di Lorenzo Lorusso - iura orientalia
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L. LORUSSO – I monaci tra ius præcedens e ius vigens<br />
od angelico abito 48 . Il tipico determinerà anche i <strong>di</strong>ritti e i doveri delle tre<br />
classi <strong>di</strong> monaci.<br />
Per la vali<strong>di</strong>tà della professione monastica perpetua si richiede che: siano<br />
adempiute tutte le altre cose richieste nel tipico per la vali<strong>di</strong>tà della<br />
professione (can. 464, 4°).<br />
Oltre al <strong>di</strong>ritto comune, il tipico potrà essere più esigente. Il novizio<br />
che si trova in pericolo <strong>di</strong> morte può essere ammesso alla professione dal<br />
Superiore maggiore, e se non c’è il tempo per ricorre a lui, dal Superiore<br />
locale (can. 106 §3, 1° PA).<br />
Le cose che sono prescritte dal <strong>di</strong>ritto comune sulla professione temporanea<br />
valgono anche per i monasteri nei quali questa professione viene premessa,<br />
secondo il tipico, alla professione perpetua (can. 465).<br />
La professione temporanea precede la perpetua negli or<strong>di</strong>ni e nelle<br />
congregazioni, non nei monasteri, dove il noviziato si protrae per tre anni<br />
(can. 457 §1), secondo l’antica tra<strong>di</strong>zione. Tuttavia, il CCEO introduce la<br />
possibilità <strong>di</strong> una professione monastica temporanea, rinviando al tipico.<br />
Il tipico oltre a determinare se la professione temporanea precede la<br />
perpetua, stabilirà anche i <strong>di</strong>ritti e i doveri del professo, oltre a quelli<br />
contenuti nel <strong>di</strong>ritto comune 49 .<br />
Il metodo <strong>di</strong> formazione dei membri sia determinato nel tipico in modo tale<br />
che essi siano incitati permanentemente a conseguire più pienamente una vita<br />
<strong>di</strong> santità, come pure che le doti del loro ingegno si sviluppino con lo stu<strong>di</strong>o<br />
della sacra dottrina e con l’acquisto della cultura umana secondo le<br />
necessità dei tempi e così <strong>di</strong>ventino più adatti a esercitare le arti e le opere<br />
che sono legittimamente assunte dal monastero (can. 471 §1).<br />
Sarà il tipico a determinare la Ratio Institutionis o Modus Institutionis,<br />
l’or<strong>di</strong>namento della formazione richiesta per i membri del monastero, con la<br />
sua durata e la sua organizzazione 50 .<br />
Il tipico deve prevedere la formazione dei monaci, bisogno avvertito<br />
da molto tempo nella Chiesa; una formazione dottrinale più seria soprattutto<br />
dei monaci, formazione spesso trascurata, e superata, in molti casi, dalle<br />
esigenze professionali, dalle leggi civili e dagli stu<strong>di</strong> specializzati che esse<br />
esigono. Di più, per essere sana ed equilibrata, tale formazione deve<br />
permettere e promuovere una formazione spirituale che integri e unifichi<br />
tutta la vita consacrata delle persone interessate. Il tutto dovrà essere fatto in<br />
maniera adattata ai doni e alle qualità personali; si deve prevedere un<br />
programma, che sarà oggetto <strong>di</strong> documenti speciali nel <strong>di</strong>ritto proprio <strong>di</strong> ogni<br />
monastero. Alcuni perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> formazione esigono tutta l’attenzione delle<br />
persone in questione: ne deriva la necessità <strong>di</strong> un ambiente appropriato, <strong>di</strong><br />
libertà necessaria agli stu<strong>di</strong> e all’attenzione che essi esigono, <strong>di</strong> mezzi tecnici<br />
per renderli fruttuosi, tra i quali va messa in risalto l’importanza delle<br />
biblioteche. Occorrerà prevedere documenti e ricerche proprie della vita<br />
48<br />
Cfr. SACRA CONGREGAZIONE PER LA CHIESA ORIENTALE, Oriente Cattolico. Cenni storici e statistiche,<br />
Città del Vaticano 1962, 52.<br />
49<br />
Questo è l’unico caso in cui i canoni sui monaci rinviano a quelli relativi agli or<strong>di</strong>ni e congregazioni e<br />
non viceversa.<br />
50<br />
Cfr. decreto Perfectæ Caritatis 18; motu proprio Ecclesiæ Sanctæ II, 16 §1, 33, 38.<br />
IURA ORIENTALIA III (2007), 83-118<br />
www.<strong>iura</strong><strong>orientalia</strong>.net<br />
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