bonamico e La verde.<br />

Fermo restando la possibilità di presentare un piano di cava di prestito in sede di progetto esecutivo.<br />

47


Brancaleone lì 18/12/2007<br />

48<br />

Ing. Saverio Infantino<br />

Ing. Vincenzo Freno<br />

Geol. Pasquale Iacopino

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