trasformarsi grazie alla meditazione - Associazione Gente Sana
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«La <strong>meditazione</strong> potenzia le areee cerebrali preposte <strong>alla</strong> felicità e riduce<br />
quelle responsabili della depressione»<br />
fondata da Maharishi Mahesh<br />
Yogi e frequentata da personalità<br />
illustri tra cui i Beatles e il<br />
medico indo-americano Deepak<br />
Chopra, ha condotto studi sistematici<br />
in questo senso già nel<br />
1970. I risultati sono stati impressionanti.<br />
Si è infatti riscontrato<br />
che la pratica della MT<br />
riduce lo stress, la sofferenza e<br />
predispone all’acquisizione di<br />
poteri paranormali.<br />
Per quanto concerne la <strong>meditazione</strong><br />
taoista, nata in Cina<br />
in tempi antichissimi e scoperta<br />
dall’Occidente nei primi<br />
decenni del Novecento <strong>grazie</strong><br />
ai lavori del sinologo tedesco<br />
Richard Wilhelm e del padre<br />
della psicologia analitica Carl<br />
Gustav Jung che collaborarono<br />
<strong>alla</strong> traduzione e <strong>alla</strong> pubblicazione<br />
di uno dei testi fondamentali<br />
del taoismo, il famoso<br />
“Segreto del Fiore d’Oro”, si<br />
afferma che abbia effetti molto<br />
potenti sul chi, o energia<br />
vitale, e che risulti pertanto<br />
particolarmente benefica per<br />
la salute, liberi da emozioni<br />
negative e procuri una vita eccezionalmente<br />
lunga.<br />
Nel 1999, il neuropsicologo<br />
americano James Austin,<br />
dell’Università del Colorado, nel<br />
suo libro “Zen and the Brain” (lo<br />
Zen e il cervello) ha affermato<br />
che la <strong>meditazione</strong> Zen può modificare<br />
le connessioni nervose<br />
cerebrali. Il fatto è stato confermato<br />
mediante la risonanza magnetica<br />
funzionale sull’attività<br />
del cervello.<br />
Ulteriori studi sugli effetti benefici<br />
della <strong>meditazione</strong> e addirittura<br />
sulle possibilità del<br />
cervello di modificarsi con la<br />
pratica meditativa sono stati<br />
Matthieu Ricard, biologo e monaco buddista. Recentemente ha partecipato a un programma di<br />
ricerche sugli effetti della <strong>meditazione</strong>. Foto: Laurence Thurion - Flickr.com<br />
compiuti recentemente negli<br />
Stati Uniti con la partecipazione<br />
di Matthieu Ricard, noto<br />
biologo francese, diventato<br />
monaco buddista e collaboratore<br />
del Dalai Lama. Ricard,<br />
che ha scritto numerosi libri<br />
sul buddismo, la scienza e la<br />
<strong>meditazione</strong>, è stato definito<br />
“l’uomo più felice del mondo”.<br />
Infatti da esami effettuati<br />
sul suo cervello è risultato<br />
che trent’anni di <strong>meditazione</strong><br />
hanno atrofizzato le aree preposte<br />
<strong>alla</strong> depressione e hanno<br />
invece potenziato quelle del<br />
benessere.<br />
Ricard stesso, interrogato sulla<br />
pratica della <strong>meditazione</strong> buddista<br />
ha affermato che:<br />
“Meditare è mirare a uno stato<br />
di lucidità, compassione e pace<br />
interiore immenso da cui affrontare<br />
le difficoltà; pensiero, paro-<br />
la e azione sono allora sempre<br />
adeguati, e perciò fonte di bene<br />
per sé e per gli altri, invece che<br />
di stress”.<br />
Meditare quindi fa star bene,<br />
ma permette anche di avvicinarsi<br />
allo spirito attraverso<br />
una migliore autoconoscenza<br />
e a un maggior controllo delle<br />
emozioni negative. La posta in<br />
gioco è importante e il sacrificio<br />
richiesto a ben vedere non<br />
è grandissimo: bastano una<br />
ventina di minuti al giorno, almeno<br />
per cominciare, meglio se<br />
nelle prime ore del mattino o al<br />
tramonto. L’importante, dicono<br />
tutti i maestri, è la regolarità<br />
e la costanza: le difficoltà che<br />
possono sorgere durante la pratica<br />
non devono scoraggiare ma<br />
spronare ad andare oltre.<br />
Florinda Balli<br />
<strong>Gente</strong> <strong>Sana</strong> Mutamenti - anno 29 - numero 1 - gennaio 2010<br />
Dossier<br />
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