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Fiamma Cremisi - Associazione Nazionale Bersaglieri

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stre e salutava con “Viva Trieste Italiana”,<br />

sorrisi e commenti che ricordavano<br />

quanto la città avesse sofferto<br />

in attesa del ritorno all’Italia.<br />

La città era nuovamente imbandierata<br />

e la gente accorreva per accaparrarsi<br />

un posto lungo il percorso della sfilata,<br />

coperta da bandiere tricolori, fazzoletti,<br />

coccarde e quant’altro. Già dal<br />

mattino presto le truppe che partecipavano<br />

allo sfilamento avevano preso<br />

posizione nei luoghi di raduno per la<br />

partenza. Preceduto dal rumore della<br />

folla osannante giunse al Palazzo del<br />

Governo il corteo al seguito del Presidente<br />

della Repubblica Luigi Einaudi<br />

che doveva assistere allo sfilamento.<br />

Dopo gli incontri ufficiali e i discorsi<br />

di rito, lo schieramento era pronto a<br />

muovere. Tutti i triestini erano assiepati<br />

sulle rive e si spellavano le mani<br />

per gli applausi ai primi reparti che<br />

aprivano la parata. Un mare di teste<br />

che si estendeva per chilometri.<br />

Ecco apparire l’8° Reggimento con in<br />

testa la Fanfara attestarsi all’altezza<br />

del palazzo che oggi è sede della Regione.<br />

“Diii, corsaaa !” Un boato della folla<br />

ha accompagnato quest’ordine per la<br />

partenza di corsa e le Forze dell’Ordine<br />

hanno dovuto faticare non poco<br />

per contenere le persone che volevano<br />

riversarsi in mezzo alla strada e riabbracciare<br />

i Fanti piumati che da giorni<br />

ormai erano oggetto di gesti ed espressioni<br />

d’affetto senza fine.<br />

Ancora una volta la Patria, tramite i<br />

suoi soldati, riceveva il saluto e l’abbraccio<br />

caloroso della città mentre<br />

nell’aria si diffondeva il gioioso<br />

scampanio proveniente dalla Cattedrale<br />

di San Giusto.<br />

La giornata proseguiva con gran gioia<br />

collettiva. Canti, saluti, abbracci, sorrisi<br />

e concerti della Fanfara in varie<br />

zone di Trieste.<br />

Il binomio Trieste-<strong>Bersaglieri</strong>, si è così<br />

consolidato anche nel ricordo della<br />

giornata storica del 3 novembre 1918<br />

in cui i <strong>Bersaglieri</strong> appartenenti al 7°<br />

e all’11° Reggimento sbarcati dal cac-<br />

ciatorpediniere “Audace”, erano giunti<br />

per la prima volta in città dando luogo<br />

a quella che fu chiamata “La prima<br />

redenzione di Trieste”.<br />

Nei giorni successivi, alla celebrazione<br />

del 4 novembre, la Fanfara si esibì<br />

in concerto al centro dello Stadio di<br />

calcio, in occasione della partita Triestina-Genoa.<br />

Quindi l’orchestra dell’8° Reggimento,<br />

diretta dall’allora sergente Antonio<br />

Bianchi (che era anche il vice capo<br />

Fanfara nonché comandante di squadra<br />

<strong>Bersaglieri</strong>), si esibì in un concerto<br />

al teatro romano, nel corso di una<br />

trasmissione RAI condotta dai mitici<br />

Laura Solari e Silvio Gigli, che, registrato,<br />

venne quindi trasmesso la mattina<br />

della domenica successiva alla radio,<br />

inserito nella rubrica: “Trasmissione<br />

per le Forze Armate”.<br />

Piano, piano i <strong>Bersaglieri</strong> rientrarono a<br />

Pordenone nella caserma “Martelli” dove<br />

erano di stanza reparti della Divisione<br />

di Fanteria da Montagna “Mantova”.<br />

Tuttavia, per mesi e mesi, per le vie di<br />

Trieste, specialmente nei fine settimana,<br />

i <strong>Bersaglieri</strong> si vedevano ovunque<br />

e comunque in giro per la città a braccetto<br />

con le “mule” le quali, nella loro<br />

limpida genuina euforia andavano ripetendo:<br />

“Voi <strong>Bersaglieri</strong> ci avete liberati”.<br />

Lo spirito patriottico dell’intera città<br />

era grande e noi desideravamo condividere<br />

con i coetanei la gioia che si respirava<br />

in quei giorni a Trieste, dove<br />

l’aria, pur in piena stagione invernale,<br />

aveva il profumo della vita, della Primavera.<br />

Festeggiavamo assieme il ritorno<br />

di Trieste all’Italia, per accantonare<br />

definitamene il pericolo di perdere<br />

la città più italiana di tutte.<br />

Da allora “Tergeste” è sempre nel mio<br />

cuore e grande è stata l’emozione che<br />

ho provato in occasione della celebrazione<br />

del Cinquantenario del ritorno<br />

alla Patria, il 26 ottobre del 2004.<br />

Assistevo a quanto avveniva in Piazza<br />

dell’Unità d’Italia, ma nella mia mente,<br />

passava un film, il film che avevo<br />

registrato poco più che ventenne.<br />

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