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Fiamma Cremisi - Associazione Nazionale Bersaglieri

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corsa di resistenza<br />

Perché nella marcia, Passo di corsa, minacciavi di buttarti a terra, e oggi che ne hai tanti<br />

di più e nessun Tenente ti obbliga, tu, cappella di un tempo, alla corsa ci vuoi arrivare<br />

ogni volta che si presenta l'occasione, anche quando non te la lasciano fare?<br />

Cos'è questa droga, quest'orgasmo, se non il simbolo del Bersagliere, come le piume, il fez, le<br />

fiamme. Freud potrebbe ipotizzare che per i vecchi <strong>Bersaglieri</strong> la Corsa rappresenti una rivolta,<br />

una protesta. Rivolta e protesta contro il passo noioso della vita dei comuni, contro gli acciacchi<br />

che si accumulano, contro l'erosione degli anni che incombono, contro il tempo che va<br />

e non torna.<br />

I <strong>Bersaglieri</strong> hanno corso sempre. Hanno corso il 18 giugno di quell'anno lontano, stupefacendo<br />

l'ingenuo monarca, hanno corso nelle caserme, nelle strade dei villaggi e delle città, sui<br />

campi di battaglia e questa espressione di potenza e di giovinezza è rimasta sempre, anche<br />

quando la giovinezza se ne è andata, come un'insegna, un simbolo, un viatico per i maturi e i<br />

vecchi, per i quali la corsa non è solo una romantica aspirazione e un godimento spirituale,<br />

ma anche un impegno fisico, talvolta doloroso.<br />

Corrono anche quelli che non dovrebbero. Quanti son partiti promettendo alle mogli: non<br />

correrò. Quanti hanno detto a se stessi il giorno prima: non correrò, ho le coronarie in disordine,<br />

ho la flebite, ho la pancia, non ce la faccio più e poi... corrono anche loro.<br />

Ecco i fatali trecento metri. C'è chi stenta e stringe i denti, c'è l'ottantenne che proprio non ce la<br />

fa davvero e c'è chi, pietoso ma gioioso, gli dà una mano.<br />

Corrono i giovani e corrono i vecchi, corrono i logorati e i sani e con essi corrono quelli che<br />

non ci sono più. Sono in mezzo, anzi sono in testa a tutti, e la loro ombra guida l'entusiasmo<br />

anche di coloro, e sono i più, che, fuori dai ranghi, non possono più correre.<br />

Talvolta la corsa è malinconia. Ma perché immalinconire? Il passato è prologo. Tutto passa,<br />

tutto finisce, che importa? La stessa morte fa parte della vita; è l'ultimo episodio. Tra un polo e<br />

l'altro pulsa la vita. E' determinato così. Anche la grande corsa finisce. L'imperativo è correre<br />

bene, come sempre, da <strong>Bersaglieri</strong>, fin che si può, e poi passare la fiaccola a chi viene dopo e<br />

infine, involarsi e correre di nuovo e ancora nel Walhalla dei <strong>Bersaglieri</strong> che c'è, son sicuro, ma<br />

non ci sono Walkirie né cavalli alati, forse solo biciclette, vecchie biciclette leggere mentre una<br />

bufera nel ciel che mai non resta, mena gli spirti con la sua rapina che tiene però la fiamma<br />

sempre desta...<br />

E' la Corsa che continua, una Corsa senza materia, senza fatica, un premio nel cielo, nel Walhalla<br />

dei <strong>Bersaglieri</strong>, di noi <strong>Bersaglieri</strong>.<br />

dal numero 239 di F.C. 1976, pag. 11<br />

Bersagliere Sandro Amoroso

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