Fiamma Cremisi - Associazione Nazionale Bersaglieri
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quanta trIstezza<br />
e quanta nostalGIa<br />
di Agostino Pedone<br />
incontro realmente avvenuto<br />
Uscendo dall’Ospedale Militare Celio, ho intravisto a distanza,<br />
appoggiato allo stipite del portone d’ingresso<br />
del nosocomio, un militare, almeno tale sembrava per<br />
la tuta da combattimento che indossava e per il basco con piumino<br />
che calzava. Sì! il basco era proprio quello dell’ultimo ritrovato<br />
della scienza bersaglieresca. Il militare trafficava con il<br />
telefonino ma con scarso interesse, forse doveva solo far passare<br />
il tempo. Arrivatogli vicino, ho potuto notare che era un giovane<br />
sulla trentina, corpulento al punto tale che la circonferenza<br />
della vita non sembrava, ad occhio e croce, essere di molto inferiore<br />
alla misura dell’altezza; poi il basco con il piumino, calzato<br />
in maniera alquanto sciatta, concorreva ad appiattirne ulteriormente<br />
la figura. Il suo volto da bravo ragazzo, florido e rubizzo,<br />
denotava ottima salute; lo impreziosivano un paio di baffi<br />
lunghi e folti. Per avere meglio un’idea del personaggio, ho<br />
cercato, ma invano, di individuarne il grado; solo il cognome,<br />
tipicamente meridionale, spiccava sulla tuta, ragioni di privacy<br />
mi impongono di non menzionarlo. Senza una reale motivazione,<br />
giunto vicino a lui, mi sono fermato e con nonchalance gli<br />
ho chiesto: Di che esercito sei?<br />
Il ragazzo, senza evidenziare la benché minima perplessità, anzi<br />
dimostrando di non avere avuto la sensazione di essere preso in<br />
giro, ha distolto lo sguardo dal telefonino e mi ha risposto:<br />
Dell’Esercito Italiano!<br />
Questo suo candore mi ha colpito moltissimo, tanto da sentire<br />
impellente l’esigenza di giustificare in qualche modo la domanda<br />
un po’ paradossale che gli avevo posto.<br />
Sai - gli ho detto - un basco del genere io l’ho visto, se non vado<br />
errato, in Gran Bretagna, calzato da soldati di un reggimento<br />
di fanteria.<br />
Lo so! - mi ha risposto senza tanta convinzione, poi timidamente<br />
ha proseguito - Ma io sono un bersagliere!<br />
Ah si? - ho replicato - ma i copricapo dei bersaglieri non erano<br />
solo due: il cappello con le piume ed il fez?<br />
Beh! da noi ora stanno cambiando un po’ di cose, ecc, ci stiamo<br />
modernizzando. Lei pensi - ha proseguito - eravamo solo<br />
noi ad avere quel... quel...<br />
Forse stava per dire qualcosa di poco esaltante, ma si è trattenuto,<br />
poi ha proseguito ...quello strano aggeggio in testa; ora invece<br />
c’è maggiore uniformità. Quando stiamo insieme ad altri<br />
militari anche stranieri ci sentiamo più a nostro agio. Il fez, vede,<br />
è un aggeggio - ha ripetuto - che va bene in testa ai ragazzini<br />
o meglio ai bersaglieri appena arrivati al reparto; ad essi ne<br />
distribuiscono solo un capo che mettono in qualche cerimonia<br />
o parata per ora, poi chissà...! Indossarlo ad una certa età è un<br />
po’ ridicolo; il basco è più moderno, è migliore e poi... ha pure<br />
il simbolo dei bersaglieri; ha visto, ci sono pure le penne!<br />
E mi ha mostrato con il dito il piumino. A sentire una simile<br />
corbelleria, ho dovuto fare ricorso a tutte le mie risorse interiori<br />
per reprimere un senso di stizza. Comunque sono riuscito a rimanere<br />
abbastanza calmo anche perché, pensandoci bene, la<br />
colpa di tanta ignoranza in tema di bersaglierismo non poteva<br />
essere imputata solo a lui.<br />
Certo - ho annuito - la società cambia e quindi anche l’Esercito<br />
Italiano deve aggiornarsi. Ma ora dimmi, tu conosci la storia<br />
del fez? Sai perché i bersaglieri hanno, scusami ma è più corretto<br />
dire avevano, il fez?<br />
Il giovanotto mi ha guardato con una certa espressione, quella<br />
tipica di chi volesse dire: E adesso questo che cosa vuole ancora?<br />
- e, barando, ha risposto - Ne so un po’.<br />
Come un po’? - ho chiesto io.<br />
Ho letto qualcosa da qualche parte - ha soggiunto.<br />
Ed io di rimando: Ma i vostri capi non ve ne parlano? Sì, ho<br />
detto proprio capi e non comandanti; questi ultimi hanno ben<br />
altra caratura spirituale!<br />
Beh! per tutte le missioni all’estero abbiamo molto da fare e lei<br />
capisce bisogna pensare a cose più serie - ha asserito convinto.<br />
Ma i bersaglieri sono un Corpo particolare - ho ripreso io - e<br />
poi con le Fanfare, con il loro spirito di corpo, sono - come dire<br />
- soldati briosi, allegri, generosi.<br />
Ma - mi ha interrotto - qualche canzone noi la conosciamo; se<br />
per caso capita di andare a qualche raduno ci troviamo un po’<br />
a disagio, ma niente di importante!<br />
Non aveva capito il senso delle mie parole. Anche se provavo<br />
una grande delusione ed amarezza ed “ingoiavo rospi” a ripetizione<br />
per le idee balzane, esternate dal giovane neo-bersagliere,<br />
mi sentivo pervaso da un sentimento quasi di tenerezza, per<br />
non dire di commiserazione, nei suoi confronti. Ho pensato infatti:<br />
se avesse conosciuto la storia del Corpo nel quale, suo<br />
malgrado, era capitato ed il valore, il sacrificio e l’eroismo di<br />
quanti lo hanno preceduto, forse avrebbe tenuto un contegno<br />
meno dimesso ed un atteggiamento più reattivo. In quanto a<br />
me, non ho avuto la voglia di presentarmi, né tantomeno di parlargli<br />
del fez e dell’effetto magico che “quello strano copricapo<br />
non italiano” aveva operato su tantissime generazioni di giovani<br />
italiani. La delusione, confesso, mi ha sopraffatto!<br />
L’ho guardato ed egli mi ha guardato accennando ad un sorriso<br />
e certamente avrà pensato tra sé e sé: “Che strani individui ci<br />
sono in giro; ma d’altronde esce da un ospedale...!”<br />
Da questa triste situazione mi ha tratto fuori l’autobus che ho<br />
intravisto arrivare in lontananza e che non ho avuto voglia di<br />
perdere. L’incontro comunque ha lasciato in me un segno abbastanza<br />
profondo: abbiamo creato uno strumento militare professionale<br />
valido ed efficiente - mi sono detto - ma forse non siamo<br />
riusciti a dargli un’anima!<br />
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